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Editoriale
from Lanterna #51
di Carlotta Pagani
Simone De Beauvoir, scrittrice e brillante pensatrice, vissuta nel ‘900 nei più stimolanti ambienti francesi. Rivoluzionaria e femminista, indipendente. Tra i suoi molti testi filosofici si discosta “Memorie di una ragazza perbene”, un romanzo in cui racconta di sé e della sua evoluzione filosofica. Dalla giovinezza all’età adulta, si distinguono in maniera marcata ma continua i cambiamenti di pensiero e nuove prospettive.
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Già prima dei vent’anni Simone fece questo giuramento, prese l’Inquietudine e ne fece un tratto caratteriale. Sola e confusa, non fu facile: si nutrì di conoscenza, che la portò all’angoscia e alla disperazione. È l’inizio della maturazione del suo pensiero individuale, influenzato dall’ambiente culturale parigino.
Per un certo periodo sopperì alla crisi con l’impegno collettivo, e allora avvenne la rinascita di una Simone eterna, madre dell’esistenzialismo.
Questo periodo (apparentemente) post-pandemico è terreno fertile di rinascita e di messa in discussione di ciò che era prima.
In redazione vogliamo essere così, pronte e pronti a mettere e metterci in crisi. Sulla scena è tornato un tempo, il tempo impiegato dagli studenti pendolari per arrivare in università e dai fuori sede per tornare dalle proprie famiglie. Di questo tempo semi-esistente, di parziale vitalità e obbligato a procedere, forse ce ne eravamo dimenticati. Un po’ perché per formazione siamo allenati all’ottimizzazione e un po’ perché siamo Inquietə ci siamo chiesti: i trasporti possono essere gestiti peggio di così? Una proposta di miglioramento, un appello, delle parole. E molto altro.
Buona lettura.