Foglio44

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pagina 50 - Quadrimestre 44

Bruno Martinolich e l’uselanda di Doretta Martinoli È uno degli ultimi VERI lussignani ancora residenti che ho avuto il piacere di conoscere qualche anno fa a casa di mia sorella dove stava montando una bella stufa di ceramica. Provai per lui un’immediata simpatia per il suo modo di raccontare episodi del passato con la cadenza dialettale che purtroppo si sente sempre meno e per lo spirito con cui descriveva personaggi e avvenimenti. Purtroppo ciò è avvenuto parecchio tempo fa per cui ho perso molti “ pezzi” per strada ma voglio ricordarlo lo stesso. Dopo le scuole elementari e l’avviamento professionale, ha lavorato nel cantiere Piccini dal 10 agosto del 1942 al 1946 e poi, fino al 30 maggio 1958, nel cantiere nazionalizzato. Poi navigò “in” Yugolinja fino in Giappone, Borneo, Giava, Malesia, Singapore, Cambogia, Sud Africa. Non ha mai avuto problemi politici anche dopo che tutti se ne sono andati via e sono rimasti circa in trecento in tutta Lussino. Subito gli esulati sono stati rimpiazzati da altri venuti da Pago, Arbe, Dalmazia, e poi altri da “suso”!! Raccontava che a Lussino, ai nostri tempi, c’erano almeno 50 contrabbandieri che sbarcavano in Coludarz e da lì con la “batela”raggiungevano Lussino: poi “la roba” ripartiva per l’Istria da Cigale e da Val di Sole. La “roba” consisteva in sigarette, tabacco, zucchero, caffè, spirito… Anche le donne facevano contrabbando!! Una certa Rosina aveva aperto la trattoria (che ora si chiama Chalvien) nel 1938 e “i gaveva la radio” e la mularia sacramentada ascoltava Mussolini (nel 1942). Altre osterie erano: della Anna Polesana a Squero, el Moreto (dietro el Schicker), Nonzolo Rode (zacantuni), la Crociata della Matieta Martinolich, el Frane dietro la Pescheria e San Marco in strada Nova, prime scale a destra (Toni Gelussich) La Meniga Furnirca, zia delle Marcev, sposada con Garofolo, la gaveva el negozio de commestibili. La passione di Bruno era l’uselanda!!! E non era il solo: era praticata da molti (purtroppo!) Alcuni venivano a Lussino in ferie per “uselar”: iera mularia che ghe vendeva useleti anche al capo della Finanza e ai Carabinieri, anche se incombeva sui trasgressori una multa di ben 500 Lire! Bruno uselava con tre alberetti mentre a 7 anni aveva cominciato con uno solo; sull’alberetto, nella corteccia dura, si metteva il vischio e andavano per le stradette di campagna per non essere visti! I poveri useleti poi finivano in “sguazeto”!

Gli uccellini che Bruno ricorda ci rallegrano ancora, specie in primavera e grazie alle sue descrizioni riesco a riconoscerne alcuni: Lugarin: piccolo, giallo con una macchietta nera sotto la gola. Gardelin: testa rossa, ali gialle, petto rosso. Verdon: verde sopra, giallo sotto. Faganel: color caffè. El mascio xe un poco rosso davanti. Finco: el mascio xe rosso sotto, el ga la coda lunga bianca e una piccola cresta. Montagnaro: el xe el primo de mattina con el petto rosso e la schiena de velludo nero. Frisolo: più piccolo del lugaro, el canta tanto. El mascio xe giallo sotto e sovra scureto. Becco in croce: sta sui pini, el mangia pignole, becco incrociato e el camina come un papagal! Chimpel: grande, el mascio ga la testa nera e el petto rosso. Perussola: gialla (li prendevano con un bastone vischiato, vicino all’ulivo e il richiamo in gabbia). El mascio ga el petto nero e el maza i piccoli. Perusulin: molto più piccolo Frisoto: quattro volte più grande del Frisolo, becco curto ma forte. Zia: color del passero. Zioto: uguale ma più piccolo. Stridon: canto stupido. Passero de campagna: giallo sul petto (cucher) Pettirosso: el torna sempre sul stesso posto. Tuich: piccolo, giallo, el passa tra i ferri della gheba. Skuarich: piccolo, l’attraversa la masiera in inverno, coda per aria. Falco: el rubava la gheba e la portava via. Allora mettevimo un sasso sovra la gheba. El fazeva una picchiata sulla gheba Spero di aver raccontato tutto quello che il Sig. Bruno un giorno ci ha illustrato mentre mangiavamo da Chalvien dove lui si recava a pranzo quotidianamente. Ora purtroppo non può più farlo perché ha troppe scale da fare e le gambe lo hanno tradito ma, siccome so che riceve il nostro giornale, sono certa che sarà contento di leggere quanto mi ha raccontato e, se lo desidera, può mandarci altre storie della nostra Lussin. Grazie Bruno!


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