Le streghe in un cantone

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Anno Scolastico 2011-2012 Scuola Primaria di Ornavasso Classi quinte, sez. A e B

Dedicato a chi non ha paura‌


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LE STREGHE IN UN CANTONE A CURA DI:

Alaimo Samuele Beltrami Yegnianat Cardana Vanessa Cocchiara Evan Danini Sebastian Garavaglia Arianna Grandi Marco Lavarini Andrea Lunghi Stefano Manzi Melissa Oddina Davide Oliveri Kevin Saglio Trombone Adele

Caruso Davide Ceccon Giorgia Fodrini Marco Gao Yu Garabelli Michela Lamagni Alessia Landoni Syria Maroni Jacopo Messina Jennifer Moriggia Derek Oddina Gabriele Padula Alessandro Panzeri Carlotta Rossi Gabriele

LE INSEGNANTI: Blardone Miriam Brangi Lucia Faccioli Maria Gabriella e Martinelli Enrica

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PREFAZIONE In questi anni della scuola Primaria abbiamo imparato a conoscere il nostro paese e la nostra Valle Ossola e ad amarli sempre di più. Viviamo in un luogo ricco di storia e di tradizioni che noi, con gli abitanti e gli amministratori, non vogliamo assolutamente dimenticare. La “Storia” studiata sui libri è passata anche qui ed ha lasciato tante tracce. Ma la Storia è fatta anche di ricordi e racconti tramandati oralmente dai nonni e dai bisnonni, poi trascritta da bravi ricercatori e studiosi. Racconti tristi, allegri, paurosi o avventurosi. I nostri antenati hanno vissuto queste storie tanto da crederci realmente!!!

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ORNAVASSO A Ornavasso si trova un grosso campanile che dalla sua posizione veglia e protegge tutto il paese e le sue sei campane richiamano alla preghiera le persone devote. E’ il campanile della Chiesa parrocchiale. Appena sopra, si trova la Chiesa della Guardia con vicina una torre che serviva nell’ antichità per avvisare gli abitanti dell’arrivo dei nemici. La Chiesa è grandissima e, prima di Natale, nel 2011, c’era un bellissimo presepe allestito dal signor Giuseppe Loda; le statue si muovevano come vere persone. Anche noi abbiamo presentato un nostro piccolo capolavoro.

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Sempre sulla stessa strada, un po’ più in alto, ecco il Santuario della Madonna del Boden, sorto in ricordo del miracolo della povera pastorella che si era persa nel buio della notte e grazie all’aiuto della Madonna ritrovò la strada per tornare a casa con tutto il suo gregge.

Poco prima del Santuario c’è una cava chiamata la Cava del Marmo Rosa. All’inizio la cava è un tunnel e alla fine c’è un salone in cui si svolgono concerti musicali e teatri. Gli alpeggi sopra Ornavasso sono: Ronch, Cortevecchio, Ulmaini, Cortemezzo, Scirumbei, Capanna Legnano, Ba’, Pogalti e Steit e tanti altri. Sopra Cortevecchio si trova la Cappelletta del Buon Pastore, una chiesetta in cui una volta all’anno si celebra la Messa. 7


Alla “punta” di Migiandone, sono stati trovati reperti di una vecchia Necropoli Celtica. Una leggenda racconta che sotto la Parrocchia ci sono due buchi in cui vivono i Twergi che sono piccoli mostriciattoli dispettosi molto forti, con folte barbe, il viso tondo ed il cappuccio in testa che nasconde folti capelli verdastri come l’umidità dei boschi, dei cunicoli e delle grotte dove hanno la loro dimora.

Il nostro bellissimo paese è diviso in due parti dal torrente San Carlo che scende dal vallone del Boden: a nord sorge la zona chiamata Roll che nel linguaggio tedesco significa Bosco, campagna e a sud la zona denominata Dorf cioè villaggio. Questo perché le origini di Ornavasso si fanno risalire ad alcune popolazioni tedesche di origine Walser che si sono stabilite in questi luoghi tantissimi anni fa, dopo tante vicissitudini. Nel Dorf hanno sede quasi tutti gli edifici pubblici, i condomini e le innumerevoli fabbriche. Esso comprende tre Rioni: di San 8


Giacomo (Canton di Forbis); di San Rocco (Canton di Sciuri); di San Sebastiano (Canton di Asan). Nel Roll sono situate la scuola primaria, la Chiesa dei Frati con vicino la casa dell’anziano, un tempo convento e la chiesetta della Madonna del Bosco dalla quale deriva il nome del rione detto però : Canton di Strèij…

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…Perché il Canton di Strèij? Dalle nostre indagini abbiamo scoperto che, la campana della chiesetta della Madonna del Bosco, suonando, costringeva a fuggire le streghe che qui avevano i loro raduni. Queste maledicevano lo squillo argentino chiamandolo “Al Cagnasc d’la Mariascia”. Inoltre, la campana, riporta realmente incisa la scritta “Contro la Folgore” perché si diceva che i suoi rintocchi servivano ad allontanare la grandine e forti temporali. La leggenda dice che questi poteri derivassero dal fatto che, insieme al metallo usato per costruirla, venne fuso un chiodo della croce di Gesù. Oggi il Rione del Bosco o Canton di Streij è un luogo allegro e ricco di villette con giardini fioriti, ma anticamente era la zona dei prati, del bosco dove si raccoglievano la legna e le castagne; si pascolavano le pecore e le capre.

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La vecchia strada che univa il paese agli altri vicini passava proprio lungo i fianchi della montagna e pertanto in mezzo al bosco. Anche le Contrade (vie di comunicazione interne al centro abitato) collegavano il paese alla montagna. La via del Bosco è una vecchia contrada, ma la più vecchia è la via delle Gasse, sempre nel Rione del Bosco, scorre proprio ai piedi della montagna ed il suo bosco cupo ed inospitale chissà quanti fantasmi e quante streghe avrà ospitato! Inoltre, proprio da queste vecchie contrade si narra che passasse “la processione dei morti” che andavano in Chiesa… Al suono dell’Ave Maria serale, tutti dovevano rientrare alle loro case in fretta per non incontrare le anime dei morti; d’altro canto, ricorda una leggenda ornavassese:” La luna l’è ciàra, i mòrt i cùran”. Morti, fantasmi, streghe sono nomi che solo a pronunciarli incutono paura! Ma le streghe saranno realmente esistite? I nostri anziani ci credevano davvero. E noi? Poverine! Perché vengono descritte sempre come esseri malefici e paurosi? Che cosa avranno fatto per essere brutte e cattive? Per quale motivo facevano scherzi e rapivano i bambini? Saranno davvero state amiche del Demonio? Forse al termine del nostro progetto riusciremo a rispondere a queste domande.

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NOI AUTORI DI STORIE COME ROALD DAHL E IL SUO LIBRO “LE STREGHE” Chi pensa che le streghe di oggi siano donne brutte e foruncolose, allora non ha mai, dico mai, visto una strega moderna. Quando oggi incontri una strega per strada la puoi scambiare per una normalissima donna. Loro comunque, non negano di essere delle streghe. Le streghe moderne sono belle donne, gentili e non sono in grado di compiere alcuna magia cattiva. Prendiamo, per esempio, la strega Azzurrina che attende i bambini alla fine delle lezioni, per regalare dolci e caramelle squisite. Oppure la strega Aiutapoveri, soprannominata così perché è la migliore amica dei poveri. Si potrebbero fare milioni di altri esempi su queste brave donne, ma io mi fermo qui perché so che volete sapere esattamente come sono andate le cose passo, per passo. Un tempo le streghe erano in “competizione” con le fate. Chi avrà vinto? La bontà o la cattiveria? Dopo un po’ le fate hanno perso interesse per questa sfida. Vedendolo le streghe hanno escogitato un modo per farsi accettare: diventare buone. Grazie a questa idea non rischiamo più di finire tra le sgrinfie di una strega cattiva e le storie che leggerete ne sono la testimonianza!

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Avventure fantastiche condite con un po’ di terrore ATTENTI ALLE STREGHE

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n giorno, con mio cugino siamo andati in campagna con la bicicletta, facendo la gara per vedere chi era il più veloce. Abbiamo fatto una gara fino ad un cartello dove c’era scritto: “ATTENTI ALLE STREGHE”! Ci siamo messi subito a ridacchiare. La strada era disabitata e lontana dal paese. Dopo aver superato alcuni cespugli spinosi ecco apparire una bellissima casetta colore del mare. Noi abbiamo suonato il campanello per fare conoscenza con il padrone di quella casetta. Pochi minuti dopo, una signora ha aperto la porta e ci ha invitati ad entrare. Era una casa normale; la signora era anziana, molto magra, con i cappelli rossi e gli occhi verdi come l’erba. Io ero stupita delle sue meravigliose unghie dipinte di viola. Ci ha dato le caramelle frizzanti che a me piacciono tanto! La casa era piena di oggetti strani. Le chiesi se fosse una scienziata, ma lei non mi rispose e inciampò nella scala. Mamma mia! La signora aveva la parrucca ed iniziai ad insospettirmi. La signora si alzò, disse che mi avrebbe messa in padella a friggere con l’olio per il pesce! Io mi spaventai terribilmente e corsi verso la porta urlando:” Tito scappiamo prima che questa strega ci faccia friggere!” 13


Lasciando le biciclette abbandonate davanti a quella casa stregata, corremmo a casa nostra pi첫 veloci della luce. Ancora oggi mio cugino ed io stiamo ben lontani da quella casa!

Beltrami Yegnianat

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LA STREGA CAMBIA IL LOOK

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n questo periodo sembra che ci sia una strega che girovaghi per i negozi di abbigliamento. In effetti è così perché proprio l’altro ieri mi è successa una cosa incredibile. Stavo andando all’OVS a comprare qualche vestito per me e per i miei fratelli quando vidi una ragazza stranissima. La osservai meglio e sembrava proprio una strega: cappello a punta, scarpe con tacco a spillo e il classico vestito nero sfilacciato. Era intenta a rinnovare il suo look perché continuava ad andare nei camerini provando cose strambe che a me non piacevano: maglie a pois, pantaloni colorati, cappelli tipo basco francese a quadretti, per non parlare poi delle giacche… tutte verde fosforescente a pallini rossi. Più tardi la donna si allontanò con un borsone pieno di vestiti. Usciti anche noi dal negozio, la mamma si ricordò che doveva sistemare i capelli per la festa del mio compleanno e andando dal parrucchiere ritrovai quella signorina cambia look. Mentre attendevo, da una porta sbirciavo la “strega”. I suoi capelli ispidi, grigi e arruffati si stavano trasformando con exstencion blu e viola, molto buffi. Dalla sua borsa intravidi un gatto colorato come i suoi vestiti. Finito tutto andammo via. La strega non la vidi più. La sera stessa però, guardando fuori dalla finestra, vidi qualcosa volare in cielo: mi sembrava proprio quella signorina molto estrosa che volteggiava sull’aspirapolvere Dyson, felice e contenta dei suoi acquisti.

Garavaglia Arianna 15


LA STREGA DELLA CAVA

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ella cava di marmo di Ornavasso si era costruita la casa una vecchia signora. Era molto cattiva e detestava i bambini. Le persone dicevano che era una strega, infatti

lo era. Un giorno catturò un bambino che faceva una passeggiata. La strega decise di cucinarlo per cena: lo portò nella grotta e lo legò ad una sedia. Il bambino quando la strega lo stava per affettare si accorse che la corda si era sciolta così rovesciò il pentolone di acqua calda addosso alla strega che morì bollita. Il bambino da quel giorno stette lontano dalla grotta.

Lunghi Stefano

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A VOLTE LA PAURA E’ FATTA DI NIENTE

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uesta storia, come tutte le grandi storie, inizia così… Una notte mentre stavo andando a dormire sentii un rumore strano provenire da fuori; mi affacciai alla finestra con le gambe tremolanti, ma non vidi nulla… Mi misi a letto e cercai di prendere sonno. Dopo un momento sentii dei sussurri provenire nel buio della notte. Mi riaffacciai tutto assonnato e vidi una figura strana e scura. Mi ricordai che la nonna mi aveva raccontato che le streghe sono difficili da vedere. Loro si nascondono da ogni cosa e in ogni dove. Pensai un attimo, aguzzai la vista e… vidi un aspirapolvere, un vestito brillantinato… era proprio una strega! Era una strega supermoderna. All’improvviso vidi una luce. Di colpo aprii gli occhi e mi accorsi di essere tranquillamente adagiato sul mio letto, con le coperte in disordine, tutto sudato e agitato. Ma sarà stato solamente un sogno? L’aspirapolvere era tranquillamente adagiato accanto al mio armadio e il tappeto brillava di polvere brillante… ma! Chissà!!!

Rossi Gabriele 17


I RACCONTI DELLA NONNA Una bambina che si chiama Erica vive con la nonna che è la persona più vecchia di questo paese e sa tutte le cose che sono successe al tempo passato. Una notte di settembre un gruppetto di bambini sono in casa di Erica e sentono la storia che racconta la nonna. La nonna, con voce sgradevole, racconta la storia della strega che era stata la più famosa e comincia a parlare: “Nella nostra zona c’erano molte streghe, una si chiamava Falli, era la strega della bellezza e dell’aiuto, aveva i capelli lunghi e biondi e non metteva mai i guanti e le scarpe appuntite, portava sempre le scarpe da tennis e il cappello lungo e appuntito come le sue gambe. A Falli non piacevano i bambini puzzolenti. Una sera uscì per andare a catturare dei bambini per mangiare a cena, ma non vedendo nessun bambino perché erano tutti a letto con l’influenza, Falli tornò nella sua grotta e si accontentò di un po’ di frutta. A mezzanotte, improvvisamente venne uno spaventoso terremoto, molto forte e stava per distruggere l’intero paese. Falli usò tutta la potenza della sua magia e fermò la catastrofe. Purtroppo aveva usato troppa energia e così morì. La strega è poi rinata in una famiglia normale e così visse una vita normale. La strega è rinata perché alla fine della sua vita ha salvato gli abitanti di quel paese che la ricordano per il suo meraviglioso gesto.

Gao Yu 18


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TERRORE NELLA NOTTE

l nostro tempo le streghe sono ovunque: nei prati, nei palazzi e persino nelle chiese. Escono solo di notte, non in una notte qualunque, ma nelle notti tempestose. Escono, fanno saltare la corrente e poi volano sul loro aspirapolvere e vanno in giro per le città. Una leggenda parla di un bambino che una notte si avventurò per le vie deserte e cupe e sentì un rumore. All’inizio pensava fosse un uccello, ma dopo un po’ vide qualcosa muoversi ed allora si nascose dietro ad un portone per osservare attentamente la situazione. Si lasciò prendere dal panico e quindi scappò. Nella città si sentì un grande grido e il bambino non è più ritornato. Un signore un giorno era al ristorante con i suoi amici, saltò la corrente e si sentì un urlo. Riaccesa la luce l’uomo non c’era più! Le streghe hanno un meccanismo tecnologico di ultima generazione, usano la macchina come se fosse un trita bambini: una volta messo dentro, il bambino viene spremuto come un arancio ed il sangue che esce viene bevuto fresco dalle streghe. Queste streghe non le puoi riconoscere normalmente perché assomigliano a donne normali, usano meccanismi tecnologici moderni per attirare e nascondere le persone. Solo una cosa le differenzia: quelle normali parlano bene invece loro non sanno dire la “S” e la “R”. Bisogna stare molto attenti perché le streghe possono essere ovunque anche in una città che sembra essere molto tranquilla, oppure qui ad Ornavasso, paese allegro, ma anche molto misterioso! Oddina Gabriele 19


LA STREGA MODERNA

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ui corni di Nibbio abita una strega che ha dei bellissimi vestiti moderni. Scende per il Proman con la sua aspirapolvere supersonica chiamata “Manny” perché la strega abita su un cocuzzolo della montagna. La strega è buona perché ha una fionda e passando nel cielo limpido con Manny spara cioccolatini e caramelle squisite. Quando va nel Bosco Tenso a Premosello, porta il mangiare agli animali e riesce ad accarezzarli. D’inverno quando viene la neve, va in vacanza perché non può sopportare la neve. Non si fa vedere dagli esseri umani perché ha vergogna, è timida, molto timida. E’ da un po’ che non si vede… Ora che mi ricordo… E’ da tanto che non mangio caramelle e cioccolatini! Ma, forse la mia amica strega è ancora in vacanza! Mia mamma però è contenta: i miei denti resteranno puliti e sani!

Oddina Davide

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LA STRANA SIGNORA

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el giardino di un grande parco alla periferia di Milano, un bambino appassionato di biciclette è intento ad immaginare un circuito da percorrere pedalando fra gli alberi ed i cespugli fioriti. Il suo grande sogno sarebbe quello di possedere una bicicletta nuova, ma i suoi genitori, per ora, non possono permettersi la spesa. Mentre osserva la sua vecchia bici, appoggiata al tronco di una quercia ed ormai diventata troppo piccola per la sua statura, una strana signora si avvicina. Ha i capelli castani con una lunga ciocca blu, un buffo cappello rosa che s’intona con i guanti e con le scarpe, un paio di pantaloni rossi attillati con una comoda camicia bianca. Dopo aver osservato il bambino ed essere venuta a conoscenza della sua tristezza, lo invita a seguirla. La signora è una strega buona, cioè una persona alla ricerca di chi ha un sogno da realizzare e non può. Conduce il bambino in un grande negozio di biciclette e, accompagnandolo nella scelta, gli regala la bici dei suoi sogni. Il bambino è felicissimo! Ringrazia con un forte abbraccio la “strega” buona che lentamente si allontana lasciando dietro di sé una lunga scia di incantevole profumo. E’ bello quando una persona ti aiuta e non chiede niente in cambio!!!

Maroni Jacopo

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LE STREGHE MODERNE

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uesta breve storia che vi sto per raccontare parla delle streghe moderne. Le streghe moderne sono come le persone. Esse camminano, non volano con le scope, ma riescono a spostarsi avanti e indietro solo con la volontà del pensiero. Mi è capitato di vedere sparire una persona dopo aver pronunciato queste parole: “se vuoi prova a prendermi” Dopo qualche giorno questa persona è riapparsa, molto elegante con gioielli da regalare a noi bambine e macchinine per i maschietti. Dopo essere tornata, è venuta verso casa mia , ma per fortuna, dalla casa vicina è uscita una ragazzina che ha fatto cambiare direzione alla signora. In seguito si sono udite alcune urla e strani rumori. Più tardi la signora è uscita e della bambina non si è saputo più nulla per alcuni giorni fino a quando è stata ritrovata pietrificata. Pochi giorni dopo questo episodio, gironzolando per Ornavasso, mi è capitato di incontrare una signora: portava un vestito tutto bianco, lungo fino in fondo ai piedi con uno strascico, una stola di tigre bianca e delle scarpette d’argento. Si dirigeva verso di me ed io fui presa da una paura terribile! La stravagante signora mi passò vicino, mi sorrise e proseguì per la sua strada… Ho capito che non tutte le persone stravaganti sono veramente delle streghe, ma dobbiamo stare sempre attenti, ragionare ed essere buoni e generosi.

Garabelli Michela 22


LA SIGNORA STRAVAGANTE

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n giorno vidi una signora seduta su una panchina del parco giochi di Migiandone. Aveva i guanti e indossava un paio di scarpe a punta. I capelli erano neri e nascondevano due occhi penetranti, il naso era appuntito. Sembrava proprio una strega! Avevo un po’ di paura, ma il desiderio di scoprire se fosse una strega mi eccitava. Ad un tratto la strana signora si alzò faticosamente e si diresse verso di me. Non sapevo più cosa fare! Fuggire, nascondermi dietro al tronco di un pino o…aspettarla per parlarle? Sono un bambino anche troppo coraggioso e molto curioso ed ho deciso di aspettarla per parlarle e scoprire la sua identità. La strana signora mi sorrise mettendo in mostra una dentatura non troppo curata e con una voce piuttosto acuta mi chiese il nome. Con il cuore che mi batteva cento all’ora glielo dissi, sempre più convinto di essere davanti ad una strega moderna. Poi, aprì la sua borsetta e… non vi dico quante cose bizzarre conteneva: una mela mangiucchiata, un rametto di rosmarino, una banana acerba, una bottiglietta di lacca per capelli. Usciva inoltre, uno sgradevole odore di formaggio ammuffito. All’improvviso ecco apparirle tra le mani una caramella gelatinosa di colore tra il marrone ed il viola che prontamente mi offrì. Io la presi per non offenderla, ma con la scusa di un leggero mal di pancia, la misi in tasca con l’idea poi di buttarla.

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Arrivò nel frattempo lo scuolabus, scese un bimbo che sorridente si avvicinò a me ed alla signora. I due si abbracciarono e poi si avviarono verso una vecchia casa disabitata. Proprio lì c’erano dei gattini abbandonati e sempre affamati. La mia avventura mi ha fatto capire che, una persona non si giudica dall’aspetto, ma dalle sue azioni!

Moriggia Derek

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LA MIA AMICA STREGA

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n giorno mi sono alzata ed ho preso un libro sulle streghe. Ad un tratto mi è venuto in mente che la mia vicina assomiglia ad una strega. Lei è magica, mangia tante caramelle alla menta e per questo ha la lingua verde. Possiede un giardino curato da alcune guardie che controllano chi entra e chi esce dalla casa. Vola con un aspirapolvere (tipo Folletto), ma è molto diverso dal nostro: ha un manico di legno come quello del violino ed è magico, infatti funziona senza elettricità, si ricarica con la luce del sole. Un giorno mi ha accolto in casa sua come una brava vicina. Allora io ho detto a questa strega: “Aspetta un attimo!!! Vado a casa a prenderti una sorpresa”. Sono arrivata a casa, ho preso il libro delle streghe e sono ritornata dalla mia vicina. Ho detto alla signora: “Guarda, tu sei una strega buona proprio come quella del mio libro. Come ti chiami?” Il suo nome era Camilla ed era diventata una strega buona da quando i bambini sono diventati buoni, teneri e gentili con lei. L’ho salutata, sono tornata a casa e mi sono accorta di aver fatto un incontro stupendo, avendo conosciuto una strega buona e non malvagia.

Landoni Syria 25


TALINA

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n un piccolo paese vicino a Gravellona Toce, in un palazzo a cinque piani, vive una strega. Il suo nome è Talina, ma si fa chiamare da tutti Elisa. Quando si sposta al posto di usare la solita scopa, usa un ombrello di colore azzurro come il cielo, cosÏ nessuno la nota. Lei non è una strega cattiva, anzi, usa la magia per liberare i bambini catturati da altre streghe, come ha fatto con Francesco, un bambino simpatico e grazioso, di otto anni. Un giorno mentre andava a giocare allegro e saltellante al parco giochi la strega cattiva Morgana lo ha trasformato in un cartello stradale con scritto S.O.S Per mesi lo cercarono famigliari ed amici senza alcun esito positivo, fino al giorno in cui Talina si accorse del maleficio e velocemente, ma con dolcezza, lo aiutò a ritornare bambino. La famiglia fece una grande festa con tutti gli amici e Francesco, sorridendo guardava il cielo ringraziando e salutando con affetto la sua amica strega buona.

Manzi Melissa

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STORIE FANTASTICHE DI STREGHE MODERNE… niente paura, tanta allegria! LUNETTA LA STREGHETTA

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uella che vi voglio raccontare è la storia di una strega che oltre ad essere moderna è anche molto buona. Questa strega si chiama Lunetta e a differenza delle solite streghe brutte, lei è molto bella. Ha lunghi capelli biondi, occhi azzurri lucenti, una pelle delicata e delle unghie curate di color rosso. Si veste sempre con jeans e scarpe da tennis e vive in una casa molto grande con un bellissimo giardino. Al posto della scopa usa una modernissima automobile sportiva. E’ molto buona, ama gli animali e in particolare i gatti e ne ha molti di vari colori che vivono con lei nella sua grande casa. Un giorno, mentre stava curando il suo giardino vide passare fuori dal recinto, un povero gattino nero zoppicante. La strega pensò che quel micino avesse bisogno di cure, ma era tutto nero e per le streghe i gatti neri portano sfortuna a chi li tiene. Visto che era tanto buona e diversa dalle altre streghe, non poteva lasciarlo andare via senza fare niente! Uscì sulla strada, lo raccolse, lo curò e gli diede un po’ di cibo. Una volta guarito si affezionò così tanto a quel micio che lo fece vivere con lei e gli altri gatti e lo chiamò Fortunello perché ha verificato che, da quando c’è lui la sua vita è ancora più allegra!

Cocchiara Evan 27


UNA STREGA PER AMICA

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’ un tranquillo pomeriggio d’estate. E’ tutto calmo. In strada non c’è anima viva. Tutti sono in casa perché fuori fa tanto caldo. All’orizzonte compare un puntino nero. Si avvicina sempre di più. Vola più in alto dei condomini. Adesso è sopra il paese. Sembra una strega. La si riconosce dal vestito rattoppato, dal cappello a punta e dall’aspirapolvere che la fa volare.“He,he,he!” sogghigna. Purtroppo per lei, quella risata la fa sembrare cattiva, ma in realtà, cari lettori, non si tratta di una strega perfida, ma di una strega buona. La gente non lo capisce subito e ci vuole un po’ prima che scopra la verità. Tutti si barricano in casa, chiudono le finestre e spostano mobili. “Io, veramente…” dice la signora spaventata da questa reazione. I bambini, che non hanno mai visto una persona simile, s’incuriosiscono. “Ma chi è? E come fa a volare con l’aspirapolvere? Forse perché è di marca Hoover?” Ed escono tutti incontro alla strana signora che nel frattempo si posa dolcemente sul terrazzo di un piccolo condominio. “Ciao, eh, eh!” Li saluta. I ragazzi rabbrividiscono al sogghigno, ma un bambino sa riconoscere il viso buono delle persone e tranquillizza gli altri. La strega per dimostrare la sua bontà e gentilezza, regala a tutti cioccolatini e caramelle.

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I bambini presi dallo stupore iniziano a porgerle migliaia di domande. La strega è felice perché è appezzata dai bambini. Inizia a giocare con loro e sarà sempre la… BEFANA!!!

Padula Alessandro

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UN MERAVIGLIOSO INCONTRO

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n giorno mi avviai a casa dei miei nonni e passai vicino ad una vecchia casa che pensavo abbandonata. Aveva infatti le finestre rotte, era grande e di colore nero. Decisi improvvisamente di entrare ad esplorarla. Aprii la porta. Proprio sul tavolo, vidi una signora con la parrucca bionda e riccia, avvolta sotto un grosso cappello rosso con un fiocco rosa. Portava i guanti bianchi ed un vestito lungo con stivali neri. Il viso era nascosto da un grosso paio di occhiali con la montatura bianca e sul naso svettava un rosso foruncolo che risaltava sulla pelle scura. Mi feci coraggio e la salutai. Ci presentammo. Poi la signora mi chiese se avessi un sogno ancora non realizzato. Le risposi che mi sarebbe piaciuto imparare a volare alto nel cielo. La signora tolse dall’armadio una scopa e mi disse di salirci. Salii sulla scopa che improvvisamente si mise a volare in alto nel cielo azzurro, mi sentivo felicissima e non vedevo l’ora di raccontarlo alla mamma. La strega aveva fatto felice un altro bambino. Questo è il compito delle streghe moderne!

Lamagni Alessia 30


PRISCILLA

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a signora Priscilla era una delle persone più strane di tutto il paese. Vestiva in modo bizzarro con maglie lunghe e buffi pantaloni bianchi. La cosa più buffa di tutte è che invece di andare in giro a piedi o in automobile, viaggiava seduta su un carrello della spesa che, secondo lei, sapeva parlare, ridere e scherzare. Tutti la credevano matta, la assecondavano in qualsiasi suo discorso e, per evitare che si perdesse, alla sera la riaccompagnavano a casa. Ma come avete capito, non era matta, era solo…una strega! Cari lettori dovete sapere che il 15 marzo, come ogni anno, in questo allegro paese, durante i festeggiamenti per la festa patronale, si tiene la gara dei carretti. Quasi tutte le famiglie del paese costruiscono un carretto: il falegname di legno, il fabbro con lattine e ferri vecchi, il giornalaio di cartone, il maestro con libri dimenticati da alunni poco studiosi e tanti altri. Tra sorrisi e saluti ecco apparire la nostra amica Priscilla con il suo carrello. Gli altri concorrenti la lasciano fare perché sanno bene che mai vincerà. La gara parte, il carretto di legno supera quello di cartone, seguito da quello con le lattine. Ma a tagliare il traguardo c’è… la strega Priscilla. Tanti complimenti, tanti applausi riceve la strega prima di riportare la sua coppa a casa a cavallo del suo carrello sapendo di aver vinto barando.

Cardana Vanessa 31


UNA STREGA E LA TECNOLOGIA MODERNA

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n giorno, quando inventarono la tecnologia, una strega diventò moderna. SostituÏ la scopa con un aspirapolvere fiammante e da brutta divenne bella. Prima rapiva i bambini, adesso li aiuta ad eseguire i compiti. Prima faceva gli scherzi agli anziani, adesso li aiuta ad attraversare la strada. Questa strega era odiata da tutti prima che venisse scoperta la tecnologia. Ora è amata da tutto il paese.

Fodrini Marco

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STEFANIA

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’era una strega di nome Stefania. Quando fu creata, l’unica tecnologia moderna che possedeva era una scopa elettrica e un pentolone simile ad una pentola a pressione. I suoi vestiti erano fatti di stracci tutti rattoppati e oltretutto era brutta e vecchia. Ma gli anni passano anche per le streghe che devono rimodernarsi. Così adesso invece di viaggiare con una scopa, viaggia su Internet ed ha riposto il vecchio pentolone a pressione dove cucinava i bambini nella vecchia soffitta; ora a pranzo e a cena va al Mc Donald’s. I vestiti li acquista su Ebay. Io non ho mai visto una strega, ma non credo che siano tutte così brutte e cattive come dicono!

Caruso Davide 33


LA STREGA KART

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a strega kart se ne va in giro con il suo gokart a spaventare tutti i passanti che incontra sul suo cammino. Si diverte un mondo a correre sui marciapiedi insieme al suo amico Ratto che ruba il cibo dalle bancarelle dei mercati. Le piace fare gli scherzetti agli adulti del paese. Con i bambini invece si comporta bene e regala loro tanti giocattoli. Le piace cucinare cibi giapponesi e cinesi; il cibo italiano che preferisce è la pizza con le patatine fritte e il salame. Ogni sabato sera invita tanti bambini in pizzeria ed in tavola con loro c’è anche Ratto che adora le patatine.

Danini Sebastian

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SIMPATIA E D ECCENTRICITA’

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o sapete come sono fatte le streghe moderne? Hanno la maglietta molto corta dalla quale spunta un grosso bitorzolo che è l’ombelico peloso. La loro gonna è al contrario di quella che usiamo noi donne, portano calze colorate un cappello sempre storto . Si vede che le streghe non danno importanza alla loro bellezza! Sono fatte così! Il loro amico gatto ha lo smalto sulle unghie ed il piercing alle orecchie. Volano con l’aspirapolvere e molte volte vanno a spiaccicarsi contro un aereo in volo o finiscono in mezzo allo stormo di neri uccelli migratori. Tutto per farsi pubblicità!. Sono proprio simpatiche le streghe moderne e non fanno più paura a nessuno!

Saglio Trombone Adele

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STRANEZZE

’altro giorno ho visto una strega, l’ho riconosciuta subito perché indossava i guanti, scarpe a punta e vestiti strani. L’ho vista entrare in un negozio di abbigliamento. Ha comprato una maglia a pois e poi l’ho vista volare via con l’aspirapolvere che lanciava caramelle. Ho visto anche sua sorella volare su un elicottero che al posto dell’elica aveva due tronchetti di liquirizia. Ah queste streghe moderne, sono proprio strane!

Oliveri KeviN

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LA STREGA

’era una strega con il naso lungo e rosino, un cappello nero e una lunga veste. In tasca aveva un telefono che invece di squillare miagolava con voce terrificante. Un bel giorno di sole Alice, una bambina, uscì di casa e incontrò questa strega che, per scherzare, voleva trasformarla in un maialino. Squillò improvvisamente il cellulare e la bambina riuscì a scappare. Il giorno seguente Alice si ritrovò davanti alla strega ed anche questa volta il papà salvò la bambina prima che venisse trasformata in un maialino. La strega si ritrovò triste e delusa e decise di non uscire più di casa. La bambina ne fu felice! Panzeri Carlotta 36


LA NUOVA STREGA VICINA DI CASA

G

uardando dalla finestra vidi che la mia vicina si stava trasferendo. Dopo qualche giorno arrivò la nuova proprietaria. Indossava sempre una vecchia vestaglia blu con dei fiori gialli e azzurri, le ciabatte blu; gli occhi erano azzurri con lunghe ciglia blu scuro, le sue labbra luccicavano di blu proprio come i suoi capelli. Era proprio maniaca del colore blu, quella signora ! Naturalmente anche la sua automobile era blu. Col passare dei giorni mi venne un sospetto perché, un bambino vestito di verde era entrato nella sua casa e non lo vidi più uscire… Per la precisione, vidi solo un paio di scarpe fuori dalla porta. La signora usciva verso sera ed andava ad osservare le stelle. Un giorno il mio gatto, rincorso dal cane, entrò nella casa. Con la scusa di riprendere il mio micio vivo, mi feci coraggio ed entrai in quella casa. Indovinate di che colore erano le pareti e gli oggetti? Intorno regnava un ordine perfetto, non svolazzava neanche un microbo di polvere. Sentii sbattere la porta del frigorifero: “ Bamh!, Bamh!” “Vengo a salvarti gattino mio!!!” Corsi prima per il lungo corridoio blu e arrivai nella cucina; vidi il mio gatto che beveva il latte e la strega su una sedia a dondolo che riposava.

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Le chiesi come si chiamasse e lei disse di chiamarsi Longhina, ma tutte le altre streghe la chiamavano Longhina la strega piccolina e lei si sentiva sempre triste. La scherzavano anche perché le piaceva solo il blu . Insieme inventammo una nuova pozione con : code di topo, teste di lucertole, budella di rospo, occhi di bue e polvere di corna di capra. La chiamammo “la distruggi streghe Prendingiro”. Quella sera Longhina arrivò alla riunione stregone, salì sul palco e mentre la scherzavano lei pronunciò la formula e le streghe si trasformarono in animali stranissimi: una con la coda di topo, un’altra con la testa di lucertola, un’altra ancora con le mani e le gambe di rana e poi ancora con le corna ed il corpo di capra. I giorni successivi l’aiutai ad apprezzare gli altri colori. Grazie al mio gatto, sono diventato amico di una strega. La morale di questa storia è che non dobbiamo avere paura di aiutare chi ha bisogno senza distinzione di razza o di come vivono.

Grandi Marco

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LA STREGA COROVAY

N

el centro di una grande città viveva la signora Anita Corovay: Abitava da sola in una lussuosa villa, accogliente e ben curata. A volte usciva di casa, ma nella sua vita, era sempre riuscita a trovare una scusa per non andare a fare visita alla sorella, perché la considerava troppo buona. Anita era, come lei stessa si definiva, disoccupata. Portava sempre un cappello di lana per nascondere i suoi capelli raggruppati in tante ciocche simili a saette. L’espressione del viso, sempre arrabbiato e indifferente, contrastava con una maglietta variopinta che indossava con una gonna lunga sulla quale troneggiava regalmente una stella. Sua sorella si chiamava Emily, era sposata e lavorava in un’erboristeria all’angolo della strada. Un giorno il postino della città si ammalò gravemente e morì. Tutti si chiedevano preoccupati chi avrebbe portato la posta ora che Peter non c’era più. Gli abitanti però non erano disposti a cambiare lavoro, così tutte le aspettative caddero su Anita, che accettò volentieri. Dovete sapere che le due sorelle erano streghe, ma una il contrario dell’altra: Emily era buona e molto simpatica, Anita invece perfida con tutti ed amava fare ogni tipo di scherzo. Un giorno, come nuova postina, decise di fare impazzire gli abitanti , infatti stregò le lettere strofinandole sui suoi capelli. Soddisfatta, ammirava la gente che correva di qua e di là, strepitando stupide frasi senza senso come: “C’è il sole?” “Cambia le parole”

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L’unica a mantenere la calma era Emily perché su di lei le magie non funzionavano. Decise di rimediare alla magia con un balsamo speciale trovato nella sua erboristeria e consigliò alla sorella di usarlo per migliorare la lucentezza dei suoi capelli. Emily accettò ed improvvisamente da dispettosa e perfida divenne una persona bravissima, la più brava di tutta la terra. Per far tornare alla normalità anche gli abitanti, le due sorelle, finalmente unite, decisero di regalare a ciascuno un flacone di pozione magica inventata per l’occasione. La postina raggiunse ogni cittadino con il suo super mezzo : uno skateboard magico. Così in paese regnò di nuovo la tranquillità.

Messina Jennifer

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LA VERITA’

R

omina è una ragazzina di sedici anni; alta magra, capelli neri a spazzola. La scambiano spesso per un maschiaccio anche se ama indossare una minigonna con maglia e calze tutto rigorosamente di colore nero. Forse vuole nascondere una piccola voglia appena sotto il ginocchio sinistro, a forma di stella con al centro una mezza luna. E’ un freddo pomeriggio invernale e Romina decide di rifugiarsi in soffitta a sbirciare tra vecchi scatoloni. La colpisce uno in particolare, sopra è riportato il nome della bisnonna Ilde che lei non ha mai conosciuto. Lo apre ed ecco apparire un libro in vecchia pelle. All’interno un’ elaborata scrittura spiega cosa significa il simbolo che lei stessa porta proprio sul ginocchio. Rimane a bocca aperta, non ci vuole credere: il marchio identifica una strega. Romina decide così di continuare a leggere. Sa che nelle storie antiche le streghe erano malvagie, ma fortunatamente il libro spiega che la nonna Ilde era una strega buona. Trova anche un incantesimo utile a spaventare i bambini curiosi e vivaci. E’ un incantesimo innocente che può andar bene per suo fratellino un po’ birichino. Deve però capire prima come funziona: “far bollire in acqua un cucchiaio di verbena e berlo come infuso; cercare una pietra spirituale” e si ricorda di possederne già una nel suo portagioie lasciatele in eredità dalla bisnonna stessa. Prepara l’infuso, lo beve, indossa il ciondolo, accende una candela bianca e pronuncia ad alta voce alcune parole molto strane e spera che tutto funzioni , dovrebbe diventare invisibile. 41


Per verificare scende in salotto dove è in corso una festicciola di compleanno per il fratellino che felice gioca e scherza con i suoi amichetti. La ragazzina si avvicina all’orecchio del fratellino e gli sussurra il suo nome. A Nicolas vengono i brividi alla nuca perché non vede nessuno vicino, ma il suo amico si mette ad urlare perché una luce strana avvolge Nicolas . La voce del fantasma ora e udibile da tutti i bambini e dice di non fare più dispetti alla sorella più grande. Grande paura e grande fuga generale alla ricerca delle rispettive mamme! Romina torna in soffitta soddisfatta , ma preoccupata perché non sa come ritornare visibile e piange disperata. Ad un tratto, la candela si spegne e, come per incanto eccola ritornare visibile. Per Romina inizia così una nuova avventura e decide anche lei di prendere appunti proprio come la bisnonna per lasciare ai posteri un’altra storia di streghe buone.

Ceccon Giorgia

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I CONIGLIETTI DELLA STREGA

Q

uesto brano racconta di una strega che rapiva i bambini per trasformarli in piccoli coniglietti bianchi. Con la pelliccia cuciva delle giacche in pelo che poi vendeva per guadagnare senza onestà. Questa signora teneva tutti i coniglietti bianchi uccisi in una grande stanza coperti con un telo azzurro. Andava da tutte le parti a vendere queste giacche senza il permesso quindi avrebbe dovuto essere arrestata, ma non fu così perché scappò e non si fece rivedere per un po’ di tempo. Si era rifugiata in una fabbrica abbandonata e con un incantesimo aveva fatto rifunzionare le macchine. Così incominciò a lavorare nuovamente alle sue giacche. Un giorno aveva così tante di quelle giacche bianche che non sapeva dove tenerle, quindi andò a venderle e ci riuscì. Aveva così tanti soldi che si comprò persino un camper e belle automobili. La polizia municipale cercò in giro per tutto il paese. Alla fine venne trovata , la arrestarono. Rimase in prigione per circa cinque anni e la bacchetta magica le venne sequestrata e messa in una cassaforte di massima sicurezza.

Lavarini Andrea

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UNA STREGA MODERNA

U

n giorno vidi una signora molto particolare. Portava con sé un piccolo gatto nero con una macchia bianca sull’occhio. Ad un certo punto estrasse dalla borsa una macchinina, sembrava un giocattolo , ma lei vi si infilò, accese il motore e partì con una forte sgommata. Ad un certo punto la vidi lontana nel cielo, era solo un puntino nero che si allontanava. Gentili lettori, credete a questa breve storia? Io ci credo anche se l’ho vissuta nella mia fantasia… o forse… ho visto realmente questa strega? Ma lascio ad ognuno la facoltà di crederci oppure d non crederci perché, a volte, le streghe esistono veramente!

Alaimo Samuele

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Osserva i disegni e associali alle rispettive storie

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LA STREGA Una strega io conosco che passeggia in mezzo al bosco la sua casa è a Ornavasso proprio vicino a un grande sasso. Questa strega vola via, oltre che con la scopa con la fantasia. Lei come amici ha tanti folletti, chiamati Twergi; son molto furbetti! La strega vive in una casa antica, lei ne è molto amica. Ella non ama i bambini, neanche quelli più piccini. La strega porta vestiti eleganti, a volte anche colorati manti. Nonostante i suoi difetti gli abitanti di Ornavasso la amano e lei ha sempre molti amichetti. Ella ha un gatto tutto nero che l’accompagna in ogni sentiero. Gli ornavassesi quella strega ricorderanno sempre nel corso di tutto l’anno, nel cantone delle Streghe specialmente, gli ornavassesi la terranno a mente.

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LA SCTREJA

traduzione di Laura Bolzoni

Mè cugnosi ‘na sctreja che in t’al bosck la va a scpass la so ca l’è a Urnavàs propi visen a n’ grand saas. Stà sctreja la vola veja cum la scova e cum la fantaseja. I soi amiis j’en i Twerzgi che j’en picul ma moolto fòrp! La sctreja la sctà in t’uns vegia ca parchèe l’è taant afetziunà. I fiulit a’gpiasan meija taant anca se j’en meija gran. La sctreja la mèta viscté da sciuur cum un mantel da tocc i culuur. Anca sa g’a un quaj difet quij da Urnavàs a’g von ben l’isctes e taanti amiis g’a bio fen adès. A g’a un gat negar cumè ‘n magnanen che ‘g và dré in ogni sctraaden. Quij da Urnavàs maai scta sctreia i scmantigaran tooc i dé e par toot l’an e’d sicuur in t’al canton di sctrej as rigordaran sempar da leei.

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POESIA Le streghe di Ornavasso mangiano molte cose al laghetto delle Rose lì loro vanno perché sanno che il cuoco cucina con il fuoco. Hanno case molto lussuose e non si vestono come spose! Alcune vivono in una caverna, all’Alpe Pogalti e si spostano con tortuosi salti. Poi attraversano la Cappelletta volando sull’amica cavalletta e al torrente San Carlo raggiungono l’amico tarlo. Possono camminare, ma odiano lavorare!!! Ornavasso, paese grasso, via la neve resta il sasso e le streghe vanno a spasso.

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PUISEJA

traduzione di Laura Bolzoni

I sctrej da Urnavàs al “Laghetto delle rose” i van a scfamas parchèe i san che’l cooc al fa da mansgiaa cum al fooc. I sctan in ca da sciuur ma’s visctesan meja scpuus sicuur ‘na quaj vota la sctà al Pogalti in t’un bocc e i giran e i saltan davanti i toj occ. I riivan so fen la Capeleta c’le meja taant visen ma lur i volan cum’al saltamarten e fen al Staagalo sul punt ad saas cum i soi amiis i’en bon da fermass. I pon caminaa ma’g piass meja lawraa. Urnavàs paijs gras veja la new a’c resctà’l sas e tocc I sctrej I van a scpass.

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LA STREGA MARTINA La strega Martina, è un po’ birichina, sul campanile della parrocchia di Ornavasso, sale passo a passo. Quando Don Ermus recita la preghiera mattutina, le campane suonano improvvisamente e chiamano tutta la gente che corre frettolosa verso la chiesa tutta luminosa. Scende poi come una pazza e urlando a squarciagola finisce sul tetto della scuola. I bambini vedono una stellina… Chi sarà?

Ma è la strega Martina!

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“Quella che vi voglio raccontare è la storia di una strega che oltre ad essere moderna è anche molto buona e bella…”

Che belli i miei gattini!

Oh povero

…Ecco passare sulla strada un povero gattino nero zoppicante

gattino! Lo porterò a casa con me!

Miao!

…e il gatto Fortunello visse per sempre con la sua nuova amica…

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He, he, he!

lassù

I bambini, presi dallo stupore, le porgono decine di domande. La strega è felice perché è apprezzata e inizia a giocare con loro. Sarà sempre la… Befana! 54


La strega aveva fatto felice un altro bambino. Questo è il compito delle streghe moderne! 55


Ad un certo punto estrasse dalla borsa una macchinina e vi si infilò…

Partì con una forte sgommata…

Credete a questa storia? Ad ognuno la facoltà di scegliere… A volte le streghe esistono veramente!

… era solo un puntino nero che si allontanava…

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INDAGINE STORICA SULLE STREGHE DI ORNAVASSO Dal libro “ La montagna dei Twergi” “Una volta si diceva che il soldo è del Diavolo, mentre l’acqua santa è del Signore”. Mischiare questi due elementi era il modo migliore per non fare entrare in chiesa le streghe e quindi scoprire chi fossero “Un chierichetto in vena di scherzi decise di scoprire le streghe che erano entrate in chiesa al Boden e, una domenica, quando tutti i fedeli erano riuniti per la preghiera, fece in modo che in tutte le acquasantiere vicine alle porte vi fosse immerso un bel soldo di rame. Mentre le persone normali non si accorsero nemmeno dello scherzo, le streghe invece si trovarono bloccate tutte le porte…pare che, la maggior parte, provenissero dal Rione del Bosco…

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Venerdì 16 marzo 2012 è venuta in classe la signora Laura Bolzoni, responsabile della biblioteca comunale ed esperta di storia locale, ma soprattutto amante del dialetto locale che conosce, parla e scrive molto bene. Ci ha raccontato alcune storie di streghe.

LA FAMIGLIA SCNAIDAR Ad Ornavasso, un tempo, viveva una famiglia: marito, moglie e quattro figli. Erano molto poveri: il papà faceva il muratore, la moglie non era mai contenta di niente. Ogni giorno si lamentava: “Avrei potuto sposare molti altri uomini più ricchi di te e invece!” Il povero uomo, ogni giorno all’alba, andava ad arare i campi prima di recarsi al lavoro per guadagnare più soldi e far felice la moglie. Un mattino, è ancora l’alba, mentre torna verso casa, per una veloce colazione prima di iniziare la sua giornata di muratore, incontra una donna che gli dice: “Io so che tua moglie non è mai contenta e che tu devi lavorare tanto per farla felice”. Allora l’uomo si spaventa perché non capisce come quella donna possa sapere tutto di lui. La donna continua: “Non ho mai ricevuto un gesto d’affetto, dammi un bacio o un abbraccio ed io in cambio ti darò un sacco pieno di monete d’oro”. La signora in realtà è una strega! L’uomo pensa subito a quanto sarà felice la moglie e accetta. La sera stessa però si pente della sua scelta perché quei soldi non sono stati guadagnati onestamente. 58


La mattina seguente, va ad arare il campo e, sulla strada del ritorno si siede ad aspettare la strana donna. Quando la vede le dice di voler tornare indietro nel tempo, le restituisce il sacco con le monete, ma le promette che in caso di pentimento le darà tre baci. A questo punto il signor Scnaidar (così si chiamava), torna a casa più sereno con la sua coscienza, ma quando la moglie viene a sapere che cosa ha fatto, si arrabbia moltissimo e gli impone di ritornare dalla strega per farsi ridare i soldi. Per la terza volta il povero uomo torna dalla strega : “Mi sono pentito, ti darò i tre baci che ti ho promesso e tu ridammi la ricchezza”. La strega gli restituisce il sacco con i denari e, mentre sta per ricevere i baci, da un cespuglio salta fuori la moglie cattiva e con un’accetta uccide la strega. Tornati a casa con i soldi, seduti davanti al camino, pensano che cosa fare con tutta quell’abbondanza, ma la felicità dura poco. All’improvviso grandi fiamme escono dal camino e bruciano ad uno ad uno, tutti i componenti della famiglia Scnaidar. Questa fu la vendetta della strega e la fine di una famiglia. A volte l’egoismo gioca brutti scherzi!

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LA SCTREJA DAL LAIDAWON Una sera alcuni amici, stavano sfogliando un libro molto antico, accanto al tepore di un camino acceso. Leggevano la storia dove la protagonista era una povera ragazza che viveva in solitudine solo in compagnia di un gatto. Un giorno arrivò davanti alla povera casetta un ragazzo che incominciò a farle tanti complimenti, proprio a lei che in vita sua non ne aveva mai ricevuti. La invitò a cena al Cortevecchio dove c’erano anche altri amici del ragazzo. La serata fu bellissima per la donna; mangiarono una squisita lepre in salmì. La ragazza che in realtà era una strega, chiese al cuoco la ricetta ed il cuoco, ormai ubriaco fradicio, le disse che la ricetta era semplicissima, ma difficoltoso era stato acchiappare il “gatto”. Improvvisamente la strega impallidì e si ricordò del suo adorato gatto. Tornò velocemente nella sua baita, ma il gatto era scomparso e così capì! Pur essendo in agosto, quella sera iniziò a nevicare; per il freddo il cuoco dovette accendere il fuoco nel camino e poi tutti si addormentarono. Il fuoco cominciò a bruciare tutto… A questo punto della storia, gli amici che leggevano il libro, si accorsero che la fine della storia era stata strappata e lamentandosi si chiedevano come potesse essere il finale. Improvvisamente bussò alla porta un signore con sulla testa un grosso cappello nero che gli copriva anche il viso. Entrò e disse: “Vi racconto io la fine della storia!” Tolse il cappello e il suo viso era completamente sfigurato! E continuò: 60


“Io sono il cuoco e sono l’unico superstite! Sono costretto a vivere con la strega dalla fatidica sera e dovrò fare il gatto per il resto della mia vita.” “Sembra facile prendersela con i più deboli, ma il destino può essere, a volte, crudelmente imprevedibile”.

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Notizie raccolte ascoltando il professore Ragozza Silvano:

Le streghe nella nostra Valle Ossola Si parte con la visione di alcune immagini di un vecchio film su Giovanna D’Arco, ragazza francese processata per stregoneria e condannata al rogo. Subito si capisce come, tanti anni fa, le donne accusate di stregoneria venivano trattate. Nell’Ossola la stregoneria è stata particolarmente presente nei secoli XV e XVI, soprattutto in valle Antigorio e valle Formazza. La documentazione dell’Archivio Storico Diocesano di Novara presenta un grande numero di volumi contenenti interrogatori di decine di donne sospettate o condannate di stregoneria. Durante il lungo episcopato del Vescovo Bescapè i processi per stregoneria avvennero soprattutto nell’Ossola: Macugnaga, Castiglione, Calasca e Cimamulera in valle Anzasca; Rivasco, Premia, Croveo, Baceno e Crodo, in valle Antigorio; Premosello, Mergozzo e Vogogna, nella bassa Ossola. Queste povere donne (raramente uomini) venivano bruciate al rogo semplicemente perché si vestivano in modo un po’ sgargiante o avevano abitudini non sempre uguali a tutti. Prima di essere poste sul rogo tuttavia venivano giudicate da un giudice che le obbligava ad ammettere la verità anche se ciò di cui venivano accusate era falso. Spesso le donne si convincevano ad immaginare realmente quanto espresso dall’accusa pur di veder tramutata la terribile pena e non venir appese per le braccia incrociate dietro la schiena e tenute così fino alla dolorosa morte.

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Nel 1530 alcune donne di Croveo vennero bruciate sulla piazza della chiesa perché accusate di stregoneria.

Croveo, veduta dall’alto. Nel 1590, a Montecrestese una donna stava attraversando un torrente. C’era una mucca lì vicino e la donna con un gesto istintivo le appoggiò la sua mano sulla schiena. Qualche tempo dopo la mucca morì e i proprietari accusarono la donna di essere una strega e di aver appositamente voluto la morte della povera bestia. La donna venne subito processata. I giudici le fecero domande assurde, impossibili da rispondere. Fortunatamente alcuni testimoni la difesero riferendo ai giudici che la donna sapeva recitare benissimo il Padre Nostro. Si diceva infatti che le streghe non sapessero le preghiere e così i giudici del tribunale di Novara, lasciarono libera la sventurata. 63


Questa storia è stata ritrovata su un vecchio verbale insieme a tantissime altre. Una donna con una tortura confessò di essere una strega e pestò una croce con il piede sinistro (piede del diavolo). Gli atti dei processi alle streghe di Baceno (1609) sono stati trovati a Dublino in Irlanda perchè trafugati da soldati napoleonici dopo che Napoleone decise di chiudere i conventi Domenicani. L’ultimo processo alle streghe avvenne nel 1945 in Inghilterra.

Chiesa di Baceno

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STREGHE,STREGONI, STREGONERIE Appunti gentilmente trasmessi dal prof. Paolo Crosa Lenz Le streghe ossolane sono dappertutto. Non c’è villaggio, costa di monte o valle che ne sia privo.I pian di strii sono ovunque: radure erbose nel bosco o tra le rocce dove le fattucchiere si radunano per il Giuoco, il sabba diabolico. Per fortuna, a contrastarle ci sono la Madonna, i Santi e apposite campane ( i campan di strii) che vengono suonate alla bisogna ed il cui suono ha il potere di scacciarle (proprio come la campana della chiesetta della Madonna del Bosco). In Valle Vigezzo sono talmente tante che devono fare turni settimanali. Giovanni De Maurizi, un prete, racconta in uno straordinario saggio datato 1913, che ad esempio il lunedì era riservato a gruppi di streghe che avevano lo scopo di impaurire ed aggredire i viandanti, alleggerendoli quasi sempre dei loro denari; il martedì spettava alle streghe vecchie di anni e di peccati; la notte tra giovedì e venerdì era dedicata alla preparazione di pozioni magiche; il sabato c’era il raduno al Pian di Strii per il gran ballo.

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In Valle Antigorio le streghe avevano addirittura due monti a disposizione: Il Cistella e Il Cervandone. PIEDIMULERA: l’osso del gatto Le streghe per spostarsi da un posto all’altro in un batter d’occhio adoperavano l’osso di un gatto. Per averlo facevano così: prendevano un gatto tutto nero, senza neanche un pelo bianco. Lo mettevano sul fuoco in una marmitta, a secco e lo lasciavano per un certo periodo di tempo fino a che del gatto restava solo un osso simile a quegli arnesi che usavano una volta i sarti per togliere le

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imbastitura. Quando le streghe mettevano in bocca ques’osso potevano scomparire e andare dove volevano. PIEVE VERGONTE: Ul buciòn di strii In cima alla mulattiera che porta a Fomarco c’è un sasso di marmo che suona come una campana. E’ chiamato Ul buciòn di strii ( il sasso delle streghe). Le donne della frazione, per tenere lontano il male dalle loro case, portavano le loro bambine a fare pipì su questo sasso.

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MACUGNAGA: Streckala e Brennala Sul monte Moro una volta c’era un enorme ghiacciaio che nel 1640 è venuto giù ed ha riempito tutta la zona di Staffa e Pecetto formando un rialzo. Tutto attorno alla Chiesa Vecchia si è riempito di ghiaia tanto che adesso bisogna scendere dei gradini per entrare, mentre prima si salivano. Dicono che davanti alla frana c’era una strega che la tirava e dietro ce n’era un’altra che la spingeva. Quella dietro che spingeva diceva: “ Streckala, zir” (signora tirante, tira). L’altra davanti diceva:”Brennala, stoas” (Incendiaria, spingi). Ad un certo punto Brennala ha invitato Streckala che non tirava più, ma Streckala le ha risposto:”Ich chann nim’meh witer. Daschtait di Grosseun di Braitevor mich!” (Non posso proseguire. C’è la Grande e la Vasta davanti a me). Era la Madonna della Chiesa Vecchia che ha salvato la chiesa perché la frana si è fermata lì. PREMOSELLO: La strega del burro Una volta c’era una donna che lavorava il latte per fare il burro con la zangola. Era ungiorno che lavorava e non veniva mai il burro. Allora ha preso un catenaccio, l’ha fatto venire incandescente e l’ha messo dentro e ha bruciato il braccio della strega. Perché dentro alla zangola c’era proprio la strega!

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Indagini con l’insegnante di religione:

Caccia alle streghe Sulla stregoneria è stato scritto moltissimo. La persecuzione alle streghe ha origini antichissime ed è basata sul disagio del popolo e sulla sua ignoranza. La storia delle persecuzioni ebbe inizio nel 314 d.C con il Concilio di Ancira che condannava coloro i quali praticavano la magia nera e i malefici. Nel 340 d.C l’Editto di Rotari condanna le streghe e la stregoneria, ma indica anche i provvedimenti da adottare nei confronti di coloro che arrecano danno alle streghe. Le streghe infatti,erano considerate donne vittime delle loro stesse superstizioni, alla stregua di semplici pazze. L’Editto di Liutprando (727 d.C) pone maggiore attenzione al problema della stregoneria. Da esso risulta che la stregoneria offendeva profondamente la religione cristiana e le streghe venivano considerate come “demoni femminili” pagani diditi ad atroci rituali e al rapimento di bambini col fine di succhiare loro tutto il sangue. Fu Innocenzo VIII ad iniziare, il 5 dicembre 1484, la famigerata “caccia alle streghe” Il problema della stregoneria è intrecciato con quello del ruolo della donna nella società cristiana. Coloro che venivano colpite dalle accuse di stregoneria erano generalmente donne sole o vedove che avevano acquisito una certa autonomia, oppure anziane che erano a conoscenza delle proprietà curative delle erbe medicinali “le medichesse”, o ancora” le levatrici”che assistevano nei parti difficili o aiutavano ad interrompere una 69


gravidanza indesiderata. Si tratta di figure che occupavano una posizione al limite dell’irregolarità, in una società in cui la donna viene riconosciuta e giustificata solo all’interno di una famiglia. Il fenomeno della caccia alle streghe si è diffuso particolarmente a partire soprattutto tra la fine del XIV secolo e l’inizio del XVIII. All’interno di questo periodo sono innumerevoli le persone ed in particolare le donne che sono state accusate di avere fatto patti col diavolo e per questo sono state perseguitate e spesso torturate e uccise. Alcuni hanno considerato la stregoneria erede di una religione antichissima che risale al culto della Grande Madre a cui erano dedite alcune popolazioni durante il periodo del Neolitico. Altri ancora hanno creduto di identificare la stregoneria con un antico culto pagano vicino a Cernunnos, dio della fertilità, il cui culto pre-cristiano era diffuso nell’Europa Occidentale presso le popolazioni più modeste. Nel periodo classico le streghe erano considerate vicine al mondo delle tenebre e alla morte; spesso erano mostruose e appartenevano al regno dei morti. Presso i Greci e i Romani si credeva che le streghe fossero in grado di nuocere ai raccolti attraverso malefici, di uccidere e di evocare gli elementi soprannaturali. Alcune fra le divinità alle quali le streghe chiedevano assistenza erano i demoni torturatori, mentre le entità padrone della stregoneria erano le dee lunari come Selene, Diana, Ecate , la quale era considerata divinità cosmica patrona delle arti magiche e raffigurata con tre teste e a volte con tre corpi perché rappresentava il cielo( la luna), il mondo sotterraneo (Proserpina), la terra (Diana). Diana vagava nella notte tra le tombe e veniva annunciata dai latrati dei cani ed associata al sangue e al terrore. 70


La figura classica della strega è associata ad un’altra figura simile che ha avuto origine dai culti e dalle tradizioni nordiche, specie presso le popolazioni Celtiche. Queste tradizioni mitologiche si tramandano all’interno di storie popolari e folcloristiche il cui legame con le streghe è riconosciuto sin dall’epoca medioevale. Al centro dei rituali di questa “Old Religion” (Antica Religione) vi era la grande madre Morrigan, affiancata dal suo consorte Dagda. Al re competeva l’esercizio del potere, mentre sua sorella era la depositaria della tradizione magica: spettava alla sorella del re tramandare il Libro del Comando. La casta sacerdotale era costituita dai Druidi, affiancati dalle Druidesse dedite all’amministrazione del culto. Una volta raggiunte le popolazioni Celtiche, il Cristianesimo osteggiò fortemente il ruolo delle druidesse, in quanto erano figure sacerdotali pagane che i religiosi cristiani consideravano come ruolo esclusivo dell’uomo e quindi assolutamente sacrilego. Le Druidesse furono subito bollate col marchio delle streghe considerate veri e propri agenti del male, fautrici di ogni genere di nefandezze. Le adepte di Diana si riunivano in congreghe denominate Coven. Alla guida dei Coven vi erano i saggi chiamati Wicca (termine da cui deriva witch) che nell’antico Inglese significa strega e che starebbe ad indicare l’origine benefica della stregoneria. Le seguaci di Diana idolatravano Giano, un dio cornuto, che venne identificato con il diavolo e Diana stessa fu associata a Salomè dio della notte. Narra una leggenda cristiana che Salomè, dopo aver indotto Erode Antipa a far decapitare Giovanni il Battista, pentita, ne ricoprì il capo mozzato di baci . Dalla testa del santo scaturì un vento che la sospinse in cielo costringendola a vagare per l’aria in eterno. 71


E’ estremamente complicato stabilire se le streghe magiche derivanti da questi culti matriarcali siano veramente esistite, tuttavia dalle testimonianze storiche emergono usanze e credenze di antiche popolazioni in cui questi culti fiorirono; i rappresentanti di questi culti non erano folli, sanguinari o portatori di sciagure, ma punto di riferimento di una società antica e semplice nella quale gli dei erano al tempo stesso benefattori e terribili, come del resto la natura in sÊ, oggi come ieri, come domani!

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Teatrando con le streghe

Ricordi ed emozioni di una serata speciale. Giovedì, 12 aprile 2012, abbiamo animato una bellissima serata con un magnifico teatro sulle streghe. Grazie anche all’aiuto di Silvia Poletti e delle maestre, la serata si è trasformata in un ricordo speciale da non dimenticare. All’inizio dello spettacolo eravamo tutti in ansia ed avevamo paura di non ricordarle parti e di fare “brutta figura”. Dietro le quinte del teatro, pronti per entrare al momento opportuno e sulla scena giusta, noi bambini, muovendoci qua e là, siamo riusciti benissimo ad eseguire tutto correttamente. Sul palco, viste le moltissime persone, eravamo emozionatissimi. Appena recitata la battuta, con il cuore che batteva “a mille”, tornavamo tra il buio delle quinte dove quasi sempre sbirciavamo attraverso piccole fessure, il resto dello spettacolo. 73


Nonni, genitori,zii,amici tutti entusiasti dello spettacolo, alla fine della nostra recita a al termine dell’ultima canzone (perchÊ eravamo accompagnati dal suono degli strumenti della Banda Di Santa Cecilia di Ornavasso) si sono complimentati con noi, lodandoci

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Giunti al termine del nostro progetto, non siamo certi di essere stati in grado di rispondere a tutte le domande iniziali. Tuttavia, possiamo affermare di esserci realmente divertiti ed entusiasmati durante questo tortuoso ed intrigante percorso. Speriamo di poter trasmettere anche a chi leggerà questo “piccolo libricino”un po’ d’interesse e desiderio di approfondire maggiormente l’argomento. Non c’è regione italiana che non conservi un patrimonio di leggende, fiabe o racconti orali le cui origini affondano nella notte dei tempi. Un tesoro costituito da indovinelli e patti con il diavolo, incantesimi e prove da superare dove saggezza, ingenuità, stoltezza rivelano una MORALE in cui tutti ci possiamo trovare. La nostra Morale però è la seguente: le streghe cattive non esistono! Il bene vince sempre sul male. I nostri esempi di streghe e stregoni sono coloro i quali dedicano la loro vita ad aiutare i bisognosi: Madre Teresa di Calcutta ad esempio e poi il nostro amico Don Ottorino che per noi è un vero esempio di “Stregone buono”.

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DENTRO LA STORIA Gli autori del libro sono ……………………………………………………………… Il libro si intitola …………………………………………………………………………. Si tratta di: o Una raccolta di favole o Un romanzo di avventura o Un romanzo storico o Una raccolta di racconti fantastici con riferimenti storici o Una raccolta di poesie o Un racconto fantastico ispirato a fatti reali I personaggi sono: o Persone o Animali o Cose o Reali o Fantastici Le protagoniste sono ..………………………………………………………………… Le storie raccontate sono: o Vere o Fantastiche o Inventate,ma con riferimenti storici I luoghi dove avvengono le avventure sono: o Reali o Fantastici

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Questo libro: o È divertente o E’ noioso o Esprime sentimenti o E’ difficile Giudizio personale sul libro: o Mi è piaciuto o Non mi è piaciuto Lo si può consigliare ad un amico? o Si o No Che cosa ti può insegnare la lettura di questo libro? ......................................................................................................... ........................................................................................................

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BIBLIOGRAFIA La Montagna dei Twergi Nôma pulénta Di Valerio Cantamessi Aspettando la luna nuova di Virginia Paravati Oscellana anno XXXVII n°3 Domina et Madonna Ricerche effettuate su Internet

Un grazie particolare a: Silvano Ragozza e Paolo Crosa Lenz Laura Bolzoni e Carmen Conti Silvia Poletti Loris di Paolo Brunella Scamardi Rita Minuzzo e Giuliana Perego Alle mamme rappresentanti di classe: Daniela e Lucia Al Corpo Musicale Santa Cecilia di Ornavasso con il maestro Fabrizio Della Vedova Al Sindaco Longodorni, grazie al quale questo libro prenderà vita. 79


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