Appello per lo sviluppo del Polo Universitario Jonico

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APPELLO PER LO SVILUPPO DEL POLO UNIVERSITARIO JONICO

La nostra città sta attraversando un momento di profonda crisi, da un lato a causa dei problemi che attanagliano l’economia di tutta la nazione, dall’altro la questione ILVA che - ad oggi - rimane irrisolta. La situazione viene aggravata dalla fuga dei giovani; in un contesto dove l’Università continua ad avere numerosi problemi irrisolti, mancano prospettive lavorative oppure occasioni per crescere professionalmente non c’è spazio per chi - grazie alle proprie capacità - vuole costruirsi un futuro qui e contribuire alla rinascita di questa città. La scelta naturale quindi è quella di andar via. In un contesto del genere lo sviluppo del Polo Universitario Jonico potrebbe avere un ruolo importante per il rilancio della nostra città. Avere un Polo Universitario di qualità infatti porta numerosi vantaggi, sia dal punto economico sia dal punto della formazione degli studenti. Il vantaggio economico non deriva solo dal fatto di non dover essere costretti a sostenere tutte le spese che un trasferimento in un’altra città comporta, ma vi è tutto un

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indotto che si crea attorno al Polo Universitario - soprattutto per la presenza di studenti fuori sede. L’esempio lampante è ciò che è successo nella nostra Città Vecchia. Se non fosse stata aperta una sede universitaria in Via Duomo, non sarebbero nati li attorno i locali che ci sono ora. Questo è ciò che è stato creato con una popolazione studentesca formata in larga maggioranza di studenti in sede e della provincia di Taranto, ma se il nostro Polo Universitario riuscisse ad attrarre anche studenti fuori sede (cioè delle regioni/province limitrofe) ci sarebbero dei vantaggi maggiori. Gli studenti fuori sede infatti vivrebbero per dei periodi nella nostra città, alimentando così il mercato degli affitti, frequentando i luoghi di ritrovo della nostra città, contribuirebbero ad aumentare il livello dei consumi. Dal punto di vista della formazione, con dei corsi di laurea qualitativamente paragonabili a quelli erogati dalle grandi Università, ci sarebbe la possibilità di formare giovani che - dopo il conseguimento della laurea - potrebbero mettere a disposizione della città le loro conoscenze e le loro capacità per creare tutte quelle opportunità di lavoro che servono per il rilancio economico di Taranto, ma soprattutto per risolvere tutte le problematiche ancora lasciate aperte. Quello appena descritto è un quadro di quello che potrebbe essere realizzato, ma per creare un Polo Universitario di qualità devono essere fatti necessariamente degli interventi - dal punto di vista didattico e strutturale - possibili solo se il Comune ed Università lavorano sinergicamente.

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- Qualità della didattica I

corsi

di

laurea

presenti

sul

Polo

Jonico

hanno

subito

un

forte

ridimensionamento. In questi ultimi anni abbiamo assistito alla chiusura di vari corsi, alla “fusione” di altri, all’impoverimento di alcuni piani di studio dove - a volte - vengono disattivate materie caratterizzanti. Tutto questo è successo sicuramente a causa dei provvedimenti presi dai vari governi (es. tagli al finanziamento ordinario dell’Università, Riforma Gelmini, da ultimo il decreto sui punti organico) ma anche alla mancanza di una vero progetto sul Polo Jonico. Mancando un progetto, i corsi di laurea vengono attivati/disattivati/modificati anche in funzione dei docenti “disposti” ad insegnare qui (molti non hanno mai voluto insegnare a Taranto, altri dopo qualche anno se ne sono tornati a Bari). Va poi sottolineato che, per attrarre gli studenti delle regioni/province limitrofe, è necessario avere dei corsi di laurea differenti da quelli presenti a Bari o Lecce in quanto, a parità di offerta formativa, uno studente fuori sede sceglierà sempre le grandi città universitarie in quanto sono consapevoli di ricevere più servizi. A Taranto invece sono stati sempre creati corsi-fotocopia rispetto a quelli di Bari, in alcuni casi anche mal organizzati. Dovrebbero essere creati corsi legati si alle esigenze del territorio, ma che possano formare giovani che potrebbero spendere il loro titolo di studio in tutto il territorio (in questo modo si evita la “fuga” degli studenti tarantini, ed allo stesso tempo si riesce ad “attrarre” studenti dalle regioni/province limitrofe). Infine va detto che alla formazione universitaria va affiancata un’attività “pratica”, magari all’interno delle aziende ed i vari enti del territorio, e questo non avviene in tutti i settori inerenti i corsi di laurea presenti nel Polo Jonico.

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- Qualità delle strutture Gli studenti scelgono dove studiare anche in relazione alle strutture delle quali può usufruire, e su questo punto il Polo Jonico è abbastanza carente. Il caso emblematico è la sede di Professioni Sanitarie, situata “provvisoriamente” in Via Deledda da anni, in attesa che l’ASL (che per legge deve provvedere a fornire le strutture per i corsi di laurea dell’area medica) stanzi i soldi per la ristrutturazione di un edifico da adibire a sede universitaria. Attualmente gli studenti svolgono le lezioni ancora in Via Deledda, solo nelle ore di luce in quanto il furto dei cavi di rame ha lasciato la struttura senza corrente elettrica, tutto questo in attesa di un nuovo trasferimento presso l’ennesima “sede provvisoria”, ovvero alcune aule della sede del Politecnico (Paolo VI), che viene sistematicamente rimandato in quanto devono ancora essere terminati i lavori di ristrutturazione degli spazi per gli studenti di Professioni sanitarie. Le restanti sedi godono sicuramente di una situazione migliore, ma vi sono diversi problemi: presso l’ex Convento di San Francesco - a due anni dall’apertura - non sono ancora stati fatti i lavori per sistemare i tre piani inferiori, mancano spazi per gli studenti (es. aula informatica, biblioteca per gli studenti di Beni Culturali e Scienze della Formazione). Presso la sede di Economia si verificano a volte infiltrazioni d’acqua ed i banchi danneggiati di alcune aule non vengono sostituiti; mentre presso la sede della Ex II Facoltà di Scienze (Paolo VI) mancano ancora i laboratori per gli studenti di Scienze Ambientali, ed alcuni lavori ordinari (es. sostituzione lampadine) non vengono effettuati perché non è specificato di quale dipartimento sia la competenza.

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- Servizi per gli studenti erogati dal Comune di Taranto Una vera città universitaria, per essere considerata tale, deve inoltre erogare una serie di servizi agli studenti. Ed anche su questo punto Taranto è un po’ carente. Primo fra tutti vi è il problema del trasporto pubblico urbano, andrebbero migliorati infatti i collegamenti - soprattutto per le sedi universitarie ubicate fuori città come quella di Paolo VI (considerato che li - teoricamente - a breve saranno spostati anche i corsi di Professioni Sanitarie). Manca un servizio di bike sharing (come ad esempio quello erogato dal Comune di Bari il quale, a fronte di un abbonamento mensile dal prezzo irrisorio fornisce biciclette agli studenti) e una rete di piste ciclabili. Andrebbe migliorato il servizio della Biblioteca Acclavio, evitando la chiusura di mezza giornata nel periodo estivo, e cercando di aumentare le ore di apertura giornaliere assumendo nuovo personale. Bisognerebbe lavorare affinché vengano erogati al più presto i fondi dei progetti ANCI per l’attivazione nella struttura della sala PC.

- L’impegno del Comune di Taranto Lo sviluppo del Polo Jonico dipende molto anche dalle azioni portate avanti dagli enti territoriali. In questo senso vi è sicuramente un impegno del Comune di Taranto, il quale fornisce in comodato d’uso gratuito le strutture universitarie, investe nella loro ristrutturazione, fornisce delle unità di personale da impiegare nelle strutture universitarie, stanzia dei fondi per lo sviluppo del Polo Jonico. Vanno però segnalati numerosi problemi: il Comune non vigila su come l’Università gestisce le strutture ad essa affidate (es. vengono creati spazi per gli studenti? Le aule sono attrezzate per il corretto svolgimento delle lezioni? Vi sono problemi di manutenzione ordinaria non risolti? Vengono allestiti dei laboratori?). 5


Per quanto riguarda i fondi che vengono stanziati il Comune dovrebbe chiedere un resoconto su come vengono spesi, soprattutto dovrebbero essere fatti incontri frequenti con l’Università per stabilire cosa realizzare con quei fondi. Quest’ultimo aspetto merita particolare attenzione, va sottolineato infatti che i soldi stanziati da Comune per il 2012 e 2013 dall’accordo di programma ormai scaduto, non sono ancora stati erogati perché il Comune e l’Università non hanno stilato l’atto di intesa che indica come utilizzare quei fondi. Tutto questo ovviamente sarebbe molto più semplice se l’Amm.ne Comunale nominasse un assessore all’università o per lo meno un assessore all’istruzione; una città che vuole sviluppare un Polo Universitario deve avere un assessore che si occupi dei problemi del Polo Jonico, che dialoghi costantemente con l’Università, e soprattutto si faccia portatore delle richieste e proposte degli studenti. Infine è necessario ricordare che gli studenti, vivendo l’università ogni giorno, sono quelli che più di altri conoscono i problemi del Polo Jonico. Il Comune quindi dovrebbe mettere in atto degli strumenti per favorire un dialogo tra l’Amm.ne e la popolazione studentesca, quello più idoneo è la Consulta Comunale degli Studenti Universitari, attivata qualche anno fa grazie ad una nostra richiesta e poi non più utilizzata.

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