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L’ECSAC a Lussingrande di Marco Budinich

Un lussignano “Senior” che nell’agosto 2007 si fosse trovato a passeggiare nei vicoli dietro il porticciolo di Lussingrande, avrebbe notato, con sorpresa, che la porta del vecchio cinema, sprangata da anni, era socchiusa. Avvicinatosi spinto dalla curiosità e ricordando che in quella sala nel secolo scorso (ahimé si, secolo) si tenevano balli e spettacoli, avrebbe visto la sala piena di pubblico attento mentre un oratore proiettava sullo schermo dettagliate immagini del Bronzo di Lussino, il celebre Apoxyomenos. Avvicinatosi per chiedere informazioni ad una giovane donna mora che dal fondo della sala sembrava voler controllare che tutto si svolgesse regolarmente, si sarebbe sentito sussurrare in risposta che era in corso una conferenza intitolata “Scienza per i Beni Culturali” (o meglio: Science for Cultural Heritage) e che quel curioso oratore era proprio Maurizio Michelucci, sì, lui, il meticoloso restauratore dell’Apoxyomenos.

Lussingrande vista dal mare

Lasciato il nostro “Senior” alla conferenza sul bronzo facciamo un passo indietro al 2001 per capire cosa stava succedendo. In quell’anno ricorre l’85esimo compleanno di Paolo Budinich e, come si usa fare in questi casi, i suoi colleghi triestini Franco Bradamante e Pino Furlan vogliono organizzare una conferenza per festeggiarlo. Paolo Budinich, sperando di farli desistere, rilancia annunciando che avrebbe accettato una conferenza in suo onore ma solo alla condizione che si fosse tenuta nella sua natia Lussino. Gli organizzatori non si perdono d’animo, si rimboccano

le maniche e nell’agosto di quell’anno si tiene a Lussinpiccolo il congresso intitolato: “International Conference on Science and Culture”. Così si ritrovano a Lussino, vuoi per festeggiare Paolo Budinich, vuoi per personale interesse scientifico, scienziati provenienti, oltre che da Padova e Trieste, da Budapest, Praga, Vienna, Graz, Varsavia e Zagabria. Proprio qui, negli incontri informali a margine della conferenza, qualcuno propone di rimettere mano alla vecchia idea di un centro culturale internazionale. L’idea non è nuova, risale agli anni del 1960 quando un gruppo di scienziati del centro Europa, parecchi dei quali sono ora a Lussino, decidono di provare a cancellare, o perlomeno sfumare, i confini lasciati in eredità dalla guerra. Credono che i veri confini, più che geografici, siano quelli fra popoli e culture, sapendo per esperienza che la scienza vola sempre più alta di tutti i confini. L’iniziativa parte con il piede giusto all’Unesco, viene battezzata European Network e in breve l’accordo viene firmato da tutti gli interessati ma... come un fulmine a ciel sereno arriva il veto dell’Unione Sovietica: non sono graditi accordi multilaterali con paesi al di la della cortina di ferro! L’idea rimane così inespressa per anni o perlomeno prende altre forme: la nascita dell’ICTP a Trieste, la celebre rivista Encyclopaedia Moderna a Zagabria, il cui portabandiera è Ivan Supek e altre ancora. Nel 2001 però l’Unione Sovietica non esiste più e molti dei vecchi amici, sicuramente anche affascinati dalla splendida natura di Lussino, decidono di provare a rilanciare la loro vecchia idea. Per farla breve l’idea torna a germogliare e finalmente, il 27 novembre 2006, nasce, dopo una gestazione durata 40 anni, l’ECSAC ovverosia European Centre for Science Arts and Culture (Centro Europeo per le Scienze, l’Arte e la Cultura - http:// www.ecsac.eu/), titolo un po’ altisonante per un ente così giovane. Il logo dell’ECSAC

ECSAC


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