corrispondenze dall'800

Page 6

L’OPINIONE

Corrispondenze dall’800

2/2008

to diverso, meno favorevole alla legittimazione del potere esistente, meglio lasciar perdere il Novecento - qualcuno forse si è detto - meglio muoversi su un terreno meno controverso, più tranquillo, tutto sommato più rassicurante: il terreno dell’Ottocento, appunto. È questo il sospetto che a me viene, dunque. Che Corrispondenze dall’Ottocento sia espressione, sia detto senza offesa per nessuno, del desiderio di parlare d’altro, di allontanarsi da terreni storiograficamente minati. Desiderio non dico consapevole, ma inconsapevole mi pare certo. Parlare d’altro anche a costo di parlare di cose certamente meno significative, meno importanti, di quelle di cui si sarebbe potuto parlare facendo una scelta diversa. Cose meno significative ma in compenso più accattivanti. Infatti, parlare dell’Ottocento nel modo necessariamente informativo-rievocativo come questo giornale non può non fare, significa alla fine parlare con accento inevitabilmente nostalgico del bel tempo che fu. Di com’era allora un viaggio in ferrovia, e poi dei salotti e delle logge massoniche in città, delle caserme, delle lotte dal sapore gozzaniano tra clericali e anticlericali. Significa insomma richiamare in vita l’universo dei “bei ricordi” per antonomasia (anche quando in realtà sono bruttissimi), insieme alla rassicurante sensazione del progresso che da allora ad oggi si è compiuto. Significa cioè alimentare e sollecitare sì la conoscenza del passato, ma una conoscenza che preferendo muoversi tra l’erudizione e il divertissement ben difficilmente accresce la consapevolezza dei problemi dell’oggi, della loro profondità storica, appunto, né tanto meno aiuta a rafforzare alcun sentimento etico-politico legato a tale consapevolezza. Perché non provare allora a introdurre qualche cambiamento?

6


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.