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INDICE

PREFAZIONE ………………………………………………5

I CAPITOLO - La macchina del tempo………….………….7

II CAPITOLO - Tuffo temporale………….………….....…..15

III CAPITOLO - Il rapimento…………….………...…..…..29

IV CAPITOLO – Il patto…..……………………….…..…..37

V CAPITOLO - La battaglia…………………….….….…...47

VI CAPITOLO - Ritorno alla base…………………………57

POSTFAZIONE………….…………………………….…..65

NOTA BIOGRAFICA……………………………….…….……66

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PREFAZIONE Tanto tempo fa nel III secolo d.C. a Roma ci fu una guerra tra barbari e romani. Intanto nel 2016, in una scuola, alcune maestre avevano organizzato una gita nel passato con una macchina del tempo, che aveva la possibilità di portare otto persone alla volta. Così passato e futuro si incontrarono in un presente indefinito. I barbari avevano un'organizzazione sociale diversa rispetto a quella del 2000, infatti una loro legge vietava che le donne fossero al potere. Per loro il genere femminile era sottomesso alla volontà dell'uomo. La classe arrivò a Roma in un momento diverso da quello previsto, ovvero si trovarono nel bel mezzo di una guerra. I barbari scambiarono le maestre per donne romane e decisero di rapirle. Le fecero prigioniere e le nascosero all'interno delle gallerie sotterranee dell'acquedotto romano. I barbari volevano conquistare Roma e il suo potere sottomettendo tutta la popolazione. La vera avventura iniziò quando gli alunni cercarono di salvare le maestre. Per loro sarà una vera impresa sconfiggere i barbari. Tuttavia i ragazzi scoprirono di avere una nuova identità acquisita durante il viaggio dalle radiazioni del tempo.

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I CAPITOLO La macchina del tempo

Stavano in classe con la faccia incollata sui libri, quando sulla porta fecero capolino le due maestre, DIAVOLETTA, CORSIVA

CORSIVA

e

con un’aria felice.

parlò: «Cari alunni, noi maestre abbiamo deciso

che per approfondire le vostre conoscenze sull’antica Roma, vi porteremo a fare un viaggio nel passato, proprio alla capitale. Partiremo tra qualche giorno!» Un urlo di gioia si levò dalla classe, un brusio incessante cominciava a riempire l’aula. Erano così eccitati, che per poco non si misero a ballare. Dopo ripetuti richiami riuscirono a calmarsi e

FLASH–MAN

chiese con tono

perplesso: «In che senso? È impossibile! Come faremo ad andare nel passato?» La

maestra

DIAVOLETTA

approfondì

l’argomento

dicendo: «Per fare questo viaggio nel passato occorre una macchina del tempo, che sarà costruita da noi nelle prossime settimane, nel laboratorio di scienze». BOMBARDA

interruppe la maestra per chiedere dove

sarebbero andati a dormire e la maestra

CORSIVA

rispose

di avere pazienza, che sarebbe stata spiegata loro ogni cosa. È una maestra molto elegante, i capelli biondi 7


ramato, gli occhi marroni chiaro.

CORSIVA

è sempre

vestita con un giacchettino di pelle, una gonna solitamente scura, con le scarpe con i tacchi e un paio di occhiali con le lenti scure. È molto brava a incoraggiare gli alunni e da loro si aspetta moltissimo. Non ama fare brutte figure e per questo prepara gli alunni come per una “battaglia”. Si arrabbia soprattutto se uno di loro non da il meglio di sé, ma a parte questo è molto desiderata dai ragazzi. «Per poterci mimetizzare con i cittadini romani dovremmo confezionare dei vestiti come quelli usati nell’antica Roma», continuò

DIAVOLETTA,

«cercheremo

uno spiazzo nelle periferie della città dove poter posizionare le tende, al cui interno ci sarà ogni tipo di comodità: letti confortevoli, una cucina da campo super attrezzata e mezzi di comunicazione. Nel laboratorio di chimica riprodurremo una quantità sufficiente di monete romane che ci saranno utili per acquistare del materiale di facile consumo.» Mentre la maestra spiegava, loro a bocca aperta immaginavano cosa sarebbe successo nel passato. Non potevano crederci!

CORSIVA

continuò il

discorso spiegandoci l’organizzazione dei preparativi, «Il lavoro sarà svolto in vari gruppi in modo da velocizzare 8


il tempo di produzione. Ogni capo gruppo scriverà un manuale di istruzioni che potrà essere utile nel caso di guasti o malfunzionamenti. Naturalmente la macchina del tempo sarà dotata di tutte le tecnologie adatte alla sicurezza».

Nei giorni successivi cominciarono i preparativi, per il viaggio ormai vicino. Dato che il momento della partenza si avvicinava, ognuno iniziò a portare in ampi scatoloni quello che gli sembrava poter essere utile per la gita. In pochi giorni la classe era piena di scatole, per i ragazzi e i banchi non c’era quasi più spazio, quindi la maestra DIAVOLETTA

decise di trasportare le scatole nel sottoscala

nell’atrio della scuola. Questa insegnante ha i capelli scuri come la notte, gli occhi blu e vivacissimi. È alta ed atletica, indossa spesso tute di vari colori con abbinate scarpe sportive. Ha un modo molto scherzoso di comunicare con i ragazzi ed è sempre in movimento, ma la cosa che la caratterizza di più è che coinvolge sempre tutti. Ama molto fare attività spericolate e quando si arrabbia i suoi occhi diventano freddi come il ghiaccio e

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ti paralizzano! Un attimo dopo con una battuta cessa la tensione e tutto si risolve sempre con una risata.

Qualcuno portò alcuni giochi da tavolo per passare il tempo quando non avranno niente da fare sotto le tende, come ad esempio non t'arrabbiare di cui campione.

DIAVOLETTA

SOLARE

era

portò un barbecue per cucinare i

wurstel nelle serate sotto le stelle. Molti di loro portarono fumetti e libri ma anche un blocco per prendere appunti su quello che avrebbero visitato e ammirato. Costruirono anche un telecomando per rendere invisibili le tende e tutto quello che vi era dentro in modo che i romani non potessero notarli. Il suo schermo era di forma ottagonale e di vetro. La base era fatta di plastica dura e bianca. I suoi lati erano molto scuri e quando qualcuno toccava lo schermo esso si accendeva e diventava di colore verde con incisa una scritta:

BENVENUTI AL

TELECOMANDO 9.5.

Toccando un’icona a forma di triangolo isoscele, si creava un cerchio di invisibilità attorno alle tende. In pratica era come una bolla gelatinosa nella quale tutto ciò che conteneva diventava invisibile. Chi passava di lì 10


non avrebbe notato nulla di strano perché la bolla dal di fuori era come trasparente, cioè il panorama era sempre lo stesso. Iniziarono a costruire la macchina del tempo la settimana dopo la notizia della gita. Si misero all’opera con ciascuno un preciso compito da svolgere: FLASH–MAN, CAPO-X

e

PETARDO

SUPERMARE,

avvitavano i bulloni,

utilizzando grossi cacciaviti blu. Aprivano la pancia della macchina e tra quei cavi ingarbugliati si facevano strada con piccole pinze rosse. Lavoravano per un’ora faticando, poi avevano una pausa merenda per rilassarsi e prepararsi per l’ora successiva. Avvitavano bulloni fino all’ora di pranzo, per poi incontrarsi con gli altri gruppi a tavola. BOOK

SPACE-STAR-WARS, DARK-BULL, FIREBALL

e

MINI-

collegavano grossi e lunghi cavi di colori diversi a

secondo della funzione. La maestra

DIAVOLETTA

sbraitava ordini di qua e di là

con in mano il manuale delle istruzioni, pieno di disegni geometrici complicatissimi che per gli alunni non significavano niente. Le loro pause erano identiche a quelle

degli

FORMIDABLE,

avvitatori HUNGRY-BAT,

di

bulloni.

BOMBARDA

LUCY-WEY,

e

distribuivano i pezzi; DAD-POLL, SPACE-FLASH,

SKY-LIGHT INVISIBLE, 11


SOLARE

controllavano che tutto andasse bene e

appuntavano le procedure. Andavano in giro per il laboratorio con in mano manuali di sicurezza e registri rossi. Controllavano che tutto filasse liscio. Davano consigli ai vari gruppi, spostandosi agilmente tra i cacciaviti, le chiavi di pappagallo e quelle inglesi, i martelli e i pericolosi chiodi appuntiti, che erano rotolati per terra quando

INVISIBLE

gli aveva

rovesciati. Questo gruppo a differenza degli altri due faceva una pausa in meno perché, insieme alla maestra CALCOLATRICE,

producevano nel Laboratorio di chimica

della scuola secondaria di I grado, ubicata dall’altra parte del nostro cortile, le preziose monete romane. Per realizzarle occorreva una moneta romana, che grazie ad uno strumento, il pantografo, veniva copiata. Dato che la moneta doveva essere più autentica possibile, era necessario che fosse raffigurato il volto dell’imperatore di quel periodo, ovvero Traiano. Il materiale utilizzato sarebbe stato il metallo. Il timore più grande era, ovviamente, che le informazione scritte sulle monete non fossero del tutto corrette.

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Dopo un lungo e intenso lavoro la macchina del tempo fu pronta: era un enorme sfera di cristallo opaco, antiproiettile e infrangibile. All’interno si trovavano otto sedie rivestite di pelle rossa e

quando

una

persona

si

sedeva

su

di

esse

automaticamente si agganciavano le cinture di sicurezza. Le teste dei passeggeri venivano coperte da caschi del colore preferito di ognuno e una visiera nera copriva gli occhi proteggendoli dai raggi del sole. La sedia del comandante era bianca, ultra-aereodinamica, avvolgente con due poderosi braccioli che sorreggevano le sue braccia. Per entrare nella macchina era necessario premere un pulsante che si trovava sia all’esterno sia all’interno. Sopra la sfera c’era un’antenna che rintracciava un buco temporale, una volta attraversato permetteva di viaggiare nel tempo. Il buco temporale è una galleria immaginaria fatta da sostanze diverse dall’universo stesso. La macchina del tempo era capace di viaggiare in questi tunnel che collegavano il passato col presente e di trasportare in ogni data vicina o lontana da questo giorno.

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La macchina del tempo

Telecomando

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Accampamento

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II CAPITOLO Tuffo temporale

Dal giorno prima avevano prestabilito che si sarebbero ritrovati alle 8:40 nel giardino della scuola, pronti a partire. Quando arrivarono, trovarono la macchina del tempo ad aspettarli: aveva otto posti compreso quello di comando riservato a Mrs. DIAVOLETTA. Il primo gruppo partì insieme a Mrs.

CALCOLATRICE.

Il

viaggio sarebbe dovuto durare dieci secondi, ma all’improvviso

sentirono

un

rumore

assordante,

paragonabile a un tuono. Proveniva dal motore della macchina che diventò presto incontrollabile e incominciò a perdere quota. Mrs.

DIAVOLETTA

prontamente azionò i

dispositivi di sicurezza e un enorme pallone gonfiato ricoprì la macchina che rimbalzò per terra, facendo una decina capriole. Alla fine la macchina del tempo si fermò piegata su un lato. «Ragazzi, state tutti bene?!» chiese Mrs. CALCOLATRICE. In coro, ancora con il voltastomaco, risposero: «Si, più o meno…». Il pilota aprì il portellone e si affacciarono fuori. Avvertirono immediatamente della sabbia in faccia e quando riuscirono ad aprire gli occhi, rimasero stupiti nel vedere le piramidi di Cheope, 17


Chefren e Micerino… avevano fatto capolino in una zona ed un’era non programmata: l’antico Egitto. Le piramidi sono tombe gigantesche costruite nell’antico regno. Cheope prende il nome del faraone per il quale è stata costruita ed è la più antica e la più grande. Vederla dal vivo era uno spettacolo! Prima di essere stata corrosa dal tempo, misurava 147 metri di altezza e pesava 6 milioni di tonnellate. Un sole accecante infiammava la sabbia del deserto e loro che erano vestiti con giacche, felpe e maglioni, appena usciti dalla macchina, stramazzarono a terra per il caldo. Immediatamente rientrarono

e

CALCOLATRICE

si

tolsero

le

felpe.

La

maestra

uscì e tirati fuori alcuni attrezzi, provò ad

aggiustare il motore. Dovete sapere che questa insegnante ha i capelli rossi e ricci, gli occhi azzurri e vivaci sono coperti dai suoi occhiali ultra-tecnologici color nero lucido, con un tasto nella stanghetta. Una volta indossati, le lenti mostrano uno schermo che identifica i vari oggetti, persone e animali. È sempre calma, ma quando sta pensando a qualcosa non si cura degli altri come se si isolasse dal resto del mondo ed è molto sicura di sé. Tiene molto a quello che fa, ha una grandissima passione per i giochi enigmistici e ama 18


molto la musica. Ma non prendetela mai in giro potrebbe trasformarsi in una furia. Piccola e minuta, indossa abitualmente un camice bianco, con scritto il suo nome su una tasca. Sul lato opposto si trova cucito un riconoscimento, migliore esperta di matematica.

Ci vollero due ore prima di ripartire. Intanto decisero di guardarsi intorno. Davanti a loro si innalzava la Sfinge, una statua con il corpo di leone e il volto di donna che sembrava fissarli in modo interrogativo. Si dice che sorvegli le tombe dei Faraoni e proponga indovinelli agli avventurieri. Arrivarono davanti alla Sfinge di Giza, nella necropoli di Giza. Erano impressionati dalla larghezza e lunghezza di questa meravigliosa statua, quando ad un certo punto

SOLARE

disse: «Ma dai che

state dicendo! Ne ho viste di più grandi!» e tutti in coro gli risposero, «conviene che tu faccia una visita oculistica. Forse hai bisogno di un paio di occhiali». Questa statua mitologica è lunga settantatre metri e alta venti, larga diciannove metri di cui solo la testa misura quattro metri.

PETARDO,

che era rimasto fino ad allora

seduto dentro, li raggiunse e appena messo il piede fuori, sentì qualcosa di duro sotto di sé. Allungò il braccio e 19


con la mano tirò fuori dalla sabbia i resti di un morto. Lanciò un grido di terrore, tutti si girarono verso di lui, che con un balzò risalì nel mezzo, lanciando in aria il teschio che aveva raccolto. Ci fu un caos totale. BOOK

MINI-

all’urlo del compagno andò in suo soccorso, ma le

arrivò dritta, sulla spalla destra, la scatola cranica scagliata da

PETARDO.

Cadde all’indietro quasi svenuta.

Tutti si misero a ridere. Stavano giocando a chi per primo trovava l’entrata di una delle tre Piramidi, quando sentirono un altro rumore assordante: la tipica botta che dà il meccanico all’automobile una volta aggiustata. Questa volta indicava che la macchina del tempo era stata riparata. Alcuni di loro, come CAPO-X e DARK-BULL, non volevano ripartire per paura che la macchina si ribaltasse nuovamente, o probabilmente, per il desiderio di rimanere a perlustrare la zona. Dopo tre secondi, il primo gruppo arrivò a destinazione. Decisero di nascondersi dietro dei cespugli durante l’attesa dell’arrivo del secondo e terzo gruppo, con la speranza che la macchina del tempo atterrasse nello stesso luogo e che non si smarrisse di nuovo nell’universo, che è formato da enormi concentrazioni di 20


stelle e galassie, nelle quali avevano paura di potersi perdere. Inoltre se avessero finito il carburante, non sarebbero tornati a prenderli e loro, da qui, non sarebbero potuti più tornare indietro. Intanto la maestra

DIAVOLETTA

stava caricando il

secondo gruppo nel futuro, mentre nel passato SOLARE si girava di continuo, perché non riusciva a trovare INVISIBLE:

«CAPO-X, dove è finito

INVISIBLE?»,

chiese

preoccupato. «Boh, non lo so proprio», disse girandosi CAPO-X.

«Ma che dite, sono qua io!!!», annunciò

INVISIBLE

stupito.

La macchina del tempo arrivò, portando con se un’ altra parte della scolaresca Mrs. CORSIVA, entusiasti della gita. Mrs. DIAVOLETTA ripartì subito dopo per un altro viaggio nel futuro. Intanto

FIREBALL

e

LUCY-WEY

non credevano

ai loro occhi: SKY-LIGHT si era triplicata. LUCY-WEY andò subito ad avvisare i compagni, ma era troppo tardi perché era già tornata normale. Dopo dieci secondi, nel futuro, Mrs.

DIAVOLETTA,

fece

salire il terzo gruppo sulla macchina del tempo e giunti finalmente tutti e tre i gruppi si riunirono.

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Lo spazio intorno era erboso e umido. A qualche metro da loro scorreva un fiume calmo, molto probabilmente il fiume Tevere. Il primo nucleo di Roma sorse sul colle Palatino e in questo punto era possibile attraversare facilmente il fiume. Ben presto la città si ingrandì sugli altri Colli che fiancheggiavano il fiume che in questo tratto era navigabile. Non senza motivo gli uomini scelsero questo luogo per fondare la città di Roma! Il Palatino è uno dei sette colli di Roma, la sua altezza massima è di 51 metri. Il foro romano è una delle parti più antiche della città. La leggenda vuole che Roma ebbe origine sul colle Palatino, vicino al Tevere. Dal villaggio, che era circondato da paludi, era possibile controllare il corso del Tevere. In epoca repubblicana il Palatino fu sede di molti culti, il più importante è quello della Magna Mater introdotto dall’Asia minore al tempo della seconda guerra punica. Alla fine dell’età imperiale la collina era ormai un susseguirsi di edifici imperiali e giardini, che formavano un unico complesso ad uso degli imperatori. Attraverso il fiume Tevere trasportavano i prodotti delle regioni mediterranee. La zona al centro del fiume portava a molte vie di comunicazione come ad esempio la via Salaria, sulla quale si svolgeva il 22


commercio del sale. Era certamente il luogo migliore dove stanziarsi.

Si guardarono intorno cercando una valle dove accamparsi in quella stessa zona. Tutto era silenzioso non si vedeva nulla oltre un bosco di pini. Un gruppo partì in perlustrazione per individuare un posto dove nessun romano avrebbe avvistato la macchina del tempo, mentre gli altri due si inoltrarono all’interno del bosco per

trovare

una

radura

dove

avrebbero

potuto

accamparsi. Il sole era ancora alto in cielo e le maestre si diedero appuntamento da lì a un paio d’ore più tardi in quello stesso luogo di arrivo. Il primo gruppo si avviò verso la macchina del tempo e la maestra

DIAVOLETTA

decise di

guidarla verso il Colle Palatino dove probabilmente avrebbero trovato una grotta. La montagna in lontananza sembrava un masso imponente che dominava la valle. Il secondo e terzo gruppo decise di attraversare il Tevere per accamparsi sulla riva opposta. Scesero ai piedi del fiume scrosciante e con grandi ciottoli lisci cercarono di costruire un ponticello. Ma

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esso cadeva sempre perché la corrente era troppo impetuosa. Senza la tecnologia del futuro è davvero difficile vivere! «Credo che sarebbe meglio sistemare le nostre cose prima che faccia buio», intervenne

CORSIVA,

«possiamo

anche accontentarci della riva dove ci troviamo». Stesero un telo per non bagnarsi. Intanto il primo gruppo si trovava ai piedi di una caverna buia. Mrs.

DIAVOLETTA

fece scendere l’equipaggio che andò a sbirciare all’interno con una torcia.

DARK-BULL

all’improvviso

ebbe un’idea, «Che ne dite se parcheggiassimo la macchina del tempo nella grotta e poi la chiudessimo con uno dei teli mimetici portati?» Il resto del gruppo accettò la proposta e si mise subito a lavoro. Tirarono fuori i teli e subito si offrirono INVISIBLE, MINI-BOOK e FORMIDABILE ad arrampicarsi su una parete della grotta. Si fecero passare i chiodi e, a mano a mano che salivano, li piantavano con un grande martello. Arrivati abbastanza in alto urlarono: «Il telo!» e subito vennero accontentati. Con gli ultimi chiodi fissarono l’oggetto e finito il lavoro sembrava una tenda che pendeva dal punto più alto della grotta. Quando scesero, tutti applaudirono per la pericolosa impresa. Era giunto il momento di tornare 24


all’accampamento dove si erano stabiliti. Si avviarono verso il punto di incontro fissato. Quando tutti ebbero allestito le tende, decisero di visitare il Colosseo. Prima però dovevano travestirsi per non nutrire sospetti. Tutti i maschi tirarono fuori le loro tuniche di lino lunghe fino al ginocchio con una cintura da stringere in vita. Misero dei sandali chiusi con lacci fino al polpaccio. Le ragazze indossavano, invece, una tunica di lino che arrivava alla caviglia. Le maestre si fecero aiutare a intrecciare acconciature eleganti e a indossare numerosi gioielli preziosi. Sopra alla tunica di seta vestivano di una stola, lunga veste senza maniche. Finito il faticoso lavoro sembrava che tre donne con i loro figli andassero al mercato. Entrarono nel Colosseo, attraversarono gli enormi portici sorretti da grandi blocchi di pietre. Il Colosseo era il simbolo di Roma. Un’arena nella quale i gladiatori combattevano fra uomini oppure tra uomini e belve feroci, utilizzando armi come spade, lance, scudi e reti. Lo costruirono con lo scopo di far divertire la gente nel tempo libero e nel passare degli anni, i giochi divennero 25


sempre

più

violenti.

Era

maestoso!

Conteneva

cinquantamila spettatori! A un certo punto sentirono un grido di gioia provenire dall’interno dell’arena. Senza perdere un secondo si affrettarono ad entrare, trovarono dei posti liberi sui quali sedersi, nella parte centrale dell’edificio. C’erano due gladiatori. I gladiatori erano uomini spesso prigionieri di guerra, che venivano addestrati a combattere fra loro fino alla morte. Erano chiamati Ludi gladiatorii. Il primo era vestito con un gonnellino rosso stretto in vita. Era a petto nudo e sulla testa portava un elmo di bronzo, con la visiera, che serviva a proteggere gli occhi. Indossava un paraspalle di ferro che copriva tutto l’avambraccio e impugnava una spada nella mano destra. L’altro

gladiatore,

invece,

indossava

sempre

un

gonnellino, ma di colore blu e stretto da una cintura di ferro. Aveva anche lui un paraspalle che gli arrivava fino ai gomiti, fatto di bronzo, una lancia lunga con una punta molto affilata di ferro e infine, nella mano sinistra, teneva una rete. I due si guardavano attentamente con aria di sfida, attendendo il momento giusto per colpire.

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Mentre si godevano con entusiasmo ed agitazione il combattimento tra i due gladiatori, sentirono un boato di disperazione proveniente dall’esterno del Colosseo. A quel punto compresero che qualcuno stava attaccando l’impero Romano, gli spettatori con aria molto preoccupata lasciarono velocemente la struttura e si mischiarono in mezzo alla folla. Mentre cercavano una via d’uscita si trovarono davanti un’ondata di barbari agguerriti. La maestra

CORSIVA

si

accorse che erano finiti nell’epoca sbagliata, dopo il 400 d.C., ovvero durante l’invasione dei barbari e non nel 98 d.C. Infatti nel IV secolo d. C., sarebbe avvenuta la decadenza dell’impero romano d’occidente. Questi furono gli anni in cui gli Unni riuscirono a penetrare nell’impero, un popolo guerriero di stirpe mongolica, temuti da tutti per la loro crudeltà. Giunti in Europa sconfissero i Germani che abitavano ai confini dell’impero, costringendoli a trovare rifugio nell’impero stesso. Guidati da Attila, giunsero fino alla Pianura Padana e solo una pestilenza li fece ritornare sui propri passi. Non era certo questo il periodo nel quale volevamo fare la nostra gita di istruzione! Si era scelto il periodo che Roma sarebbe stata nel massimo del suo splendore in 27


modo da osservare anche il Colosseo, costruito in dieci anni e inaugurato nell’80 d. C. sotto il regno di Tito, che fu ricordato per la sua saggezza. L’idea era di visitare gli anni di Traiano che portò alla massima espansione l’impero

romano,

impegnandosi

soprattutto

nelle

campagne militari. La

maestra

CORSIVA

urlò:

«Dobbiamo

correre

velocemente al riparo!»

Capirono subito che erano in pericolo. Ormai vedevano i visi distinti dei soldati spietati che si ammazzavano a vicenda. Percorsero velocemente le vie lastricate di Roma che portavano alla campagna dove si erano accampati. Anche le maestre avevano un’espressione terrorizzata e tutti pensavano solo ad entrare nelle tende. Quando, inzaccherati di fango e sporcizia, furono in salvo, tirarono un sospiro di sollievo. Erano ormai le 18:00 quando il sole cominciava a calare e le maestre annunciarono la triste notizia: «Vi dobbiamo comunicare che il colle Palatino è stato conquistato dai barbari e la macchina del tempo non potrà essere recuperata prima che finisca l’assedio, così dovrete restare dentro al 28


cerchio dell’invisibilità per tutta la durata della guerra». Su ognuno dei loro visi si vedeva chiaramente l’espressione

disperata

e il pallore. Le maestre

distribuivano i termos con il the e mentre i ragazzi discutevamo della situazione, loro uscirono dalla bolla per preparare con il Barbecue delle salsicce, ignorando la pericolosità dell’azione. All’improvviso sentirono urli e strilli e si paralizzarono dallo spavento.

CAPO-X

sbirciò

fuori e quando ritrasse la testa era più pallido che mai …. Disse solo con voce tremante: «Che cosa…??». Molti di loro uscirono e in lontananza notarono quattro uomini grossi e vestiti solo con piccole pelli. Tenevano per le braccia tre figure più minute che si dimenavano. Non potevano fare nulla! Salvarle sarebbe stato impossibile!

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Piramidi

Sfinge 30


CORSIVA

CALCOLATRICE

DIAVOLETTA

31


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III CAPITOLO Il rapimento

Le maestre erano state rapite dai barbari. I ragazzi erano nelle tende e stavano discutendo su cosa fare: salvarle o scappare? Alcuni dicevano «Ce ne andiamo e le lasciamo qua!», altri «No, dobbiamo salvarle. Chi guida la macchina del tempo se è solo la maestra DIAVOLETTA che la sa guidare?», «Posso provare io!» Si creò ben presto una confusione molto rumorosa. Tutti dicevano il loro parere sulla situazione. «Ma i barbari potrebbero trovare la macchina del tempo!» disse FLASH-MAN. «Se la trovano potrebbero romperla!» esclamò

HUNGRY-

BAT.

«Ma io non voglio restare qua!» disse

LUCY-WEY

piagnucolando. Intanto

DAD-POOL

e

DARK-BULL

decisero di prendere un

po’ d’aria e uscirono. Si

avvicinarono

ad

un

albero,

ma

DARK-BULL,

accidentalmente, inciampò su una radice e proprio mentre chiudeva gli occhi temendo qualche brutta botta, si accorse che era sollevato di qualche centimetro dal suolo.

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Meravigliato cominciò ad agitare le braccia, ma fu un grande errore perché precipitò subito a terra.

DAD-POOL

che fino a quel momento lo stava guardando con gli occhi sgranati, accorse in suo aiuto. Si accovacciò di fianco al ferito che aveva un livido viola sul ginocchio. Lo toccò e come per magia

DARK-BULL

si

alzò come se non fosse successo niente. Rimasero impalati uno di fronte all’altro senza dire una parola e simultaneamente corsero verso l’accampamento per raccontare a tutti l’accaduto. «Sentite! sentite! Ho guarito tocco…», esclamò

DAD-POOL

DARK-BULL

e

DARK-BULL

con un solo raccontò nel

dettaglio il fatto. Gli altri ascoltarono increduli la voce di DARK-BULL.

«Adesso ve lo dimostriamo!», disse toccandolo non accadde nulla e

DAD-POOL,

SPACE-FLASH

ma

gridò dal

gruppo «non ha senso, curare qualcuno senza ferite!» DARK-BULL

scoraggiato concluse, «Sarà stato un errore,

forse non mi ero fatto veramente male… allora cosa avete deciso?» INVISIBLE

con tutta la sua calma, spiegò che al momento

non era possibile tornare a casa perché era difficile

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recuperare la macchina del tempo, inoltre volevano e dovevano salvare le maestre. Di colpo

cadde a terra con le mani

SPACE-STAR-WARS

sulla testa, dopo qualche secondo si alzò con gli occhi sbarrati e disse che aveva avuto una visione, aveva visto dodici

barbari,

che

si

stavano

avvicinando

all’accampamento. Tutti lo credevano impazzito, la situazione era già complessa di per sé. L’atmosfera si era fatta pesante e ognuno trovò un modo per rilassarsi. SUPERMARE

e

LUCY-WEY

uscirono per prendere un po’

d’aria, lei propose una partita di parole strane per sdrammatizzare, quando fu il suo turno, lei disse: «BULLA,-BALLA,-BU».

All’improvviso

LUCY-WEY

prese il volo, e dall’alto vide avvicinarsi dodici barbari germanici, quattro erano su un carro e gli altri sparsi intorno, esattamente come la visione descritta da

SPACE-

STAR-WARS.

Il carro era trainato da due cavalli uno nero e uno bianco, era fatto di legno massiccio, i barbari indossavano un gonnellino di pelle stretto in vita da una corda e in una mano stringevano una lunga lancia. La videro e le corsero incontro,

LUCY-WEY

era impaurita, quando le

arrivarono davanti, lei dal timore, riuscì solo a fissarli 35


intensamente negli occhi. D’un tratto i barbari iniziarono a far baldoria e a correre come matti urlando, sembravano tutti impazziti, compreso i cavalli, per fortuna corsero fino a svanire dalla sua vista. LUCY-WEY

si guardò attorno e non trovò più

SUPERMARE

e lo chiamò, «SUPERMARE, dove sei finito». Vedendo quella strana scena,

SUPERMARE

si mise a

correre senza guardare davanti a sé e inciampò su un sasso. Iniziò a rotolare come un masso di pietra finché non

scivolò

nel

Tevere.

Cominciò

a

nuotare

disperatamente contro la corrente che lo trascinava sul fondo del fiume. Essa ebbe la meglio e dopo una decina di secondi

SUPERMARE

non aveva più ossigeno ma ad un

tratto si accorse che riusciva a respirare, rimase di stucco e cercò di raggiungere la superficie. Una volta fuori dall’acqua iniziò a cercare LUCY-WEY. Camminava lungo l’argine quando sentì delle voci, pensò di essere impazzito!

Passeggiando

notò

un

pesciolino

e

nell’avvicinarsi lentamente osservò che aveva una lisca attaccata alla coda. Lo liberò e il pesciolino lo ringraziò. La leggenda di Romolo e Remo diede molta importanza al fiume Tevere. Il fiume permise alla civiltà di Roma, gli scambi con gli Etruschi, inoltre attraverso il fiume 36


potevano risalire al mare. Il fiume era considerato una divinità. Forse per questo riusciva a sentire i pesci parlare… certe cose probabilmente non erano proprio leggende! In lontananza FORMIDABLE e SPACE-FLASH passeggiavano anch’essi lungo la riva del fiume.

SUPERMARE

li

raggiunse, quando videro apparire dei soldati barbari che barcollavano come ubriachi. Spaventati, tutti e tre si misero a correre e i barbari li seguirono. Corsero tanto da giungere in città finendo in un vicolo cieco, rimanendo intrappolati. I barbari incominciarono a insultarli. FORMIDABLE

si arrabbiò a tal punto da dilatarsi fino a

crescere come un gigante e distrusse gli edifici circostanti. I due barbari impauriti se ne andarono a gambe levate.

FORMIDABLE,

non riuscendo a controllare

questo enorme corpo, perse l’equilibrio e cadde in una piscina termale piena d’acqua calda. Nel tentativo di rialzarsi si accorse che dalle mani sorgevano getti d’acqua incandescenti.

SPACE-FLASH

che era rimasto in

disparte con

SUPERMARE

a guardare la scena, raggiunse

FORMIDABLE

che aveva intanto ripreso le sue dimensioni

normali. Si guardarono tutti stupefatti.

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Nel frattempo

PETARDO

e

INVISIBLE

che avevano deciso

di fare un giro per la città per vedere come si svolgeva una battaglia da vicino, Cercarono di non farsi notare nascondendosi dentro un carretto di legno coperto dalla paglia,

e

assistettero

senza

grandi

difficoltà

al

combattimento in atto. Ad un tratto un coltello lanciato procurò a

PETARDO

un

taglio sul braccio sinistro. Stava per urlare, ma INVISIBLE gli tappo la bocca con la mano.

PETARDO

si alzò e uscì

dal carretto. Senza badare alla battaglia si avvicinò al romano che credeva avesse scagliato l’arma, infuriato nero. Una volta vicino esplose neutralizzando il romano, mentre lui si ricomponeva. In quel momento sentii qualcosa sul sedere, si girò e vide tre piume rosse spuntare fuori. Se le tirò per sentire se erano vere. Cominciò ad urlare come un pazzo e si sentì un «Prrrrrrrrrrrrrrr…». INVISIBLE avendo capito di cosa si trattava, si tappò il naso. Gli altri svennero.

SUPERMARE, FORMIDABLE

e

SPACE-FLASH

nel cercare la

strada giusta per tornare all’accampamento, girarono l’angolo e notarono dei soldati distesi a terra, «Oh, oh…» esclamò

SUPERMARE.

«Cosa sarà accaduto?» 38


continuò

SPACE-FLASH

e in quel momento si sentì

chiamare. Guardò in direzione della voce e trovò INVISIBLE

e

PETARDO

in mezzo ai corpi. Tra domande e

risposte i cinque amici tornarono all’accampamento.

Torniamo alle maestre che intanto erano ancora strette tra le braccia forti e robuste dei barbari. Finalmente si fermarono in una radura affiancata da una strada lastricata. Trascinarono le maestre a forza a bordo di un carro da guerra trainato da due cavalli,con un’armatura possente. Furono portate in una stradina segreta tra il Colle Quirinale e Viminale. Ad un certo punto la strada finì e incominciò un tunnel sotterraneo profondo e oscuro in cui l’aria era umida e puzzava a tal punto da costringere il respiro attraverso la bocca. Lo spazio circostante era così pieno di ragnatele da rendere la vista appannata. Il tunnel terminò in una grotta buia. Misero le maestre in tre gabbie separate tra di loro fatte di ferro. Le celle erano umide, si sentiva odore di topi morti. In un angolo c’era una ciotola con un pezzo di pane secco e ammuffito e dell’acqua putrida e sporca con mosche che galleggiavano sulla sua superficie. Ogni angolo della cella era coperto da uno strato di polvere e sporcizia. 39


Guardando meglio, le maestre si accorsero che intorno a loro, a distanza di qualche metro c’erano altre donne con vestiti cupi e poveri, erano accovacciate sugli angoli delle gabbie e sembrava che ne facessero quasi parte. Le loro espressioni erano un misto di terrore e panico I visi sporchi di terra facevano capire che erano rinchiuse da un po’ di tempo. Avevano gli zigomi sporgenti e i capelli molto spettinati. Erano imbavagliate con le mani legate da una corda che lasciava segni sulla pelle. Arrivò, dalla porta, un omone dalle spalle possenti e larghe che teneva in mano un grande mazzo di chiavi dalle varie forme. Era vestito soltanto con un corto gonnellino di pelle, il suo petto peloso era sporco e una grande pancia dondolava ogni volta che il grande uomo iniziava a camminare. Si avviò verso la cella della maestra

DIAVOLETTA

con la faccia schifata guardando

quella cinquantina di donne imprigionate nelle celle. Prese una delle tanti chiavi che aveva in mano e la infilò dentro alla grossa serratura, aprì la porta della cella e tirò fuori dal gonnellino uno straccio putrido per poi imbavagliare le nuove arrivate.

40


Colosseo

41


42


IV CAPITOLO Il patto

C’era un tramonto che colorava tutto il paesaggio di arancione e pian piano la luce si affievoliva oscurando il cielo.

HUNGRY-BAT

insieme a

SKY-LIGHT.

era nella tenda a chiacchierare Stavano parlando quando, ad un

certo punto sentirono un rumore fuori dalla tenda. HUNGRY-BAT

incuriosita prese una torcia e andò a vedere

da dove proveniva quello strano verso. Dopo alcuni passi puntò la torcia su un albero e fu colpita da due enormi occhi gialli come fari che le dissero di correre. La ragazza non credeva alle sue orecchie perché era riuscita a parlare con un animale. Ricordava che il giorno prima aveva sentito il cinguettio di un uccellino, ma non era riuscita a capirlo. Pensò che forse riusciva a parlare solo con gli animali notturni. Si fece coraggio e chiese alla civetta perché doveva correre e questa le rispose che più si allenava più avrebbe acquistato forza e potere. HUNGRY-BAT

perplessa e spaventata incominciò a correre

intorno all’accampamento, al decimo giro i suoi piedi incominciarono a sollevarsi da terra, mentre la civetta la invitava a continuare a correre. Alla fine si era sollevata di due metri da terra e si accorse che usciva della pelle 43


dalle ascelle e dalle gambe che l’aiutava a rimanere sospesa da terra. Anche il suo corpo era cambiato era diventato tutto blu gli occhi erano neri con il contorno giallo. I suoi lunghi capelli si erano trasformati in una lunga coda di cavallo con i colori dell’arcobaleno. Per un po’ di tempo si divertì a volare in compagnia della nuova amica civetta apprendendo i segreti della natura. Comprese che poteva volare e parlare con gli animali notturni. Era una bellissima serata e la luna splendeva nel cielo che era tinto di blu; il paesaggio circostante era calmo considerato il fatto che c’era in corso una battaglia. Nonostante il magnifico paesaggio, la maggior parte della scolaresca era rifugiata nelle tende ancora stordita e preoccupata dalla sparizione delle maestre avvenuta ormai nel tardo pomeriggio. FIREBALL, SOLARE, CAPO-X e PETARDO

erano gli unici che avevano trovato il coraggio

di uscire, farsi un giro e magari accendere un bel fuoco caldo per arrostire qualche marsmallow. Dopo una lunga e soprattutto silenziosa passeggiata nei pressi di un laghetto, andarono a raccogliere la legna per il fuoco e mentre stavano ammucchiando la legna,

FIREBALL

diventò improvvisamente di fuoco accendendo in un 44


battibaleno i bastoni che aveva in mano. che

SOLARE

erano

nelle

PETARDO

vicinanze

e

rimasero

incredibilmente sbalorditi, tanto da lasciare cadere a terra tutto quello che avevano in mano. Poco dopo, avendo notato la grande fonte di luce, accorsero gli altri anche se ormai

FIREBALL

era già tornato come prima. L’accaduto

sembrava aver cambiato completamente la situazione e fatto dimenticare a tutti, quanto avvenuto alle maestre. Si sedettero tutti davanti al fuoco, che era stato acceso senza il minimo sforzo, e decisero di parlare dello strano fatto

appena

capitato.

DARK-BULL

e

DAD-POOL

ricordarono che poco dopo il rapimento delle maestre DARK-BULL

si era alzato da terra, mentre

DAD-POOL

l’aveva miracolosamente guarito dai tagli della caduta con un solo e semplice tocco della mano. Anche SOLARE raccontò che aveva visto scomparire LUCY-WEY

Intanto

INVISIBLE

e infine

aggiunse che SKY-LIGHT si era triplicata.

HUNGRY-BAT

planò vicino all’accampamento,

salutò la sua nuova amica e senza accorgersi del piccolo gruppo raccolto a discutere entrò nella tenda dove c’era SKY-LIGHT

che dormiva. Senza fare rumore si mise

comoda sulla sua brandina e si addormentò con impressa nella mente la fantastica esperienza. 45


Ad un certo punto

BOMBARDA

che si era avvicinato agli

altri chiese di poter essere ascoltato perché aveva una cosa

importante

da

dire.

FIREBALL

enfatizzò

immediatamente, «Anche a te è successo qualcosa di strano?», lui annuì. «È il caso di parlarne con il gruppo al completo. BOMBARDA,

vai a svegliare chi già dorme nelle tende»,

suggerì SOLARE. Si ritrovarono tutti attorno al fuoco. Iniziò a parlare BOMBARDA,

«Amici, ci siamo riuniti per discutere degli

strani fatti che sono accaduti ad alcuni di noi», disse con voce fievole. «Avrei da raccontare anch’io qualcosa», rispose

FORMIDABLE

e ben presto tutti ammisero che gli

stava succedendo qualcosa di diverso. Preoccupati, iniziarono a formulare delle ipotesi, «Forse il passato ci ha trasformato, io ho sentito parlare delle radiazioni del tempo», disse BOMBARDA. «Pure io!», disse

MINI-BOOK,

«forse c’entra qualcosa la

macchina del tempo…». «Che ne dite dei buchi temporali?», chiese

SOLARE,

«oppure è stata una pozione magica!», scherzò FIREBALL. «E se la spiegazione fosse questo insieme di idee?», ribatté

FLASH-MAN,

«quindi durante il viaggio nel tempo 46


le radiazioni ci hanno trasformato, in un certo senso», osservò SPACE-FLASH. «Non in un certo senso!? È proprio così!», disse CAPO-X. Tutti stupefatti ammutolirono. «Abbiamo dei SUPER POTERI! E non ce ne siamo neanche accorti!», rise per l’eccitazione SPACE-STAR-WARS. Durante la notte

SPACE-FLASH

e

DAD-POOL

uscirono per

prendere una boccata d'aria e per ammirare la città romana nel cuore della notte. All'improvviso videro nell’oscurità un soldato barbaro che stava minacciando un povero signore,

DAD-POOL

disse: «Dobbiamo salvarlo

e subito!» SPACE-FLASH era d'accordo con lui, ma gli fece notare che non avevano armi con le quali combattere. All’improvviso

SPACE-FLASH

sentì un brivido lungo la

schiena e la gola congelare. Guardò in uno specchio appeso alla porta di una locanda lì vicino e osservandosi intensamente diventava di ghiaccio. Come per magia vide i suoi capelli di cristallo. Dalla paura e dallo stupore fece cadere lo specchio che si frantumò in mille pezzi sulle scale della casetta, attirando l’attenzione del barbaro, che stava ancora tormentando il romano. Mentre lui tornava normale

DAD-POOL

urlò: «Ci ammazzerà!» Il

barbaro lo sentì e i due capirono dalla sua espressione 47


che voleva ucciderli. «Era ovvio che ci avrebbe sentito, perché tu non sai parlare a bassa voce», esclamò FLASH:

SPACE-

«Beh, però è anche l'unica cosa che avrebbe

voluto fare vedendo dei romani indifesi», disse POOL.

Per fortuna arrivò un soldato romano che li aiutò: a

DAD-POOL FLASH

DAD-

diede una spada e uno scudo, invece a

SPACE-

due spade fatte in ferro. Dopo un lungo scontro,

sconfitto il barbaro il romano insieme a altri soldati che erano arrivati per aiutarli, li condussero in un enorme carro da guerra coprendoli il capo con un telo, perché non volevano che loro scoprissero la strada che portava al loro accampamento. «Saremo giustiziati!», disse POOL:

DAD-

«Ma non dire stupidaggini non credo che lo

faranno, non abbiamo fatto nulla di male!» esclamò SPACE-FLASH.

Quando gli tolsero il telo di dosso videro

che erano stati portati in un’enorme tenda dove diedero loro delle possenti armature rosse, delle spade di ferro, dei leggeri scudi rotondi e infine gli portarono un cavallo a testa. A DAD-POOL diedero quello nero, invece a SPACEFLASH

quello bianco. I romani dicevano cose in latino

,ma i due stupiti e confusi rispondevano soltanto con un: «…è!!!!!». Alla fine dopo due ore trovarono la soluzione, gli avrebbero mostrato le cose che dovevano 48


fare con le dita. I guerrieri gli mostrarono con il dito l'uscita della tenda, voleva significare che dovevano andare a combattere, salirono in sella al loro cavallo e partirono. Arrivati a destinazione videro il terreno paludoso e gli alberi ridotti in cenere. All’improvviso DAD-POOL

con la sua solita ingenuità disse che voleva

aiutare l'avanzata dei soldati in marcia, così diedero a lui uno scudo rettangolare e una lancia.

SPACE-FLASH

decise

di aiutare i romani in un altro modo: circondò i soldati barbari con altri cavalieri, voleva realizzare un attacco a sorpresa, diede il segnale per far partire gli altri soldati scatenando l’inferno. Ora sì che i barbari avrebbero visto con chi avevano a che fare! All’improvviso SPACE-FLASH vide DAD-POOL con ben tre soldati che lo minacciavano a colpi di spada: Doveva fare qualcosa! Smontò da cavallo e si mise a correre in direzione del suo amico, si accorse dopo qualche metro, che stava correndo più veloce del solito, ma si distolse da quel pensiero, perché salvando il compagno lo ferirono, provocandogli un grande taglio sulla schiena. FLASH

DAD-POOL

senza farsi vedere curò

SPACE-

toccandoli la ferita. Alla fine della guerra i soldati

gli diedero delle divise da legionari, diciassette lasciapassare firmati dall’imperatore, con cui potevano 49


andare ovunque nel territorio romano, e gli dissero che se avessero avuto bisogno di qualcosa avrebbero potuto contare su di loro e sul loro esercito. Quando tornarono alle tende,

MINI-BOOK

e

SOLARE

chiesero loro da dove

avevano preso quei vestiti e quei lascia-passare, ma soprattutto, dove erano finiti? Loro risposero che era una lunga storia. La mattina dopo la squadra, ancora assonnata, si ritrovò riunita attorno al fuoco perché

SPACE-FLASH

aveva

l’urgenza di raccontare la notte trascorsa. «Ieri sono stato ad un accampamento romano e parlando con uno di loro ho scoperto che i romani sono disposti ad aiutarci. Fra poco arriverà uno di loro per chiarire tutto». Infatti poco dopo si notò in lontananza una figura che sembrava armata di tutto punto. Il suo corpo muscoloso era coperto da una tunica rossa sulla quale risaltava la corazza di metallo e sul fianco si intravedeva una spada legata in vita da un cinturone di pelle. Il suo sguardo era fiero e duro, di chi è abituato ad azioni dirette e pericolose, ma il suo portamento calmo fece capire loro che era disponibile al dialogo. Quando gli raggiunse FLASH fece

SPACE-

segno di sedersi con loro, «Ave SPACE-FLASH.

Come d’accordo sono giunto qui in nome del mio 50


centurione», «Ottimo, dobbiamo chiarire il fatto che ci aiuterete a salvare le maestre in cambio di qualcosa, che però non mi è ancora chiaro». Il soldato si sedette vicino a loro e disse «Il patto è che voi, oltre a liberare le maestre avreste liberato anche tutte le nostre mogli che i barbari hanno rapito una dopo l’altra». «Quindi le nostre maestre sono state rinchiuse con altre donne?» chiese

SOLARE.

«Ma perché l’hanno fatto?

Perché solo le donne e non gli uomini?». Il romano rispose «Si dice che i barbari non attribuiscono alle donne nessun diritto decisionale sia all’interno della famiglia, sia nel gruppo sociale, e spesso vengono ridotte in schiavitù!». Andarono così nell’accampamento dei romani, per pianificare l’attacco in comune con il centurione.

51


I poteri

52


V CAPITOLO La battaglia Erano passati due giorni da quando

SPACE-STAR-WARS

aveva avuto la visione della truppa e le maestre erano state rapite. I ragazzi stavano sistemando l’antenna per la connessione che serviva a far funzionare i dispositivi che avevano bisogno di essa, in vista della battaglia per liberare le maestre. I dispositivi servivano ad avere informazioni, a comunicare tra loro e a tradurre le lingue a loro sconosciute, come il latino e il barbaro, e in più servivano a dare indicazioni sul luogo in cui si trovavano.

SPACE-STAR-WARS

che stava mettendo in

funzione i cavi elettrici, portava al polso un piccolo computer. Provato e riprovato il computer gli segnalò un fulmine che significava scarica elettrica. WARS

SPACE-STAR-

si sfregò le mani perché aveva freddo e ritoccando

i cavi fece partire un fulmine dalle mani fredde, e tutti lo guardarono stupefatti. Intanto

SOLARE

e

DARK-BULL

annoiati, si erano inoltrati

in un bosco per bere un po’ d’acqua, ma trovarono un accampamento pieno di barbari armati fino ai denti: coltelli, spade e asce. All’improvviso un barbaro che era 53


di pattuglia gridò e disse una cosa nella sua lingua incomprensibile,

DARK-BULL

allora urlò: «AIUTOOO!

Mammaaaaa! Perdonami se non ho fatto le pulizie di casa!» Asce e coltelli lanciate dai barbari cercavano di colpire

DARK-BULL.

Però

SOLARE,

creò per puro caso

degli scudi di luce che permisero a loro di scappare per tornare all’accampamento dai compagni, salvandosi dal pericolo. Una volta arrivati trovarono l’antenna già montata.

SOLARE

ancora non credeva a quello che aveva

fatto. Gli altri se ne stavano a braccia conserte davanti alle capanne a chiacchierare. Ad un certo punto

CAPO-X

sentì un fischio proveniente da una grande pietra che precipitava a tutta velocità e pareva volesse atterrare sulla testa di

PETARDO

che, come sempre, era con i suoi

pensieri altrove chiedendosi: «Perché le capanne sono di paglia e non di burro?» Ritorniamo alla pietra.

CAPO-X

pensò che doveva fermarla, ma per lui era troppo grande e pesante. Mise comunque tutte e due le mani sopra la testa dell’amico in pericolo. Come per miracolo la pietra rimase in bilico sulle sue mani. Era riuscito a bloccarla!! Galvanizzati dai loro poteri, decisero di entrare in una tenda e scelsero proprio quella delle maestre, per approfittare della loro scomparsa. BOMBARDA disse: «Dai 54


ragazzi! Non stiamo qui a girarci i pollici ma scateniamoci!». Dopo meno di un secondo di silenzio, tutti fecero baldoria. PETARDO chiese: «C’è un bagno?» BOMBARDA,

che se ne intendeva di queste cose, gli

rispose: «No, peccato».

DAD-POOL

scavando nella sua

fantasia disse: «Sarebbe bello trasformare quella patatina caduta a terra in un wc», e FLASH-MAN concluse: «Perché non provarci!». Allora si mise all’opera, spremette le sue meningi e ad un tratto si sentì un botto, il fumo ricopriva il grande oggetto che vi si trovava dietro e dopo un po’ di tempo si scoprì che a ridosso della nuvola che si era formata, si poteva ammirare un bagno. Poco dopo PETARDO,

con gli occhi allucinati, si diresse verso la

porta del wc ed entrò camminando come un robot, tutti erano sbigottiti e anche incuriositi da quella strana magia. Era ormai arrivata la sera e ognuno decise di raggiungere la propria tenda, ma

MINI-BOOK

che non aveva voglia di

dormire si mise a passeggiare poco lontano dalle tende assieme a

LUCY-WEY

quando sentì un improvviso

strattone all’orecchio. Si accorse che l’orecchino regalatole da

SKY-LIGHT

era caduto ed ora si trovava

sotto la radice di una quercia ombrosa. «Oh, No! Era uno 55


dei miei portafortuna!», mugugnò

MINI-BOOK.

difficile tirarlo fuori da qui!», osservò

LUCY-WEY

«Sarà che si

era chinata e cercava di infilare l’indice sotto la radice. Doveva pensare un modo per tirarlo fuori da lì. Cominciò a schioccare le dite, un modo che l’aiutava a ragionare. Improvvisamente iniziò a rimpicciolirsi a vista d’occhio: alla fine il suo braccio divenne lungo come il dito mignolo di LUCY-WEY che non credeva ai suoi occhi. «Ma cosa…», dissero all’unisono con misto di stupore e paura. LUCY-WEY prese in mano MINI-BOOK e le sussurrò: «molto probabilmente stiamo solo sognando, se vuoi che il tuo sogno finisca bene ti consiglio di recuperare l’orecchino! Tanto tra poco ci sveglieremo!» MINI-BOOK

d’accordo con lei si fece strada tra l’erba che

ormai era alta come pali della luce e raggiunse l’enorme radice. Con nessuna difficoltà riuscì a infilarsi sotto alla ruvida corteccia. Sentì subito morbido sotto i piedi: era una distesa di muschio appiccicoso e umido. «Tanto è solo un sogno…», pensò

MINI-BOOK

per farsi coraggio.

Vicino a lei c’era l’orecchino che era di proporzioni esagerate ora che era così piccola, il gioiello aveva la forma di un cono gelato a tre palline, ognuna con uno smile diverso. Era fatto di Das, fatto a mano da

SKY56


LIGHT.

Afferrò decisa una pallina rosa e cominciò a

tirare, con molta difficoltà riuscì a rispuntare alla luce del sole. Il problema ora era come ritornare normale. Infatti non aveva la più pallida idea di come si era ridotta così. Schioccò le dita un paio di volte come faceva quando doveva ragionare. Di nuovo cominciò a crescere: assumeva sempre di più una grandezza normale. Quando arrivò più o meno all’altezza di

LUCY-WEY

la guardò ed

entrambe risero e cominciarono a pizzicarsi a vicenda cercando di svegliarsi: ma non accadeva nulla. «Beh, devo dire che è il sogno più lungo e incredibile che abbia mai fatto», disse ridendo

MINI-BOOK

e giù una risata più

forte delle altre.

Il mattino dopo era il giorno della battaglia e

PETARDO

propose «Che ne dite di fare un po’ di allenamento?» tutti approvarono in coro. Andarono in uno spiazzo d’erba che si trovava fuori dalle tende. Ognuno si allenava per provare i propri poteri c’era chi volava, chi correva, chi prendeva fuoco e chi si triplicava. Il mattino prima DARK-BULL, HUNGRY-BAT e LUCY-WEY erano partiti per andare in perlustrazione del territorio circostante al fine di scoprire il luogo preciso del nascondiglio, per 57


agire rapidamente il giorno della battaglia. Dopo una lunga ricerca

LUCY-WEY

vide ne buio una luce

proveniente dall’entrata di una caverna. Felici i tre compagni raggiunsero la torcia che emanava quel forte bagliore e si acquattarono dietro ad un cespuglio notando alcuni barbari armati che sorvegliavano l’entrata. Così alle prime luci dell’alba erano tornati trionfanti all’accampamento. Una volta che il resto della squadra si era svegliata aveva accolto con un grido la bella notizia. Il piano disposto con i Romani prevedeva che dopo essere arrivati sul campo di battaglia sotto il Colle Quirinale, si sarebbero formati due gruppi: uno avrebbe avuto il compito di salvare le maestre e le donne Romane, l’altro invece avrebbe combattuto a fianco dell’esercito. L’azione del primo gruppo era concentrata attorno al luogo dove erano state portate le prigioniere. Il secondo gruppo avrebbe usato il potere di

SOLARE

per

difendere e far indietreggiare i Barbari, che sarebbero poi stati attaccati dai Romani che erano postati dietro i ragazzi. L’altro gruppo avrebbe usato i loro poteri nel combattimento. La disposizione dei ragazzi era:

SOLARE

davanti per creare scudi di luce, affiancato da CAPO-X che non aspettava altro che usare la sua superforza,

SPACE58


STAR-WARS

e

DAD-POOL

essere i più vicini a tutti,

erano al centro in modo da BOMBARDA

avrebbe lanciato le

sue pale elettriche contro i nemici così come SPACE-FLASH

cloni di

e

FORMIDABLE.

SKY-LIGHT.

FIREBALL,

Tutti erano protetti da i

Finito l’allenamento andarono al

covo dei Barbari con i Romani. Quando arrivarono decisero che per iniziare la battaglia dovevano mandare qualcuno per lanciare la sfida. I ragazzi decisero di inviare un clone di intanto la vera

SKY-LIGHT

SKY-LIGHT

per non correre rischi,

si nascose per non destare

sospetti. I ragazzi si sarebbero posizionati nella pianura nascondendosi tra il Colle Quirinale e Viminale, dietro cespugli, alberi, e piante. Nel frattempo l’esercito Romano avanzava posizionandosi con varie Legioni, mentre

SPACE-FLASH

mise in atto il suo potere, correndo

ad una velocità supersonica, e quando avvistò i Barbari lo comunicò al centurione e ai propri compagni. Una volta arrivati in pianura, i barbari erano armati fino ai denti e avevano un aria minacciosa. L’inizio del piano segreto per salvare le maestre e le donne romane cominciò quando LUCY-WEY, HUNGRY-BAT e

DARK-BULL,

utilizzarono uno dei loro poteri, cioè

volare. 59


Arrivati all’entrata della caverna, BULL

LUCY-WEY

e

DARK-

scesero a terra. Quattro Barbari con tanto

d’armatura e spada gli si avvicinarono. LUCY-WEY, con il suo sguardo riuscì a farli impazzire; intanto

DARK-BULL

schiocco le dita e prese la forma di un barbaro per non nutrire sospetti, alle guardie di ronda. MINI-BOOK

e INVISIBLE entrarono nella grotta e arrivarono

vicino alle sbarre, alla mente di

MINI-BOOK

con la telepatia si collegò

SPACE-STAR-WARS

che, pur essendo in

battaglia, prevedeva il futuro e la avvisava sulle prossime mosse del custode della prigione in modo che

INVISIBLE

potesse agire in assoluta tranquillità e rubare le chiavi al custode ed aprire le celle. Liberate le maestre e le donne Romane INVISIBLE

MINI-BOOK

e

uscirono e DARK-BULL facendo un cenno con la

mano richiamò HUNGRY-BAT e LUCY-WEY per condurre le maestre verso l’accampamento in volo. Nel frattempo il resto del gruppo si ritrovava a combattere contro i barbari rimasti nel passaggio segreto per potersene liberare. PETARDO

si avvicinò al muro della diga, mentre

SUPERMARE

ebbe un idea tra se e se pensava! Se faccio

arrabbiare PETARDO, lui esploderà e quindi anche la diga. 60


Allora comincio a canticchiare «

PETARDO

buu !!!è una

cacca, stupido e lui, asino e lui !!!» A questo punto PETARDO,

come aveva previsto il compagno esplose e

disintegrò il muro. L’acqua si diresse verso di loro che iniziarono a scappare. In questo modo tutti i barbari presenti, ancora nella caverna, sarebbero usciti all’aria aperta. Fuori caddero nella trappola di

HUNGRY-BAT,

che

con civette, gufi e pipistrelli gli stavano aspettando. Una pioggia bianca cominciò a cadere sulla testa dei barbari che cercavano di coprirsi la testa con le mani.

Ogni ragazzo assunse posizione pronto alla carica. SOLARE

creò uno scudo di luce che abbagliò la fanteria i

cui uomini caddero a terra accecati urlando e coprendosi gli occhi con le mani. A questo punto intervenne la fanteria Romana che combattendo contro di loro gli uccise, mentre

FORMIDABLE

lanciava getti d’acqua

incandescenti sui nemici che non perdendo un attimo si riunirono in un grande e potente scudo.

CAPO-X

non

tardò, e sbatacchiò un Barbaro come se fosse un giocattolo; mentre i cloni di pronti

a

combattere,

cominciarono

a

tirare

SKY-LIGHT

arrivati frecce

vicino mentre

avanzavano ai

Barbari

SKY-LIGHT 61


continuava a creare le sue coppie pronte a sconfiggere i Barbari. Nel frattempo DAD-POOL correva da tutte le parti a curare i feriti sul campo di battaglia. lanciava palle di energia e

BOMBARDA

SPACE-STAR-WARS

prevedeva

il futuro per dare un po’ di coraggio ai compagni, SPACEFLASH,

congelava i nemici, e

FIREBALL

lanciava palle

infuocate, disintegrando e bruciando i Barbari.

Dopo aver sconfitto i Barbari che impedivano la via di uscita. Oltrepassarono il portone d’ingresso e si avviarono verso l’accampamento Romano guidando le donne Romane, si avviarono in gruppo,

INVISIBLE

cercava di mantenere l’ordine trattenendo le donne Romane molto preoccupate, ma non cera niente da fare. Guidati da

le prigioniere arrivarono a

FLASH-MAN

destinazione dopo un lungo viaggio a piedi. Prima di entrare nell’accampamento Romano ringraziarono con gioia e felicità le piccole guide. Nel frattempo

HUNGRY-

BAT,

tornando

LUCY-WEY

e

DARK-BULL

dall’accampamento videro dall’alto che la battaglia tra Barbari e i Romani si era conclusa con la vittoria di Roma e lo annunciarono ai componenti della squadra che stava portando in salvo le prigioniere Romane. 62


Barbaro

Soldato Romano

63


64


VI CAPITOLO Ritorno alla base

Le maestre erano al sicuro nell’accampamento, la squadra e l’esercito si era riunito ai piedi del colle Palatino. Tutti festeggiavano in onore del piano riuscito. Ad un certo punto un soldato Romano si avvicinò a FORMIDABLE, SOLARE, SKY-LIGHT

e

DAD-POOL

chiedendo

con voce curiosa «Siete bravi in battaglia! Non vi pare un po’ strano che abbiamo vinto così velocemente?» «N-no! è…» cercò di rispondere SOLARE balbettando. I quattro amici si guardarono impauriti, con un’occhiata d’intesa si allontanarono dal Romano cercando di non farsi notare. Poco lontano da loro il centurione, tutto contento stava discutendo della battaglia con CAPO-X:”

FIREBALL SPACE-FLASH,

e

Complimenti! Siete stati grandiosi, oltretutto

non vi ho visto armati!” esclamò il comandante. A quel punto tutta la squadra dei giovani eroi capi che i romani avevano versato la goccia che aveva fatto traboccare il vaso. Stavano per scoprire il possesso dei loro poteri.

65


Le domande erano aumentate troppo e nessuno della squadra poteva permettersi di farsi scoprire. I Romani avrebbero voluto saperne di più e sarebbe stata una catastrofe. Tutti si guardarono come se si fossero parlati e incominciarono a indietreggiare sempre più in fretta fino a correre attraverso i portici che separavano il colle Palatino dall’accampamento. Sapevano che una decina di romani gli stava alle calcagna, ma finalmente, come per magia scomparvero dentro la bolla gelatinosa, lasciando davanti ai romani un normalissimo paesaggio montano. Erano salvi!

Dopo aver scoperto di essere circondati dai romani le maestre avevano individuato i poteri dei ragazzi, iniziarono a fare domande confuse dicendo «Dopo che ci avete liberato e dopo la guerra vi abbiamo visto preoccupati, che vi succede?». I ragazzi seduti dalla stanchezza della battaglia iniziarono a sudare freddo per la paura a tal punto che

MINI-BOOK

iniziò a schioccare le

dita per pensare a cosa dire, ma iniziò a rimpicciolirsi, e non era un buon segno. Cercando di nascondere questo grande problema, le ragazze cercarono di coprirla con le 66


loro lunghe gonne,

HUNGRY-BAT

si alzò non rendendosi

conto che aveva lasciato scoperta l’ormai piccola BOOK.

MINI-

Le maestre si accorsero dell’accaduto e subito

chiesero in coro «Perché

MINI-BOOK

si è rimpicciolita?».

I ragazzi si inventarono un numero inesistente di bugie, ma alla fine dovettero dire la verità.

DIAVOLETTA

domandò «Non vi sembra strano che solo voi avete acquisito i poteri?», la risposta fu «Forse le radiazioni hanno colpito solo noi!». Tante domande si susseguirono in quel brevissimo spazio di tempo. Subito dopo INVISIBLE, BOMBARDA, FIREBALL,

Mrs.

CALCOLATRICE

e

Mrs. DIAVOLETTA si infiltrarono nella foresta ai piedi del Colle Palatino. Raggiunsero la caverna dove era nascosta la macchina del tempo e la prepararono per un viaggio nel tempo. Subito arrivati a Padova la prima cosa che fecero fu provare i propri poteri, ma dopo innumerevoli tentativi falliti capirono che li avevano persi. Tuttavia al loro posto erano rimasti tatuaggi che rappresentavano i propri poteri.

Il secondo gruppo aspettava la maestra

DIAVOLETTA

all’accampamento, pronti per tornare a casa. Dopo qualche minuto la macchina del tempo tornò con a bordo 67


il pilota, che li fece cenno di salire. Durante il viaggio, per sfortuna, il motore del mezzo si guastò di nuove e si ribaltarono. Scesero dalla macchina per vedere cosa fosse successo. Nessuno capiva dove fossero arrivati, ma DAD-POOL

si girò attorno e disse «Ma io so dove siamo

precipitati!», gli altri incuriositi domandarono in coro «E dove?»,

DAD-POOL

ribatté immediatamente «Ignoranti!...

siamo in Ucraina!! Siamo capitati proprio nel paese in cui io ho vissuto».

SUPERMARE

propose di approfittare

del tempo in cui la maestra DIAVOLETTA avrebbe riparato la macchina per andare a visitare i dintorni.

DAD-POOL

chiese ad un passante «B KAKOM MN ΓAΔY (in che anno ci troviamo)?», il signore rispose «1991». In questo anno, in Ucraina, si festeggiava l’indipendenza e perciò durante il tragitto per andare a visitare una chiesa conosciuta come

HNKOΛAЙNBCKİЙ,

i ragazzi

avvistarono una folla di persone che avanzava in mezzo ad una strada festeggiando con festoni e coriandoli. Entrarono in questo gigantesco edificio di tre piano: al piano

terra

si

trovavano

molti

quadri

che

rappresentavano la vita di Gesù, al primo piano si trovavano resti che simboleggiavano scene di vita di Cristo, infine al secondo piano si poteva entrare in una 68


grande stanza di vetro dove molte persone si inginocchiavano a pregare. Dopo due ore di visita uscirono dalla chiesa e si diressero verso il luogo dove era situata la macchina del tempo, ormai riparata dalla maestra DIAVOLETTA. Ripartirono sperando di non trovare

altri

inconvenienti;

in

coro

gridarono

«Destinazione casa!!!»

Il terzo gruppo aveva il compito di riordinare l’accampamento:

SPACE-FLASH, FLASH-MAN

con la super

velocità,in un batter d’occhio avrebbero sistemato l’accampamento, HUNGRY-BAT CAPO-X

anche,

LUCY-WEY,

DARK-BULL

e

avrebbero contributo. Senza lasciare fuori

che con la super forza trasportò gli oggetti più

pesanti. Il terzo gruppo era formato da SPACE-FLASH, CAPO-X.

LUCY-WEY,

SOLARE, HUNGRY-BAT,

DARK-BULL,

FLASH-MAN

e

Tutti e sette salirono sulla macchina del tempo,

un po’ tristi di lasciare Roma protagonista di tante avventure «Dai su salite sennò facciamo tardi!» Esclamò DIAVOLETTA

anche lei con una nota di tristezza nella

voce. Tutti quanti guardarono la città per l’ultima volta e pensarono: ai barbari, all’esercito, al salvataggio delle 69


maestre e tutte le sorprese che avranno avuto modo di vivere. Nessuno si sarebbe mai scordato di quel luogo. Partirono, i motori, si scaldarono e ad un certo punto si sentì uno stridio proveniente dalla macchina che a poco a poco cominciò a perdere quota e a precipitare verso il Tevere. «Non preoccupatevi azionerò il sistema di emergenza!», assicurò DIAVOLETTA. Dalla macchina spuntò una grande palla che permise loro di non schiantarsi al suolo. Erano finiti dietro degli alberi, scesero e attraverso i rami, scorsero dei lavoratori che raccoglievano foglie di gelso. Poco lontano un gruppo di donne metteva polline bianco dentro all’acqua fumante. «Sono dei bachi da seta, siamo finiti nell’Era cinese», disse

SOLARE

che di queste civiltà se ne

intendeva. Infatti a scuola l’avevano studiata e sapevano che l’origine della fabbricazione della seta è un mistero, ma i cinesi raccontano che un bruco divino offrì a un sovrano vittorioso una stoffa da lui tessuta. La regina affascinata dal meraviglioso tessuto leggero come una nuvola e liscio come l’acqua, ebbe l’idea di allevare bacchi da seta nutrendoli con foglie di gelso. Fu

la prima donna a 70


tessere la seta. Il gruppo meravigliato, restò un po’ di tempo a osservare la scena. SOLARE

senza dire niente facendosi strada tra i rami,

raggiunse un raccoglitore e chiese in una lingua che pareva

capissero,

«你好,

SOLARE,

我是

你能告诉我们在什么地方? (Ciao, io sono

SOLARE

potete dirci dove ci troviamo?)» lui rispose «近 Pechino 紫禁城 (Vicino a Pechino la città proibita.» Poi come se non

fosse

niente

ritornò

dai

dall’accaduto. Intanto la maestra

compagni,

stupiti

DIAVOLETTA

aveva

riparato la macchina che era pronta per partire. Il gruppo un po’ stanco e stordito ripartì.

Il primo gruppo si mise ad aspettare con ansia il secondo. Dopo aver aspettato più del tempo dovuto per il viaggio, cominciarono a preoccuparsi credendo che fosse successo un incidente. Finalmente il secondo gruppo arrivò a destinazione e raccontò del viaggio in Ucraina ai compagni.

Anche

loro

avevano

un

tatuaggio

sull’avambraccio destro che rappresentava il loro potere. Il terzo gruppo arrivò in ritardo perché erano finiti in Cina. Erano le 15:15 e gli rimaneva ancora un po’ di 71


tempo di lezione. Erano tornati a casa, ma avevano finito la loro avventura e questo li dava un sentimento misto di felicità e di tristezza. Con le maestre entrarono in classe. «Dove potremmo nascondere la macchina del tempo?», «Nei sotterranei della scuola!» Propose

SUPERMARE.

La

sua proposta fu accettata con un coro di sì. La maestra CORSIVA

e la maestra CALCOLATRICE, impacchettarono la

macchina del tempo e la portarono giù per le scale con i collaboratori scolastici, nel luogo prescelto. Intanto la classe si sedette sulle solite sedie di legno. «Aprite il libro a pagina 77-78 e…. didascalia»,

PETARDO

PETARDO

leggi la

iniziò a leggere «Una leggenda

narra che 17 potenze sopranaturali un giorno giunsero a Roma e salvarono il popolo da una invasione barbarica. Si dice fossero giunti dal cielo per ordine di Giove.» La classe stupita rilesse la leggenda, non era un sogno era vera! Erano entrati nella storia! «Dato che siamo così famosi, che ne dite di scrivere la nostra avventura?!» Propose la maestra

DIAVOLETTA.

Entusiasti dell’idea senza perdere un secondo si misero a scrivere.

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Tatuaggi

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POSTFAZIONE

Un anno dopo il libro venne pubblicato ed ebbe un grande successo. Un regista, talmente affascinato da quella storia fantasiosa, propose ai ragazzi di girare il film nel quale sarebbero stati loro gli attori. Quando arrivarono sul set, pronti per le riprese, il regista notando i tatuaggi si chiese se fossero veramente i simboli dei loro poteri e quindi‌ se la storia fosse realmente accaduta.

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NOTA BIOGRAFICA

La classe V B della scuola E. Cornaro è stata autrice di questo fantastico libro. Gli alunni hanno impegnato il proprio tempo creando e raccontando la storia di 17 ragazzi, basandosi sugli eventi avvenuti a Roma durante il periodo dell’invasione Barbarica. Si sono avvicinati alla conoscenza delle diverse discipline in modo speciale e divertente.

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