Lettere ai genitori 1/2018

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| 23 Altre cose importanti? Preparativi in concreto ...

Il congedo di paternità: lo sceglierei in ogni caso di nuovo Da quando mio figlio ha sei mesi, ogni lunedì rimango a casa dal lavoro. Ora ha quasi un anno e mezzo, e desidero farlo ancora per uno o due anni. Volevo contribuire alla gestione del bambino e alleggerire un po’ mia moglie e anche i nonni dalle incombenze. Il mio datore di lavoro mi è venuto incontro, è stato tutto molto semplice e per nulla complicato. Anche mia moglie rimane a casa un giorno alla settimana. Negli altri giorni sono i nonni ad occuparsi di mio figlio. I miei compiti in casa sono rimasti gli stessi di quelli che svolgevo prima della nascita di nostro figlio: riordino, passo l’aspirapolvere, cucino per me e per mio figlio. Tuttavia, con un bimbo in casa non si riesce a fare molto; ci sono dei giorni in cui le faccende domestiche vengono tralasciate. Trovo che il congedo di paternità abbia soltanto dei vantaggi. Da un lato sono riuscito ad instaurare un bel rapporto con mio figlio; noto che abbiamo stretto un rapporto speciale di amicizia. Nemmeno al lavoro ci sono stati dei problemi. L’unica differenza è che a fine mese ricevo uno stipendio più basso. Quando nascerà il prossimo figlio, rimarrò sicuramente di nuovo a casa, perché è ­un‘ esperienza semplicemente fantastica. Michael Sparber Abbiamo tre figli: due gemelli di 7 anni e una bambina di 4. Dopo la nascita dei gemelli ho voluto ridurre a 20 ore settimanali il mio orario di lavoro, con il benestare anche del mio datore di lavoro. Ancor prima della nascita dei figli, io e la mia compagna eravamo soliti ripartirci i lavori domestici. Per un periodo mi sono poi assunto la maggior parte delle faccende perché la mia compagna seguiva un corso di aggiornamento professionale a tempo pieno. All‘ epoca i gemelli avevano circa 2 anni. Io cucinavo, riordinavo la casa, lavavo la biancheria, stiravo, giocavo con i bambini ecc. Mi piace occuparmi di queste faccende, ad esempio cucinare, un po’ meno stirare. Attualmente, per motivi economici, sono tornato a lavorare per 30 ore settimanali; insieme abbiamo suddiviso i lavori domestici in modo molto equo. La mia esperienza del congedo parentale con lavoro a tempo parziale è stata assolutamente positiva. Naturalmente occorre

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Noi abbiamo un figlio di tre anni e mezzo. Quando aveva 7 mesi, mi sono preso un congedo parentale per tre mesi. In primo luogo fu soprattutto una decisione economica: valutando chi guadagnasse di più, fu chiaro che sarei stato io a casa per tre mesi. Con il mio datore di lavoro ne avevo già parlato alcuni mesi prima; era molto favorevole al congedo di paternità. Nemmeno con i colleghi è stato un problema, anche perché una o due volte a settimana passavo in azienda per consultar-| 23 mi con loro e discutere di nuovi sviluppi. La mia esperienza è stata assolutamente positiva. Mi sono occupato di nostro figlio, ho cucinato, riordinato la casa ecc. È stato bello staccare un po’ dal lavoro e, soprattutto, crescere insieme a mio figlio. Se na­scesse un secondo figlio, sceglierei di nuovo il congedo parentale, probabilmente per un periodo più lungo. Consiglio a tutti i papà di provare questa esperienza. Gabriele Mery

valutare se a livello economico si riesce a sbarcare il lunario e considerare che non si possono fare grandi salti di carriera. Però il mio rapporto con i figli è ottimo! Da questo punto di vista, il congedo parentale per i papà è molto vantaggioso. Mi sono anche divertito a conciliare famiglia e lavoro. Di certo consiglierei a tutti di prendersi un congedo di paternità. Naturalmente entrano in gioco svariati fattori: se il padre lo desidera, se l’azienda gli dà l’opportunità, la situazione economica della famiglia, la formazione professionale e il lavoro della compagna, ... Ciascuna famiglia dovrà valutare la forma di congedo più idonea alla propria situazione. Matthias Oberbacher


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