Si pensi alla Plywood Chair per Vitra del 1988, alla Tate per Cappellini del 2000 fino alla serie Air sviluppata con Magis nel 2009. Gli oltre 200 oggetti ideati – dagli utensili di cucina per Alessi alle lampade per Flos, dai telefoni e le fotocamere per Samsung e Sony, ai sanitari per Ideal Standard, dalle sveglie per Punkt ai piccoli elettrodomestici per Rowenta – hanno guadagnato riconoscimenti internazionali. A lui si devono anche gli arredi della nuova Tate Modern Gallery a Londra e le sedie per il convento La Tourette di Le Corbusier. L’arte di Morrison è accompagnata da una cura maniacale per il dettaglio che è talmente studiato da sembrare inesistente, e forse sta proprio in questo il suo segreto. Lo stesso Morrison ha dichiarato di aver sempre voluto disegnare cose che funzionassero nella vita reale e non soltanto alle mostre o sulle riviste, in questo modo, il suo design no frillis, il rifiuto degli eccessi – dal lusso al decorativismo fino all’ipertecnologia – l’hanno portato ad una assoluta discrezione, con un approccio normale certo ma sicuramente non ordinario. Per Morrison il vero industrial design deve poter essere democratico, e perciò rivolto a tutti, senza limitazioni: “Non sono per nulla interessato all’idea di lusso. L’idea di godere di qualcosa che esclude altre persone è terribile, non credete? Credo che il lusso sia stato inventato per gente che non ha modo migliore di godersi la vita che sentirsi superiore agli altri”.
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