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Combattere i funghi nemici del nocciolo
from L’Imprenditore Agricolo - Maggio 2020
by L'Imprenditore Agricolo - Agricoltura, Zootecnia, Fisco Approfondimenti -
I funghi si riproducono secondo la forma sessuata (maschio x femmina) con le spore e per la moltiplicazione agamica o asessuata (è la divisione di un organismo unicellulare o pluricellulare in due organismi identici) i conidi. Quelli che colpiscono il nocciolo appartengono quasi tutti alla classe degli Ascomiceti ed alcuni a quella dei Basidiomiceti. Gli Ascomiceti hanno aschi in cui sono contenute ascospore e ascomi e la riproduzione può avvenire per via sessuata (ascospore) o per via asessuata (conidi). Si chiamano funghi imperfetti se la riproduzione avviene solo per via asessuata. I Basidiomiceti sono funghi che si riproducono per via asessuata o sessuata originando basidi, a volte

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portati da corpi fruttiferi detti basidiocarpi.
MAL DELLO STACCO
E’ una malattia fungina che si riscontra maggiormente in noccioleti fitti e debilitati a causa di condizioni di stress. In piante colpite a partire dalla primavera, con aumento delle temperature e dell’umidità, si sposta dal legno malato e le sue fruttificazioni (i picnidi) diventano ben visibili (essudati, cirri gommosi o catenelle di color rosso/aranciato). L’infezione avviene tramite ferite e, nel caso il fungo riesca a svilupparsi sull’intera circonferenza della pianta, la porzione di tronco superiore dissecca completamente.
Strategie di difesa:
sostituire i vecchi
MAL DELLO STACCO CANCRI

Viaggio tra le principali malattie fungine riscontrate nei noccioleti: come si manifestano, cosa producono e come si affrontano
impianti debilitati; effettuare concimazioni e irrigazioni equilibrate; effettuare un’idonea sistemazione del terreno per evitare ristagni idrici; durante la potatura invernale, asportare e bruciare i rami colpiti; in caso

GLEOSPORIOSI
di infezioni gravi intervenire a fine estate ed alla ripresa vegetativa con prodotti rameici (al massimo 6Kg ha/ anno); proteggere con mastici, paste cicatrizzanti o preparati non filmogeni i tagli di potatura o le ferite più ampie e profonde.
CANCRI RAMEALI
Gli attacchi di questi funghi interessano principalmente il tronco su cui si evidenziano zone irregolarmente depresse, brune, che progressivamente si allargano, si fessurano fino a mettere allo scoperto il legno sottostante. La porzione di tronco lesionata varia a seconda della rapidità con cui il legno, crescendo, tenta di cicatrizzare i bordi della depressione per cercare di arrestare la malattia. Strategia di difesa: come indicato per gli attacchi di Cytospora, è possibile intervenire con prodotti rameici dopo la raccolta e fino alla fase di rottura delle gemme. Nel periodo estivo occorre invece individuare le pertiche colpite e procedere alla rimozione e distruzione dopo la raccolta.
GLEOSPORIOSI
Si tratta di una antracnosi (malattia causata da funghi che a seconda della specie di pianta attaccata provoca pustole allungate, irregolari, simili ad ulcere, brune, nerastre o rossic

ce). L’infezione si manifesta all’inizio della ripresa vegetativa con l’imbrunimento precoce delle gemme, che non germogliano e cadono a terra. I rami dell’anno attaccati risultano molto indeboliti o addirittura secchi. Nel corso della stagione il fungo si sviluppa sulla vegetazione e con l’inizio dell’estate, sulle foglie colpite si osservano disseccamenti a goccia (la punta della goccia si trova in prossimità della punta centrale, mentre il disseccamento della foglia tende ad allargarsi verso l’esterno della stessa). Le foglie colpite cadono prima delle altre (filloptosi anticipata) perpetuando la malattia. In Piemonte, la gleosporiosi costituisce la principale avversità fungina del nocciolo e presenta una maggiore incidenza nelle zone fondovalle o in pianura. Richiede interventi specifici in particolare in annate con andamento stagionale piovoso ed elevata umidità. La malattia presenta due manifestazioni all’anno. La prima, in primavera, si evidenzia con il disseccamento delle gemme dei rami dell’anno, la seconda si rileva all’inizio dell’estate e riguarda le foglie sulle quali compaiono macchie necrotiche che portano ad un progressivo ingiallimento e disseccamento della foglia. Il danno più grave rimane a carico delle gemme che disseccando compromettono la futura formazione della chioma. Strategie di difesa: occorre eseguire l’intervento di contenimento dei noccioleti in cui ci sono state infezioni durante l’anno precedente, avendo cura di intervenire prima della caduta delle foglie. Nella difesa il principio attivo più efficace è il thiofanatemetile (azione sistemica e di contatto) da distribuire a fine estate, su vegetazione ancora in grado di traslocare il p.a., bagnando bene gli apici vegetativi per favorire la traslocazione all’interno della pianta.
OIDIO O MAL BIANCO

OIDIO O MAL BIANCO
Gli attacchi sono favoriti dall’umidità, ma l’acqua libera diventa un ostacolo per la germinazione dei conidi. Il fungo si sviluppa sulla pagina inferiore delle foglie. In annate caratterizzate da scarsità di precipitazioni il mal bianco compare di norma in corrispondenza della definizione della mandorla (fenofase I). Con la diffusione della coltivazione in zone pianeggianti e in annate particolarmente favorevoli (l’oidio germina con il 20% di umidità e lo sviluppo è ottimale a 25°) l’attacco di

questo fungo è anticipato e compare nel periodo “germogliamento terza foglia” (fenofase D). In questi casi occorre intervenire tempestivamente per evitare che la malattia comprometta l’inefficienza e provochi la caduta (filloptosi) anticipata delle foglie. Strategie di difesa: nel caso di attacchi di grave entità può essere utile intervenire con prodotti a base di zolfo. Lo zolfo è un fungicida multisito ad azione preventiva; agisce inibendo la respirazione mediante il suo prodotto
di riduzione (acido solforico).

MARCIUME
RADICALE
Questi funghi sono principalmente indicatori di uno stato di debolezza della pianta e si manifestano con il deperimento della chioma dopo aver invaso completamente le radici. Per verificarne la presenza è necessario scalzare la terra alla base della pianta ed esaminarne il colletto. Si evidenziano tessuti imbruniti, spugnosi, più o meno decomposti e invasi di tessuto filamentoso e fibroso di color bianco oppure vere e proprie lamelle a ventagli biancastri sui tessuti delle radici ed il caratteristico profumo di fungo fresco ne segnalano la presenza. Sulla chioma delle piante colpite si evidenzia una vegetazione stentata, in ritardo nella ripresa vegetativa, foglie di dimensioni più contenute,

ingiallimenti diffusi e rami dell’anno pressoché assenti. Strategie di difesa: gli interventi sono di tipo agronomico. Occorre rimuovere ogni fattore che possa indurre uno stato di squilibrio all’apparato radicale, ristagno idrico, depauperamento del terreno di sostanza organica e periodi di prolungata siccità in terreni sciolti. Estirpazione delle piante colpite, eliminando bene tutti i residui delle radici; eliminazione di tutti i residui vegetali presenti nel terreno dopo lo scasso; limitare l’uso della concimazione azotata e organica; negli impianti a buca cospargere un paio di chilogrammi di calciocianammide e muovere il terreno, ripetendo la disinfezione della buca ogni due mesi; non effettuare un nuovo impianto subito dopo l’estirpo di un vigneto, frutteto o su terreno incolto (il terreno può presentare stanchezza dovuta a presenza di tossine, residui della coltura, residui radicali, ecc.); non esistono prodotti registrati per questa avversità.
