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Mold&Mold di Paola Busoli premiata all’evento “Artigiani del futuro. 100 Storie”

Mold&Mold

“Per l’esemplare testimonianza di impresa italiana ispirata ai valori dell’artigianato. Per la capacità di tenere insieme tradizione manifatturiera, tensione all’innovazione, sostenibilità, legami con il territorio e le comunità, contribuendo così ad un’economia più a misura d’uomo e per questo più coesiva e competitiva”. È questa la motivazione per cui Paola Busoli, titolare dell’impresa Mold&Mold, ha ricevuto il riconoscimento consegnatole durante l’evento “Artigiani del futuro. 100 Storie”, il rapporto promosso da Fondazione Symbola e Confartigianato.

La storia dell’azienda

Mold&Mold nasce dalla fusione di due eccellenze made in Italy del distretto del biomedicale di Mirandola. Oggi l’azienda è una dei protagonisti mondiali dello stampaggio plastico e della progettazione e produzione di stampi. Nel 2021

BBG (meccanica di precisione) e RB (stampaggio plastico) hanno dato vita a Mold&Mold, partner di gruppi leader a livello mondiale nei settori biomedicale, packaging alimentare, elettronica e cosmesi. L’azienda si sviluppa su 4.500 mq di superficie produttiva coperta. Nel 2022 ha fatturato 10.3 milioni di euro e prodotto 99 milioni di pezzi. Mold&Mold può contare su un reparto di ricerca e sviluppo che li ha portati a lavorare a due progetti Horizon2020 sulla tecnologia SLM, Selective Laser Melting: basata sul principio della stampa 3D, rispetto ai metodi convenzionali consiste nella fusione tramite laser di polvere finissima di acciaio strato su strato, partendo dal file di progetto. Queste competenze e questa tecnologia sono tra i fiori all’occhiello dell’impresa. Strumenti che permettono di creare stampi tailor-made ad altissima efficienza dotati di condotti interni che ne garantiscono un raffreddamento estremamente rapido, abbattendo i tempi del ciclo produttivo e incrementando fino al 50% la produzione.

L’azienda Mold&Mold è stata inserita nel rapporto “Artigiani del futuro” e Paola Busoli è stata tra le tre relatrici dell’evento, per portare la propria testimonianza.

Oltre a essere stata premiata, lei è stata una delle tre relatrici dell’evento. Durante il suo intervento che cosa ha voluto sottolineare?

«Inizialmente ho illustrato che cos’è Mold&Mold. Anche per ovviare a una domanda che spesso mi viene posta: “Ma è Mold&Mold oppure RB?” a cui solitamente rispondo: “Entrambe”. Mold&Mold, è nata dalla fusione di due aziende storiche a seguito del terremoto del 2012. Ecco da questo drammatico episodio, l’insegnamento che ho provato a trasmettere è che ci si può e ci si deve sempre rialzare».

Che valore assume questo riconoscimento?

«Devo ammettere che siamo un po’ border line, nel senso che questo riconoscimento si chiama “Artigiani del futuro”, ma noi non siamo più così giovani: quest’anno abbiamo celebrato 50 anni di attività. Mezzo secolo è una cifra importante. Per ciò che concerne l’“essere artigiani”, noi fatturiamo 11 milioni di euro, quindi non ci reputiamo proprio artigiani secondo il canonico modo di intendere il mestiere. Ma io dico sempre una cosa: l’artigiano in Italia non è semplicemente la micro impresa o la piccolissima impresa, ma è un vero e proprio state of mind. L’essere artigiano non è dare attenzione esclusivamente all’aspetto economico, ma è focalizzarsi anche sull’obiettivo che si sta perseguendo, sul capitale umano e sul progetto che si porta avanti. L’artigiano è volontà di creare qualcosa: e questo è un aspetto insito nella figura artigiana e non industriale». È la prima volta che riceve questo premio?

«“Artigiani del futuro” nello specifico sì, ma in 50 anni di attività puoi capire che abbiamo ottenuto diversi riconoscimenti. Abbiamo ricevuto premi per ciò che concerne differenti tipologie di eccellenze, sia come Bbg sia come RB. Ecco, diciamo che come Mold&Mold è il primo riconoscimento che otteniamo».

In 50 anni di attività avete vissuto diverse fasi di trasformazione del nostro paese, del mercato e del settore in cui operate. Si sente di dare dei consigli a quei giovani che magari vogliono avvicinarsi al mondo dell’imprenditoria?

«Sicuramente c’è bisogno di tantissima pazienza. Un consiglio che mi sento di dare è di non guardare solamente la parte relativa ai numeri, ma avere anche una forte preparazione di stampa psicologico. Al giorno d’oggi, e soprattutto nell’epoca post Covid, per quanto riguarda la gestione dei lavoratori, dei collaboratori e dei partner esterni, c’è bisogno di un linguaggio particolare e di una chiave di lettura mutata dopo la pandemia che abbiamo vissuto fino a poco tempo fa. Se prima fare industria era semplicemente creare e raggiungere obiettivi di tipo economico, a oggi credo sia importante partire dalla parte di visione, missione e gestione del progetto in se. La parte economica è una conseguenza. Se oggi parti però dall’aspetto finanziario, secondo me non si va troppo lontani». 