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Lussino

Una via di Fiume porta ora il nome di Suor Maria Crocifissa Cosulich di Tullio Pizzetti Il 28 aprile scorso, con una solenne cerimonia e larga partecipazione di cittadini, è stata intitolata al nome di Suor Maria Crocifissa Cosulich una via della città e precisamente il nuovo passaggio pedonale lungo circa 90 metri, che viene a congiungere via Giovanni Paolo II con via Pomerio, via sulla quale è situato l’edificio dell’antica sede dell’ “Istituto del Sacro Cuore di Gesù” fondato nel 1895 dalla suora lussignana della quale è in corso la causa di beatificazione. L’onore di scoprire la targa lapidea col nome di Suor Maria è toccato alla attuale Superiora Generale della Congregazione, Felicita Spehar, in quanto il merito dell’iniziativa spetta al fermo impegno delle suore stesse, come ha voluto pure rilevare nel corso della cerimonia l’arcivescovo di Fiume Ivan Devcic; mentre il sindaco Vojko Obersnel ha detto che “a distanza di un secolo abbiamo modo di ricordare tutte le opere caritatevoli a cui la suora si è dedicata con zelo”.

Ad allietare la celebrazione - ampiamente riportata dai due quotidiani di Fiume - ha contribuito il coro delle sorelle del Sacro Cuore.

Elogio dello spreco Recensione del libro del professore Andrea Segrè di Maura Lonzari I Lussignani dei tempi andati, pur non avendo letto probabilmente qualche libro di economia, ben sapevano l’importanza del risparmio e, quindi, del non sprecare nulla assolutamente. Questo libro, che dovrebbe essere letto anche nelle scuole per insegnare ai ragazzi a spegnere la luce nelle classi e ad usare il retro di ogni foglio per preservare l’ambiente, manca di un solo principio lussignano, che, del resto, percorre sottilmente tutto il libro: “el sparagno xè el primo guadagno” (Il risparmio è il primo guadagno). In effetti è proprio così e queste pagine del professore Andrea Segrè, che, sotto una patina economica, sociale e culturale, distribuiscono tante pillole di saggezza avita, sembrano volere anche riproporre un ritorno alla semplicità di vita di un tempo, quando nessuno acquistava, per gettare via, sconsideratamente, quando l’ambiente era inconsciamente salvaguardato e fortunatamente la tassa dei rifiuti era sconosciuta. Per chi desidera

percorrere una strada che lo porti all’agiatezza, consulti di tanto in tanto queste utili riflessioni, perché soltanto una assennata oculatezza e una sobria condotta di vita conducono alla vera ricchezza, che non è solo quella materiale, ma anche quella dell’animo, propria di chi è solidale con i meno fortunati. Insomma dimentichiamo “la civiltà dell’ usa e getta” che induce l’uomo a estendere questo modo di vivere anche ai rapporti tra le persone ed appropriamoci, invece, del valore di relazione con gli altri mediante lo scambio di un bene, se adottiamo un linguaggio economico, che altro non è nella quotidianità se non lo scambio di un dono. Vivremo con meno, ma più semplicemente ed è questo il vero lusso: la nostra serenità. Un ultimo consiglio ai lettori lussignani: tenete l’ “Elogio dello spreco” sul vostro comodino e leggetelo avidamente, qualora il diavolo vi tentasse di sprecare qualche fiammifero usato !!!!!


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