Un alberghetto a quota 2046

Page 1

foto Diego Gaspari Bandion

un alberghetto a quota 2046 Il Rifugio Croda da Lago – Palmieri è l’unico rifugio del CAI delle Dolomiti ampezzane custodito anche nella stagione fredda. di Lalla Facco

“Bellezza è l’eternità che si contempla in uno specchio; e noi siamo l’eternità, noi siamo lo specchio” Kahlil Gibran 2

C.M. ~ LUOGHI

I

n un giorno di marzo mentre fuori nevica fitto e il gelido inverno ancora attanaglia la valle, sono immersa nel tepore dei libri della

biblioteca comunale di Cortina per cercare notizie sul rifugio Croda da Lago Gianni Palmieri. Sfoglio un libretto del CAI edito nel 2001

in occasione del suo centenario e scopro una storia tanto affascinante e romantica quanto il luogo dove si adagia il rifugio situato

alla base del versante orientale dell’omonimo monte, nelle immediate vicinanze del lago Federa, sulla cui superficie si specchia

uno dei più suggestivi panorami delle Dolomiti. L’eternità è ad un passo e le parole incatenate alle righe narrano di uomini capaci di sognare, progettare, coraggiosamente trasformare un’idea in solide pietre in epoche in cui i muli erano gli unici trasportatori e le braccia e le gambe le sole capaci di costruire, materializzando la convinzione che proprio lì, in quel luogo, si dovesse trovare un rifugio dove ospitare alpinisti e viandanti. La costruzione viene concepita nel 1850 da Giovanni Barbaria detto “Zucchin”, falegname che solo il 20 novembre 1900 ritira il permesso di costruire n° 7361 rilasciato dalla Rappresentanza Comunale con rapida e precisa burocrazia imperiale austro-ungarica ...la notizia scatena il paragone con quella attuale e, senza troppa fatica, sgorga la nostalgia ed anche il malumore. Con 600 corone anticipate dal tedesco Karl Baumann di Durch inizia ad edificare il rifugio su un terreno accordatogli sulle rive del romantico lago de Federa. Lunedì 2 settembre 1901 alle 10,30 nasce ufficialmente il Barbaria Hutte. Da quel momento la zona che già prima della costruzione del rifugio era frequentata da alpinisti e scalatori, vede aumentare notevolmente l’affluenza di appassionati che nelle vette circostanti la conca scalano i loro sogni raggiungendone i segreti più nascosti. Tuttavia le cose non vanno così bene e il 31 agosto 1905 il rifugio diviene Reichenbergerhutte, passando così ad un acquirente “foresto”. Nei 25 anni successivi alla Grande Guerra e fino al 1947 sarà detto Rifugio Croda da Lago, per poi divenire Gianni Palmieri su proposta del prof. Gian Giuseppe radiologo e consigliere della Sezione CAI di Belluno, a ricordo di suo figlio caduto a 23 anni in un combattimento nel 1944 e decorato di medaglia d’oro. Nell’estate del 1923 tra gli ospiti del rifugio c’è un ragazzo che diventerà poi lo scrittore Dino Buzzati, che C.M. ~ LUOGHI

3


in compagnia di Rolly Marchi scalerà le vette attorno al lago. Nell’estate del 1925 per incrementare le rendite del rifugio si istituisce un servizio di noleggio barca sul lago per la cifra di 5 lire l’ora! Dal 1994 la Sezione del CAI di Cortina lo ha affidato in gestione alla guida alpina Modesto Alverà “Pazifico” e alla moglie Monica. Durante il periodo estivo la Croda da Lago è punto di arrivo di numerose escursioni e rappresenta un appoggio importante per gli alpinisti impegnati sulle pareti della Croda da Lago e del Becco di Mezzodì. Inoltre è una tappa dell’Alta Via numero 1, il più famoso trekking delle Dolomiti. In inverno è meta di gite sci-alpinistiche e di itinerari molto suggestivi che possono essere percorsi con le racchette da neve. Gli alpinisti non affollano più il Becco o la Croda, che un secolo fa venivano sognati da scalatori che provenivano da Dresda o Vienna, da Praga o Londra. Oggi si arriva comodamente con le jeep da Campo di Sotto salendo lungo la Val Federa e il rifugio è spesso meta mondana dove gruppi vocianti e troppi trilli di cellulari sono un moderno corollario. Tuttavia il luogo conserva la sua magia anche se sono sparite le forti guide baffute e la barca sul lago. La montagna continua a esprimere nei suoi rifugi sparsi nei luoghi più impervi e lontani, il valore dell’accoglienza e della semplice essenzialità della condivisione del trovare riparo sotto lo stesso tetto, dello scaldarsi allo stesso fuoco, 4

C.M. ~ LUOGHI

nel sedersi alla stessa tavola, nel conoscersi e raccontarsi sapendo che il bene comune sono monti che ci circondano, il desiderio della loro conquista, la consapevolezza di uomini fragili e coraggiosi, la capacità di rimanere soli al cospetto di ciò che contempliamo e rispettiamo. Quindi un’esperienza che va oltre il semplice luogo dove fermarsi a riposare. Il rifugio con i suoi 45 posti letto a quota 2046 offre un ottimo servizio d’alberghetto di montagna, e quando cala la notte e il silenzio scende insieme alle tenebre si ode ancora lo sciabordio dei ricordi e il profilo delle montagne che custodiscono la memoria di chi quassù ha goduto l’Eternità. Il rifugio è aperto dal 15 giugno al 30 e nel periodo invernale a Natale e i fine settimana. Info: www.caicortina.org/rifugi www.dolomiti.org www.vacanzedolomiti.com

D

uring March while snow and winter are still gripping the Valley, I am immersed in books from the Cortina municipal library searching for history of the Croda da Lago Gianni Palmieri refuge, where I discover a fascinating story. It is located at the base of the eastern flank of the mountain, near the Federa Lake. The building was designed in 1850 by John Barbaria who obtained permit n ° 7361 to build in November of 1900. With an advance of 600 crowns from

Karl Baumann of Durch he starts building the refuge. In September 1901 the Barbaria Hutte is official. Since then the area, already frequented by mountaineers and climbers, welcomes an increasing number of visitors. However, things don’t go so well, and on the 31 of August 1905 the refuge becomes Reichenbergerhutte, the property of an outsider. After the Great War, till 1947, it is called Croda da Lago Refuge, then Gianni Palmieri ,in memory of the son of the radiologist Prof. Gian Giuseppe, who died in battle at the age of 23. Since 1994 the management has been entrusted to mountain guide Modesto Alverà “Pazifico” and his wife Monica. During the summer it is a starting point and support for mountaineers of the Croda da Lago and Becco di Mezzodì. It is also a stop of Alta via n.1, the Dolomites’ most famous tracking path. During winter it is the destination for Alpine Ski-tours. Today Becco and Croda are accessible by jeeps from Campo di Sotto and has become a social meeting point. The site is still magic today, even if the strong bearded guides and the boats on the lake have disappeared. The mountain continues to give value and hospitality with the simplicity of sharing shelter and a fire, whilst sitting at a table desiring to conquest the surrounding mountains. It is an experience that goes beyond a simple rest. The refuge with 45 beds at the height of 2046 offers an excellent hotel service, and when dark and the silence descends one can hear the lapping of memories and the profile of the mountains that guard the memory of those that enjoyed eternity up there. The refuge is open from June 15th to the 30th and in winter at Christmas and on weekends.

P


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.