Laura Serafini
derma
Laura Serafini
derma Progetto grafico, foto e copy luciferi fineart LAB - Arezzo Stampa Tipografia Basagni - Arezzo Š tutti i diritti riservati
sponsorizzato da
S
i narra che i salici piangenti, ad un certo punto della loro vita,
Le sue opere non sono caratterizzate da una relazione immediata
smettano di crescere verso l’alto, arrestino la loro naturale
con il dato naturale, non rivolgono lo sguardo al suolo per epurarlo
corsa verso il cielo, e inizino a cercare la loro strada nelle
in una epifania espressiva. Partendo da esso, l’artista intraprende
viscere della terra, negli strati più profondi del suolo, innervando le
la via dell’intellezione, per giungere alla scoperta dell’identità umana
loro radici nel terreno scuro e ricco di vita invisibile. è un processo,
ad esso correlata, e che in esso si nasconde. Sceglie infatti delle
questo, affatto banale e, se vogliamo, alquanto sorprendente se
mappe come supporto dei suoi disegni, delle vere e proprie
si adotta il punto di vista di noi uomini, costitutivamente abituati a
cartine realizzate dall’uomo come studio del territorio, della sua
cercarci nell’Iperuranio immateriale, a trascendere verso i segreti
conformazione geologica, della sua disposizione geografica. Nulla
che il cielo racchiude nella sua infinità.
di più distante da un’interpretazione naturalistica della terra.
Laura Serafini cerca altrove la sorgente a cui attingere ispirazione,
è un lavoro di stratificazione, di visionaria concentrazione sulle curve
bussa, proprio come un salice piangente, non alla porta del cielo,
sinuose che i letti dei fiumi solcano nel terreno, che le strade asfaltate
ma scava nel profondo della terra.
dall’uomo compongono; un lavoro di attenzione sulla disposizione
Come una moderna Talete ante litteram ‒ a differenza del filosofo
degli agglomerati urbani, dei rapporti tra pianure e bacini, tra
greco che cadde in un fosso perché camminava guardando il cielo,
depressioni e colline. L’artista conduce una ricerca attenta, raffinata,
l’artista in quel fosso ci si tuffa volontariamente ‒ è nella terra, sulla
che si snoda lungo percorsi di fiumi o di isolati, di coste o di aree
sua variegata superficie, che trova l’incipit delle sue opere.
geografiche. Chiaramente attratta dai capolavori rinascimentali,
Messa così potrebbe sembrare che la Serafini faccia della materia, della
la Serafini attinge la linfa vitale dai profondi substrati della terra,
Madre Terra, l’oggetto di investigazione della propria arte. Ma non è così.
sublimati intellettualmente dalla mappatura tecnica dell’uomo.
Nella relazione tra gli elementi dello spazio, concettualizzato dalla
Una tendenza istintiva a (ri)trovare sul tracciato tecnico delle carte
conoscenza di geometri e architetti, Laura Serafini scova e manifesta
topografiche corpi e forme familiari, proiezioni del proprio io, in un
i segreti dell’identità personale umana, un dialogo tra i confini del
continuo dialogo tra la predeterminazione di ciò che siamo e il libero
corpo e quelli che, naturalmente o artificialmente, il suolo compone.
arbitrio di diventare ciò che vogliamo.
Così i rilievi irrigui di Montedoglio, Singerna, Chiascio, disegni tecnici
Attraverso un disegno puro fatto di linee, curve, dettagli, ombre e
che parlano di un progetto, di coordinate, di spazi e percorsi precisi,
vuoti, la rilettura e la rielaborazione delle carte tecniche in senso
sembrano aderire a corpi dal tratto classico e manifestare l’umana
antropologico diventa il modo di rendere quegli oggetti, fondati
ricerca di un piccolo posto nel mondo, una gratificante particella
su astrazioni, rappresentazioni visive di elementi identitari, se non
dove innestarsi perfettamente. O ancora l’entroterra toscano, l’alta
addirittura biografici ed individuali: così Laura Serafini inserisce il rosso,
valle del Tevere o le suggestive crete senesi, con i loro diffusi bacini
elemento cromatico che richiama “la forza, l’energia, la passione che
idrografici, descrivono traiettorie in cui la Serafini ritrova lineamenti
ti spinge oltre l’ordinario”, come la stessa afferma.
corporei, per lo più femminili, che assumo forme e posture intime,
Le sue opere, dunque, nascono da un mondo interiore, un mondo
atteggiamenti delicati, tanto eterei quanto impalpabili, alla ricerca di
che si crea dialogicamente attraverso la ricerca di un codice che
un destino individuale iscritto all’interno dell’ordine che l’uomo trova,
raffiguri il proprio spazio, la propria indole, le proprie inclinazioni in un
o scrive, nella natura. I livelli si sovrappongono e si confondono in
universo cristallizzato dalla potenza ordinatrice della mente umana.
un gioco di linee, segni e immagini in cui ciascun spettatore può e
Lo spettatore ha la possibilità di scrutare, di guardare, di sentire, e
deve trovare la propria personalissima chiave di lettura. Una sorta di
non solo vedere, l’universo dell’artista e, allo stesso tempo, lasciarsi
pareidolìa cosciente, una spinta spontanea e al contempo manierista
trasportare esattamente lì, lungo le curve, le pieghe e le sezioni
a rintracciare caratteri strettamente umani all’interno delle mappe.
nascoste del corpo e del mondo.
W
eeping willows are said to stop growing at some point of
In fact, her works are not characterized by an immediate
their lives. As their natural running to the sky comes to
relationship with the natural datum, they do not stare at the
an end, they begin digging their way to the bowels of the
ground to purify it in an expressive epiphany. Beginning from
earth, through the deepest layers of the ground, reviving their roots
the datum, the artist undertakes the way of comprehension
in the dark soil, full of invisible life. This process is far from trivial and
to finally discover the human identity related and intrinsic to it.
quite surprising ‒ according to our point of view as human beings ‒,
As supports of her drawings, she chooses authentic maps,
since we are essentially accustomed to looking for ourselves in the
created by humans as they studied the territory, its geology
intangible hyper-uranium and transcending the secrets kept by the
and its geographical disposition. There is nothing farther from a
sky in its infinity. Laura Serafini seeks the source of her inspiration
naturalistic interpretation of Earth.
elsewhere. Instead of knocking on the door of heaven, she digs
This is a work of layering, of applying a visionary focus on the
deep in the earth, just like a weeping willow.
sinuous curves riverbeds and paved roads mark on the ground.
Like a modern Thales ahead of her time ‒ unlike the Greek
It is paying attention to urban areas’ layout, to the relationship
philosopher, who fell into a ditch while he was walking looking up at
between plains and basins, between hollows and hills.
the sky ‒, the artist dives voluntarily into that ditch. There, on Earth
The artist’s search is careful and refined, it twists and turns along
and its variegated surface, she finds the roots of her works.
river paths, city blocks, coasts and geographic areas. Clearly
By describing it in this way, it might seem that Serafini makes of the
attracted by Renaissance masterpieces, Serafini draws lifeblood
matter itself ‒ Mother Earth ‒ the object of investigation of her art,
from Earth’s deep substrata, intellectually sublimated by man’s
but this is not true.
technical mapping.
Within the relationship among elements of spatiality, conceptualized
spontaneous and Mannerist at the same time, to trace strictly human
by the knowledge of surveyors and architects, Laura Serafini locates
characters within the maps themselves.
and shows the secrets of human personal identity, a dialogue
There is an instinctive tendency to (re)discover bodies and familiar shapes
between the boundaries of the body and the boundaries created,
on the technical track of topographic maps, on the projections of oneself,
naturally or artificially, by the ground’s surface. So the irrigation marks
in a continuous dialogue between the predetermination of what we are
of Montedoglio, Singerna and Chiascio, technical drawings illustrating
and the free will to become what we want.
a project, coordinates, spaces and precise paths seem to adhere to
Through pure illustrations made of lines, curves, details, shadows and
bodies with classic traits. They display the human research of a small
empty spaces, the rereading and the anthropological re-elaboration of
place in the world, of a rewarding particle where one can perfectly
technical papers become a way to make of those objects, based on
insert oneself. Moreover, the suggestive Crete Senesi (Sienese
abstractions, visual representations of identity, or even of biographical and
Clays), the Tuscan hinterland or the upper Tiber Valley ‒ with their
individual elements. Within this frame, Laura Serafini includes the color
well-known river basins - describe trajectories in which Serafini finds
red, a chromatic element that recalls “the strength, the energy and the
bodily features ‒ mostly female ‒, assuming intimate postures and
passion that push you beyond the ordinary”, as she stated. Her artworks
shapes, delicate attitudes that are as ethereal as impalpable, while
arise from an inner world, a world that is dialogically created through
looking for an individual destiny inscribed in the order that humans
searching a code that depicts its own space, nature and inclinations in
uncover or write in the nature.
a universe crystallized by the ordering power of the human mind. The
Levels overlap and blend in a game of lines, signs and images in which
viewer has a chance not just to see, but also to inspect, look and feel
each spectator can and must find his own personal interpretation.
the artist’s Universe while he is carried right inside it, along the bends, the
This creates a sort of conscious illusion, an impulse, which is
folds and the hidden sections of the body and the world.
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d’Arezzo
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ď‚„rilievo
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"Il cammino lascia sulla mia pelle i segni di chi lo incrocia. Grazie a Massimo per essere la mia bussola. Grazie a Elisa e Alessia, le mie muse, per essere vento e stelle." “The path leaves on my skin the mark of my own meet and greet. Thank you Max for being my bearings. Thank you Elisa and Alessia, my muses, to be wind and stars.�
ď‚ƒrespiro
2016 100x60 cm sanguigna, carboncino, pastelli e acquerello su carta applicata su forex
Laura Serafini è nata nel 1965 ad Arezzo, dove vive e lavora. Il suo percorso artistico è seguito da alcuni curatori ed alcune gallerie, tra cui La Torena Arte a Cortona (Ar) e Down To Art a Gent (Belgium).
Laura Serafini was born in 1965 in Arezzo, where she lives and works. Her artistic path is curated by some critics and several galleries, including La Torena Arte in Cortona (Ar) and Down To Art in Gent (Belgium).
Siamo il risultato di una strana alchimia tra origine e cammino, luogo e tempo.
We are the outcome of a mysterious alchemy between origin and path, place and time.
Sono nata in Casentino, Arezzo, in una famiglia contadina tra campi e boschi. Sono cresciuta imparando che il valore è dato dal saper fare, così ho lavorato e la mia creatività l’ho utilizzata per scopi pratici. Poi sono diventata madre e la mia vita ha cambiato direzione. Non c’è niente di utile nel creare la vita. è un salto nel buio terribile e meraviglioso; come Alice che si lascia cadere nel buco, ho cominciato il mio viaggio di artista. Un nuovo sorprendente mondo si è manifestato: ho studiato tecniche pittoriche, scultura, restauro, disegno dal vivo; ho esplorato il colore lasciando che invadesse la mia vita; ho cercato la mia strada; ho esposto in mostre personali e collettive, in Italia e all’estero, e partecipato a numerosi concorsi. Uno stile figurativo in costante evoluzione caratterizza il percorso che mi ha portato ad indagare l’essere umano in tutte le sue sfaccettature e contraddizioni, a cercare un punto di equilibrio tra disegnare il corpo e rappresentarne le pulsioni. Se la tecnica insegna a camminare, gli incontri segnano le svolte. Frequentando un corso di nudo accademico ho conosciuto giovani artisti che hanno allargato i miei orizzonti. In un tempo di rabbia e incertezza esprimo il malessere di crescere, la ricerca di identità, donando i corpi al loro percorso, sottovoce, come un sussurro che calma lo spirito.
I was born in 1965 in Casentino, Arezzo, in a peasant family, spending my early years among fields and woods. I grew up learning that the main value is the know-how, so I worked and used my creativity to practical purposes. Then I became a mother, and my life changed direction. There’s nothing useful in creating life. It’s a shot in the dark, terrible and wonderful at the same time; as Alice In Wonderland lets herself fall into the hole, I began my artistic journey. A surprising new world appears: I studied painting techniques, sculpture, restoration, figure drawing; I explored the color letting it invade my life; i was looking for my own way; I exhibited in solo and group show, in Italy and abroad, and participated in numerous art competitions. A constantly evolving figurative style characterizes the path that led me to investigate the human being in all its facets and contradictions, to seek a balance between drawing the body and represent the pulsions. If the technical knowledge teaches to walk, the interactions mark the turning point. Attending an academic figure drawing course I met young artists who have opened up my horizons. In a time of anger and uncertainty, I try to express the malaise of growing up, the search for identity, surrounding the bodies to their own path, quietly, like a whisper that reassures the spirit.
La terra è la mia origine, seguo il segno e cammino in cerca di me.
The Earth is my origin, I follow the sign and search for my own.
Catalogo realizzato grazie al prezioso contributo di This catalogue is made with the valuable contribution of
“una mia opera dimora tra queste antiche mura” “An artwork of mine dwells among these ancient walls” belladiceciliano.it
"ogni persona assennata ama l’arte e il cioccolato” “Any sensible person loves art and chocolate” vestri.it
Finito di stampare nel mese di giugno 2016 presso Tipografia Basagni - Arezzo
lauraserafini.art@gmail.com www.lauras.it