La Zuncheiia n°8

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Auguri di Buon Natale e Felice Anno Nuovo

Domenica 9 Gennaio: festa della Santa Infanzia ore 11.00 Santa Messa e Benedizione dei giovani.

Giovedì 6 Gennaio: Epifania del Signore ore 11.00 Santa Messa

Sabato 1 Gennaio 2011: Solennità di Maria Madre di Dio ore 11.00 Santa Messa

Venredì 31 Dicembre: Ultimo Giorno dell’Anno ore 16.30 Santa Messa celebrata per ringraziare il Signore dei doni concessi durante il 2010

Domenica 26 Dicembre: Santo Stefano ore 11.00 Santa Messa

Sabato 25 Dicembre Natale del Signore ore 11.00 Solenne Messa del Giorno

Venerdì 24 Dicembre: ore 16.30 Novena di Natale e Santa Messa ore 24.00 Solenne Messa di Mezzanotte

Lunedì 20 Dicembre: Sante Confessioni ore 16.00 - 17.00

Domenica 19 Dicembre: ore 11.00 Novena di Natale con la Santa Messa

Novena di Natale: tutti i giorni alle ore 16.30 con la Santa Messa

Parrocchia di S. Sabina


La Zuncheiia

Il g i

orn o Monferra ale di Poma r to

Periodico trimestrale di informazione del Comune di Pomaro Monferrato ANNO II - Numero 8 - Dicembree 2010 Iscrizione n°259 del17/03/09 Tribunale di Casale Monferrato

http://lazuncheiia.wordpress.com lazuncheiia@gmail.com

E D I T O R I A L E

Con il Natale alle porte la Zuncheiia si accinge a compiere il secondo anno di vita! Ricordo ancora con grande piacere quando nel dicembre 2008 nacque l’idea di creare il Giornale del Paese.. le riunioni con i primi collaboratori, la giornalista del piccolo Roberta Zemide, il dottor Luciano Coggiola ed il dottor Gianfranco Durtante; ai quali porgo non solo un felice augurio per il Natale, ma un sentito e doveroso Grazie, perché con la loro lungimiranza, attenzione e dedizione ci hanno permesso di andare in stampa con il numero 0 (era il gennaio 2009) e ci permettono tutt’ora di crescere ed arricchirci sempre attraverso i Loro articoli. Ancora fresco è il ricordo e l’emozione del primo scritto trovato all’interno della buca delle lettere che il Nostro Comune, sempre disponibile, ci ha permesso di installare all’interno della loro sede; era della nostra futura collaboratrice ed esperta in arte culinaria Luisella Rota. Il primo contatto con il “Mago” dell’informatica Giuseppe Bigoni, o il primo articolo sul decoupage di Anna Maria Bertazzo. A Loro, al Comune, al nostro fondamentale collaboratore Roberto Rota.. senza di lui non avremmo la comodità di poter ricevere il giornale direttamente a casa, alla nostra piccola scrittrice Anastasia Giorcelli, a suo padre Massimo, che ci aiuta nelle consegne e nella rilegatura, a don Walter Badengo e a tutto il Paese va il nostro Augurio di un felice anno nuovo e di un buon Natale.. Vi lascio ora alla lettura dell’ottavo numero, con la speranza che per il terzo anno di attività la lista dei collaboratori a cui mandare un ringraziamento si allunghi con nuovi nomi..

Ecco a voi i 2 vincitori!

Con immensa soddisfazione siamo lieti di premiare con una copia su carta fotografica, il Sig. Rota Pietro e il Sig. Capra Vittorio per aver individuato il

maggior numero di ragazzi nell’immagine inviataci da Bissacco Beniamino.

Ecco a voi l’elenco (in ordine alfabetico) di tutti i nomi inviatoci dai nostri vincitori: Italo Allais, Angelo Anselmo, Beniamino Bissacco, Giovanni Bertazzo, Carlo Capra, Dionigi Capra, Francesco Capra, Giuseppe Capra (Basot), Luciano Capra, Luigi Capra (al fiò dal Alfredu e dla marianì), Piero Capra (il maslè), Vincenzo Capra, Vittorio Capra (al fiò dal Chichin dal Broc), Severino Pietro Capra (batistò), Eugenio Carelli, Piero Carelli, Francesco Demanuele , Piero Lupano, Ferruccio Narratone, Marcello Narratone, Luigi Oddone (fiò dal tabachin), Anselmo Placido, Don Carlo Rota (Il prevosto), Giovanna Rota (Macagnot), Pietro Rota (Macagnot), Franco Zeppa.

il mercato a pomaro

La nostra nuova piazza, retrostante il comune, dopo aver ospitato alcuni espositori per “Bancarellando a Pomaro”, tutti i sabati mattina, sarà sede del nostro mercato, sempre presenti saranno i banchi della frutta e della verdura, dei fiori, e dei prodotti caseari. Non mancate di provare i loro prodotti sempre freschi e selezionati.

Distribuzione: Roberto Rota. Grafica: Fausto Daquarti

Editore: Francesco Daquarti. Direttore responsabile: Roberta Zemide.

Per inviare lettere al giornale: La Zuncheiia c/o Municipio di Pomaro 15040 Pomaro M.to Redazione: Luciano Coggiola, Fausto Daquarti, Franco Daquarti, Gianfranco Durante. e-mail: lazuncheiia@gmail.com Hanno collaborato a questo numero: Anna Maria Bertazzo, Giuseppe Bigoni, Anastasia Giorcelli, Luisella Rota, Mara Ines Terzariol. Iscrizione n°259 del17/03/09 - Tribunale di Casale Monferrato

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Notizie dal Comune 2

La Zuncheiia

Auguri di Buon Natale l’Amministrazione comunale approfittando dello spazio concesso da “La Zuncheiia” porge gli auguri di Buon Natale a tutta la cittadinanza, con il loro significato più vero, nella speranza che questo speciale periodo possa dare a tutti la gioia di vivere, la gioia di guardare al futuro, il piacere e la serenità di incamminarsi verso il nuovo anno.

Un augurio sentito a tutti coloro che compongono la nostra comunità e che si adope-

rano per migliorarla, a coloro che sono in difficoltà, coloro che sono rimasti soli e ai no-

stri ragazzi che desiderano una prospettiva all’altezza delle loro aspirazioni.

L’augurio che vogliamo rivolgere ai Pomaresi è che si possano tessere e alimentare relazioni vere con i giovani e con gli anziani, con i nostri figli.

Il Natale è un momento di gioia, una testimonianza di amicizia e simpatia ma anche

di responsabilità. E’ un momento importante per trarre un bilancio di ciò che è stato fatto e guardare avanti su cosa realizzare nel prossimo anno.

Un augurio a Don Walter, agli amici della Protezione Civile, della Pro.Loco, della S.O.M.S. ed a tutti col-

oro che hanno attivamente lavorato per la riuscita delle

numerose iniziative che si sono svolte quest’anno.

Vorremo infime mandare un particolare augurio al Maresciallo Colonna, che dopo una lunga carriera al

servizio della nostra comunità, lascerà il servizio attivo

per godersi una serena e meritata pensione.

L’Amministrazione comunale

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La Zuncheiia

Tiri Mancini

Più un paese è piccolo, più gli abitanti si conoscono.

Questa è una regola matematica

che vale dovunque. Figuriamoci un po’ se non vale anche a Pomaro,

Paese piccolo per eccellenza, che

di abitanti ne conta quattro centinaia o giù di li. Aggiungo che –

oltre a ben conoscersi gli abitanti sono quasi sempre parenti tra di

loro e gli stessi cognomi che portano sottolineano questa parentela, prossima o lontana che sia. I Rota, I Quartero, I Capra – tanto per un esempio – negli anni quaranta del secolo scorso formavano un piccolo esercito. Ovviamente questa era la realtà

anche molti anni prima e molti anni dopo. Oggi però – che siamo

nel 2010 – le cose sono abbastanza mutate e la predominanza

dei cognomi di una volta si è diluita. Ciò è la risultante di tante

concause: il fuggire veloce del tempo, le generazioni che si

rinnovano ogni un pugno di anni, l’inserimento di nuove famiglie, il fatale concludersi dell’esistenza umana e via discorrendo. Nei

piccoli centri - e non solo in quelli - vi è una costante che non ha

deroghe: la presenza di “compagnoni” che si ritrovano

abitualmente dopo aver svolto i loro impegni e passano qualche ora insieme giocando a carte, raccontandosi barzellette e novità

o studiando qualche scherzo da fare al prossimo. Tutto questo si

svolge in genere nell’ambito o tra le pareti di un bar o di un ritrovo

qualsiasi.

A Pomaro, durante il periodo bellico, gli abitanti si ritrovavano nei

giorni festivi o intorno ai pochi tavoli del locale gestito dalla

“Marianin” e del marito Alfredo o – nella bella stagione – a

disputare accese partite a bocce nel campo a disposizione. Quivi,

essendo l’età dei presenti assai.. ragguardevole, le ragioni per

studiare gherminelle e bizzarrie, non esistevano affatto. Negli anni che seguirono rimase operante un locale più a monte del Paese; locale che aveva funzione di bar e trattoria. Era il ben noto “TRIPOLI”, dove i proprietari fornivano anche un’ottima cucina e

vini genuini. Frattanto il tempo correva ed i mesi si succedevano

come gli anelli di una catena. Si giunse così agli anni ’70. Tra i più

assidui frequentatori del locale vi era un terzetto di “ragazzi” in

completa sintonia reciproca. Sempre in vena di scherzi e battute salaci. In verità.. ”ragazzi” in senso stretto non lo erano più,

avendo raggiunto da tempo l’età della ragione, ma “ragazzi” lo

erano rimasti nel temperamento. Evidentemente ritenevano che dopo il lavoro avessero pieno diritto di divertirsi e non mancavano

di farlo ogni qual volta che ne avevano occasione. Il bar era

costantemente frequentato da un certo Petrino SAIU, simpatico

ed onesto manovale sardo dal sangue caldo come la sua terra e dal carattere semplice e sprovveduto. Scherzi e battute tra i quattro erano la norma e di solito si esaurivano nell’arco di

qualche minuto, finché un giorno al terzetto di pomaresi giunse

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l’occasione propizia per organizzare nei confronti del malcapitato,

un tiro piuttosto indigesto. Lo scherzo lo studiarono con cura e –

probabilmente era ben lontana dalle loro intenzioni, l’idea di ferire SAIU al quale erano tutti affezionati, ma.. come ben si conosce..

il caso in certe occasioni prende la mano e va oltre il dovuto. A Giarole fervevano le manifestazioni tipiche del “al giurnà dla festa”

con funzioni religiose, trattenimenti vari, banco di beneficenza, ballo a palchetto e lotterie. Petrino non aveva mancato di

parteciparvi e tentare la sorte. Era una delle sue costanti abitudini

poiché aveva l’animo semplice e – quindi – era abbastanza

sprovveduto nei confronti del prossimo. Sprovveduto poi lo

diventava in modo eccessivo quando indulgeva di fronte ad un mezzo litro di bianco o rosso nettare. E questo – purtroppo –

avveniva con frequenza. Per tornare al racconto.. Egli aveva

acquistato qualche biglietto della riffa giarolese, mettendo gli

amici a conoscenza del suo tentativo ed esibendo a riprova i numeri dei tagliandi della giocata. Da notare che in palio vi era

addirittura una “Alfa Sud” nuova di zecca. Ad estrazione avvenuta

il terzetto di birbanti subissò di felicitazioni ed abbracci lo

sbalordito Petrino per l’insperata vittoria. Il sardo – perso il senno

per la gioia – si attaccò al bicchiere come una mignatta,

esaltandosi sempre di più. Poi – completamente sbronzo –

scongiurò gli amici di accompagnarlo al vicino Paese a ritirare la macchina. Accampando vari impedimenti il trio si guardò bene

dall’accontentarlo. Il SAIU, scalmanato e gesticolante se ne andò a piedi a Giarole per ritirare “il premio”. Com’è logico, coprì il

doppio dell’effettiva distanza, poiché – preda della solenne

sbornia – sbandava a gamba tesa da un lato all’altro della Rocca

prima e della strada S. Zeno poi. Giunto a destinazione i fumi del

vino gli svanirono di colpo poiché – tra il lazzo dei presenti – venne a conoscere l’amara verità e di non aver vinto nemmeno un

bottone. Il SAIU che come ho scritto, era un “buono” ed una

persona sicuramente di.. ”spirito”, perdonò gli amici per il pesante

scherzo. Purtroppo non imparò a strasene più accorto mettendo

da parte la dabbenaggine e la eccessiva fiducia nel prossimo. È augurabile che nel terzetto abbia prevalso l’affetto ed ogni beffa

messa da parte. Ad ogni buon conto – a distanza di tanti anni –

ogni riflessione a proposito è da lasciarsi agl’interessati, poiché io non conosco ulteriori dettagli.

Per Petrino SAIU la “campana” suonò assai presto. L’esistenza

avrebbe potuto offrirGli giorni di tranquilla serenità. Così

-

purtroppo – non avvenne. La morte Gli giunse come un terribile

traguardo nel 1984 quando aveva appena cinquantotto anni (era nato nel 1926). Egli se ne andò probabilmente minato dall’unica

concessione che si era permesso: qualche bicchiere di troppo.

L’alcool è uno dei molti elementi che non perdonano. Egli era

divenuto cittadino di Pomaro a tutti gli effetti ed a Pomaro aveva trascorso i suoi anni migliori. Riposa nel “Giardino del silenzio” in

compagnia dei molti compaesani che lo hanno conosciuto.

Luciano ‘dla Catalina


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La Zuncheiia

Bancarellando a Pomaro...

Non era il solito mercatino di Natale, quest’anno a Pomaro abbiamo trovato molto di più nelle tre piazze del paese. Oltre ai tradizionali banchetti pre-natalizi e alla degustazione di panettoni e caldarroste, sono stati organizzati passatempi e attività per tutti i gusti e le età. Per i più piccoli lo spettacolo di magia del Mago Canticchio, che ha divertito tutti i presenti, con i suoi trucchi, lo sputa fuoco e le sculture di palloncini. Ci siamo cimentati emulando Robin Hood con il tiro con l’arco, per non parlare del mercato di artigianato locale e dell’esposizione di quadri e del “C’era una voltaM”. Dulcis in fundo, a contorno della ben riuscita manifestazione, la ricca pesca di beneficienza il cui primo premio era addirittura un weekend enogastronomico per due persone in una bellissima località italiana. Ecco per voi le foto dei momenti più belli della giornata:

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“Il buio della notte arriva presto nel silenzio dell’inverno, e la Via

Lattea spolvera il cielo con una luminosità più delicata rispetto ai

La Zuncheiia

tre ammassi stellari molto suggestivi che sono denominati M36,

M37 ed M38. Sono ammassi aperti, cioè senza una forma

mesi precedenti. Le stelle ammiccano, ci chiedono di

particolare, per distinguerli dagli ammassi globulari, veri e propri

tranquilla melodia , che possiamo ascoltare solamente nella

60 a 100 e si trovano alla distanza di poco superiore a 4mila anni

abbandonare le preoccupazioni quotidiane e ci rapiscono con una

profondità della nostra anima.” Questa è una libera traduzione

grumi di stelle. Sono composti da un numero di stelle che varia da luce. Sono indicati dalla sigla “M”, che indica il catalogo di oggetti

dell’inizio di un articolo tratto da una rivista americana di

celesti scoperti da Messier, famoso osservatore del cielo , anche

French, ed è una perfetta introduzione all’osservazione del cielo

dell’epoca, Le Gentil. Le osservazioni risalgono al periodo tra il

astronomia, scritto da un’astrofila formidabile, che si chiama Sue invernale, che avevamo iniziato l’inverno scorso.

Tra le costellazioni invernali, che non abbiamo ancora esplorato,

se due dei tre ammassi sono stati osservati da un altro astronomo

1749 ed il 1764. Sono facilmente identificabili ed osservabili con

un binocolo, anche da cieli moderatamente inquinati dalla luce.

troviamo quella dell’Auriga, o Cocchiere. Ha la forma di un

Tra gli altri fenomeni celesti visibili in questo periodo segnalo

principale, Capella. È una stella molto luminosa, la sesta in cielo

coincidenza con il solstizio invernale. Purtroppo le regioni

poligono ed è facilmente identificabile tramite la sua stella

per luminosità, di un bel bianco brillante. In latino il suo nome

significa capra, in riferimento al fatto che Giove, da neonato, fu

allattato da una capretta. Infatti, appena nato, era stato nascosto

l’eclissi totale di Luna, che si verificherà il 21 dicembre, quasi in settentrionali dell’Italia non sono in posizione favorevole in quanto

la Luna, nel momento in cui starà per entrare nel cono d’ombra

della Terra, si troverà al tramonto ed il Sole all’alba. L’inizio del

in un bosco per sottrarlo al padre Cronos, che, per scongiurare la

fenomeno è previsto per le 6,30. Ricordo che l’eclisse totale di

mangiava man mano che nascevano. Quando Giove diventò il più

nel cono d’ombra formato dalla Terra.

profezia, che lo vedeva spodestato da uno dei suoi figli, li

potente degli dei, premiò la capra ponendola in cielo, insieme ai

sui tre capretti, che sono rappresentati da tre stelline alla sinistra

di Capella. Per quanto riguarda la mitologia della costellazione

alcune versioni la identificano con Eretteo, l’inventore del carro,

altre con Mirtilo, abilissimo cocchiere del re Enomao. Un oracolo

aveva predetto al re che sarebbe stato spodestato dal genero ed

egli, per non concedere in sposa la figlia Ippodamia, sfidava i

pretendenti ad una corsa con il cocchio, con il quale era

invincibile. La posta in gioco era la mano della figlia in caso di

vittoria, oppure la morte. Un contendente, Pelope, riuscì a vincere con uno strattagemma, aiutato da Mirtilo, ma, una volta sposata

Ippodamia, come terribile ricompensa, lo gettò in mare facendolo annegare.

Ritornando alla costellazione dal punto di vista astronomico, Capella è una stella doppia, la compagna è però invisibile con i

comuni telescopi e brilla 70 volte più del Sole. Accanto vi sono

i tre capretti, cioè tre stelle ,di cui la più nota è la Epsilon: è una stella che splende 200 mila volte più del Sole. La sua caratteristica principale è rappresentata però dal fatto che

Luna si ha quando il nostro satellite,in fase di Luna piena, entra Per quanto riguarda l’osservazione dei pianeti, appena cala la sera possiamo notare Giove nel punto più alto del suo cammino, verso Sud. La novità è rappresentata dalla ricomparsa, anche se iniziale, sulla sua superficie della banda equatoriale meridionale,

che era misteriosamente scomparsa quasi un anno fa.

Dopo le due di notte inizia a sorgere Saturno , che finalmente mostra gli anelli inclinati di circa 10 gradi rispetto al piano orbitale:

sino ad ora gli anelli non mostravano alcun particolare. Verso

l’alba ecco sorgere Venere, con una luminosità veramente abbagliante e ben alta (30 gradi) sull’orizzonte; all’inizio di

dicembre precede il sorgere del Sole di circa 3 ore, mentre in

gennaio raggiunge la massima elongazione (distanza angolare dal Sole). Chi vuole cimentarsi in

una sfida, può

cercare di seguire Venere in cielo, anche dopo l’alba, ad occhio nudo. Dopo

aver osservato il cielo, non

dimentichiamo però di volgere il nostro sguardo e la nostra attenzione alle

ogni 27 anni subisce una diminuzione di luminosità che

persone, che ci circondano, parenti,

dura più di un anno . Questo fenomeno ha rappresentato un

amici, conoscenti, che in questi giorni di

mistero per circa due secoli; ora, recenti osservazioni

festa hanno forse bisogno di un nostro

effettuate dalla Terra con opportuni telescopi hanno rivelato

sorriso e della nostra presenza.

che la causa di questa eclisse della stella è dovuta ad una enorme nube di gas e polveri, che le ruota attorno, in un

Auguri di Buone Feste a tutti!

periodo di 27 anni.

L’Auriga è attraversata dalla Via Lattea ed in quel tratto troviamo

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Gianfranco Durante


L’angolo Cottura 6

La Zuncheiia

Friciu’lin Duss

Dosi per quattro persone: mezzo litro di latte, 2 cucchiai di semolino di grano, 2 tuorli d’uovo, 2 cucchiai di zucchero, sale, scorza di un limone, 2 albumi d’uovo, pane grattugiato, olio.

Scaldando il latte si incorpora la semola e lo zucchero poco alla volta. Quindi si fa bollire il tutto per una ventina di minuti mescolando continuamente. Levate dal fuoco aggiungendo i due tuorli d’uova e la scorza del limone. Su di un piatto da portata o un tagliere, preventivamente unto d’olio, vi si rovescia la crema ottenuta cercando di appiattirla . Una volta raffreddato il composto, lo si taglia a forma di quadrotti; i quali andranno passati ad uno ad uno prima nel bianco d’ uovo poi nel pangrattato e per finire fatti friggere in olio bollente.

Pappardelle alla Paolina

Dosi per quattro persone: 500 gr di pasta, 30 gr di burro, 50 gr di funghi “Porcini” secchi, 4 cucchiai di olio di oliva extra vergine, prezzemolo tritato, foglie di alloro, concentrato di pomodoro, 1 cipollina media, sale e pepe macinato q.b.

Ammorbidite i funghi porcini secchi in acqua . Scolateli, tenendo da parte la loro acqua e tagliateli finemente. Nel frattempo rosolate la cipollina in un largo tegame e aggiungete i funghi,un po’ della loro acqua e il sale. Ora unite il pomodoro e l’ alloro, continuando sempre a cuocere a fuoco basso per una ventina di minuti. Cuocete la pasta in acqua salata,scolatela e quindi versatevi sopra la salsa. Unite infine il prezzemolo tritato, il burro e il pepe macinato fresco.

Polenta merluzzo e cipolle di nonna Bigia

Dosi per cinque persone: 1 kg di merluzzo , 500 gr di cipolle ,1 kg di farina di meliga, 2 litri di acqua, sale,olio , farina di grano,prezzemolo.

Dopo aver ammorbidito il merluzzo per circa 2 giorni, tagliatelo a pezzi ed asciugatelo. A questo punto lo infarinerete e poi lo friggerete in una padella di ferro. Affettate le cipolle, e friggetele a parte in una padella, la cottura sarà ultimata quando doreranno, all’incirca in 40 minuti. A questo punto si aggiunge alla cipolla il merluzzo. Alcune ore prima va preparata la polenta, che dovrà essere servita sul classico asse di legno e tagliata a fette con filo. Si serve caldissimo.. buon appetito..

Il dolce Natalizio ‘’ La Tirà ‘’ In ricordo delle nostre Nonne..

Ingredienti: 350 gr di farina, un uovo,100 gr di zucchero, 50 gr di burro, un pizzico di sale fine, un bicchiere di latte tiepido, una bustina di lievito oppure un cubetto di lievito di birra, una scorza di limone, 80 gr di uvetta.

In un recipiente mettete la farina e formate una fontana. Aggiungetevi nella metà lo zucchero, il pizzico di sale ed il latte intiepidito quanto occorre per impastare. Lavorate con le mani fino ad ottenere una palla. Spolverate con la farina e coprite il tutto con un telo, lasciandolo riposare per un’oretta. A parte, in una ciotola, mescolate il burro, il restante zucchero, l’uovo e la scorza del limone grattugiata. Unite il tutto all’impasto e lavoratelo finché non si presenterà ben liscio. Infine inserite l‘uvetta precedente ammorbidita in acqua tiepida e liquore. Ora trasferite il tutto nella tortiera, lasciando ancora riposare l’impasto coperto sempre dal telo per circa 2 ore. Cuocete in forno caldo a 200 gradi per 45 -50 minuti. Quando sarà cotto toglietelo dallo stampo e imbiancatelo di zucchero a velo vanigliato.

Era il dolce che nonna Pinota faceva in prossimità del periodo natalizio, ricordo ancora quando lo cuoceva nel forno a legna e lo offriva dopo cena mentre si giocava a carte. Quanti ricordi..

Buone Feste e Buon Inverno a Tutti! 6


L’Albero di Natale 7

La Zuncheiia

Per il Natale la maggior parte di noi accoglierà in casa un pino; per questo motivo vi riassumo i consigli che ogni anno il corpo forestale rilascia prima della corsa all’abete più bello! La prima raccomandazione è quella di acquistare gli alberi presso i vivai, solo così si può essere sicuri di utilizzare piante provenienti da una regolare attività agricola di tipo vivaistico, regolamentata da severe leggi per la tutela della natura. Nel caso dei “cimali”, cioè gli abeti senza radici sostenuti dalla classica croce di legno, bisogna verificare, qualora non provengano da produzioni vivaistiche ad hoc, che siano il frutto di diradamenti forestali autorizzati, i quali sono a loro volta indispensabili per lo sviluppo e la sopravvivenza dei boschi. Gli alberi durante le feste vengono ornati con addobbi e sottoposti allo stress di temperature elevate, terricci inadatti e aria troppo secca dovuta ai riscaldamenti domestici; è pertanto consigliabile limitare l’uso di addobbi troppo pesanti o luci che provochino un surriscaldamento eccessivo. L’albero Inoltre sarebbe consigliato evitare di spruzzare sull’abete di Natale è una delle più diffuse sostanze decorative che intacchino la superficie degli tradizioni natalizie che aghi, come la neve artificiale e gli spray coloranti, caratterizza il nostro paese. i quali ostruendo i pori bloccano il regolare Ora L’abete si addobba processo di fotosintesi. Per assicurare una con le palline di vita maggiore alla pianta e la possibilità del Natale, ma in passato si utilizzavano la frutta secca; trapianto in terra, durante il periodo di la frutta autunnale, specialmente permanenza in casa, le radici devono essere arance; biscotti allo zenzero; forme in mantenute costantemente umide, e marzapane o in pasta di sale. Il pino è una tradizione l’abete deve essere sistemato in un pagana, poi introdotta come simbolo natalizio. All’epoca medievale, in Germania, si utilizzava fare luogo luminoso, fresco, e al un gioco simile alla nostra tradizione di riparo da qualsiasi fonte di addobbare l’albero. Si chiamava “ calore o da correnti d’aria. gioco di Adamo ed Eva” e consisteva nel Nel caso degli alberi senza ricreare, nelle piazze delle città, la radici, è importante riporli in vegetazione dell’Eden. Gli alberi da frutto furono poi sostituiti da semplici abeti in quanto sempre verdi, allora recipienti pieni di acqua tiepida, avevano un aspetto magico, ma anche leggendario ad una temperatura di circa 30 perché Gesù stesso aveva dato loro il dono di rimanere gradi, la quale agevolerà sempre verdi perché lo avevano protetto-nascosto dai l’assorbimento e rallenterà la caduta degli aghi. nemici. Nei primi anni del Novecento l’albero di natale è diventato immancabile Terminato il periodo natalizio, gli nelle case della gente, in quanto alberi con radici possono simbolo della festività. Gli sono state dedicate essere posizionati canzoni e filastrocche, ad esempio “O Tannebaum”, più nota all’esterno, sui balconi, o in Italia con il titolo di “O Albero”. essere piantati nei giardini, ricordando che si tratta di Anastasia Giorcelli piante che possono crescere fino a 15-20 metri e che le loro possibilità di sopravvivenza sono legate in modo particolare alle condizioni climatiche, le quali devono essere appropriate alla specie. Gli abeti, ad esempio, hanno bisogno di una determinata altitudine (almeno oltre i 1000 metri) e di zone fitoclimatiche particolari: piantarli nel giardino di casa o sul terrazzo potrebbe provocare un’inutile sofferenza a queste piante già stressate dal caldo, e dalla mancanza di luce. Nel caso in cui non si abbia la possibilità di piantare l’albero, per insufficiente spazio o inadeguatezza del posto, lo si può donare ai centri di raccolta indicati dai vivaisti o dai Comuni, i quali provvederanno al recupero della pianta e al re-inserimento in natura. Fausto Daquarti

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L’ABC del COMPUTER

In questo numero parleremo di computer molto speciali! La loro caratteristica risiede nella possibilità di accedere ai loro desktop da qualsiasi PC in qualunque luogo e in ogni parte del mondo.. voi direte: “certo, porto con me il mio PC!?”, invece con questi sistemi operativi l’unica cosa che serve avere a disposizione è un browser; meglio se Firefox o Internet Explorer volendo anche Google Chrome.Gli esperti li chiamano “Cloud computer”, il loro nome prende spunto proprio dal fatto che sono rilegati su internet e non necessitano di alcuna installazione, solo una rapida registrazione ad un sito. Con questa nuova tecnologia, da ogni parte del globo e senza avere il proprio pc a portata di mano, lo si può utilizzare “virtualmente”, come se fossimo comodamente seduti dietro alla nostra scrivania! I desktop virtuali posso quindi essere utili per l’archiviazione di dati personali o per avere sempre con se i documenti e la musica preferita, ma anche per incontrare nuovi amici. Per voi ne ho testati 6, tutti si assomigliano ma nessuno è uguale!

1) Icloud è il primo virtual desktop provato, bella grafica, ma oltre a quella, che può piacere o meno, si celano nel menu start delle utilissime web apps (applicazioni web). Sono tutto quello di cui si può aver bisogno, come posta elettronica, istant messaging tramite Msn, Icq, Google talk, yahoo e una chatt personalizzata utilizzabile con amici in icloud; un calendario, un gestore di contatti, ma anche musica, video, foto, scrittura, navigazione e molto altro! A completare tutto il pacchetto ci sono 3 Gb di spazio in icloud drive, dove immagazzinare tutto ciò che si vuole. Per saperne di più l’indirizzo è http://www.icloud.com/it 2) Oodesk è un’altro interessante desktop virtuale, le web apps disponibili sono: un visualizzatore di presentazioni, un foglio di calcolo e un editore testuale compatibili con i documenti office. In questo caso è possibile inserire altre web apps, pagine web o widget creati da utenti oodesk tramite l’apposito applicativo di libero utilizzo. Anche qui troviamo un programma per la posta elettronica, un editor di immagini ed un riproduttore videoaudio. La condivisione di file con altri utenti è garantita attraverso,Facebook, Aim, Myspace IM, Google talk, Meebo e una chat dedicata. Questo virtual desktop consente una memoria personale di dimensioni non specificate, ma sufficiente per il nostro quotidiano utilizzo. Per saperne di più l’indirizzo è http://www.oodesk.com/home.php 3) Qube os è un desktop tutto italiano, anche qui troviamo applicativi per ufficio sviluppati dalla software house zoho, tra i quali un powerpoint per le nostre presentazioni, un foglio di calcolo, un editor testuale, un lettore di pdf, un traduttore e le immancabili web apps multimediali utili come riproduttori video-musicali. A differenza dei precedenti pc virtuali sono presenti giochi come il solitario e il campo minato.. per distrarsi un po’. Si posso cercare nuovi amici o trovarne di vecchi attraverso le comuni chat, inoltre anche qui si può condividere con loro tutto quello che si vuole. Come i precedenti sistemi operativi cloud vi è la possibilità di salvare liberamente i file personali. Per saperne di più l’indirizzo è http://www.qube-os.com/public/index.php 4) Cloudo è un PC virtuale minimalista ed essenziale, con tutto l’occorrente che può servirci, come un editor testuale, un blocco note, la posta elettronica, un programma di disegno ed un visualizzatore di immagini. Naturalmente anche qui si possono caricare file personali. Per i più esperti anche la possibilità di crearsi programmi ad hoc. Per saperne di più l’indirizzo è http://cloudo.com/ 5) Glide os, è veramente ben progettato, ha un desktop dove utilizzare i programmi creati appositamente, in un’altra sezione del desktop vi è la possibilità di gestire il grande spazio riservato ai nostri file, ben 30 Gb.. quantità sufficiente per portarci ovunque vogliano la nostra musica, i video, le immagini e i documenti; sempre con la possibilità di condividerli

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con amici. Anche qui si possono di editare e manipolare un gran numero di file o di gestire le nostre e-mail; il tutto in semplicità! Per saperne di più l’indirizzo è http://glideos.com/

La Zuncheiia

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Il Maresciallo Lupano

Domenica 14 novembre a Novi Ligure, alla presenza del Sindaco di Novi, del Sindaco di Pomaro Monferrato, di altre personalità e di ufficiali dell’arma, è stata intitolata una caserma dei carabinieri al Maresciallo Giovanni Lupano.

Quanti di noi sanno o ricordano chi il Lupano fosse e per quale motivo viene oggi ricordato? Giovanni Lupano nacque a Pomaro il 10 febbraio 1895, prestò servizio quale carabiniere e in servizio morì il 29 novembre 1922 per mano di un bandito.

Nell’ottobre scorso la TV ha trasmesso lo sceneggiato “La leggenda del bandito e del campione” che trattava dell’amicizia e delle vicissitudini di due ragazzi piemontesi del novese: Sante Pollastri e Costante Girardengo. Se Girardengo è diventato un campione del ciclismo analogamente le gesta da bandito hanno reso famoso il Pollastri, detto Pollastro, compresa l’uccisione del maresciallo.

All’epoca la banda Pollastri, accusata di una rapina a Tortona dove “c’era scappato il morto”, era ricercata. Tra i carabinieri sulle loro tracce anche il maresciallo Lupano.

Il fatto saliente avvenne a Teglia, sull’appennino, proprio sopra Genova. Da qualche settimana il Pollastri ed un altro componente della banda frequentavano un’osteria, i carabinieri ne vennero a conoscenza. Il 29 novembre all’ora di pranzo nell’Osteria del Sorriso, così si chiamava il locale, si scatenò l’inferno.

Come fossero andate veramente le cose non è dato sapere in quanto i mezzi di informazione dell’epoca non erano ne sofisticati ne veloci nel fornire le notizie e le versioni date da chi ha saputo non furono univoche sulla dinamica cronologica. In sostanza il bandito e il suo compare erano seduti a un tavolo vicino ad una vetrata, ad un altro tavolo il Maresciallo Lupano e un carabiniere travestiti da operai studiavano la situazione. Entrò un terzo carabiniere, anch’esso travestito da operaio, e si avvicinò ai colleghi. Intuizioni, movimenti strani o chissà cos’altro trasformarono il pranzo di svariati avventori in una scena da “far west”: tavoli rovesciati di colpo, persone che si gettavano a terra, sparatorie prolungate, sedie scagliate contro la vetrata con baraonda generale. Risultato: il compare di Pollastri ed il Maresciallo Lupano morti, un carabiniere ferito, il bandito che salta attraverso la vetrata infranta a guadagnare la macchia ed il terzo carabiniere che corre a cercare rinforzi per una battuta alla ricerca del fuggitivo. Il bandito Pollastri, dopo essere rimasto parecchio tempo nascosto in zona, riuscì a raggiungere Parigi dove in seguito venne arrestato.

Del Maresciallo si è parlato poco, solo a distanza di quasi novant’anni il suo sacrificio ha avuto degna menzione.

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Il Maresciallo dei carabinieri Giovanni Lupano è tumulato nel nostro cimitero.

Mirco Amisano


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