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Aneddoti giudiziari a Lussino, cent’anni fa

Duello tra farmacie di Alessandro Giadrossi

Una presunta concorrenza sleale, in un delicato settore commerciale quale la vendita dei farmaci, favori­ ta da un esercente le professioni sanitarie, suscitò vive polemiche nella Lussinpiccolo del 1909. Il farmacista Emanuele Colombis, titolare della far­ macia Al Redentore, denunciò al Capitanato distrettuale, autorità amministrativa che aveva anche funzioni di po­ lizia, il dott. Vobr. Quest’ultimo, durante la stagione di cura, usava prescrivere delle ricette che soltanto il far­ macista Ernst Reich, un “pangermanista di tre cotte” – come veniva definito da un quotidiano dell’Istria – po­ teva comprendere. Nessun altro farmacista avrebbe po­ tuto eseguire tal fatta di ricette senza previo accordo col medico che le scriveva. Il Colombis, come precisò nella denuncia, si sentiva fortemente leso da detti comportamenti. Innanzi tutto, perché non era in grado di eseguire le ricette che gli veni­ vano portate in farmacia; inoltre, perché il pubblico avreb­ be potuto credere che egli non fosse capace di eseguirle, forse per incapacità o perché sprovvisto di medicinali.

Le funzioni di rappresentante comunale del Capi­ tanato erano allora affidate al possidente Simone Quiri­ no Cosulich. Le autorità accertarono la fondatezza delle denuncia del Colombis. Infatti, il § 9 dell’Ordinanza ministeriale del 28 gennaio 1908 proibiva a farmacisti e medici di scrivere le ricette in modo che “apparisca un segreto accordo o qualche altra intesa del farmacista col medico”. Il farmacista Ernst Reich, per questo illecito di na­ tura amministrativa fu, pertanto, condannato ad una multa pari a 200 corone, commutabili in 14 giorni di ar­ resto. Il dottor Vobr fu, invece, deferito al Consiglio dei Medici. Il professionista, secondo quanto riferito dal giornale, “raccomandava ai suoi pazienti di servirsi solamente della Deutsche Apotheke, sicchè vedevansi i forestieri chiedere ai passanti quale delle due fosse la farmacia tedesca”. Ancora, a detta del giornalista, il Reich apprezzava molto questo medico che “prescriveva molta roba e roba molto costosa. Pertanto, chi era venuto qui in cura con le corone contate, all’udire il conto del farmacista si sentiva i sudori freddi. Un tale che per una ricetta dovette sborsare 18 corone uscì dalla farmacia con le lagrime agli occhi e bisognò di molti conforti per persuaderlo a restarsene qui”.


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