L'ITALIANO

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POLITICA ITALIANA

Schifani celebra il leader socialista a 10 anni dalla morte IL POLITICO SCOMPARSO Eʼ STATO RICORDATO PRESSO LA BIBLIOTECA DEL SENATO LA FIGLIA: “LA SUA COLPA FU SFIDARE IL MARXISMO”

L’ITALIANO MERCOLEDI’ 20 GENNAIO 2010

A dieci anni dalla morte, Bettino Craxi è stato ricordato in una sede istituzionale, la Biblioteca del Senato, in una manifestazione organizzata dalla Fondazione che porta il suo nome. E il saluto del presidente del Senato Renato Schifani non si è fermato alla ritualità della circostanza, ma è entrato nel vivo della biografia di una figura decisiva nella storia politica recente. Schifani, ascoltato in prima fila dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi che ha evitato ogni commento, ha indicato in Craxi una ‘’vittima sacrificale’’ della tragedia di Tangentopoli, abbandonato al suo destino da ‘’un ceto politico intimorito ed esausto’’. Per Schifani ‘’quella esperienza, ed anche la sua tragica conclusione, ci deve essere oggi di monito, innanzitutto quanto alla necessità di portare a compimento la lunga transizione, ridefinendo con un metodo condiviso un nuovo sistema di regole’’. Parole impegnative, scelte con cura da Schifani per gettare un ponte ideale fra le intuizioni riformatrici di Craxi e la necessità di compiere oggi quel ciclo lasciato incompiuto dal leader socialista. Al messaggio di Schifani si è ricollegata Stefani Craxi, sottosegretario agli Esteri, per ricordare che se la stagione delle riforme ‘’porterà i suoi frutti vorrà dire che vedremo germogliare molti semi sparsi da Craxi tanti anni fa’’. ‘’Mi auguro che in suo nome si possa lavorare - ha aggiunto - perché le idee di Craxi appartengono a tutta

IL DEFUNTO LEADER SOCIALISTA BETTINO CRAXI

la nazione’’. Stefania Craxi ha ringraziato il presidente del Senato Renato Schifani per aver ospitato l’evento di questa mattina: ‘’E’ un riconoscimento che mi ripaga di tante amarezze’’. Quindi per smentire le ‘’molte falsità’’ che ancora si rincorrono sul padre, ha ripercorso la sua attività politica individuando nel ‘’risanamento economico il suo capolavoro’’: ‘’Non è vero che lo fece aumentando il debito pubblico’’, ha precisato. Il punto più alto della sua tragedia ‘’fu proprio essersi messo contro il pensiero marxista – è la chiosa di Stefania - che aveva occupato le università, contagiato gli intellettuali e anche una parte dei cattolici’’. ‘’Craxi ha cambiato la cultura del Paese opponendo la tradizione riformista liberale al-

l’egemonia del marxismo comunista. Forse la tragedia di Craxi sta tutta qui, nell’imparità delle forze contro un pensiero che aveva occupato le università, sedotto gli intellettuali, persino contagiato frange del mondo cattolico’’. Non poteva mancare un richiamo al messaggio fatto pervenire dal presidente Napolitano alla moglie di Craxi, Anna. Stefania Craxi ha detto di augurarsi, come è negli auspici di Napolitano, che nel nome di Craxi ‘’si potrà lavorare per oltrepassare quella sorta di cultura di guerra, che è alla base, oggi, del linguaggio politico italiano. Nell’esilio di Hammamet Craxi dirà di aver cercato per tutta la vita, senza trovarla, una maggioranza in grado di realizzare la Grande Riforma.

Oggi il momento sembra arrivato: auguriamoci che il risultato sia pari alle attese’’. Tante, e con poche differenze, le voci ascoltate nella sala della Biblioteca del Senato. Identità di vedute fra il segretario della Uil Luigi Angeletti e il ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta, nell’indicare il decreto sulla scala mobile del febbraio 1982 e nel successivo referendum del 1984, uno dei ‘’capolavori’’ politici di Craxi, che osò sfidare, in nome della modernizzazione, una parte della Cgil e del Pci fermamente contrari al taglio di tre punti di scala mobile. Il profilo internazionale di Craxi e la sua capacità di intuire le linee di forza sullo scacchiere mondiale è stato tracciato dal ministro degli Esteri. Franco Frattini ha indicato nella politica mediorientale di Craxi, di sostegno alla causa palestinese e di solidarietà allo Stato di Israele, uno dei punti di forza dei suoi governi. Insieme alla lealtà all’alleanza occidentale, misurata dal dispiegamento degli euromissili, ma senza mai venir meno alla difesa della dignità nazionale, come dimostrò l’episodio di Sigonella allorché i carabinieri fronteggiarono i marines che volevano prelevare il terrorista palestinese Abu Abbas. Seduti fra il pubblico c’erano, fra gli altri, la presidente dei senatori del PD Anna Finocchiaro, il capo della segreteria del Pd Filippo Penati e il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini.

LA POLEMICA

“Craxi? Fu vittima sacrificale” Sicilia: l’Udc contro la giunta Lombardo Una campagna contro “il ribaltone” siciliano e un ordine del giorno contro la relazione del presidente Lombardo “che sicuramente verrà bocciato perché, se, come credo, il Pd è dentro il governo, non potrà che fare altrimenti. Se venisse approvato, invece, si tratterebbe a tutti gli effetti di un atto di sfiducia cui Lombardo è abituato: il più importante è quello dei siciliani che in un recente sondaggio lo hanno bocciato”. Con queste parole il segretario regionale dell’Udc, Saverio Romano ha criticato nuovamente il governo regionale e il Pd, durante la presentazione della campagna di “informazione contro il ribaltone in Sicilia”, nella sede della segreteria politica dell’Udc, a Palermo. La campagna prevede due manifesti dal titolo “Coppia di fatto con prole” e “Questa strada retrocede la Sicilia”, che saranno affissi per strada e nei gazebi. Il primo simboleggia una coppia con i volti di Mpa e Pdl Sicilia che stringono per mano un piccolo Pd; il secondo rappresenta una formazione di calcio in campo dalle attuali forze politiche che “stanno affossando l’economia delle piccole e medie imprese della Sicilia”: Marcello Dell’Utri e Beppe Lumia allenatori, Raffaele

RAFFAELE LOMBARDO

Lombardo capitano e Gianfranco Micciché suo vice; Fabio Granata (Pdl) e Giovanni Pistorio (Mpa) in difesa, l’assessore alla Sanità Massimo Russo, Lino Leanza (Mpa) e Salvatore Cardinale (Pd) a centrocampo, insieme all’assessore alle Attività produttive Marco Venturi, ritenuto gradito dal Pd, e da Pippo Scalia (Pdl). In attacco l’ex segretario regionale del Pd Franco Genovese e il capogruppo del partito all’Ars Antonello Cracolici. “Non c’è Lupo in squadra - dice Romano – perché speriamo che si ravveda anche se siamo pessimisti. E’ la squadra del Ribaltone-Sicilia: ritiriamola e mandiamola a casa perché nessuno l’ha iscritta a questo come a nessun altro campionato”.

Il governatore pugliese sulle indagini sulla sanità

Il leader del Pd contro i progetti dell’esecutivo

Vendola: “Non ho nulla di cui vergognarmi di questi cinque anni”

Bersani: “Una riforma dell’immunità oggi è improponibile”

‘’Non c’è nulla in questi cinque anni di cui debba vergognarmi’’. Lo ha sottolineato il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, interpellato dai giornalisti sulle voci circolate da lunedì sera circa una sua possibile iscrizione nel registro degli indagati nell’ambito di indagini sulla sanità regionale. A Vendola, che ha ribadito di non aver mai ricevuto avvisi di garanzia, è stato chiesto anche se un’eventuale ufficializzazione della iscrizione nel registro

degli indagati cambierebbe per lui qualcosa. ‘’No ha detto - il fatto cui sarebbe legata l’indagine è quello che ho raccontato e che ho letto sui giornali: se ci fosse l’iscrizione probabilmente sarebbe contemporanea anche una richiesta di archiviazione’’. ‘’Per questo spero - ha continuato Vendola - che se ci sono intercettazioni telefoniche vengano sbobinate e rese pubbliche. Voglio che la gente possa valutare cercando di capire direttamente di che cosa

NICHI VENDOLA

si tratta. Per me è il fatto di uno scienziato di livello internazionale e che io possa essermi interessato al suo rientro; al fatto che con i suoi titoli potesse vincere un concorso’’.

“Lo ripeto come un mantra: noi non consideriamo nulla fuori da una riforma di sistema, a cominciare dall’immunità che oggi è improponibile”. Lo ha detto il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, a chi gli chiedeva un commento sull’ipotesi di una riforma dell’immunità, per la quale anche alcuni senatori Pd hanno presentato una proposta. E sempre in tema di giustizia, Anna Finocchiaro, presidente del gruppo del Pd al Senato, ha dichiarato: “Il disegno di

legge sul processo breve è uno scempio della giustizia italiana perché manda al macero centinaia di migliaia di processi, perché centinaia di migliaia di persone non avranno giustizia e perché questo testo, se il relatore manterrà questa impostazione, travolgerà anche i procedimenti contabili, cioè tutti quelli che riguardano la responsabilità degli amministratori per il cattivo uso del denaro pubblico, con un conseguente danno molto consistente all’erario”.

PIERLUIGI BERSANI


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