Foglio 36

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Ancora sulla storica visita di Francesco Giuseppe a Lussino il 13 maggio 1875 dal diario del viaggio di Francesco Giuseppe in Istria e Dalmazia, redatto dal dott. Franz Coglievina, di Cherso, allora professore all’Università di Vienna traduzione dal tedesco di Sergio degli Ivanissevich

Ieri sera, quando il Miramar lasciò Lissa con rotta nord, il vento fresco che spirava lo accompagnò per tutta la notte sul mare solitario, senza peraltro diventare parti­ colarmente molesto. Maestoso e sicuro navigava a qual­ che distanza dalla costa e dalle isole dalmate come se fosse consapevole di essere il “Caesarem vehis”. I profili delle isole scorrevano e si dissolvevano assieme a quelli della costa e oggi si persero a mano a mano che con i primi raggi dell’aurora l’alto monte Ossero si stagliò contro il limpido orizzonte, la cui forma piramidale gi­ ganteggia sopra le scogliere e le isole ricche di saghe che lo attorniano. I confini del territorio politico della Dal­ mazia furono superati entrando nel territorio ammini­

strato dalla Luogotenenza di Trieste ed Istria, le antiche acque illiriche. Il Capitanato distrettuale di Lussin com­ prende le isole del Quarnero, cioè i Giudizi distrettuali di Lussin, Cherso e Veglia con le relative isolette, sparpa­ gliate qua e là, che gli appartengono; la sua popolazione complessiva ammonta a 35.917 abitanti, soprattutto cat­ tolici. Il Giudizio distrettuale di Lussino ha una popola­ zione di 11.602 abitanti, di cui 5.658 vivono in città, mentre gli altri sono distribuiti negli altri 3 comuni loca­ li e 9 distretti fiscali. Con i primi raggi del sole Sua Maestà l’Imperatore salì sul ponte della nave per osservare il nuovo panora­ ma che si distingueva da quello insulare dalmata visto fino allora soprattutto per il notevole sviluppo della ve­ getazione. Un’estesa costa di calcare giurassico scarsa­ mente ricoperta di verde e quasi disabitata si offriva al suo sguardo con l’isola di Premuda e la scogliera di Gruizza, quasi annunciando che la maggior parte della popolazione dell’isola aveva dovuto cercare il suo so­ stentamento nella navigazione facendo così onore al nome ed alla bandiera austriaci. Davvero non c’è nulla di più incoraggiante e conso­ lante della storia di questi nuovi Fenici che, spiccato il volo, in solo mezzo secolo di lavoro instancabile, unito a luminosa intelligenza, abilità, severo risparmio e sobri costumi hanno portato le loro desolate e sterili terre allo stato attuale, e sono riusciti a possedere un buon terzo della flotta mercantile dell’Impero, i cui importanti piro­ scafi da carico percorrono con mutevoli destini i mari di tutte le più lontane latitudini, particolarmente ove i piro­ scafi del Lloyd A.U. non fanno loro concorrenza. Essi raggiunsero questi obiettivi confermando la grande sag­ gezza di vita contenuta nel motto dell’Imperatore “Viri­ bus Unitis”. Sua Maestà volle pertanto inserire nel suo esteso itinerario l’isola di Lussino a onore, elogio e inco­ raggiamento di una marina mercantile così importante e altamente meritevole. Per entrare in porto rispettando l’orario precedentemente stabilito, la macchina del Mira­ mar venne prima un po’ rallentata e poi fermata del tutto. Non appena fu doppiato un lungo promontorio, il Mira­ mar entrò con un tempo splendido nella Val d’Augusto di Lussinpiccolo - un porto profondo, spazioso, protetto da


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