L'Editoriale
Un'estate al Jamboree
Un'estate al Jamboree
Tutti questi ragazzi qui, noi non ce li meritiamo
Credi a Babbo Natale ma sei troppo grande per ammetterlo? mettici la faccia... e dillo a tutti:
: E L A T A N O B B BA ! O D E R C I C O I
Partecipa al concorso concorso fotografico di Marchescout per dire ai tuoi fratellini e sorelline che Babbo Natale esiste, e come ogni anno anche quest’anno verrà a trovarti in sede durante l’ultima riunione!
Regolamento
- Sono ammesse al concorso solo foto con tema “(Babbo) Natale Scout!” - Non sono ammesse foto dei nostri amati ragazzi... vogliamo i capi! Quelli veri.. quelli con la barba! - Valgono foto di gruppo, foto individuali, foto in posa e foto rubate! - Ricordatevi di segnalare sempre Nome del / dei soggetti e Gruppo d’appartenenza! - Vale tutto il resto, purchè ci siano barba e cappello rosso!
IL PREMIO?! La copertina del primo Marchescout 2012! Vi pare poco!?!
Capi della regione marche... vogliamo voi! Inviateci le vostre foto migliori a marchescout@gmail.com e marchescout@marche.agesci.it entro e non oltre il 6 gennaio 2012
... e già che ci siamo... Buon Natale! Carlo, Giuseppe, Francesco, Sara, Simonetta e Alessandra.
La Festa delle Specialità di Squadriglia!
Sq. Pantere – Jesi 1
Sq. Scoiattoli – Ancona 7
Sq. Pantere – Ascoli Piceno 1
Pantere – Agugliano 1
Sq. Aquile – Civitanova Alta 1
Delfini – Fermo 1
Sq. Falchi – Pesaro 3
Sq. Pantere – Agugliano 1
Sq. Aquile - Civitanova alta1
Sq. Pantere – Jesi 1
Sq. Falchi – Pesaro 3
Sq. Falchi – Pesaro 3
Sq. Scoiattoli – Ancona 7
Sq. Delfinii – Fermo 1
Intervista ai due Incaricati alla Branca EG della Regione Marche!!!! SARA
MARCO
Sara Bolognese 28 anni
Nome cognome età
Marco Paleco
16 anni
Da quanto tempo sei scout?
18 anni
Camminare in montagna con lo zaino e il tramonto alle spalle Marco Paleco 34 anni
Il più bel momento scout
La cerimonia di apertura al jamboree Sara Bolognese 27 anni
4 anni Io non ho pregi Marco è tanto bravo e mi sopporta Sono puntigliosa Mi chiama troppo no Prendiamo le decisioni in comune accordo si
Nome cognome e età del\della tuo\a collega Da quanto tempo vi conoscete? Un tuo pregio e uno del tuo collega
4 anni Sono modesto È calma
Un tuo difetto e uno del tuo collega Avete mai litigato? Chi comanda?
Sono disorganizzato Non risponde al telefono no io
Manterrete la carica anche il prossimo anno?
Sq. Delfini – Fermo 1
Sq. Pantere – Ascoli Piceno 1
Dio creò l’uomo a sua immagine;
a immagine
di Dio lo creò, maschio e femmina li creò. (Gen 1,27) Il percorso per arrivare all’opera d’arte che faceva da richiamo e campeggiava su tutti i manifesti sparsi per la città era lungo e faticoso. Si passava per almeno ventidue sale, tante quante gli anni di Mario, giovane studente di architettura con due grandi passioni: l’architettura e lo scoutismo. La “città ideale” era un quadro del 400 di anonimo fiorentino e quando Mario vi arrivò innanzi rimase come folgorato; si sedette a terra come gli hippy di un tempo (oggi forse si chiamerebbero indignados) finché il guardiano non gli toccò una spalla per dirgli che era tempo di chiudere il museo. Mario scese lentamente la scalinata del museo pensando che una città ideale dovrebbe avere necessariamente “abitanti ideali”. Tornò a casa, cenò. Studio un po’ e si addormentò. Era ormai arrivato il periodo di Pasqua e per quest’anno con la sua comunità capi aveva pensato di vivere una Settimana Santa un po’ particolare: un hike di tre giorni in solitaria, tranne che per le donne che andavano ovviamente in coppia, dove alla fine si sarebbero tutti re-incontrati per la cena dell’Haggadah – il rito ebraico ormai tradizione storica del proprio gruppo. La mattina si ritrovò all’alba insieme agli altri con la destinazione data dai propri capi gruppo. Al cerchio di apertura c’erano tutti, dai più giovani ai più anziani (gente che aveva a casa ancora il camiciotto grigio d’un tempo); si rese conto di quanto la propria comunità capi parlasse al femminile con una scarsa presenza di capi maschi. Pensò alla branca E/G: due reparti maschili e uno femminile; e in clan? Il rapporto si riallineava, ma solo un po’. Rifletté che in fondo il gruppo non era poi messo male: partecipazione, ottimi rapporti con le famiglie, A.E. presente. Si incamminò per un viaggio che gli avrebbe cambiato la vita. Dopo circa tre ore di cammino aveva lasciato la strada provinciale e imboccato una carrareccia dove un palo semi-abbattuto sosteneva due cartelli ormai arrugginiti: un vecchio agriturismo andato in fallimento e una frazione che risultava abbandonata. Per pranzo si sedette su di un masso ai bordi della strada e tirò fuori il solito libretto intriso di preghiere, frasi di BP, pagine dove scrivere riflessioni. Il silenzio era ogni tanto interrotto dal vento tra i pioppi e da qualche volatile. Si chiese: ma perché i maschi vanno da soli e le donne vanno in coppia? Scacciò il pensiero che ritenne piuttosto insignificante e si tuffò nella lettura. Al tramonto era quasi arrivato ai piedi della collina costeggiando il torrente. La Pasqua sarebbe arrivata “alta” e sebbene avesse con se il meglio che lo “Scout-Tech” potesse offrire, Mario temeva che avrebbe sofferto il freddo. Girò una curva e alzando lo sguardo vide che si trovava in un’ampia gola, quasi una piccola valle, con in alto due piccoli borghi: uno sulla collina a sud e una a nord. Il sole ormai calato oltre l’orizzonte dove le colline sembravano toccarsi, consentiva di intravedere le luci che uscivano da alcune delle piccole finestre delle abitazioni che sovrastavano la piccola valle. Camminando con lo sguardo rivolto verso l’alto quasi non inciampò nella legnaia così ben disposta che sembrava l’opera di un vero taglialegna. Ma poi, un taglialegna chi l’aveva mai visto? Pensò alla specialità di “boscaiolo” data a tanti esploratori solo per aver raccolto un po’ di legna e pensandoci bene non ricordava guide che l’avessero mai conquistata. L’edificio che gli si presentò innanzi era in pessime condizioni: piccole finestre con infissi in legno consunti dal tempo, il camino che fumava, una porta in tavole di legno che dimostrava di essere stata riparata più volte (specialità di falegname!). “E se chiedessi ospitalità?” pensò. Prima di bussare, Mario fece il giro della casa e girandovi attorno rimase meravigliato dai ruderi di quella che sembrava un’antica città coperta ormai dai rovi e sui cui alberi e cespugli avevano radicato la propria storia. Tre leggeri tocchi alla porta che lentamente si aprì. Il camino era acceso e sul fuoco era adagiata una vecchia graticola a scaldarsi per poter essere pulita da vecchie cotture (specialità di cuoco! Ma allora puntiamo al brevetto!!). Piegato sul lavabo un vecchietto sembra stesse lavando delle stoviglie. “è permesso?”sussurrò; silenzio, “Posso entrare?” insistette. Ancora silenzio”. “Ehi!” urlò Mario. Il vecchio si girò di scatto e rispose delicatamente:”Mica sono sordo!”. Mario accettò volentieri un angolo della stanza dove stendere stuoia e sacco a pelo, condivise la cena (zuppa di fagioli e carne alla brace, ovviamente con mezzo bicchiere di rosso di dubbia provenienza). Seduti davanti al fuoco i due conversavano amabilmente finché Mario non chiese notizie dei misteriosi ruderi che adornavano in modo quasi spettrale la piccola valle. Il vecchio inizio: “un tempo qui c’era una città, la chiamavano la città perfetta, uomini e donne vivevano in perfetta sintonia, in spirito di comunione, ognuno dava il meglio di se”. Mario ascoltava in silenzio e per un attimo tornò con la mente al quadro dell’Anonimo Fiorentino. Il vecchio, attizzando il fuoco, continuò: “avevo undici anni e come tutti i bambini vivevo le mie giornate tra la scuola, la famiglia e gli amici; venivamo educati alla vita in modo totale, vivendo tante esperienze cercando ognuno la propria strada e valorizzando appieno quelle che erano le doti di ognuno. Anche gli adulti vivevano secondo questa logica e non esistevano
ruoli predefiniti, né “roba da uomini” né “roba da femmine”; ricordo ancora che nel gruppo degli spaccalegna c’era una donna, si chiamava Letizia, nome forse poco adatto ad una donnona muscolosa, ma vedessi come abbatteva gli alberi! Arrivato all’età della giovinezza cominciarono a serpeggiare tra alcuni giovani, che avevano viaggiato per lavori vari, l’idea che forse questo stile di vita non era in linea con i tempi, troppo antiquato. Così, dopo alcuni anni si erano create addirittura classi scolastiche separate, le donne ai lavori domestici, l’amministrazione pubblica governata solo da uomini. Vieni con me”. I due uscirono fuori dove una coperta di stelle sembrava quasi accarezzare le cime delle colline. Il vecchio continuò: “Poi, circa vent’anni fa si crearono così tante divergenze che alla fine da due scuole di pensiero nacquero due paesi, distanti, opposti, quelli che vedi arroccati su queste due colline. E ti garantisco, caro mio, che siamo tornati indietro, abbiamo perso occasioni, opportunità di crescere liberi perché abbiamo ucciso il confronto: il metterci in discussione che era ciò che ci rendeva liberi. Il villaggio che vedi sulla sinistra impostò il proprio vivere su una chiara identificazione dei ruoli e i bambini crescevano separatamente dalle bambine fino ad arrivare all’età adulta, il paese che noti sulla destra fondò l’esistenza fondò la propria esistenza sulla relazione per cui tutto era condiviso, per ogni scelta politica, sociale o economica. La mattina Mario si alzò che ancora il vecchio dormiva e il camino appena fumava. Lasciò un biglietto di ringraziamento e zaino in spalla raggiunse lentamente il resto della Co.Ca. non prima di essersi fermato fuori, tra la brina mattutina, a mirare i due villaggi arroccati sulle due colline. I capi gruppo accolsero i capi con la consueta lavanda dei piedi e,una volta in cerchio Mario si guardò attorno e non vide solo capi ma donne e uomini.
Art. 12 – Significato metodologico della coeducazione Nel suo significato strettamente metodologico, coeducazione significa anche far vivere ai ragazzi dei due sessi esperienze in comune, secondo un progetto educativo unico che preveda attività comuni continuative o frequenti e regolari. Le attività comuni hanno lo scopo di portare ragazzi e ragazze a scoprire l’arricchimento reciproco che essi ricevono, … valorizzano le caratteristiche positive tipiche dei due sessi e ne favoriscono la reciproca accettazione. … Per questo sarà importante: • rispettare il mistero della persona e i suoi tempi di crescita, ponendo la massima attenzione nella programmazione della attività e nella vita dell’unità; … Questi obiettivi possono essere conseguiti attraverso unità monosessuate, parallele o miste. Per le unità monosessuate, al fine di una completa e armonica dimensione educativa, è opportuno favorire periodicamente l’incontro e attività con unità di altro sesso. La diarchia dei capi, quale modello di riferimento di relazione adulta uomo/donna, è importante strumento educativo anche in unità monosessuali. Le unità miste devono prevedere anche attività separate per ragazzi e ragazze, ai fini di favorire un più completo sviluppo dell’identità sessuale. L’analisi svolta a livello nazionale, tramite la somministrazione di questionari a tutte le comunità capi, ci offre uno spaccato di un’associazione che nel corso del tempo si è concentrata maggiormente sulla relazione piuttosto che sull’identificazione di genere. Lo scoutismo ha un peso maggiore rispetto al guidismo e in tutte le branche si scopre che l’associazione “parla al maschile”. Quante volte è capitato in un campo estivo di progettare e realizzare non solo un bagno wc ma anche un bidet o una struttura reggi-specchio? Quante volte ci si rivolge esclusivamente al capogruppo e mai alla capo gruppo? Quanto la progettazione e realizzazione di voli, cacce, imprese e capitoli tiene conto dell’identità sessuale? Piuttosto ci preoccupiamo di raggiungere un “compromesso di fatica”: che la pista, il sentiero la strada possano andare bene per femmine e maschi. Come educatori siamo chiamati a guardare lontano, a progettare ed educare alla progettazione. Questo è il primo punto da affrontare: la coeducazione è vissuta come stare insieme e non progettata (attraverso gli strumenti specifici delle branche) affinché ogni educando abbia l’occasione di determinare chiaramente la propria identità anche attraverso la scoperta dell’altro. La progettualità (ad es. in riferimento al progetto educativo) è poco attenta ai bisogni di bambini e bambine, ragazzi e ragazze, giovani donne e giovani uomini. Infatti, la tipologia di unità non nasce generalmente da obiettivi educativi ma da abitudini e tradizioni. Il motto dovrebbe allora essere “unità che vai, progetto che trovi”. La tipologia di unità scelta (progettata a seguito di obiettivi educativi e non da disponibilità di capi) ci conduce a progettare gli eventi in modo sostanzialmente diverso: dare il giusto spazio ai due sessi nelle unità miste, programmare momenti comuni frequenti e sistematici nelle unità monosessuali, condividere programmi nelle unità parallele con momenti di confronto anch’essi adeguatamente pianificati).
C’è da sottolineare che non si debba distinguere tra attività coeducative e non coeducative, rischiando di considerarle in contrapposizione. All’interno di un unico progetto di educazione, che trova la sua globalità anche nell’educare a crescere nel rapporto con l’altro sesso. Crescere insieme alle persone vicine, diverse nel corpo, nella storia, nelle aspirazioni, vuol dire cogliere la reciprocità, che è non solo riconoscimento, accettazione e valorizzazione della diversità sessuale, sociale e culturale dell’altro, ma anche relazione da cui non si può prescindere per giungere alla piena consapevolezza di sé. Gege Ferrario in una pubblicazione di Servire del , 1998 scriveva che “con l’altro sesso è molto più marcata la nostra unicità e la nostra diversità. La ricchezza dell’altro ci interroga di continuo e ci apre all’accoglienza del diverso, al cercare di uscire da noi stessi, dal nostro continuato egoismo ed egocentrismo per riuscire a capire l’altro”. Secondo aspetto, ugualmente significativo, è il pensare la diarchia quale occasione di testimonianza dell’adulto che oltre che essere educatore è anche donna e uomo; nel momento in cui la diarchia viene vissuta con una ruolizzazione (il “capo uomo” si occupa di attività e servizi specifici così come il “capo donna” – catechesi, attività manuali, logistica, animazione,…) diviene testimonianza negativa contraria al senso di libertà e autonomia che siamo chiamati a trasmettere. Il problema di fondo, sempre ricorrente con urgenza, è l’educazione, è l’offrire ai ragazzi un ambito in cui capirsi, cogliersi e volersi nel modo più completo e più rispondente a ciascuno e alle necessità di tutti; è aiutare la liberazione e la costruzione della personalità secondo il piano di Dio. Stefano Pirovano in una pubblicazione di R/S Servire del 1995 ci provoca affermando: “Ogni volta che un adulto accetta di fare il capo di una unità mista si interroga sul significato delle presenza concomitante di ragazzi e ragazze e si impegna a ideare un progetto che utilizzi questa risorsa? La Comunità capi, quando propone di affidare ad un capo la guida di un’unità mista si pone qualche interrogativo riguardo la maturazione e la stabilità affettive e relazionali del candidato? Si chiedono le Comunità capi nei loro progetti educativi a quale uomo e donna stanno educando, quali modelli propongono; si interrogano sul significato attuale di mascolinità e femminilità; studiano quali problematicità suscitano la figura materna, la donna impegnata in attività produttive, l’uomo non delegante l’educazione dei figli? La diarchia è effettivamente un comando di due, che non fanno le stesse cose, ma che integrano le proprie differenze per fornire un servizio migliore, o è solo una fatica in più quando si devono completare gli organigrammi dei gruppi e dei quadri? Giovanni Paolo II nella "Lettera alle donne" si preoccupa di far osservare quanto il dono della maternità venga spesso penalizzato piuttosto che gratificato: non ci sentiamo un po’ chiamati in causa anche noi? Nella sua lettera il Papa esprime una particolare gratitudine per le donne impegnate nei servizi educativi, attraverso i quali realizzano una forma di maternità affettiva, culturale e spirituale ed invita a riflettere con particolare attenzione al "genio della donna". Siamo consapevoli di queste particolarità? L’Associazione, attraverso l’Area Metodo è prossima alla redazione di un documento di sintesi dei dati raccolti dal monitoraggio condotto negli ultimi tre anni. Si era partiti da una fredda analisi dei censimenti da cui risultava una scarsità di capi donne per cui ci si era chiesti se l’associazione pensasse al femminile. Il documento di sintesi che sarà redatto sarà supportato da un richiamo ai concetti di coeducazione e diarchia e già il prossimo progetto nazionale pone attenzione all’identità della persona. Raccomandiamo a tutti i capi una rilettura dell’art.4 del Regolamento Metodologico e ad un nuovo e proficuo confronto sui temi proposti.
Marilù e Paolo I.C.M.
AGESCI MARCHE ASSOCIAZIONE GUIDE E SCOUTS CATTOLICI ITALIANI
Ancona, venerdì 18 novembre 2011 Prot.n° 1002/11/s Ai delegati delle Comunità Capi e delle Zone Al Consiglio Regionale Al Presidente della Cooperativa Il Castoro Al Presidente della Fondazione Mario Rinaldi Ai Responsabili Regionali Foulard Bianchi Al Magister Masci
Oggetto: convoca Assemblea Regionale Delegata. Carissimi, con la presente convochiamo l’Assemblea Regionale Delegata, che si svolgerà domenica 11 dicembre 2011 alle ore 9,00 presso i locali della S. Giuseppe Moscati, via Tiraboschi 69, 60131 Ancona con il seguente Ordine del Giorno: 1. Accoglienza e preghiera iniziale 2. Chiamate al servizio e votazione di: • Responsabile Regionale • incaricato all’organizzazione • incaricato alla formazione capi • Incaricata alla branca LC • Consigliere generale uomo • Consigliere generale donna 3. Relazione sulla verifica del Progetto Regionale 4. Relazione sul documento diarchia e coeducazione 5. Approvazione bilancio consuntivo 2011 e preventivo 2012 6. Approvazione calendario regionale 7. Relazioni dalle branche e dai settori 8. Varie ed eventuali 9. Proclamazione eletti 10. S. Messa In attesa di incontrarvi tutti,
vi salutiamo fraternamente Enrico, Rita e don Enrico
COMITATO REGIONALE MARCHE – Via L. Einaudi, 14 – 60125 ANCONA – Telefono e Fax 071200914
CAMBUSE CRITICHE: CRITICHE: una scelta politica alla portata di tutti! tutti! di Gruppo Scout AGESCI Roma 72 Cambuse Critiche è un progetto nato nell'estate 2010 dal nostro clan per testimoniare il capitolo sul consumo critico. Non ci si può esimere dall'essere consumatore, ma si può scegliere che tipo di consumatore essere. L'obiettivo di coordinare i Gruppi Scout che, come se fossero famiglie aderenti ad un Gruppo di Acquisto Solidale (GAS), decidono di acquistare prodotti etici, ovvero realizzati attraverso: la tutela del lavoro, la salvaguardia dell'ambiente e il sostegno ai paesi in via di sviluppo. Concretamente questo avviene mettendo insieme la propria forza d'acquisto: in primo luogo perché insieme è possibile abbattere le differenze economiche e poi perché attraverso l'unione di varie realtà e risorse si attiva una macchina che desta attenzione nelle realtà locali, nelle famiglie, ma soprattutto nei ragazzi che imparano a vivere secondo un modello alternativo che si prefigge l'obiettivo di guardare all'uomo e al creato come una meravigliosa risorsa da tutelare e valorizzare. Ogni Capo si ripromette, attraverso la scelta di essere educatore, di formare cittadini attivi. Nel Patto Associativo leggiamo: «[...]Ci impegniamo a vivere e promuovere una cultura di responsabilità verso la natura e l'ambiente[...]. Ci impegniamo a sostenere nella quotidianità e a promuovere nell'azione educativa iniziative di equa ridistribuzione delle risorse e scelte di economia etica[...]». Da questi presupposti siamo partiti, come Co.Ca., quando abbiamo capito che il seme lanciato dai nostri ragazzi non poteva crescere da solo, e ci siamo interrogati su quali potessero essere le finalità educative intrinseche a questa ambiziosa iniziativa. Educare i Rover e le Scolte alla possibilità di scelta, come valore determinante della persona, e alla consapevolezza, come modello di riferimento per la propria vita, per essere cittadini attivi e cristiani consapevoli. Educare gli Esploratori e le Guide ad un’attenzione all'ambiente che non si traduce solo nella vita nei boschi, ma che diventa un punto di riferimento per le scelte di tutti i giorni, attraverso quello che compriamo e che consumiamo. Educare i Lupetti e le Coccinelle a capire che i loro piccoli gesti si trasformano in azioni concrete per tanti fratellini lontani (attraverso i progetti di sostegno allo sviluppo). Tutto ciò deve tradursi in un'azione concreta: Cambuse Critiche, e non solo etiche, perché è fondamentale fare una scelta. Cambuse Critiche è una scelta politica: educa i ragazzi ad uscire dalla massa dei consumisti, per diventare “consum-attori” capaci di leggere la differenza tra “laboriosi ed economi” rispetto al più diffuso “laboriosi ed economici”! Essere critici comporta misurare e pesare le cose che acquistiamo valutando non solo il prodotto finale «quanto mi costa?», ma tutto ciò che la realizzazione di quel prodotto ha comportato. Quest'anno la Regione Lazio ha sposato questa causa acquistando prodotti etici per il Campo Regionale di Squadriglia e da molte Regioni si è destata l'attenzione per questo progetto, primi fra tutti i fratelli dell'Emilia-Romagna che lo hanno riproposto per i loro Gruppi. Questo è un grande segnale per la nostra associazione, che si pone sempre l'obiettivo di rendere quanto più concreta possibile ogni azione ed ogni scelta, sia sul campo educativo che su quello sociale. Cambuse Critiche ha come base un'unica azione concreta: scegliere! Per ulteriori informazioni visita il sito www.cambusecritiche.org. Q
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Noi siamo a vostra completa disposizione per qualsiasi informazione, basta cambusecritiche@gmail.com o contattarci dall’apposito form su www.agesciroma72.org.
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Di seguito vi indichiamo alcuni utili strumenti per ampliare il vostro bagaglio di conoscenze sul consumo critico e rendere maggiormente consapevole la vostra scelta. Informarsi su un argomento del genere non è certo semplice; normalmente si pensa che il mondo economico sia fatto di grandi movimenti, troppo complessi per essere capiti, figuriamoci per essere modificati. Sebbene sia importante cercare di avere un quadro complessivo dei problemi e dei fenomeni (globalizzazione, commercio e borsa internazionale, ma anche banca dei poveri, decrescita, etc…), è necessario rivalutare l'economia che ci sta intorno: cosa sono i GAS, i distretti di economia solidale, l’economia delle relazioni, qual è il suo valore, quali sono i problemi legati alla produzione di cibo ed alla grande distribuzione possono portare da subito ad importanti cambiamenti nella nostra vita quotidiana. A questo proposito il 29 marzo scorso abbiamo organizzato al “Roma Scout Center” l'incontro «Alla scoperta del consumo critico» durante il quale abbiamo presentato molte soluzioni pratiche per tutti. Dell'incontro sono rimasti il foglio d'uscita con una piccola descrizione delle realtà invitate (visionabile dal sito) e i video integrali delle due conferenze caricati su YouTube attraverso il canale Agesciroma72.
Da leggere • Guida al consumo critico : informazioni sul comportamento delle imprese per un consumo consapevole / Centro nuovo modello di sviluppo - Bologna : Emi, 2009 Un libro utilissimo, completo di articoli aggiornati su aziende e multinazionali, nonché di un ottimo riassunto degli argomenti principali del consumo critico. •
Il capitale delle relazioni : come creare e organizzare gruppi d'acquisto e altre reti di economia solidale, in cinquanta storie esemplari / a cura del Tavolo per la Rete italiana di economia solidale - Milano : Altreconomia, 2010 Per scoprire, concretamente, come nasce un gas, una filiera corta: l'economia solidale.
Inoltre tutti gli scritti di Francesco Gesualdi e la rivista “Altreconomia” sono fonte primaria di notizie.
Online • www.retegas.org • www.report.rai. it o o o
• • •
http://www.report.rai.it/dl/Report/puntata/ContentItem-059defe0-48f1-4b1c-9dd2-43a44c7f9f79.html http://www.report.rai.it/dl/Report/puntata/ContentItem-bfbe7f1a-04bc-4986-ab34-fa5c03fae9ef.html http://www.report.rai.it/dl/Report/puntata/ContentItem-0cceff19-55a5-45d8-85c8-814f839359f2.html
www.altromercato.it (Botteghe del mondo in Italia) www.agesciroma72.org www.youtube.com/user/AgesciRoma72
Per chi lo volesse ricordiamo che Pangea-Niente Troppo ed in generale tutte le botteghe del mondo sono disponibili ad incontri per presentare il commercio equo e solidale a ragazzi di tutte le età.
Q u a l c h e
c o n s i g l i o
p e r
l e
a l t r e
r e g i o n i
Non vi scoraggiate, siete ancora in tempo. Mancano meno di due mesi ai campi estivi: organizzare una cambusa critica si può ancora fare, bastano un poco di buona volontà e 4/5 branche (non stiamo scherzando già due gruppi o uno molto grande possono farcela!) disposte a fare un ordine insieme. Infatti un anno fa, al primo anno di CC, abbiamo stretto rapporti con due ottimi fornitori i quali si sono così interessati al progetto che non solo si sono proposti di aiutarci nel diffonderlo, ma che soprattutto per la loro tipologia di prodotto costituiscono un’ottima rampa di lancio. Concludere qualcosa, anche se in piccolo, entro quest’anno è il vero valore aggiunto che potete dare a qualsiasi cosa pensiate di organizzare l’anno prossimo. Fatelo e troverete la voglia di andare avanti! I due fornitori di cui parlavamo sono Altromercato e Iris Bio. Altromercato è un consorzio di associazioni che lavora nel campo del commercio equo e solidale (cacao, zucchero, tè, marmellate etc...). Dopo avergli spiegato il nostro problema il responsabile ci ha detto che potevamo accedere a sconti del 20-23% su ogni prodotto comprando come se fossimo un'associazione esterna (che in realtà siamo) un minimo di 250 € di prodotti: un metodo che ci ha permesso di avere prezzi più bassi dei supermercati normali (i discount invece non si potranno mai battere - e bisognerebbe chiedersi il perché -). Vi consigliamo di cercare su internet la realtà più vicina di Altromercato, di chiamarli e spiegar loro le vostre esigenze: ci sono molte possibilità che si comportino come si sono comportati con noi. Inoltre visto che Pangea-Niente Troppo (l'associazione romana facente parte di Altromercato con cui noi ci relazioniamo) sta cercando di espandere il suo impegno in Cambuse Critiche a tutto Altromercato, potete tranquillamente fare il nome del loro responsabile Simone Lumberto in caso volessero ulteriori informazioni.
www.altromercato.it www.commercioequo.org/ Iris-Bio (pasta, pomodoro, pelati, passata e forse farina). Abbiamo conosciuto il presidente che è venuto alla nostra conferenza sul consumo critico a Roma il 29 marzo (i video sono visualizzabili nel canale agesciroma72 o linkati sul sito di gruppo www.agesciroma72.org), e rappresenta una delle realtà più positive italiane non solo per il biologico e la conservazione della bio-diversità ma anche rispetto all’impegno sociale. Con loro abbiamo stilato una convenzione (che trovate sul sito): ci permette di avere lo sconto del 12% su certi prodotti e di abbassare la quantità minima ordinabile (abbiamo pensato per realtà più piccole). Parlando con loro fate il nome di Fulvia Mantovani la responsabile con cui abbiamo rapporti. La lista dei prodotti in convenzione potrebbe anche allargarsi (per es. quasi sicuramente entrerà la farina 5 kg). Chiedetegli o chiedeteci se sono entrati altri prodotti o se ne vorreste comprare altri. www.irisbio.com
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