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FUORI DALLA DISCARICA I RIFIUTI DIVENTANO ENERGIA LE CONSIDERAZIONI DELL’AITEC SULL’UTILIZZO DEI COMBUSTIBILI SOLIDI SECONDARI NEI CEMENTIFICI PER LA PRODUZIONE DI ENERGIA: «CONVIENE ED È PIÙ SOSTENIBILE» di Andrea Dotti

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idurre l’inquinamento industriale e l’impatto ambientale delle discariche, allineandosi ai Paesi europei considerati virtuosi. Portare, inoltre, un vantaggio economico in termini di risparmio e produzione energetica. Sono i benefici che si otterrebbero attraverso l’impiego dei Combustibili Solidi Secondari (CSS), ottenuti dai rifiuti urbani (RU), nel settore industriale, in particolare nei cementifici. Almeno questo è quello che sostiene l’Associazione Italiana Tecnico Economica Cemento (AITEC), che sull’argomento ha redatto, insieme a Nomisma Energia, il rapporto Potenzialità e benefici dell’impiego dei combustibili solidi secondari nell’industria, che riassume i dati emersi con una parola: sostenibilità. Secondo i dati forniti dall’associazione, l’Italia produce, allo stato attuale, 32 milioni di tonnellate di rifiuti urbani. Lo strumento di smaltimento privilegiato, resta ancora la discarica, dove finiscono circa 17 milioni di tonnellate di rifiuti. Sebbene la cultura nei confronti della raccolta differenziata stia cambiando, andando verso un’evoluzione virtuosa, la percentuale non supera il 34%, restando molto al di sotto della media delle nazioni europee più importanti. Che fare, dunque? La risposta che prova a dare Aitec è la combinazione di diverse tecniche di smaltimento dei rifiuti da affiancare alla raccolta differenziata. L’obiettivo principale è il dissolversi della concezione di discarica come

unica alternativa possibile, con uno sguardo privilegiato al recupero energetico derivato dallo smaltimento dei rifiuti. «I Paesi più virtuosi – si legge nel testo del rapporto -, combinano elevati livelli di raccolta differenziata, integrandola con alti tassi di recupero energetico. L’analisi di questi casi ha messo in luce che, per risolvere il problema della discarica, è necessario bilanciare il recupero di materia e il recupero energetico». Il lavoro è lungo e la strada sembra essere in salita. L’Italia, infatti, presenta un livello bassissimo di recupero energetico e il traguardo prefissato da Aitec è ambizioso: 200 kg di rifiuti per abitante avviati a recupero energetico a fronte di un valore attuale medio di circa 76 kg/abitante. È in questo contesto che entrano in gioco i CSS. I combustibili secondari verrebbero ricavati dai rifiuti urbani e, secondo Aitec, potrebbero venire utilizzati negli impianti industriali al posto di quelli fossili solitamente impiegati nei processi di produzione energetica. «In particolare – si legge -, la combustione di CSS nei processi di produzione del cemento rappresenta la soluzione più sostenibile sotto il profilo sociale, ambientale, energetico ed economico».

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