Viaggi del Gusto

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editoriale

di Domenico Marasco

domenico.marasco@vdgmagazine.it

Buon Natale, buon cibo Diamo più valore alla scelta sullo scaffale. In quel gesto decidiamo della nostra vita. E di quella di tanti altri Come ogni anno, sta per arrivare il Natale. La festa per eccellenza, quella attesa per un anno intero da tutti, grandi e piccini. Quella che tutti (o quasi), in un modo o nell’altro, non manchiamo di celebrare. Quella che – nella comunità cristiana, almeno – più di ogni altra richiama alla mente atmosfere magiche, fede, sentimenti, famiglia, tradizione, convivialità. Ma che Natale sarà, quello del 2012? Certamente sarà una festa diversa dal solito. Meno sfarzosa, meno edonistica, meno ridondante, in una parola “meno consumistica”. La situazione economica attuale sta riportando alla luce atteggiamenti più profondi e più ponderati rispetto al nostro vivere quotidiano e, di conseguenza, orientamenti di consumo più responsabili e oculati. Questo ci fa pensare che forse il prossimo sarà un Natale sull’onda dell’amarcord, quando si stava peggio ma, sotto certi punti di vista, si stava meglio. Un Natale, dunque, che ci riporterà al passato, a tanti decenni fa. Quando al centro della festività più amata c’erano i valori veri come la devozione religiosa, gli affetti dei propri cari e degli amici, la solidarietà, le radici, il tempo da dedicare a noi stessi e alla famiglia. Quando la gioia del Natale era data dallo stare insieme, da un piccolo dono finalizzato unicamente a esprimere un pensiero affettuoso o da un semplice gesto di generosità verso chi aveva bisogno. Oggi, mentre venti di crisi (non solo economica) soffiano impetuosi sul mondo, un Natale fatto di soli consumi spinti, di regali, regali e ancora regali, di sprechi, di eccessi, di opulenza, un Natale condizionato pesantemente – come avviene ormai da troppo tempo – dalle tendenze, dal glamour, dall’industria e dal marketing pubblicitario, chiaramente non è più possibile né trova alcuna giustificazione o ragion d’essere. Mai come in questo momento, a essere davvero importanti sono i gesti quotidiani, i rapporti interpersonali, la mutualità, l’equità sociale. La sostanza più che la forma e la comunità più che l’individuo.

Durante il 2012 attraverso le pagine della nostra rivista – come ormai facciamo da tanti anni a questa parte – abbiamo cercato di raccontarvi il nostro Paese e i tesori che nasconde. Ma non solo: abbiamo cercato in ogni modo (anche per dimostrare che l’Italia ha già in casa lo strumento per uscire dalla recessione) di difendere le produzioni agroalimentari di qualità dei piccoli agricoltori italiani. Ai giorni nostri, anche questa sembra essere diventata quasi una sorta di ideologia alla moda, ma la rivista che state sfogliando – lo diciamo senza peccare di presunzione – è da anni che porta avanti la battaglia sulla qualità delle produzioni enogastronomiche tricolori e sulla diffusione della “cultura del cibo”. Pertanto non possiamo che essere compiaciuti di questa nuova presa di coscienza collettiva: ben venga insomma che la gente capisca come il gesto dell’acquisto al supermercato debba essere sempre più pensato e ragionato. Passare più tempo davanti allo scaffale e capire bene quali alimenti mettere nel carrello, è fondamentale. In quel gesto decidiamo della nostra vita e di quella di tanti altri. In occasione di questo Natale, che per forza di cose dovrà essere meno consumistico, iniziamo dunque a premiare le produzioni di qualità di piccole aziende: faremo bene a noi e a tanti piccoli produttori che oggi sono in difficoltà. Approfittiamo di queste festività, in giorni di austerity, per regalare secondo buonsenso, qualità e anche solidarietà. Un piccolo dono, come una bottiglia di olio o una fornitura di sughi e pasta a un amico che non li ha mai provati. Con questo semplice gesto faremo cultura sul cibo e daremo una mano a chi lo produce. Di questi tempi, vi pare poco? Buon Natale e buon cibo a tutti

dicembre 2012

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