IDEE
La Porpora e gli artisti di Marco Gallo*
I Quaderni delle Giornate di Studio sui Cardinali mecenati e patroni delle arti
Non sempre è immediata la percezione del ruolo e dell’azione esercitati dai committenti nella storia non solo della produzione delle singole opere d’arte, ma addirittura nell’intero processo di formazione di ciò che definiamo come “gusto” estetico di un’epoca e, in definitiva, anche degli stili storici che hanno dominato interi secoli, in particolare della nostra storia. Non sembra oggi più possibile né corretto sotto il profilo metodologico studiare le opere d’arte come oggetti autonomi e conchiusi, il cui fine primario sia da ridursi alla musealizzazione (per la fruizione comune, pubblica e indifferenziata) o all’inserimento – su basi rigorosamente, il che vuol dire però anche rigidamente, filologiche – entro un corpus o catalogo comprendente la produzione dell’artista, elenco a sua volta inteso come entità monadica e isolata. Sono stati in effetti ormai decostruiti e riletti in una prospettiva storico-sociale e storico-culturale i due istituti su cui a lungo si è retta la disciplina della storia dell’arte, costituiti dal “modulo biografico” (vale a dire la ricostruzione della vita dell’artista ereditata dalla grande tradizione storiografica cinquecentesca vasariana e celliniana, d’impronta toscanocentrica, e arricchita, nei secoli successivi, dalle auctoritates delle altrettanto celebri Vite compilate nel corso del Seicento da Giovanni Baglione, dal Bellori, dal Malvasia, dal Baldinucci, ecc.) e dal “corpus” appunto (cioè il catalogo per quanto possibile completo delle opere, ordinato cronologicamente e finalizzato ad avere anche non secondarie ricadute nel mondo mercantile, nel quale è vitale discernere l’autografo dalla copia o dalla variante di bottega o di scuola): di conseguenza, incrociando le metodologie della storia sociale dell’arte e quelle dell’iconografia e dell’iconologia, discipline volte a rinvenire le motivazioni concettuali e storico-culturali che recarono committenti e artisti a collaborare alla produzione soprattutto dei significati (dottrinali e letterari) delle opere d’arte, pare opportuno privilegiare lo studio dei contesti (anche geografici o cittadini), delle dialettiche tra centri e periferie, delle cerchie di committenza (Ordini religiosi, fazioni politiche, confraternite e consor-
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Anonimo. Il Cardinale Paolo Sfondrati. Pinacoteca Ala-Ponzone, Cremona.
terie sia laiche sia religiose, accademie artistiche e letterarie, ecc.), essendo sempre più consapevoli del ruolo quasi sempre subalterno degli artisti dinanzi ai committenti circa la scelta dei soggetti, delle iconografie per mezzo delle quali raffigurarli, e dei significati ad essi sottesi.
@lumsa 43