
1 minute read
1.6. OCTA
1.6. OCT-A
Il panorama della diagnostica e delle patologie retiniche è stato profondamente rivoluzionato dall’introduzione dell’OCT-A, che sta assumendo un posto di rilievo rispetto alla FAG, gold standard in questo ambito. Nuovi sviluppi tecnologici potrebbero, in pochi anni, far pendere l’ago della bilancia verso la nuova metodica, relegando la FAG ad una nicchia diagnostica. L’OCT-A spectral domain (SD-OCT-A) o Swept source è una metodica che permette la visualizzazione dei vasi retinici in maniera non invasiva. L’OCT-A utilizza come sorgente di luce un diodo a luce near-infrared di lunghezza d’onda di circa 840 nm. Lo strumento esegue una serie di scansioni B-scan centrate nella stessa sezione e attraverso una analisi del segnale di decorrelazione di ritorno, generato dal passaggio delle cellule ematiche all’interno dei vasi, ricostruisce il network vasale fino alle suddivisioni capillari. Dall’analisi di questi ultimi, è possibile individuare tre plessicapillari: il plesso capillare superficiale, il plesso capillare profondo e il plesso coriocapillare. Una delle più importanti limitazioni dell’OCT-A è la necessità di una buona fissazione da parte del paziente, poiché la perdita di fissazione genera facilmente artefatti e difficoltà nell’interpretazione degli stessi. Inoltre l’opacità dei mezzi diottrici è un altro fattore limitante per questa tecnica. Con il progresso tecnologico si è mirato a superare, anche se parzialmente, queste problematicità, aumentando la velocità e il numero delle scansioni eseguite nell’unità di tempo.
Advertisement
1.6.1. FAG e OCTA tecniche a confronto in diverse patologie retiniche
Sebbene la FAG ha avuto una diffusione capillare, rimane una tecnica invasiva e non priva di rischi, che richiede un lungo tempo dedicato. Inoltre fornisce immagini bidimensionali, senza la possibilità di individuare i singoli plessi vascolari o le lesioni coroideali10. Queste caratteristiche mal si confanno con il routinario management di patologie croniche complesse che necessitano di imaging ripetuto, come la AMD complicata da neovasi11. In aggiunta, alcune lesioni neovascolari subcliniche possono risultare mascherate da accumuli di pigmento nell’epitelio pigmentato retinico12 . L’OCT-A, invece, è una metodica non invasiva che fornisce immagini altamente dettagliate in tre dimensioni della vascolarizzazione retinica con la possibilità di individuare una eventuale alterazione nei diversi plessi capillari retinici e sottoretinici.