Un anno di Maddmaths!

Page 8

Il conto che conta di Roberto Natalini Apro il computer e un lieve turbamento mi assale mentre leggo questa notizia sul sito di Repubblica: “Fare calcoli? Non serve più. Polemica su una ricerca francese”. Leggo l'inizio dell'articolo: "La capacità di calcolo e il ragionamento aritmetico non sono più necessari nella vita quotidiana". L'affermazione, contenuta in un rapporto dell'Istituto nazionale di statistica e studi economici francese (Insee), fa discutere gli esperti: davvero le calcolatrici hanno reso superflua l'abilità di fare calcoli a mente? Insomma sembra che il 3% degli adulti non sappia più fare semplici calcoli a mente, ma che tutto sommato questo non influisca per nulla nella loro capacità di cavarsela nella vita quotidiana. L'articolo continua tra chi sostiene che l'abilità calcolatoria è ancora fondamentale, anche solo per capire gli sconti al supermercato, e chi accetta nella sostanza questa analisi e vorrebbe più applicazioni nella matematica insegnata per motivare la gente a consolidare le proprio capacità matematiche. Cerco di scoprire la mia opinione sul problema. Intanto a me i calcoli (a mente o per iscritto) sono sempre stati antipatici. Sono abituato a sbagliarli anche banalmente (forse nel test rientrerei nel famigerato 3%?) e non identifico la matematica con i numeri. In realtà li vedo solo come il modello matematico più semplice che abbiamo. Voglio tenere il conto delle mie pecore e mi arrangio usando le dita delle mani e se serve anche dei piedi. Le dita e poi dei segnetti grattati sulla parete della mia caverna sono le prime rappresentazioni del mondo, dei modelli semplicissimi che mi permettono però di sapere se devo andare a cercare dell'altro cibo o se mi sono perso qualche capo di bestiame. Però è vero anche che storicamente numeri e figure geometriche stanno alla matematica come l'alfabeto sta alla letteratura. Si potrebbe anche pensare ad una creazione poetica, epica e narrativa puramente orale, ma di fatto è con la parola scritta che nasce quell'oggetto storico che chiamiamo letteratura. E anche l'alfabeto mi è sempre stato antipatico del resto. Insomma, ci penso e ci ripenso e alla fine decido che dei numeri, mio malgrado, non possiamo proprio farne a meno. Ma che bisogna avere delle buone motivazioni per imparare ad usarli e in fondo è di questo che vi parliamo da quando abbiamo cominciato questo sito. (marzo 2010)

8


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.