“La Chiesa cattolica -scrive Moingt- si trova in un momento di passaggio. Si va verso qualcosa di diverso, verso un'altra maniera di fare Chiesa, il che di per sé non è tragico. È vero che ogni cambiamento ha in sé un aspetto inquietante, perché produce rotture, strazi, fratture; e queste parole, che sono prese dal vocabolario del corpo, di per sé stesse evocano sofferenze e pericoli. Ma questa evoluzione sarà l'avvento di un'era nuova, (…) che non sarà necessariamente catastrofica. Non prevedo affatto una ripresa di potere, del potere perduto da parte della Chiesa sulla società, ma un altro modo di situarsi nel mondo e di mantenere la sua unità. Avrà forse meno visibilità, nel senso che la sua visibilità attuale è ampiamente legata alla sua struttura gerarchica e clericale; ma la sua gerarchia ha perso molta della sua credibilità interna ed esterna a causa dei suoi eccessi di potere sui fedeli e sulla società, e il clero, data la riduzione del reclutamento, ben presto non potrà più occupare lui solo i posti