Aprile 2023

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distribuzione gratuita presso gli esercizi commerciali a: Campalto - Favaro Veneto - Tessera - Dese APRILE 2023 Anno

MENSILE A SFONDO SOCIALE DI PUBBLICA UTILITÀ

IL MESE DEI FIORI

Aprile è senza dubbio il mese delle fioriture. Dalle piante onamentali agli alberi da frutto la natura si adorna di splendidi colori. Lo scopo di questa esplosione cromatica è quello di attirare gli insetti impollinatori, come le api. Senza di loro, non esisterebbe gran parte dei cibi che portiamo sulle nostre tavole. Oggi l’uso sconsiderato di insetticidi nell’agricoltura intensiva, soprattutto in quella vitivinicola, sta decimando questo esercito silenzioso e indispensabile.

In questo numero:

SCAVO E RIQUALIFICAZIONE

DELL’OSELLINO_25 APRILE_COMMISSIONE DELLE ELETTE DELLA

MUNICIPALITÀ DI FAVARO_IL LI-

BRO DEL MESE_BICI NEWS_SERATA DI POESIE E MUSICA_LA PAGINA DELL’ARCHEOLOGIA.

Glicine in fiore

Rocca d’Orcia - Toscana

XX N°219

SCAVO E RIQUALIFICAZIONE DELL’OSELLINO

L’incontro è stato organizzato dall’associazione La Salsola e si è svolto il 31 marzo scorso presso la sede dell’Auser di Campalto. Vi hanno partecipato il Presidente del Consorzio Acque Risorgive Francesco Cazzaro, il direttore Carlo Bendoricchio, l’assessore comunale Massimiliano De Martin e un centinaio di persone interessate al progetto.

L’argomento era lo stato di avanzamento lavori dopo la conclusione del primo lotto (costato 5 milioni di euro), che prevedeva la realizzazione della Varice-darsena al rione Pertini e il rifacimento del manufatto alle Rotte.

In apertura il Presidente della Salsola Claudio Piovesan, aveva ricordato che da più di trent’anni si attendeva l’esecuzione del progetto di riqualificazione dell’Osellino.

L’Osellino rappresenta un bene

ambientale di grande rilevanza per tutta la terraferma mestrina e costituisce, da secoli, la via naturale per l’accesso alla laguna, alle isole e alla città storica.

Francesco Cazzaro ha fatto presente che, nel recente passato, il progetto aveva avuto una grave battuta d’arresto perché il piano precedente era stato respinto da tutti i portatori d’interessi ed era stato perciò necessario rifare la progettazione, togliendo lo sbarramento di Tessera. Il progetto era stato poi approvato dalla Regione, suddiviso in quattro lotti esecutivi e finanziati con fondi di legge Speciale per Venezia per la somma complessiva di 27 milioni di euro.

Il Direttore del Consorzio Carlo Bendoricchio ha illustrato i lavori previsti nel secondo e terzo lotto per il costo di 15 milioni, che saranno

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Transito sul nuovo manufatto “Alle Rotte”

eseguiti nei prossimi 540 giorni. Questa fase prevede la predisposizione del deposito per i fanghi scavati, luogo dove saranno esaminati, trattati e deciso un eventuale riutilizzo, se compatibili con la normativa. Il progetto pone molta attenzione all’aspetto ambientale, con la conservazione del sito di nidificazione dei gruccioni, e alla sicurezza idraulica, con il rinforzo dell’argine sinistro, verso la campagna.

Le barche ormeggiate nei siti oggetto dei lavori saranno spostate più a valle e ricollocate a lavoro finito. Per lo scavo del canale saranno utilizzate delle chiatte poste al centro dell’alveo e pertanto la navigazione sarà interrotta, salvo la possibilità del transito a senso alternato senza interruzione dei lavori.

Il nuovo manufatto alle Rotte e in particolare la sua gestione è stata la questione più discussa durante l’assemblea. Il direttore Bendoricchio ha fatto presente che le paratoie saranno alzate e abbassate secondo la marea, per impedire la risalita del cuneo salino. Questo consentirà l’apertura del manufatto due volte al giorno e per il fine settimana.

Durante la stagione estiva le aperture saranno ancora più numerose. Il direttore ha anche aggiunto che saranno effettuati gli studi e le verifiche necessarie, fino al termine dei lavori, per valutare le migliori soluzioni e consentire ulteriori possibilità di uscita/entrata dal canale. Da parte di molte persone è stata

ribadita la pericolosità del canale di Tessera per la eccessiva velocità dei motoscafi e battelli diretti in aeroporto.

È stata infine fatta presente la necessità del controllo sulla velocità delle barche nell’Osellino, problema che costituisce un serio pericolo per la tenuta delle sponde arginali e per la sicurezza degli altri natanti. In conclusione si può dire che è stata un’assemblea molto utile per far emergere le varie posizioni dei portatori d’interessi, mettere a fuoco le criticità e predisporre le misure necessarie per ridurle.

È stata perciò una bella occasione, e di questo bisogna ringraziare la Salsola, per aver posto all’attenzione di tutti la necessità di portare a compimento questo progetto di riqualificazione, da troppi anni atteso dalla cittadinanza.

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Lionello Pellizzer

25 APRILE: DUE FESTE IN UN GIORNO

Nella nostra città, due sono le festività che si celebrano contemporaneamente il 25 aprile: la prima, e forse più sentita dai veneziani, ricorda il santo patrono Marco. Secondo un’antichissima tradizione, Pietro mandò Marco a evangelizzare Alessandria d’Egitto dove fondò la Chiesa locale diventandone il primo vescovo, per subire in seguito il martirio: fu torturato fino alla morte sopraggiunta un 25 aprile verso l’anno 72. Ebrei e pagani volevano bruciarne il corpo, ma un violento uragano li fece disperdere, permettendo così ad alcuni cristiani di recuperare le spoglie e seppellirle in una grotta. Da lì, nel V secolo, furono traslate nella chiesa costruita al Canopo di Alessandria, incendiata nel 644 dagli arabi e ricostruita in seguito dai patriarchi di Alessandria.

Nell’828 approdarono in questo luogo i mercanti veneziani Buono da Malamocco e Rustico da Torcello che s’impadronirono delle reliquie dell’Evangelista, trasferendole con uno stratagemma a Venezia. Furono accolte con grande onore dal doge Giustiniano Partecipazio e riposte provvisoriamente in una piccola cappella, luogo probabilmente identificato come quello in cui oggi si trova il tesoro di San Marco.

Iniziò la costruzione di una basilica che fu portata a termine in tempi relativamente brevi. La cerimonia della dedicazione e consacrazione, avvenuta il 25 aprile 1094, fu preceduta da un triduo di penitenza, digiuno e preghiere per ottenere il ritrovamento delle reliquie dell’Evangelista delle quali non si conosceva più l’ubicazione. Si narra che,

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Gentile e Giovanni Bellini: predica di san Marco ad Alessandria

dopo la Messa, si fosse spezzato il marmo di rivestimento di un pilastro della navata destra, a lato dell’ambone e fosse ricomparsa la cassetta contenente le reliquie, mentre un profumo dolcissimo si spargeva per la Basilica.

Venezia è indissolubilmente legata al suo Santo patrono il cui simbolo di evangelista, il leone alato che artiglia un libro con la scritta: “Pax tibi Marce evangelista meus”, è da secoli lo stemma della Serenissima. L’usanza di donare un bocciolo di rosa rosso nel giorno di San Marco risale a una leggenda medievale e ricorda la triste storia d’amore di Maria, figlia del Doge e soprannominata “Vulcana”, con Tancredi. Sarebbe stato Orlando, il paladino di Carlo Magno, a portare a Venezia un fiore insanguinato come ultimo pegno d’amore di Tancredi caduto in battaglia. Chiusa in un immenso dolore, Maria fu trovata morta stringendo sul cuore il fiore dell’amato. Di ben altro tenore è la ricorrenza civile. Il 25 aprile 1945 è il giorno in cui il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia, il cui comando aveva sede a Milano ed era presieduto da Alfredo Pizzoni, Luigi Longo, Emilio Sereni, Sandro Pertini e Leo Valiani proclamò l'insurrezione generale in tutti i territori ancora occupati dai nazifascisti, indicando a tutte le forze partigiane attive nel Nord Italia di attaccare i presidi fascisti e tedeschi, imponendo la resa, giorni prima dell'arrivo delle truppe alleate;

parallelamente il Comitato di Liberazione Nazionale emanò in prima persona decreti legislativi, assumendo il potere «in nome del popolo italiano e quale delegato del Governo Italiano», stabilendo, tra le altre cose, la condanna a morte per tutti i gerarchi fascisti. Entro il 1 maggio tutta l'Italia settentrionale sarebbe stata liberata. La Liberazione mise così fine a vent'anni di dittatura fascista e a cinque anni di guerra. la data del 25 aprile simbolicamente rappresenta il culmine della fase militare della Resistenza e l'avvio effettivo di una fase di governo da parte dei suoi rappresentanti che porterà prima al referendum del 2 giugno 1946 per la scelta fra monarchia e repubblica, e poi alla nascita della Repubblica Italiana, fino alla stesura definitiva della Costituzione. Su proposta del presidente del Consiglio Alcide De Gasperi, il Re Umberto II, allora principe e luogotenente del Regno d'Italia, il 22 aprile 1946 emanò il decreto legislativo luogotenenziale n. 185 "Disposizioni in materia di ricorrenze festive" che all'articolo 1 recita: «A celebrazione della totale liberazione del territorio italiano, il 25 aprile 1946 è dichiarato festa nazionale.» La ricorrenza venne celebrata anche negli anni successivi, ma solo il 27 maggio 1949, essa è stata istituzionalizzata stabilmente quale giorno festivo.

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COMMISSIONE DELLE ELETTE DELLA MUNICIPALITÀ DI FAVARO VENETO

La Commissione delle Elette viene

istituita nel 2020 subito dopo l'insediamento del Consiglio, dal Presidente della Municipalità, Marco Bellato, come da Regolamento interno, ai sensi dell’art. 25 del Regolamento Comunale.

È composta da tutte le Consigliere che fanno parte del Consiglio stesso, la Portavoce, Consigliera Rosanna Rado (Lista Brugnaro) e dalle Consigliere Ilaria Di Meglio (Lega Nord), Barbara Forti (Fratelli D’Italia), Roberta Tossato (Partito Democratico), Debora Vettori (Lista Boraso) e Monica Zennaro (Partito Democratico).

In questi anni la nostra Commissione ha organizzato e realizzato periodicamente diversi eventi, incontri e progetti in collaborazione con molte Associazioni, commercianti e volontari del nostro territorio, affrontando a 360° tutto ciò che riguarda il mondo femminile e le pari

opportunità: incontri pubblici sulla Prevenzione e riabilitazione al femminile, con ULSS3 Serenissima e le Pink Fire, collaborazioni con i commercianti di tutta la Municipalità con “Le vetrine in rosa” per raccogliere fondi per l’Associazione LILT di Venezia, Biciclettate e camminate per Ottobre Rosa, dando anche visibilità al nostro splendido territorio, Forte Bazzera, Gronda Lagunare, parchi e boschi.

Grande importanza al fenomeno della violenza sulle donne e di genere, diffusione di numeri e contatti dei Centri antiviolenza del Comune vicini a noi. Creazione di un video per far conoscere i segnali di richiesta di aiuto in caso di violenza, presentato durante i nostri incontri pubblici e postato su canale youtube (https://youtu.be/uDssIzFioQA).

Organizzazione di un Corso di autodifesa Femminile per donne e ragazze dai 14 anni in su, assieme alla

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ASD Judo Favaro Club Campalto. Spettacoli teatrali e presentazioni di libri sempre a tema femminile. E chi più ne ha, più ne metta…. Quest’anno solo per Marzo Donna abbiamo presentato ben 12 eventi sul territorio con la collaborazione di molte Associazioni che, e questo è il più bel risultato ottenuto, si sono proposte alla nostra Commissione con tanti splendidi e interessanti progetti.

Quello di cui noi Consigliere andiamo fiere è che stiamo creando una Rete di collaborazione con tutte le figure che si occupano di sociale, di collettività di solidarietà, di aiuto, con un unico obiettivo, essere tutti dalla stessa parte: dalla parte di chi ha bisogno di aiuto.

Il Gabbiano

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Piazzale Zendrini - Villaggio Laguna

Venezia - Campalto

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“Mia madre è sempre stata una persona scomoda, non solo per le autorità russe, ma anche per la gente comune. Scriveva la verità, nuda e cruda, su soldati, banditi e civili finiti nel tritacarne della guerra. Parlava di dolore, sangue, morte, corpi smembrati e destini infranti.”

Giornalista di “Novaja Gazeta”, uno dei principali quotidiani dell’opposizione russa, Anna Politkovskaja ha raccontato fino alla sua morte la seconda guerra in Cecenia, la

corruzione, i delitti e le omertà della Russia di Putin.

Il 7 ottobre 2006, quando è stata uccisa nella sua casa nel centro di Mosca, il suo volto è diventato il simbolo della libertà d’espressione. Sua figlia Vera aveva ventisei anni e da quel giorno si è battuta insieme al fratello Il’ja per avere giustizia. Ha vissuto sulla sua pelle tutte le lentezze e le ambiguità della macchina della giustizia russa, le informazioni contraddittorie, le ipotesi più assurde.

E soprattutto ha lottato per ricordare la lezione della madre: “siate coraggiosi e chiamate sempre le cose con il loro nome, dittatori compresi”. Dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, il cognome Politkovskaja è tornato a essere oggetto di minacce di morte al punto da doversi trasferire in una località segreta con la famiglia. Ha scritto questo libro perché sua figlia, la nipote che Anna non ha mai conosciuto, e il mondo intero possano ricordarsi sempre la storia unica di una donna che non ha mai nascosto il suo dissenso per la politica di Vladimir Putin e che non ha avuto paura di denunciare le violazioni dei diritti umani in Russia compiute da un ex ufficiale del Kgb diventato l’artefice di un minaccioso disegno imperiale.

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Quarto d’Altino - È stata inaugurata sabato 8 aprile la nuova pista ciclabile lungo il canale Siloncello. L’opera collega Altino e le sue aree archeologiche con la ciclabile del Sile, dove s’innesta all’altezza di Trepalade. Per realizzare la pista sono stati necessari un iter di quattro anni e un investimento di 1,2 milioni di euro, di cui 600 mila finanziati dalla Regione. La nuova opera s’inserisce all’interno dell’anello di ciclabili turistiche di cui è dotato il territorio altinate e che comprende un tratto della Greenway del Sile fino a Portegrandi e il percorso della Memoria la cui manutenzione straordinaria, comprensiva del rifacimento del ponte crollato, è stata approvata con il progetto esecutivo per 508 mila euro. L’inizio lavori è previsto entro l’estate. É già stato redatto anche il progetto per la sostituzione lungo la ciclabile del Sile delle staccionate in legno, ormai rovinate, con nuove in acciaio corten, per altri 320 mila euro. A tutto ciò va aggiunta l’approvazioneda parte della Città Metropolitana del ponte sul fiume Zero all’altezza di Zuccarello. L’opera è stata fortemente voluta dalle associazioni che a vario titolo si occupano di ciclabilità e turismo sostenibile e permette di collegare attraverso uno degli ambienti più interessanti del nostro territorio, percorrendo l’argine del fiume Dese prima e il Percorso della Memoria dopo, la nostra città con l’area archeologica e il litorale.

Favaro Veneto - Procedono con speditezza i lavori lungo via Triestina verso Tessera e si spera che finalmente, dopo quasi un ventennio di gestazione, il progetto possa presto essere concluso permettendo il transito in sicurezza di ciclisti e pedoni.

Campalto - Come evevamo in precedenza scritto, con il mese di aprile è stato ripristinato il transito sul manufatto “Alle Rotte” consentendo così di raggiungere dal Passo il parco di San Giuliano lungo il vecchio percorso. Purtroppo risulta in molti punti dissestato e si spera che durante i lavori in corso sull’Osellino qualcuno ci possa mettere le mani. Non si hanno invece notizie certe sull’altro settore, quello che dal Bosco di Campalto dovrebbe congiungersi con la parte già realizzata all’altezza dell’idrovora.

Abbiamo chiesto un confronto con le varie amministrazioni per cercare di capire quali possano essere gli eventuali sviluppi per il nostro territorio e se esista un volontà politica (fino a ora non emersa) per affrontare i numerosi problemi legati alla ciclabilità a Campalto.

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Gianfranco Albertini

SERATA DI POESIE E MUSICA

Era il 2014 quando Giuliano, presidente di Blog Territori e Paradossi, amante della poesia e bravo poeta, proponeva di dedicare una serata a chi sa capire quanto sia bello trasportare sentimenti e sensazioni nel mondo fantastico delle parole e dei versi. Questa idea diventava realtà il 15 novembre nell’aula magna dell’istituto comprensivo Gramsci, la stessa che ci ha ospitati nella serata di venerdì 14 aprile.

Riuscimmo allora a raccogliere le opere di 16 autori e il titolo della serata era “Le poesie nascono al sole” tratto da un componimento di Mario Dimeglio.

Fu un momento magico premiato dalla partecipazione di un folto pubblico. Ricordiamo Chiara, Francesca e Michael che seppero coinvolgerci con la loro musica, Francesca, capace di dare voce e nuove emozioni ai versi dei poeti, e tutte le altre persone che a vario titolo avevano contribuito all’organizzazione della serata.

Altre edizioni si sono succedute negli anni fino al 2020 quando tutto era pronto per andare nuovamente in scena, ma il Covid, certamente non amante dell’arte, volle metterci lo zampino. “Amo te che mi ascolti”, tratto da un’opera di Umberto Saba, era il titolo che avevamo scelto per l’occasione e che abbiamo deciso di mantenere anche oggi.

Siamo così tornati nella sede “storica”, assieme all’associazione “Amici di Oliviero Lessi”, per un nuovo appuntamento: Chiara, Michael, Cristina e gli studenti della scuola, davanti a un folto pubblico in una sala “sold-out”, ci hanno accompagnato in un viaggio nel mondo dell’arte ricco di emozioni e gradevoli sensazioni.

È certamente uno stimolo per continuare, grazie alla disponibilità degli insegnanti della scuola media Gramsci e all’entusiasmo degli studenti nel trovarsi di fronte a un’esperienza per alcuni di loro certamente unica Resta però un piccolo rammarico:

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aver visto tante persone in piedi ad assistere alla serata a causa della insufficiente capienza del locale. Purtroppo, come abbiamo rimarcato in altre occasioni, in tutto il territorio della Municipalità manca un luogo pubblico adatto agli spettacoli che possa ospitare più di un centinaio di persone. Spesso abbiamo chiesto ospitalità, sempre gentilmente accordata, alla chiesa di Campalto in grado di contenere circa 300 persone ma, vista la sacralità del luogo, va considerato il tipo di attività da svolgere.

Le associazioni

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LA PAGINA DELL’ARCHEOLOGIA

Questo sito archeologico si trova in un contesto decisamente particolare e inusuale. È infatti all’interno di una zona tutelata dal punto di vista paesaggistico e naturalistico in quanto limitrofa a un’area lagunare, in un territorio compreso fra il Porto di Baseleghe e la foce del Tagliamento, ma contemporaneamente anche alle spalle e a ridosso di uno degli epicentri del turismo di massa per eccellenza delle coste venete. Siamo, per la precisione, nell’area conosciuta come Mutteron dei Frati, nella località balneare di Bibione, frazione di San Michele al Tagliamento, nell’estremo limite orientale della provincia di Venezia. All’interno della pineta di destra della Valgrande, ai piedi di un’antica duna litoranea, all’interno dell’azienda agricola “Val Grande”, di proprietà privata, con accesso in

via Baseleghe al civico 2. L’esistenza di questo sito archeologico è nota sin dal 1760, data dei primi ritrovamenti. Eruditi e storici locali ne avevano già segnalato la sua rilevanza: agli inizi dell’Ottocento, l’avvocato di Concordia Sagittaria Dario Bertolini, quindi lo storico e giornalista di Latisana Aulo Gellio Cassi che, nell’ambito di un progetto avviato dal Consorzio di Bonifica di San Michele al Tagliamento nel 1932, fu il primo a scavare in maniera scientifica nell’area in questione. Vennero allora messi in luce resti di ambienti mosaicati e di strutture murarie alte fino a circa 2,5 metri, eccezionalmente conservate in quanto ricoperte dai sedimenti delle dune sabbiose che caratterizzano questa fascia costiera. I resti furono allora attribuiti a un edificio residenziale di età romana inquadrabile, grazie ai frammenti di mattoni bollati ritrovati, al I sec. d.C.. Gli scavi vennero poi ripresi negli anni Novanta del secolo scorso dall’allora Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto. Per la precisione nel 1991, 1994 e 1995. Queste ultime campagne hanno permesso di portare alla luce sette ambienti relativi alla villa, di cui sono emersi non solo i muri di fondazione, ma in alcuni casi anche gli alzati con tracce di decorazione pittorica parietale. L’area esplorata

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I Romani a Bibione: la villa romana al “mutteron dei frati”

riguarda senza dubbio ambienti di soggiorno padronale di una villa a mare collegata anche alla rete idrica interna.

L’impianto originario della villa, costituito da pietra calcarea squadrata, probabilmente dalle cave di pietra di Aurisina, con muri regolari dello spessore omogeneo di cm 60 per gli esterni e di cm 50 per gli interni, risale alla seconda metà del I sec. d.C. A questo nucleo orientale, in epoca molto più tarda, venne aggiunto un secondo settore, di cui sopravvivono solo due vani, entrambi caratterizzati dall’uso di una tecnica edilizia costituita da muratura più grossolana con blocchi calcarei che si accompagnano a frammenti laterizi di spoglio, ovvero provenienti dalla spogliazione di altri edifici, e a un legante più friabile. Il rinvenimento nell’impasto della malta usata nel muro divisorio orientale di una moneta dell’imperatore Onorio (395-423) costituisce inoltre un importante indizio cronologico per la datazione dell’intervento strutturale ma anche per la conferma della continuità d’uso della villa forse fino al V secolo. Nel 2018 si è ripresa in mano la questione e pochi mesi fa c’è stato l’avvio di una nuova stagione, che si preannuncia particolarmente promettente, di ricerche nel sito. Quest’ultimo rappresenta infatti un vero e proprio unicum sia per il suo straordinario stato di conservazione e sia per le possibilità future che offre alla ricerca. La nuova campagna

di scavi sta interessando una superficie di circa 60 mq, che viene indagata e documentata da un’equipe internazionale composta da ben 20 archeologi, sia docenti che studenti, dell’università tedesca di Regensburg e di quella di Padova, con la supervisione del dott. Alessandro Asta della Soprintendenza di Venezia e Laguna. L’ultima indagine in loco ha preso il via il 6 marzo scorso ed è proseguita quindi per tutto il mese. Si tratta della seconda sessione di indagini, dato che già lo scorso anno l’Istituto di Archeologia dell’Università di Regensburg aveva portato a termine la prima campagna di scavi. Con l’ultima si punta a riuscire ad avere una mappa delle anomalie ricollegabili a strutture presenti nel sottosuolo, in modo da poter individuare, in modo più preciso, l’area da scavare. Qui è stata, prima di tutto, eseguita una campagna di prospezioni geofisiche su una superficie di circa 200 metri quadrati sita nelle immediate vicinanze dei resti della villa. Le aspettative, oltre a cercare di portare alla luce ambienti finora sconosciuti, sono anche di recuperare dati che permettano di ricostruire con più precisione l’epoca di costruzione, le dimensioni che doveva avere, i possibili proprietari, le attività economiche e produttive che dovevano svolgersi al suo interno. Anche e soprattutto in rapporto alle risorse presenti nell’ambiente circostante e alla rete di contatti, via terra e via acqua. Per cui, nell’arco

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di quest’anno, verranno eseguiti carotaggi, analisi sedimentologiche, palinologiche (degli elementi biologici microscopici e dei pollini) e ricognizioni archeologiche sia nel sito della villa che nei territori alle spalle di quest’ultima, in una fascia compresa tra il fiume Tagliamento a est e il canale Nicesolo a ovest. La volontà dell’équipe archeologica è quindi, oltre alla villa, di delineare i caratteri del paesaggio antico di cui essa era parte integrante, cercando di comprendere le forme dei luoghi e l’antico quadro insediativo-infrastrutturale ed economico della fascia costiera alto-adriatica in età

romana. Lo scavo della villa e la ricerca nei territori circostanti restituiranno inoltre alla comunità e ai turisti, che ogni anno si riversano sulle spiagge di Bibione, anche nuove occasioni di visita, accrescendo l’offerta della località balneare di nuovi punti di interesse storico-archeologico. L’intenzione è infatti quella di organizzare fin da subito delle visite guidate del sito, già in occasione degli scavi e dei momenti d’incontro in cui rendere pubblici i risultati e l’avanzamento delle ricerche che proseguiranno fino al 2025.

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La Pagina di Campalto è curata dal Circolo Ricreativo Culturale AUSER “Il Gabbiano”

Piazzale Zendrini 22 Campalto (VE) Tel/fax : 041.903525 - bibliotecalinosoffiato@gmail.com

Editore: Circolo Auser “Il Gabbiano” - Direttore responsabile: Giorgio Marcoleoni.

Redazione a cura di: Blog Territori e Paradossi - Associazione Culturale.

E-mail: info.blogterritorieparadossi@gmail.com

Stampato in proprio - Registrazione presso il Tribunale di Venezia n° 1461 del 24 settembre 2003

“La pagina di Campalto” è consultabile online all’indirizzo: http://issuu.com/lapaginadicampalto

È possibile rilasciare commenti e domande, segnalare iniziative, suggerire approfondimenti a questo indirizzo e-mail: lapaginadicampalto@gmail.com o visitando la nostra pagina facebook.

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