Nuovo Piano Sociale regionale

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beni e servizi più conveniente economicamente rispetto al tradizionale aumento in busta paga. Inoltre, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali può decidere di allocare risorse per lo sviluppo di progetti specifici come è già successo nel caso di Italia Lavoro (www.italialavoro.it). Diverse esperienze di WA sono legate alla contrattazione sindacale di secondo livello e questo ne avvalora il ruolo di diritto e non di concessione. Nella diffusione di servizi alle imprese sono coinvolti anche soggetti for profit (società di consulenza e providers di servizi) che hanno fatto recentemente del welfare aziendale il proprio core business.135 Diverse aziende del territorio umbro hanno già attivato programmi di welfare privato (principalmente convenzioni con attività commerciali). Il tessuto produttivo regionale è costituito principalmente da piccole e medie imprese (PMI), che spesso non hanno risorse finanziarie e organizzative sufficienti, né raggiungono la massa critica, per fornire un WA. Alcune realtà italiane hanno superato questo tipo di problema attraverso il contratto di rete136 e vi sono già esperienze significative che hanno permesso l’avvio di programmi di WA in PMI.137 Altra soluzione, sperimentata dalla Regione Lombardia, riguarda le Reti Territoriali di Conciliazione 138, che possono essere considerate uno dei sistemi più innovativi sia sotto il profilo della policy sia rispetto alla governance. Un possibile percorso di promozione del WA prevede un esame accurato del contesto, secondo la logica del welfare sociale attivo,139 per capire come è costituito il tessuto produttivo regionale, quali sono i punti di forza e quali, invece, le maggiori problematiche. I risultati ottenuti costituiscono una prima parte fondamentale del materiale necessario per avviare il processo di valutazione e di partecipazione degli stakeholder (aziendali, dei lavoratori, parti sociali, Comuni), coordinati dalla Regione, con il compito di proporre soluzioni sostenibili, in accordo con le politiche regionali.140 In un processo innovativo e complesso come quello descritto, un ruolo fondamentale deve essere assegnato alla formazione e alla valutazione che, applicata costantemente nel processo, ne garantisce la governabilità.

Tra le esperienze più significative si segnalano le seguenti. Eudaimon nel 2002 comincia a proporre ad imprese e PA iniziative di welfare aziendale. Oggi aziende come Edison, Telecom, Fiat, Microsoft si affidano a Eudaimon per la gestione della piattaforma di welfare aziendale. Nel 2009 nasce il network IEP (imprese e persone) che prevede l’offerta reciproca di beni e servizi a condizioni agevolate, ovvero un sistema di convenzioni vantaggiose. Il network IEP oggi è diventato un laboratorio dove nascono e si sviluppano idee innovative per rispondere a bisogni concreti. Welfare company, azienda specializzata nell’allestimento e nella gestione di reti per il welfare pubblico e aziendale in Italia, integra l’offerta dei servizi alla persona di Qui! Group SpA (buoni pasto) con nuovi buoni acquisto e voucher sociali. Day Ristoservice (nata dall’alleanza del gruppo italiano Camst e una società francese) è leader nella fornitura di ticket pasto e sfrutta la competenza maturata per proporre alle aziende la possibilità di offrire “buoni” ai dipendenti per iniziative di natura culturale e sociale. Il buono Day Welfare può essere utilizzato sia come welfare aziendale che come welfare sociale dalle PA e onlus. Si dividono in Day famiglia (asili, scuole, specializzazioni) e Day spesa (alimentari, parafarmaceutici, abbigliamento), Day benessere (palestre, abbonamenti cinema e teatro, corsi di lingua e di informatica, babysitting e assistenza a domicilio per gli anziani) 136 Le reti d’impresa sono libere aggregazioni tra aziende, nate con l’obiettivo di aumentare la capacità competitiva e le potenzialità di business. Con i contratti di rete gli imprenditori coinvolti perseguono lo scopo di accrescere, individualmente o collettivamente, capacità innovativa e competitività sul mercato attraverso varie forme di collaborazione negli ambiti strategici. Si tratta, quindi, di una cooperazione interaziendale, incentivata con vantaggi fiscali, per unire competenze ed esperienze ed ottenere economie di scala che permettono di compensare le difficoltà che le PMI possono incontrare nei mercati internazionali e negli investimenti di ricerca e sviluppo. 137 Un esempio importante può essere la rete denominata GIUNCA (Gruppo Imprese Unite Nel Collaborare Attivamente) nata a Varese, la quale è stata costituita con l’obiettivo specifico di offrire ai propri collaboratori welfare e formazione. La prima azione concreta della rete è il GiuncaNet Worklife Balance, progetto pilota che vede la collaborazione attiva dell’Unione degli industriali della provincia di Varese, il comune di Tradate, dove attraverso un sito internet e una banca dati condivisa, si possono fruire una varietà di servizi e attività a livello territoriale locale. 138 Le Reti Territoriali di Conciliazione sono state istituite dalla Regione Lombardia e hanno il compito di “sostenere la costruzione e lo sviluppo di un coerente sistema di politiche e di azioni volte alla conciliazione famiglia-lavoro con particolare riferimento delle esigenze espresse dal territorio e alle risorse presenti, per sostenere la massima integrazione tra le aree del lavoro, della formazione e dei servizi alla persona/famiglia”. Le Reti si basano su accordi (Accordi di programma) sottoscritti da partner pubblici e privati che decidono di aderire alla rete; negli Accordi si definiscono obiettivi, priorità e modalità di partecipazione. Agli Accordi seguono i Piani di azione territoriale che rappresentano il programma operativo in cui si delineano progetti e modalità di attuazione nel territorio nel rispetto dei principi enunciati dall’accordo. Tra il 2010 e il 2011 sono state costituite 13 Reti con la sottoscrizione di relativi accordi di programma. 139 Ursini, M., Welfare sociale attivo: valutare insieme per migliorare, Azienditalia 8/2007 140 Un’esperienza analoga è stata effettuata dalla Regione Umbria con l’Osservatorio per la Salute degli Anziani (OSA) istituito con DD 8217 del 17 settembre 2003 dalla Direzione Sanità e Servizi Sociali. Attraverso il Patto per la salute degli anziani, sottoscritto dalla Regione e dagli stakeholder dei cittadini (sindacati pensionati) è stato avviato un processo di miglioramento condiviso. In questa esperienza è stato costituito un Gruppo di Lavoro Misto (GLM) con il compito di rilevare ed analizzare i bisogni per proporre soluzioni efficaci ed efficienti da realizzare sul territorio regionale. Il GLM rappresenta una forma di strutturazione di una rete di attori coinvolti a diverso titolo in una determinata politica - e quindi in una serie di servizi- nel rispetto della partecipazione attiva dei cittadini (Ursini 2007). L’esperienza umbra è stata segnalata da Active citizenship network come best practice europea nel 2012. 135

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