pagina 38 - Quadrimestre 62 - Aprile 2020
D’Annunzio a Veglia Sergio Colombis Terminata la Grande Guerra con gli armistizi tra gli Alleati e gli Imperi Centrali, le potenze vincitrici, prima ancora di firmare dei trattati di pace, il 18 gennaio 1919 si riunirono in un congresso a Parigi. Stati Uniti, Inghilterra e Francia si spartirono le colonie tedesche d’Africa e in Oceania, posero un'ipoteca sul risarcimento dei danni di guerra provocati dalla Germania con l’occupazione francese del bacino minerario della Ruhr. Poiché dalla disgregazione dell’Austria-Ungheria erano nati dei nuovi stati ne definirono i confini ridisegnando la carta geografica dell’Europa. Cherso Fiume Veglia e Spalato con gran parte della Dalmazia vennero destinati al nuovo regno dei Serbi, Croati, Sloveni (SHS) malgrado la ferma opposizione italiana. Trovate le coperture finanziarie e politiche ‘il Poeta Soldato’ Gabriele D’Annunzio, l’11 settembre 1919 partì da Ronchi in Friuli con al seguito dei soldati disertori di molti corpi dell’Esercito Italiano e raggiunse Fiume facendo sloggiare i militari jugoslavi, francesi ed italiani componenti l’amministrazione provvisoria alleata. Non passava giorno che a Fiume arrivassero delle delegazioni da Spalato e da Veglia per chiedergli un intervento armato nelle loro città. Queste delegazioni spesso erano accompagnate da volontari che andavano a ingrossare le file dei Legionari; per la vicinanza a Fiume i più attivi erano i Veglioti. Per tenere alto il morale degli abitanti di Veglia, coi quali teneva dei regolari contatti telegrafici, D’Annunzio il
31 gennaio 1920 inviò una cartolina piena di velate promesse, leggendo tra le righe si capiva che preannunciava un intervento dei suoi legionari dopo la vendemmia. Il 14 luglio 1920 i maggiorenti veglioti, si riunirono nel castello della città per pianificare e agevolare un’eventuale entrata dei legionari, fondando anche una milizia cittadina e spartendosi incarichi e competenze.
I cospiratori
Autografo Vate
Mio padre Giacomo Colombis, già membro della milizia cittadina della quale era cofondatore, secondo gli accordi con il Comitato Nazionale assunse l’incarico di ufficiale di collegamento, tenendo i contatti via telegrafo tra l’Isola e il governo della Reggenza del Quarnaro stabilito a Fiume. Aiutato dalla sorella Concetta la linea telegrafica con Fiume funzionava ventiquattro ore su ventiquattro, il loro interfaccia fiumano era il legionario trevigiano Giovanni Comisso, giornalista del Corriere della Sera e scrittore. Poiché le meline diplomatiche tiravano per le lunghe il 30 Agosto 1920 d’Annunzio proclamò la Reggenza del