MESE OGNI ESCE
Sped. Abb. Postale - gruppo III
MENSILE DI VITA CITTADINA
Anno XVII - Febbraio 1975 * n. IfiJr ,_______________________________________________________________ — —
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VIAGGIO NELLA VALLE DEL BELICE
IN SETTE ANNI UNA VALANGA DI LEGGI I I voto a i diciottenni
V e c c h i e G iovani A diciotto anni i giovani, d’ora in poi, escono dalla minore età. La Camera ha approvato, giovedì scorso, 6 marzo, in via de finitiva, la proposta di legge che abbassa la maggiore età da 21 a 18 anni. Tre milioni circa di nuove leve — come primo effetto della legge — nel prossimo mese di giugno potrebbero accedere alle urne per le elezioni amministrative locali e regionali. Diciamo «potrebbero » in quanto la revisione delle liste eletto rali richiède almeno sessanta giorni dalla pubblicazione della legge sulla Gazzetta Ufficiale, e qualsiasi tipo di revisione deve essere ultimata 45 giorni prima delle elezioni. In sostanza: che i giovani, dai 18 ai 21 anni, vadano in giugno alle urne, dipende dalla celerità in cui vengono, in questi giorni, bruciati questi tempi tecnici. • • •
Il fatto è di eccezionale portata per un Paese come il nostro, dove le generazioni adulte hanno guardato quelle giovani con sospetto e diffidenza, relegandole in ruoli di subalternanza stru mentale. Ovviamente una tale mentalità, che si rivela ancora persi stente in vasti settori della dirigenza, sia politica che ecclesiale, non è scevra di contraddizioni eclatanti. E ’ dovizioso davvero il florilegio di elogi, di encomi e di rico noscimenti ufficiali, pronunciati dai pulpiti, e dalle tribune nei d is c o r s i domenicali dei politici, o scritti sugli « atti » o sui bolletti n i ufficiali. E sono altrettanto ricchi di condanne certi messaggi indirizzati — per riflesso — ai giovani i quali, come si esprimeva recentemente un vescovo, « non percepiscono il valore massimo d e lla libertà perchè cresciuti in libero clima democratico ». Dobbiamo ricoscere che sono lontani i tempi in cui sul Carso il generale Cascino esortava i giovani soldati siciliani ad essere « u n a valanga che sale », mentre poi tornati dal fronte lerci, s e n z a speranza, mutilati e moralmente sconvolti, divenivano sco r o n a t i n u m i e massa eterogenea di disillusi che la società bene e la generazione adulta emarginavano considerandoli nullità dedite a l l 'o z i o e al vizio: normale valanga che precipita e che provoca d a n n i. M a n e lla sostanza quella strumentalizzazione e quella con t r a d d iz io n e su cui, qualche lustro dopo la fine della prima guerra m o n d ia le , l’avanguardismo fascista costruiva i suoi idoli, restano a n c o r a t a li. I n verità nei confronti dei giovani si continua a mantenere un c o n t e g n o equivoco. A ll’occorrenza essi sono il « centro delle s p e r a n z e » della Chiesa e della società civile, la « generazione che m a t u r a i fermenti deH’avvenire », coloro cui « devono andare tu t t e l e premure e Je attenzioni ». Ma quando essi rivendicano m a t u r it à , autonomia, dignità e fiducia; quando essi implorano u n a s o c ie t à diversa che non sia costruita sulla corruzione, o, s m a s c h e r a n o le ipocrisie; quando essi cercano spazio vitale per p a r t e c ip a r e al progetto del fututo e rivelano idee, tutt'altro che p e r e g r in e ma che non coincidono con quelle dell'establishment, c ir c a il conseguimento di quei « cieli nuovi e terre nuove », divenn u to u n l u o g o comune dell 'ultra terrismo, allora il discorso cambia. •
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E allora, nel Paese in cui gli anziani sono tanto pessimisti da p o rta re
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oltre al cinto di cuoio anche le bretelle, la legge che rico-
_______________________ALFONSO DI GIOVANNA SEGUE
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Dal nostro Inviato ENZO M IN IO
w Valle del Belice, gennaio
« La ricchezza del Nord per buona parte è dovuta alle popolazioni m eri dionali e siciliane. Venendo qui ho avuto la certezza che siete v ig ili ed attenti. Neppure a M ilano avevo visto un consiglio di zona cosi affolalto e carico di spontaneità com e è successo oggi a G (bellina •. Cosi ha dichiarato il 12 gennaio scor so all'assemblea del sindaci della V alle del Belice il ministro dei LL. PP. Pie tro Bucalossi, repubblicano. Quest'anno il settimo anniversario della tragedia del Belice è passato qua. si in sordina: niente scioperi generali, niente veglie notturne, nò comizi, nè celebrazioni religiose. E‘ la prima vo l ta che il Belice celebra l’ anniversario del terrem oto senza il solito coro di promesse. Ciò nonostante il governo centrale continua a fregarsene. La sola risposta che ogni anno con tinua a dare è quella di inviare sul posto alcuni suoi esponenti. G li in viati di turno per il settimo anniversa, rio sono stati gli onorevoli Bucalossi e Donat Cattin. , Eppure la situazione è tragicamen te disastrosa: 700 miliardi spesi male, edilizia privata a totale carico dello Stato solo 250 case, alloggi dei privati neppure uno, i 28 m iliardi dell'Esa da spendere, g li stanziamenti esauriU, lo Stato pretende il pagamento della luce e dell'acqua i sussidi (da molti
definiti il « com odo mestiere del ter rem otato » ) sospesi. Questo il paradossale bilancio v e nuto fuori dal convegno di Gibellina. Le cifre — tra l'a ltro conferm ate in pieno dal presidente del Consiglio su periore dei Lavori Pubblici — sono perentorie e precise. Le opere di urba nizzazione sono tutte appaltate e per com pletarle occorrono circa 40 m ilia r di: dei 2200 a llo g g i a totale carico del lo Stato 250 sono g ià abitati. 550 u l timati, 600 in costruzione, 550 appaltati, 250 da appaltare. Restano i 12 m ila a llo g g i che i p ri vati dovranno costruirsi dopo avere ottenuto l'assegnazione dell'area. A n che qui i ritardi non mancano: occor re che i comuni assegnino subito i lotti in modo da predisporre i p ro getti. Il sindaco di G ibellina ,on. Ludo vico Corrao, rin ca ra va la dose, a no me di tutti 1 sindaci d ella V alle: •* Q ue st'anno niente anniversario, vogliam o andare al sodo, voglia m o dire a lla gente qual è la nostra situazione, qu a li sono state le promesse, g li im pegni, le leggi in tutti questi anni e quanto poco è stato fatto. Come si potranno ricosruire tante cose, con quali a ttrez zature, con quali operai, con quali soldi? ». G ià molte ditte hanno sospeso 1 la vori perchè g li stanziamenti si sono
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Nico a un passo dal traguardo Il nostro concittadino Nico del Gab biani (Nicola Tirone) è stato questo anno tra I protagonisti del XXV Fe stival di San Remo. E’ stato scritto che il vincitore morale di questo XXV Festival è stato Nico andando in fi nale come primo assoluto per I voti della giuria esterna. I voti in sala, invece, gli hano tirato un brutto gio co. I soliti retroscena, gli intrighi, la solita gente mercenaria che sta alle calcagna di chi paga bene per un voto. Ma Nico è contento lo stesso. Con tenti ci diciamo anche noi per questo successo e perchè Nico con la sua popolarità ha contribuito a far cono scere il nome del nostro paese in Italia e all’estero. Gli auguriamo un successone per la partecipazione al «Disco per l'Estate». Nel prossimo numero avremo il piace re di pubblicare una foto che Nico ha inviato con dedica per la Voce e i suoi lettori. Nato a Sambuca di Sicilia (A g rig e n to) 27 anni fa, vero nome Tirone Nicolò, figlio di un ferroviere (A n g e lo ) e una casalinga (M a ria ). Conseguita la licenza superiore si iscrivcva all'U niversità di Palerm o in Scienze Biologiche e, per cercare di pesare meno sul bilancio econom ico fa
miliare, form ava il complesso « N ic o e i Gabbiani », così il successo di « P a ro le», successo strepitoso ( 1.100.000 dischi venduti in 18 settim ane in H IT P A . R A D E ). Il secondo disco, « Fiumi di parole », lo porta al Disco dell'estate dove en tra in finale e si p iazza benessimo (V posto - 400.000 copie vendute). A que sto punto, nel 1970, a rriv a la laurea tanto desiderata e conquistata con fa tica nello stesso tempo, con la laurea anche il servizio m ilitare che effettua a Milano. Il complesso si scoglie e Nico, a Mi* lano, studia per due anni canto e di zione. N el 1971 incide la sigla di un rom anzo sceneggiato, « I l segno del co mando », con la G ravina e Pagliai; il pezzo è « Cento Cam pane » cantata in rom anesco e riscuote buon successo in Italia e strepitoso successo in N orvegia dove si p iazza al I posto dell’H it P a rade norvegese ( « Il segno del com an do » v e rrà teletrasmesso in replica in questi g io rn i). Si dedica all'insegnam ento di M a te matica e Scienze in una scuola media d ella Brianza; a scuola ò m olto attivo
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Febbraio 1975
LA VOCE DI SAMBUCA
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Le cooperative rurali tedesche: un esempio di alta efficienza P er a vere un’idea di quanta, im p o r tanza possa assum ere il m ovim en to coop erativo n ell’econom ia e n ella v ita sociale di un paese d em ocratico biso g n a visita re le realizzazion i dell'organizzazicsne « R a iffeisen » n ella R epub blica fed era le tedesca. Il sistem a co op era tivo ru rale tede sco, en tra to n ella storia con il nom e del suo fondatore, F. W . Raiffeisen, ebbe o rig in e n e g li anni q u aran ta del secolo scorso, in un v illa g g io della Rcn an ia ed o g g i con ta 17.000 coo p era tive con 7 m ilion i di soci, di cu i il 60 aappartenenti al ceto m ed io non au to nom o. Il segreto d ello svilu p p o d e lla cbope razion e in G erm an ia sta, secondo q u an to ripetono ai vis ita to ri i d irig en ti d e l le coop erative, in due sem p lici m assi me, a lle q u a li non b is o g n a m ai d e ro gare.- « lasciare lo n ta n a la p o litica e g u id a re le coo p era tive con c rite ri m a n ageriali ».
11 d o tto r W e rn e r S h iffg e r, segreta rio g e n e ra le d e ll’unione in te m a zio n a le R aiffeisen , nel fo rn irc i i dati sull’ organ izzazion e co o p era tivistica tedesca, che è p raticam en te la più gran d e u nione non sindacale, ra ggiu n gen d o il nu m ero dei suoi soci quasi q u ello di tu tta la c o n fed era zio n e tedesca del la vo ro , ha sottolineato, in oltre, che la c o o p era zion e p er prosperare d eve rispondere a precise esigen ze econ om ich e e non andare a lla ric e rc a di p u n telli dello Stato, che deve, sem m ai, lim itare la sua azion e a sem plici a ttiv ità p ro m o zion a li. Sem bran o con cetti o v v i, ma essi hanno consentito di crea re in G erm an ia un m ovim en to c o o p era tivo che, raggru p p an d o un co n sid erevo le num e ro di fo rze, econ om icam en te, deboli, si pone o ra nel m ercato fin a n z ia rio ed in qu ello delle m erci, com e una d elle più potenti re a ltà econom ico-sociali. Le coop era tive locali, che h anno au-
ln risposta ad una interrogazione deN’on. Tortorici
Quando i soldi ci sono si [a più presto Adeguamenti dei contributi per l'esecuzione di opere di trasformazione fondiaria e acquisti di macchine agricole A g rig e n to , m arzo L'A ssessore R e g io n a le a ll’A g ric o ltu r% in risp o sta ad un’in te rro g a z io n e d e ll’on. S an to T o r to r ic i circa l ’ad egu a m en to dei co n trib u ti p e r o p e re fo n d ia rie ed a cqu isto d i m acch in e a g r i cole, h a in fo rm a to in m erito a ll’a g g io r n am en to d ei p rezzi a p p o rta to nel set to re agricolo. N e lla risposta, tra l ’altro, è d etto ch e l ’A ssessore nel m a rzo 1974 h a r e d a tto un n u o vo p re z z ia rio o n d e p er ven ire ad u n a più equa va lu ta zio n e d ei costi p re v is ti n e g li ela b ora ti p r o ge ttu a li a lle g a ti a lle rich ieste d i in te rv e n to a v a n za te d a g li o p e ra to ri ag ric o li ed a ffe re n ti al se tto re d ei m i glio ra m en ti fo n d ia ri. S u ccessivam en te, al fin e d i e v ita te u n a d isp a rità di tra tta m e n to tr a le p ra tic h e g ià istru ite e q u e lle am cora in istru tto ria , c o n c irc o la re n. 117/D.R. del 15 g en n a io 1975 è sta ta estesa l ’a p p lic a zio n e d el n u o v o p r e z z ia r io an ch e a lle p ra tic h e g ià istru ite m a n o n a n c o r a d o ta te d e l p ro v v e d im e n to di co n cession e d el c o n trib u to o d el con co rso re g io n a le n el p a g a m en to d e g li in te re s si
Con la stessa circolare è stata al* tresi autorizzata la sostituzione da par te delle Ditte interessate della stima dei lavori onde provvedere all’oppor tuno adeguamento. Per quanto concerne l’attuazione delle provvidenze contributive per 1*
NOZZE D’ARGENTO Cottone - Baldi Il 10 febbraio scorso festa in casa di Cottone Mario. I coniugi Rosetta e Mario Cottone hanno celebrato le nozze d’argento circondati da parenti e amici e in unione alla figla Lucia e al genero Giuseppe Amato. La festa ha avuto carattere particola* re perchè insieme ai giovani nonni è stata festeggiata la nipotina Maria Francesca, venuta al mondo il 9 no vembre 1974. Doppia festa, doppi auguri. Ai felici nonnini auguriamo lunga vita rallegrandoci con essi per il con seguito traguardo-, ai giovanissimi co niugi Lucia e Giuseppe Am ato felici tazioni vivissime, a Maria Francesca un cordiale benvenuto.
acqu isto d i m a cch in e a g ric o le o c c o rre precisare ch e se l ’im p o rto n on su pera la so m m a di lir e 6 m ilio n i, il b e n e fi c ia rio può acqu istare, la m a cch in a e presen tare la fa ttu r a u n itam en te alla d o m a n d a di concession e di co n trib u to al co m p eten te Is p etto ra to P ro v in c ia le d e ll’A g r ic o ltu r a . Q u a lo ra l ’im p o rto di spesa' supera la s o m m a a n zid etta, il rich ied en te d o v r à p resen ta re la d o m a n d a d i c o n tri b u to u n ita m e n te a l p r e v e n tiv o ed a t ten d ere l ’a u to rizza zio n e p rim a di p r o ced ere a ll’acq u isto , d o p o d ich é, e n tro q u a ttro m esi, p resen terà la ric h ie s ta d i c o lla u d o u n ita m en te a lla fa ttu ra . In lin ea d i m a s s im a i te m p i di espletam en to d e lle p ra tich e r e la tiv e a rich ieste di c o n trib u ti p e r im p o rti su p e rio ri a i sei m ilio n i son o d ire tta m e n te d ip en d en ti d a lle d is p o n ib ilità fin an z a r ie esistènti n ei c o r r is p e ttiv i ca p ita li di b ila n c io e d e ll'im p o r to c o m p le s s iv o d e lle d om a n d e n is tru tto ria presso g li Is p e tto ra ti P r o v in c ia li d e ll’A g r ic o lt u r a e p resso l ’A ssessorato.
Vecchi e Giovani
tonom ia g iu rid ica ed am m inistrativa, rea lizza n o fin a lità a ltam en te d em ocra tiche e sociali e. n ello stesso tempo, si o rg a n izza n o con criteri im p ren d ito ria li per con segu ire risultati econ om i cam en te v a lid i n e ll’in teresse dei soci. Cosi il socio p a rtecip a a ll'im p o sta zio ne gen erale dei p rogra m m i, n om in a g li a m m in istra tori ed il d irig en te d ella coop erativa. L a tendenza è q u ella di d are sem pre più p oteri a l d irigen te che d ovrebbe, secondo g li in d irizzi le g is la tiv i che g ià si in travedono, essere equ ip arato ad un v re o e p ro p rio a m m in istra tore de le g a to di u n a società p er azion i. In fa tti com e c i è stato d etto con una c o lo rita espressione, se ci sono trop p i cuochi in una cu cin a non si o t ten gon o buone pietanze. Q uesto tipo di o rg a n izza zio n e e f f i ciente, razion ale, in cui il socio è si protagon ista, m a lascia co m p leta au to n o m ia al d irìg e n te ch e deve, n eces sariam en te, m ettere al s e rv iz io d e lla o rg a n izza zio n e tutte le sue e n erg ie e la su a in te llig e n z a p er con tin u are a riscu otere fid u cia, consente il ra g g iu n . g im en to d i risu lta ti n otevoli. Basti pensare, p e r esem pio, ch e più d i un te rzo d e lla p rod u zion e tedesca d i fo r a g g io con cen tra to e m isto, è p r o d o tto d a lle co o p e ra tiv e e cosi c irc a il 76% d i tu tti i p ro d o tti di la tte ria tr a g g o n o o r ig in e d a lle im p rese coop erat ve, m en tre 250 c o o p e ra tiv e di v itic o l to ri d isp o n g o n o di u n a c a p a c ità di im m a g a z z in a g g io d i quasi 5 m ilio n i di e tto litri di v in o ed il 30% del v in o tede sco v ie n e da qu este ca n tin e c o o p e ra tive. U n esem p io di e ffic ie n z a c i è stato ’> ;rn ito da q u a n to c i è stato d a to m od o di v e d e re n e lla c e n tra le o r to fr u ttic o la di R o isd o rf, con la sa la d elle con tra tta -
zion i e d elle ven d ite a ll’asta in cui co n verg o n o 3.500 p rodu ttori. U n o scam bio di esperien ze tra il m on d o coop era tivistico siciliano, che è praticam en te ai suoi p rim i v a g iti, e l'o rg a n iz z a z io n e R a iffeisen sarebbe quanto m ai interessante e potrebbe fo r n ire a g li o p era to ri reg io n a li del setto re u tili in dicazion i. M IC H E LE
F IE R O T T I
Lo sapevate che... a cu ra di G o ri S p a ra cin o e M a ris a C u sen za ... il p rim o n otaio esercita n te in Sam bu ca fu P ietro Buxera, il cui p rim o docum ento, ro g a to presso i suoi u ffici, p o rta la data d el 10 ap rile 1503? ... il la g o C a rb o j h a u n a c a p a cità d i c ir c a 35 m ilio n i d i m etri cu bi di acqua? ... nel 1853, in occasion e d ei fe s te g g ia m e n ti p er le n o zze del fu tu ro re Fran cesco II, S am bu ca stan z iò som m e p e r o e le b ra re tre g io n ri di fe s ta e si com m osse p e r il m a trim o n io del fig lio d i « R e B om b a » con la b e lla M a r ia S o fia A m a lia , Principessa di B a viera ? ... S am b u ca Z a b u t in to rn o a l 1860 c o n ta va c irc a 10 m ila a b ita n ti? .. V ia M o n a rc h ia non fu d e n o m in a ta cosi in ten d en d o ric o r d a r e l ’istituto m on arch ico, m a un u om o sam bucese ( l ’a r c iv e s c o v o P ia n e ta ) che fu al v e rtic e d e llo sto rico Isti lu to d el T rib u n a le di R e g ia M o n a r chia ed A p o s to lic a L e g a n z ia d i Si cilia?
GRECO
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S am bu cesi resid en ti in A m e r ic a d esideran o
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nosce ai giovani «maturità» a diciotto anni è una legge che intende mutare i rapporti tra le vecchie e le nuove generazioni, o mira a svuotare l’atteggiamento contestatore della gioventù degli anni settanta, inglobandola, solo per legge, nella maturità? Il tentativo vorrebbe fare intendere — stando a quello che dicono anche gl: osservatori e gli studiosi di problemi giovanili — che esiste nella generazione adulta parlamentare questa volontà. In pratica però — l’iniziativa di Fanfani nei confronti dei giovani del suo partito è eloquente — l’atteggiamento contraddit torio nei riguardi dei giovani continua ad essere quello contenuto nei discorsi e nei messaggi ufficiali. Un generale Cascino si trova ovunque. L'ideale, per chi non ha «speranza », sarebbe dotare i giovani di « cinto e bretelle ». Nell’epoca del « blue jeans » questo è assurdo.
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Eébbraio 1975 Presso l’ editore S ellerio di Palerm o è uscito il volum e « Storielle siciliane » di Emanuele N a va rro della Miraglia, curato ed introdotto d a N atale T ed e sco: in copertina una incisione di T o no Zancanaro. Emanuele N avarro della M iraglia nacque a Sam buca Zabut l ’8 m arzo 1838 e m ori a R om a il 13 novem bre 1909 (Sciascia; per Tedesco: 1919. Per 10 scarto di 10 anni probabilm ente si tratta di un refu so). Pubblico i seguen ti volum i: Alcu ne poesie (Francesco Lao, Palerm o 1856): Ces Messieurs et ccs Dames (Lacroix, Paris, edito tra 11 '60 ed il '70 circa )( Le fisime di Fla vi ana (Treves, Milano, 1873; Sommaruga, Roma, 1883), La vita color di rosa (Brìgnola, M ilano, 1876); La nana (Brignola, M ilano, 1879; Cappelli, Bo logna, 1963 - con introduzione di Leo nardo S ciascia); M acchiette parigine (Brignola, Milano, 1881); Donnine (Giannotta, Catania, 1883); Storielle siciliane (Giannotta, Catania, 1885; Sellerio, Palermo. 1974). N avarro scris se inoltre la prefazione e le note del libro di Bourquelot e Reclus, La Sicilia, due viaggi di... (M ilano, 1873) e tradus se la com m edia di A . Bisson, Il depu tato di Bombignac (M ilano, 1892). La presente bibliografia è tratta da N. Tedesco, il quale h a completato quella indicata da L. Sciascia (Piran dello e la Sicilia, S. Sciascia. Caltamssetta, ’6 l), il quale, a sua volta, aveva arricchito quella di L. Russo (I narra tori. Roma, 1923- dove, per essere stato detto dol « provinciale » N avarro, non si era fatto un passo avan ti). Sciascia inoltre aveva indicato *Le rose azzur re. nel 1879 annunziato e form e mai pubblicato ». Si sa che N avarro, giovanissimo, collaboro a L'arpetta (edito a Sambuca); che diresse al tempo del prodittatore M ordini, sotto Crispi, il Precursore (Palerm o); che fondò La Fronda (F i renze) e che fece parte della redazione del Fanfulla della Domenica (Rom a); aveva anche collaborato all'Indipen dente (N a p o li), diretto da Alessandro Dumas, per invito del quale forse si recò in Francia, dove trascorse circa dieci anni e dove conobbe George Sand, di cui sarebbe stato ultimo ar mante, e tanti altri esponenti della cultura parigina del tempo. Di fatto però i lettori di oggi hanno a disposizione soltanto « La nana * e « Storielle siciliane »; forse 'è in giro un altro testo (- Donnine •: ripubbli cato?), di cui non si può dare sicura co n ferm a Poiché ci siamo messi per questa strada (noiosa, ma utile, crediam o), è il caso di dire anche che la b'bliografia su N avarro, in complesso, si .ridu ce a poche testimonianze generiche e talvolta incredibili del mondo accade mico (M azzoni, aiell’ottocento vallar diano; Flora, nella Storia della lette ratura italiana mondadoriana. D izio nario enciclopedico della lett. ital., Laterza-Unedi; un paio di tesi di laurea, di cui qui si dice per sottolineare che almeno^ una risulta impossibile: e 1’ altra?), al «D izio n a rio dei siciliani il lustri > (Chini, Palermo, 1939), in cui ci' sono afferm azion i spassose, ed a qualche altra testimonianza più credi bile: L. Capuana, C. Di Blasi. M. Pomilio, S. Battaglia, R. Bigazzi, A Pa lermo, S Orlila, A Crem ona (e potreb be sfuggire qualche nome: al lim ite si potrebbero citare anche G, Cattaneo, Verga. UTET, Torino, 1963; C. A. Madrignani, Capuana e 11 naturalismo, Laterza, Bari, 1970). Di fronte a questo quadro che abbia mo presentato, vien fuori con eviden za che il discorso che si è fatto sul Najvarro (dal Capuana a d oggi) si riduce a « La nana » ed alle « Storielle siciliane », sostanzialmente; a qualche acoenno sulle altre opere (di cui qual cu n a dal momento che se ne parla, è stata rin tracciata in qualche biblio teca o su qualche im prevedibile ban carella supponiamo; mentre di qual che altra si può dare soltanto l’indica zione b ib lio g ra fic a ). Insieme con queste indicazioni che abbiamo fornito, è giusto ed è corretto dire che, dopo (in senso cronologico) Capuana, si può parlare del N avarro in seguito a ll’ edizione de « La nana » (1963), introdotta da un serio, prom et tente ed efficace saggio di L. Sciascia, il quale g ià nel 1961 a veva illustrato taluni aspetti del N a va rro nel saggio inserito nel volum e « Pirandello e la Sicilia »: nel 1967 Sciascia (in N arra tori d i Sicilia, Mursia, M ilano: l’anto logia ufficialm ente è stata curata an che da S. G u glielm in o) ha avuto modo di puntualizzare, tra l’altro, taluni det tagli biografici del N a va rro (Emanue le C alogero N avarro sarebbero dunque i suoi veri nom i e cogn om e); nel 1970
LA VOCE DI SAMBUCA
Pro-memoria per
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l etteratura
Emanuele Navarro della Miraglio Sciascia ha riprodotto l’introduzione a « La nana » ed ha aggiunto una Postilla su Stendhal e N avarro nel vo lume « La corda pazza • (Einaudi, To rino). Diciam o che è giusto e corretto ri farsi a Sciascia: perchè non solo l ’ini ziativa di riproporre N avarro spetta a Sciascia m a anche quello che si è detto e scritto sul N avarro parte nella sostanza da Sciascia. I termini che riguardano N avarro potrebbero così essere sintetizzati. N avarro rimane un autore dignito so con N a va rro si spiega il senso di una certa cultura dell’entroterra sici liano, tra gli anni che precedettero l'unità d’Italia e qualche decennio suc cessivo; il rapporto tra Navarro, C a puana e V erga preciserebbe la con fi gurazione d ella cultura siciliana nella seconda metà dell’ottocento; N avarro sarebbe stato il vero introduttore di un certo naturalismo francese dalle nostre parti; Navarro, pur restando nell'am bito di quello che diciamo « preverism o - verismo », costituirebbe un precedente, per certi aspetti, pi randelliano.- un preverista-verista-post verista (maledizione alle casistiche). A proposito de « La nana », Sciascia aveva osservato-, « M a è certo, intanto,
re i testi, che è la prim a cosa da fare, il Comune non c’entra (d ’altra parte aver osato dire del recupero dei testi, come non si può ammetterlo in favore di chi candidamente può dirlo dal m o mento che vive nella cocente solitu dine della più stracotta provincia d' Italia?) Per il nostro immediato lettore ed in rapporto alle « Storielle siciliane », diciamo che l’introduzione di Tedesco, pur nel suo vizio di fondo, propone talune indicazioni, le quali vorrem m o che fossero vere, a condizione che si conoscessero gli altri testi del N a v a r ro-. che si potesse m eglio individuare l’intelligenza di scrittore del N avarro attraverso « Ces Messieur et ces Da mes », volume di novelle pubblicato in Francia, verosimilmente colegabile con la sua esperienza di lettore di cosefrancesi, come dire d ella reazione del siciliano nell’urto con la letteratura francese di qugli anni; che si potesse m eglio individuare l'intelligenza critica del N avarro attraverso « Macchette parigine », di cui, intanto, dice Sciascia. « libro di rapidi e vivaci ritratti di scrittori francesi ». di cui lo stesso Sciascia ha pubblicato un esempio in « Narratori di S icilia» (ripreso poi dal Giornale di Sicilia (0-llrl973), a pro posito di « N otre Dame de Paris » di
di PIETRO A M A T O
che il N avarro presentava un aspetto inedito, non convenzionale della Sici lia: il mondo contadino della Sicilia interna in cui l'illecito sessuale invece che suscitare esiti tragici veniva come assorbito nella sfera della spiritualità. Si lim itava però a rappresentare gli effetti di un processo di sofisticazione piuttosto complesso, che è poi l'ele mento per cosi dire catalizzatore della visione della v ita e della fantasia pi randelliana ». Cosi Sciascia ha precisato quello che al Capuana era già apparso, come non convenzionalismo, ed ha potuto porta re il discorso sul terreno pirandelliano. Ora, a volere essere precisi a pro posito delle « Storielle siciliane », dopo avere fatto i conti in tasca alla critica che se ne è occupata, si può dire che in concreto il discorso nuovo non è stato fatto. A llora bisognerebbe avere la bontà di ammettere che Sciascia ha visto bene; e se si volesse approfondire il discorso nella direzione indicata da Sciascia, bisognerebbe essere espliciti: diversamente capiterà a G. Barberi Squarotti: (La stampa: 7-2-75) di mon tare Una recensione, per cosi dire, generosa-ingenerosa, a G. Casarrubea (L ’Ora: 14-2-1075) di fare una specie di operazione-scavalco a F. V irdia (La Fiera lettera ria 16 febbraio 1975) di dimostrare tutta la sua buona volontà con ciliativa Qualora la prospettiva critica possa avviarsi ad altre apertu re, nessuno ha il diritto di impedire agli altri di esercitare il proprio dirit to, ovviamente. La verità è che le < Storielle sicilia ne » le avevam o capite prim a di averle lette, almeno per quel gruppo per il quale oggi si dice costituiscono la «n o ta qualificante» per la presente edi zione (e non è un paradosso: sempli cemente che Sciascia aveva indicato il senso del nucleo peculiare della rac colta proprio nella sua introduzione a « La nana » ). , C orretteza per correttezza non vo gliam o dire che Natale Tedesco abbia fatto male a proporre le «Storielle si cilia n e»: tutt'altro. Ed è certo il fatto che, se la ripubbli cazione dei testi del N avarro dovesse servire per dare a qualche critico la meschina possibilità di esercitare la propria megalomania ed a qualche al tro quella di incollare malamente N a varro in qualche manuale o repertorio (le ormai impenitenti storie della let teratura), m eglio sarebbe che le cose restassero com e furono. Tu ttavia un pio desiderio ci fa direl’ unica cosa seria da fare è appunto il recupero dei testi del N a va rro ed eventualmente di quello che si è scrit to sullo scrittore sambucese (anche in Francia, per esempio?). Sappiamo co me vanno certe cose: ma niente po trebbe fare il Comune di Sambuca? E si capisce che in quanto a rin traccia
V ictor Hugo e con una presentazione quanto meno deviante del pezzo navarrian o). In relazione alla bontà dì « Macchiette parigine » sarebbe bene rileggere « Postilla su Stendhal e N a varro » nel volume « La corda pazza » di Sciascia « L e fisim e di F lavian a». « La vita colore di rosa » (che sappia mo di queste due opere?), e poi «D on nine », in ogni modo, potrebbero pur chiarirci alcune congetture o sugge rirci nuove indicazioni. P er quanto ri guarda poi « Alcune poesie » sarebbero pura curiosità? Forse no. E' d’obbligo chiudere con le « S t o rielle sicilian e». Lette oggi, a distanza quasi di un secolo, appaiono diseguali, nel senso che, per esempio, Fillsofia coniugale. Filosofia patema. La pazzia di don Saverio, Don Rosolino, La m o rale deH’ istinto male si accordano con
Perchè Antonino restò. Come fu. La festa di Diana (p er certi aspetti neon , ducibile a La morale dell'istinto). A* more e morte: sta nel m ezzo Un ro m anzo naturalista. E così La Conca d'Oro, Viaggio, Paese, Paesaggio, Una masseria. U na festa si autoescluderebbero dal contesto generale della rac colta, m a c'entrano per v ia del fatto che non rim angono pezzi di bravura,, se qua e là la presenza umana trova aderenza come allo specchio, con il paesaggio. E’ il caso di rilevare che V ia g g io è scritto in prim a persona? E poi.- per trovare m eglio a N avar ro una genesi più precisa, sarebbe il caso di fare una discriminazione, tra le « Storielle » ambientate nell’estrema provincia con epicentro Sambuca e le « Storielle » ambientate altrove IL » Conca d'Oro, Un rom anzo natura lis ta Viaggio: quest'ultim o per buona parte)? Infine: nelle « Storielle », prese nella loro totalità, può darsi che N avarro avesse voluto soltanto restituire fatti e situazioni reali, senza nessuna prete, sa di esercitarvi scarti, senza cioè pre costituirsi, per cosi dire, ideologica mente? E' lecito ritenere che N a va rro aves se non casuale coscienza dell'operazio. ne che conduceva, nel senso che la d-rezione della sua « p o e tic a » non fos se casuale? E se questa non era casua le. come mai N avarro accedeva ad al tri limbi? Si tratta di indecisione? O più semplicemente si tratta della con sapevolezza di uno scrittore che ci appare ambiguo, soltanto perchè il r i tratto (rappresentazione) dell’am bigui tà? Per questa via N a va rro potrebbe essere considerato un precursore di ben più complesse attuali istanze? A l punto in cui siamo certo è che N avarro ci sollecita in diverse dire zioni: per questo riteniamo la presente nota come un p rom em oria un prom e m oria per Emanuele Calogero N avar ro, che non disdegnò Io pseudonimo di Blasco ed 11 titolo « d ella M iraglia », e per il quale come epigrafe occasionale e provvisoria potrebbe adattarsi il di stico di Camus: « Encore sur tes bords des voix triomphent qui se sont tues,/ Mais qui affirm ent parce qu'elles t'ont nié! » (Sulle tue rive trionfano ancora voci ormai taciute ( / Che dicono di sì perchè ti hanno negato!).
S A M B U C E S I ILLUSTRI
P. Salvatore Oddo da Sambuca Giuseppe Oddo, figlio di Baldassare e di Calogera Gulotta. nacque a Sam buca il 26 gennaio 1790. L 'i l gennaio del 1807. a 17 anni, ve sti l'abito francescano nel convento di S. Cataldo. Fu celebre missionario in Provincia e, dal 1815 in avanti, detentore di im portanti cariche: Guardiano a Salaparuta (1815) e a Sambuca (1816, 1840, 1841); Vicario a Ca6telvetrano (1837); Custode a Trapani (1840, 1841); Duo volte Lettore di sacra teologia a P a lermo (1850, 1851); Due volte Commis sario Provinciale e due volte D efini tore (1843, 1846). In occasione del Capitolo Provinciale tenuto in Palerm o il 17 febbraio 1854 sotto la presidenza del Rev. Generale Salvatore D'Ozieri, per le sue straor dinarie qualità e per i meriti p a rtico lari, fu nominato ex Provinciale con decreto del 9 febbraio 1854 esecutoriato nel regno. Fu molto affezionato al convento patrio tanto da curare la costruzione del secondo piano che venne, in se guito, detto dei « novizi ». M orì di colera a Sambuca il 30 Lu glio 1867 all'età di 77 artni mentre era ospite dei suoi nipoti allora abi tanti in prossimità della Chiesa Madre. Fu sepolto nella Chiesa del Conven to dei Cappuccini e sulla tomba che racchiude le sue spoglie, ai piadi dui gradino della balaustra, -è posta una lapide m arm orea con la seguente epigrafe« D.O.N./AL M.R.P S A L V A T O R E ODDO DA S A M B U C A /d ell’ordine dei Cappuccini / D ell nitore / Visitatore/Ex Provin ciale / per virtù e sapere e a
nessuno secondo/Missionario zelantis simo/di questo convento cenobio avendolo accresciuto e m igliorato/Nacque al 26 gennaio 1790/Mancò al 30 luglio 1867/dopo avere n ella lue asiatica/l'opera sua beneficamente prestato/P. Filippo Oddo Correligioso/ G rato à benefici dell’ottim o zio pa terno. Questa m em oria pose ». Scrisse diverse opere: — L » D ignità istruita — E' un volume manoscritto di 271 pa gine. L'opera è divisa in tre parti, composta e ristretta in istruzioni, qua li servono nelle missioni per sapere le dignità e le obbligazioni che hanno i chierici, i sacerdoti e i religiosi i. — Lu Latruclniu — Fu composto verso il 1850 e consta di 6 canti. Si tratta di un componimento poetico-satirlco in endecasillabi siciliani dove l’autore, con finissima s a tira fru sta tutti I ladri a qualunque ceto essi appartengono. — Selva Poetica — E' uno zibaldone del 1851. — Correzione Fraterna — E' anonimo ma gli viene attribuito per lo stile e perchè tra i cappuccini della P rovin cia di Palerm o era lui al lora che teneva il lauro della poesia vernacola siciliana. L ’autore in 310 sestine settenarie si ciliane fustiga roventem ente ed in mo'o canzonatorio gli aajerti del Cola di Carlo nella sua cantica contro 1 Reli giosi. G. L A BARBERA
LA VOCE DI SAMBUCA
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Opinioni e dibattiti In questa rubrica pubblichiamo gli articoli che esprimono punti di vi sta personali che non coinvolgono la' linea redazionale del nostro fo glio. « Opinioni e dibattiti »
è a-
perta a tutti i nostri lettori e, so prattutto, ai giovani che vogliono entrare a far parte della famiglia dei nostri collaboratori.
I Giovani nel contesto della società attuale Tutti sappiamo quali sono le ca ratteristiche della società d’oggi. U na società in continua evoluzio ne, dove molti fattori giocano un ruolo importante nella sua deter minazione. Da un ventennio a que sta parte una componente impor tante la caratterizza: quella econo mica.
è
Il boom economico industriale che si verificato negli ultimi anni ha fatto si che, la società d’oggi su bisce profonde modifiche struttura li ribaltando tutta una serie di va lori tradizionali. U n a società com petitiva. dove il desiderio di affer marsi, di conquistare qualcosa, di avere tutto ciò che oggi la vita può offrire, h a raggiunto punte di esa sperazione. E questo viene dimo strato dalle vicende di ogni giorno. Il guadagno facile a cui si ricorre molto spesso, usando qualsiasi mez. zod soprattutto illegale, aspirazioni a posti altolocati, nel gradini della scala sociale, corruzioni, sperperi etc. sono le conseguenze di un si stema che si è istaurato nella nostra società, e purtroppo si è sempre più rafforzato fino a raggiungere livelli cosi bassi da far pensare che non si vive affatto in una collettività organizzata, ma in un letamaio. In un quadro cosi composto quale è il posto occupato dai giovani?
è
Essi rappresentano una compo nente sociale il cui ruolo partico larmente importante. I giovani so no la classe dirigente del domani, la futura generazione che avrà nel le proprie mani le sorti intere di un paese. Ma di fronte a queste situazioni come reagiscono, quali posizioni as sumono? Si sa che essi per la loro stessa natura, sono impulsivi, in tolleranti, poco facili al compro messo, quest'ultima caratteristica li distingue in modo particolare dalla generazione passata, e Inoltre poco inclini a risolvere poblemi gravi che investono tutta la collettività e che rchiedono un impegno assiduo e co stante.. Molto spesso si può osser vare come l’atteggiamento -giovani le di fronte ai problemi della so cietà sia un netto rifiuto, dei pro blemi che la travagliano e, della società stessa. Si potrebbe spiegare questa po sizione, riferendoci a quel carattere proprio dei giovani, i quali non si sentono in grado di affrontare si tuazioni difficili delegando ad altri questo compito. Però personalmente credo che i motivi di questa sfiducia, di apatia, di intolleranza o autoesclusione siano da ricercarsi altrove. Bisogna innanzitutto vede re. che cosa una società siffatta può offrire loro. Forse un lavoro, un sicuro avvenire, una giustizia sociale, un quieto vivere, una vera libertà? Credo che niente di tutto questo può essere assicurato alla classe giovanile. I giovani che si affac ciano alla società per inserirsi in
essa, per svolgere il ruolo che più gli compete per offrire il loro ap porto, il loro contributo, desiderosi di costruirsi un avvenire di essere loro stessi gli artefici del proprio futuro, vedono svanire tutte le loro speranze, i loro sogni che avevano costruite con la fantasia e nel mo mento in cui cercano di tradurli nella realtà, assistono ad un im patto violento, seguito da un forte choc con conseguenze gravi e a volte disastrose per il loro morale e la loro psiche. Forse, sono questi i veri motivi che generano quel senso di sfiducia diffuso tra i gio vani, quella insofferenza che molto spesso sfocia nella violenza In que sto modo possiamo spiegarci come la m aggior parte di essi, nella par tecipazione alla vita politica si ri volgano alle punte estremiste di de stra e di sinistra, e il loro compor tamento sia caratterizzato dall’esa sperazione più acuta il cui risultato sono le bombe.
Febbraio 1975
Istituto Magistrale "E. Navarro" O R G A N I ELETTI V ic e
Preside:
P rof.
B arrile
Di B enedetto B elviso R osalia, G u lotta Paolo, V e n tim ig lia G aetan a. Francesco G en itori: G a g lia n o C a lo gero , Di P rim a A n to n in o e S cia m ò G en n aro.
C on siglio Disciplina: D ocenti effe ttiv i: B arrile M on talb an o G. S a lva to re Supplenti) G erlan d o
B elviso
Francesco,
Rosalia,
A q u ilin o
G enitori: G iu dice A n to n in o A lu n n i: O ddo A n ton in o C om itato V alu tazion e S ervizio: B arrile Francesco, Di G iovan n a A n to nino Supplente: A q u ilin o G erlan d o C onsiglio Istituto:
Negli ambienti studenteschi, so prattutto universitari, si ha modo di osservare, come non esistano af fatto vie di mezzo. O estremisti di destra o estremistri di sinistra op pure Anarchici. Molto spesso i rap porti di convivenza diventano im possibili, e allora capita molto spes so di assistere nei vari atenei a scontri tra fascisti e comunisti. M an ganelli. sbarre di ferro, bottiglie in cendiarie molotov, catene sono di ventati familiari, in questi ambien ti e tutti purtroppo ci siamo abitua, ti a conoscerli, molto spesso indi rettamente attraverso le cronache dei giornali, oppure qualche volta di persona, casualmente, capitando in quella baraonda senza volerlo.
D ocenti: B arrile Francesco, M on talb a n o Salvatore, Di G iova n n a A n ton in o,
Se ci si può spiegare il loro estremismo, non sempre però si è convinti della loro fede politica. In effetti penso che se i giovani si ri volgano a queste organizzazioni di destra o di sinistra, credo che mol to spesso essi non sono convinti del la giustizia di quei principi a cui si ispirano. In realtà essi ritengono, che soltanto in quel modo è possi bile cambiare qualcosa, riportare 1’ ordine sociale, avere una certa giu stizia. Non possono esistere per loro ac comodamenti, mezzi concilianti, sol tanto in un modo è possibile ope rare: agendo anche con la violenza.
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In vista di un fine superiore non importa quali siano i mezzi usati, se degli innocenti che non hanno colpa paghino a caro prezzo con la vita gli errori che altri hanno commesso e magari proprio quelli che sovvenzionano queste organiz zazioni estremiste rimanendo nella ombra. Purtroppo questa è un a tri ste realtà. Ma i giovani, quei gio vani che commettono questi errori non se ne accorgono e continuano a sbagliare. E' vero che senza di sordini, . guerre, rivoluzioni non si è cambiato mai nulla. E’ vero che molte conquiste si sono sempre fat te col sacrificio di tante vite um a ne. Ma se si vuole cambiare questa società che ha tanto poco da offrire* l'ordine delle cose, realizzare quel senso di giustizia e di libertà che tutti avvertiamo, non è certo questo il modo di farlo perchè è il modo sbagliato. Si vuole eliminare la corruzione, l'ingiustizia, e tutti gli altri mali che affliggono questa società e ine vitabilmente si ripercuotono soprat tutto sui giovani Ebbene, se di fronte all'-impossibilità di risolverli attraverso le istituzioni democrati che, credo che nessuno, profonda mente. piangerebbe se gli autori di questi mali fossero vittime di quel la violenza che loro stessi hanno generato. M a se degli innocenti deb bono pagare di persona senza alcu na colpa, vittime di un sistema marcio, corrotto e depravato allora non si può provare che sdegno, esecrazicne verso coloro i quali han no commesso questi delitti. Rimane da sperare soltanto una cosa: che la classe politica dirigen te prenda coscienza di questi pro blemi e cerchi di risolverli ricer cando i mali alla radice, cambian do una condotta fin qui errata, e non commettendo l'errore di consi derare le conseguenze come le vere cause di tutto un sistema che sta andando in malora. G IO R G IO L A M A N N O
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LEGGETE E DIFFONDETE « LA VOCE DI SAMBUCA »
Febbraio 1975
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LA VOCE DI SAMBUCA
Decreti Delegati: analisi delle votazioni A conclusione delle votazioni per l'elezione degli organi collegiali della scuola, cerchiam o di verificar ne i risultati e di tentare una inter pretazione. Diciam o innanzitutto che ha vin to la dem ocrazia assieme alla ma turità civile e sociale dol nostro popolo. I genitori, abituati, per antica tradizione, ad accostarsi alla scuola in atteggiam ento sommesso c in condizione subalterna, con le assem blee e con i dibattiti elettorali, han. no com inciato a parlare un nuovo linguaggio, che ha rischiato, qual che volta, di spingersi al lim ite del l'apparente irriverenza o addirittu ra della dissscrazione di un'imma gin e antica del « maestro » e « del l'educatore », ma che si avvia oggi
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Scuole elementare e matèrna 1) Scuola elementare e materna a) Docenti della scuola elem entare in caricati di collaborare col Direttore Didattico; 1) G urrera Balda ssa i'e (sostituisce il Direttore in caso di assenza o impedimento) 2) Restivo M atteo 3) Calcara Franco 4) Insinga Rosa b> Docenti della scuola m aterna stata, le incaricate di collaborare col Di rettore Didattico: 1) Ferrara M aria Saveria n. Mang'aracina 2) M artinez Eugenia c) M EM BRI E FFE TTIVI E MEMBRI SU PPLE N TI DEL C O M IT A T O PER LA V A L U T A Z IO N E DEL SERVIZIO DEI D O C E N TI DELLA SC U O LA ELEM ENTARE: 1) Dr. N icolò Rosario Lom bardo Direttore Didattico - Presidente di diritto. M em bri effettivi: 2) Corsentino Antonia 3) Trapani P ietro 4) Valenti Andrea 5) Di G iovanna Giuseppe M em bri supplenti) 6) Scuderi Salvatore 7) Calcara Franco d) M em bri e ffe ttiv i e m em bri supplen ti del com itato per la valutazione del servizio delle docenti della scuo la m aterna statale: 1) Dr. N ico lò Rosario Lombardo D iretore Didattico - Presidente di diritto. M em bri effettivi: 2) Ferrara M a ria Saveria n. Mangiaracina 3) M angione Pietra M em bro supplente:
4) Tagliavia none
Benedetta
n.
Im bor
1) Dr. N icolò Rosario Lombardo Direttore Didattico Rappresentanti del personale do cente: 2) Di Vita M elchiorre 3) Giam balvo Fanny 4) Montalbano M aria Grazia 5) Pendola Leonardo 6) Pendola Rosa 7) Scuderi Salvatore 8) T agliavia Benedetta 9) Trapani Pietro Rappresentanti del personale non docente: 10) G agliano Salvatore 11) M ilici Salvatore Rappresentanti dei genitori alunni: 12) Abate Salvatore 13) Coppola Calogero 14) Di Giovanna Antonino 15) G rafato Vincenzo 16) M aggio Domenico 17) M iceli Giovanni 18) Santore Leonardo 19) Taorm ina Pietro
degli
l a mista Sez. A Ins. Gurrera Baldassase, genitore eletto A llo ro Antonina-,. la m. Sez. B Ins. Di G iovanna Giusep pe, gen. Genna Luisa; l a m. Seez. C Ins. G iam balvo Puccio, gen. Sberna f'Bnedetta, 1“ m. Sez. D . Ins. La Rocca Rosaria, gen. L eggio Salvatore; 1° m. Sez. E - Ins. Ditta Elisabetta, gen. Sal vato Nicolò; 2» m. Sea. A - Ins. Murre, ra Calandra, gen. M aggio Domenico; 2“ m. Sez. B - Ins. M ontalbano M. Audenzia, gen. Ln goglia Nicolò; 2" m. Sez. C . Ins. G u gliotta Pietro, gen. Principato Ignazio-, 2a m. Sez. D - Ins. M angiaracina Oddo, gen. Montana Tommaso; 3“ m. Sez. A - Ins. Clraulo Fana, gen. Taottntaa Pietro (consegna to); 3a m. Sez. B .In s . Lom bardo Vinci, =*n. Montalbano Salvatore; 3a m. Sez. C - Ins. M aggio Margherita, gen. Cacioppo iPetro; 3a m. S e a D - Ins. G uzzardo Francesco, gen. Franco A n tonino; 4a F. Sez. A . Ins. Cacioppo Ce lidonia, gen. Cicio G iorgio; 4® F. Sez. B - Ins. G aglian o Marianna, gen. Ri naldi Giovanna; 4* M. Sez. R - Ins.
M em bri effettivi e membri supplenti del Consiglio di Disciplina -
2) Prof. Schilleci Gioacchino 3) Prof. Cusenza Giovanni 4) Sig.ra A b ru zzo Antonina 5) Sig. Ferrara Benito
Prof. Buscemi Di Prim a Calogera Prof. Di Prima Cardillo M. Licia Sig. Abruzzo Domenico Sig. Tarom ina Pietro
M embri! effettivi e membri supplenti del Comitato per la valutazione del servizio dei Docenti Giovanni,
preside
n !ambalvo Rosolino, gen. Am odeo M ar gherita; 4" M. Sez. B - Ins. Ditta A n drea. gen. Scirica Antonino; 5“ F. Sez. A. - Ins. Montalbano M. Grazia, gen. Cottone Carmelo; 5a F. Sez. B . Ins. Milana Riggio, gen. Vinci Antonino nsegnato); 6* M . Sez. A - Ins Tra pani Pietro, gen. Palermo Vincenzo; 5a M . ' Sez. B - Ins. Am odeo Giorgio, een. Arbisi Rosario; 5° M. Sez. C Ins. M ilana Salvafcotfe, gen. Bucceri Vito; Pluriclasse D iff. - Ins. Di Gio • mna Carm elina, gen. Gagliano G a spare.
Scuola Media "Fra Felice" O R G A N I C O LLEG IALI col
l ) Prof. M angiaracina A ld o (sostitusce il Preside)
1) 2) 3) 4)
Trapani Pietro A b ru zzo A ntonino G ulotta Antonio Di Prim a V incenzo
voti 7 » 7
M aurici V ito Sacco Maria G lorioso Giuseppe Cacioppo Francesca
vo ti • » •
8 5 4 4
CLASSE 1“ Sez. B 1) 2) 3) 4)
1) 2) 3) 4)
Vinci Antonino G iglio Pietra Vnci Giuseppina M aurici Vito
voti 7 » 5
Giovanni,
Ditta A ndrea D Franco Federico G a tto Bripida M iceli G io v a n n i.
voti 10 » 7 * 6 6
CLASSE 3a Sez. B
CO N SIG LIO DI ISTITU TO
1) Dr. N icolò Rosario Lombardo Presidente di diritto. 2) Pendolai Leonardo - Segretario di diritto. 3) Scuderi Salvatore . docente eletto 4) G agliano Salvatore - non docen te eletto 5) Coppola Calogero - genit. eletto 0) Taorm ina Pietro . genitore eletto
C LASSE 2» Sez. A
CLASSE 2» Sez. B
4) Prof. Campisi Roberto
G IU N T A ESECUTIVA-
vo ti 18 » 4 » 4 2
-
Membro supplente.-
1) Prof. Calcara Presidente
Puccio G irolam a A b ru zzo S alvatore Scim è C alogero Castronovo Gaspare
CLASSE 3a Sez. A
Membri supplenti:
1) Prof. Calcara Presidente
1) 2) 3) 4)
1) 2) 3) 4)
M em bri effettivi:
2) Prof. Catalanotto Giuseppe 3) Prof. M angiaracina A ldo
PRESIDENTE e VICEPRESID ENTE ELETTI D A L CO N SIG LIO DI C IR COLO: Dr. Miceli Giovanni (Presiden te; Sig. G rafato Vincenzo (v. Pres.).
Docenti incaricati di collaborare Preside:
2) Prof. Cacioppo Gaspare (segretario del C ollegio)
6) 7) 8) 9)
N IC O L A LO M B A R D O
c o l le g i e l i
M em bri effettivi:
I genitori eletti Elenco dei genitori eletti nei consigli di interclasse per la scuola elementare di Sambuca di Sicilia
o rg a n i
1) Prof. Calcara Giovanni, Preside Presidente
e) C O N SIG LIO D’ISTITU TO
una effettiva azione di pungolo per scelte valide, affin ch è ven gan o ri spettati i d iritti e gli interessi di base di chi studia. Bisogna evitare soprattutto che i nuovi organism i collegiali d iven ti no un ulteriore m eccanismo buro cratico capace soltanto di in tralcia re la soluzione dei problem i. P er tam ponare questo rischio, è necessario che g li eletti m ostrino buona fed e e buona volontà, ma soprattutto un certo im pegno ideo logico che non è « partitico ». G li eletti dovranno essere consa pevoli che i problem i d ella scuola non si lim itano alle aule, ai p a vi menti. alle palestre ecc.. m a toccat ilo al v iv o la form azion e com pleta, culturale e sociale, delle persone.
sizioni più vantaggiose che non in passato. T genitori però devono ricordare cae non sono chiam ati in causa come « esperti » di didattica e al tro: la loro presenza deve assicu rare la saldatura tra scuola e so cietà orale. Essi possono ottenere questo risultato verificando conti nuamente che quello che si insegna corrisponda ai problem i della vita attuale e locale, e dia le conoscenze necessarie per risolverli. Solo cosi > possibile fa rla finita con una cul tura stantìa che si tro va solo sui li bri e che conoscono solo i professori. Il discorso deve invece essere po litico, nel senso che deve tener con to della rea'tà sociale concreta, economica e culturale, in cui è si tuata la scuola. E deve costituire
ad essere dialogo franco e respon sabile tra pari, nell'esercizio di una democrazia, di cui si colgono, ina spettatamente, i vantaggi. A Sambuca d> Sicilia le votazio ni, in tutte le scuole, si sono svolte in m aniera civile ed ordinata. Alta la percentuale dei votanti; da 77 a 89 per cento. L’entusiasmo e il desiderio del nuovo degl! eletti sono ancora vivi, anche se si sa che i Decreti Delega ci non sono perfetti, ma sono già qualcosa, e la loro util'tà per il fu turo dei nostri figli dipenderà dallo uso che sapremo farne. La nuova legge nan riform a cer io la scuola, ma è semplicemente uno strumento che ci permette, da r r? in avanti, di tentare di realiz zare i cambiamenti necessari da po
preside
-
1) 2) 3) 4)
Caruso Baldassare A bru zzo Antonina A llo ro G iorgio V accaro Dom enico
voti
Membri: CLASSE l » Sez. C 2) 3) 4) 5) 6) 7) 8) 9) 10) 11) 12) 13) 14) 15)
Prof. Montalbano Adele Prof. G raffagnino Rosario Prof. Rubino Liboria Prof. Cacioppo Gaspare Prof. Montalbano Serafino Cardillo M. Licia Sig. Ditta Andrea Sig. Gatto Brigida Sig. Salvato Fanni Sig. G iglio Pietra Sig. Di Leonardo C alogera Sig. G agliano Giuseppe Scirica Antonino Prof. Gram igliano Vincenza - rap presentante docenti L.A.C.
ALTRE C ARIC H E DOCENTI
ATTR IB U ITE
AI
1) Prof.addetto alla biblioteca profes son Prof. Catalanotto Giuseppe 2) Prof, addetto alla biblioteca alun ni Prof. Di Prima Cardillo M. 3) Prof, addetto alle riviste - giornali Prof. Agosta Antonino 4) Prof, addetto alla C.R.I. e alla Dante A. Prof. La Genga Leonardo 5) Prof, addetto al materiale scien tifico . Prof. Am odeo Baldassare 6) Prof, addetto al materiale audio visivo - Prof. Buscemi Di Prim a 7) Prof, addetto al materiale A.T.M . Prof. Campisi Roberto 8) Prof, addetto al materiale A.T.F. Prof. Abbenanti Emma 9) Prof, addetto al m ateriale E.F. e sportiva - Prof. Costa Elio 10) Prof, addetto al m ateriale di Edu cazione A rt. - Prof. M ontalbano Serafino 11) Prof, delegato a riscuotere g li stistipendi - Prof. Campisi Roberto C O N SIG LI D I CLASSE CLASSE 1« Sez. A
1) 2) 3) 4)
Caloroso M ichele A bru zzo Domenico C ipolla G iovanni Areddia Eilsabetta
voU » • »
7 6 3 3
voti * » •
4 4 3 3
voti » » >
5 4 3 2
CLASSE 2a Sez. C 1) 2) 3) 4)
Oddo Antonino Ciaccio Giulia V in ci Giovanni Alesi M aria
CLASSE 3* Sez. C 1) 2) 3) 4)
A rm a to A u den zio A m odeo C alogera Fasullo A u den zio A rm a to C alogero
C LASSE 1* Sez. D. 1) 2) 3) 4)
Am odeo C alogero V accaro C arm elo Caninova Giuseppa Di V erde V incenzo
vo ti 9 » 7 ■ 8
CLASSE 2n Sez. D 1) 2) 3) 4)
Sa fina A n gelo Di Prim a Francesco Stabile Antonino C acioppo Isabella
vo ti » » »
9 6 3 3
voti » . »
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CLASSE 2* Sez. E 1) 2) 3) 4)
Cari Gaspare Cicio G iovanna M angiaracina Celidocia Colletti M aria
1
PE R C E N TU ALE V O T A N T I — Componente genitori — Componente docenti — Com ponente1N. Docenti
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LA VOCE DI SAMBUCA
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Il Mezzogiorno sotto il fascismo di MARCELLO CIMINO P er il suo interesse storico pubblichiam o questo servizio del collega M a rcello Cim ino com parso su « L 'O R A » del 27 ottobre. N e lla discussione sul M ezzogiorn o che si tenne al raduno fascista di N a poli il 25 ottobre del 1922, v ig ilia della m arcia su Roma, intervenne anche Mussolini. « Io ved o — e g li disse fr a l’ altro — io vedo la grandissima N a poli futura, la vera m etropoli del M e diterraneo nostro e la vedo insiem e con Bari e con Palerm o costituire i*n triangoluo potente di forza,- di energia, di capacità e vedo il fascism o che coordi na e raccoglie tutte queste energie... ». V en ti anni dopo, quando crollò il regim e, Napoli, Bari e P alerm o erano città disperate, sem idistrutte dai bom bardamenti, piene di rab b ia antifasci sta, occupate da eserciti stranieri, p ri ma tedeschi poi angloam ericani. N e ll’arco del ventennio il M ezzogior no non ebbe altro dal fascism o che le grandi sparate retoriche e istrionesche di Mussolini, com e questa, per esem pio, tratta dal discorso fatto a Paler mo nel 1924. « Q uello che io compio, o palermitani, è in prim o lu ogo un pel
Salvatore Cantone, Sciacca e i suoi monumenti, a cura del C ircolo di Cultura di Sciacca, 1874. 8°, (con m olte illustrazioni e g ra fic i). Nessuna città, tranne il capoluogo, nella nostra provincia, e ben poche n ella Sicilia, possono vantare una tra dizione storica e culturale come Sciac ca. Se ci portiam o indietro di tre se coli, troviam o il saccense domenicano p. Tommaso Fazello, detto a ragione «sii padre della storia s icilia n a », il quale, sebbene i tempi ancora immatu. ri non g li apprestassero perfezionati strumenti critici, si può giudicare di essere staio un geniale autodidatta: percorre in lungo e in largo, reitera tamente tutta l’ isola, indaga nel suo passato coperto dall’oblio scavondone le fonti, ricostruisce g li anelli logorati di una già salda catena, colm a molte lacune, ci tram anda l’ esistenza nel suo tempo di molti monumenti oggi scom parsi del tutto, ha intuizioni che col gono nel segno per indicarci diversi luoghi dimenticati dagli uomini e co perti dalle forze della natura e pone cosi le basi scientifiche della nostra storia isolana. Con questi esèmpi si potrebbe con tinuare ancora per un pezzo: cito an cora A. Inveges < uno degli illustri eruditi storici siciliani del secolo X V II », il cafri M. Ciaccio benemerito per aver raccolto e salvato numerosi domenti, I. Scaturro che, come storico locale, ci ha lasciato un’ampia storia
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leg rin a g g io di amore. In secondo lu ogo è una ricognizione. Oh! io conosco i vostri antichi e p er m olto tem po inap p agati bisogni. So quello che v i oc corre. P otrei num erare i paesi ed i co m uni che non hanno strade, che non hanno acqua: non ign oro la desolazio ne del latifondo nè m i è sconosciuta la tra ged ia oscura della z o lfa r a ». O com e qu est'altra tratta dal discor so fatto da M ussolini a R eggio Cala b ria il 31 m arzo del 1939. « V o i m i avete atteso per sedici anni... io sono venuto qui per vedere e costatare ciò che si è fatto. C iò che si è fa tto in questo prim o periodo dell’Era fascista è notevole, ma è ancora più notevole qu ello che si vede fare. I vecchi g o vern i avevan o inventato, allo scopo di non risolverla mai, la cosiddetta que stione m eridionale. N on esistano que stioni settentrionali o m eridionali. Esistono questioni nazionali poiché la N azione e una fam iglia... » Dopo oltre dieci anni di regim e fa scista — scrive il La Francesca un ac curato storico dell’econom ia — « l’au mento dei d ivari interregionali era an cor più netto; si consolidavano il trian golo industriale ed i rapporti di com plem entarità econom ica a senso unico
di Sciacca stesa con intendim enti scien tifici, che abbraccia la contrada sac cense tra il Belice e il Platani, la qu a le, per la trattazione, esce d all’am bito puramente locale e diventa storia di una vasta regione che ha avuto la sua im portanza nei passati millenni. Tutti questi storici di valore, accen nati e non, si sono industriati, per am ore del luogo natio, di illustrare la patria nei suoi restanti monumenti (antichi e m edioevali), nelle alterne vicende cittadine, che non sono di lieve momento e im p ortan za nel folklore, nella pittura siciliana in cui Sciacca vanta m olti artisti valorosi, nell’artigianato in cui sono tradizioni m illena rie, dal figu lo A ga to cle altrim enti no to n ella storia siciliana antica, alla scuola di ceram ica moderna. Ora Salvatore Cantone ci ritesse, con diligenza e amore, la storia dei su perstiti monumenti della città natia perchè, appunto, ne h a la competenza.infatti, alla storia di Sciacca ha dedi cato lunghi anni di studio, non solo, ma h a dedicato m olto del suo tempo libero dirigendo un’apprezzata e auto revole rivista, Kronlon, la quale, in oltre un decennio della sua vita, ha lasciato un’ orm a notevole nella cultu ra locale e in quella della zona con termine, nonché in largo senso sici liana. L’esigenza della... inciviltà moderna porta gli avidi speculatori a distrug gere senza pietà quanto i nostri padri ci hanno legato del patrim onio monu
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tra N o rd e Sud... qu est’ultim o rimar n eva tagliato fu o ri dal processo p ro du ttivo au tarchico sia che l ’econom ia si espandesse a ll’esterno sia che r i piegasse all'in tern o il ruolo del Sud r i m aneva subalterno e com parativam en te in v ia di progressivo d eterio ra m ento ». C ’è orm ai a disposizione una gran d e m ole di dati e di analisi atti a dim o strare com e il fascism o non abbia fa t to altro che a g g ra va re i m ali del M e z zo giorn o in tutti i sensi, ineluttabile conseguenza della sua funzione volta al potenziam ento del gran d e capitali smo italiano basato e tendente ad utilizzare com e colonia le region i m eri dionali. A l culm ine del regim e fascista l'e c o nom ia italiana era dom in ata da pochi e potenti oligop oli industriali u ltra p rivilegiati dal regim e, form atisi at traverso successive concentrazioni e fresche accum ulazioni all’om bra del protezionism o e del favoritism o p oli tico. N el 1939 — è un dato im pressio nante — c’erano in Italia oltre 10 m i la società per azioni m a appena 500 di esse detenevano i tre quarti del capi tale complessivo. I gruppi più potenti erano quelli chim ici com e la M onteca tini e la Snla Viscosa e g li elettrici com e la Edison. Seguivano 1 forn itori di arm i e di m ezzi m ilitari com e la F IA T, la Breda ecc. e i grandi appalta tori di la vori pubblici com e Purioelli. Erano tutte società interam ente p riva vate che realizzavano enorm i p rofitti e godevano di p rivilegi fiscali e di p ro tezioni doganali: tante sanguisughe ad dosso al M ezzogiorno. D i contro stanno le statistiche ri guadanti la m iseria del Sud durante il fascismo: analfabetism o stagnante.
Febbraio 1975 consum i alim en tari bassissimi, disoccu pazione, bassi salari. E cco a titolo di esem pio due dati in dicativi rigu ard an ti l ’anno 1931 in Si cilia: 1) analfabetism o p a ri al 40 p er cento d ella popolazione da sei anni in su, con tro il corrispon den te 20 p e r cento della m edia in fa n tile p a ri al 130 p e r m ille con tro 109 in Italia. T u tti i m ali fu ron o poi a g g ra v a ti d a ll’in cre m ento d em ografico platealm en te p ro pagandato dai fascisti. Di positivo — in apparen za — ci fu ron o soltanto i risultati d ella b a tta g lia del grano.- produzione forzata p er fin i autarchici a scapito di a ltre p ro duzioni, m a a va n ta g g io della ren d ita fo n d ia ria dei latifondisti e dei p ro fitti dei fabbricanti di concim i chim ici. N on è senza ragion e che, con suo raccapriccio ma n on con n ostra sor presa, una giorn alista in glese in tervistajndo giorn i fa g li u ltim i esponenti del latifondism o feu dale siciliano ha costatato un diffu so m alcontento nei con fron ti di A lm iran te : lo giu d i cano un po’ troppo m olle. Loro vo r rebbero una dose m aggiore di n a zi smo. E il loro buongusto d ove v a a fin ire? — si chiede l ’intervistatriace. Non è questione di buongusto, è qu e stione di p ortafogli: il fascism o g lie lo gon fiava. Così in m ancanza di un H itler andranno a battergli le mani lo stesso ad A lm iran te. M a il loro cuore sarà oltre oceano, nel Cile.- repressioni di massa contro operai e contadini, m ovim ento sindacale decapitato, retro m arcia a lla riform a agraria, salari de curtati, licenziamenti, industrie e m i niere restituite ai privati, scuole tra sform ate in caserme. E brindisi con lo cham pagne nei quartieri di lusso.
BIBLIOGRAFIA AGRIGENTINA
La Città di Sciacca e i suoi monumenti mentale che, del resto, appartiene non soltanto a quelli che lo detengono, che ne sono legittim i depositari, ma a tut ta l’umanità. A Sciacca, forse, più che altrove, molto, specie n e g li ultim i tempi, per voluto interesse o noncuranza delle autorità responsabili, si è irreparabil mente distrutto dei resti del passato. Riporto anch'io un grato ricordo della sim patica città: v i sono stato ad inse gnare, per la prima volta, m quella scuola tecnica agraria, n ell’oram ai lon tano 194U ho trovato un am biente m olto colto e accogliente, una città serena, equilibrata nel suo tessuto u r banistico collaudato da secoli: un ri chiamo alle arm i ha troncato il mio intrapreso colloquio con la storia saccense. V i sono ritornato fugacem ente di re cente e ho trovato una città da me irriconoscibile, sventram enti incivili, alti palazzi che soffocano i fortunati
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residui dei monumenti antichi. Perciò, proseguendo di questo passo, prim a che g li uomini ingordi e il tempo com pissero l’opera di una com pleta distru zione di Sciacca, il prof. Cantone, con vero coraggio civile, specie in tempi di lu para) h a pensato bene, e g li va dato atto di quanti hanno il culto del le m em orie del passato, di a v e r c o iv densato in un agile volum e di 82 pp., in 8°, il testo intercalato d a numerosi e interessanti illustrazioni e disegni, pesr fissare, alm eno n ella storia pre sente, la consistneza del patrim onio monumentale saccense, ricordandoci quello che è stato il passato, facendo in modo che questo scempio possa una buona volta finire. Con la denunzia dello scempio di questi preziosi mo num enti e il richiam o del glorioso pas sato vediam o cosi scorrere la storia di una delle più sugestive città di S i cilia. R A FFA E LE G R ILLO
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3 - IL CETO G ia n g re co p ro m ise ch e sarebbe ritor nato e ch e avre b be p ro cu rato , se non si riu sciva a tro va re la rice vu ta , le altre quaranta lire. In casa G io ve n ch i non ci fu pace. M a s tro Lorenzo se la prendeva con la m oglie e con la su o c e ra : erano sem pre delle sbadate ch e non capivano l’im por tanza di c e rte cose. Sbadati, sbafatavola inutili era no anche i figli. S e la pren deva cosi anche con i ragazzi che non gli davano — diceva — se non pre occu pazioni e rogne. Ta nino serra va il fiato in gola. Si ve deva già sul m arciapiedi, senza casa, senza letto e con la coperta sulle spalle com e i m entlcanti che ogni venerdì — il * santo venne ri » — venivano a C o m icchio da! paesi v ic in i: la nonna vecchia, la m am m a, donna Vicen za , dignitosa e offesa, il babbo onesto e orgoglioso, ed e ssi, i ragazzi, piccoli e indifesi, fuori; il sole e la pioggia, il freddo e le gelate de ll’alba. A l pensiero ne era terrorizzato. Pietro, il fratello m aggiore, tipo stra fottente e focoso, per sollevare il fra tello, al quale riconosceva l'apprensiva sensibilità, d isse : —
N on fare quella faccia di pezzente.
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LA VOCE DI SAMBUCA
Febbraio 1975
To rn ò
Racconto di A D R A N O di TER R AVECC H IA
Se ci butta fuori gli andrem o a bruciare fienile. Il fienile è sotto il palazzo e lo bruciam o vivo !
tante carte e le sfogliava una pe r una.
— C h e dici? Poi vengono i carabinieri e ci portano via! m orm orò Tanino tre m ante.
Tanino sognò II selciato della strada: il babbo con la barba lunga, don Pepè C olo m b o con i baffi e il bastone col ma nico d'argento; vedeva il buio popolato di fantasmi baffuti con gli occhi lucci canti, com e quelli d'un gatto, che lo puntavano m inacciosi. Non gli sem brava l'ora che filtrasse un pò di luce dalle fessure della porta e sentisse il cinquettio degli uccelli che ogni mattina si appol laiavano sui fili della luce elettrica. Si m etteva a sedere sul letto: vedeva alla incerta luce del lum ino che ogni sera la m am m a accendeva sul canterano per chè i ragazzi non si spaventassero del buio, i suoi fratelli che dorm ivano accan to. tutti in un letto grande, e ne invidiava la calma.
Nel pom eriggio venne dòn Audenzlo La Via, im piegato alla riscuoterla com unale, am ico del defunto nonno e anche di don Pepè Colo m b o. Don A udenzio parlò al calzolaio: — C a ro Lorenzo, dovevi essere più prudente! C e rte parole non ti dovevano uscire! — M a, don Audenzlo, com e si fa a sopportare certe calunnie, certi disprezzi, sangue di... che se non fosse per questi ragazzi me ne farei tutta galera davvero! — Intanto don Pepè ne vuole conto e ragione! soggiuge il La Via. — Se tro vo la ricevuta, quel cane non deve fiatare, altrim enti lo denuncio. — Senti che facciam o — disse, da pa ciere che era, don Audenzio — : tu cerca la ricevuta, io cerco di calmarlo e vedrò di accom odare la cosa. —
Faccia com e crede!
Lorenzo stava seduto e teneva sulle gam be un cassetto del com ò dove erano
Nulla. Una notte di tortura.
Si sentì un rum ore proveniente dalla stanza del genitori. Stanza per m odo di dire; in verità si trattava di un pezzo di quell'antrone diviso da un tram ezzo. Dal rum ore dei passi Tanino conobbe che era la m am ma. C hiam ò dicendo di avere sete, la m am ma gli portò un bicchiere d'acqua fresca. Era giuliva. Tanino non credette ai suoi occhi. Sognava ancora? Allungò la mano per toccare la spalla della mamma. Era proprio lei.
OPINIONI
Donna Vicenza si avvicinò a ll’orecchio del figlio e con voce com m ossa gli sussurrò:
Moralità e democrazia « A mio parere... » Pubblichiamo una nota inviataci da un giovane nostro lettore e concitta dino che abita a Ferrara, Salvatore Maurici. Si tratta di un giovane che ammiria mo per il lodevole entusiasmo con cui sì cimenta in problemi molto ar dui e complessi di cui si possono cogliere solo aspetti unilaterali. Per questo la collochiamo in quest’angolo sotto il titolo: « A mio parere... » coin volgendo la nota il giudizio personale dell’autore. Con la fin e d ella guerra e la succes siva ricom posizione d egli scomparsi p artiti dem ocratici rito rn a v a in Italia la lib ertà e con essa la D em ocrazia che era stata abbattuta violentem en te dalle circostanze che portarono al potere un gruppo di nazionalisti di varia estradizione sociale a cui si die de v ita con il nom e di fascista. Q u ella lib ertà l ’Ita lia l ’a v e v a p a ga ta molto cara con anni di lotta, di sacrifici e di sangue, il paese usciva da una gu erra che a v eva inghiottito tutte le riserve, le m igliori fo rze la v o ra tiv e e soprat tutto a veva cancellato quanto di buono si era creato in un secolo di unità na zionale. Con la fon dazion e d ella Repubblica ed i successivi go vern i si com inciò la ricostruzione sotto la gu id a di un par tito di m aggioran za assoluta cioè la D em ocrazia Cristiana a cui la gente a veva accordato fiducia. Guidato sag giam ente e g ra zie anche a sovvenzioni di paesi esteri, il paese si è gradatam nte ricostruito portando anche una illu soria ven ta ta di ricchezza che n oi non abbiam o e che è una delle tante cause del disfacim ento europeo ci si accorge che le cose vanno m ale in v a rie parti d ’Europa. Se escludiam o qual che caso sporadico in generale notia mo una decadenza dei costum i dem o cratici e di contro una recrudescenza della vio len za che stà p er schiacciare tutte le persone oneste, questa violen za che vieine usata facendosi prote zione d ietro va rie organ izzazion i po litiche ben determ inate di destra e del l ’estrema sinistra. In questo m odo si viene a lim itare la libertà di scelta dei cittadini costruendo delle situazioni false ed un p o’ assurde. E’ di questi g io rn i il ricatto politico del petrolio che viene usato per m o dificare una situazione politica d iffi cile che i com prom essi in tem azion ali non possono cam biare. A rab i ed Israe liani e indirettam ente i lo ro sovven zionatori, si am m azzano p er una pace che è sempre più d iffic ile da raggiu n gere. N oi di questo atroce con flitto paghiam o le spese giorn o dopo gio r no andando al m ercato a fa re la spesa sempre più cara per pagare del p etro lio sem pre più caro. Questo aumento
continuo della vita ha senz'altro la sua influenza nella d ifficile situazione che stiam o vivendo in questi giorni ma, non bisogna trascurare gli errori po litici che le va rie soluzioni politiche hanno determinato. Il colpo m ortale a ll’economia di ca sa nostra lo hanno arrecato i vari rap presentanti dei gruppi politici che fan no parte dell’arco parlamentare e go vernativo. Essi sono tesi ed impegnati nella spartizione del potere al punto da dim enticare m olti doveri verso i propri rappresentati, in altre parole an ziché utilizzare il pubblico potere per la collettività lo usano sempre più fre quente per usi personali arbitraria mente. Questa situazione anomala spiega ab bastanza chiaram ente la voglia della gente di occupare dei posti pubblici a tutti i costi per com andare ed abusare, m agari tutto questo E’ un pò esage rato ma, è certo che esiste. G li effetti di tale conduzione politi ca saltano subito agli occhi quando si eintra in qualsiasi u fficio aperto al pub blico con tanta vo g lia di vivere e si esce con una vo glia omicida che un qualsiasi gu errigliero di Settembre N ero diventa un simpatico pagliaccio a l confronto. E’ innegabile che fra m olti impiegati regn a la vo g lia del dol ce fa r niente ma, è anche vero che nessun legislatore si è mai im pegnato a fa r approvare una leggina che serva a regolam entare la burocrazia vero e proprio Mammuth, dello Stato soprat tutto impedisca la inutile corsa di una pratica fra un u fficio a ll’altro con il rischio quasi sempre reale di disper dersi con im m aginabili perdite di chi l’ha spedito. Questo disservizio che negli ultim i tempi si è accentuato ma, quel che è peggio adesso la gente lo considera quasi normale, legalizzando quindi uno stato di fatto del costume italiano. La spiegazione a questa situazione si può giustificare anche con la paterna listica raccoma<ndazione politica cosi di moda in questi ultim i tempi che coincide con la disgregazione dei par titi d ell’arco costituzionale causando il quasi tram onto delle istituzioni demo cratiche con le conseguenze che tutti notiamo e che vanno dai crim ini co muni e speciali (com e i sequestri di persona), diventati tanto numerosi da diventare ormai un’amara abitudine. La diagnosi è facile fa rla come pen so è pure semplice trovare un rim e dio: la democrazia e la m oralità vanno a spasso insieme, non si può eluderne una senza rovinare l ’altra con il r i schio di provocare un porcesso irre versibile di cui tutti siamo responsa bili e di cui potremmo pentirci di averlo avviato. S. M A U R IC I
—
Tanino. ho trovato la ricevuta!
A l figlio la mamma sem brò la donna della dracma sm arrita del Vangelo: « Ral legratevi m eco, chè ho trovato la dracma perduta! » —
Tu , mamma? Dove?
— Silenzio! Intimò la mamma portando l ’indice sulla punta del naso. Il babbo dorm e ; non sa niente ancora. Poverino, si è addormentato m ezz'ora fa. Ha ve gliato tutta la notte. M i fa tanta pena. — M a dove l'hai trovata? — S s s s i.. non svegliare i tuoi fratelli. D orm i; è ancora presto. Te lo dirò do mani.
nella
casa
dei
poveri.
— Ecco — disse Lorenzo — qui ci sono le quaranta lire e la ricevuta che attestano delle altre quaranta lire, lo non lo voglio neppure vede re: tem o, vedendo lo, di sporcare le acque. E... non dim en ticate': fatevi firm are una ricevuta di quanto gli consegnate.
(3 —
DALLA
PRIMA
continua)
PAG IN A
Nico a un passo e si interessa ai problem i d ella scuola, che oggi sono tanti, i ra ga zzi g li v o glion o bene forse perchè ha scoperto che si può costruire un dialogo anche con i ragazzi delle medie, poiché i loro problem i, p er la loro età, sono m olto grandi quindi bisogna segu irli da v i cino, capirli e cercare di scoprire i la ti positvi di ognuno, che tante volte non si riesce ad evidenziare. An ch e se fa re il b iologo è la sua passione ha scelto l ’insegnam ento p e r chè lo sente com e una missione e per chè gli lascia tem po lib ero p er occu parsi della musica che g li perm ette, com unicando con la gente, di espri mersi. N el 1972 un evvenim ento per un c e r to periodo dal mondo della musica le g gera. Il festival di Sanrem o di questo anno rappresenta quindi per N ico dei Gabbiani un atteso ritorno e una a l trettanto attesa occasione per ritro v a re i suoi numerosissimi fans. La canzone di Sanrem o si chiam a « Io credo » e ne è autore un deputato D.C. Francesco Tu m atu ri.
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Tanino s'a w o lto là felice tra le lenzuola e riposò per il resto della notte senza vedere più fantasmi sino all'alba Svegliò i fratelli a calci e pugni nel sedere. — Sveglia! La mamma ha trovato ricevuta di don • gattone »!
la pace
D on A u de nzio La Via e G ia n gre co fu rono svegliati di buon ora. Essi, avrebbero dovuto far sapere a quel rognoso chi ave va ragione e chi torto, chi era' l'onesto e chi il furfante.
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Questo era il soprannome con cui I ragazzi avevano battezzato don Pepè per via dei suoi baffi.
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— Viva il babbo! Abbasso don Pepè! Si stropicciarono gli occhi e gridarono in coro:
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— Viva il Babbo! Abbasso don Pepè! E Pietro continuò: — ... e gli faccia veleno il latte della sua caprai In omaggio alla gioia si tirarono ad dosso una salve di cuscini da un capo all'altro del letto. La mamma accorse alle grida festanti, e al rum ore di quelle esplosioni di gioia intuendo che II segreto era stato svelato. Vicenza non sgridò i ragazzi com ’era so lita fare. Era troppo conteta per farlo. —
Avanti,
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alzatevi,
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fannulloni!
E mentre all'uno porgeva la maglietta. all'altro gettava tra le braccia i calzoncini e al terzo indicava dov’erano i calzini, raccontò che nelle smanie della notte le venne in mente di rovistare le tasche di tu.tti gli abiti di papà. Detto fatto: sce se dal letto. Dal guardaroba tirò fuori le poche giacche, i panciotti e i pantaloni di Lorenzo.
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Era stato certamente S. O nofrio a sug gerirglielo perchè Vicenza lo aveva in vocato ripetutamente: ■ Santu Nofriu lu pllusu, c'u ’n’aviti nè tana nè pirtusu, pri lu vostru santu pilu, fatimi asciar! soccu plrdivu! » Il santo l’aveva ispirata. Per questo gli accese un lumino grosso cosi, da quat tro soldi. Nella tasca di un panciotto .quello della festa, sentì, sotto le dita, una carta; più che una carta una specie di sigaretta, ma che sigaretta non poteva essere per chè il papà non fumava, e perchè pressa ta forte con le dita restava com 'era. Si. non c'era dubbio: era la ricevuta. La fir ma era di quel cane di gattone di don Pepè. Tutto era risolto.
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LA VOCE DI SAMBUCA
Pag. 8
Febbraio 1975
Alfonso Di Giovanna, Direttore responsabile - Vito Gandolfo, Direttore amministrativo - Direzione, Redazione e Amministrazione: Corso Umberto I - Pai. Vinci - Sambuca di Sicilia (AG) - cc.p. 7/715 — Aut. Trib. di Sciacca, n. 1 del 7 gennaio 1959 - Abbonamento annuo L. 2.000; benemerito L. 5.000; jjt f f f sostenitore L. 10.000; Estero 10 dollari - Tipolitografia T. Sarcuto, Succ. F.lli Sarcuto - Agrigento Pubblicità inferiore al 70% - Orario in Direzione: dalle ore 17 alle ore 20: eccetto festivi e il sabato. DALLA
PRIMA
PAGINA
In sette anni esauriti, la gente risch ia di perdere il lavoro, i mezzi finanziari appaiono ir risori, se il Parlamento non autorizza la spesa anticipata dei fondi assegnati per i prossimi anni, oppure non conce de nuovi investimenti, le imprese non potranno andare avanti. Sul piano operativo c’è intanto da registrare da parte degli onorevoli Lau ricella, Musotto e Cusimano, del PSI, la presentazione alla Camera di una proposta di legge per accelerare l'opera di ricostruzione dei Comuni de vastati dal sisma. La proposta di legge dei deputati socialisti prevede di anti cipare agli anni finanziari 1975 e 1976 gl stanziamenti previsti per il ’ 79 e 1*80 dalla legge varata lo scorso anno dal Parlamento per accelerare l'opera di ricostruzione dei comuni terremotar ti. L’anticipazione degli stanziamenti consentirebbe allTsptettorato generale per le zone terremotate (che ha sosti tuito l’ ISES dal giugno deH’anno scor so) di acquisire i mezzi finanziari per appaltare, entro il 1975, le opere an cora occorrenti per l'attuazione dei programmi di trasferimento e di prò seguire i lavori intrapresi nella restan. te area terremotata, destinando ad es sa il previsto 15 per cento degli stan ziamenti. Inoltre l'ispettorato potreb be avviare ì lavori dei tre più urgènti piani di risanamento degli abitanti di Santa Ninfa, indispensabili per la fun. zionalità degli stessi insediamenti. Intanto pare che ci sia stata una richiesta dell’lspetorato di avere anti cipata la disponibilità di 44 miliardi, prelevandoli dei fondi assegnati alla ricostruzione dal '77 in poi. L'obiettivo è di non bloccare nuovamente g li ap palti dato che, recuperando parte del tempo perduto, sono stati già impe gnati buona parte dei fondi previsti per il ’75 e per il '76. Quarantaquattro m iliardi, in fondo, non dovrebbero sbancare lo Stato, soprattutto se la loro utilizzazione più spedita consen tirà di accelerare la ricostruzione. U N M IR AG G IO GLI IN SE D IAM E N TI N D U STR IALI SFUM A C APO G R A N IT O L A Il settimo anniversario del terremoto ha fatto registrare, inoltre, dal punto di vista politico, un convegno a M a zara del Vallo ed una tavola rotonda a Trapani. Il massimo comune divisore di tali iniziative: g li insediamenti in dustriali nella V alle del Belice. • L’impegno della DC per il rilancio socio-economico della Sicilia occidenta le: Capo Granitola, complesso indu striale mediterraneo » questo il tema della riunione di M azara alla quale hanno partecipato il ministro a ll’Industria Donat Cattin e il presidente del la Regione Siciliana Bonfigllo. A T ra pani la tavola rotonda ha avuto un carattere più propriamente tecnico. Erano presenti Einaudi, presidente dell'E G A M e sette dell’EFIM. Come ben si ricorderà il CIPE ap>provò .nel febbraio dello scorso anno il progetto per la costruzione del cen tro clettrometallurgico di Capo G ra nitola (ad una dozzina di chilometri da Campobello di M azara), previsto insieme agli insediamenti industriali del cem entificio è dello stabilmento per la produzone di tondino di ferro, per rispondere ai precisi impegni as sunti dal Parlamento nei confronti della popolazione del Belice. Per il cen tro elettrom etallurgico si prevedeva un investimento di 420 miliardi per gli impianti, di oltre 100 miliardi per le in. frastrutture con una< occupazone di 5200 unità lavorative. Il complesso elettrochimico avrebbe dovuto produr re 150 m ila tonnellate di alluminio all'anno, oltre 135 mila tonnellate di ferro-leghe. 30 m ila di magnesio e al trettanto di fosforo. M a per Capo Granitola sono sorte pure complicazioni: quintuplicato il costo dell’energia elettrica e triplicato quello del denaro si rende necessario l ’aumento degli hivestimenti. Un com i tato di studi entro sei mesi dovrà riferire sull'economicità di una cen trale nucleare o tradizionale. A ll'in izio si pensava che il centro sarebbe costa, to 400 miliardi, ora si è oltre i 600. Riritarisi dal programma la Montedison e l'Eni, resta l'Efim che nón ha
neppure i soldi per pagare i propri di pendenti. A l convegno di M azara il ministro dell’ industria Donat Cattin ha detto chiaro e tondo che il centro non si farà perchè lo Stato non è in grado di m an tenere g li im pegni in quanto non si reperiscono i m ezzi finanziari, la Cassa per il M ezzogiorn o è all'asciutto ed infine per la disastrosa situazione del. là fin a n za pubblica. Il m inistro ha consigliato di rivolgersi alla Com unità Europea, cioè puntare sui 200 miliardi del fondo CEE, che devono essere spe si nel Sud. Porto industriale, strade, ferrovia, acquedotti, scuole, ospedali li d ovrà realizzare lo Stato, mentre con 1 200 m iliardi della CEE Capo Grani tola potrebbe com niciare a nascere co m e polo industriale di dimensioni eu ropee. Per le altre iniziative in programma il punto è questo: il ton din ificio che sorgerà tra M en fi e Sciacca, 19 m liardi di investimenti, occupazone di 340 operai, 170 m ila tonnellate annue di prò duzione, per il quale occorre stabilire e presto se la Regione è disposta a fi nanziare le opere di urbanizzazione; il cem entificio non si sa ancora dove realizzarlo. L'Espi non ha versato il capitale nel settimo anniversario del dram m a che ha colpito le popolazioni d ella V a lle del Belice. Quest’anno solo alcune m i gliaia di baraccati e di lavoratori dei comuni terrem otati guidati dai loro sindaci hanno sfilato, dopo un com i zio in Piazza Politeam a, per le vie del capoluogo palerm itano il 14 gennaio scorso. Erano presenti i gonfaloni dei comuni di Gibellina, Santa N infa, Sani buca. Contessa Entellina. Corleone. Roccamena, Calatafim i, Partanna, San ta M argherita, Salemi, Vita, M onteva. go. Poggioreale, Salaparuta e M enfi. La giorn ata di protesta dei baraccali ha realizzato, oltre ad una « C onferen za del Belice » che d ovrà vedere in terlocutori le delegazioni della Valle, i sondaci, la Regione, i rappresentanti del G overno e degli enti dello Stato, la promessa da parte del presidente della Rgione B onfiglio di un incontro di sindaci dei comuni terrem otati con il presidente del Consiglio e con il ministro del Tesoro, nonché l'inseri mento dei problemi dello sviluppo ecdnomico del Belice nel pacchetto che la Federazione sindacale unitaria an drà a contrattare con il governo. A P. Politeam a i sindaci dei comuni distrutti dal sisma hanno elencato le solite piaghe della V alle del Belice: qualche centinaio di alloggi a totale carico dello Stato consegnato; dodici m ila abitazioni private da ricostruire; cementificio, tondinificio, centro elet trom etallurgico, nemmeno uno in fase di realizzazione; del piano dell'E S A soltanto un terzo delle opere è in v ia di realizzazione; per il com pletam ento delle urbanizzazioni prim arie e secon darie occorre fa r slittare i fondi desti nati agli anni che vanno dal ’77 a ll’88; l’ispettorato per le zone terrem otare ha dovuto bruciare 16 m iliardi in revi sione d>i prezzi, altri 10 in perizie di variante.
popolari del gennaio 1970, prevedeva -<j m iliardi p er le baracche, case po polari, contributi a g li artigian i e com m ercianti ed opere m arittim e e di svi luppo agricolo. Si proroga il term ine p er la ricostruzione dei centri terre m otati dal 1791 al 1973. La sesta e setti m a legge n azionale (n. 491 del 30 lu g lio 1971 e n. 94 del 15-4<J973) stan zia va altri 150 m iliardi per la ricostru zione con una spesa dilu ita in 10 anni, si esentavano i terrem otati dal p a ga m ento delle tasse fin o al 1974. Le leggi regionali (n. 1 del 3-2-1968, n. 20 del 18-7 1968, n. 6 del 3-3-1972) p revedevan o quasi dieci m iliardi di pronto soccorso in assistenza, agricoltura, lavori pub blici, sanità ed occupazione; la pre sentazione di piani d'intervento c o o r dinato ESA-EMS-ESPI; la redazion e da parte dell’ESPI di p‘ ani com prensoriali per il riassetto delle zone colpite dal terrem oto » (ved i « L a V oce di Sam buca » n. 138 — Settem bre 1973). M a il numero delle le g g i non ter nana qui. Infatti, un gruppo di p a rla m entari siciliani sta presentando un disegno di legge che mette a disposi zione dell’ ispettorato quattro m iliardi per la manutenzione delle baracche ed intende correggere qualche erro re del la precedente legge sulla ricostru zio ne, venendo incontro ai proprietari che devono ricostruirsi la casa con il contributo dello Stato. Fin’ora nessu no ha mosso un dito p er diverse r a gioni.- 1astrusità della legge per cui un p overo d iavolo o viene assistito da qualche organizzazione oppure rinun c ia in partenza a capirci qualcosa, la m ancanza di fondi, il ritardo delle ur banizzazioni, la m ancanza di conve nienza. U na legge del '68. infatti, stabili per la ricostruzione di a lloggi con più di sette vani, la concessione da parte del le banche di mutui fino a 12 m ilioni al 3 per cento, rim borsabili entro 35 an ni. N el '70 un'altra legge au torizzò g li Istituti delle case popolari e le coop e ra tiv e a sostituirsi ai p riv a ti n ella progettazione e ricostruzione degli a l loggi tram ite la cessione del contribu to e anticipando l ’eoventu ale d iffe re n za del costo dell'alloggio, p revia iscri zione di ipoteca sull’a llo g g io stesso. U na terza legge del '73 portò ad un ribasso d e ll’interesse sui mutui dal 3 aU’1,5 per cento. M a il d ifetto più grosso è rim asto tale e quale: il siste m a di capitalizzazion e della spesa a carico d ello Stato, ferm o restando lo 1,50 per cento a carico del privato, avrebbe com portato infatti un onere quasi uguale alla som m a mutuata. L’u ltim a le g g e dell’ottobre 1974, la quarta, che ha eleva to da 12 a 14 m i lioni il tetto del mutuo considerati i rincari dei costi, qualcuno- v o le v a por re rim edio al criterio della c a p ita liz zazione, m a il T esoro fu irrem ovib ile e la norma non passò, C om plessivar mente l'on ere per. la fin a n za pubblica sarebbe di 95 m iliardi, sedici dei quali da im pegnare entro il 1980, per soddi sfa re 55 m ;la pratiche; 12081 di rico struzione nei 14 paesi del B elice e le altre di riparazione in 117 com uni d i versi.
C IR C A
IL C O M O D O M ESTIERE DEL T E R R E M O T A T O
14 LEGGI IN
SO LI 7 A N N I
Ci si chiede spesso perchè a sette lunghi anni dal terrem oto le case non siano ancora sorte. Lo Stato forse non ha emanato in tempo le leggi? Certo che le ha emanate. N e ha emanate forse troppo! « Dal gennaio 1968 sono circa 14 le leggi, tra le nazionali e le regionali, che sono state approvate dal governo. E’ il caso di pensare che ad ogni anni versario del terremoto, Stato e R egio ne, non potendo dare le case, hanno dato in m edia due leggi per anno, non m anifestando alcuna volon tà po litica di realizzarle, tanto che si è parlato di « Stato fuori-legge ». Le prim e due le g g i (n. 182 e n. 240 del 18-31968), frutto di conversione di decreti leggi, prevedevano 29 m iliardi per agricoltura, artigianato, lavori pubblici, assistenza e sanità. La terza legge (n. 241 del 18^3-1968) fu votata quando 1500 terrem otati piantarono le tende a M ontecitorio: la ricostruzione doveva finire entro il 1971 ed era stato approvato il piano CIPE. La qu arta legge (858 del 29-7-1968) prevedeva 28 m iliardi per il pronto soccorso, le ba racche, l’assistenza. L a qu inta legge nazionale (n. 21 del &-2ri970) votata dal Parlam ento in seguito alle lotte
D elle zone terrem otate, dei lo ro prò. blemi, della loro gente si è detto sino alla nausa- se ne ritorna a p arla re puntualm ente ad ogni an n iversario di quel tragico giorn o. N o n è quindi tanto sullo stato d ella ricostru zione che proponiam o qualche considerazio ne, ma sul fa tto se è giusto ricord are che non poco si è fatto tra innu m ere voli d ific o ltà per fro n teggia re le più urgenti esigenze e per p rovoca re unu razionale ripresa. V o g lia m o in vece rife rirc i a un d i scorso che abbiam o frequentem ente ascoltato secondo cui la condizione di terrem otato è com oda e fru ttifera tale d a essersi trasform ata addirittu ra in una « professione » red d itizia e quasi invidiabile. E’ un discorso questo che trae origin e appunto da qu ell’insiem e di fjrovvid en ze che Stato e R egion e hanno adottato in fa v o re di cittadini cosi duram ente a ggred iti dalla sven tura; provviden ze che possono a v e r determ inato in qualche occasione, co m e è fatale, sin gole situazioni di com prensibile assuefazione. M a da qui a teorizzare la « invidiabile » con dizion e del terrem otato ce ne corre-, e d un d i scorso s iffa tto è l’ in con fon d ib ile se
gn o della tendenza di m olti a discono scere g li altrui a ffan n i rea lizza n d o in tal m odo una p ro p ria visio n e del m on do, avu lsa da q u ella reale, p er la qu ale tutti g li a ltri stanno bene, se la pas sano a m e ra v ig lia e solo noi in vece siam o le vittim e d ell'in giu stizia, i de positari d elle vere sofferen ze! P arla re solo d elle baracche, d ella ricostruzione, sarebbe un erro re gro sso lano; la cru d a re a ltà d ella V a lle del Belice non si ferm a, n è p a rte d a lle ba racche, n è da qu elle della V a lle del Belice. Qusto s ig n ific a ch e il terrem o to ha reso eviden ti m ali stru ttu rali che non stanno n elle viscere p reca rie della terra, ma ap parten gon o a lle vicen d e d ella gente e al secolare assetto d ella loro rea ltà di con viven za. Il terrem oto ha messo in crisi la S icilia intera, perché tutto qu i era una crisi p e rm a nente: un a ffa tic a to e q u ilib rio di d e pressione, un assetto instabile di con traddizioni a ll’om bra del m a lg o v e rn o m ai scon fitto in tegralm en te, nonostanstante la generosa pressione d elle fore nuove. D anilo D olci p a rla addirittur a di assassinio, a ffe rm a n d o ch e la S icilia paga le conseguenze di un’ig n a v ia che ha orig in i antiche e d e ll’in v prontitudine cro n ica di chi com anda. Ci si spiega solo cosi che il sism a ha p rovocato danni talm ente spaventosi, tanto m a g g io ri di quelli ch e si sa reb bero verificati con ben diverse stru ttu re econom iche. La v ita n ella va lla ta tnon vo leva scom parire. La sua vo lo n tà di riscatto era stata g ià una volta, anche se fleb.lmente, afferm ata) un anno prim a d ella tragedia. Una gran d e m arcia del d olore e della speranza in cui m an m a n o che si. risalivan o le valli, d ove di li a dieci mesi la traged ia si sarebbe som m ata a tragedia, si precisavano g li obiettivi, la diga G aia di cu) si p a r la da più di trent'anni, la cantina so ciale a M ontevago, a G ib ellin a l'o le i ficio e a R occam ena la cen trale del latte e la fab b rica di form a ggio, nuove strade, acqua potabile p er tutti i c o muni, scuole, la terra ai contadini, la lq u id a zio n e del latifon d o e d ella m afia. Poi il terrem oto la ro vin a com pleta, l’assassinio. A chi ch iedeva case ed in frastru ttu re decenti si o ffr e la d isgre gazion e dei nuclei fam iliari, dapprim a ijna tenda, un posto n ella scu ola ri covero, un b ig lietto di sola andata per qualunque destinazione p u rch é oltre lo Stretto; a chi ch ied eva industrie e digh e si m ettono a disposizione serviz m iracolosam ente sn elli p er la con cessione di passaporti, niente bolli e niente attese. Di prosp ettive m eno si p a rla m eglio è. Per m olta gen te il terrem oto non è più solo un alibi, può diventare una mania. S ’è ta glia ta la testa al toro, non ci sono più problem i. \ v a lla ta non d a rà più fastidio. E’ ch iaro che inquadrato in questi term ini il prob lem a « V a lle del Beli ce » assume il suo v e ro sign ificato, e per rendere ancora più ch ia ra la no stra analisi è necessario ad d itare i r e sponsabili che non d evon o essere, ne sono, com e è d iven ta to di m od a in Ita lia, i capri espiatori, ma i veri respon sabili, co lo ro ch e giustam ente d evon o essere portati sul banco d egli im puta ti, co lp evoli di sa crificare e m ortifica re centinaia di esseri um ani e colpevoli p rin cipalm en te di m an ten ere irrisolta una questione, quella m eridionale, che si trascina da decenni e decenni, non a ffro n ta n d o la globalm ente, in un qua. dro o rga n ico di rifo rm e che investano sia i m eccanism i di svilu ppo econom ico, sia la stru ttu ra esageratam en te b u ro c ra tic a dello Stato, sia i rap p orti tra le classi. R isu lta ch ia ro com e sia d ello S tato una la rgh issim a fe tta di responsabili tà in questa situazione. Responsabilità g r a v i che, si badi beine, non rig u a r dano solo la ricostru zion e dei paesi terrem otati, m a una zo n a più vasta e più conosciuta. L a classe dirigen te in d efin itiva, deve fa re q u ello che non ha m ai in teram en te fa tto prim a. Sareb bero questi dei buoni m o tiv i per por tare il g o v e rn o sotto processo, sul ban co d e g li im putati, m a fin o ad ora non un solo responsabile dal presidente del C o n siglio a ll’u ltim o fu n zio n a rio della lunga caten a d ella b u rocra zia , h a mai v a rc a to le so glie di un tribunale. In tan to chi paga lo scotto di questa in ef ficien za, di questo m ancato fu n zio n a m ento siam o n o i m eridion ali, terrem ofa ti o no, m a tutti co lp iti d a llo stesso male.