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matrimonio a un non professionista, non è invece inverosimile o raro che delle riviste ed editori chiedano (e spesso sfruttino indebitamente) le foto di fotoamatori in maniera del tutto gratuita e anzi, lasciando intendere al fotografo che “gli deve essere grato per la visibilità”. Lo stesso accade per molti tipi di fotografie, per esempio per cataloghi o volantini, per siti web e per eventi e così via. Personalmente mi piacerebbe poter attribuire alla mia fotografia un valore economico ben più alto di quello che attualmente potrebbe avere, tuttavia riconosco che per poterlo fare sia necessario impiegare tempo e risorse e anche investimenti, pertanto lascio ampissimo spazio al valore emotivo. Tuttavia, tornando all’oggetto di questo post, ritengo necessario che la fotografia non sia mai assolutamente gratis quando raggiunge un livello anche solo leggermente superiore alla media (per capirci… la massa di produttori industriali di Instagram & co). Come diceva un saggio fotografo dell’associazione italiana di fotografi “TAU Visual” (che suggerisco caldamente di andare a guardare e usare come ottima fonte di informazioni), è importante stabilire che una foto o un lavoro da fotografo sia sempre ricompensato in maniera lecita e opportuna. Esempio: un amico di un giornale online vi chiede il vostro tempo per delle foto da fare a un festival di una sagra di paese? Bene, se siete dei fotografi, questo significa che è il vostro lavoro e dovrà pagarvi, ma anche se non lo siete, il vostro tempo ha un valore pertanto stabilite quale sia e fatevelo pagare. Ritenete che il vostro valore sia pari a una pizza? Fatevi offrire una pizza e basta ma non fatelo gratis. Questo significa che non si devono fare foto “per la gloria” o per “visibilità” e quindi gratis? Assolutamente no. Condividere foto sui social network o sul proprio sito personale va benissimo, purché non siano messe lì alla portata di tutti e senza alcuna licenza. Piuttosto si usi la “Creative Commons” che permette di evitare che gli “approfittatori” di cui sopra ci rubino le foto senza neppure chiedere o ringraziare. Come spiegato nella prima parte dell’articolo, supponiamo che siate molto bravi e facciate una foto di un buonissimo e succulento dolce posto su un piatto. Se il responsabile della pasticceria sotto casa fosse autorizzato a prendere la vostra foto e usarla commercialmente, questo potrebbe anche andare bene a voi che sareste felici di vedere la vostra foto esposta al pubblico, ma avreste “rubato” il lavoro a chi invece ha speso soldi e tempo per produrre immagini da “stock” che il signore in questione avrebbe dovuto comprare con dei soldi che il fotografo professionista avrebbe usato per mangiare (e magari per comprare un dolcetto proprio lì). Ognuno è ovviamente libero di fare quel che crede più giusto, tuttavia se io fossi un programmatore mi sentirei infastidito se improvvisamente dei fotografi capaci di programmare (per puro divertimento), facessero delle consulenze gratuite alla mia azienda rendendo il mio lavoro meno utile e rendendomi


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