Kengiro Azuma - MU-YU il vuoto e il pieno

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Kengiro Azuma MU - YU il vuoto e il pieno dal 9 febbraio al 12 marzo 2016

Cortina Arte

Via Mac Mahon, 14 interno 7 - Milano www.cortinaarte.it artecortina@artecortina.it

Catalogo a cura di: Susanne Capolongo Stefano Cortina Ufficio stampa: Veronica Riva, A.C.R.C. Crediti fotografici: Anri Ambrogio Azuma Archivio Kengiro Azuma Valeriano Borroni Archivio Paolo Marinotti Ringraziamenti: Anri Ambrogio Azuma Fonderia Artistica Battaglia Camilla Bonzanigo Matteo Visconti Progetto grafico: Li.Ze.A. Crediti fotografici a disposizione degli aventi diritto.


Kengiro Azuma MU YU il vuoto e il pieno a cura di Susanne Capolongo e Stefano Cortina

Cortina Arte Edizioni



Indice Dicotomie, antinomie, contrapposizioni

pag. 7

introduzione di Stefano Cortina

Intervista a Kengiro Azuma

pag. 11

a cura di Susanne Capolongo

Opere

pag.

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Apparati pag. 45 Kengiro Azuma, la vita pag. 45 a cura di Veronica Riva Mostre personali pag. 49 a cura di Anri Ambrogio Azuma

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Dicotomie, antinomie, contrapposizioni di Stefano Cortina Il MU ha bisogno dello YU per rivelarsi, per vedere l’invisibile c’è bisogno del visibile. Luciano Caramel Non è facile introdurre in poche righe l’opera di un uomo la cui vita ed il relativo progetto è già di per sè stessa arte, complessa nel suo evolversi lineare, poesia, materia, tempo, pensiero. Rimando alla fine del presente catalogo per leggere la straordinaria Azuma col figlio Anri Ambrogio e Stefano Cortina vicenda di un ragazzo votato alla morte per un supremo ideale divino, onore e fede, di un kamikaze salvato dal martirio a due giorni dalla fatale missione quando un superiore destino mise fine alla seconda guerra mondiale e consegnò il giovane Kengiro a un breve e intenso percorso di sofferenza che gli aprirà tuttavia le porte di una nuova vita, dalla morteguerra all’immortalità-arte. Nasce Azuma, lo scultore, il poeta, il creatore, dalla prima contrapposizione antinomica dove gli opposti coesistono in antitesi come materia e antimateria e dove peraltro l’uno non può esistere senza che l’altro sia purtuttavia. L’uomo, l’artista, che è insieme oriente ed occidente, ineludibilmente attirato dal suo opposto, che ha saputo imbrigliare il pensiero Zen nella filosofia della terra, là dove il sole tramonta. Inevitabile l’effetto calamita che l’Italia produce, un Paese dove la scultura, precipuamente questa espressione artistica, ha avuto il massimo impulso e trovato terreno Nell’aula durante il master Azuma scolpisce la pietra all’Ufecondo per generare e esprimere le niversità d’Arte Geidai, Tokyo 1954 7


vette più alte e fertili dell’arte della terza dimensione, da Medardo Rosso ad Arturo Martini, da Adolfo Wildt a Marino Marini, forse il più grande ed eccelso scultore del Novecento! Un destino imprevedibile consegna Azuma all’arte, alla scultura, al più grande maestro, Marino, da cui molto apprende senza mai esserne prono ma bensì capace di sviluppare un’intensa personalità che lo renderà, egli stesso, Maestro. Il vuoto e il pieno, ruvido-liscio, piano-tondo, cavoconvesso, anima-materia, yin (nero, vuoto, morte)-yang (bianco, pieno, vita). Lo zen e il pragmatismo di Milano, Shangri-La straordinariamente concreta eletta a dimora da un uomo transmigrato da Dio all’uomo, Con il Rettore Mons. Vincenzo Cimatti passando per il segno e la materia. Dalla dell’Università Salesiana Chofu di Tokyo, 1956 figurazione all’astrazione senza mai perdere di vista il filo conduttore che sempre ha caratterizzato la tematica della sua opera, il rapporto tra uomo e natura, la bipolarità interna all’essere e insieme la

Con Alik Cavaliere e Marino Marini davanti alla Fonderia Artistica Battaglia, Milano 1959

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sua basilare unità, la bipolarità cela un’unità di fondo e soprattutto un’unità di destino; è la configurazione dialettica del conoscibile che presuppone un’armonia superiore. E proprio questo status psicologico e di pensiero percorre tutta l’opera di Azuma ed è in prima istanza il frutto delle due culture, quella orientale e quella occidentale, nelle quali Azuma si è Azuma alla Fonderia Battaglia, Milano 2015 formato, traendone stimoli insieme riflessivi e creativi di grande sottigliezza e potenza. Di qui è nata la sua tensione a rappresentare il rapporto tra finito e non finito, materico e spirituale, visibile e invisibile, che le sue bellissime sculture, insieme forbite e inquietanti, hanno tradotto in termini di suggestiva espressività (Rossana Bossaglia). La dualità contrapposta ha dunque caratterizzato il percorso di questo artista non solo nella sua vita ma nella genesi e nello sviluppo stesso della sua ricerca definendone inconfondibilmente stile e calligrafia. Un’arte mai fine a se stessa ma la cui profondità di pensiero la eleva oltre la semplice forma sino alla dimensione di epos poetica. Rendere omaggio ai novant’anni di Azuma è dunque per me un privilegio oltre che un onore, un uomo, un artista sempre giovane nell’anima Azuma con Camilla Bonzanigo e Matteo Visconti della Fonderia Battaglia, e nel pensiero. MU-141 la vita infinita, Milano 2015 9


Susanne Capolongo e Azuma

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Intervista a Kengiro Azuma di Susanne Capolongo “Il segreto secondo me per essere un’artista? Coerenza e costanza, avere la forza di non mollare mai” K. Azuma È una gioia per gli occhi e per l’anima entrare nello studio di Kengiro Azuma, fucina di idee da oltre sessant’anni dove sculture, disegni, fotografie, cimeli, manifesti e tanti altri oggetti rappresentano il mondo dello scultore. Dialogare con Azuma è un piacere impagabile. È un dono prezioso ascoltare la sua voce lieve e delicata narrare annedoti di vita e apprendere la sua filosofia di pensiero. Ha quasi novant’anni ma ha ancora negli occhi quel guizzo dell’eterno giovane, perchè Kengiro Azuma è un giovane d’animo, sempre proiettato verso la comprensione del grande mistero che è l’esistenza umana. S.C. - Il tuo è un lavoro contemplativo, una scenografia sinfonica del silenzio. Dove risiede la tua fonte d’ispirazione? K.A. - La mia fonte d’ispirazione è la ricerca del senso della vita, perché la vita è un continuo mistero, pensiamo di aver capito tutto e poi ci rendiamo conto di non aver capito niente. Non possedere materialmente niente vuol dire essere profondamente ricco. S.C – Personalmente trovo nel tuo lavoro un appagamento emotivo, vi sorgo semplicità e disciplina, ancor prima della forma. Nelle tue sculture ci sono sempre due caratteristiche contrapposte: ruvidoliscio, cavo-convesso, piano-tondo. Che significato hanno gli opposti? K.A. – Fulcro centrale delle mie sculture sono gli opposti : liscio e ruvido, concavo e convesso, vuoto e pieno. Io penso che nella mia scultura ci sia una filosofia universale e non come tanti pensano solo orientale. La vita è un costante alternarsi di elementi contrapposti: pace e guerra, dopo la pace segue una guerra e viceversa. Esiste il bianco ed esiste il nero, l’uomo e la donna, il vuoto e il pieno, il nord e il sud, il grande e il piccolo, l’amore e l’odio, e così via . Non intendo dire che il

Azuma con Susanne Capolongo e Stefano Cortina

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vuoto è meglio del pieno, che il bianco è positivo e il nero negativo, e così discorrendo, tutto è complementare, nulla può esistere senza il suo opposto. L’importante è mantenere sempre l’ equilibrio in ogni cosa. S.C. – La goccia è la forma che hai prodotto e continui a riprodurre, perché? K.A. - Perché la goccia è una forma perfetta: dal cielo va verso la terra poi evapora e ritorna al cielo, come il ciclo della vita. Nasce, scende dalla grondaia in un attimo va verso la terra e poi scompare, spesso non riusciamo neanche a vederla è quasi invisibile, però esiste nella sua completezza, così perfetta, unica, ogni volta diversa. S.C. – Una volta tu mi dicesti “un bravo artigiano con l’aggiunta di cultura è un’artista”. La cultura orientale e la conoscenza di quella occidentale ti hanno portato a essere uno scultore internazionale. Un percorso lungo più di sessant’anni, quando hai deciso di essere artista?

Lo studio

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La scultura MU 765 G la goccia d’acqua sotto una nevicata nel giardino, Gattico (NO) 2009

Azuma con la goccia piccola MU-765PP, Ponte sull’Alzaia Naviglio Grande, Milano 2010

Insieme ai maestri artigani della Fonderia Battaglia con la goccia d’acqua MU-765 G, Milano 2007

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K.A. - Per quattro anni ho fatto il pilota, avevo 17 anni e sono andato volontario nell’esercito, avevo lasciato l’attività di famiglia, erano artigiani del bronzo, avevo lavorato con la mia famiglia sin da bambino, ancora oggi è l’attività di famiglia in Giappone, passata di generazione in generazione. Sono nato in mezzo al bronzo, la manualità è nel mio DNA. Come ti dicevo mi arruolai nelle truppe Susanne Capolongo e Azuma di assalto della Marina frequentando i corsi di pilota per aerei siluranti, così diventai pilota kamikaze. Per i giapponesi l’Imperatore era come Dio, noi ci credevamo profondamente, ed io volevo offrire la mia vita per la Patria e per l’Imperatore, immolarsi era considerato un altissimo onore , era un viaggio di sola andata. Ai kamikaze era dedicato un tempio chiamato Yasukuni, dove andavano le anime dei kamikaze morti durante gli attacchi. Quando aderii lasciai alla mia famiglia un biglietto con scritto “Ci vediamo al tempio Yasukuni”. La guerra finì due giorni prima della mia missione e quando perdemmo, mi accorsi che l’imperatore non era Dio, ma semplicemente un uomo. Fu una grande delusione, persi completamente la fede. Io penso che noi uomini siamo l’insieme di due parti distinte: una parte materiale fatta di carne, ossa e sangue e poi c’è l’aspetto spirituale, che è la materia invisibile fatta d’amore, di passione e di fede. Quando l’uomo muore le due metà si separano, la parte materiale muore e da questa si stacca la parte spirituale, che non percepiamo ma che rimane. Come il ricordo dei defunti che rimane anche quando questi non si possono più vedere e toccare. Quando persi la fede, persi la mia parte spirituale. Ho sofferto molto. Dopo un anno, decisi di dedicarmi all’arte per colmare il vuoto lasciato dalla fede, rappresentava per me un nuovo modo di sentirmi vicino a Dio. E’ così decisi di diventare artista e scultore. S.C. – Sei stato assistente di Marino Marini, quali furono i suoi insegnamenti? K.A. - Sono arrivato a Milano nel 1956 grazie ad una borsa di studio della durata di un anno, quindi mi iscrissi all’Accademia di Brera per seguire gli insegnamenti di Marino Marini, che è stato per me un grande maestro e un grande amico, faccio parte di quella generazione per cui gli studi dell’acca- Nell’aula di scultura di Marino Marini demia erano un’esperienza di formazione decisiva. all’Accademia di Belle Arti di Brera, Milano 1957 14


Avevo trovato a Tokyo un libro sulla scultura di Marino Marini e me ne innamorai, espose a Tokyo nel 1953 e per me fu una grande rivelazione, una nuova ragione di vita. Dopo un anno sarei dovuto tornare a Tokyo, ma il tempo passò così velocemente che non ero assolutamente pronto per tornare a casa, non avevo neanche imparato bene la lingua italiana, dovevo apprendere ancora molte cose, soprattutto sulla scultura italiana. All’Università di Tokyo avevo già la cattedra che mi attendeva, ma non potevo ritornare senza aver Nello studio di Marino Marini, Milano 1957 appreso gli strumenti essenziali. Dopo quattro anni di frequenza dell’Accademia, Marino Marini mi prese come suo assistente personale presso il proprio studio, dopo quattro giorni mi consegnò le chiavi dello studio e della sua casa perché era in procinto di partire, era una prova di grande fiducia e amicizia, piansi per l’emozione. E’ stata una grande amicizia, durata vent’anni, stringendo la mia mano è morto a Viareggio nel 1980. Era inevitabile che restassi in Italia, non c’era altra strada per me. Questa scelta mi costrinse a stare lontano da mia moglie per tre anni, poi lei riuscì a raggiungermi, erano stati tre anni interminabili, mi mancava molto, ma da allora non ci siamo più separati. Abbiamo due figli meravigliosi: la primogenita Mami, il suo nome nasce dall’idea di unire le iniziali di Marino Marini e Milano, e poi c’è il mio secondo genito Anri Ambrogio, questo è stato il mio modo di ringraziare Milano. S.C - Oggi esiste ancora il rapporto maestro-allievo, cosi come è avvenuto tra te e Marino Marini?

Marino e Azuma, Milano 1958

No, secondo me non esiste più un rapporto così stretto tra insegnante e allievo, innanzitutto non esistono più i grandi maestri come Marino, Minguzzi, Fontana, Messina, Mirko, Greco; artisti da stimare, che hanno fatto la storia della scultura italiana del Novecento. Un altro motivo risiede nell’utilizzo della materia, pochi contemporanei si dedicano alla scultura utilizzando il bronzo, troppo costoso. E’ anche cambiato il modo di relazionarsi, e non mi riferisco solo al rapporto tra maestro e allievo, che per l’appunto non esiste più, intendo la relazione tra gli artisti: pochi si frequentano, si incontrano e si confrontano. Un altro aspetto negativo, secondo me, è che le nuove 15


generazioni di artisti non si dedicano più alla ricerca perché costa tempo e fatica, l’unico interesse che hanno è la possibile vendita. S.C. – Qual è il segreto per essere un bravo artista? K.A. – Il segreto secondo me per essere un bravo artista? Coerenza e costanza, avere la forza di non mollare mai. S.C. - Come è stato approdare in Italia a metà degli anni ’50, in un momento dove arte e cultura erano in costante fermento, quali luoghi, amici e ricordi? Come hai vissuto quegli anni?

Durante la mostra a Palazzo Grassi conosce Peggy Guggenheim, Venezia 1961. Foto Archivio Marinotti

K.A. – All’inizio tutto era molto difficile per me, non capivo la lingua italiana e avevo difficoltà ad apprenderla. L’Accademia mi impegnava tantissimo, volevo fare lo scultore non l’insegnante o altri lavori per mantenermi, quindi dovetti affrontare economicamente inevitabili difficoltà. Ho sofferto molto, anche economicamente, ma ero caparbio, la mia volontà era più forte di qualsiasi privazione. L’atmosfera che si viveva a Milano era vivace e entusiasmante. Esisteva un rapporto di complicità tra gli artisti, tra i grandi maestri e i giovani artisti, ma anche tra i critici e i galleristi. La frequentazione era quotidiana, ci incontravamo spesso al Bar Giamaica, per discutere, confrontarsi a volte scontrarsi ma tutto era così vivo e veritiero. Frequentavamo sempre le gallerie, in particolare in occasione delle inaugurazioni. E poi c’era la frequentazione con i collezionisti, nel mio studio spesso venivano i coniugi Boschi –Di Stefano che acquistavano sempre e solo opere che riscontravano il loro personale interesse, erano collezionisti attenti, curiosi, preparati ma soprattutto amanti dell’arte, acquistavano anche opere di artisti sconosciuti e molto giovani, erano molto ricchi però era loro abitudine cercare sempre di “tirare sul prezzo”. Allora i galleristi usavano mettere a “contratto” gli artisti e questo rappresentava una sicurezza economica. Personalmente ho avuto, sin da giovane, un contratto con Con i galleristi Carlo Cardazzo e Toninelli, Venezia 1962 16


Toninelli che aveva due gallerie: in via Sant’Andrea e in via Bagutta a Milano. Un contratto che durò nove anni. Fu una grande fortuna, lui organizzava le mostre e si occupava delle vendite anche presso altre gallerie come l’Obelisco di Roma. Poi c’era il grande critico Guido Ballo amico di tutti noi, fu proprio lui a presentare la mia prima mostra personale alla Galleria Minima di Toninelli e poi ho conosciuto Gillo Dorfles e Franco Russoli, che scrisIl giorno dell’inaugurazione della mostra personale con la Regina sero testi critici su di me. Erano anni Beatrice d’Olanda e il direttore del museo Dordrecht, Olanda 1983 interessanti. S.C. - E oggi che rapporto hai con l’ambiente e la cultura italiana? K.A - Oggi non c’è molto, oserei dire nulla, è tutto “spento”. Non ci sono più artisti e scultori a mio parere interessanti, tutto è cambiato. Sono cambiati i valori fondamentali. Non manca nulla, l’uomo ha tutto quello che potrebbe desiderare materialmente, eppure sappiamo che qualcosa manca di fondamentale. Noi eravamo poveri e facevamo veramente fatica, ma eravamo collaborativi e disponibili. Oggi tutto è concentrato sul “se”, l’individualismo la fa da padrone. E’ tutto molto cambiato, sono momenti un po’ bui per l’animo umano. S.C. – Spesso le tue opere si intitolano MU e altre volte Yu, cosa significano questi titoli? K.A. - Mu vuol dire vuoto Yu vuol dire pieno. Essere vuoto vuol dire che sei sempre pronto a ricevere. Estate/inverno, caldo/freddo, sopra/sotto, dolce/ piccante…qualsiasi cosa ha il suo opposto. L’unica cosa che non ha un opposto è Dio, Dio è assoluto e unico. Nessuno di noi può sapere se è vero o non è vero che Dio esiste. Ogni persona però deve credere! Presentazione alla galleria Arte Borgogna del tavolo Il soggetto del credere è strettamente personale. Yin e Yang per Acerbis International con Gillo Credere è assolutamente fondamentale. Dorfles, Milano 1983 17


S.C. - Puoi vantare di avere grandi opere in istituzioni pubbliche e importanti collezioni private. K. A. - Sì, lavoro molto con le Istituzioni, i Musei Vaticani, le pubbliche piazze. L’ultima scultura è Mu-141 “La vita infinita” dono alla città di Milano, in collaborazione con la Fonderia Battaglia e gli Amici del Monumentale di Milano, è stata posizionata nei pressi dell’ingresso del Cimitero degli Acattolici, nell’ala ovest del Cimitero Monumentale. S.C. – Per la filosofia Zen noi siamo gesti della natura, il tuo gesto quotidiano è disegnare per allenare la mano e l’anima, è vero? K.A. -Si è vero, guarda questi album il primo risale al 1985 e ogni pagina rappresenta un giorno e ogni giorno un disegno, piccoli pensieri, senza impegno, il gesto è libero ma sempre coerente. Non posso fare a meno di lasciare un segno, seguire un tratto. Il disegno per me è fonte di meditazione. S.C. – Qui vedo molti disegni, sono progetti per gioielli? K.A - Ho fatto molti gioielli soprattutto dagli anni’ 60 agli anni ’80 , utilizzando materiale povero (rame, ottone e ferro), perché non avevo i soldi per realizzarli in oro o argento. Poi sono sopraggiunte le commissioni, soprattutto da parte di collezionisti che avevano già acquistato le mie sculture. E’ fondamentale la continuità, la costanza, la coerenza, la passione e la volontà. Non è importante il risultato, ma è importante l’impegno che ci si mette nelle cose, se c’è impegno il risultato viene da sé. S.C. – Parliamo del “piccolo zoo” serie di ventidue animali in bronzo eseguiti tra il 1965 e il 1966, come nasce l’idea?

Azuma che scrive MU - YU durante l’intervista. 2015

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K.A. - Ritengo che gli animali siano meglio degli esseri umani. Attaccano l’altro solo per difesa e sopravvivenza, e poi hanno una caratterista fondamentale che manca a noi umani: gli animali non sono bugiardi. Per questo ho fatto questa serie di


piccole sculture, forme pure ed essenziali, naturali e concrete. Molti scultori hanno riprodotto gli animali, molti hanno ritratto il cavallo, invece la mucca e i maiali sono animali che per la loro forma non sono molto adatti a essere modellati. Il gatto è un altro soggetto perfetto da riprodurre, storicamente è l’animale più riprodotto. Azuma mentre scrive poesie nel suo giappo-italiano, Milano 2001

S.C. - Quale è il vero valore dell’esistenza?

K.A. – La Natura, noi siamo parte della natura, noi non copiamo la natura siamo parte della natura. Oggigiorno l’umanità sta andando verso un precipizio, se non decide di invertire la rotta non può che peggiorare. L’uomo dovrebbe essere rieducato, bisognerebbe insegnare un nuovo modo di vivere e bisognerebbe farlo iniziando dai bambini. Dobbiamo vivere per lo “spirito” non per il consumismo. Dobbiamo vivere per la natura, con la natura, nella natura. S.C. - E in futuro cosa vorresti fare? K.A - Penso di avere ancora infinite possibilità, infiniti pensieri da esprimere ma il tempo come si dice è tiranno, nessuno di noi sa quale è il tempo che ha a disposizione. Non ho assolutamente dei rimpianti, ho fatto e faccio quello che mi è sempre piaciuto: lo scultore. Ho una famiglia meravigliosa che mi è sempre stata vicina, e qualche buon amico. Ho avuto notevoli riconoscimenti nel mio lavoro, soprattutto dalle Istituzioni. Noi siamo nella nebbia, nel buio, non puoi sapere cosa hai davanti a te. Appena pensi di essere arrivato alla meta subito ti rendi conto che c’è dell’altro, e vai avanti così giorno dopo giorno, L’artista mentre firma di suo pugno la panca in granito rosa di Baveno sul prato di Gattico, 2007 anno dopo anno. 19


Disegno originale realizzato da Azuma per la mostra di Cortina Arte, 2015


Opere

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MU-27, 1961 bronzo, cm 63x59x2 22


MU-22, 1962 bronzo, cm 51,5x71x2 23


MU-84, 1974 bronzo, cm 53x43x12 24


MU-749, 1974 bronzo, cm 190x46x46 25


MU-75P, 1975 bronzo, cm 42x67x32 26


MU-765P, 1980 bronzo, cm 60x30x30 27


MU-1000P, 1984 bronzo, cm 103x52x47 28


MU - IMA I, 2007 bronzo, cm 94x67x4 29


MU-015, 1961 olio su tela, cm 71x101 30


MU-017, 1961 olio su tela, cm 71x101 31


MU-0.304, 1964 olio su tela, cm 61x71 32


MU MU california 5, 1966 olio su tela e alluminio anticorodal, cm 91.5x130 33


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MU MU california 9, 1966 olio su tela e alluminio anticorodal, cm 91.5x117 35


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1 - studio per scultura, 1969 matita ad olio su legno, cm 33x26 2 - studio per scultura, 1981 matita ad olio su legno, cm 28x22 3 - studio per scultura, 1981 matita ad olio su legno, cm 14x23

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4 - studio per scultura, 1981 matita e tempera su legno cm 30x18 5 - studio per scultura, 1981 matita e tempera su legno cm 20x14 6 - studio per scultura, 1981 matita e tempera su legno cm 24x20 37


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7 - studio per scultura, 1981 matita ad olio su legno cm 28x21 8 - studio per scultura, 1981 matita ad olio su legno cm 24x19 9 - studio per scultura, 1981 matita ad olio su legno, cm 20x15 38


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10 - studio per scultura, 1981 matita ad olio su legno, cm 30x18 11 - studio per scultura, 1981 matita ad olio su legno cm 27x21 12 - studio per scultura, 1984 matita ad olio su legno cm 25x23 39


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13 - studio per scultura, 1984 matita ad olio su legno cm 24x15 14 - studio per scultura, 1987 matita ad olio su legno cm 28x21 15 - studio per scultura, 1987 matita e tempera su legno cm 28x20

16 - studio, 1969 matita su carta cm 47,5x34 40


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Apparati

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Kengiro Azuma

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Kengiro Azuma, la vita a cura di Veronica Riva Il 12 marzo del 1926 Kengiro Azuma nasce a Yamagata un paese nella zona centro settentrionale del Giappone. È il secondo di sette fratelli - il suo nome, Kengiro, significa “secondogenito” - nati in una famiglia di abili artigiani bronzisti proprietari di una fonderia operante da più di un secolo. È sin da giovanissimo, durante gli anni delle scuole secondarie, che Azuma inizia a frequentare la fonderia osservando il padre e il nonno mentre lavorano e imitandoli a sua volta nel plasmare la creta e ad apprendere l’arte della Nel cortile di casa con i nonni e i fratelli, Kengiro è modellazione. il secondo da sinistra. Yamagata (Giappone), 1942 Nel 1943, già orfano di entrambi i genitori, abbandona gli studi per arruolarsi nell’aeronautica giapponese come pilota kamikaze, pronto a sacrificarsi con gioia per l’Imperatore. Due giorni prima della sua programmata missione “sacrificale” esplode la bomba atomica su Hiroshima (6 agosto 1946) e tre giorni dopo viene bombardata Nagasaki. Il Giappone deve arrendersi al nemico. Kengiro torna a Yamagata dove prosegue gli studi ma per lui è un periodo di profonda sofferenza: i suoi ideali sono crollati insieme ai valori e i riferimenti in cui credeva, primo fra tutti la fiducia nel DioImperatore per cui avrebbe dato la vita. Volge il suo sguardo al mondo dell’arte per trovare nuovi stimoli vitali e a cui d’ora in poi si dedicherà totalmente. Nel 1949 si iscrive quindi al corso di scultura dell’Università Nazionale d’Arte “Geidai” di Tokio dove gli studenti guardavano con ammirazione soprattutto agli artisti francesi in particolar modo agli Impressionisti, così nasce in Azuma la voglia di partire per Parigi ma ben presto conosce, tramite un suo professore e ne resta folgorato, il lavoro di Marino Marini. I suoi obiettivi virano verso l’Italia dove atterra nel 1956 con una borsa di studio - dopo essersi laureato nel 1954 - e subito si iscrive al corso di scultura tenuto dal maestro Marini all’Accademia di Brera. È un periodo fatto di difficoltà economiche, di ricerca 45


di sé, delle sue origini, del suo futuro. Un aiuto spirituale gli viene dalla filosofia Zen che sempre lo accompagnerà nella vita e nell’arte. Nel 1958 trova la casa-studio dove Shizuyo Kitagawa - sua moglie dal 1955 - lo raggiunge quello stesso anno. Ed è sempre nel ’58 che conosce e diventa grande amico di Lucio Fontana e Roberto Crippa (con questo condividerà anche la passione per il volo acrobatico). Nel 1960 si diploma all’Accademia di Brera e diventa assistente personale di Marino Marini. Nasce la prima figlia Mami che nel 1965 diventerà sorella maggiore di Anri Ambrogio. Fino ad ora Azuma non ha ancora trovato un’identità artistica propria, egli stesso afferma: “[…] scolpivo come Marino Marini, ero una specie di ridicolo doppione. Lui non mi II giorno del ricongiungimento con la moglie Shizuyo, diceva di non copiare, però ogni tanto se ne Roma 1958 usciva così: ‘Azuma, ricordati, sei giapponese…’ […]”. Di lì a breve trova finalmente la sua strada: è dal 1961 con la creazione della prima scultura MU (in giapponese “vuoto” nome con cui intitolerà tutte le opere successive) che Azuma giunge a una completa autonomia artistica avvicinandosi all’espressione astratta e imperniata inestricabilmente alla cultura nipponica, dove il pensiero di forma dualistica in cui gli opposti come il pieno e il vuoto hanno lo stesso valore e che da ora in poi saranno i due elementi caratterizzanti i suoi lavori. E nella sua scultura questi due opposti sono sempre presenti come lo sono la Natura - maestra di vita di cui seguire i ritmi senza forzarli - e l’impegno di riuscire a trasmettere emozioni invisibili (come quelle stimolate dalla musica) trasformandole in percezioni scultoree visibili alla sensibilità dell’osservatore. Dell’aprile del 1961 è la sua prima mostra personale milanese alla Galleria Minima. Da questo momento fino a oggi si susseguono incessantemente mostre personali, prestigiose collettive in Italia, Giappone e nel resto del mondo in cui Azuma, se non quando Nello studio davanti al bassorilievo MU con la moglie unico protagonista è sempre in compagnia di Shizuyo e la prima figlia Mami, Milano 1961 artisti di fama e importanza internazionale. 46


Stefano Cortina e Anri Ambrogio Azuma

Nel 1971 una sua croce in bronzo entra a far parte della Collezione d’Arte dei Musei Vaticani su personale richiesta di Papa Paolo VI. Oltre ai riconoscimenti strettamente legati al suo lavoro di artista, viene riconosciuta la sua grande competenza in campo artistico-culturale assegnandogli ruoli come, ad esempio, nel 1983 la nomina a membro del Consiglio d’Amministrazione e del Comitato Scientifico della Fondazione Marino Marini, dove sarà sino al 2001; nel 1991 la sua presenza è richiesta anche nel Consiglio d’Amministrazione della Fondazione Carmela e Antonio Calderara di Vacciago. Nel 1999 è incaricato come visiting professor all’Università Nazionale d’Arte di Tokio, ruolo che manterrà fino al 2001. Molte sono le onorificenze che gli vengono conferite: nel 1993 è nominato Accademico di San Luca a Roma; nel 1995 l’Imperatore del Giappone gli dona la decorazione “Shijuhoshi” per i meriti nelle arti visive. L’8 dicembre 1996 il Comune di Milano gli assegna l’Ambrogino d’argento per il suo impegno civico. Nel 2001 l’Imperatore giapponese gli assegna l’onorificenza “Kunyonto Kyokujitsusho - Ordine del Sol Levante” dedicata a chi ha reso onore al Giappone con la propria attività. Oggi Kengiro Azuma vive con la moglie ancora in quella casa milanese dove si stabilirono nel 1958 ed è qui che l’artista continua a lavorare nel suo studio. Il giorno della conclusione di questa mostra alla Galleria Cortina, il 12 marzo 2016, coincide con il novantesimo compleanno del grande Maestro. 47



Mostre personali a cura di Anri Ambrogio Azuma 1958 Yamagata, (Giappone) primavera, Sala Mostra dei Grandi Magazzini ‘Marukyu’, “Kengiro Azuma” testo di Atsuo Imaizumi e Kazuo Kikuchi.

1962, Galleria del Cavallino, Venezia

1961 Milano, 11-23 aprile, Galleria Minima, “Azuma. Mostra personale” testo di Guido Ballo. 1962 Roma, dal 10 gennaio, L’Obelisco, “Azuma” testo con una presentazione di Maurizio Bonicatti. Milano, 27 maggio-20 giugno, Galleria Minima Toninelli, “Azuma. Argenti e Bronzi” testo di Maurizio Bonicatti pubblicato in occasione della mostra a L’Obelisco di Roma.

1962, Galleria L’Obelisco, Roma

Venezia, 17-28 settembre, Galleria del Cavallino, “Kengiro Azuma” testo di Guido Ballo pubblicata, nel 1961, in occasione della mostra alla Galleria Minima. 1963 Milano, 9-25 maggio, Toninelli Arte 49

1962, Galleria Minima Toninelli, Argenti e Bronzi, Milano


Moderna, “Azuma” testo di Guido Ballo pubblicato, nel 1961, in occasione della mostra alla Galleria Minima. 1964 Stoccarda (Germania), febbraio, Galerie Senatore, “Azuma. Japanischer Bildhauer und Maler”.

1963, Galleria Toninelli Arte Moderna, Milano

Bochum (Germania), 2-22 maggio, Galerie Wilm Falazik, “Azuma. Japanischer Bildhauer und Maler”. Locarno (Svizzera), 15 - 27 settembre, Palazzo Jelmoli, “Azuma - Yoshida” testi di Maurizio Bonicatti (già pubblicato nel 1962 per la mostra all’Obelisco di Roma) e Jacques Kermoal. Bremen (Germania), settembre, Galleria Emy Widman, “Azuma”.

1964, Galerie Wilm Falazik, Bochum (D)

1965 Biella, dal 28 gennaio, Galleria d’Arte “La Meridiana”, “Kengiro Azuma” testo di Maurizio Bonicatti pubblicato, nel 1962, in occasione della mostra a L’Obelisco di Roma. Palermo, 27 febbraio-11 marzo, Arte al Borgo, “Azuma”. Livorno, 28 febbraio-11 marzo, Galleria 50

1966, Galleria Toninelli Arte Moderna, Milano


Giraldi, “Azuma” di Franco Russoli che scrive: “Un ritmo nitido, a scatti regolari, ma inprevisti, regola gli sbalzi di superfici, i pieni e i vuoti delle sculture di Azuma. Essen (Germania), 11-30 aprile, “Forum” Haus Industrieform, “Kengiro Azuma Plastik. Herbert Schneider Malerei” testo di Jorg Lampe.

1967, Galerie Senatore, Stuggart (D)

Bochum (Germania), maggio, Galerie Wilm Falazik, “Maler und Bildhauer der Galerie”. Milano, 7-27 giugno, Toninelli Arte Moderna, “Azuma” testo di Gillo Dorfles. 1967

1970, Arte al Borgo, Palermo

Stoccarda (Germania), 5-25 maggio, Galerie Senatore, “Azuma”. 1969 Roma, 5-20 marzo, Galleria Toninelli, “Azuma”. Milano, maggio, Galleria Atelier Aldebaran, pitture “Kengiro Azuma, Franco Bocola, Karina”.

1970, Azuma, monografia, ed. Polifilo

51


Como, 29 ottobre-11 novembre, Galleria Il Salotto, “Azuma”. 1970 Palermo, Galleria Arte al Borgo, “Azuma”.

1975, Galleria Stendhal, Milano

1972 Pavia, febbraio, Collegio Universitario Cairoli, “K. Azuma. Mostra documento” testo di Aldo Tagliaferri, presenta le foto di Arno Hammacher. Den Haag (Olanda), 8-27 settembre, Galerie Nouvelles Images, “Azuma” testo critico di A. M. Hammacher. 1978, Tokyo, Osaka, Yamagata, Giappone

1974 Tokyo

(Giappone),

16-27

aprile,

Contemporary Sculture Center, “Kengiro Azuma” testi di Atsuo Imaizumi (La scultura per Kengiro Azuma), Kazuo Kikuchi (Per Kengiro Azuma) e Franco Russoli. La mostra, dall’8 al 13 maggio, viene trasferita nella sede di Yamagata e dal 16 al 25 maggio nella sede di Osaka. Milano, 15 aprile-15 maggio, Galleria Stendhal, “Kengiro Azuma”. Espone sculture, disegni e litografie.

1981, Galleria Pieter Coray, Lugano (CH)

52


Den Haag (Olanda), 18 aprile-7 maggio, Galerie Nouvelles Images, “Azuma” testo di Dolf Welling. 1978 Genova, 21 gennaio-11 febbraio, Galleria d’arte Greminger, “Kengiro Azuma” testo di Franco Russoli del 1976 per la mostra alla Galleria d’Arte Lanza. Udine, 18 febbraio-9 marzo, Palazzo Kechler, “Universalità della cultura giapponese nelle opere di Kengiro Azuma” testo di Franco Russoli del 1974. Tokyo, 10-25 maggio, Contemporary Sculpture Center, “Kengiro Azuma”, una introduzione di A. M. Hammacher e un testo di Atsuo Imaizumi. Osaka (Giappone), 10-25 Contemporary Sculpture Center.

giugno,

1986, Verlag Galerie Tschudi, Glarus (CH)

1987, Galleria 111, Milano

Den Haag (Olanda), 9 guigno- 15 luglio, Galerie Nouvelles Images, “Kengiro Azuma”. 1979 Milano, 27 aprile-19 maggio, Vismara Arte Contemporanea, “Azuma. Pitture, sculture, disegni” testo di Franco Russoli pubblicato, nel 1965, in occasione della mostra alla Galleria Giraldi. 53

1988, Corso Vittorio Emanuele, Milano


Milano Galleria Stendhal testo di Eva Pollano. Monza (MB) Villa Reale, Salone Mostra Internazionale del Mobile, “Azuma”. 1980 Sendai (Giappone), 16-27 maggio, Contemporary Sculpture Center, “Contemporary Sculpture. The Eight of Japan Exhibition” testi di Heihachiro Tsuruta, Kiichi Iino. La mostra, in seguito, viene trasferita a Nagoya dal 26 al 31 luglio.

1988, Mostra personale itinerante, Giappone

Zurigo (Svizzera), 19 settembre-21 ottobre, Galerie Suzanne Bollag, “Kengiro Azuma. Plastiken und Reliefs”. Den Haag (Olanda), 5 maggio-8 giugno, Galerie Nouvelles Images, “Kengiro Azuma”.

1990, Galleria Lorenzelli, Milano

1981 Lugano (Svizzera), 27 maggio-27 giugno, Galleria Pieter Coray, “Kengiro Azuma / sculture” testo dell’artista. 1983 Dordrecht (Olanda), 4 giugno-17 luglio, Dordrechts Museum, “Kengiro Azuma” testo di J.M.Groot. La mostra viene inaugurata dalla Regina Beatrice d’Olanda. 54

1992, Contemporary Sculpture Center, Tokyo (Giappone)


Den Haag (Olanda), 11 giugno-6 luglio, Galerie Nouvelles Images, “Kengiro Azuma”. 1986 Glarus (Svizzera), 21 gennaio-29 marzo, Galerie Tschudi, “Kengiro Azuma” testo critico di A. M. Hammacher. Tokyo (Giappone), 4-20 settembre, Contemporary Sculpture Center, “Japanese Contemporary Sculpture - Part. II”. La mostra dal 13-30 ottobre viene traferita al Contemporary Sculpture Center di Osaka. 1987 Milano, dal 26 novembre, Galleria 111, “Il Piccolo Zoo Zen di Kengiro Azuma - 20 disegni di Arturo Bonfanti”. Per l’occasione, All’Insegna del Pesce d’Oro, Vanni Scheiwiller pubblica e introduce il volumetto che inaugura la collana “Arte Moderna Straniera N. 1”.

1993, Nirone, Camminadella, Lanzone e Novati, Milano

1994, Museo d’arte Mendrisio, Mendrisio (CH)

1988 Milano, gennaio-febbraio, corso Vittorio Emanuele, “Percorso della scultura. Kengiro Azuma”. La mostra è a cura di Elio Santarella. Tokyo (Giappone), 2-25 luglio, The Seibu Museum of Art, “Azuma” testi di Makoto Ooka e Guido Ballo. 55

1994, Museo d’Arte, Mendrisio (CH)


La mostra, in seguito, viene traferita a Toyama, The Museum of Modern Art, 3 settembre-23 ottobre. 1989 Kamakura (Giappone), The Museum of Modern Art, 25 febbraio-26 marzo. Yamanashi (Giappone), Yamanashi Prefectural Museum of Art, 20 maggio-18 giugno. Miyagi, The Miyagi Museum of Art, 24 giugno-23 luglio.

1995, Media E. Montale di Gattico, Gattico (NO)

Osaka, The National Museum of Art, 5 agosto-10 settembre. 1990 Milano, maggio-giugno, Lorenzelli Arte, “Kengiro Azuma” testo di Walter Guadagnini.

1998, La Marrana, Monte Marcello, (SP)

1992 Tokyo (Giappone), 10 ottobre. Il Sezon Museum of Art pubblica il volume Azuma - The Sculpture of Kengiro Azuma, Photography by Osamu Murai con testi di A. M. Hammacher, già pubblicato nel catalogo della mostra alla Galerie Tschudi nel 1986, e Makoto Ooka. 1993 Milano, 14-30 ottobre, Via Nirone, 56

1999, Cielo, terra e uomo, 1971 St.Margarethen, Austria


Caminadella, Lanzone e Novati, “Una mostra a S. Ambrogio”. Espone, nelle botteghe d’arte di via Caminadella e via Lanzone, settanta sculture in bronzo realizzate tra gli anni ’60 e ’80, tra le quali, le ventidue sculture di piccoli animali dello Zoo Zen e una raccolta di manifesti delle sue mostre. 1994 Sesto Calende (Varese), 22 maggio-12 giugno, Spazio Cesare da Sesto - Palazzo Comunale, “Kengiro Azuma ‘MU’” due testi di Guido Ballo pubblicati rispettivamente nel 1961 in occasione della mostra alla Galleria Minima e nel 1988 per la mostra itinerante in sei musei giapponesi. Mendrisio (Svizzera), 17 settembre-27 novembre, Museo d’Arte, “Kengiro Azuma” un testo critico di Luciano Caramel e, riproposti, i testi di A. M. Hammacher, 1986; Vanni Scheiwiller, 1987; Makoto Ooka, 1992; Atsuo Imaizumi, 1978; Gillo Dorfles, 1966; Franco Russoli, 1978 e Guido Ballo, 1988-1989. 1995 Gattico (Novara), 28 ottobre-12 novembre, Scuola Media E. Montale, “Kengiro Azuma” testi di Luciano Caramel, 1994; A. M. Hammacher, 1986; Guido Ballo, 57

1999, Palazzo Besta, Teglio (SO)

2002, Galleria Solaria, Piacenza

2002, Pinacoteca Comunale Villa Soranzo, Varallo Pompia (NO)


1988-1989, e un testo originale di Rossana Bossaglia. In questa occasione, il Comune gli conferisce la cittadinana onoraria. 1998 Ameglia (SP), 25 giugno-9 agosto, Villa La Marrana in Montemarcello, “Kengiro Azuma. Il sogno” una sua poesia “Il sogno di Azuma” e un testo critico di Rossana Bossaglia. 2003, Centro Culturale, Seregno, (MB)

1999 Teglio (Sondrio), 24 luglio-18 settembre, Palazzo Besta, “Kengiro Azuma. La luce di Teglio” testi di Libero Corrieri, Gianluigi Garbellini e Vanni Scheiwiller. 2002 Piacenza, 23 marzo-21 aprile, Solaria Arte, “Kengiro Azuma. Il suono bianco” testo dell’artista. Varallo Pombia (NO), 18 maggio-2 giugno, Villa Soranzo, “Kengiro Azuma a Villa Soranzo” testo di Fabrizio Parachini.

2003, Fondazione Achille Marazza, Borgomanero (NO)

Tokyo (Giappone), 2-12 luglio, Chinretsukan, Università Nazionale d’Arte, “Conoscenza della continuità nel disegno di Kengiro Azuma” un testo di H. Sasaki. 2003 Borgomanero

(NO),

6-27

settembre, 58

2004, Borgo Medievale, Castelbasso, (TE)


Fondazione Achille Marazza, “Kengiro Azuma. Parola & Forma” testo a cura di Fabrizio Parachini. Seregno (MI), 29 novembre-13 dicembre, Circolo Culturale Seregno de la Memoria, “Kengiro Azuma. MU” testo di Franco Russoli pubblicato, nel 1965, in occasione della mostra alla Galleria Giraldi. 2004 Castelbasso (Teramo), 17 luglio-29 agosto, Borgo Medievale, “Kengiro Azuma musica del silenzio” testo critico di Silvia Pegoraro.

2005, Christine Bader Art Consultant, Lugano (CH)

2005 Lugano (Svizzera), 15 aprile-8 maggio, Christine Bader Art Consultant, “Kengiro Azuma a Lugano” con una presentazione di Gianni Bolongaro. 2006, Fondazione Calderara, Vacciago (NO)

2006 Vacciago di Ameno (NO), 15 luglio-15 ottobre, Fondazione Calderara, “Kengiro Azuma. Ottant’anni” testo di Luciano Caramel. 2009 Milano, 25 marzo-20 aprile, Piazza della Scala, “Miraggi. Un dialogo d’Arte tra Fiera e città”. Nell’ambito di “MiArt ArtNow!”, espone 59

2009, Miraggi MiArt ArtNow, Milano


MU 765 G, 2007, bronzo, cm 326 x 163 x 163, Galleria Lorenzelli, Milano, testo di Giacinto Di Pietrantonio. 2010 Matera, 26 giugno- 02 ottobre. Mostra personale presso le Chiese rupestri Madonna delle Virtù e San Nicola dei greci: Grandi sculture MUSMA Museo della Scultura Contemporanea. Piccole sculture, disegni, gioielli.

2010, Spazio Museale Archivio Storico, Craveggia (NO)

Craveggia (VB), in Valle Vigezzo, giugno-settembre. Mostra personale presso lo Spazio Museale Archivio Storico, “La luce di Craveggia”. Allestita da Anri Ambrogio Azuma con sculture, grafiche e manifesti. 2011 Milano, 29 settembre al 15 gennaio. Prorogata al 4 marzo 2012. Sala Focus del Museo del Novecento. “Kengiro Azuma 1961” a cura di Danka Giacon. 2012 Locarno (Svizzera), 16 dicembre. Rito della dedicazione dell’altare nella chiesa di San Francesco, realizza l’altare, l’ambone, il portacero in bronzo e le sedute in legno massello di rovere. Celebrata da Monsignore Pier Giacomo Grampa Vescovo di Lugano. 60

2010 Forno Perrone, Matera

2010, MUSMA Chiese Rupestri, Matera (MT)


2015 Milano, 04 giugno. Inaugura il monumento titolo MU-141 “La vita infinita” con le due panche in granito rosa di Baveno, disegnate dall’artista, a Milano sul Piazzale del Cimitero Monumentale di Milano angolo Via Luigi Nono. L’opera è stata donata dalla Fonderia Artistica Battaglia, l’artista, con il contributo di 30 cittadini e il sostegno degli Amici del Monumentale.

2011, Museo del Novecento, Milano

2016 Milano, 09 febbraio al 12 marzo, Galleria Cortina Arte, “Kengiro Azuma, MU - YU il vuoto e il pieno” a cura di Susanne Capolongo e Stefano Cortina.

Kengiro Azuma MU - YU il vuoto e il pieno Cortina Arte dal 9 febbraio al 12 marzo 2016

Kengiro Azuma

MU YU il vuoto e il pieno

2014, K.Azuma, Ass.Amici del Monumentale, Fonderia Artistica Battaglia, da una goccia nasce un monumento per Milano

Cortina Arte Edizioni

Cortina Arte

ISBN: 9788896630570

Via Mac Mahon 14, cortile interno n° 7 - Milano www.cortinaarte.it artecortina@artecortina.it

In copertina MU-765P, 1980 bronzo, cm 60x30x30

2016 Galleria Cortina Arte, Milano “Kengiro Azuma, MU - YU il vuoto e il pieno”

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Collana: 1 Emilio Tadini - 1967-1973 (esaurito) 2 Roberto Crippa (esaurito) 3 Sandro Martini (esaurito) 4 Meloniski da Villacidro (esaurito) 5 Marcello Dudovich (esaurito) 6 Alessandro Savelli (esaurito) 7 Eugenio Carmi (esaurito) 8 Giancarlo Cazzaniga - Jazz men (esaurito) 9 Gaetano Fracassio (esaurito) 10 La Galleria Cortina, 40 anni (esaurito) 11 Aldo Cortina (esaurito) 12 Franco Rognoni (esaurito) 13 Aldo Carpi (esaurito) 14 Gabriele Poli (esaurito) 15 Il disegno italiano del ‘900 (esaurito) 16 Giancarlo Cerri (esaurito) 17 Carlo Ferreri (esaurito) 18 Marcello Dudovich 19 Giovanni Cerri 20 Giuseppe Guerreschi 21 Giancarlo Cerri (esaurito) 22 Giuseppe Banchieri (esaurito) 23 Flora Bravin 24 Luciano Minguzzi 25 Giancarlo Cazzaniga - Cieli (esaurito) 26 Asco (Franco Atscho) 27 Dadamaino - Antologica 28 Henri Chopin 29 Emilio Tadini - 1958-1966 30 Claudio Onorato

31 Õki Izumi (esaurito) 32 Maria Mulas 33 Giovanni Cerri 34 Maria Papa - Un destino europeo 35 Ester Negretti (esaurito) 36 Gabriele Poli (Parigi) (esaurito) 37 Karel-Zlin 38 Dadamaino - Gli anni ’50 e ’60 (esaurito) 39 Antonella Gerbi (esaurito) 40/1 Rosanna Forino (Milano) 40/2 Rosanna Forino (Parigi) 41 Carlo Ferreri (esaurito) 42 Lanfranco (Parigi-Milano) 43 Karel-Zlin (Parigi-Milano) (esaurito) 44 Clemens Weiss (esaurito) 45 Frédéric Léglise 46 Fuelpump (Fabio Valenti) 47 Giancarlo Cazzaniga - Naturalia (Parigi) 48 Maria Papa - La materia nell’anima 49 Dadamaino - Gli anni ‘70 50/1 Lorenzo Pietrogrande (Berlino) (esaurito) 50/2 Birgit Borggrebe (esaurito) 51 Agenore Fabbri 52 Giuseppe De Luigi 53 Eugenio Carmi (Parigi) (esaurito) 54 Sandro Sanna 55 Giovanni Cerri (Parigi) 56 Iler Melioli 57 Maurice Henry (Parigi-Milano) (esaurito) 58 50 e oltre, la Galleria Cortina 1962-2013 62


59 Aurelio Gravina (Berlino) (esaurito) 60 Apollonio, Dadamaino, Morandini, Tornquist 61 Brigitta Loch (esaurito) 62 Dario Zaffaroni 63 Ariel Soulé 64 Antonio Mignozzi (Parigi-Milano) 65 Dadamaino - Gli anni ’80 e ‘90 66 Chiara Smirne (Berlino) 67 Michaele Brull, Rinetta Klinger, Ulrike Stolte 68 Patriarca 69 Clemen Parrocchetti 70 Dadamaino, Maria Papa (Parigi) 71 Roberto Crippa 72 Sandro Vadim 73 Franco Vasconi (Parigi-Milano) 74 Giovanni Cerri 75 Dario Zaffaroni (Francoforte) 76 Paul Torsten 77 Antonio Mignozzi (Berlino) 78 Ideo Pantaleoni 79 Dino Buzzati (Parigi) 80 Kengiro Azuma

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Finito di stampare nel mese di Gennaio 2016 presso la litografia Li.Ze.A. in Acqui Terme (AL) Stampato in 500 esemplari PRINTED IN ITALY 2016 Li.Ze.A. - Acqui Terme




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