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Media
SHINY Media
SHINY Media è un progetto di WorldcApp. WorldcApp ha ideato e sviluppato una piattaforma digitale (domanda di brevetto d’invenzione depositata in data 11 Dicembre 2020, n. 102020000030593) per Award/Prize/ Reward Competition, Media/Business/NonProfit community ed Aziende in ambito B2C che vogliono avvantaggiarsi di un “esercito” di influencer di tutte le dimensioni che integrano il loro potenziale. Copertina: Patrice Murciano (fronte), Iris Scott (retro) Copyright: Tutti i contenuti appartengono ai rispettivi proprietari. La riproduzione di questi contenuti, senza il consenso esplicito dei legittimi proprietari, è severamente vietata. Indirizzo e Contatti: Bastioni di Porta Nuova, 21 20121 Milano (MI), Italia www.shiny.media WorldcApp.com - info@worldcapp.com Partita Iva: 10987970968 Note legali: WorldcApp.com/legal Stampa realizzata da Blurb.com Milano 2021
. SHINY Media
© Iris Scott
“La bellezza salverà il mondo” (Fëdor Dostoevskij) Puntare alla bellezza nei propri progetti richiede studio, applicazione e sperimentazione. Allo stesso modo, essere “utenti del bello” necessita di un processo di formazione e comprensione che si affina solo con l’esercizio e l’esperienza. Tuttavia lo sforzo richiesto non è fine a se stesso: è una tensione culturale che ci dota di una dimensione spirituale più alta e probabilmente capace di “salvare il mondo”. Pensate per un attimo al gioco dei Lego. Se avessimo tanti mattoncini ma di una sola forma, dimensione e colore, potremmo certamente costruire qualcosa di enorme; tuttavia la nostra capacità di espressione sarebbe costretta in una camicia di forza.
Disponendo invece di tasselli assai variegati, le idee si scontrerebbero con un unico limite realizzativo: la nostra creatività. Questa, infatti, non è altro che la capacità di acquisire, collegare e combinare elementi (mattoncini) di natura e forma diversa. Immaginate ora di sostituire il gioco dei Lego con la cultura, ed i suoi mattoncini con attività ed esperienze di carattere culturale. Anche in questo caso, la qualità delle idee sarebbe in stretta relazione con la nostra creatività e quindi, con la varietà delle attività ed esperienze rispettivamente svolte e vissute.
© Iris Scott
Vision .
© Eolo Perfido
Vision La cultura non è una forma di intrattenimento per pochi; non è un territorio dominato da un’élite; non è un vestito che indossiamo per mostrare al mondo quanto siamo smart; non è un diploma o un certificato grazie al quale le persone possano intuire quanti e quali musei abbiamo visitato o quanti e quali libri abbiamo letto; e soprattutto, non è un piedistallo dal quale snobbare gli altri. Troppo spesso assistiamo a questo uso improprio. La cultura è quell’insieme di espressioni di eccellenza dell’intelletto umano, considerate collettivamente e poste tutte sullo stesso piano. Vale a dire che non hanno più ragione di esistere distinzioni tra serie A e B. Le scelte culturali devono essere pilotate esclusivamente dalla nostra curiosità interdisciplinare e non da retrograde classificazioni e contrapposizioni tra (come dicono gli anglosassoni) highbrow e lowbrow culture. La buona notizia è che questo processo di democratizzazione della cultura è attualmente in corso, come chiaramente dimostrato da alcune personalità visionarie come quelle che seguono: Una giornalista e conduttrice televisiva londinese – Pandora Sykes – ha scritto un articolo interessante riguardo al fenomeno del calendario Pirelli: “liquidarlo come una raccolta di pin-up – scrive Pandora – significherebbe fraintendere il suo ruolo e sottovalutare la sua rilevanza culturale … il calendario Pirelli, nato per rendere omaggio a donne di fama mondiale, è diventato da tempo un potente motore del pensiero progressista”. Un architetto italiano – Massimiliano Fuksas – una volta dichiarò in un’intervista che, se la sua fonte di ispirazione si fosse limitata all’architettura, avrebbe trascorso il suo tempo a creare unicamente copie di edifici costruiti nel passato, anche se con materiali moderni. Leonard Bernstein, dall’alto della sua straordinaria carriera di compositore, pianista e direttore d’orchestra, quando ad un concerto qualcuno applaudiva nel momento sbagliato (il peggior “reato” nel mondo della musica classica) non usava quell’atteggiamento snob che condanna la cultura a rinchiudersi entro i suoi confini elitari, ma esclamava: “finalmente in sala è entrata una persona nuova!”. Immaginiamo ora come sarebbe il mondo se l’approccio innovativo e aperto di Sykes e la curiosità interdisciplinare e culturale di Fuksas fossero regolarmente incoraggiati ricevendo la stessa calorosa accoglienza che Bernstein riservava ai suoi nuovi spettatori! La cultura non sarebbe più considerata fine a se stessa, ma una fonte inesauribile di opportunità ed esperienze che la nostra creatività può combinare e ricombinare per ricavarne idee di qualità e soluzioni innovative. Questa è la vision di SHINY Media: una piattaforma (non solo una rivista) per (contribuire a) svelare che la bellezza è solo la punta di un iceberg che nasconde davvero il potere di salvare il mondo.
www.shiny.media
SHINY Media evolve e diventa Piattaforma A volte innovare è perfino ovvio e SHINY Media ne è la dimostrazione. Così come i video non hanno cancellato le fotografie oppure la radio è sopravvissuta alla televisione, SHINY Media ha sperimentato che una rivista cartacea (integrata in modo intelligente con il digitale) può essere al centro di un progetto innovativo. In un mondo con linee di confine tra ambiente digitale, fisico e biologico sempre più sottili - in cui si prefigura un sistema di tecnologie (robotica, internet, 3D printing, virtual and augmented reality, genomica, ecc…) coordinato da una forma di intelligenza artificiale capace di imparare ed integrato attraverso una internet che allunga i suoi tentacoli sulle cose (Internet of Things) e sull’energia (Internet of energy) - noi cosa facciamo? Parliamo di cultura e stampiamo una rivista. Non solo. Coerentemente con la nostra vision professiamo anche una relazione causa-effetto tra cultura ed innovazione. Se è vero che senza Rinascimento non ci sarebbe stata l’Età Moderna, allo stesso modo possiamo pensare che senza una Rivoluzione Culturale (a nostro avviso, attualmente in corso) non ci possa essere una nuova Rivoluzione Industriale. In questo contesto, abbiamo contattato diversi artisti di tutto il mondo e loro, spesso senza nemmeno conoscerci, ci hanno autorizzato a pubblicare il frutto di tanto talento e creatività. Un artista è giustamente geloso delle proprie creature, eppure non è stato così difficile convincerli. Come? Promettendogli quella cura che solo un’impaginazione grafica raffinata ed una stampa di qualità possono garantire. Chi ha avuto SHINY Media tra le mani sa benissimo cosa intendiamo, perché ha provato il fascino ed il piacere di sfogliare contenuti di assoluta qualità. Un esempio interessante che possiamo fare è quello di Iris Scott: un’artista americana che si è specializzata in una tecnica di pittura basata sulle dita della mano. I risultati sono straordinari. Un altro esempio più locale (ma non meno prestigioso) è quello di Zerocalcare, bravissimo fumettista che sta riscuotendo un successo incredibile. Mai come ora si era visto tanto fermento su entrambi i fronti: quello dell’offerta e della domanda culturale. Ci troviamo nell’era degli artisti, autori e creativi 3.0. Talenti che, usando opportunamente le tecnologie dell’informazione ed i social network, possono costruirsi un’audience di nicchia e di valore, che gratifichi la loro creatività. All’inizio c’erano solo i Mecenati che finanziavano direttamente la produzione culturale determinando di fatto una limitata offerta e domanda di cultura. Poi, con lo sviluppo dei Mass Media, si è verificata un’esplosione dal lato della distribuzione di prodotti culturali, con un’offerta rimasta comunque limitata. Solo con l’avvento dei Social Network anche l’offerta di Cultura è esplosa ed oggi ci troviamo nel bel mezzo di una rivoluzione senza precedenti. Non è mancata nemmeno qualche gratificazione sui contenuti prodotti direttamente dalla redazione, come ad esempio l’articolo “il gatto dello stivale”, da cui è nato un confronto interessantissimo con chi ci ha risposto pubblicamente e privatamente. Una di queste è stata la Professoressa Frau da Boston, che ha letto, condiviso con i suoi colleghi ed incoraggiato l’iniziativa di trovare un gruppo di italiani di successo che vogliano dare vita ad un progetto non-profit a favore dei nostri ventenni. A questo punto la domanda nasce spontanea: dopo tutto questo cosa succede? Forte di questa sperimentazione SHINY Media ha l’ambizione di diventare un incubatore di artisti, autori e creativi 3.0. Loro ci metteranno il talento, noi una piattaforma che svilupperemo insieme a tutti gli altri progetti collegati alla vision complessiva.
WorldcApp.com
© Iris Scott
Mission SHINY Media è un progetto editoriale di WorldcApp. WorldcApp ha ideato e sviluppato una piattaforma digitale (domanda di brevetto d’invenzione depositata in data 11 Dicembre 2020, n. 102020000030593) per Award/ Prize/Reward Competition, Media/Business/Non-Profit community ed Aziende in ambito B2C che vogliono avvantaggiarsi di un “esercito” di influencer di tutte le dimensioni che integrano il loro potenziale. SHINY Media è un progetto che recepisce ed applica in chiave innovativa il principio secondo il quale esiste una relazione virtuosa tra cultura, creatività e qualità delle idee. SHINY Media è la rivista di tutti e per tutti che conferisce luce e brillantezza ai contenuti attraverso la tecnologia e la multimedialità. SHINY Media affronta argomenti che, alla stessa stregua dei mattoncini Lego dalle mille forme, dimensioni e colori, abbracciano la tecnologia, l’arte, la letteratura, il cinema, la musica, la scienza, la storia, lo sport e molto altro ancora. Tutto è ammesso, a patto che le storie raccontate ed i contributi raccolti siano dotati di energia capace di arricchire ed ispirare il lettore. SHINY Media è infine il luogo in cui le TUE idee ed i TUOI contributi si illuminano grazie alla cura dei dettagli, alla passione per la tecnologia e alla forza creativa della nostra redazione. Buon divertimento!
La Redazione di SHINY Media
La Morte ai tempi di Internet
Gli ultimi mesi non sono stati facili
passioni e idoli; famiglie i cui membri
di internet dopo, le star sono diventate
per il mondo del rock e del cinema.
non si incontrano mai nel mondo reale.
sempre di più: grazie ai reality show,
Tra Lemmy, David Bowie, Alan
ai podcast, alle decine di ottime serie
Rickman, Glenn Frey, Natalie Cole e
Grazie ad internet persone molto
TV che vengono viste da milioni
Paul Kantner, per qualche settimana
distanti tra loro possono creare
di persone giorno per giorno, alle
sembrava che il mondo avesse una
comunità virtuali, diventare amici
celebrità del mondo dell’informazione,
strana ossessione nell’uccidere le Star.
anche senza mai incontrarsi faccia a
della politica... I musicisti anche meno
faccia, condividere interessi, a volte
celebri possono entrare in contatto
I fan di questi artisti, da quelli più
coinvolgere anche l’oggetto della loro
con un notevole numero di fan, grazie
ardenti a quelli occasionali, si sono
passione, così da sentirsi parte della
alla rete.
riversati sulle bacheche dei social
sua storia, anche solo per un attimo.
media per condividere memorie e tributi.
Siamo una cultura in cui la Senza un minimo di familiarità con
comunicazione è sempre più legata
queste dinamiche, è difficile capire
al consumo di intrattenimento, in cui
Da quando questi siti sono entrati
quanto questo tipo di meccanismo
le comunità virtuali permettono di
nella nostra vita, ogni volta che è
possa creare un’autentica sensazione
conoscere sempre più persone distanti
morta una persona famosa si sono
di intimità.
da noi, di frequentarle spesso, di farle
ripetute simili manifestazioni, con simili
diventare parte del nostro quotidiano.
meccanismi: tanti ricordano, molti
È inevitabile che questa realtà
condividono, altri si lamentano per
trasformi il nostro rapporto con la
Con tutte queste persone che entrano
l’ipocrisia di chi ricorda una persona
morte, che cessa di essere relegata sia
a far parte della nostra vita, quante
che non ha mai conosciuto davvero.
ai momenti privati, in cui si perde una
persone vedremo morire nel nostro
E pezzi come questo si interrogano su
persona vicina a noi, sia agli eventi
futuro? Persone con cui, in qualche
come il nostro rapporto con la morte
“rituali”, come la celebrazione della
modo, abbiamo cotruito un legame?
stia cambiando.
morte di un re, di una principessa o di
Tra quaranta, cinquant’anni, quello che
una figura religiosa.
sia.
a papi, re ed imperatori; magari a
Adesso invece lo schermo del
La quantità di nomi celebri non
qualche grande artista o personaggio
computer diventa il palcoscenico per
accenna a diminuire: vedremo i
storico per chi faceva parte delle classi
un funerale decentralizzato, continuo.
protagonisti di Game of Thrones sparire
Per secoli l’idea di celebrità era limitata
più fortunate della loro epoca. Ma
come i loro personaggi nel piccolo
oggi la maggior parte di noi viene a
Non è difficile capire perché sia
schermo, anno dopo anno, decennio
conoscenza – conoscenza virtuale – di
irritante per molti: mettere in pubblico
dopo decennio, così come le star di
migliaia di persone tramite film, libri,
i propri sentimenti ha sempre
Breaking Bad, Lost, Friends, Mad Men,
riviste, podcast, serie TV, videogiochi...
un elemento di egocentrismo, di
The Walking Dead...
spettacolarizzazione. Decine, a volte centinaia di queste
Il nostro rapporto con la morte
persone possono avere una grande
Tradurre il proprio dolore è
non potrà essere sempre lo stesso.
influenza sulla vita di ognuno di noi.
particolarmente complesso. Molti lo
Difficile che la frequenza di questi
A volte possono essere più importanti
fanno con abilità, alcuni lo fanno con
eventi li renda meno potenti, ma allo
di nostri familiari, di amici anche vicini.
parole intrise di puro esibizionismo,
stesso tempo potrebbe ridefinire i
altri lo fanno con sincerità goffa. E
rituali, e anche il modo in cui li si vive
Sin da quando esiste il cinema, da
questo tipo di rituale sarà sempre più
pubblicamente.
quando le radio hanno invaso le
comune.
case, il nostro mondo si è riempito di
Chiunque abbia perso un amico con
facce, voci familiari, una costellazione
Gli ultimi decenni ci hanno regalato
una presenza online capisce quanto
di persone condivise da milioni di
tantissime star, tantissime celebrità
possa essere surreale vedere la
persone. Si può decidere di vedere
provenienti da medium molto diversi
sua pagina Facebook diventare un
questo fenomeno come la creazione
tra loro. E negli ultimi due-tre decenni,
luogo di memorie e ricordi: il sito ha
di enormi famiglie unite da interessi,
con l’avvento della TV via cavo prima, e
implementato procedure per
permettere alla gente di delegare altri
la malattia che lo stava portando via, e
ma ha portato ad un senso di catarsi
per gestire l’uso della pagina dopo la
l’ha usata invece come ispirazione per i
notevole.
loro morte. Ma nonostante questo, la
suoi ultimi lavori.
Si fa fatica a pensare ad una
fine dei giorni non è un argomento di
celebrazione unanime come quella Blackstar, il suo ultimo album, è pieno
che si è vista nel caso di Bowie, e non
di riflessioni sulla fine. Il video musicale
è solo per la qualità dei suoi album,
Bowie, in questo senso, ancora una
del brano omonimo mostra una tuta
delle sue interpretazioni da attore, per
volta potrebbe aver dimostrato
d’astronauta che ospita uno scheletro.
la sua fama, ma soprattutto perché
di essere un pioniere. L’artista ha
Non è difficile pensare che si tratti di
è sempre stato sé stesso, nelle sue
sempre considerato la sua vita come
Major Tom, il primo alter ego di Bowie.
trasformazioni continue, senza mai
cui parliamo con facilità.
un’opera d’arte, cambiando il suo
chiedere permesso, con enorme
aspetto in continuazione, discutendo
Il video ispirato a Lazarus è ancora
coraggio, e questo si è esteso anche ai
molto apertamente di come le sue
più esplicito nei suoi riferimenti,
suoi ultimi momenti.
opere fossero un’estensione della sua
in un certo senso è un testamento
identità. Consapevole dell’avvicinarsi
artistico. Questo percorso non ha
Ma quello di Bowie è un caso speciale
della fine, ha deciso di tenere segreta
reso meno tragica la sua scomparsa,
anche perché l’artista è stato portato
via da una malattia degenerativa, il cui
nel piccolo capolavoro cinematografico
stregoni, stanno cercando di trovare
percorso ha accompagnato anni della
del Re Leone.
un modo per risolvere il problema della
sua vita.
morte, consapevoli che la loro battaglia Quando il piccolo Simba chiede a
possa essere persa in partenza.
Spesso, molto spesso, tutto succede
suo padre, Mufasa, se saranno per
d’improvviso, spesso succede in
sempre assieme, la risposta racconta
Ognuno di noi troverà un modo
maniera molto tragica, come nel caso
di come il cielo sia pieno di stelle che
personale per dare un senso alla
di Michael Jackson, o Robin Williams.
rappresentano tutti i re del passato.
morte: non solo quello di una fine, ma
Ognuno di questi eventi è diverso, ed
anche l’idea che si continui a vivere in
è difficile da metabolizzare. Ma che il
Da sempre cerchiamo e troviamo
coloro che ci hanno amato, che hanno
futuro si presenti come una continua
modi per dare un senso all’intriseca
condiviso idee e memorie con noi, che
galleria di saluti estremi è inaccettabile
mancanza di significato della nostra
ci abbiano conosciuti o meno.
ed impossibile.
vita e della fine della stessa; ne troveremo altri anche nel nostro
Come in molte cose della vita, forse, la
tempo di longevità insperata, dove ci
risposta a tutti questi quesiti si trova
sono scienziati che, come un tempo gli
Emilio Bellu www.emiliobellu.com www.playersmagazine.it
A Gotham City, Batman lotta da
Però c’è andato vicino.
vent’anni contro il crimine, ma il
seconda stagione di Daredevil e anche gli ammiccamenti al pubblico di
suo senso di giustizia viene messo a
C’è molto di buono in Batman
appassionati (innumerevoli, si passa dal
dura prova dall’arrivo di Superman a
vs. Superman – Dawn of Justice,
Joker ai vari personaggi della Justice
Metropolis. Di un semidio ci si può
a cominciare proprio dall’uomo
League) lasciano un po’ il tempo che
fidare o rappresenta una minaccia per
pipistrello, che trova una delle sue
trovano. Si salva invece Lex Luthor, un
il genere umano? Mentre i due eroi
migliori incarnazioni di sempre (e se
po’ perchè Jesse Eisenberg è perfetto
diffidano l’uno dell’altro, Lex Luthor,
analizziamo il singolo personaggio,
per la parte, un po’ perchè il suo essere
un eccentrico miliardario con manie
forse la migliore in assoluto),
sopra le righe gli conferisce spessore e
di grandezza, entra in possesso di
grazie all’incredibile, veemente ed
ironia: in un film che si prende un po’
un ingente quantitativo di kriptonite
emozionante performance di un Ben
troppo sul serio, è un’ottima cosa.
ubicato in fondo all’Oceano e cerca,
Affleck in stato di grazia.
riuscendoci, di ordire un complotto ai
Il suo Batman è semplicemente
Snyder è bravissimo, come al solito, a
danni di Batman e Superman…
perfetto: riesce a cogliere appieno
permeare il film di un’atmosfera unica
sia lo spirito genuino dell’originale
e riconoscibile e anche a girare ottime
No, non era facile per Zach Snyder
cartaceo, che a discostarsi quel tanto
sequenze di combattimento, ma il
mettere ordine nel complesso
che basta dai suoi cloni passati per
film pare costantemente sul punto di
mondo dei cinecomic made in DC,
essere considerato fresco e innovativo.
crollare sotto il peso delle sue stesse
eufemisticamente meno omogeneo
Tutto quello che c’è di valido nel film
ambizioni.
rispetto all’algido, ben programmato ed
ha che fare con lui, direttamente o
efficiente universo Marvel.
indirettamente.
Un vero peccato, perchè molte intuizioni (l’idea che il pregiudizio
Batman vs. Superman – Dawn of Justice
Poi, purtroppo, c’è il resto.
aveva il compito di creare ex novo un
possa annebbiare la vista anche ai supereroi, l’assenza di una figura
credibile Batman, unico personaggio ad
La sceneggiatura di Chris Terrio e
parterna o di riferimento che funga
aver ricevuto negli ultimi decenni non
David S. Goyer, non riesce a star dietro
da verifica e controllo per le proprie
uno ma ben due versioni impeccabili
alla quantità di cose da raccontare e da
azioni, la “filosofia” di Batman, forse
per quanto antitetiche (made in
far succedere e così molti degli snodi
quella “troppo autoriale” temuta
Burton & Nolan), elaborare il più
fondamentali per passare da una fase
persino dai Boss della Warner) sono
bidimensionale degli eroi (Superman),
all’altra della storia appaiono troppo
eccellenti.
aggiungerne di nuovi (Wonder
frettolosi quando non dichiaratamente
Woman e gli altri protagonisti della
stupidi (vedi l’escamotage utilizzato
D’altra parte, come diceva il buon
Justice League), conferire spessore al
tra far cambiare il rapporto tra Batman
vecchio Joker? Infinite cose da fare e
villain di turno e amalgamare il tutto
e Superman, che tocca nuove vette
così poco tempo...
dandogli una parvenza di credibile
di idiozia). L’introduzione di Wonder
spettacolarità. Non era facile, appunto.
Woman/Gal Gadot richiama quella
E infatti Snyder non c’è riuscito.
(pessima) di Elektra nella recentissima
Andrea Chirichelli www.playersmagazine.it
THE REVENANT
Trovo stucchevole, banale e
Come Glass merita la vita, DiCaprio
dell’ultima ora del film e la mettessimo
assolutamente senza senso leggere
merita l’Oscar. E non è la fine del suo
all’inizio ci sembrerebbe magnifica
recensioni, commenti e giudizi su
percorso a farmelo dire ma il percorso
e interessante. Poi però i volti sono
The Revenant tirando sempre fuori
tutto. Ma torniamo al film che siam qui
sempre quelli, i luoghi sempre quelli,
la questione DiCaprio-Oscar. Anzi la
per questo.
le dinamiche quasi sempre quelle.
maggior parte delle volte ho letto solo
Perlopiù prevedibili. E il bello a quel
questo, come se il film - il film cavolo! -
Cinema grande, di quelli che te ne
punto va a farsi friggere, diventa
fosse in secondo piano, in confronto.
stai lì rimpicciolito sulla poltroncina
cartolina.
a vederne la magnificenza. Cinema Ecco, a me degli Oscar frega quasi
grande di scenari mozzafiato, di
Ma quello che più manca al film sono
nulla, mi piacciono a livello umano,
fotografia impressionante, di regia che
le motivazioni che stanno alla base
mi piacciono alcune storie che
ormai, con Inarritu... che te lo dico a
delle vicende o, volendo, la confusione
raccontano, ma come premio,
fare?
che si fa con le motivazioni.
Cinema grande sì, ma con più
Fatichiamo a capire perchè Hardy-
Eppure... Eppure nel film si passa da
sbavature che, forse, non ne fanno
Fitzgerald rompa così tanto le palle a
quella laguna iniziale che sembra tanto
necessariamente grande cinema.
Glass. Gli dà la colpa di ogni singola
il Titanic quando cominciò a riempirsi
The Revenant ha più di un problema.
cosa, insomma, perdonatemi la battuta,
e si finisce con un’interpellazione alla
Il primo è quello di esser troppo
lo tratta come un “DiCaprio Espiatorio”.
macchina da presa.
ripetitivo.
Ok, non lo sopporta. Ok, non
Ecco, The Revenant m’è sembrato una
Le location sono magnifiche, roba
ad impostare il film quasi del tutto su
metafora della carriera di ‘sto povero
che in tre o quattro occasioni sgrani
questo dualismo per me ce ne passa.
ragazzo, degli sforzi che ha fatto, della
persino gli occhi. Ma non puoi starmi
fatica, dell’impegno che ha profuso.
due ore e mezza là. Perchè l’occhio
Potremmo anche tralasciar questo e
prima o poi si assuefà alla bellezza.
soffermarci solo su Glass. Ed è qui che
insomma...
sopporta il figlio meticcio, ma da qui
si infrange la mancata magia di The
Dal Titanic iniziale a quello sguardo in camera che sta come a dire: “ecco, io
L’occhio, per restar sveglio, non ha
ho fatto questo, io vengo da qua, ora sta
bisogno del bello, ma dell’interessante.
a voi”.
Se prendessimo qualsiasi scena
Revenant. Non soffriamo con lui.
Soffriamo per lui, soffriamo quasi
The Revenant è un film in cui la
Però un filo di delusione c’è.
fisicamente in certe scene sì, ma un
potenza delle immagini sovrasta
Poi, certo, se ripenso al primo attacco
film che basa tutto sulla sopravvivenza
quella delle emozioni. Eppure a me,
indiano all’accampamento, alla
dovrebbe creare un’empatia pazzesca
visto come film sulla disumana forza
lotta con l’orso, talmente perfetta e
con il protagonista.
che ti porta a sopravvivere, è piaciuto
magnifica da farci stare quasi in apnea
moltissimo. E mi ha ricordato più di
ad osservarla, se ripenso a Glass
Non solo. Arriviamo a fine film
tutti un piccolo cult che, secondo me,
che arriva in cima al dirupo e guarda
quasi convinti che la lotta di Glass
sull’argomento, è qualcosa di unico:
l’orizzonte, a lui che incontra i bufali,
sia stata una lotta contro la morte,
Alive - Sopravvissuti.
a quelle cascate, all’impressionante
una lotta per la vita. E in questo The
caduta nel vuoto col cavallo, alle
Revenant eccelle, l’attaccamento di
Con un mio amico citavo, in realtà,
palpebre che infine si chiudono alla
Glass all’esistenza è straordinario.
anche Essential Killing, ci sta. Con il
richiesta di Hardy, a quel respiro
Eppure, alla fine, sembra che l’istanza
rischio però che il film di Skolimowski
che appanna l’obbiettivo mentre
principale sia invece la vendetta. Ecco,
sia addirittura superiore, e proprio
abbraccia il figlio morto, potentissima
due bisogni confusi tra loro che non
grazie alla sua asciuttezza. Ma sembra
immagine con quel viso quasi deforme
fanno altro che depotenziarsi l’un
quasi che io stia parlando di un film
e ghiacciato, ecco, siamo davanti a
l’altro.
sbagliato... No, assolutamente.
qualcosa di grande.
Se ripenso poi alla terribile scena del
E basterebbe questa scena per capire
vicende familiari, la sua vendetta, il
cavallo sventrato, alla fuga appena
quanto questo film giri intorno al
suo dramma umano di padre distrutto
precedente con lo stesso, alle frecce
nostro cuore senza colpirlo mai. Una
non riusciamo a viverlo fino in fondo è
che entrano nel fiume mentre Glass
location ancora più bella di quella
vero. Ma la sua voglia di vivere invece
scappa nuotando, al magnifico, virile,
di Biutiful, una vicenda ancora più
la percepiamo tutta. E la sua forza.
definitivo, disperato scontro finale con
drammatica (un giovane figlio ucciso
E il suo essere quasi indistruttibile.
la sua nemesi Fitzgerald ecco che sì, lo
è il non plus ultra del dramma) eppure,
Da uno che si chiama Glass non era
dico, The Revenant ha le stimmate del
se paragoniamo le due scene, quella
scontato aspettarselo. Non c’è niente
capolavoro. Ma le stimmate di solito si
di Bardem e del giovane padre fanno
che vada più facilmente in frantumi
associano alla sofferenza mentre qui
sembrare questa quasi una commedia.
del vetro, del cristallo. Nomen omen
sembrano esser inferte dall’esterno, dalla regia.
dicevano i latini. Glass, se li avesse L’epico senza pathos diventa epico
davanti, riderebbe di gusto. Come con
da letteratura. E il rischio che Glass
quell’indiano, con la lingua di fuori.
Inarritu cita anche sè stesso in
diventi personaggio letterario
Una sola, unica, meravigliosa risata.
quell’incontro metafisico tra padre
anzichè qualcuno che per almeno
e figlio. Là, in Biutiful, era un bosco
due ore e mezzo ci sembri vivo e non
innevato, qua una chiesa diroccata.
cinematografico è alto. Forse le sue
Giuseppe Armellini ilbuioinsala.blogspot.it
Non credo sia possibile prescindere
che mette in ginocchio. Il simbolo di
quello che era (da cui è impossibile
dalla saga di Rocky ponendosi di fronte
una vita che non fa sconti a nessuno,
prescindere) e quello che vorrei che
ad un film come Creed ma siamo
che tu sia un giovane nel pieno delle
fosse. Perché ciò che non cambia,
comunque costretti a vederlo come un
forze, un bambino non ancora nato,
muore inesorabilmente, divenendo
capitolo a sè e non come “l’ennesimo
un vecchio spremuto/stremato. Ed è
ricordo sbiadito.
sequel”.
bellissimo il contrasto tra vecchio e nuovo, tra declino e promessa, tutto
“Ci sono io adesso”, dice Adonis a
In fondo questo “spin-off” non ha
racchiuso in quella cornice di vita
Balboa. “Il passato è passato, io sono
pretesa alcuna di continuare la
che è Philadelphia, la città che non fa
il futuro, continua a vivere per me. Io
storia cominciata tanto tempo fa, nel
sconti e che proprio per questo sforna
sono qui”. E a Rocky, che davvero non
1976, ma di cominciarne una nuova.
i pugili migliori, arrabbiati e delusi, che
ce la fa più, che davvero è stanco
Non più con Sylvester Stallone alla
riversano nella boxe la loro voglia di
perché ha combattuto tutta la vita e
regia, ma con Ryan Coogler, giovane
rivalsa.
si è sempre rialzato, ti viene voglia
cineasta alla sua seconda prova dietro
di abbracciarlo e di dirgli “ha ragione,
la macchina da presa, uno di quelli
Il confronto tra Rocky il poveraccio,
non è ancora finita finché qualcuno
che arriva dal mondo del cinema
che l’unica cosa che possedeva era il
raccoglie la tua eredità” guardandolo in
indipendente e che debutta in quello
sentimento, il desiderio, l’amore e il
quegli occhi così espressivi e che, sono
“che conta” con il peso di una delle
giovane Adonis che potrebbe avere
sicuro, gli varranno l’Oscar, per quanto
saghe più amate di sempre sulle spalle.
tutto il mondo ai suoi piedi ma che
importante possa essere un premio del
Il nuovo che avanza e, piano piano,
desidera guadagnarselo, conquistarlo,
genere.
prova a divenire la costante.
quasi fosse un giovane guerriero di altri tempi. Quegli stessi tempi che
Rocky siamo noi, noi siamo Adonis
Tutte le cose nuove, però, necessitano
sono cambiati, con le galline che non
Creed, al di la della nostra età
di un passato alle spalle, di un punto da
sono più quelle di una volta e la musica
anagrafica.
cui poter partire per poter cambiare.
elettronica o il cloud, le impennate
E Creed - Nato per combattere parte
delle moto e i club in cui è facile finire
Al di là di quel che può significare
da Rocky per poter diventare altro.
in una rissa.
un film come Creed, c’è comunque il
Il giovane Adonis Creed, figlio
valore tecnico di un lavoro magistrale,
illegittimo del mitico Apollo, vuole
Rocky non faceva mai a botte fuori
un piccolo gioiello. Basterebbe solo
seguire le orme paterne e farsi strada
dal ring, anche quando era solo un
la scena del primo incontro per
nel mondo della boxe senza affidarsi
ragazzo di strada, Non c’erano le
confermare quanto sto dicendo,
all’ingombrante nome del padre.
stesse luci e non c’erano le stesse
basta osservare le dinamiche, la
Chiederà l’aiuto di un vecchio, stanco e
ragazze, non c’era internet, non c’era
gestione dei personaggi e degli spazi,
solo Rocky Balboa.
niente se non persone vere e metodi
le scenografie, la fotografia e, ancora
antichi come il mondo per dimostrare
una volta, le scene d’azione, la cosa
Non è facile parlare di un film del
di valere qualcosa, di non essere solo
più importante (per me) in un film del
genere, evitare i condizionamenti.
spazzatura.
genere: gli incontri di boxe. Che è vero,
Chi è cresciuto con la saga di Rocky
rimangono la parte meno interessante,
farà fatica ad evitare paragoni o a
Per tutti questi motivi, Creed ha
non lasciarsi trasportare dalle correnti
l’ossatura di un classico ma segna
emozionali.
un cambiamento. Creed è un film
Non so se Creed - Nato per combattere,
con la propria personalità che
sarà l’inizio di una nuova saga. Io spero
Di certo Creed non è un’operazione
sembra voglia raccontarci proprio
di no, ma se continuassero a gestirla in
amarcord, nonostante le citazioni, i
questa trasformazione, che poi è la
questa maniera e la svincolassero da
riferimenti e, appunto, la presenza
trasformazione che ha subito e sta
quella di Rocky, forse avrebbe qualcosa
di Stallone. Presenza ingombrante,
subendo il cinema.
da dire alle nuove generazioni.
perché l’ultrasessantenne attore
ma quanto sono belli!
Staremo a vedere.
americano ruba la scena a tutti. La
Creed non ha voglia di negare il passato
rappresentazione del tempo che passa
ma non lo scimmiotta, sembra proprio
e che fa male, che ferisce, che azzoppa,
volerci dire: ecco cosa è successo, ecco
Frank R. combinazionecasuale.blogspot.it
C’era una volta una piccola coniglietta
“non arrendersi”, ma il divario tra volere
più interessante del film, che pone
che sognava di unirsi alle forze
e potere la colpisce in faccia quando si
sullo stesso piano inevitabili buoni
dell’ordine per debellare le ingiustizie e
ritrova svilita dal mobbing pregiudiziale
e cattivi programmatici, e nel colpo
il bullismo della legge del più forte.
dell’ufficiale capo della polizia che non
di scena finale ribadisce la necessità
ha intenzione di dare una chance alla
di annullare le sottovalutazioni
prima della classe.
pericolose e i confini controproducenti
Con le sue colleghe, le eroine Disney, la minuta badass Judy Hobbs ha in
tra maggioranze e minoranze, un
comune solo la caparbietà: è una
Zootropolis è l’America, dunque,
messaggio che riesce a passare senza
protagonista pienamente moderna,
soprattutto nelle sue falle, nella
ridondanze nel percorso istruttorio
rappresenta la minoranza per
difficoltà di dare e ricevere fiducia,
a tappe dell’azzeccata coppia
antonomasia del regno animale (è una
nelle frustrazioni e nelle delusioni (la
protagonista, percorso forse risaputo
preda, ha una statura minuscola, ed
pecorella sfruttata dal sindaco), nella
e un po’ meccanico a chi è avvezzo
è una femminuccia), ha due genitori
mancata corrispondenza delle nostre
alla tipologia d’intreccio, commedia
vecchio stampo, di mente abbastanza
aspettative con la realtà (i più piccoli
gialla che funziona più nel primo che
aperta eppure legittimamente
sono i più tosti, non solo nel caso di
nel secondo genere, ma oliatissimo e
apprensivi, è infervorata da un
Judy ma anche in quello del “padrino”
godibile.
american dream progressista,
toporagno Mr. Big, e i nemici naturali
che pompa nelle vene intricate
possono rivelarsi amici insperati,
A essere troppo invadente è piuttosto
dell’agognata metropoli Zootropolis,
come nel caso della volpe Nick), e la
lo “spammone” nei confronti di
un trionfo visivo, un’esplosione di
celebrità di cui all’improvviso ci investe
Shakira e della sua canzone, ma è un
colori, sfaccettature, sapori, una
può abbagliarci (Judy stessa cade
peccato veniale per un buddy movie
varietas incontinente e millimetrica
nell’imbroglio “lombrosiano” per cui i
d’animazione democratico, intelligente
di specie, intuizioni ed elementi
predatori grandi e grossi sono cattivi
e maledettamente divertente.
costitutivi.
per natura). Fiaba Di Martino
La sua parola d’ordine è puntualmente
Proprio quest’ultimo discorso è il
www.playersmagazine.it
Il Ponte delle Spie
Spielberg non si smentisce,
Il film non solo presenta una delle più
L’avvocato si prepara così alla
continuando a stupire dopo anni di
belle spie degli ultimi anni (un Mark
missione più difficile: recarsi in
magistrale carriera. Con Il ponte delle spie cala la macchina da presa in un
Rylance da Oscar), ma riesce a stupire con colpi di scena nei momenti meno
Germania per attuare lo scambio. Le cose si complicano quando uno
periodo storico molto intrigante, dipingendo con cuore grande il crudo
attesi; un film avvincente e pregno di significato, che andrebbe proiettato
studente americano viene arrestato per aver scelto di studiare l’economia
scenario del 1957, apice della guerra
nelle scuole.
comunista in terra tedesca; un
fredda. Una guerra non combattuta con armi, ma con informazioni e
James Donovan rappresenta
incidente davvero sfortunato, esempio di brutalità e avversità che molte
tradimenti; dove non ci sono soldati
l’emblema degli Stati Uniti d’America,
persone hanno dovuto subire in quel
armati di fucile, ma silenziose e invisibili spie, le quali se catturate
un uomo integro che mette in discussione il modello procedurale del
periodo oscuro.
sono disconosciute dai rispettivi governi, e che giocano a nascondersi
caso giudiziario a cui sta lavorando, da lui giustamente considerato di parte,
Spielberg contrappone al lato più integro e perseverante dell’avvocato,
e a profanare le informazioni tanto gelosamente custodite dalla
sottolineando l’importanza del sesto emendamento, e di come per essere
gli aspetti più tragici di questo pezzo di Storia.
controparte geo-politica.
“americani veri” si debba credere ciecamente nella Costituzione.
Spielberg tinge di un freddo grigiore
La morale che si evince da ogni sequenza e dialogo è che la
le inquadrature al fine di evidenziare il tipo di conflitto che afflisse quel
Spielberg si sente a casa propria parlando di alti valori etici e morali,
comunicazione col proprio nemico è di fondamentale importanza, al
periodo; dove la riservatezza politica e il nascondersi dietro falsi sorrisi caratterizzarono ambigui individui, posti in posizioni governative chiave, dai quali gli ambasciatori e i messaggeri dovettero imparare
accompagnando lo spettatore attraverso prima piovose e successivamente gelide ambientazioni; tra tutte le scene è impossibile non citare quella della costruzione del Muro di Berlino, il mortale
fine di avvicinarsi a lui per capire le sue intenzioni e i suoi punti di vista, arrivando così a conoscerne i bisogni, con l’obiettivo comune di trovarsi entrambi in mezzo al ponte diplomatico appena costruito per poi
a diffidare per non incappare in
sbarramento di pietra divisorio tra l’Est
ritornare dal lato da cui si è venuti.
pericolose imboscate diplomatiche,
e l’Ovest.
che avrebbero potuto degenerare in veri catastrofici incidenti. La caratterizzazione dei personaggi è brillante, merito di quel paio di geniali sceneggiatori che portano il nome di fratelli Coen. Tom Hanks interpreta il brillante avvocato James Donovan, il quale si ritrova, suo malgrado, a giocare al gioco della guerra fredda, avendo dall’altro lato della scacchiera personalità politiche straniere di dubbia morale e di difficile decifrazione caratteriale. Armato esclusivamente della sua tagliente lingua da avvocato, già doverosamente e fortunatamente allenata per deformazione professionale nel ramo assicurativo, cerca di creare dei ponti diplomatici con la Germania dell’Est e l’Unione Sovietica.
La spia russa, verso la quale il film non lascia dubbio alcuno sui suoi
Spielberg mostra ancora una volta la sua grandissima maestria cinematografica, imbastendo il film di
scopi, è catturata e sottoposta a processo giudiziario. Donovan difende stoicamente il russo, compito che gli farà perdere quella popolarità guadagnata negli anni, arrivando a rischiare non solo la sua vita, ma anche quella della sua famiglia.
un dualismo, esaltato dal montaggio, che sottolinea come un ponte sia un punto di congiunzione tra due ben distinti scenari di qualsivoglia natura, che bisogna assolutamente costruire; materializzando il concetto, in una geniale analogia, nel ponte fisico sul
Parallelamente il film mostra la cattura di un soldato americano, al soldo della CIA, in terra sovietica, per il cui rilascio il governo degli Stati Uniti usa come merce di scambio proprio la spia russa; la vicenda non fa che evidenziare, ancora una volta, i moralmente discutibili giochi dell’Agenzia, pronta a obliare ogni traccia che la possa compromettere agli occhi del mondo.
quale avvenne realmente lo scambio, il ponte di Glienicke. Un thriller da brivido, ma che scalda il cuore, mostrando uno spaccato storico che avrebbe potuto condurre alla terza guerra mondiale, e sul quale è giusto e doveroso riflettere. Alessandro Pin www.destinazionecosmo.com
Carol è la donna che dà il titolo al
sconosciuta, impetuosa e ipnotica,
Guardare Carol è come assistere ad un
sesto film di Todd Haynes. Ma la vera
impossibile da fermare, ma anche un
mèlo di Douglas Sirk sposato alle idee
protagonista è la giovane che di lei
flusso di limpida magia, di passione
visive di Edward Hopper, riempito dalla
s’innamora: Therese.
cristallina.
modernità di due attrici magnetiche
Therese è molto giovane, non ha
Ed è esattamente questo la
leggiadra Rooney Mara che, a tratti,
nemmeno vent’anni. È da poco
meravigliosa opera di Haynes, che
rievocano rispettivamente le grandi
fidanzata con un bravo ragazzo, e
muove l’altra faccia di Lontano dal
Marlene Dietrich e Audrey Hepburn,
lavora in un negozio di giocattoli. Le
paradiso, dove Julianne Moore si
riprese da Haynes con una grazia e
bambole che la circondano dietro la
innamorava di un uomo dalla inaudita
una classe sublimi – quelle camminate,
cassa dove svolge le sue mansioni sono
pelle nera e scopriva l’omosessualità
quegli sguardi, quei controcampi che
come la sua vita: una vita di porcellana,
del marito. Qui è invece la figura
sembrano fiorire dalle inquadrature
una vita da bambina, una vita ancora
femminile a subire i lacci pregiudiziali
di La donna che visse due volte; quelle
custodita.
dell’epoca, ma la denuncia rimane
mani che tremano sulla cornetta,
come l’inarrivabile Cate Blanchett e la
sempre sottotraccia (la bellissima scena
quei capelli che danzano nel vento,
A scombussolarla e a riplasmarne le
del tribunale sta lì a confermarlo, con
espressione dorata di un cinema che
fondamenta tutto d’un tratto arriva
l’amara e sottaciuta epifania di Carol).
sembra esistere da sé, di una bellezza
Carol, una donna adulta, molto più
accecante. Tutto, dalla regia alla
grande di lei, sulle spalle una pelliccia
A contare e a centralizzare è il
fotografia, dalle musiche struggenti al
avvolgente e regale, e ferite tanto
percorso di Therese, che s’infrange
montaggio, è impeccabile e allo stesso
inestinguibili quanto inevitabilmente
sulle prime “cose da grandi” e tocca
tempo lancinante.
estranee a Therese, così pura, “come
per la prima volta il dolore, l’ingiustizia,
un angelo venuto dallo spazio”. Da
il tradimento, la corruzione degli altri,
“Dimmi almeno che sai quello che stai
parte di entrambe si accende come un
camminando a piccoli passi fuori dalla
facendo”.
incantamento, un riconoscimento l’una
sua casa di bambola e costruendone
nell’altra che se per Carol è un dono
una propria, immersa nella pelle
commosso (perché consapevole della
dura del reale, e delle sue illusioni
sua “natura”, una colpa imperdonabile
incoscienti, così distanti dalla loro
che alla fine la strapperà da sua
immagine riflessa (su una foto, su un
figlia), per Therese è una burrasca
vetro, su un dipinto).
“Non lo so. Non l’ho mai saputo”.
Fiaba Di Martino www.playersmagazine.it
L’ultima diligenza per Red Rock sfreccia
Walton Goggins, Michael Madsen (un
di Tarantino è il compiacersi nel far
tra le nevi del Wyoming, portatrice di
grandissimo ritorno di cui si sentiva
parlare anche gli oggetti di scena.
sventure che riserva ai suoi passeggeri
la mancanza) e Demián Bichir sono
carichi d’odio, conducendoli verso
assolutamente fantastici (la presenza
Il quadrato degli scontri è immerso
un emporio maledetto allestito
di quest’ultimo include nel contesto
in un contesto storico affascinante
con l’inganno e isolato dal mondo.
politico anche l’odio degli americani
(appena post-guerra di secessione
Un covo di serpi che riversa in una
nei confronti dei messicani); mentre
tra Stati Uniti e Stati Confederati
sorprendente tridimensionalità scenica
Bruce Dern (il più apatico) sembra
d’America), sottolineando ancora
il coup de théâtre più inaspettato.
appena reduce dal film Nebraska,
una volta il giogo dei bianchi sugli
e il deludente Tim Roth (il più
afroamericani (dopo lo splendido
Sotto le sferzanti note di Ennio
odioso) recita troppo sopra le righe,
Django Unchained); una rivalsa
Morricone, che qui compone la sua
sopperendo alla grande assenza di
perversa attuata come una squallida
prima colonna sonora originale per
Christoph Waltz (del quale referenzia
vendetta, che Tarantino mostra
un film di Quentin Tarantino, si apre
stucchevolmente le mimiche e i gesti).
attraverso un flashback disturbante,
l’ottavo film di uno dei più illustri e
ma che rientra nel suo pieno stile
appaganti maestri del cinema, il quale
Tra tutti spicca l’unica donna (una
dirige un thriller western davvero
Jennifer Jason Leigh da Oscar), la quale
notevole – seppur di epica durata –,
omaggia, in una diabolica e spaventosa
Un grande cast per un film lento
che invita lo spettatore, intimandogli
posa fotografica, la Sissy Spacey di
come la melassa, ma che intriga,
attenzione con un plot narrativo alla
Carrie – Lo sguardo di Satana; la sua
tenendo incollato lo spettatore allo
Dieci piccoli indiani di Agatha Christie,
presenza in ogni inquadratura oscura
schermo (che dovrebbe supportare
tinto di meccaniche whodunit alla
chi le sta intorno, arrivando addirittura
la risoluzione per il 70mm – formato
Alfred Hitchcock, a una cena con
a essere la più amata dei personaggi.
nativo in cui è stato girato il film),
efferati delitti in una sperduta baita
cinematografico.
sorprendendolo con iconici personaggi
avvolta da un’incessante bufera di
Questi otto elementi, pieni d’odio (e
e frizzanti frecciatine che donano ai
neve.
allo stesso tempo odiabili e detestabili),
corposi dialoghi una pungente ironia.
si scambiano battute e frecciatine, The Hateful Eight, presentato come
alzando gradualmente (con molta
Alla fine la candida neve si macchia
l’ottavo film di Quentin Tarantino,
pazienza, e soffermandosi sovente
di rosso sangue, il quale tinge
coinvolge otto personaggi principali,
su primi piani alla Sergio Leone – il
interamente i volti di coloro che non
davvero interessanti e particolari,
fascino di Tarantino per il cinema
hanno saputo partecipare abilmente al
ognuno con un preciso scopo e una
d’altri tempi sprizza da ogni soppesato
gioco di ruolo che sono stati costretti,
personalità che lo caratterizza in modo
fotogramma, gestendo abilmente ogni
loro malgrado, a inscenare. Una partita
univoco ed eccezionale.
singolo dialogo) la tensione che lega gli
a scacchi tra sguardi profondi e mortali
otto in modo indissolubile.
bluff che coinvolge otto giocatori,
Il grandissimo Samuel L. Jackson
i quali cercano di sopravvivere e di
(ormai alla sua quarta collaborazione
Lo stile è ineccepibile, con i caldi colori
con Tarantino) si confronta con il
del legno e del fuoco che accendono
veterano Kurt Russell (già protagonista
e agitano gli animi all’interno della
Non fidarsi di nessuno è la regola
del film Grindhouse – A prova di
sudicia baracca, contrapponendosi
prima di questo sadico thriller di
morte), i quali capeggiano l’intero
alle fredde tonalità invernali che si
Tarantino il quale, seppur ama
cast, sfoggiando una magistrale
scatenano fuori dalla stessa.
follemente i suoi personaggi
interpretazione. Come non
perpetuare i loro loschi fini.
dedicandogli fin troppe attenzioni, non
rammentare i compagni di spedizione
Questo scenario (l’Emporio di Minnie)
rinuncia a rimproverare severamente
ne La Cosa di John Carpenter (e sempre
e centro nevralgico del teatro di posa,
quelli che non soddisfano i requisiti
con Russell), da cui Tarantino trae
sul quale sembra costruito l’intero set,
necessari per portare a casa la
ispirazione e scenario: uno sperduto
è infarcito di una cornucopia di dettagli
pellaccia, o meglio, la taglia.
accampamento in cui si inscenano
che strizzano cautamente l’occhio
morti orrende e lo splatter la fa da
allo spettatore (quasi infrangendo la
padrone.
quarta parete) – ma del resto il talento
Alessandro Pin www.destinazionecosmo.com
Enzo Ceccotti, un ladruncolo che
squallida di una periferia abbandonata
all’esordio sul grande schermo, che
vive nella periferia romana, viene
a sè stessa.
anima un personaggio che riesce
a contatto con una sostanza che lo
miracolosamente a mantenere una
rende invincibile e dotato di una forza
La prima grande idea è relativa al
sua coerenza narrativa e funzionale
sovrumana. Inizialmente pensa di
contesto: la città, che subisce attacchi
dal primo all’ultimo minuto e
sfruttare questi poteri per agevolare la
terroristici di non precisata natura,
l’eccezionale, pazzesco Luca Marinelli
sua attività criminale, ma cambia idea
ha bisogno di un eroe che, come
che conferisce ironia e spessore ad
quando incontra Alessia, una ragazza
tradizione vuole, sarà il personaggio
uno dei “villain” più godibili della
orfana e svalvolata che crede che Enzo
più improbabile. Il cavaliere ha sempre
storia del genere superoistico. Il suo
sia l’incarnazione del celebre Jeeg –
una dama da salvare, che anela un
“Zingaro” è assolutamente strepitoso e
Robot d’acciaio. La vita dei due è però
vestito da principessa e intanto si
la caratterizzazione dell’attore perfetta:
minacciata dallo Zingaro, un piccolo
ingozza di yogurt e fantastica di eroi
un po’ Alex de Large, un po’ Joker, un
ma feroce boss che vuole ottenere i
giapponesi degli anni ’70. Il buono ha
po’ borgataro incazzato (a ragione…)
superpoteri per mettere Roma a ferro
bisogno di una nemesi credibile, un
col mondo intero.
e fuoco…
supercattivo con la fissazione della pulizia, ultraviolento e magari con un
Lo Chiamavano Jeeg Robot è un
Il complimento più sincero che si può
trascorso a Buona Domenica e tanti
film importante per molte ragioni:
fare a Lo Chiamavano Jeeg Robot è che
sogni infranti risposti in un cassetto.
metriche, narrativa, transizioni,
non sembra un film italiano. È girato
Ecco la seconda buona idea: calare
capacità di muovere la macchina
al costo di un tozzo di pane secco
tutti i topos classici del genere in un
da presa e utilizzare un linguaggio
e un po’ acqua, ma mostra eccelsi
contesto italiano, romano, unico nel
fresco, moderno e creativo sono tutti
valori produttivi; ha un cast composto
suo genere e risultare perfettamente
elementi che nel cinema nostrano
prevalentemente da semisconosciuti,
credibile, arricchendolo con alcuni
non si vedevano da un pezzo o non
ma tutti recitano alla grande; è girato
veri colpi di genio (i graffiti cittadini, la
venivano adeguatamente valorizzati.
nella periferia di Roma, ma potrebbe
scelta delle canzoni e delle location).
Non è perfetto, ma è il film di cui
essere quella di una metropoli di
il cinema italiano aveva bisogno
qualsiasi altra parte del mondo; ha uno
Poi c’è il cast, che ci mette del suo.
in questo momento. Resta ora da
script agile e immediato, ma capace di
Santamaria, forse anche grazie al
compiere l’ultimo gesto, questo
insinuarsi sottilmente nel cuore e nella
suo “understatement” naturale, è
davvero da super-eroe: convincere il
mente dello spettatore, sembra un film
perfetto nell’incarnare l’eroe schivo,
pubblico nostrano che anche opere
ispirato ai film sui supereroi ma è un
confuso, solitario e misantropo
come queste meritano di esistere: noi
film di supereroi, a tutti gli effetti.
redento. Le due grandi sorprese
restiamo tutti con te, perchè tu, tu sei
sono la brava Ilenia Pastorelli, una
Jeeg!!!
Gabriele Mainetti non finge e non
ex concorrente del Grande Fratello
simula: Roma è Roma, il dialetto
(per la serie: come trovare il diamante
è romano, la quotidianità è quella
grezzo nella miniera di carbone…)
Andrea Chirichelli www.playersmagazine.it
Wade Wilson (Ryan Reynolds),
genere presenti e future.
di flop e iniziato proprio con
ex agente delle Special Forces
Così, se in Dc stanno iniziando a
Lanterna Verde, l’attore trova la sua
e mercenario chiacchierone e
preoccuparsi a causa dell’eccessiva
maschera ideale e dà a Deadpool
fancazzista, ciondola per bar
autorialità dell’imminente Batman vs
un’identità precisa e immediatamente
malfrequentati senza che la sua
Superman, in Fox si fregano le mani per
riconoscibile.
vita riesca a prendere una direzione
aver puntato tutto su uno script che
precisa, finchè non incontra
passa 100 minuti a prendere in giro
Tutti i comprimari funzionano alla
l’affascinante Vanessa (Morena
tutto quello che può avere anche solo
grande, a cominciare dall’assurda
Baccarin). Il grande amore tra i due è
minimamente a che fare con l’universo
coppia di mutanti (solo due, perchè gli
bruscamente interrotto dalla scoperta
dei supereroi. Più di Ant-Man, più de I
altri costavano troppo…) messi accanto
di un tumore in fase terminale da parte
Guardiani della Galassia, più di tutti.
a Deadpool come improbabili partner (Colosso e Testata Mutante Negasonica)
di lui che, pur di guarire, accetta di sottoporsi ad un esperimento di una
Deadpool è ruffianissimo.
società criminale che lo trasforma in un
e, per una volta, anche i cattivi, antipatici quanto basta.
mutante invincibile ma orrendamente
Non c’è espediente visuale (slo-mo in
sfigurato. Assunta l’identità di
quantità industriale, CG mai ostentata
Trionfale al botteghino, a fronte di
Deadpool, Wilson si trasforma in un
ma inserita là dove serve, i titoli di
un costo risibile, Deadpool conferma
(anti)eroe e inizia a dare la caccia ai
testa e la clamorosa sequenza post
che la prima regola del cinema è
criminali che lo hanno reso un mostro
credits) o verbale (protagonista che
intrattenere. Spogliato da ogni pretesa
agli occhi di tutti.
si rivolge direttamente al pubblico,
di autorialità, cazzone e cretino come
personaggio che prende in giro
pochi, il film segna la nascita di una
Da morir dal ridere, davvero. Col senno
l’attore che lo interpreta e la casa
nuova e brillante stella nel firmamento
di poi è facile dire “bastava pensarci”,
di produzione, citazioni, riferimenti,
dei supereroi, una supernova capace di
eppure ci sono voluti più di quindici
volgarità assortite...) che non venga
oscurare tutte le altre.
anni per portare Deadpool al cinema
utilizzato per suscitare la risata a denti
e, soprattutto, portacelo così. Bastava
stretti o la sghignazzata rumorosa.
Il rischio di essere inondati da cloni
prendere tutto quanto visto e sentito
Bisogna aver fiducia, stare al gioco e
malfatti c’è, ovviamente, ma c’è un
in tre lustri di produzioni superoistiche
lasciarsi trasportare senza opporre
tempo per ogni cosa e ora è quello di
e, semplicemente, irriderlo. Tanto è
resistenza.
andare a vedere Deadpool e ridere di e
servito per trasformare Deadpool nella
con lui.
commedia più divertente degli ultimi
A crederci per primo è Ryan Reynolds
anni e nel film che segnerà un punto
che compie la sua catarsi finale.
di non ritorno per le produzioni del
Dopo un periodo terribile, costellato
Andrea Chirichelli www.playersmagazine.it
Dopo due closed beta e un’open beta
a risorse da spendere nella base per
Cosa cambia però in The Division?
pubblica, The Division non è stata
sbloccare importanti funzionalità.
Sicuramente l’approccio al “loot”
una sorpresa come accade per altri
tipico di un RPG, il sistema di leveling
titoli: sulla bontà del gameplay e della
Le missioni purtroppo non sono così
del personaggio e la Zona Nera, vera
formula c’era già un punto fermo,
varie (anche se le location e l’atmosfera
particolarità di TD dove le meccaniche
ma sulla durata del divertimento e
lo sono, e questo aiuta molto): in
PvP e PvE si fanno pesantemente
sull’interazione con altri player c’erano
generale si tratterà di recuperare un
importanti.
ancora diverse perplessità. Beh, a
oggetto importante, far ripartire un
diversi giorni dal lancio una delle
macchinario e difenderlo, sgombrando
La Zona Nera è un’area infetta al
affermazioni che si sente più spesso è
aree dai nemici fino ad uno scontro
centro della mappa, abbandonata da
“The Division è una droga”. Di solito una
finale con nemici decisamente
tutti, salvo i disperati che la spazzolano
frase del genere è un ottimo segno per
più ostici. La salsa è più o meno
per trovare bottino di valore. In
un videogioco!
sempre questa, ma giocato con amici
questa zona infatti si possono trovare
l’interesse resta comunque sempre
oggetti molto interessanti, nonchè
vivo.
saccheggiare e uccidere altri player
L’idea di base non è di per sè innovativa e prevede una New
per derubarli di quello che hanno
York (splendidamente ricostruita)
Su espressa richiesta di Ubisoft, le
trovato prima di noi. Il livello del
abbandonata a seguito di una
recensioni ufficiali non sono andate
nemico è generalmente alto e si
devastante pandemia di quello che
live fino a diversi giorni dopo il lancio
suddivide in 6-8 aree con difficoltà
pare un ceppo di vaiolo. Civili e forze
effettivo perchè, come spesso accade
crescente. Gli oggetti che recuperiamo
dell’ordine hanno ormai gettato la
in giochi di questo tipo, i server non
sono contaminati: per poterli usare
spugna quando entriamo in gioco noi,
sarebbero stati ancora popolati e
all’esterno della ZN dovremo “estrarli”
Agenti della Divisione, l’unica unità
grande parte del divertimento sarebbe
con un elicottero e li troveremo in
tattica formata per agire in situazioni
stata impossibile da testare. Ma di che
uno dei nostri depositi. Fare team
di estrema crisi. Quando la Società
tipologia di gioco stiamo parlando?
con amici qui è fondamentale se
crolla, inizia la nostra missione, questo
Siamo di fronte ad uno sparatutto in
vogliamo sopravvivere: altri players (ed
è il motto della Divisione. Partendo da
terza persona openworld, con elementi
NPC) si avvicineranno come avvoltoi
Brooklin con un brevissimo tutorial, ci
RPG ed MMO. Un mix innovativo!
quando cercheremo di estrarre i
sposteremo in elicottero a Midtown
Oppure no? Beh... sì e no. Certamente
nostri preziosi e se per caso un altro
Manhattan (tutto il gioco si svolge qui)
la formula è originale e in pochi hanno
Agente ci uccidesse diventerebbe
per cercare di rimettere in piedi quello
fatto qualcosa come questa, ma a
immediatamente marchiato come
che resta della città martoriata durante
mio modo di vedere le similitudini più
Traditore. Un traditore riceve un
il Black Friday, attraverso la diffusione
calzanti si trovano con quel capolavoro
piccolo teschio sopra la spalla e da
di banconote infette (diabolico!).
openworld di Rockstar Games che è
quel momento la caccia all’uomo è
Red Dead Redemption (fatti salvi gli
aperta: uccidere un traditore dà premi
elementi RPG).
extra quindi un traditore solitario non
Inizieremo la nostra avventura dalla Base Operativa allestita vicino al
avrà vita facile!
Madison Square Garden (presso
La formula è la seguente: un mondo
Un traditore che sopravvive a diversi
l’Ufficio Postale di NYC): qui avremo le
openworld dove fare incontri casuali,
attacchi aumenta il proprio livello e la
prime informazioni e le prime direttive
missioni primarie e secondarie o
propria taglia fino a ricevere un premio,
sul da farsi oltre ad una panoramica
semplice raccolta di materiali, con la
se riesce a farla franca.
dei vari padiglioni che sarà nostra
presenza di altri players che possono
cura rifornire e rimettere in funzione.
cooperare o rendersi ostili. Tutto
I crediti che si accumulano in questa
Dipartimento Medico, Tecnologico e
questo funzionava già in maniera
zona servono per fare acquisti dai
della Sicurezza andranno potenziati
egregia nel Far West (senza scomodare
venditori agli ingressi della ZN e non
e ricostruiti portando a termine le
World of Warcraft o altri titoli MMO
possono essere spesi altrove, così
missioni principali e i vari incontri
che palesemente hanno aperto la
anche come il grado giocatore di
sparsi per la mappa, che danno accesso
strada a gameplay di questo tipo).
quest’area resterà qui localizzato.
A Manhattan avremo 30 livelli da
sul piatto per estendere l’esperienza.
base potremo addirittura fare questo
scalare per arrivare al vertice della
Speriamo non sia tutto affidato a DLC
“riqualificando” uno specifico oggetto.
catena alimentare e potremo fare
a pagamento, ma tramite l’aggiunta dei
La gestione del personaggio avviene in
esperienza tramite le missioni primarie,
vociferati Raid in stile Destiny o altre
maniera relativamente semplice (così
da soli o anche affrontando quelle
modalità che ridiano voglia di giocare a
come la gestione della mappa), tramite
di grado superiore al nostro, purchè
chi ha già sbloccato tutto.
menu trasparenti che compaiono in
accompagnati da altri player di livello adeguato.
sovraimpressione attorno all’utente e Grazie all’xp potremo equipaggiare
non distolgono troppo dall’azione.
armamenti ed equipaggiamento Giocare una missione di 2-3 livelli
migliore e, grazie allo sblocco dei
Le armi sono poi gestite tramite alcuni
sopra al nostro non è impossibile e,
Dipartimenti della Base, svilupperemo
slot che permettono di personalizzarne
con molta attenzione, potremo aiutare
abilità passive, talenti e vantaggi, da
la bocca da fuoco, il mirino, il
i compagni senza finire a terra troppo
mixare negli slot disponibili per creare
caricatore, l’impugnatura o il colore;
spesso, ma negli scontri a fuoco i
il nostro agente ideale, che potrebbe
questo permetterà di aumentare il DPS
nostri proiettili varranno davvero
essere più portato per il supporto
dell’arma o gestire parametri come il
poco, quindi starà a loro fare il grosso
(con rianimazioni a distanza), per la
rinculo, la gittata...
della fatica. Supportateli distraendo il
difesa (con scudi balistici) o votato al
nemico o curando le loro ferite.
potere offensivo (con torrette, granate
Tecnicamente ci troviamo di fronte ad
adesive...).
un prodotto spettacolare sotto il profilo
Raggiunto il livello 30 si aprono alcune
poligonale e del dettaglio, oltre che
possibilità di Sfida, per rifare alcune
Potremmo anche voler cambiare
della resa atmosferica e particellare
missioni a livello molto superiore, ma
alcune stats legate al nostro
che crea giochi di luce e situazioni
poco altro è al momento presente
equipaggiamento e all’interno della
vibranti e credibili.
La quantità di dettagli per le strade di
possa alleviare questo pesante difetto.
di atmosfera, sicuramente ci siamo.
midtown è assolutamente strabiliante
La struttura dei menu e dei controlli
Giocare a The Division è “una droga” e
e questo invoglia all’esplorazione di
è di tipico stampo “consolaro” e la
le prime ore voleranno letteralmente,
strade altrimenti anonime e poco
versione PC non beneficia di mouse
complice la resa magnifica della
stimolanti. Le aree delle missioni sono
e tastiera in questo frangente.
New York del titolo Ubisoft. Le
varie e ben differenziate e ci portano
La versione PC è, com’era lecito
meccaniche di gioco funzionano bene:
dalla metropolitana ai tetti, passando
aspettarsi, molto più prestante sul
cooperare con altri player è divertente
per centrali di polizia, fabbriche,
versante grafico pur richiedendo, per
e appagante e il loot abbastanza
grandi magazzini e altri luoghi
girare dignitosamente, almeno un
generoso da non lasciarci frustrati
particolarmente iconici che non vi
processore i7-3770 e una GeForce GTX
dopo un’estenuante sessione di gioco.
voglio svelare!
970 (o similare). La Zona Nera rappresenta una sfida
Il framerate è costante a 30fps, ma
Il versante sonoro mi ha invece
rischiosa ma gratificante. L’incognita
ho notato diverse volte un leggero lag
piuttosto deluso: la colonna sonora è
è rappresentata dal levelcap che non
dei server, in particolari circostanze
davvero scialba e i suoni delle armi non
ha più molto da offrire al giocatore,
con gruppi di almeno 4 agenti e molti
sono realistici quanto vorrei, anche se,
se non qualche missione da rigiocare
nemici schierati.
nel complesso, accettabili.
o TANTO tempo libero per trovare le
Su XBOX One, lo streaming delle
C’è poco altro da dire. Nella Manhattan
città. Senza dubbio un ottimo risultato
texture e il tempo di caricamento
devastata dal vaiolo non ci sono molti
per questo nuovo franchise di Ubisoft.
delle stesse sui poligoni del mondo è
suoni e in alcune aree solo dei vetri
ancora davvero lento (così come lo era
che si infrangono o un allarme che
durante la beta) e spero che una patch
scatta rompono il silenzio. In termini
centinaia di collezionabili sparsi per la
Juri Cristini www.gamescollection.it
Non lasciatevi ingannare. Street
uno dei più rifiniti della serie, capace
progetto sono degli extra sacrificabili.
Fighter V è prima di tutto un sistema
persino di rivaleggiare con quello
Arriveranno, ma con calma, quando già
economico, quindi un videogioco.
dell’ottimo terzo capitolo, ma il punto
i numeri saranno a favore della visione
Anzi, l’ultimo picchiaduro di Capcom
non è questo e, parlandone, rischiamo
fondante.
è il punto d’incontro di più economie
di farci sfuggire la vera essenza di
che, oramai da diversi anni, si fanno
Street Fighter V.
una spietata concorrenza sulla scena videoludica.
Così i personaggi non hanno più storie, se non stupidi riempitivi di facciata
Giocandoci la sensazione non
per dimostrare che qualcosa viene
è solo quella di maneggiare un
dato a tutti, mentre si presuppone che
Offre un sistema di vendita
titolo incompleto, visto che ancora
il resto lo si acquisti… Anche perché
tradizionale, per cui si paga una certa
manca di moltissimi contenuti, ma
è vero che tutti i contenuti saranno
somma per acquistare un prodotto,
proprio di avere di fronte qualcosa
sbloccabili giocando (mi riferisco ai
ma ci sono (anzi, ci saranno) un bel
di mostruosamente razionale nella
costumi e ai personaggi) ma i tempi
po’ di acquisti in gioco, con contenuti
lucidità con cui tende a rinnegare con
per farlo saranno biblici, nell’ordine
supplementari pagabili con soldi veri
una violenza sistemica qualsiasi forma
delle centinaia di ore, nemmeno delle
(costumi extra, nuovi personaggi e così
che gli è stata propria, come se ne
decine... Quando chi ha una vita capirà
via). Infine c’è il massiccio supporto per
vergognasse.
che è impossibile farcela da soli, il
l’e-sport, che nasconde (senza troppa
sistema sarà lì a ricordargli che può
convinzione) la volontà di trasformare
Street Fighter V è un applicativo
vendergli il suo tempo, senza bisogno
i videogiocatori in spettatori, grazie ai
sociale, non un vero e proprio
di penare.
famigerati servizi di streaming online
videogioco. Non è il seguito di Street
come Twitch e YouTube, così da
Fighter IV, ma qualcosa che ne ha preso
Il vero premio diverrà quindi non
poter fare soldi con la pubblicità e le
le sembianze e che mira a espandersi
giocare per ottenere insulsi costumi
sponsorizzazioni.
all’infinito. È una slot machine in cui
che chiariranno fuori di dubbio la
suoni, luci e colori sono funzionali alla
natura di bambole dei combattenti,
permanenza di fronte alla macchina.
come già avviene in altri picchiaduro
Dopo ciò, quasi in sordina, arriva il gioco vero e proprio che, mai come in
tipo i Dead or Alive. Il resto, come si
questo caso, sembra solo il MacGuffin
Il sacrificio delle modalità classiche,
suol dire, sarà celebrazione rumorosa
di tutto il resto.
che saranno inserite in futuro, non
dell’apparenza.
è casuale, ma retorico. Con Street Ad essere sinceri il sistema di
Fighter V, Capcom ha dichiarato che
combattimento è probabilmente
tutte le distrazioni dal vero fulcro del
Simone Tagliaferri lafinestrachiusa.blogspot.it
In fotografia la sfocatura ha diverse
distinti, ma fusi alla perfezione. Da una
pupazzetto rosso, unico strumento con
funzioni e può essere usata in
parte c’è il grande realismo del primo
cui si possono risolvere i vari puzzle
molte maniere. Solitamente la si
piano, con terreni e oggetti modellati
ambientali. La progressione delle
ottiene aprendo molto il diaframma
con cura maniacale ed estremamente
ambientazioni sottolinea la dimensione
dell’obiettivo. Più il diaframma è
nitidi, dall’altra ci sono i fondali,
temporale dell’intera avventura,
aperto, più l’area di messa a fuoco
continuazioni naturali del primo piano,
con gli oggetti abbandonati che
diminuisce. Ovviamente mi sto
ma perennemente fuori fuoco.
diventano memorie, le cui incrostazioni
riferendo a una sfocatura consapevole,
oppongono una resistenza naturale al
non a quella che deriva dalla poca
Non si tratta solo di una scelta stilistica
flusso dei ricordi. Anche la luce si piega
esperienza. Il processo tecnico per
fine a se stessa, ma è un modo per
al racconto, diventando calda o fredda
cui questo è possibile è ovviamente
intrecciare i temi fondamentali che
a seconda della situazione.
più complesso di quel che potrebbe
compongono la narrazione. C’è una
sembrare leggendo queste poche
dichiarazione esplicita di plausibilità
In fondo l’obiettivo degli sviluppatori è
righe, ma in questo contesto dovete
del racconto, del suo essere accaduto
chiaro: narrare una vita, affermandola
accontentarvi.
nel mondo (quella terra, quegli alberi,
attraverso la morte e chiudendone il
quei sassi...) e allo stesso tempo
ciclo con una rinascita. Che ci siano
Sicuramente chi ha curato il lato
c’è l’espressione della dimensione
riusciti o meno è poco interessante,
artistico di Unravel deve essere un
sognante dell’intera storia, di cui Yarny
anche perché è facile intravedere una
amante dell’arte fotografica, altrimenti
collega le parti attraversando i luoghi
certa retorica nel raccontato. Molto
non si spiegherebbe la cura posta
dove è stata vissuta per rivivificarla,
più importante è convenire sulla loro
nella resa della luce e, soprattutto,
cioè per ridare nitidezza a delle
capacità di sfruttare mezzi espressivi
non si spiegherebbe un uso così
fotografie contenute in un vecchio
mutuati da altre arti trasformandoli in
intenso del fuori fuoco. Unravel è un
album.
materia ludica. In questo Unravel ha
platform puzzle game profondamente fotografico.
parecchio da insegnare a molti altri In Unravel tutto è malinconia e
videogiochi.
ricordo. Il ritmo in un certo senso Yarny, il pupazzo protagonista, viaggia
dolente dell’azione viene avvolto
lungo scenari costruiti su due piani
dalla fisicità del filo che compone il
Simone Tagliaferri lafinestrachiusa.blogspot.it
MA QUALE GAMEPLAY STO CERCANDO? Serata libera. I bimbi dormono, la
Il fatto è che quando si ha “poco tempo
finirlo, che mi piacesse il gameplay
moglie è fuori, la casa è in ordine e
e troppa fame” (Il pescatore – Fabrizio
proposto o meno. Ero un player più
silenziosa. Lavatrici fatte, lavastoviglie
De André, 1968), si corre il rischio
contento? Diamine: sì. In quest’ottica,
che sta andando, TGM chiusa: è tempo
di rimanere degli eterni indecisi. In
ho sempre ammirato molto gli amici
di giocare, giusto per il piacere di
questa occasione, il dubbio è quello
che si sono specializzati in un genere.
farlo, con davanti almeno 3 ore senza
di sprecare un’opportunità che non
Penso a Luca, che trascorre mesi interi
nessuna distrazione se non quelle date
so quando si ripresenterà, dove con
sullo stesso racing per limare qualche
dal gameplay.
“sprecare” intendo dedicare un paio
centesimo sulla pista d’elezione; ad
d’ore (perché ormai sono quelle che
Andrea, che tira l’alba tra un turno e
Scorro i titoli in libreria Steam, sfilo
mi rimangono, prima di andare a
l’altro dell’ultimo Civilization uscito;
qualche copia retail dallo scaffale del
dormire) a un titolo vecchio, quando
a Federico, per il quale esisteva solo
backlog, accedo ai vari marketplace
ho a disposizione una dozzina di titoli
Pro Evolution Soccer e che adesso
delle console casalinghe… Poi mi
appena usciti e che andrebbero giocati
considera FIFA l’unico passatempo
ricordo di aver comprato Alien:
adesso, per evitare di rimanere troppo
ludico possibile. Zero domande, solo
Infestation per Nintendo DS pochi
indietro. Eppure non riesco a scegliere.
gameplay.
giorni prima, trovato a un prezzo
Mi sento come quell’asino affamato
ridicolo in un cestone dopo che per
che, indeciso su quale balla di fieno
Lavo la tazza della tisana, accendo
mesi, al tempo della sua uscita, non
affondare il muso, finisce per morire di
il portatile e mi metto a scrivere di
ero riuscito ad acquistarlo a un costo
fame.
quello che sta accadendo, perché
ragionevole.
magari non sono il solo ad avere Il tempo scorre, una notifica di
questi dubbi, perché magari qualcun
Mi sale la scimmia di provarlo, aprire
WhatsApp mi distrae, mi metto a
altro, adesso, passa dalla cucina al
la confezione, sentire il profumo del
cercare un articolo che avevo letto e
salotto chiedendosi quale videogame
manuale, inserire la cartuccia nel
che mi è stato chiesto di recuperare,
far partire prima che il nuovo giorno
New 3DS XL regalatomi a Natale e
quindi metto su l’acqua per una
rimetta tutto in equilibrio, chiedendogli
farlo partire. Quindi mi sale il panico,
tisana e mi lascio scivolare dalle dita
di svegliarsi per andare al lavoro senza
pensando ai tanti titoli tripla A che mi
un’altra buona mezz’ora. Mentre bevo
prevedere nuovi spazi di libertà entro
guardano da mesi, desiderosi di essere
mi chiedo se è sempre stato così;
i quali farsi venire i dubbi su cosa
lanciati e assaporati in una serata come
se anche quando la vita era meno
giocare.
questa, quando tutto è al suo posto
frenetica mi facevo tutte queste
e mi ci potrei dedicare con la dovuta
domande o se cliccavo su play e basta.
calma… Ma quella cartuccia datata
E adesso che sono alla fine di questo articolo, l’ora di spegnere tutto e
continua a tormentarmi. Quando la
Faccio mente locale e ricordo
andare a dormire è giunta. Forse è
prendo in mano, però, non riesco a
distintamente che, allora, tutto era
stato giusto così, o forse avrei dovuto
lasciarmi convincere.
molto diverso: pochi giochi, pagati
giocare, giusto per il piacere di farlo,
salatissimo, scelti magari dopo due
senza pretendere altro se non il
Mi faccio la doccia, controllo la
settimane di indecisione perché i soldi
gameplay, qualunque esso fosse.
mail, guardo la chat condivisa dalla
a mia disposizione erano contati, e se
redazione, quindi ricomincia tutto da
anche sbagliavo a comprare un gioco
Roberto Turrini
capo. Perché non gioco e basta?
era quasi un dovere morale quello di
www.thegamesmachine.it
Non sono un divoratore di Serie
la moglie Skyler, incinta della loro
sembrerebbero essere gli unici
TV. Credo che le serie, data la loro
secondogenita, e il figlio Walter Junior,
difetti della serie (dispersione e
lunghezza, possano essere persino
affetto da paresi cerebrale. Alla soglia
accumulazione) sono giustificati perché
meglio di un film, ma sicuramente
dei suoi cinquant’anni, a Walter viene
tutti - ma davvero tutti, nessuno
rubano più tempo e per un
diagnosticato un cancro ai polmoni.
escluso - perfettamente funzionali alla
appassionato il tempo non è proprio
La traumatica scoperta metterà in
trama.
denaro ma ci va vicino.
crisi l’uomo, preda di una vita poco soddisfacente, che deciderà (per
Walter White è l’uomo medio
Forse per questo, forse perché è
pagarsi le cure e dare un futuro alla
americano. Uno che per mantenere la
l’ultima cosa che ho visto (seppur in
sua famiglia dopo la propria dipartita)
famiglia fa due lavori, uno la cui vita
ritardo clamoroso), dovete prendere
di mettere le proprie conoscenze
non ha assolutamente qualcosa che lo
con le pinze quel che state per leggere
chimiche al servizio della produzione
renda speciale, un uomo come tanti
su quella che forse è la serie più di
di metanfetamina. Ad affiancarlo ci
che un giorno si ritrova a combattere
successo mai uscita per il piccolo
sarà Jesse Pinkman, suo ex studente e
contro qualcosa che non è come tante:
schermo: sto parlando di Breaking Bad,
spacciatore di poco conto.
un cancro.
Si tratta di 5 stagioni, 5 capitoli veri
Ora, per me il cancro è il male assoluto,
Ecco, parlo di serie più di successo
e propri di una serie caratterizzata da
qualcosa che ti divora dall’interno
perché è rarissimo che un prodotto,
una forte unità: tutti gli episodi sono
e che si espande, rubandoti tutto,
qualunque esso sia, riesca a mettere
strettamente legati tra loro e viene
trasformandoti in qualcosa di diverso.
d’accordo critica e pubblico in
meno, in un certo senso, il concetto
Il cancro è la morte che prende
maniera ASSOLUTA. Andate a vedere
stesso di episodio.
forma. Quindi trovo plausibilissimo il
di Vince Gilligan.
su IMDb, andate a leggervi le varie
cambiamento che trasforma il mite
recensioni. Chi non ha apprezzato o è
Breaking Bad si sviluppa in verticale,
Walter in qualcosa di nuovo, un
rimasto freddo di fronte questa opera
non in orizzontale. Potremmo quasi
bugiardo che, nel corso della storia,
monumentale è sicuramente una
dire che ogni stagione è un capitolo di
dimostrerà più volte di essere divenuto
minoranza, una minoranza assoluta.
quest’opera che non cede mai il passo,
un malvagio.
che non cala mai ma che anzi cresce Consideriamo anche che Breaking Bad
fino a quello che io definisco il suo
La malvagità di Walter è machiavellica
non è una serie per tutti o meglio, non
vertice (la quarta) per poi assestarsi su
ma all’occorrenza anche violenta. Il suo
parte come una serie per tutti, non è
un finale in cui tutti i nodi tornano al
comportamento va al di là della pura e
un serial che si basa esclusivamente
pettine.
semplice avidità o della necessità.
The Walking Dead, non è Lost né The
52 episodi di 45 minuti l’uno in cui uno
Mr. White, puntata dopo puntata,
Sopranos o Game of Thrones, non è
sviluppo lentissimo permette alla storia
diventa egli stesso, metaforicamente
accomunabile a nessuna delle serie più
di prendere il volo. Alla fine anche lo
parlando, un drogato. La
di successo (belle o brutte che siano)
spettatore meno attento noterà come
sua condizione di “cuoco” di
degli ultimi anni. Si tratta anzi di un
tutto, qualsiasi elemento di primo o
metanfetamina prima e re dello
progetto atipico che esula dai canoni
secondo piano, abbia la sua precisa
spaccio di droga dopo, gli dà la
comuni che regolano le dinamiche
collocazione e il suo preciso scopo
possibilità di fare quel che gli era stato
televisive, a metà tra realismo e esager.
all’interno di un disegno ben definito.
precluso tanti anni prima: dare un
sull’azione o sul colpo di scena, non è
E forse il successo di Breaking Bad
senso alla propria esistenza, sentirsi
sta proprio in questo, tralasciando
In questo Vince Gilligan è stato
vivo soprattutto quando la morte è alle
gli aspetti tecnici che molto spesso,
ineccepibile, un vero e proprio maestro
porte, avere il potere proprio quando
per lo spettatore comune, passano in
in grado di programmare un’opera di
si è reso conto di non avere nessun
secondo piano.
cinque atti in cinque anni senza cedere
potere.
di una singola puntata. Walter White è un professore di chimica di Albuquerque. Vive con
Per questo diventa assolutamente Alla fine persino quelli che
plausibile il mutamento mefistofelico,
diventano plausibili le bugie, gli inganni
personaggi minori, c’è tempo per ridere
incetta di Emmy e Golden Globe,
e la rabbia. Intorno a lui un mondo
grazie all’avvocato Saul Goodman
ha vinto di tutto ed è stata record di
intero, una serie di personaggi che
(Bob Odenkirk), per commuoversi con
ascolti. Niente male per una serie che
grazie all’incredibile approfondimento
scene estremamente drammatiche,
nessuno voleva produrre e che più
psicologico diventano umani e più che
per esaltarsi con colpi di genio e frasi
di un attore ha rifiutato. I motivi non
umani: la moglie Skyler, il figlio Walter
ad effetto mai banali. E allora si salta
sono difficili da capire: BB parte da
Jr, il cognato Hank e la cognata Marie.
sulla sedia per un “I’m the danger” o un
un presupposto atipico e non solo ha
“Say my name”, ci si alza dalla poltrona
come protagonista un personaggio
Per non parlare del socio-nemico/
quando ti ammazzano il personaggio
negativo (non un antieroe ma un vero
amico Jesse Pinkman, co-protagonista
preferito - e ce ne sono parecchie di
antagonista), ma descrive l’ascesa/
della serie, o degli avversari di Walter
morti eccellenti e violentissime - o si
discesa negli inferi di un uomo medio,
(in arte Heisenberg) tra cui spicca
esclama “WTF” quando quello che
di una persona come ce ne sono tante.
Gustavo Fring, re della droga e
non ti aspettavi, immancabilmente,
personaggio perfetto interpretato in
succede.
modo perfetto da Giancarlo Esposito,
Fa sorridere che una delle serie più fortunate di tutti i tempi sia allo stesso
e Mike, killer alle dipendenze di Gus.
Breaking Bad è stata una delle serie
tempo regolata dalla fortuna. Tutto
C’è tempo per approfondire persino i
più fortunate di tutti i tempi: ha fatto
quel che avviene in Breaking Bad
sembrerebbe essere regolato dal
farci rizzare i capelli in testa. Aaron
cosa ne sarà adesso della propria
caso per quanto programmato, voluto
Paul, perfettamente in parte, non
vita, dove e come trovare qualcosa
e pianificato. E alla fine il senso di
sfigura al suo fianco e i due, insieme,
che almeno si avvicini ad una delle
impotenza o di potenza dei vari
sono la coppia perfetta. Ma il livello
migliori serie TV di tutti i tempi. Perché
personaggi sembra accrescere proprio
è comunque alto in tutti i campi e
di questo si tratta, quando parliamo
per questo motivo. Le manipolazioni di
persino la puntata apparentemente
di Breaking Bad. E, mentre ne parlo,
cui si rende protagonista Heisenberg
più inutile e lenta (The Fly) diventa
sento l’inadeguatezza delle mie parole
sono tutt’altro che lasciate al caso e
l’occasione per dimostrare che BB non
e di questa recensione. Perché di cose
questo rende il personaggio forse uno
è una semplice serie di consumo e che
come queste sarebbe meglio tacere
dei più crudeli e letali mai creati per il
chi vi partecipa non è stato messo lì
e abbandonarsi alla visione. Anzi, se
piccolo schermo.
per caso.
non l’avete ancora vista correte, che siate appassionati o no, perché ne
Tutto funziona in Breaking Bad. Tutto
E alla fine, quando il finale arriva, che
vale davvero la pena. Credetemi sulla
è perfetto: i dialoghi, la sceneggiatura,
esalti o no, che soddisfi o meno, si
parola.
gli attori, le musiche. Bryan Cranston
capisce benissimo di aver assistito ad
si rivela un fenomeno, in grado di
un capolavoro e si rimane impietriti
Frank R.
cambiare espressione all’istante e di
di fronte allo schermo, chiedendosi
combinazionecasuale.blogspot.it
Se la verità è là fuori probabilmente si
narrativamente convincente. Perfino
complotti governativi, semplicemente
sta fingendo morta per essere lasciata
Scully viene snaturata nel momento in
è rimasto deluso, forse anche tradito.
in pace da Carter&Co. Il revival di
cui, con scarse evidenze scientifiche,
La possibilità di affiancare Scully
X-Files ha infatti dimostrato che la
diventa una olimpionica nel salto alle
e Mulder o addirittura cedere il
serie non ha più nulla da dare ma solo
conclusioni solo perché bisognava
testimone ai due nuovi ingressi nel
da prendere.
chiudere e solo perché la storia lo
cast, Einstein (Laura Ambrose) e Miller
richiedeva. La puntata migliore, la
(Robbie Amel), con queste premesse
Gli ascolti hanno rimpolpato i ratings
terza, con i due agenti alle prese
può solo trascinare X-Files sul terreno
della Fox che è riuscita, con il minimo
con il were-monster, nel suo essere
dei vari Castle e Bones o di qualsiasi
sforzo, a riattualizzare e rinfrescare
dolce-amara, ironica e divertente,
altra variazione da buddy-cop.
quanto basta un prodotto altrimenti
consapevole di come e quanto il tempo
legato all’età vintage della TV: formato
trascorso abbia reso naive alcune
Il giudizio, a fine corsa, resta quello
minitaglia per la nuova stagione di una
teorie vendibili come inspiegabili
negativo riservato ai primi due episodi.
serie storica e amatissima, fan dedicati
all’epoca, è anche involontariamente
“My Struggle II” lascia un finale aperto
e appassionati che hanno tenuto viva
l’episodio che denuncia il limite di
– contraddicendo per altro l’incipit
l’attesa meglio di qualsiasi strategia
questo ritorno.
iniziale “This is the end”- con tutti i
pubblicitaria mirata, ed ecco che la
coinvolti che si dicono possibilisti per
serie di Carter torna a essere una hit.
X-Files nel 2016 ha senso solo se
La contropartita per lo spettatore è
ironizza su sé stesso – pratica che
però ben misera.
può funzionare giusto nello spazio
Gillian Anderson e David Duchovny
di un episodio – ha senso solo per
hanno dimostrato di poter ancora
I sei episodi non sono sorretti da
il nostalgico piacere di rivedere
vestire i panni di Mulder e Scully e
un arco narrativo forte e l’idea di
Scully e Mulder interagire con quella
il pubblico ha dimostrato di essere
base, il grande burattinaio intento a
comprensione e quell’accoglienza
ancora disposto a seguire la serie.
rimodellare il mondo a sua immagine
reciproca maturata nel tempo. Chi
All’appello però mancano autori in
servendosi di vaccini e DNA alieno,
si aspettava storie tenute in piedi da
grado di essere rilevanti con questo
non solo è ingenuamente poco
una scrittura precisa a evitare l’effetto
materiale nel 2016.
credibile ma viene anche buttata in
ridicolo e camp, sempre dietro l’angolo
faccia allo spettatore senza che ci sia
in una serie che parla di scienza
il minimo intento di proporla in modo
di confine/pseudoscienza, alieni e
un ritorno.
Mara Ricci www.playersmagazine.it
DAREDEVIL Stagione 2
“Sei a una brutta giornata di distanza
suo acerrimo nemico, avvalendosi della
stati in gamba nel descrivere questo
dall’essere me” dice The Punisher a un
facoltà di decidere sulla vita e sulla
processo lento che nel corso delle
Daredevil immobilizzato, legato con
morte delle persone.
puntate trasforma sempre più Frank
un catenone spesso così, in uno dei
Castle nel Punitore, rendendo chiaro
momenti più belli di questa seconda
La prima parte di questa season 2 inizia
quanto Frank non sia un sadico che
stagione del serial dedicato all’Uomo
allo stesso modo. Il personaggio del
ama punire le sue vittime quanto
senza Paura di casa Marvel.
Punitore si pone quasi a metà strada
piuttosto uno spazzino. Uno che fa
tra i protagonisti della prima stagione.
quello che deve fare con estrema
Lo scorso anno l’arrivo di Daredevil
Wilson Fisk, Matt Murdock e Frank
efficienza.
aveva sconvolto tutti gli equilibri che
Castle sono tre uomini che vogliono
mi legavano alle serie televisive dei
portare ordine in una città dove il
Le citazioni delle grandi storie dei
supereroi. D’un tratto il mio livello di
potere è fortemente frammentato,
fumetti (da Massacro all’irlandese, fino
interesse (e quello di tutto il pubblico
eliminando gli ostacoli. The Punisher è
a In Principio, Born, Valley Forge) lo
che come me non credeva molto nella
la via di mezzo tra il senso di giustizia
rendono una trasposizione più che
serialità del racconto supereroistico)
di Daredevil e lo sprezzo per la vita
convincente, brutale, perfettamente
era schizzato alle stelle. Da una parte
altrui di Wilson Fisk. Se Devil avesse
in parte e capace di rubare la scena
c’erano ancora quei prodotti seriali
superato la linea in quel confronto
a tutti gli altri personaggi. Spero
poco interessanti, spinoff di personaggi
disperato con il suo diavolo interiore,
fortissimamente che Netflix gli dedichi
ultra secondari apparsi nei film Marvel
sarebbe stato un assassino, proprio
una serie tutta sua. Vi prego.
o deviazioni Teen di roba DC Comics,
come lo psicopatico che la comunità è
dall’altra una proposta cinematografica
pronta a giudicare.
sempre più piatta che cadeva in
Tutto rose e fiori? Non proprio. L’idillio sanguinoso di Frank Castle
canoni visti e rivisti sfociata in un
Il Punitore è di certo l’aggiunta più
è una piccola frazione delle tredici
dimenticabile secondo episodio degli
interessante di questa seconda
puntate della seconda stagione. Da
Avengers.
stagione. Il rapporto con i personaggi
un certo momento in poi i riflettori si
che gli ruotano attorno, da Devil
spostano su un’altra questione, quella
In questo scenario non proprio
a Karen Page, è ben scritto e il
relativa a Elektra e alla Mano, il gruppo
esaltante, il Daredevil di Netflix fu
personaggio stesso è attualizzato in
di ninja che cerca Black Sky, l’arma
una bomba atomica: cattivo, violento,
modo perfetto.
definitiva di cui si è già sentito parlare
scorretto. Aveva la forza di non essere
nella prima stagione. E, mi dispiace
un’ennesima storia delle origini di
Non è più il Vietnam di Born ad
un supereroe urbano, ma quasi un
aver generato il mostro che gli abita
thriller sulla malavita, in cui le parti
dentro, ma l’Afghanistan e l’Iraq. La
C’è troppo Daredevil, troppi ninja,
più azzeccate erano quelle fuori dal
guerra cambia faccia ma non è mai
troppe botte. Il ritmo dello show è
costume, quelle spese nel cercare di
davvero differente: Punisher è quella
sempre convincente e di certo non
incastrare i malvagi per vie legali.
parte violenta degli Stati Uniti, quella
ci si annoia nella progressione delle
psicotica, convinta che, con un’arma
puntate, ma lo spessore psicologico del
Lo studio di Nelson e Murdock, la
in mano e la legge dalla propria parte,
prodotto si abbassa notevolmente.
lotta contro Wilson Fisk che ruotava
possa far fuoco contro chiunque
attorno a ritmi che parevano usciti da
minacci la sua sicurezza.
Gli Intoccabili. L’anima da città presa in
dirlo, le cose peggiorano.
Resta ottima la ricerca, quasi orientale, di un’azione sempre riuscita, ben
mezzo in una guerra tra il rimorso di
Dopo la tragedia che ha colpito la sua
fotografata e con un montaggio pulito
coscienza e la sete di sangue.
famiglia (ma in realtà già prima: Frank
che non risparmia mai efferatezze.
E Daredevil/Matt Murdock seguiva
Castle sa perfettamente che la sua
proprio lo stesso percorso: spaccato
dimensione è il campo di battaglia,
Ogni tanto si concede virtuosismi
a metà tra l’identità del Diavolo, che
la warzone), Castle è diventato un
tenici che ricordano la famosa scena
prova un gusto sadico nel rompere le
macellaio con un senso di giustizia
del corridoio che chiudeva la seconda
gambe agli avversari, e l’avvocato che
tutto personale.
puntata della prima stagione: questa
crede nella giustizia, nella legge e in Dio. A un passo dal diventare come il
volta nel terzo episodio c’è una chiusa Gli sceneggiatori di Daredevil sono
ancora più spettacolare. Uno dei
momenti più esaltanti visti su piccolo
Ci si perde tra centinaia di scazzottate.
schermo da un sacco di tempo.
spazio a quei due grandi protagonisti, permettendo loro di corteggiarsi,
Insomma, una stagione che, per
confrontarsi, fino ad arrivare allo
Da questo punto di vista Daredevil è
quanto mi riguarda, è un passo
scontro di due mondi così simili, aveva
inappuntabile, ma eccede, togliendo
indietro rispetto alla prima, ben più
permesso un crescendo in cui il climax,
spazio a Matt Murdock, sacrificando
riuscita, più omogenea, capace di
era posizionato alla grande. Questa
tutta la dimensione umana dello
bilanciare alla grande buio e luce di
seconda stagione sembra aver fretta
show in favore di una parentesi
tutti i personaggi. Forse, quella volta,
di diventare grande, salvo poi rendersi
sovrannaturale che, secondo me, mal si
la sorpresa ha giocato a favore, ma
conto che le migliori cartucce le spara
sposa con la natura urbana dello show.
di certo aveva funzionato bene il
nel corso dei primi episodi.
Gli manca il confronto con una nemesi,
setting urbano, sporco, realistico senza
gli manca lo specchio della personalità
rinunciare all’elemento fantastico
distorta del Diavolo di Hell’s Kitchen.
del racconto supereroistico. Lasciare
Fabio Di Felice www.theshelternetwork.com
ORANGE IS THE NEW BLACK Stagione 2
Si torna a Litchfield per la seconda
po’ come un reset prima del rientro
propria lotta intestina contro tutte e in
volta, per scoprire cosa è successo a
in Connecticut, tanto da definire il
particolare contro Red e le sue nuove
Piper Chapman, dopo il netto cambio
carcere “casa”, per la prima volta dopo i
amiche, il gruppo delle vecchie anziane
di rotta arrivato alla chiusura della
13 episodi precedenti.
(dopo l’allontanamento dalla cucina).
In termini di azione, l’impatto della
Vee è anche la scusa per esplorare
reclusione sulla vita delle detenute
nuove storie personali delle diverse
Alti e bassi, era così che Orange is
è evidente una volta ancora su ogni
ragazze a lei vicine: Occhipazzi,
The New Black era andata avanti
singola ospite del penitenziario:
Poussey o la stessa Taystee ma anche
inizialmente per poi impennarsi con
tra problemi interiori, disillusione,
la Morello e Doggett (con dei denti
le ultime puntate. La nuova season
delusioni è solo la ricerca dell’equilibrio
nuovi di zecca).
si apre con un taglio alla routine del
ad essere il fine ultimo di molte.
carcere: Piper infatti, sarà trasferita a
La verà novità è rappresentata
La svolta tragica solo intravista in
sorpresa a Chicago per testimoniare
dall’ingresso di Yvonne Parker,
precedenza, resta mitigata dallo humor
nel processo che vede coinvolta anche
Vee per gli amici, leader delle nere
e dalle situazioni grottesche che
Alex, fidanzata manipolatrice che una
e matrigna di Taystee nella vita
ancora una volta permeano ogni cosa.
volta ancora si comporterà in maniera
precedente. Una spietata e meschina
Siamo insomma sul (buon) livello della
a dir poco scorretta con la svampita
malandrina vecchia scuola che dopo
precedente serie.
protagonista.
aver conquistato tutti i business
prima stagione. Svolta drammatica o semplice cliffhanger di fine serie?
La breve trasferta in Illinois servirà un
di contrabbando nel microcosmo
Alberto Belli
carcerario, darà lotta a una vera e
www.eldastyle.it
“Dal vetro�
Un progetto fotografico di Simone Tagliaferri
lafinestrachiusa.blogspot.it
Patrice Murciano
www.patricemurciano.com
Patrice Murciano nasce il 27 Maggio 1969 a Belfort, in Francia. Già a 6 anni inizia a dimostrare doti creative, riproducendo perfettamente con la china i personaggi dei suoi cartoni animati preferiti. A soli 8 anni ruba il trucco della madre per dipingere ritratti femminili. Da adolescente, incuriosito dai grandi maestri, riproduce i capolavori di Rembrandt e Velasquez. La famiglia, avendo notato il talento del ragazzo, inizialmente insiste affinchè si iscriva all’Accademia delle Arti, ma amici ed intenditori spingono in senso opposto, per timore che la vena artistica di Patrice venga contaminata o deviata verso i canoni troppo convenzionali che la scuola impone. I genitori, molto lontani da questo mondo, lasciano che sia Patrice a scegliere il suo futuro. Si formerà da solo, lontano dai dogmi scolastici. Patrice Murciano oggi ha 46 anni e vive nel sud della Francia, anche se viaggia regolarmente all’estero (New York, Osaka, Los Angeles...) per le sue mostre. Si definisce un “Ricercatore d’arte” e non ama il termine “pittore”. La sua vita consiste in una continua ricerca di nuovi stili e tecniche artistiche da combinare al suo talento.
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