Scuole in Rilievo

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Periodico di informazione scolastica e di promozione culturale e didattica a cura dell’Istituto Comprensivo “P.M. Pozza” di Lusiana e della Direzione Didattica “A. Cuman Pertile” di Marostica

O V E SCUOLE in RILI Anno 3, Numero 9 Maggio 2010

ISTITUTO COMPRENSIVO “P.M. POZZA” LUSIANA — DIREZIONE DIDATTICA “A. CUMAN PERTILE” MAROSTICA Reg. Trib. di Bassano del Grappa n. 8/07 del 03.12.2007

Un altro premio nazionale per Scuole in Rilievo o i r o t i r r e T e l a i c e p S

E I P CO A

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L’inferno nei forti austro-ungarici Storie di “Strie”

Pane e “Anguane”


ARTE, STORIA, SCIENZE, TECNOLOGIA, AMBIENTE NATURALE, GIORNALISMO, ZOOTECNIA, GIARDINAGGIO, SPAZI SPORTIVI E CULTURALI, INFORMATICA, GASTRONOMIA OFFERTA FORMATIVA 2010/2011: LABORATORIO INFORMATICO E LINGUISTICO. CORSI E PROGETTI: TOUR EUROPEI “EXODUS”, CINEMA E RECITAZIONE, MUSICA, SPORT, EUROPEAN COMPUTER DRIVING LICENSE (ECDL)

SCUOLA MEDIA STATALE DI CROSARA … guardare oltre, puntare lontano


O SCUOLE in RILIEV

Anno 3, Numero 9 - Maggio 2010

Il punto

SANA CURIOSITA’ La ricchezza culturale del nostro territorio di Fabio Cusinato

Una tematica come quella del territorio e dell’ambiente è certamente molto complessa e importante. In quest’anno scolastico alunni e insegnanti dell’Istituto Comprensivo di Lusiana si sono impegnati in una attività di ricerca sui vari aspetti legati proprio all’ambiente che ci circonda. Le attività artigianali, le tradizioni locali, la cultura, la storia, la natura, sono diventati canali su cui indirizzare lo sguardo. “Scuole in Rilievo” ha riportato solo in breve sintesi un lavoro veramente importante come mole, che ogni plesso-sede ha affrontato e sviluppato. Siamo convinti che sensibilizzare i nostri ragazzi sulle varie tematiche sull’ambiente sia oggi più che mai urgente. Molte sono le problematiche nei diversi campi, come ad esempio le risorse naturali, spesso messe a rischio da miopi interventi dell’uomo. La tenuta dell’ambiente naturale è costantemente minacciata anche da inciviltà come abbandonare piccoli rifiuti ai lati della strada, o

“dimenticarsi” di operare con responsabilità nella “raccolta differenziata”. I nostri alunni hanno partecipato a iniziative per un corretto utilizzo delle risorse idriche. Altro tema, quello dell’acqua, molto importante e che sembra diventerà il vero problema a livello mondiale per i prossimi decenni. Ampio spazio è stato dato alle tragiche vicende della Grande Guerra combattuta sull’Altopiano. Ricerche e specifiche visite hanno potuto far emergere uno spaccato di storia moderna che non può essere dimenticata. La cultura, soprattutto quella dei piccoli centri come i nostri, è a rischio di estinzione per tanti motivi, uno dei quali forse è proprio la mancanza di una seria riflessione sulle nostre origini e sulla nostra storia. Allora la medicina potrebbe proprio essere quella di provocare nei ragazzi una sana curiosità per tutto quello che li circonda, in fatto di natura, cultura e tradizione. Perdere il contatto con le proprie radici significa dimenticare una parte di sé, una fetta importante e costitutiva del nostro essere.

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Anno 3, Numero 9 - Maggio 2010

Le nostre scuole

In questo numero Speciale Territorio

IL MONDO IN UN ANNO

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ACQUA, TERRA, CIELO E FUOCO

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UNO SQUILLO DI TROMBA

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TEATRO IN LIBERTA’

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SCUOLE IN RILIEVO DUE

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Spaziogiallo

UNA CULTURA CHE CI UNISCE

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L’INFERNO DA NON DIMENTICARE

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IL GIARDINO DELLA MENTE

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LA STRIA E LA CAREGA

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RIEMPIRE UNA VALIGIA

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L’ANGUANA SAPIENTE

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IL PICCHIO DEL PLANETARIO

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BIANCA E UN PO’ FREDDINA

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FILIPPO LA GIRAFFA

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UNO ZOCCOLO SOTTO I DENTI

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Diavoli e streghe a S. Caterina

VALOROSI VALLIGIANI

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Servizio a pagina 12

Ricerca L’ESODO DELLE LOCUSTE

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Il punto Zoccoli di bontà

SANA CURIOSITA’

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Servizio a pagina 15 L’inferno di fuoco nei forti austro-ungarici del ‘15-’18

Servizio a pagina 11

O SCUOLE in RILIEV Per la pubblicità su questo giornale: tel. 338 8234783 oppure: medie.crosara@libero.it Responsabile del progetto

Fabio Cusinato

Comitato di Redazione

Direttore responsabile: Silvano Mocellin Redattori: Rosanna Bertoncello, Fabio Cusinato, Luca Pirazzo, Maria Angela Rela, Marivana Guderzo, Antonella Alberti, Roberta Spagnolo, Mara Tasca, Michela Pigato, Alessandra Passuello, Barbara Rodeghiero, Antonella Scalco, Lenalisa Zucchi, Mariella Rossi.

Hanno collaborato

Bambini, ragazzi, genitori e insegnanti di tutte le classi

Grafica

Fabio Cusinato, Marco Crestani

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In copertina

Crosara, strada per San Luca - Foto Fabio Cusinato

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Anno 3, Numero 9 - Maggio 2010

Scuola Primaria “Dante Alighieri” - Santa Caterina

IL MONDO IN UN ANNO Esplorazioni sul territorio e tanto altro

Un altro anno scolastico si chiude. Parecchie sono state le attività svolte nel plesso. Nuove esperienze che gli alunni hanno potuto vivere. Ricordiamo i laboratori di manualità legati all’argomento del territorio, guidati dalla signora Flò, così la chiamano i bambini, che lavora per il parco delle Dolo-

miti bellunesi di Feltre. Ha fatto vivere ai bambini l’esperienza/conoscenza del mondo della natura attraverso la manualità; per esempio ha parlato delle marmotte drammatizzandone le abitudini, aiutando così anche i bambini a porsi dal punto di vista degli animali; ha parlato degli insetti impolli-

natori e di come questi succhiano il nettare ecc. Ora ci manca l’ultima esperienza da vivere: la gita a Riccione al Parco acquatico, sia per vedere un altro ambiente naturale, quello acquatico appunto, così diverso dal nostro (si impara anche mettendo a confronto gli ambienti) sia per vivere anche qui un laboratorio sulla geometria delle api. Inoltre, nell’ultimo mese di scuola, si faranno altre attività sportive e due uscite, per le classi prime e seconde: il bosco degli gnomi ad Asiago e la visita ad un allevamento. A questo punto non ci resta che augurare a tutti una buona e calda estate!

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Anno 3, Numero 9 - Maggio 2010

Scuola dell’Infanzia “Maurizio Guderzo” - Crosara

ACQUA, TERRA, CIELO E FUOCO Laboratorio espressivo-musicale

Con il mese di febbraio è iniziato il progetto di laboratorio espressivo – musicale offerto dai genitori con l’esperta Sabrina Pettenon musicoterapista in formazione, che per il secondo anno entra nelle nostra scuola. Tale progetto nasce da un’esigenza interiore di considerare la musica come espressione raffinata dell’animo umano. Con essa è possi-

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bile esprimere i propri sentimenti, attivare una diversa percezione di sé e favorire la comunicazione interpersonale, creare un ponte tra interno ed esterno, permettendo così ad ogni bambino di vivere il proprio mondo interiore in modo creativo e non giudicante. Si aiuta il bambino a rafforzare la stima di sé attraverso la valorizzazione della unicità e

del saper fare di ognuno, riscoprendo attraverso l’analogia musicale quei vissuti o quelle parti di sé spesso negate o vissute in modo ansiogeno. Si utilizzano i collegamenti possibili con l’esperienza familiare nel rapporto con i suoni e le musiche. Il modello teorico proposto in questo laboratorio espressivo – musicale prevede una metodologia operativa fondata sul criterio di non direttività nei confronti del bambino e di assenza di giudizio estetico-musicale. Dal punto di vista operativo, tale progetto cerca di mettere in atto tutte quelle strategie utili a favorire la massima libertà espressiva del bambino e la sua creatività, facilitando in questo modo una reale espressione di sé. L’improvvisazione musicale legata ad una tecnica di approccio non verbale risulta quindi essere lo stile peculiare di questo tipo di intervento. Il tema del laboratorio riguarda i suoni del mondo naturale. Vengono presentati i quattro elementi nell’ordine ACQUA, TERRA, CIELO e FUOCO, utilizzando per ognuno attività e strumenti musicali che li possano al meglio caratterizzare.


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Scuola Primaria “Edmondo de Amicis” - Vallonara

UNO SQUILLO DI TROMBA Vallonara riscopre il valore della musica

E’ iniziato il giorno 18 marzo il corso di musica rivolto agli alunni delle classi 1^, 2^, 3^ e 4^, tenuto dalla Maestra Francesca Miottello, flautista ed esperta di didattica di educazione al suono e alla musica, per bambini delle scuole dell’ Infanzia e Primaria. Tale laboratorio, della durata di sette lezioni, è intitolato: “Il linguaggio musicale come espressione del mondo interiore dei bambini’’, e infatti tra gli obiettivi generali vi sono : lo sviluppo della sensibilità artistica, della sensibilità uditiva, della vocalità, del senso del ritmo, delle capacità psicomotorie; la creazione di un ordine mentale e lo sviluppo di una socialità armonica nel gruppo. Il programma prevede giochi per la conoscenza del Suono e per l’abitudine all’ ascolto, canti per bambini, drammatizzazione di una fiaba in musica, esercizi e giochi per la respirazione e il movimento. La scelta di tale laboratorio è stata motivata dall’importanza che riveste il linguaggio musicale, poiché la musica svolge un ruolo fondamentale nello sviluppo globale dell’individuo. E’ stato infatti provato che esiste una correlazione tra stimolazione musicale e movimento del corpo. Ogni espressione sonora induce movimenti, posture e reazioni emo-

tive. La musica aiuta i bambini a sviluppare il linguaggio e la coordinazione dei movimenti. Secondo uno studio specifico dell'Università di Sheffield, un corso di musica può risultare un valido aiuto anche nei bambini con difficoltà di apprendimento . Gli alunni delle quattro classi interessate hanno preso parte alle lezioni con entusiasmo e impegno. Alla fine del corso è stata programmata una lezione aperta durante la quale i bambini dimostreranno quanto hanno imparato e i

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Anno 3, Numero 9 - Maggio 2010

Scuola Primaria “Virginio Andriolo” - Valle San Floriano

TEATRO IN LIBERTA’ Potenziare fantasia e creatività sul palcoscenico

La classe quinta ha voluto concludere “in teatro” il suo percorso nella scuola primaria, attuando un laboratorio, con la messa in scena di una rappresentazione a tema, intito-

lata “A TEATRO CON GLI ANIMALI”, con la partecipazione corale e coreografica degli alunni del plesso.

Perché fare teatro a scuola?

Si sa che la drammatizzazione è la forma più conosciuta e diffusa di animazione nella scuola. L'attività teatrale implica l'accettazione della libertà e del punto di vista dell'altro, la discussione ed il coordinamento delle azioni. Tutto ciò abitua alla vita di gruppo, dando spazio a ciascuno nelle diverse funzioni. Inoltre, si intrecciano comportamenti carichi di intensa emotività, improvvisi e spontanei, in ragazzi liberi di esprimersi. La messa in atto di tutte le potenzialità motorie, mimiche, gestuali, sonore, permette inoltre agli alunni di appropriarsi di molteplici linguaggi e garantisce loro la possibilità di comunicare e di sviluppare il proprio potenziale fantastico e la propria creatività. In aggiunta, i cambi di scena, di costumi, di dialoghi e di ruoli, allenano i ragazzi alla elasticità mentale per la creazione di soluzioni sempre nuove.

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Anno 3, Numero 9 - Maggio 2010

Scuola Media “Sant’Antonio” - Crosara

SCUOLE IN RILIEVO DUE Tante attività e un altro premio per il periodico nato a Crosara di Fabio Cusinato

Difficile raccontare un anno carico di attività e iniziative. Però da qualche parte si può partire. Ad esempio dall’allestimento della nuova aula di informatica. Purtroppo il reperimento dei fondi per l’acquisto dei moderni computer e per il ripristino del locale ci ha fatto ritardare non poco l’inaugurazione che avverrà comunque all’inizio del prossimo anno scolastico. Come sapete, la nostra scuola è sede di importanti progetti legati al verde, come l’”Hortus mirabilis”, e alla cura e mantenimento di alcuni animali. Da pochi giorni, nel nostro zoo, sono nati dieci piccoli germani reali che andranno a fare compagnia a oche e

galline. Anche il posto per il terzo sito di volatili è quasi pronto. Le persistenti piogge di una bizzarra primavera hanno causato lo smottamento di tonnellate di terra che i ragazzi hanno dovuto smuovere a forza di braccia. Ma ora si parte con la terza voliera. Un altro sforzo delle nostre classi è stato quello di pubblicare con teutonica puntualità due settimanali: “DiSette” e “L’Occhio del Lunedì”, periodici realizzati e curati rispettivamente dalla II^F e dalla I^E. Quest’anno i giornali-

sti di queste due classi hanno affrontato trasferte per partecipare a vere conferenze stampa, raccogliendo notizie e componendo articoli. Gli obiettivi disciplinari che ruotavano attorno al potenziamento delle capacità di lavorare insieme con spirito di squadra, all’organizzazione e alla responsabilità, sono stati raggiunti con grande soddisfazione degli insegnanti, ma soprattutto dei ragazzi. Non sono mancate anche altre soddisfazioni per la Scuola Media di Crosara. “Scuole in Rilievo”, periodico dell’Istituto Comprensivo di Lusiana fondato tre anni fa, è risultato vincitore al Concorso Nazionale “Il migliore giornalino scolastico” di Manocalzati (AV). E siamo quindi a due riconoscimenti, contando anche quello dello scorso anno, che ci spronano ad andare avanti con rinnovata energia.

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Speciale territorio - Istituto Comprensivo “P.M. Pozza” di Lusiana

UNA CULTURA CHE CI UNISCE Storie e tradizioni del nostro territorio a cura della Scuola Primaria “D. Alighieri” - Santa Caterina

Il progetto d’istituto sull’ambiente è stato seguito anche da noi alunni della classe quinta del plesso di S. Caterina. Il progetto “Esploriamo e scopriamo l’ambiente intorno a noi” è stato trattato su due versanti diversi: dal punto di vista storico-culturale, con l’intento di soddisfare il bisogno di conoscere le tradizioni del luogo in cui viviamo, e naturalistico-geografico. Poichè noi bambini ogni anno festeggiamo la Santa Patrona della nostra frazione, abbiamo cercato di improntare un lavoro sulla Fiera Franca che ricorre il giorno 25 novembre. Abbiamo posto circa una decina di domande ai nostri nonni su come una volta si festeggiava quel giorno e su come si presentava la fiera. Abbiamo raccolto numerose informazioni storiche e, con la maestra di italiano, abbiamo steso un testo espositivo. E’ stato interessante capire ed analizzare i motivi di cambiamento tra i tempi dei nonni e i giorni nostri. Nell’ora di informatica abbiamo scritto le nostre riflessioni al computer realizzando un libretto illustrato sulla nostra tradizionale fiera del mandorlato. Il progetto è proseguito nelle ore di musica,

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nelle quali abbiamo imparato il tradizionale canto della “Stela”, che sentiamo intonare nella settimana che precede il Natale lungo le strade della nostra piccola frazione. Noi bambini lo abbiamo riproposto, accompagnato dai legnetti e da qualche cembalo, in occasione dello scambio d’auguri natalizi alle nostre famiglie. La seconda direzionalità del progetto ha colto l’ambiente dal punto di vista naturalistico-geografico. Dopo varie uscite sul territorio allo scopo di conoscere le vie di S. Caterina che appartengono al comune di Lusiana, con la maestra di italiano abbiamo fatto una ricerca sulla toponomastica, realizzando un libretto illustrato di tutte le vie. E’ stato sorprendente capire che il nome di ognuna di essa ha un significato ben preciso. Abbiamo imparato come la lingua si è evoluta e che i nomi dei luoghi sono la traccia di tante storie, di tante popolazioni, di tante culture che non è sempre facile decifrare. La presenza della lingua cosiddetta cimbra porta una caratteristica particolare nella toponomastica di Lusiana e la accomuna a tutto l’Altopiano e alle Contrade Annesse. Ricorda-

re i nomi ci è servito per capire che essi sono legami con un mondo che non può essere cancellato e perduto. Non c’è vita se non c’è memoria e se non ci apriamo a una cultura che ci unisce ad altre terre e ad altre culture. E’ stato pure divertente fare passeggiate, accompagnate da qualche risata per alleviare la stanchezza di camminare a passo montanaro, gustare i bei colori autunnali del paesaggio e della fioritura primaverile, godendo della vegetazione tipica della nostra frazione e imparando molte cose dalla natura.

LA SORGENTE DELL’ISORA A cura della cl. 3^ Scuola Primaria di S. Caterina Questa mattina i miei compagni di scuola, le maestre Antonella e Nicoletta, un signore che si chiama Antonio ed io, siamo usciti da scuola in passeggiata, per vedere l’acqua nella Val D’Isora. (Pozza Ketty, cl.3^) La sorgente, che porta l’acqua a casa, si trova vicino alla contrada Ronzani. C’è un ruscello con l’acqua che scorre piano piano. Il signor Antonio ci ha spiegato tante cose delle sorgenti (Fabiano Busa cl.3^). Abbiamo toccato i sassi con le mani e calpestato le foglie con le scarpe (Denis Vanzo cl.3^). La nostra guida ci ha fatto sentire il fruscio provocato dall’acqua in un tubo (Kevin Cortese cl.3^). Ci ha anche fatto vedere due vasche di cemento. Erano una distante dall’altra. Avevano ciascuna una porta di media grandezza, ma non si poteva entrare perché era chiusa a chiave. Quando siamo ritornati in classe, il signor Antonio è andato a prendere dei contatori: uno di un tempo e uno nuovo. (Alessia Fochesato cl.3^)


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Speciale territorio - Istituto Comprensivo “P.M. Pozza” di Lusiana

comunicazione attraverso dei riflettori intubati, così che si potevano vedere solo fra di loro”. Il forte Busa Verle, che ci appare dopo pochi minuti a piedi, è semidistrutto. “Questo è un forte austriaco, fatto di cemento e ferro”, ci fa notare la guida che prosegue: “i forti italiani erano costituiti solo da diversi strati di cemento. E questo li rendeva molto più fragili. Per quanto riguarda questa fortezza bisogna dire che i bombardamenti, iniziati da parte del Regio esercito, hanno messo in serie difficoltà gli occupanti. I I forti austro-ungarici di Vezzena e Luserna in un’emozionante escursione pochi soldati austriaci usciti vivi sono poi caduti preda di crisi di Fabio Cusinato nervose a causa delle deflagrazioni di granate che avvenivano con una media di una ogni 5 secondi”. Ci si sposta, verso la tarda mattinata, all’alLe tragiche vicende della Grande Guerra, Walter, la nostra guida, è subito attorniata da quella che si svolse per l’Italia tra il 1915 e il ragazzi curiosi. “Dal forte italiano di monte tro importante forte della zona, quello di 1918, sono state tema, soprattutto per la Verena” - spiega Walter giunti su un promon- Luserna. La passeggiata è piacevole, tra verdi classe III^ della Scuola Media di Crosara, di torio - “ il 24 maggio del 1914, durante la lande, orchidee selvatiche, erbe odorose e studio e di ricerca per quasi tutto questo notte, parte il primo colpo di cannone contro abeti che ora adornano tutta la piana. Dall’alanno scolastico. E quindi via con la lettura di il forte austriaco Busa Verle di passo Vezze- to, sulla distesa ora ricoperta di erba, si testi, come quello famoso di Emilio Lussu, na, in pieno territorio imperiale”. Da allora e notano ancora le buche lasciate dalle innuvisione di filmati, ricerche iconografiche su per tre lunghi anni 600 chilometri di confine, merevoli granate; ferita che noi tutti vorremmo risanare, ma certo non dimenticare. libri, internet, ecc. Ma si sa, un’indagine vera- dal Veneto al Friuli, vengono martellati da mente efficace rimane sempre quella fatta tonnellate di piombo. Un inferno. Una sul campo. Il nostro Altopiano, teatro di san- guerra mai vista. La tecnologia, i nuovi guinose battaglie fra l’esercito austro- armamenti, tra cui la mitragliatrice, i ungarico e quello italiano, è il posto ideale carri armati e anche gli aerei, costringoper una osservazione puntuale di come si no gli eserciti a modificare le strategie di sono svolti i fatti. battaglia fino ad allora usate. I Comandi Si parte. Lunedì 31 maggio i ragazzi della italiani, tuttavia, sembrano i meno conscuola media di Crosara di buon mattino sono vinti nell’adozione di modalità più modera Passo Vezzena. La giornata è assolata e ne e si ostinano a sacrificare migliaia di promette bene, ma uno sferzante vento si giovani vite per guadagnare pochi metri alza ben presto picchiando su abeti, prati e di terreno. Da dove siamo ora si vede arbusti. A passo lesto e accompagnati da spuntare, in alto, che volge verso la ValWalter Cusinato, appassionato esperto di sugana e i laghi di Levico e Caldonazzo, storia bellica della Grande Guerra, ci incam- “l’Occhio dell’Altopiano”, il forte austriaminiamo verso il Forte Busa Verle, poderoso co posto a estrema vigilanza di tutta la baluardo austriaco appartenente alla cintura piana di “Vezzena”. “Dovete sapere” di protezione che vigilava sui passi e sulle prosegue Walter arrancando per il senvalli. tiero – “che tutti questi forti erano in

L’INFERNO DA NON DIMENTICARE

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Speciale territorio - Istituto Comprensivo “P.M. Pozza” di Lusiana

no i panni e all'alba, prima della luce del giorno, sparivano. Per lungo tempo nulla turbò il lavoro delle strìe, finché un giorno giunse nei pressi della carega un giovane di vent'anni che inseguiva la sua capra. Aveva corso tanto ed era stanco, così si fermò sul sasso e si addormentò. Quando si svegliò, ormai sera, vide sulla cima del sasso una capra. Il giovane si chiese se fosse la capra scappata o il diavolo. Lo distolse da quel dubbio un vocìo sommesso; vide avanzare, dal fondo della valle, tante donne, ognuna delle quali portava in testa una grande cesta di vimini, contenente dei panni da lavare nelle acque del torrente. Stesi i panni lungo il fiume, le strìe raccolsero bracciate di sterpi ed accesero un fuoco ai piedi della carega. Il giovane cominciò ad avere paura. Intanto le strìe, in girotondo intorno al fuoco, iniziarono a danzare cantando dolci motivi. Il cielo però cominciò ad annuvolarsi: ci fu un lampo e di seguito un forte tuono. Le strìe si affrettarono a ritirare i panni e ritornarono sotto al masso ma, alzati gli occhi, videro il diavolo sulla cima del masso stesso. Furono prese dal panico e restarono immobili. Dalla Valbrutta, sopra al Rameston, si levò in volo

LA STRIA E LA CAREGA Una leggenda che narra di diavoli e streghe a cura della Scuola Primaria “D. Alighieri” - Santa Caterina

Noi alunni di classe quarta quest'anno, in merito al progetto di plesso, abbiamo sviluppato l'argomento leggendario dei racconti della “carega” del diavolo. La leggenda narra che, una volta, in fondo alla valle Lusiana, sul masso noto col nome “carega del diavolo”, ci fosse infisso un anello di ferro. Quest'anello, in tempi lontanissimi, serviva per legare le barche perchè l'acqua del mare arrivava

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fino a lì. Pian piano, quando le acque si ritirarono, l'anello serviva alle strìe per stendere i panni che lavavano nel torrente Boji. I panni venivano appesi ad una fune, attaccata all'anello e fissata ad uno sperone di roccia sporgente, dall'altra parte della riva della valle, nel punto più stretto. Le strìe non erano cattive. Erano molto strane, perché si riunivano di notte al lume della luna. Lavava-

un uccello notturno. Fu così che tra lampi e tuoni la capra, urtata violentemente dall'uccello, cadde sopra le strìe che scapparono, convinte di avere avuto a che fare con il diavolo. L'uccello, spaventato dalla capra, dall'urlo del giovane e dalle strìe, volò via verso la valle dei Bonati. Dopo questa brutta avventura il giovane ritornò a casa con tutti i capelli bianchi per lo spavento.


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L’ANGUANA SAPIENTE Lo spettacolo della Scuola Media di Conco per riflettere sul mondo di oggi a cura della Scuola Media di Conco

fatto più volte, o perline di vetro, come facevano i barbari; Anguana Li aspettate invano: sono tutti morti. Gnomo Che vuoi dire? Anguana Voglio dire che gli uomini sono tutti morti, e la razza è perduta. Gnomo Oh cotesto è caso da giornali. Ma pure fin qui non ne ho visto uno ! Folletto Sciocco, non pensi che, morti gli uomini, non si stampano più giornali? Gnomo Tu dici il vero. Or come faremo a sapere le nuove

Alla Scuola Media di Conco si fa Teatro. Alunni e docenti quest’anno sono impegnanti con una rappresentazione teatrale che tocca vari temi. Dall’uso di alcol e droghe ai problemi di bullismo, di razzismo e, non ultimi, i problemi ambientali. Il tutto declinato in chiave ironica e divertente, attraverso l’adattamento e la modernizzazione delle fiabe più classiche e note come “Cenerentola“, “La Bella addormentata nel bosco “, “Pinocchio”, “Alice nel paese delle meraviglie”. Accanto alle tradizionali storie per bambini, compare un testo illustre che chiamare fiaba non si può: l’ Operetta Morale di Giacomo Leopardi “ Dialogo tra lo Gnomo e il Folletto “, anche questa rivisitata e arricchita dal personaggio dell’Anguana , che porta alla luce

alcune riflessioni sulla contemporaneità. Qui di seguito ne riportiamo un breve stralcio per rendervi partecipi del nostro lavoro. Buona lettura e, se volete sapere come va a finire, venite a vedere il nostro spettacolo! Folletto Ehi gnomo? Sei uscito alla luce del sole ? Dove si va? Gnomo Mio padre m’ha spedito a vedere che diamine vadano macchinando quei furfanti degli uomini; perché da un pezzo non ci danno noia, e non se ne vede più uno. Pensa che preparino qualche malefatta. Se non vendano e comprino a pecore, non a oro e argento; oppure usino conchiglie per moneta, come hanno

del mondo? Folletto Che nuove? Che il sole si è levato o coricato, che fa caldo o freddo, che qua o là è piovuto o nevicato o ha tirato vento? Perché, senza gli uomini, la fortuna si è tolta la benda, e si è messa gli occhiali , se ne sta con le braccia in croce a sedere, guardando le cose del mondo senza più mettervi le mani. Anguana Non si trova più regni né imperi che vadano gonfiando e scoppiando come le bolle, perché sono tutti sfumati; non si fanno guerre, e tutti gli anni si assomigliano l’uno all’altro come uovo a uovo. (Liberamente tratta dal “Dialogo di un Folletto e di uno Gnomo” - Operette morali di Giacomo Leopardi).

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IL VERSO DEI CAMOSCI

BIANCA E UN PO’ “FREDDINA” Divertente escursione per vivere il bosco anche d’inverno A cura della classe IV^ della Scuola Primaria di Conco

Era una giornata un po’ fredda quando siamo andati a fare la prima lezione del corso di sci di fondo. Dopo la mensa siamo partiti con il pulmino, ansiosi di arrivare a destinazione e anche un po’ emozionati, soprattutto chi era alla prima esperienza. Arrivati al centro Fontanella, la nostra insegnante di nome Sonia ci ha accolti con tanto entusiasmo e simpatia. Ci ha fatto andare in una piccola mansarda ben riscaldata, sopra il noleggio e uno alla volta siamo scesi di sotto, per farci dare l’attrezzatura. Con un po’ di difficoltà, ci siamo messi gli sci e i maestri ci hanno divisi in due gruppi. Uno aveva come istruttore Marcello; è alto, atletico e certe volte anche se-

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vero, ma ti fa imparare le cose. Anche se fai un passo sbagliato, te lo rispiega. Inoltre è simpatico perché fa tanto ridere. La maestra del secondo gruppo era Sonia, la campionessa di sci di fondo: è alta, bionda, allegra e anche lei è simpatica e per farci capire bene le cose, ce le insegnava come fossero un gioco. All’inizio ci siamo avviati per una faticosa salita ripida e ghiacciata. Si scivolava ogni volta che si faceva un passo, ma poi c’erano anche lunghe discese e potevi notare delle impronte lasciate da qualche animale: Sonia ci ha spiegato le differenze tra le orme di un animale e un altro: la donnola, per esempio lascia le sue impronte in linea retta, Abbiamo affrontato tante discese a spazzaneve e in piano facevamo il passo alternato. Nella pista, in certi punti, c' era ghiaccio e se qualcuno cadeva si faceva male. Quel giorno abbiamo imparato che in salita si va “ a spina di pesce “ e in discesa a “ mezzo spazzaneve “ o “ a spazzaneve” Ritornati alla Fontanella eravamo sfiniti per la fatica fatta. Ci siamo tolti gli sci e siamo andati a far merenda nella mansarda. Ci siamo cambiati, abbiamo salutato Sonia e infine siamo saliti in pulmino, diretti verso la scuola, un po’ stufi, ma contenti della giornata.

di Alessandro Cantele cl. 5^ Scuola Primaria di Lusiana Un giorno il papà mi disse :- Andiamo a osservare i camosci sul Monte Zingarella. Solo io posso avere un papà così. E’ un cacciatore, appassionato di montagna. E’ alto e robusto, ha un’espressione seria, ma è buono con me. Conosce tutti i tipi di animali e di piante. Così eccoci sul monte Zingarella. Abbiamo messo in spalla gli zaini e ci siamo incamminati verso la cima del monte. Per strada abbiamo sentito il verso dei camosci che assomiglia a quello delle pecore. Poco dopo li abbiamo scorti in un pendi: ci guardavano con occhi sbarrati. Erano cinque, tutti maschi perché avevano le corna meno sviluppate delle femmine. Il papà ha inserito la macchinetta fotografica nel cannocchiale e ha scattato la foto. Ad un certo punto sono scappati via forse perché si erano accorti della nostra presenza. - Osserviamo l’ambiente – ha detto il papà! Gli alberi erano alti e robusti,il cielo era azzurro come l’acqua e brillava un sole luminoso. L’aria era fresca e profumava di pino, c’era gran silenzio,ma nel silenzio si udivano dei rumori: il gracchiare delle cornacchie,il ronzio delle api,i campanacci delle mucche,il fischio delle marmotte e il fruscio delle foglie. Il tempo era passato velocemente e il papà mi ha detto : - Andiamo, perché è tardi ! - .


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LA METAMORFOSI

UNO ZOCCOLO SOTTO I DENTI Una interessante e divertente mattinata dal fornaio a cura della Scuola Primaria di Lusiana

Una mattina siamo andati a visitare il forno del pane del signor Dino, a Velo. Il mestiere del fornaio è molto faticoso perché ci si deve alzare alle quattro di mattina e lavorare tutti i giorni. Per fare il pane servono pochi ingredienti: farina, sale, lievito e acqua. Si possono aggiungere olio, latte, farina integrale o altri ingredienti per ottenere pane di altri gusti. Il fornaio prepara la pasta con l’impastatrice la sera prima e la lascia lievitare tutta la notte. La mattina seguente divide il blocco in parti uguali, che poi appiattisce con una macchina. Ecco, le sfoglie sono pronte per essere divise in tonde palline, alle quali il fornaio Dino ha dato tante forme diverse con la stampatrice, con gli stampini e con le mani. Ha creato: banane, mezze banane, tartarughe, baguette, filoni, rosette, zoccoli, corni, colombe, manto-

vane e panette. I panini crudi vengono poi messi nei vassoi di uno speciale carrello il quale entra tutto nel forno girevole. Il pane cuoce per trentadue minuti, a 120° se è poco e a 233° se è tanto. Quando Dino ha aperto il forno, abbiamo sentito un delizioso profumo di pane fresco. Dino ha tirato fuori il pane dal forno e ce ne ha fatto toccare un pezzettino: mamma mia, come scottava! Mentre aspettavamo che il pane cuocesse, il fornaio ci ha fatto assaggiare il panbiscotto: era buonissimo. Per ottenere un buon panbiscotto bisogna lasciarlo in forno per circa ventiquattro ore. Alla fine della visita, molto gentilmente, ci hanno regalato il pane con l’uvetta. Era dolce e morbido! È stata una mattina interessante e divertente e abbiamo capito che il mestiere del fornaio è faticoso e molto importante.

Scuola Primaria di Lusiana Lunedì 19 aprile il sole splendeva e noi di terza, con il nostro solito entusiasmo e a passo veloce, ci siamo incamminati verso lo stagno. Ci aspettavamo di vedere rane, rospi, pesci rossi o forse uova o pochi girini appena nati o in parte già sviluppati. Arrivati sulle rive, invece... sorpresissima! Migliaia di girini piccoli, neri con una lunga coda si ammassavano a macchie a pelo d'acqua, concentrandosi in modo incredibile attorno alle pietre che vi affioravano. Però, meraviglia delle meraviglie, galleggiavano ancora grappoli di uova gelatinose che si stavano schiudendo proprio davanti ai nostri occhi. Nessuno di noi li aveva visti dal vero nel momento in cui si affacciano alla vita. Erano palline trasparenti con un bel punto nero al centro. Ad un tratto la macchietta nera si muoveva. E tutti a gridare. “Eccolo! Eccolo! Sta uscendo!” “Ma dov' è? Non lo vedo!” “E' lì! Guarda!” Infatti, dopo pochi secondi di pausa, il puntino nero ricominciava a muoversi con sempre più forza. Ed ecco il girino sgusciare, chissà come, chissà da dove, comunque senza lasciare traccia, dal suo uovo trasparente e via a nuotare tra il verde della alghe. Tutti eravamo incantati e rispettosi davanti a quel “grappolo di vita”. Quel grappolo di vita è il modo in cui rane e rospi si riproducono dopo aver corso non pochi pericoli. Lo scorso marzo, quando le piogge hanno lasciato nell'aria umidità e tepore, in questi anfibi è suonata la loro sveglia biologica. Così hanno lasciato il bosco per raggiungere la pozza ed hanno pure attraversato la strada provinciale rischiando di finire sotto gli pneumatici delle auto. Ogni anno, in queste notti di migrazione, è una strage. A giugno comunque faremo una seconda visita alla pozza per vedere a che punto sarà la metamorfosi dei girini. Ci incammineremo curiosi di vedere girini più grandi, esseri non ancora ben definiti o ranocchiette e rospetti e ritroveremo così quel messaggio di vita che tanto ci ha colpiti.

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Vivere a Costalanda. Vivere nelle Contrade Annesse. Non è semplice ora, così come non lo è stato nei secoli passati. Storia infinita quella delle Contrade Annesse, che è possibile ricostruire attraverso i documenti, di mutevoli e incerti rapporti con la Reggenza dei Sette Comuni, nell’incessante lotta per difendere il diritto ai privilegi fiscali, senza i quali la sopravvivenza in zone poco fertili sarebbe stata problematica. Un documento del 1340 definisce con una certa precisione i confini meridionali dell’Altopiano e, in particolare, del comune di Lusiana, che comprendeva Conco, Gomarolo e Costalanda. Strana parola, quest’ultima. “Costa” significa riva, salita, declivio, fianco della montagna ed è riferibile alle pendici meridionali dell’Altopiano. “Landa”, voce che deriva dal cimbro “land”, significa paese, villaggio, borgo, con riferimento a qualche centro abitato lungo la costa. Costalanda è territorio di Contrade Annesse: Pradipaldo, Valle San Floriano, Vallonara, San Luca e Crosara. “Eundo per Vallem Spironi usque ad mediam Crosariam pratis plani…” In un documento del 1725 appare la distinzione tra il comune di Roveredo Alto, di cui fa parte Crosara, e il comune di Roveredo Basso. Per tutti e due i comuni il Consiglio dei Dieci della Repubblica di Venezia afferma solennemente che “siano vere e legittime Contrade Annesse a Lusiana e dentro li veri e legittimi confini dei Sette Comuni”. Fu in seguito a questa solenne pronuncia che le Contrade Annesse collocarono, nei loro confini meridionali i cippi di confine tuttora esistenti. Il 21 ottobre cessa di esistere la Reggenza dei Sette Comuni, la più piccola e più antica delle federazioni d’Europa. Prima di allora in molti hanno tentato la capitolazione di questo popolo che

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Sigismondo d’Austria ricorda così: “alquanti valorosi alpigiani da per loro e senza norma, oppongono imbarazzante resistenza ai passi della Valdassa (…)”. Gli insediamenti preromani e il successivo stabilirsi di popolazioni arrivate dal nord come i Goti e altri barbari

tà rilasciata dall’anagrafe comunale. I nostri “dati personali” li leggiamo in parole cimbre come karsèlla/ tasca, kanavatza/ strofinaccio, stratza/ straccio, faneela/ maglietta, jaketta/ giacca; o in altre, relative al mondo animale, come pantagaana/ ratto, korgnöol/

VALOROSI VALLIGIANI La tenace resistenza di vivere a Costalanda di Rosanna Bertoncello

avevano isolato negli anni un’intera stirpe di persone. L’ipotesi che proprio questa gente arrivata dal nord abbia colonizzato l’Altopiano è avvalorata dai resti del villaggio celtico rinvenuto nel Bostel, presso Rotzo, ma anche dalla stessa toponomastica di tutto l’Altopiano. E’ affascinante oggi sfogliare un glossario cimbro-italiano e scoprire, intatte, le parole del dialetto dei nostri nonni. E’ conoscere le radici sicure del proprio mondo, ritrovare i tratti somatici di antenati vissuti nella nostra stessa terra. Non serve più la carta di identi-

chiocciola, khroòta/ groto, rospo di pozzanghera, satta/ zampa. Usciti dalla notte dei tempi cimbri anche aggettivi come gajardot/ abbondante, morbiot/ morbido, balbot/ balbuziente, laiko (vedi dialetto arcaico “slaica”) / persona svogliata, grizot/ grigio, slandrum (vedi dialetto arcaico “slandron”) / manigoldo, canaglia. Sono cimbre anche le “pastenaje” che mia nonna raccoglieva nei prati, il “krivel” per la farina, il “pajun” su cui dormire e le “bogàntzen” che tormentavano mani e piedi nei rigidi inverni.


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PEZZI UNICI

IL GIARDINO DELLA MENTE Tanti colori e fantasia per i bambini di Marsan a cura dei bambini della classi I^, II^ e III^ della Scuola Primaria di Marsan

La partecipazione ad un concorso indetto dalla Bic è stata una bella occasione per “dare colore” alla nostra scuola... Gli alunni di classe prima hanno pensato di rendere più allegro l’entrare a scuola “ decorando” le scale di accesso all’edificio. Sopra, il meraviglioso lavoro con cui hanno partecipato al concorso.... Dipingiamo il cielo utilizzando carta, pennelli e colori a tempera. Diamo sfogo alla nostra fantasia e realizziamo tanti insetti originali, tutti diversi tra loro, utilizzando materiale povero e di riciclo. Il nostro bel giardino ai piedi delle dolci colline di Marsan, lo spazio verde delle nostre corse, dei nostri giochi, delle nostre grida e risate è stato recentemente trasformato dall’intervento dell’uomo per permettere la costruzione di una nuova strada. Il bel tappeto verde ora è diventato una striscia! Dove sono le nostre colline? …e il nostro prato verde?

Con pennelli e colori abbiamo disegnato il giardino così come noi lo vorremmo, così come noi lo sognamo, così come noi lo vediamo… È un giardino pieno di colori, popolato del bello che la natura ci regala. Se lo guarderete con i nostri occhi, riuscirete a sentire anche le nostre voci allegre. Il nostro giardino non ha recinzioni, perché “l’immaginazione non ha confini per la mente di noi bambini”. Il lavoro completo lo potete trovare nel sito della nostra scuola: www.direzionedidatticamarostica.it cliccando su primaria Marsan.

Scuola Primaria di San Luca In occasione dei festeggiamenti per la prima Santa Comunione, i ragazzi di classe quarta e i loro genitori hanno accettato la proposta delle insegnanti di costruire a scuola le bomboniere da donare a parenti ed amici. Mettendo a frutto la tecnica di modellamento di ciotole, imparata nei percorsi svolti a scuola con le insegnanti, i bambini hanno coinvolto mamme, papà e fratellini in un lavoro di squadra! Tutti i partecipanti (sporcandosi per benino) hanno dato forma a molte ciotole, usando un apposito impasto semirefrattario. Dopo una prima cottura dei pezzi, le famiglie si sono nuovamente riunite per decorare le bomboniere con colori specifici che avrebbero permesso di effettuare la seconda cottura dei pezzi con la tecnica raku. Il risultato è stato davvero stupefacente! Con soddisfazione, maestre, alunni e genitori hanno vissuto un importante momento di collaborazione e condivisione.

COSE DI NONNI di Leonardo Parise cl. 5^ Scuola Primaria di San Luca L’ oggetto a me più caro è un cappello che apparteneva a mio nonno. In realtà lui non me lo ha donato, ma era a casa di mio nonno, ed io l’ho preso come ricordo dopo la sua morte, che è avvenuta improvvisamente. È un cappello di colore verde – grigio e impermeabile; il nonno lo metteva quando pioveva. Mi è molto caro perché mi ricorda i bei momenti vissuti con lui al quale ero molto affezionato. Quando piove me lo metto subito e mi sento un po’ triste perché il nonno mi manca tanto, ma poi mi ricordo quando giocava con me, tutti gli scherzi che faceva e parlando mi faceva ridere e così rido ancora una volta con lui.

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LA PORTA SECOLARE

RIEMPIRE UNA VALIGIA Un anno di esperienze per crescere insieme a cura della classe II^F Scuola Media “Sant’Antonio” - Crosara

Siamo alla fine dell’anno scolastico. Sul banco davanti a te, c’è una valigia vuota, aperta. Riempila dei momenti, degli eventi, delle persone, delle parole che sono state importanti per la tua crescita e per la tua formazione. La porterai con te nel viaggio della tua vita. Riempire una valigia. Ma non di indumenti, scarpe,

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calzini, pantaloni, magliette. Piuttosto, dei momenti trascorsi e di tutte le cose importanti di quest’anno. La prima cosa che inserisco è il quaderno degli appunti, bagaglio molto importante. Sopra ci appoggio il nostro giornale, “dìsette”; un’esperienza che mi potrà essere utile, quando magari diventerò giornalista di Repubblica o della Gazzetta dello Sport”. (Mickey S.) “Metto nella valigia i miei amici e i miei insegnanti. Con loro mi diverto molto, posso confidarmi e chiedere consigli e suggerimenti. Non dimenticherò una frase della mia prof, a proposito dei nostri contrasti o litigi: “Vedete, se i vostri prof litigassero, non scherzassero, non lavorassero insieme, non si potrebbe imparare, studiare, collaborare, crescere”. (Nicola M.) “Sul fondo della mia valigia nascondo i quattro giorni di scuola senza i miei compagni, che erano in gita. Bruttissimi; li voglio davvero dimenticare. Un posto speciale lo riserverò a Paolo, al nostro Paolo. E’cresciuto e maturato lui, ma, grazie a lui, siamo cresciuti molto anche noi. (Alessandro M.) “Una tasca della valigia è riservata ai miei professori che

di Noemi Muttin cl. II^ Scuola Media Statale “S. Antonio” - Crosara “Devo farci stare, in questa valigia, un’intera classe un po’ strana. Innanzi tutto due nuovi arrivi: Mickey, spavaldo ed estroverso, “entrato” di getto nella nostra classe; Gabriele B., timido, introverso: non si capisce ancora se è in classe nostra o dov’è. Il nostro cavaliere, Christian, sempre a difesa del suo regno. L’agricoltore, Luca, con il preciso compito di coinvolgere tutti nei lavori esterni. Nicola, l’ingegnere; tiene d’occhio la classe, come un papà guarda i suoi figli. Il plantigrado, Giovanni; quando apre la nostra secolare porta, fa un rumore che supera chi starnutisce per la “Bertibertacchite”. Sì, la malattia di Luca e Gabriele. Secondo il prof. Cusinato, vari sono i sintomi: nausea, vomito… Ormai un po’ tutta la classe ne è affetta. Il nostro cuoco Paolo V., che assaggia sempre qualsiasi cosa, per assicursi che non sia avvelenata. Gabriele T., che quando ha male ai capelli va in bagno. Perché? Non lo sa nessuno, forse nemmeno lui. Lui è il nostro monaco amanuense; mai mettergli fretta. E poi Paolo M., il giardiniere; costruisce dei muretti a secco da paura! Non ci sono intemperie e zampe di bipedi che tengano: resistono a tutto! E c’è lui, il re! Alessandro. A volte vuole comandare, ma gli altri non ci stanno; per farsi perdonare ci aiuta a fare squadra. E infine le quattro donzelle di corte, amate da tutti. Loro ci sono sempre, quando serve. A parte quando sono in bagno. Il covo delle ragazze. La valigia ora è fatta. La porterò dovunque con me come bagaglio prezioso”.


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non perdono un’occasione per accendere un sorriso. Mi hanno fatto crescere e maturare in modo divertente e per questo li ringrazierò sempre. In una tasca nascosta terrò tutti i momenti privati, condivisi con le persone più segrete e che mi conoscono di più. La valigia stessa la costruirò con la persone che mi considerano non per quello che ho, ma per quello che sono”. (Luca B.) “E’ un po’ complicato far questa valigia… Potrei metterci dentro i richiami della prof: “Sta’ composto e non in posizione da osteria! Non fare domande insensate!”. Oppure le parole della Vittorina: “Non strisciare i piedi! Sei senza ombrello? Vieni che te ne do uno”.(Gabriele B.) “Quest’anno scolastico? Qualcosa che mi ha arricchito di emozioni e di

felicità. Anche solo guardandomi allo specchio, mi accorgo che, rispetto ad un tempo, sono cresciuta. Ed essere cresciuti significa molto. Gli insegnanti ci hanno trasmesso concetti di vita molto importanti. L’ormai famoso motto: “Bisogna crescere e fare fatica” sarà da subito nella mia valigia! Tutti i discorsi fatti in classe, e anche i richiami, ci sono serviti per diventare persone migliori, hanno dato il loro frutto. E staranno dentro a una busta sigillata, nella tasca anteriore della valigia. Se ci saranno dure gradinate da superare, la valigia va tenuta stretta e ogni tanto ci si guarda dentro, si riflette sul contenuto e se ne fa tesoro.” (Francesca R.) “Ma il punto è questo: cosa mettere in valigia? I ricordi, le emozioni, lo studio, le risate, i timori per le verifiche, i tanti progetti, i tanti lavori intellettuali e manuali. Ma anche le grandi soddisfazioni, il sentirsi grandi per aver realizzato un settimanale. E che dire della gita? Un’esperienza unica per conoscere meglio compagni e professori e vederli

con altri occhi. Porterò con me l’aria familiare che si respira in questa scuola; mi mancheranno i prof, severi ma con un cuore grande. Mi mancheranno i miei compagni, e mi mancheranno gli occhi di Paolo e le sue mani che cercano le mie e le stringono forte. Questo è solo una piccola parte di quello che metterò in valigia. Il resto lo porterò sempre nel mio cuore”. (Diletta D.) “Terrò con me le parole della nostra prof: Dovete diventare una squadra, una falange macedone, usando tutte le nostre risorse. E noi ci siamo riusciti. In un bustone speciale conserverò il ricordo dell’isola di Ventotene, i suoi venti impetuosi, la spiaggia nera e le onde spumeggianti che sfidavamo senza paura”. (Cristina V.) Accanto alla mia grande voglia di studiare, metterò nella valigia le belle lezioni che ho ascoltato e tutti i richiami dei prof., perché anche con quelli si cresce e si diventa più forti. Aggiungo i sorrisi e i giochi dei miei compagni che sempre mi hanno aiutato a stare su con il morale e a ridere, anche se li ho invidiati spesso per il loro riuscire a giocare insieme. Io, perso nei miei gesti, li osservavo e spesso mi volevo lanciare in mezzo, ma troppa era l’emozione del provarci. (Paolo V.) “Con i ricordi che mi sono rimasti nel cuore, preparo la mia valigia preziosa; sensazioni e ricordi personali belli o tristi. Ma le frasi e le parole in italiano o in latino, in greco o in cimbro, che ho imparato, mi sono rimaste impresse; bellissime e molto interessanti. Saranno la chiave magica che mi aiuterà ad aprire la valigia che ho preparato per andare in vacanza”. (Paolo M.).

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IL PICCHIO DEL PLANETARIO Curiosità e avventura nell’esperienza astro-naturalistica dei “piccoli” di Vallonara a cura delle classi I^ e II^ - Scuola Primaria “Edmondo De Amicis” - Vallonara

Il 21 Aprile e il 3 Maggio, noi bambini della Primaria di Vallonara, in due turni, ci siamo recati al Centro Don Chiavacci di Crespano del Grappa per un’uscita che le maestre chiamano ‘didattica’, ma che per noi è stata una spassosa e interessante scampagnata. Giunti in paese, ci siamo inerpicati su una ripida strada che il pullman ha faticato un po’

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a risalire. Sembrava non ce la facesse proprio, e già questo ci ha fatto molto divertire… Arrivati a destinazione, ci aspettava una deliziosa merenda a base di pane e marmellata che ci ha fornito l’energia necessaria per affrontare l’intera giornata, anche se a dire la verità a noi le energie non mancano mai! Dopo essersi presentate, le guide del Centro ci hanno illustrato le diverse attività che avevano preparato per noi a seconda della nostra età. Quindi, divisi per classi, ci siamo avviati verso i prati e i boschi in cui è inserito il Centro: chi aveva la missione di cercare le tracce degli animali come dei veri esploratori, chi doveva riconoscere le piante, chi doveva indovinare il verso degli uccelli…. Subito non è stato facile, ma le nostre guide Fulvia, Ilaria e Cristiano ci hanno spiegato ciò che

dovevamo cercare e così, presi dall’euforia di questa nuova esperienza, abbiamo cominciato ad aguzzare la vista e ad affinare gli altri sensi. Abbiamo visto e trovato di tutto: tane di grilli e di talpe, piume di uccelli e peli di cinghiale, pigne rosicchiate in modo diverso, noccioline con il buco, “grattate”, e buchi sui tronchi degli alberi, “fatte” di animali diversi e molte altre tracce che ci parlavano di tutti gli esseri viventi presenti in quei boschi e in quei prati. E’ stato affascinante scoprire che, a seconda di come è stata rosicchiata una pigna, si può capire quale animale ne abbia fatto il suo spuntino… Abbiamo pure visto uno stagno pieno di girini, di tritoni e di rane. Qualcuno ha tenuto in mano una larva di libellula. Nel bosco abbiamo sentito il picchio” all’opera”, il tutto immersi in un meraviglioso paesaggio . Dopo il pranzo e la pausa gioco e relax, nuovamente divisi in classi, ci siamo alternati nel laboratorio di ceramica e nel Planetario. Con l’aiuto della signora Fulvia, noi bambini di prima e seconda abbiamo realizzato una mattonella con l’argilla, nella quale abbiamo impresso una foglia con risultati sorprendenti, come fossimo dei veri artigiani della creta. Nel frattempo i bambini più grandi hanno potuto osservare allo stereoscopio le varie foglie raccolte nel bosco. A turno ci siamo diretti poi al Planetario, una ricostruzione in scala del Sistema Solare, collocato in mezzo ad un prato. All’interno di una casetta, abbiamo poi potuto osservare il sole ( quello vero!) catturato, attraverso un raggio riflesso in una potente lente, e proiettato su un grande schermo: che meraviglia! Infine, accomodati su poltrone speciali , a testa in su come fossimo in una navicella spaziale , abbiamo ammirato a bocca aperta il Sistema Solare proiettato su un soffitto a forma di cupola, accompagnati dalla spiegazione di Laura che ci ha presentati uno ad uno tutti i pianeti con le loro caratteristiche e curiosità: veramente emozionante! Prima di ripartire ci hanno offerto un buonissimo panino con cioccolata. E’ stata davvero una giornata insolita e stimolante, tanto che molti di noi hanno chiesto di ritornare ancora.


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FILIPPO LA GIRAFFA Il mondo degli animali svelato agli alunni di Valle San Floriano a cura della classe IV^ Scuola Primaria “Virginio Andriolo” di Valle San Floriano

Martedì 20 aprile, siamo andati allo zoo safari “Natura Viva” di Bussolengo. Dovevamo partire alle 8:00, ma il pullman è arrivato con un po’ di ritardo; arrivati abbiamo pranzato e con le insegnanti ci siamo avviati alla visita del parco. Passeggiando abbiamo visto: cammelli, fenicotteri, pavoni, gru, buffe marmotte, pappagalli che vivono su nidi che sembrano degli alberghi a più piani. Concluso il giretto a piedi, è arrivata la guida che subito ci ha

spiegato cos’era una volta creare uno zoo: “catturare degli animali per divertimento e rinchiuderli in gabbia”. Per fortuna ora non è più così! Nel mostrarci i cammelli ci ha svelato come non confonderli con i dromedari; basta associare la lettera “m” : due gobbe come le due emme della parola cammello e una come una è la emme in dromedario. Poi siamo entrati nella serra dei rettili. Faceva caldissimo lì dentro, ma siamo riusciti a vedere camaleonti, serpenti, tartarughe, coccodrilli e pesci pirana. Dopo essere usciti dal rettilario siamo saliti in pullman ed entrati allo zoo safari. Lì tutti gli animali erano liberi. C’erano struzzi che pesavano 150Kg, una giraffa di nome Filippo ha dato, simpaticamente, una leccatina al finestrino del nostro pullman. C’erano poi tigri, leoni, leonesse, ghepardi, lemuri, ippopotami.. che meraviglia il mondo degli animali!

BARACCA E BURATTINI Classe I^ Scuola Primaria di San Luca di Federica Cappeller Luacto, Dragoin, Serpentagna......sono solo alcuni degli spassosi nomi con cui i bambini della classe prima di San Luca hanno battezzato i loro fantastici personaggi. I bambini si sono impegnanti in un percorso di animazione teatrale, addentrandosi nel mondo della fantasia e dell'invenzione. Questo viaggio è cominciato con l'intenzione di aiutare i bambini ad ascoltare e ad accogliere le differenze individuali, mettendo in risalto l'unicità e i doni di ognuno. A ruota libera si sono susseguiti il racconto di esperienze personali, l' ascolto di storie narrate dalle insegnanti, l'animazione in gruppo di fiabe della tradizione, fino a giungere alla creazione di nuove storie e personaggi. Ogni bambino ha inventato un personaggio, gli ha dato un nome, ha raccontato la sua storia e l'ha fatto poi “incontrare” con gli altri buffi soggetti creati dai compagni. Sono nate così cinque bellissime nuove storie da animare con i burattini. I bambini hanno poi steso un progetto per la realizzazione tridimensionale del loro personaggio e sono stati guidati nella costruzione di burattini di gomma piuma che si concluderà a giugno. A scuola, quando ci si impegna e ci si diverte, il tempo vola! Presto arriveranno le vacanze, e anche “baracca e burattini” andranno a riposare! Ma a settembre, i bambini di prima, ripartiranno con i loro “morbidi amici”e daranno vita , colore e nuovo sprint alle loro meravigliose storie!

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L’ESODO DELLE LOCUSTE In giro per il Lazio consolidando amicizie e legami di Rosanna Bertoncello

Un esodo. Magari è questa l’immagine giusta per raccontare l’evento che ha portato la nostra scuola nel Basso Lazio. Un popolo di ragazzi e prof. che da un’alba a quella successiva, da un tramonto all’altro, attraversa quattro intere giornate di primavera, in formazione compatta. Come uno stormo. Davvero come un volo, una migrazione verso terre

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nuove, verso un mare già solcato da navi ed equipaggi al seguito di uomini leggendari. Importanti i traguardi da raggiungere, già chiari da tempo nell’anima di chi ha pensato questo esodo. Quasi un’esperienza di vita da non mancare, a prova di un faticoso lavoro condotto tra le mura e i confini della scuola, tra quaderni, libri, parole, scritti, zaini ricolmi, lodi e richiami, ma anche orti e pollai, mercatini e giornali. E lacrime e sorrisi. C’è bisogno, dopo tanto serrato lavoro, di testare, innanzitutto, se ragazzi e insegnanti hanno camminato su un’unica strada, intrecciando i loro svariati percorsi, e tessendo un’unica tela variopinta a

vestire questo popolo. C’è bisogno di capire a che punto si è arrivati nell’infinito lavoro di costruzione di una squadra che non ha paura delle difficoltà, perché può contare sulla tenacia di tutti e sulle risorse di ciascuno. C’è l’occasione di vedere volti e persone in altre atmosfere, di cogliere ricchezze non ancora emerse e perciò rimaste inutilizzate nel percorso di crescita comune. Un popolo di ragazzi e ragazze, uomini e donne, che cammina insieme, lontano dalla realtà consueta, alla scoperta di realtà e conoscenza nuove, raccoglie esperienze che non dimenticherà facilmente. Faranno parte della storia di tutti e di ciascuno. Serviranno a cementare amicizie e legami, a consolidare tracciati umani e culturali già segnati, a rafforzare fiducia e sicurezza. Ma saranno indispensabili anche a cambiare atteggiamenti, a correggere la rotta, a cercare soluzioni efficaci alle difficoltà di tutti i giorni. Non sarà facile dimenticare il vento impetuoso di Ventotene, le onde irruenti su quella spiaggia nera con cui i ragazzi hanno giocato, resistendo con la tenacia di stormo di locuste. E gli incredibili panorami dall’alba del faro di Gaeta, con alle spalle importanti memorie romane e negli occhi una luce di incanto. Rimangono nel cuore le voci dei ragazzi che, senza freni cantano, tutti assieme, con forza, sulla via del ritorno; o l’impegno serissimo con cui giocano a carte e a scacchi, mentre sull’isola piove, dimentichi finalmente di tutte le attrezzature tecnologiche che li isolano dalla vita. E le inarrestabili risate per le comparse serali della mummia Mengus Sethi, del Pirlonaum e del Bradibestio. Poi i saluti e gli abbracci, nel buio del ritorno. L’esodo si è concluso. Il popolo è tornato alle sue case e, da domani, in formazione compatta, riprenderà l’andatura.


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