Ragioniamo Insieme

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CULTURA MOTORE DELLO SVILUPPO DAVIDE FENT

L'identità storica e politica dell'Italia è fondata su due elementi base: la baruffa e la rimozione. La baruffa, perché la faziosità, il fare la guerra o le pernacchie (o meglio: la guerra e le pernacchie insieme) al vicino è una costante italiana che troviamo praticamente ovunque e da sempre. La rimozione perché, con altrettante regolarità, ogni nuova stagione politica è stata costruita sulla damnatio memoriae di quella precedente. Ecco in un periodo virtuoso per la cultura comasca, non elenco iniziative per non omettere qualcuno rimane un po' di amaro in bocca. Como è un destino, non è scelto. Noi non scegliamo nulla né nome, né epoca storica. Noi siamo scelti e dobbiamo immancabilmente fare i conti con la “Bellezza” del luogo che ci ha scelti. E’ una città con un’individualità ben precisa ha un grandioso passato ma, ahimè, un ben misero presente. Como vive di rendita, è “una bella allo specchio”. Se ci pensate, Como non ha nulla che ne interrompa lo skyline, il lago, simbolo per eccellenza dell’altrove, le montagne con i loro verticalismi, Como ha un infinito intorno, qui è nata la straordinaria proliferazione di fantasia di scienziati e artisti. Leggere il territorio e il patrimonio artistico significa avere coscienza di se stessi ed essere parte viva di una comunità. Roberto Longhi diceva: “Gli italiani parlino la storia dell’arte come una lingua viva per avere coscienza della propria nazione”. Dobbiamo abbandonare l’idea che ci siano delle barriere delle formalità, limita quello che ci deve essere sempre: un dialogo, un colloquio quotidiano con il patrimonio artistico. La National Gallery di Londra è gratuita e non è difficile incontrare a pranzo gli inglesi che entrano nel museo solo per vedere un quadro. Le strutture artistiche devono essere luoghi in cui il rapporto è colloquiale, familiare e informale. Questi luoghi devono essere considerati come una piazza, un luogo in cui si entra. Dobbiamo creare un sistema museale sinergico, ci vuole una “bussola” d’autore per scoprire, passo dopo passo, luoghi, incanti e angoli nascosti di Como. Un museo deve avere un aspetto consevativo, fondarsi come Permanente, quella che per i tedeschi è la “kunsthalle”: compito dei musei è la testimonianza. Ma alla Pinacoteca di Como mancano il dinamismo, la vita, in una parola: ad esempio le collezioni non sono esposte a rotazione, non viene incrementato il patrimonio guardando soprattutto ai giovani creativi (si tenga presente che ad esempio oggi è molto diffuso il leasing anche tra i musei). Inoltre non si investe in comunicazione, né si incrementa la biblioteca. Si pensi ad esempio quanto potrebbero essere utili delle postazioni “multimediali”. Il dinamismo dovrebbe essere fatto anche di «eventi musicali e teatrali, proiezioni, video». Non è un sogno, ma «un'utopia realizzabile. Ci si può arrivare attraverso piccoli passi, calibrando le spese». E il passato non ha senso se non vive nel presente.


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