I Siciliani, n.5_1983

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I Siciliani 108

E Coi Baffi: - Siano ricchi... Siano poveri... Senza Baffi: - Nessuna differenza. Coi Baffi: - Bottegai.. . Senza Baffi: - Avvocati.. . Coi Baffi: - Il mio pizzicagnolo, a Lodi... Senza Baffi: - E a Bologna, un avvocato ... Di nuovo si guardarono negli occhi, di nuovo si sorrisero, di nuovo io vidi questo dalla faccia dell'uno e dalla schiena dell'altro, e li udii nel fragore della corsa tra gli aranci e il mare raccontarsi di quel pizzicagnolo a Lodi e di quell'avvocato a Bologna.

Sognare la vita?

- Vedi, - disse Coi Baffi, - non hanno rispetto. - Non hanno considerazione, disse Senza Baffi. E Coi Baffi: - A Lodi, il mio barbiere... E Senza Baffi: '- Il mio padrone di casa, a Bologna... E si raccontarono di quel barbiere a Lodi, di quel padrone di casa a Bologna, e Coi Baffi disse che una volta aveva fermato quel suo barbiere e l'aveva tenuto dentro tre giorni, e Senza Baffi disse che aveva fatto lo stesso con un suo macellaio a Bologna, e io dalle loro voci sentii ch 'erano soddisfatti, commossi di soddisfazione e quasi

sul punto di gettarsi l'uno al collo dell'altro nella comune soddisfazione di questo che sapevano di poter fare: fermare e tener dentro. E si raccontarono altri piccoii fatti, sempre senza risentimento, sempre con lamento, e alla fine con soddisfazione, poi diventarono perplessi e si chiesero perché, dopotutto, la gente li guardasse male. - Ma è perché siamo siciliani, disse Coi Baffi. - È questo, perché siamo siciliani, - disse Senza Baffi. Ragionarono del loro essere siciliani a Lodi ed esser siciliani a Bologna, e d'un tratto Senza Baffi lanciò come un grido di dolore,


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