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Voglio andare a vivere (e lavorare) in montagna
from L’Imprenditore Agricolo - Giugno 2020
by L'Imprenditore Agricolo - Agricoltura, Zootecnia, Fisco Approfondimenti -
Scommettere sulla montagna, nonostante le difficoltà. È quello che hanno fatto, con impegno e tenacia, Corrado Bruna Rosso, 52 anni, e Manuela Cerutti, 44 anni: dieci anni fa hanno messo in piedi un allevamento bovino a Valgrana, in borgata Biut. Allevamento che prima ancora avevano ad Elva, località dove tornano tutte le estati per portare le vacche in alpeggio e dove hanno dato vita anche ad un caseificio e ad un agriturismo.
La storia di Corrado Bruna Rosso e Manuela Cerutti che gestiscono il loro allevamento di vacche Piemontesi e pezzate rosse, tra Elva e Valgrana
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CAMBIO VITA
Fino a 18 anni fa Manuela faceva la segretaria. Poi, il cambio di vita ed il lavoro ad Elva. Insieme a Corrado – originario di quelle parti (l’azienda agricola era di famiglia) – manda avanti per qualche anno una stalla di circa 50 bovini. Poi nasce il primo figlio, ed essendo la scuola più vicina a 25 chilometri da Elva, i due scelgono di trasferirsi a Valgrana. Così, circa una decina di anni fa, ripartono con una sessantina di capi: per la maggior parte piemontesi e una decina di pezzate rosse. Ora l’azienda, biologica, conta un centinaio di capi: 90 piemontesi e sempre una decina di pezzate rosse. «Faccio la linea vacca-vitello – spiega Corrado –. Ad Elva torniamo tutte le estati per portare le bestie in alpeggio. Partiamo intorno al 12-13 di giugno e scendiamo ad ottobre».
CASEIFICIO E AGRITURISMO
Ad Elva, sempre alcuni anni fa, la famiglia ha messo in piedi anche un caseificio (“La Meira”) e un agriturismo (“L’artesin”, nome che richiama il fiore tipico di Elva). «L’agriturismo – precisa Corrado Bruna Rosso – è nato nel 1998. A mia sorella Lorenza piaceva l’attività ristorativa, e così abbiamo ristrutturato una casa, da cui abbiamo ricavato 30 posti per mangiare e 3 camere, per una decina di posti letto». «Nel 2000 – aggiunge – è nato invece il caseificio. Prima vendevamo il latte ad un caseificio della zona. Dai nostri animali ricaviamo circa 50-60 litri di latte al giorno: lo impieghiamo per fare un nostrale d’alpeggio, stagionato 60 giorni. La carne, invece, serve per l’agriturismo».
ALIMENTAZIONE NATURALE
Essendo un’azienda biologica, le vacche
sono allevate con un’alimentazione completamente naturale e genuina. «D’inverno somministriamo fieno di nostra produzione, trinciato d’orzo e un pastone di mais, sempre autoprodotto. D’estate invece le vacche si nutrono con l’erba dei campi». Ad Elva le mucche hanno a disposizione 70-80 ettari di prato a circa 1800-2000 metri d’altezza. L’aria buona, insomma, non manca.

BUROCRAZIA E CORONAVIRUS
Come molti colleghi, Corrado e Manuela vedono come problema principale la burocrazia, asfissiante. «Ci vorrebbe una persona soltanto per seguire questo aspetto», dicono. Ma anche l’emergenza Coronavirus ora ha complicato le cose. «La conseguenza principale della pandemia – dice Corrado – è che il mercato è andato giù a livello di prezzi, sia dei vitelli che della carne. L’agriturismo, poi, quest’anno rimarrà chiuso. Una scelta, quasi obbligata: lavorando molto con l’estero tutte le prenotazioni sono state disdette».
GIOVANI PROMESSE
Corrado e Manuela hanno due figli: Gabriele, 12 anni, e Jonathan, di 10. Gli occhi e le speranze sono tutti rivolti a loro. «Oltre alla salute l’auspicio è che il lavoro non manchi. E, chissà, che i figli decidano di portare avanti l’azienda un domani. I nostri sogni, noi, li abbiamo già realizzati».
