Rapporto Ecosistema Urbano 2013

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Ecosistema Urbano 2013 XX Rapporto

Ecosistema Urbano. I Risultati del Rapporto Premessa Prendiamo Milano: c’è emergenza smog da sempre e la raccolta differenziata dei rifiuti s’è stabilizzata sotto quota 40%, distante più di 25 punti percentuali dall’obiettivo minimo della normativa. Oppure prendiamo Roma: ha un parco auto private da record, un tasso di motorizzazione più che doppio rispetto a quello delle grandi capitali europee, una gestione dei rifiuti scadente: la differenziata nella Capitale è ferma al 25%, cresce suppergiù dell’1% annuo e di questo passo, solo per rispettare gli standard di legge, serviranno come minimo quattro decenni. O ancora, scendiamo a Palermo: depura meno dei 2/5 dei reflui fognari e i suoi abitanti salgono in media 41 volte l’anno sui mezzi pubblici, nemmeno due andata e ritorno a testa al mese. Pochi esempi negativi, estrapolati dalla straordinaria mole di informazioni di Ecosistema Urbano, mostrano come molte città italiane affrontino sul proprio territorio alcune questioni chiave dal punto di vista ambientale: male e con esasperante lentezza. Tanti sindaci, quelli in carica e quelli che li hanno preceduti, rivendicheranno di aver fatto questo e quello. Ma troppo spesso né questo né quello è stato sufficiente. Perché non è normale che i milanesi (e non solo loro) respirino da decenni un’aria che fa male, è assurdo che i romani nelle ore di punta si muovano a una velocità media di 7 chilometri orari, è paradossale che i napoletani mortificati da una lunga emergenza rifiuti siano oggi costretti a pagare una tassa sulla spazzatura doppia rispetto alla media degli altri Comuni del Mezzogiorno (cornuti e mazziati si dice da quelle parti), è inconcepibile che uno dei punti più suggestivi di Palermo sia macchiato da decine di villette abusive e che sempre il capoluogo siciliano, come Catania, butti alle ortiche oltre la metà dell’acqua potabile a causa di una rete idrica malandata e malgestita. Nell’insieme le nostre città sono congestionate, inquinate, grandi divoratrici di suolo rimasto libero, insicure rispetto al rischio sismico e idrogeologico, fragili rispetto al crescente impatto di fenomeni climatici estremi, avare di servizi di qualità, in ritardo nella diffusione delle nuove tecnologie. I centri urbani rappresentano, insomma, il nodo intorno a cui si intrecciano e dipanano le emergenze umane, ambientali, sociali e culturali più drammatiche del nostro tempo. Tuttavia sono, nello stesso tempo, lo scenario di soluzioni possibili e praticabili. Esperienze positive, infatti, in alcune città non mancano e dimostrano la praticabilità di alcune soluzioni capaci di scolorare i contorni di un problema e, insieme, di offrire un servizio migliore al cittadino e alla collettività. E’ il caso dell’eccellente raccolta differenziata di Novara o di Salerno, delle politiche sull’energia e sulla mobilità di Bolzano, della solarizzazione dei tetti delle scuole di Bergamo oppure dell’esperimento (purtroppo mai ampliato) della moderazione della velocità in un intero quartiere di Torino. Il rapporto Ecosistema Urbano di Legambiente - evidenziando attraverso uno straordinario patrimonio di dati lo stato di salute ambientale delle città e il blando ritmo del cambiamento - offre una straordinaria occasione per riflettere su come le città debbano oggi cambiare per liberarsi dalle molteplici contraddizioni che pesano come macigni sulla vita dei cittadini. E soprattutto il rapporto segnala che la crisi urbana chiede di immaginare con urgenza un altro futuro. Bisogna avere il coraggio di restaurare, ristrutturare e abbattere per ricostruire, rigenerare interi quartieri, recuperare edifici e dare casa, in affitto e a prezzi accessibili, a chi ne ha bisogno 7


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