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DIVENTARE CESARINE, CUOCHE DELLA TRADIZIONE

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TEMPI MODERNI

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L’UNITA’ LABURISTA - 45

DIVENTARE CESARINE,CUOCHE DELLA TRADIZIONE

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DI VERONICA D’ANGELO

Nell’ultimo decennio è diventato di gran moda

anche in Italia l’home restaurant, ovvero il ristorante che si svolge in casa, dove un privato, indossato il cappello da chef, accoglie gli ospiti nella propria dimora e cucina per loro. Se però il pranzo o la cena è a base di piatti tipici italiani, preparato da una cuoca che utilizza le ricette antiche della nonna, allora con ogni probabilità si è a casa di una Cesarina.

Le Cesarine sono una associazione di cuoche amatoriali d’Italia, nata nel 2004 a Bologna con l’idea di preservare e tramandare la cucina tradizionale regionale, tanto da ricevere il patrocinio del Ministero delle Politiche agricole e della Regione Emilia-Romagna.

Col tempo, l’associazione si è ingrandita, fino

ad annoverare circa 1500 appassionate di cucina in ogni parte d’Italia, pronte ad aprire

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le porte di casa, mettersi ai fornelli e condividere la tavola con ospiti, in genere viaggiatori, che desiderano provare piatti tradizionali in un ambiente intimo e familiare.

Pasta fresca, sughi preparati come una volta,

ricette tipiche regionali. Per assaggiare i piatti di una Cesarina basta consultare la piattaforma dedicata (cesarine.com), dove tutte le esperienze si possono selezionare per data, città di svolgimento e numero di ospiti. I pranzi e le cene si svolgono secondo un format unico: si può scegliere tra un menù a due o a quattro portate, a prezzo fisso, da gustare chiacchierando con i padroni di casa.

Oppure si può scegliere un corso di cucina,

una degustazione di vini o una visita a un mercato locale, in cerca di prodotti tipici.

Non posso fare a meno di sbirciare le portate di

alcuni menù, con la voglia di scoprire quali delizie offrono queste cuoche amatoriali. Si spazia dai “ciceri e tria” (pasta e ceci) a Lecce, ai pici all’aglione a Montepulciano in Toscana; si può optare per una cena sui tetti di Venezia, dove gustare le celebri sarde in saor, o un pranzo in una splendida villa in stile liberty a Catania, dove mangiare il macco (una crema densa) di fave e finocchietto o i dolci di marzapane; si possono provare i ravioli capresi (con pomodoro e mozzarella) in una villa di Capri e a Cagliari la "fregula sarda", piccole chicche di pasta di semola condite con cozze e vongole. Insomma, ce n’è per tutti i gusti.

E

se si vuole una immersione totale nella cucina regionale italiana, si può optare per i corsi di cucina, con assaggio finale del piatto preparato. A Murano, ad esempio, la Cesarina Alessandra insegna a cucinare una antica ricetta di famiglia, il risotto ai durelli di pollo, da assaporare in un giardino con affaccio diretto sulla laguna. Se un giorno andassi a Lucca, invece, mi piacerebbe cimentarmi nella preparazione degli gnudi toscani, ovvero l’interno dei ravioli ricotta e spinaci “denudati” dalla pasta, preparati in un sottotetto, con vista sulla città, da una giovane coppia accomunata dalla passione per la cucina.

Ma come si diventa Cesarina? Bisogna compilare un modulo online disponibile sulla loro piattaforma, in cui si racconta qualcosa di sé e di cosa si ama cucinare, dimostrare di conoscere la cucina o i vini del territorio, saper descrivere il menù da proporre, e magari avere ricette di famiglia da condividere. Si fa un colloquio telefonico e si viene “certificati” dopo una verifica sul campo, soprattutto per quanto riguarda il luogo dove si accoglieranno gli ospiti.

Q uesta attività ha un duplice vantaggio, che

ne ha decretato il successo: se da un lato contribuisce a tutelare e promuovere il patrimonio enogastronomico italiano, dall’altro favorisce la piccola imprenditoria, soprattutto femminile, grazie all’appeal che ha sempre avuto l’Italia come patria del buon cibo e dell’ospitalità. Piatti ricchi della tradizione, eccellenti vini e una accoglienza calorosa, infatti, sono tra i motivi principali per i quali folle di turisti accorrono ogni anno nel nostro Paese, alla ricerca di esperienze gastronomiche autentiche e genuine.

Più ci penso e più mi sembra bellissimo fare

l’ambasciatore della cucina italiana nel mondo, restando comodamente nella cucina di casa propria. Raccontare l’origine di un piatto, un aneddoto, il tocco segreto della nonna. Magari, per me che sono campana, davanti a un bel piatto di parmigiana di melanzane.

Le Cesarine, infatti, non sono solo casalinghe di una certa età, come si sarebbe portati a pensare, ma anche uomini, coppie e giovani appassionati di cucina, spesso animati semplicemente dal piacere di condividere buon cibo e ospitalità. O in altri casi, dalla voglia di fare della passione per il cibo un vero e proprio lavoro.

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