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L’ape e l’apicoltura in Istria, Quarnero e Dalmazia Intervista a Livio Dorigo, presidente del Circolo Istria a cura di Carmen Palazzolo Debianchi
Livio Dorigo è nato a Pola, da dove è esulato coi familiari col grande, noto e organizzato esodo del febbraio 1947. Frequentava allora il liceo classico, che finì a Roma. In seguito conseguì la laurea in veterinaria all’Università di Perugia, ateneo presso il quale operò poi per sette anni come assistente. Abbandonò questo incarico quando vinse un concorso bandito dal Ministero della Sanità come veterinario e venne assegnato al controllo del traffico frontaliero. Con questo ruolo prestò servizio anche a S. Candido e a Trieste. In seguito svolse la funzione di veterinario provinciale a Cremona e a Varese. In quest’ultima località, in vicinanza delle pendici alpine – era diventato anche presidente della locale Comunità Montana – spesso soggette ad allagamenti, dilavamenti, incendi ed altre calamità, acquistò consapevolezza dei disagi della gente che abitava in codeste terre marginali e delle ragioni per cui l’abbandonavano e nel medesimo tempo dell’importanza dell’impedirne lo spopolamento per non aumentarne il degrado. Si adoperò perciò, con successo, per mantenere la gente sul posto e favorire e incrementare le tradizionali attività della pastorizia e della produzione del latte e dei suoi derivati: formaggi, burro ed altro. Ma, durante la sua lunga attività professionale Livio Dorigo ebbe tanti altri importanti incarichi, dei quali non ama troppo parlare. Raggiunta l’età del pensionamento, pensò di trasferirsi a Trieste, per essere – lui e la moglie, esule da Fiume – più vicini alle terre a cui sentono di appartenere. A Trieste, grazie alla vicinanza con la terra d’origine, al maggior tempo a disposizione, alla lettura di opere varie ma in particolare di quelle di Fulvio Tomizza, Livio recupera il rapporto con la sua Pola, la sua cultura, le sue radici e acquista una nuova e più approfondita e consapevole coscienza della sua identità. Contemporaneamente non se ne sta certo con le mani in mano ma diviene, fra l’altro, presidente degli apicultori del Friuli Venezia Giulia – incarico che ricoprì per quindici anni – e poi presidente del Circolo di Cultura Istro-veneto “Istria”, che riveste tuttora. Dott. Dorigo, il suo interesse per le api quando e come è cominciato? Il mio interesse per il mondo dell’ape si è sviluppato agli inizi degli anni ottanta quando, attraverso l’intensificarsi degli scambi commerciali, giunse nel nostro territorio nazionale una malattia parassitaria delle api, che
ancora oggi costituisce un problema grave e di difficile soluzione per tutta l’apicoltura mondiale: la varroasi, causata dall’acaro Varroa destructor. Il suo interesse per l’ape fu dunque di carattere professionale? Interesse professionale ma anche personale e che divenne pure familiare. Dirigevo allora l’ufficio del veterinario provinciale di Varese, al quale era affidato il compito della profilassi delle malattie degli animali della provincia e quindi, per meglio conoscere la vita di questo insetto, allestii nel giardino di casa un piccolo apiario. In breve tempo esso catturò l’attenzione di tutta la famiglia: il mio sotto il profilo professionale per le malattie dell’ape; quello di mia moglie, appassionata di giardinaggio e di orto-frutticultura, che intravide immediatamente i benefici che l’ape attraverso il fenomeno dell’impollinazione avrebbe arrecato alle sue piante; di mio figlio Marco che valutò la possibilità di incrementare il suo reddito di giovane studente con la produzione del miele. In seguito si sviluppò anche l’interesse di mia figlia Bruna, medico nutrizionista, per il potere nutrizionale e coadiuvante la terapia di diverse malattie posseduto dal miele, dalla pappa reale, dalla propoli. Ci presenti dunque questo insetto, con particolare attenzione all’ape che vive nelle isole del Quarnero. L’Apis mellifera è originaria della regione del Caucaso. Nei millenni si è diffusa naturalmente in tutta l’Europa e nei diversi ambienti si è differenziata in razze distinte e ben caratterizzate sotto il profilo morfologico, comportamentale e genetico. Abbiamo così l’Ape mellifera Mellifera nei paesi del Nord Europa, quella Ligustica nella Penisola Appenninica, la Carnica nei Balcani, in Austria e in Russia, la Sicula, la Siriana, ecc. Nella nostra regione – Istria e Quarnero ma anche in Dalmazia – si è selezionato nei millenni, attraverso fenomeni di adattamento ambientale, un tipo particolare di ape: l’APE DALMATICA Essa è stata descritta da Mons. Giovanni Moscardin di Cherso nella sua relazione al X Congresso della Società Agraria Istriana, intitolata “L’ape e l’apicoltura dell’isola di Cherso” e riportata nel Giornale della Società del 27 ottobre 1877: “… Tra le 30 specie di api conosciute la nostra ape proviene dall’ape nordica, varietà la più pregiata e general-