il crociffisso di giotto

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Il crocifisso di Giotto


Il grandioso Crocifisso di Giotto il quale, è situato in alto della navata centrale della basilica di santa maria novella a Firenze, è stato molto probabilmente,dipinto tra il 1290 e il 1295. Lontano da Santa Maria Novella per più di vent'anni, magistralmente restaurato, nel 2000 è tornato ed è stato rimesso in chiesa dove, escluso il periodo relativamente breve della sua permanenza in sagrestia, era sempre stato, seppure in luoghi diversi.Nella prima metà del XVI secolo fu spostato sulla facciata interna, sopra al portale centrale dove rimase fino al 1937 appoggiato su quella base di pietra che gli fu fatta in occasione della ristrutturazione ottocentesca e che ancora si vede.


Il Crocifisso è adesso al centro della chiesa ed elevato in alto. Esso è ispirato alla scuola della spiritualitĂ francescana del Cristo patiens che evidenzia il tema della passione rispetto a quello della gloria e per questo i suoi colori sono il nero, il bianco e il rosso, colori che rappresentano la morte, la pura innocenza, il sangue e, appunto, la passione. Ăˆ l'immagine del corpo di Cristo colto nell'istante dell'abbandono della vita simboleggiata dal sangue che sgorga dalle sue membra, dall'incarnazione divina e quindi dalla resurrezione.


Qui, la straordinaria bellezza risiede nel realismo del modello che non è più idealizzato, come nell'arte bizzantina, ma è rispondente al vero. Nella raffigurazione dal celebre pittore,Cristo diventa divino e, quindi, destinato alla vita eterna anche se martoriato o straziato dalle pene e dai segni di ogni male. Nell'uomo vero, dipinto in croce da Giotto, c’è l'adesione perfetta alla lotta dei Domenicani contro l'eresia catara che sosteneva l'assoluta negatività della materia considerata diabolica rispetto allo spirito. La vittoria sull'eresia che negava la divinità dell'umanità di Cristo rese possibile l'umanesimo che è civile e cristiano al contempo e fondamento della civiltà.


DESCRIZIONE E STILE

La Croce di Giotto è consideratitaliana, in quanto l'artista approfondisce e rinnova l'iconografia del Christus patiens (già introdotta nell'arte italiana nella seconda metà del Duecento da Giunta Pisano e da Cimabue). Giotto infatti abbandonò l'iconografia del Cristo inarcato, per dipingerlo in una posa più naturalistica, un doloroso abbandono con le gambe piegate sotto il peso del corpo, seguendo un'ispirazione legata alla tradizione scultorea (di Giovanni Pisano ad esempio), piuttosto che quella tradizionalmente legata alla pittura bizantina.


Dispose le gambe incrociate e bloccate da un solo chiodo sui piedi, in una maniera giĂ usata da Nicola Pisano nella lunetta della Deposizione . I due dolenti, alle estremitĂ dei bracci, mostrano come di consueto Maria e san Giovanni a metĂ figura. Nel Giovanni si nota un'influenza di Cimabue abbastanza spiccata, la Madonna richiama modelli romani, forse visti in occasione di un primo viaggio a Roma al seguito del suo maestro.


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