Foglio Lussino 37

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Ricordi dei Cantieri Lussignani di Geromin Picinich“Bepiza”

Co’ mi iero mulo, circa 70 ani fa, a Lussin, ieri 3 cantieri (squeri). El Primo Squero, dopo el dottor Cleva, iera del Violincich. Lui fazeva piccole barche e repezava braziere e trabacoli e gaveva circa 10-15 operai. Mi ancora oggi sento la maziola dei calafai che i tegniva la stopa involtizada sul brazzo sinistro. El Secondo squero, dopo la Capitaneria de Porto iera del “Sior Marcheto”, Marco U. Martinolich. Lui faceva e riparava grandi barche anche de ferro. L’ultimo vapor fatto là iera la Lodoletta. Per lui lavorava cento e più persone. La compagnia de navigazion Marco U. Martinolich gaveva cinque “carette”, vapori dai nomi Iris, Carmen, Bohème, Fedora e Lodoletta, questi xè nomi de opere e operette. A tutti in casa ghe piaseva la lirica. El Terzo squero iera quel del Ottavio Picinich Jovanizza, anche lui ai primi e boni tempi dopo la prima guerra gaveva tanti operai.

Fazeva scune e trabacoli e anche maggiori riparazioni; l’ultima barca granda iera el tre alberi Maria Venezia. Lui viveva a Prico, vicin la ciesetta del Sacro Cuore e andava in Privliaca, nel suo squero, ogni giorno in batela. Gaveva bon ocio per le sagome dele barche; i fioi prima Giuseppe e poi Marino tendeva i affari fino a che el cantier xè sta nazionalizado. A Lussin iera altri che lavorava: Mattio “Silba” Rade, sotto i pini, in Cigale, fazeva passere de lusso coverte, solo per passeggio e per signori. Marco Sabin e suo fio anche lori fazeva belle passere e guzzi a San Martin e Valdarche ma queste iera forti e adate a pesca e brinzi. El “Magmuac”, sotto el Volto, in Clanaz, anche lui iera un mistro de prima classe e le sue barche iera amirade e invidiade. I Vizerina a Prico i fazeva un poco de tuto, in un hangar della prima guerra.

Squeri e cantieri Committenze lussignane a Curzola di Rita Cramer Giovannini

Esaminando le tabelle riportate da Giovanni Gerolami nel suo “L’isola marinara”, riguardanti l’elenco delle navi lussignane fino al 1914, e quello delle imbarcazioni costruite a Lussinpiccolo fino al medesimo anno, si vede che su 600 imbarcazioni lussignane poco più della metà è stata costruita a Lussinpiccolo. A riprova di questo dato, su 434 bastimenti costruiti nello stesso periodo di tempo nei cantieri di Lussino, 308 furono commissionati da Lussignani. Poiché l’elenco delle navi lussignane comincia dall’anno 1803, e il primo veliero costruito a Lussino è stato il Primo Lussignano, del cantiere Cattarinich nel 1824, è ovvio che i nostri armatori fino a quella data si erano dovuti rivolgere a cantieri fuori dall’isola: per lo più a Venezia, Trieste e Chioggia. Comunque, appena dal 1832 i Lussignani cominciarono a commissionare le loro imbarcazioni in patria, continuando ad affidarsi a cantieri “stranieri”, in misura

via via più contenuta. Dal 1867 al 1894 i velieri dei Lussignani sono stati per lo più costruiti nei cantieri di Lussino, con una maggiore frequenza nel triennio 1875 – 1877. Dopo il 1894, quando ormai la vela aveva ceduto il campo ai piroscafi, la massima parte delle imbarcazioni di Lussino proveniva dai cantieri inglesi. Tornando comunque alla provenienza dei velieri lussignani, per quanto riguarda le sedi cantieristiche diverse da Lussinpiccolo, oltre le già citate Trieste e Venezia, anche Fiume ebbe un ruolo importante, specie dopo il 1840. Accanto a questi, un ruolo minore fu svolto da cantieri istriani, più precisamente Capodistria e Rovigno, dove furono varate rispettivamente 8 e 3 imbarcazioni poi appartenute a Lussignani. Per quanto invece riguarda i cantieri dalmati, solo un bastimento fu varato a Ragusa, mentre ben cinque brigantini furono messi in mare a Curzola: Eto 410t del


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