
3 minute read
VITA A SEI ZAMPE
Maria Chiara Catalani
Medico Veterinario Esperto in Comportamento Animale Presidente Senior SISCA Dott. di Ricerca in Fisiopatologia e Medicina degli Animali d'Affezione Mail: mchiaracatalani@gmail.com
Advertisement
Si parte… E Micio?


Contrariamente a quanto si possa pensare, anche il gatto può soffrire di ansia da separazione quando ci allontaniamo da casa per un tempo prolungato. Cosa fare, allora, per assicurarci che stia bene se non possiamo portarlo con noi in vacanza?
Secondo un diffuso luogo comune, il gatto stabilisce un vero legame solo con la casa in cui vive, mentre con noi ha un rapporto prettamente oppotunista. Niente di più infondato. I gatti che crescono e vivono nelle famiglie, in realtà, si rela-
zionano ai loro famigliari umani esattamente come farebbero con la loro mamma o con un amico fra-
terno. Questi splendidi compagni di vita vivono con curiosità ogni nostra attività domestica, ci scrutano interessati, si appostano per osservarci concentrati mentre siamo affaccendati e si accoccolano accanto a noi quando, finalmente, ci rilassiamo sul divano.
La relazione con il gatto di famiglia
La convivenza con questo affascinante animale è - per chi la vive con apertura e accoglienza - molto gratificante. Un felino che cresce in famiglia, infatti, sviluppa un fortissimo legame con noi: ricerca le nostre attenzioni, ci propone scambi affettivi, ci invita a giocare, s’interessa a ciò che facciamo, arriva immediatamente accanto a noi quando siamo in relax e a disposizione per un momento di calma da condividere.
Un forte legame affettivo
Ci sono molti studi che ci confermano quanto sia profondo il suo legame con le persone con cui cresce. Chi ha la possibilità di sperimentarlo scopre, ad esempio, che un gatto può apprezzare enormemente delle passeggiate con la sua famiglia umana e, perché no, insieme all’amico cane. Grazie a questa unione
e alla convivenza, ogni pet sviluppa un’efficacissi-
ma capacità di comunicare con noi vocalizzando, attraverso il contatto, portandoci oggetti coi quali aprire un momento di gioco. Insomma, rivolge a noi le sue attenzioni e ricerca le nostre, perché ha bisogno di relazione, affetto e compagnia.
Si va in vacanza. E il gatto?
Cosa succede, allora, quando dobbiamo andare in vacanza? Con il cane è abbastanza consueto organizzarci per portarlo insieme a noi oppure affidarlo a una bella pensione mentre saremo via. Chi vive con un gatto, invece, spesso non pensa a portarlo con sé e ritiene, in buona fede, preferisca rimanere a casa piuttosto che stare in pensione, accontentandosi di qualcuno che gli darà da mangiare una volta al giorno. Attenzione, però: anche Micio può soffrire enor-
memente per la nostra mancanza e presentare
sintomi di ansia per la separazione che, talvolta, permangono anche dopo il nostro ritorno!
Come aiutarlo?
Cosa possiamo fare per evitare che soffra in nostra assenza? Le possibilità sono diverse a seconda dell’età e del grado di impegno che investiremo per il suo benessere. Se viviamo con un gattino, possiamo abituarlo sin da piccolo a viaggiare: in automobile, in treno, nel comfort di un trasportino, rassicurandolo mentre esplora insieme a noi la casa della vacanza, naturalmente prestando tutte le attenzioni necessarie per la sua sicurezza. Se non abbiamo pensato prima a questa possibilità, possiamo co-
munque provare ad abituare gradualmente anche
un gatto adulto. Nel caso in cui questo non fosse possibile, invece, dovremo fare in modo che il nostro amico non debba sopportare giorni e giorni di solitudine.
Non lasciamolo solo!
Possiamo ospitare qualcuno che possa prendersene cura, facendogli compagnia con la sua presenza in casa mentre si occuperà anche delle sue necessità. In alternativa, dovremo trovare una buona pensione, abituandolo gradualmente a frequentar-
Se non possiamo portarlo con noi in vacanza, assicuriamoci di trovare una soluzione alternativa che sia per lui fonte di benessere e serenità durante la nostra assenza.

la, magari passando lì qualche ora insieme fino al giorno della partenza. In mancanza di meglio, altrimenti, il minimo per garantire che non soffra sarà di avere qualcuno che non si limiti a nutrirlo e pu-
lire la cassettina igienica, ma che trascorra alme-
no qualche ora ogni giorno con lui. Non dimentichiamo, infatti, che il gatto ama molto vivere in nostra compagnia, anche se non è sempre attaccato a noi. A volte può cercare qualche ora di relax appartato, è vero, ma ricordiamoci che la nostra assenza da casa può diventare angosciante, quando è per più di qualche ora!
