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Mario Premuda Lussignano, di vecchia stirpe marinara, grande alpinista di Giuliana Premuda
Zio Mario era nato il 24 gennaio del 1901 a Lussinpiccolo ed era il secondogenito dei 6 figli del Capitano Luigi Premuda e di Felicita Ivancich. Era ingegnere, laureato all’università di Padova. Sembra che fosse il più solare di tutti i fratelli, aveva un carattere molto gioviale, amava dipingere ed era molto sportivo: a Lussino faceva il bagno anche d’inverno. Praticava vari sport come il canottaggio, il tennis e la speleologia. Verso i 25 anni, pur non abbandonando le altre attività sportive, si era avvicinato all’alpinismo: in questa disciplina, sia per le sue doti naturali, sia per la sua grande passione, aveva raggiunto in pochi anni un posto preminente, anche fra compagni ben più esperti di lui. D’estate era instancabile, compiva le sue salite, a volte da solo o con pochi amici, spesso con i cugini Bruno e Umberto Tarabochia. Era un profondo conoscitore delle Alpi Giulie e Carniche, dove aveva aperto delle nuove vie, ma amava arrampicare anche nei gruppi del Cadore e del Trentino. Dopo aver scalato il Campanile di Il ponte Bertarelli in costruzione
Val Montanaia, aveva aperto una nuova via alla Cima Vezzana nelle Pale di San Martino. Tanta era la passione per la montagna, che la sua attività non era limitata all’arrampicata, ma era estesa anche a imprese su ghiaccio. D’inverno, oltre a partecipare a gare di discesa, praticava lo sci alpinismo. Grande conoscitore dei gruppi montuosi, aveva un grande senso dell’orientamento ed era molto abile nella lettura delle carte. Era iscritto alla sezione di Trieste della Società Alpina delle Giulie dove faceva parte della direzione e prestava la sua opera professionale nella commissione rifugi. Fu istruttore di roccia in Val Rosandra e insieme a Emilio Comici è stato il fondatore della Scuola Nazionale di Alpinismo della Val Rosandra “Emilio Comici”. Per le sue capacità alpinistiche, i dirigenti del CAI nazionale volevano proporlo come membro Accademico. In qualità di ingegnere, aveva progettato il Ponte Bertarelli nelle grotte di San Canziano, dove è stata posta una targa in sua memoria.