Booktrailer. Un libro da raccontare

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nell’esperienza del raccontare, la storia narrata sia il mezzo tramite il quale, anche quando non fa autobiografia, l’autore parla di se stesso. Particolarmente interessante è la presenza di quello che egli chiama fantasma dell’io e che rappresenta l’altro non come antagonista del soggetto, ma come destinatario delle storie, come colui col quale le storie sono state concepite. Il fantasma dell’io «ha i diversi volti delle persone che ospitiamo in noi stessi avendone condiviso in qualche modo l’esperienza del mondo . […] Sono quelli che ci legano al loro sguardo così da indurci a leggerli e tradurli nella forma della nostra scrittura. Nel raccontare raccontiamo di loro, di come li abbiamo conosciuti e di come li abbiamo ospitati in noi stessi»23. Mi sembra che anche ai personaggi delle storie di finzione si possa assegnare a pieno titolo lo statuto di fantasmi dell’io. Concludendo, tutti questi aspetti, creativi ed educativi, legati all’interpretazione vengono certamente coinvolti quando proponiamo agli alunni la creazione di un booktrailer: come s’è detto, non chiediamo solo di raccontare una storia così come si è svolta, ma di sintetizzarla nei suoi snodi salienti, di segnalarne le svolte, di evidenziarne quel particolare momento che li ha colpiti e che può incuriosire altri lettori; chiediamo di rinarrare, ‘mostrandola’, una storia che abbiano compreso e reso propria; ed è la nuova lettura dell’opera di base che determina l’originalità del booktrailer. Originalità e potenziale creativo che sono insiti sia nella formula che nell’obiettivo di questa forma di espressione: una narrazione sintetica e destrutturata del romanzo, che ne presenta in forma evocativa il tema chiave, l’ambiente, i luoghi, le peculiarità dei personaggi.

23) Alessandro Bosi, Il sentimento del tempo, cit., p. 105.

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