Money Urbanism. Progetto urbano e cicli di produzione della città - Baiocco, Silvestrin, Tecchio

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MONEY URBANISM

Meteorite Appiani distrugge la vecchia fornace. Ora, solo un ammasso di mattoni

Treviso nella seconda metà del XIX secolo è una piccola città, di modeste ambizioni, quando tra l’ultimo decennio del XIX secolo e il primo decennio del XX secolo questa piccola città e il suo territorio vivono una fase di trasformazione modernista spinta dalle idee delle aggregazioni politiche che scuotono il corpo sociale. Il primo piano regolatore di Treviso, datato 1910, è il risultato di uno straordinario confronto sulla modernizzazione urbana che ha coinvolto, a cavallo dei due secoli, amministratori, istituzioni e opinione pubblica. Nella discussione di idee, progetti e piani per la città, un giovane imprenditore di nome Graziano Appiani emerge come il protagonista assoluto poichè aveva capito che solamente una forte unità di intenti tra schieramenti diversi poteva risolvere i nuovi problemi posti dalla prima industrializzazione. A soli vent’anni è già un esperto ceramista e progetta e brevetta un tipo di fornace a fuoco continuo, che si diffonde rapidamente in Italia e viene adottata da numerose aziende del settore con il nome specifiico di “sistema Appiani”. Nell’estate del 1873 vengono poste le fondamenta della sua “Fabbrica laterizi e fornaci sistema provilegiato della ditta Appiani”, in un’area precedentemente occupata dalle fornaci Battistella. Nello stesso anno, costituì a Treviso una società per la realizzazione di una moderna fornace. Venne così realizzata la fornace “Battistella” di Sobborgo Cavour, poi convertita in “Appiani”. In questi ambienti stringe amicizia con il potente senatore Luigi Luzzetti, che lo coinvolge nel

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La vecchia fabbrica di ceramiche

Il nuovo “mostro” della città

progetto della costruzione delle tranvie cittadine: una delle prime linee che attraversarono il centro era quella che lo collegava con il sobborgo Cavour. Appiani ridisegna tutto i sobborgo, ne cambia il nome da Cavour ad Eden, ne costruisce una vocazione funzionale e ne accresce il patrimonio infrastrutturale: l’illuminazione pubblica, lo scalo merci, la stazione ferroviaria e il servizio postelegrafico (1910-1912). La progettazione del sobborgo è soprattutto un atto utile alla promozione dell’immagine pubblica della famiglia Appiani ed è per questo che non si deve sottovalutarne la dimensione simbolica che l’industria affida ai suoi edifici. Il sobborgo Eden è il primo esempio che a Treviso di case economiche costruite dopo la prima legge Luzzatti che fin dall’inizio accordava significative agevolazioni anche agli industriali promotori di case popolari. Come consigliere comunale Appiani svolge un’intensa attività per la modernizzazione della città: è il primo amministratore infatti che si occupa di illuminazione elettrica pubblica ed è il primo imprenditore che promuove direttamente lo sviluppo delle telecomunicazioni di Treviso. Gianluca Marino lo ricorda così: “Tutti, chi a piedi, chi in calesse, chi con il tram a cavallo – e poi elettrico – accorrevano festanti alla luminaria delle divagazioni serali del quartiere ribattezzato Eden: giuochi di bocce, pattinaggio, feste da ballo, cinematografo e proiezioni di fotografie a colori, concerti con strumenti misteriosi, stand di tiro al piccione, parco pei giuochi pirici, serate mondane aperte a tutti con il concorso di ministri o notabili delle capitali del Regno.” Nel dopoguerra la fabbrica fu inglobata dall’espansione urbana e cominciarono i problemi con i residenti che costrinsero l’impresa a trasferirsi altrove.

Sharon Bressanello, Giulia Masolo, Caterina Ponzio, Annamaria Vudafieri


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