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prodotto finito viene imbottigliato nelle caratteristiche bottiglie impagliate. Rispetto a quelle antiche, le bottiglie Luxardo hanno sezione rotonda, perché così sono più resistenti. Un tempo le bottiglie di maraschino venivano fatte a Murano, ma erano troppo fragili; al giorno d’oggi la Luxardo le fa produrre in Sassonia dove c’è grande tradizione di lavorazione industriale del vetro. L’impagliatura, tuttavia, viene eseguita a Torreglia con dei macchinari automatici.
Dopo l’impagliatura, l’interno delle bottiglie viene scrupolosamente controllato con l’ausilio di una telecamera per non correre il rischio di imbottigliare il maraschino là dove potrebbero esserci residui di paglia. Tutti i macchinari della fabbrica sono all’avanguardia, automatizzati e robotizzati. Nell’azienda, che al giorno d’oggi si è abbondantemente ampliata rispetto all’originaria struttura, lavorano circa 40 dipendenti e sei titolari dirigenti, tutti cugini e fratelli Luxardo: Franco, il decano, si occupa dei mercati esteri, Piero il presidente; Guido direttore generale; Matteo, export manager, Filippo, marketing Italia e Giorgio direttore acquisti. Dopo un’allegra fotografia di gruppo, i Lussignani hanno “saccheggiato” il negozio aziendale e, oltre al celebre Maraschino, dopo averlo assaggiato, si sono portati a casa il “Sangue morlacco”, il liquore di marasche delizia del palato che nel 1919 aveva conquistato Gabriele D’Annunzio che lo aveva così battezzato.
Invito delle sorelle Todeschini Premuda Ma la sosta a Torreglia non ha portato i gitanti triestini solo alla fabbrica Luxardo: la comitiva infatti non ha ripreso immediatamente la strada per Peschiera. L’attendeva ancora l’invito per un brunch presso le tre figlie di
Il castelletto
Leila Premuda Todeschini: Maria Teresa, Maria Cecilia e Maria Cristina. Due delle tre, infatti, abitano proprio a Torreglia in un monastero benedettino del 1500 ristrutturato ad abitazione: il “Castelletto”. In questo posto incredi-
Foto Rita Cramer Giovannini