"La Coccinella news" agosto 2015

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anno VII - Agosto 2015

foto: Stefano Malandrino www.stefanomalandrino.com

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La Coccinella news - Agosto 2015

Spiagge Responsabili

Una Rete per qualità ambientale, coesione sociale e promozione Turistica

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na nuova avventura inizia nel territorio di Ladispoli e Cerveteri. A raccontarlo a La Coccinella è Daniele Biscontini, 38 anni, naturalista e creatore di modelli di sviluppo sostenibile, residente a Ladispoli, Presidente di Terre Responsabili. Cos’è Spiagge Responsabili? E’ un programma di Rete che ha l’obiettivo di trasformare l’amore per il mare in un’azione comune di tutela della spiaggia dai rifiuti, specialmente la plastica, e di promozione turistica del territorio. Perché ci sono così tanti rifiuti in mare? I rifiuti plastici che raggiungono il mare sono circa il 2% della produzione, detto in questi termini sembrerebbe trascurabile, ma si sommano tre aspetti: il primo è l’elevata produzione di materie plastiche, 55 milioni di tonnellate solo in Europa, il secondo, l’elevata trasportabilità con il vento o le alluvioni, il terzo la ben nota resistenza nel tempo della plastica che ne porta all’accumulo. Perché non ce ne rendiamo conto? Le Spiagge che noi frequentiamo risultano sempre perfettamente manutenute dagli operatori turistici. Fate questa prova, andate dal vostro stabilimento e chiedetegli quanta plastica rimuove nelle sue attività di pulizia oppure passeggiate su una spiaggia libera remota. Cosa intendete fare? E’ previsto un coordinamento tra le Associazioni ambientaliste nelle

attività di raccolta dei rifiuti nelle spiagge in modo da produrre dati omogenei per gli scienziati con lo scopo di comprendere meglio le sorgenti. Già 10 Associazioni aderito. Come può diventare anche uno volano turistico? Gli operatori turistici: stabilimenti, hotel, agriturismi e B&B, potranno dimostrare il loro impegno nel non inquinare l’ambiente e educare i turisti ad un rispetto del territorio ospitando eventi di sensibilizzazione. Può quindi diventare un percorso di definizione di un’offerta di Turismo Responsabile e Sostenibile, anche in un‘ottica di destagionalizzazione del turismo. Alcune associazioni avevano ed hanno già intrapreso percorsi di Turismo Responsabile e Sostenibile? Si certo, tutte le esperienze passate verranno recuperate, promosse e trasformate in valore comune. Avete parlato con le Amministrazioni? Seppur ci siamo mossi tardi rispetto alla stagione a causa dell’aver filmato la campagna di raccolta ed altro tuttavia il riscontro è stato estremamente positivo in entrambi i Comuni. Con quale frase vuole salutare i lettori de La Coccinella? Se siete degli amanti del mare, pescatori, sub, surfisti, circoli velici, aspettateci che stiamo per venire anche da voi.

“Ma il Mare non vale una Cicca?”

{ Walter Augello }

L’1 e il 2 agosto l’iniziativa promossa da Marevivo contro i mozziconi

Basta un semplice gesto, ovvero spegnere la sigaretta e riporre il mozzicone nel posacenere tascabile, per risparmiare al mare anni di inquinamento e proteggere anche delfini, tartarughe e tutte le creature degli oceani – ha dichiarato Federica Pellegrini, spiegando la sua adesione alla campagna promossa da Marevivo – Per questo condivido il messaggio lanciato con questa iniziativa che dimostra, concretamente, come ogni piccolo sforzo, fatto ogni giorno, possa portare a grandi risultati. Impegniamoci insieme per fare del 2015 un’estate da primato!” Basti pensare che il tempo necessario per smaltire un mozzicone di sigaretta va da 1 a 5 anni. Un problema solo apparentemente limitato. Considerando un consumo medio di 12 sigarette al giorno per fumatore (dati dell’Istituto Superiore di Sanità) è ragionevole affermare che per effetto delle sette edizioni, la distribuzione di oltre 600.000 posacenere ha consentito di evitare che quasi 20 milioni di cicche finissero nel mare e nelle spiagge.


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Io ci credo

Torre Flavia simbolo della città, speranza per il futuro

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ante le iniziative, le associazioni e i cittadini che si stanno impegnando per salvare Torre Flavia e salvaguardare il monumento naturale della palude. Un segnale questo molto positivo, che oltre a far emergere una risvegliata coscienza ambientalista, evidenzia un elemento fondamentale, tutte le forze attive della città si stanno impegnando intorno a quello che ne è il simbolo, la nostra Ladispoli forse sta passando dalla fase di dormitorio alienante della capitale a quello di comunità. Occorre dare forza a questo segnale, bisogna che al di la di ogni differenza le parti attive della città facciano fronte comune, Torre Flavia deve diventare il simbolo della rinascita del nostro territorio. Di contro è invece allarmante lo scollamento e il distacco della nostra classe politica dalla realtà e dai bisogni dei cittadini, e ora non basta più dare il patrocinio e mettere il cappello su ogni iniziativa, o accontentare gente con deleghe e medaglie.

C’è chi ha sempre e solo pensato al cemento come volano economico del territorio e cerca di accontentarci con fast food e centri commerciali, e la quasi totale assenza di strutture ricettive ne è il segno tangibile. Oggi se si vuole rilanciare il turismo non si può più consumare suolo, la tendenza turistica è quella di scegliere vacanze compatibili con l’ambiente, vacanze fatte di percorsi di cultura ed enogastronomia, dove le amministrazioni si devono impegnare nel fare piani regolatori a cemento zero, cercando di creare una rete di operatori che facciano sistema, ma non solo a chiacchiere nei programmi elettorali. Oggi questo territorio o cammina tutto insieme compatto o muore, questo associazioni e cittadini lo hanno capito, i nostri politici?

{ Walter Augello }

Quale futuro per Ladispoli?

Troppe le occasioni perse, per una città ricca e povera allo stesso tempo

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ante volte ci siamo chiesti e ci chiediamo se Ladispoli, la nostra Ladispoli, possa avere un destino migliore, possa aspirare a qualcosa di meglio di ciò che siamo, non solo a livello di infrastrutture e servizi ma anche di qualità del turismo. Davvero dobbiamo essere una città col solo merito di avere delle spiagge e di trovarsi a distanza ravvicinata da Roma e Civitavecchia senza fare alcunché per implementare questi doni certamente non ottenuti per merito di qualche politico ma donatici dalla natura? Decenni fa si parlò di creare una stazione termale ove poter sfruttare un altro regalo della natura, la sabbia nera perché ferrosa. Il progetto è ormai irrealizzabile perché di quella sabbia ne è rimasta ben poca, ma è da annoverare sicuramente tra le occasioni perse. Davvero eravamo destinati, non me ne vogliano i nostri turisti, ad ospitare frotte di villeggianti molto più simili ad orde barbare piuttosto che a pacifici e simpatici ospiti da accudire? Possibile che mai nessuno abbia pensato a rendere la nostra Ladispoli un importante se non fondamentale punto di raccordo per quei turisti, milioni, che passano per Roma, scendendo a Fiumicino o dalle navi di Civitavecchia? Davvero nessuno ha mai pensato ad organizzare un festival culturalmente elevato anziché chiamare un anno sì e uno no “er Cipolla”?

E Cerveteri? Davvero non si poteva creare un punto di riferimento qui da noi per quei turisti della cultura che potrebbero arrivare dalle nostre parti grazie a uno dei più belli e importanti siti UNESCO? Il sospetto è che mai nessuno abbia avuto l’interesse, l’ambizione, la capacità di guardare oltre, di volere qualcosa di più, di meglio per la nostra città. Mi rendo conto che si tratta di un progetto ambizioso, difficile, ma non è forse vero che solo essendo visionari si raggiungono mete altrimenti irraggiungibili? Ognuno è artefice del proprio destino, quindi anche noi assumiamoci le nostre colpe e teniamoci una Ladispoli che non è in grado di fare il salto di qualità, ricca ma povera allo stesso tempo, vicina tanto così al pentolone del tesoro ma senza il coraggio di allungare le mani e prenderlo. Certo, i soldi mancano e senza questi si può fare ben poco, ma non era così negli anni passati e, comunque, di fronte a un progetto ambizioso e preciso i privati farebbero al coda per partecipare e rendere Ladispoli migliore, avendo il loro tornaconto. Non ci resta che sperare, anche se ormai le occasioni migliori sono state perse. Sperare e, intanto, godersi Er Cipolla o equipollenti.

{ Marco Milani }


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Corrotti e corruttori

“L’ultima speranza per questo nostro paese è la coscienza nazionale”

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n questi ultimi tempi si è molto parlato, anche localmente, della questione corruzione e di come questo malcostume sia diffusissimo non solo ai massimi livelli ma anche nelle realtà minori. Purtroppo tale spregevole abitudine fa parte della quotidianità di ognuno di noi, anche di coloro che la ripudiano e la combattono. Ciò perché fa parte della natura umana, tant’è vero che non è solo una questione italiana, men che meno mediterranea, ma universale. Potremmo citare il tradimento di Efialte dei trecento di Sparta, arrivare sino al Watergate di nixoniana memoria, per non parlare poi delle multinazionali e di come producano i loro prodotti delocalizzando laddove con una manciata di banconote ci si compra ministri e polizia e si pagano le maestranze quattro spicci. La grandezza di un popolo, la sua civiltà, la sua rettitudine le si misura dalle soluzioni che si adottano per ridurre ai minimi termini tale piaga. Ecco allora che si evidenziano le differenze, che compaiono i popoli virtuosi e quelli no. Il governante lungimirante capisce che la sola pena non basta, ancor meno se male applicata e cosa fa? Non pretende di sconfiggere la corruzione col bastone ma le toglie il terreno da sotto i piedi. L’educazione delle nuove generazioni prima di tutto. La scuola è fondamentale e ancora più la buona scuola a patto che ciò si verifichi nei fatti e non nei proclami come avvenuto di recente. Può sembrare una medicina insufficiente, ma lo è ora. Fra qualche anno se ne raccoglieranno i frutti, non solo avendo alunni più educati e onesti ma soprattutto avendo insegnanti che possano insegnare loro tutto ciò. Basta la scuola? Certo che no. Ci vuole trasparenza, nelle gare, negli appalti, in ogni atto pubblico, che sia un decreto ministeriale o sindacale, una legge costituzionale o un regolamento comunale. Anche per l’acquisto di una panchina, in ogni momento, chiunque deve poter leggere come è stato affidato l’incarico, chi ne è responsabile e quale è stato l’iter. In parte già succede ciò, ma solo in parte. Incongruenza tutta italiana è che più è grande l’appalto, più soldi ci sono in ballo e meno chiarezza c’è. Potrei citare decine di esempi ma ne valga uno su tutti: il caso MPS. La democrazia, mi si dice, è fatta apposta per avere bilanciamento e controllo tra i poteri che la compongono. Solo sulla carta. Se l’opposizione è connivente, la stampa prona verso i potenti, la magistratura politicizzata e il popolo accetta tutto ciò perché, nel suo piccolo, fa la stessa cosa, di speranze ce ne sono ben poche. Un anonimo ateniese diceva che questa forma di governo è la migliore per confondere le acque e per permettere

ai corrotti di fare affari. C’è della verità in tutto ciò, ma il centro del problema resta sempre l’uomo. Gettate una foglia in un fiume, essa seguirà la corrente. Mettetene una montagna e sarà l’acqua a deviare il proprio corso. Accanto alla educazione, allora, serve dell’altro? Certo, ma è proprio ciò che in questi ultimi decenni si è osteggiato. Qual è questo elemento che può scardinare tale perverso meccanismo? L’amor patrio. Nulla di retorico, qui non si parla di proclami e inni strappalacrime, ma di una semplice considerazione: cosa può impedire al politico, come al semplice cittadino, di preferire il tornaconto personale a quello pubblico? Un bene superiore: il proprio Paese. Il freno a compiere opere disoneste e corrotte deve essere la coscienza, per chi ce l’ha, di far parte di una comunità e solo in seconda battuta la repressione certa e intransigente. Ma se pensiamo che per anni, e ancora oggi, anche solo pronunciare la parola Patria è stata una vera e propria bestemmia, si arriva a comprendere la radice del problema. Gettare una carta in terra, parcheggiare in seconda fila, aggirare le leggi, sono un sintomo della realtà odierna e, paradossalmente, hanno un valore anche economico oltre che morale, perché coloro che compiono questi atti non si scandalizzeranno poi nel sentire che tale politico o tale industriale hanno frodato milioni e milioni ai danni del popolo, perché sarà, in grande, ciò che loro compiono tutti i giorni. Anzi, saranno i loro eroi, da adorare e votare per un futuro, il proprio, migliore. L’ultima speranza per questo nostro paese è la coscienza nazionale, il bene superiore della comunità nazionale. Al di fuori di essa anarchia e corruzione, l’interesse personale preferito a quello collettivo, in poche parole l’Italia nella quale stiamo vivendo.

{ Marco Milani}


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Crimini solidali

Dopo le lacrime di coccodrillo, tutti a postare culi e spiagge esotiche

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ualche giorno fa, mentre ero in vacanza lontano da Ladispoli, ho appreso la terribile notizia della morte di un venditore ambulante sulle spiagge di San Nicola. Era un bengalese di 49 anni e dicono le cronache sia morto nel sonno, dopo essersi sdraiato a terra per riposarsi, sfiancato dalla fatica del suo carico da vendere e dal gran caldo che quest’anno ci opprime. Rientrato a casa ho cercato di avere maggiori notizie sull’accaduto ma non ho trovato nulla, se non i vecchi articoli usciti all’indomani della sciagura. Possibile? Possibile che nessuno abbia voglia di spendere due parole sull’accaduto e soprattutto sulle condizioni di vita alle quali migliaia di immigrati sono costretti? Il dolore e la pietà che questa morte suscitano in me sono enormi ma altrettanto grandi sono la rabbia e l’indignazione per come sono andate le cose. Perché nessuno ne parla? Perché nessuno si indigna quando vede passare a decine, centinaia, questi poveri cristi sulla spiaggia, carichi come muli, senza orario, senza copertura sanitaria, senza regolamentazione sul lavoro che svolgono, senza certificazione della merce che vendono? Sui social network, come al solito, si sono versate lacrime di coccodrillo e un attimo dopo via, tutti a postare culi e spiagge esotiche. E pensare che basterebbe un poco di quel rigore che auspichiamo da decenni per impedire non solo sciagure simili,

ma soprattutto che un essere umano, a prescindere dalla sua razza, venga sfruttato come uno schiavo per vendere quattro cianfrusaglie. I soliti “buonisti” ciarlano di pietà e di permissivismo per consentire loro di campare e come al solito additano che chiede legalità e regolamentazione come “razzista”. Essi sono la rovina di questo paese e sono i mandanti di questo vero e proprio omicidio.Sì, il povero bengalese è stato assassinato da chi permette l’ingresso sconsiderato di chiunque in questo paese, da chi non lo vuole regolarizzare, da chi non interviene sequestrando la merce contraffatta, da chi, nascondendosi dietro il paravento della solidarietà, in realtà costringe alla schiavitù questi disperati. Criminale è chi li lascia in queste condizioni spacciandosi per buono e non chi chiede che vengano prima di tutto contingentati, poi regolarizzati, protetti e garantiti sul lavoro. Io voglio vedere i venditori ambulanti sulle spiagge, sì, li voglio vedere e voglio poter comprare da loro sapendo che hanno un orario umano, che hanno l’assistenza sanitaria, che sono giustamente remunerati, che portano un peso sopportabile nei limiti della legge e che non vendono merce contraffatta. Il resto sono balle e chi vuole il contrario è complice del loro sfruttamento.

{ Marco Milani }


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Campo di Mare: zona protetta addio?

Spariti tutti i cartelli della nidificazione del “Corriere Piccolo”

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iusto una settimana fa erano tutti al loro posto ora 28 giugno, ma già da due giorni prima, tutti i cartelli di segnalazione e protezione della duna dove nidifica il Corriere Piccolo ( il piccolo trampoliere minacciato di estinzione (15 cm. -un batuffolino- a volte visibile insieme al suo “cugino” il Fratino anche lui minacciato di estinzione) sono totalmente spariti. Il bello, anzi il brutto, della situazione, è che non è che siano stati abbattuti parzialmente o singolarmente e gettati via all’interno (magari in mezzo ai Gigli Marini (Pancrazio)un’altra specie protetta- che stanno ora in fioritura con il loro inconfondibile profumo) per cui, come di consueto, “mani pietose” possono rimetterli in loco magari risistemandone i sostegni. No, ciò è impossibile poiché oltre i cartelli tutti (quelli con la scritta e quelli con la scritta e foto) non vi è traccia alcuna nemmeno delle aste di supporto, ivi comprese quelle di ferro che erano bene infisse nel terreno, un mistero. Quindi un kaput totale e non un singolo gesto di un imbecille o più imbecilli (per non dire di peggio) di turno, a cui, con un pochino di buona volontà e sensibilità, si può rimediare. Ora il retro spiaggia ante duna, dai cosidetti “cretoni” ( o quello che resta di essi) verso sud fino ai tre tamerici ( o all’inverso), dove nidifica, fra i caldi ciottoli portati dal mare, il delizioso Corriere Piccolo non è più segnalata, ergo ognuno è libero di fare ivi qualsiasi “puttanata”, visto e considerato il buon tasso di inciviltà e insensibilità regnante in alcuni, dicendo, sine problema, “ma come faccio a saperlo se non c’è assolutamente nessuna informazione” ragionamento, purtroppo ovvio, che non fa una grinza. Già (forse) vi sarebbe (un pochino) da eccepire sul transito ivi degli umani e di fido fino alla battigia; un transito che fino a non molto tempo fa era (sufficientemente) delimitato dai suddetti cartelli posti ai lati del tratturo. Ma oggi niente di tutto questo perché l’insieme del suddetto “ territoire des autres” è divenuto terra di nessuno, ove si può scorazzare o far scorazzare con buona pace dell’indifesissimi Corrieri Piccoli e Fratini che stanno covando proprio in questo periodo. E, visto che ancora resistono tenacemente anche loro, perché non raccogliere o meglio strappare via un po’ di Gigli Marini ( e farne magari un bel mazzo) considerato che sono così belli, profumati, in piena fioritura, e, ovviamente, totalmente indifesi anche loro, nevvero “simpaticoni” ? Questo articolo è un appello a tutta la stampa e a chi può rimediare immediatamente a questa

chiamiamola “tristezza” che pensiamo, per ora, non sia enfia di disattenzione e trascuratezza. E c’è una cosa da aggiungere: in tutti questi anni abbiamo sinceramente ammirato il certosino lavoro del dr. Corrado Battisti e dei suoi valentissimi uomini addetti dalla Provincia di Roma (ora Città Metropolitana) alla tutela dell’Area del padule e limitrofi; un lavoro paziente e molto professionale fatto con scarsi mezzi e tanto amore per il territorio; una opera costante durante tutto l’anno effettuato per la collettività ed a favore di essa, ma contro un “nemico”, non tanto silente, impastato di un coacervo di diseducazione, maleducazione, insensibilità, rozzezza, menefreghismo e disprezzo verso tutto e tutti a cui non “frega niente” dell’Ambiente e tanto meno degli (sottolineo), assolutamente indifesi, Corrieri Piccoli, Fratini e Gigli Marini della situazione. Comunque se è vero che in questi giorni, così ci è stato detto da un signore ( che stava facendo nella zona “incriminata” le mie stesse constatazioni) che li ha visti all’opera, Battisti e i suoi uomini stanno ben regimentando il padule, riportando anche fior di muggini in ripopolamento in mare, siamo certi che, terminata questa delicata incombenza, si spingeranno di pochissimo più a nord per comprendere il perché di questa sparizione totale e disprezzo per il loro lavoro (visto che i cartelli immaginiamo li abbiano messi, a suo tempo, proprio loro), oppure se ci sono altri motivi magari a loro noti per cui la Zona non è più protetta (forse i Corrieri Picccoli non ci nidificano proprio più vista la sempre maggiore antropizzazione dei luoghi?). Sarebbe, in questo caso, utile e profiquo farlo sapere: Tanto agli atti ed alle pulsioni “migliori” del bipede umano e alle conseguenze che ne discendono, nel piccolo e nel grande, ci siamo (quasi) abituati da tempo e ci metteremmo il “cuore in pace”? con l’ ennesimo e sintomatico “bye bye ai Corrieri Piccoli” ed ai “Fratini”, che si aggiunge ai tanti bye bye a qualcosa di bello ed equilibrato creato da Madre Natura che abbiamo con grande “stile, sensibilità ed eleganza” allontanato od, ancor meglio, estromesso brutalmente, dal nostro piccolo e volgare mondo fatto di tanti egoismi e tanto disprezzo.

{ Arnaldo Gioacchini}


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8 mq al secondo “Il tragico ritmo con il quale asfalto e cemento stanno distruggendo la bellezza dell’Italia”

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rande successo per la presentazione del libro di Domenico Finiguerra “8mq al secondo” che si è svolta venerdì 3 luglio nella splendida cornice dello stabilimento balneare “Malibù” sul lungomare Marina di Palo. “Gli ambientalisti di Ladispoli hanno voluto inaugurare la stagione estiva non in Piazza Rossellini con comici e cabarettisti, – a parlare è Marina Cozzi presidente del Comitato Rifiuti Zero Ladispoli – ma presentando il libro del sindaco del primo comune italiano ad adottare un piano regolatore che blocca il consumo del territorio, 8 metri quadrati al secondo è il tragico ritmo con il quale asfalto e cemento stanno distruggendo la bellezza dell’Italia”. Oltre all’autore sul palco sono intervenuti Antonio Pizzuti Piccoli, naturalista ed agrotecnico specializzato in conservazione della natura e delle aree protette nonché direttore dell’Oasi Naturale del Bosco di Palo, Cristiana Mancinelli Scotti per Forum Salviamo il Paesaggio Roma e Lazio, Michela Tolli Architetto Paesaggista, PhD in Paesaggio e Ambiente. Oltre a ricordare i danni dovuti dall’eccesivo consumo di suolo basti pensare che in Europa si registra una media di occupazione del suolo pubblico del 4,3%, mentre in Italia l’impermeabilizzazione del suolo è pari al 7,5% con conseguenze disastrose (alluvioni, frane, inondazioni), si è parlato molto della situazione in cui versa il nostro territorio. Nel suo intervento Antonio Piccoli Pizzuti ha evidenziato il fatto che il cemento e l’asfalto uccidono la biodiversità e l’oasi naturale del bosco di palo sarà seriamente danneggiata dalla cementificazione

prevista a Ladispoli nella zona di Osteria Nova e che questa oltre ad essere inutile è dannosa in quanto a Ladispoli non servono nuove abitazioni, e toglierà suolo agricolo prezioso per la coltivazione del carciofo romanesco. Altro argomento che preoccupa le associazioni ambientaliste di Ladispoli è la trasformazione del vecchio campo sportivo nell’ennesimo inutile centro commerciale che sembra l’ennesima speculazione edilizia a vantaggio di un privato cittadino e a discapito della collettività. Unica nota stonata la totale assenza degli amministratori cittadini che hanno preferito la passerella sul palco di piazza Rossellini piuttosto che discutere del destino del nostro territorio ed ascoltare le istanze delle associazioni presenti e delle oltre duecento persone che erano presenti all’evento. A conclusione della serata il “Forum delle Associazioni Ambientaliste di Ladispoli” ha chiesto al Sindaco Paliotta e alla sua amministrazione di tutelare il benessere dei cittadini di Ladispoli e non gli interessi dei soliti palazzinari, perché a Ladispoli servono spazi verdi e sani e non altro cemento.

{ Forum Associazioni Ambientaliste Ladispoli }

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Capitan Carciofo

Lo si è visto svolazzare sui tetti della città...

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he bello sarebbe avere un supereroe a nostra disposizione, un campione senza macchia e senza paura che combatta per noi, in nome della nostra salvezza e del nostro buon nome di ladispolani. Sarebbe? Ma lo é! Sì, perché da qualche tempo per le strade di Ladispoli si aggira un fantomatico personaggio, vestito come tutti i supereroi, che lotta e si batte contro malaffare, corruzione, incuria, inciviltà: Capitan Carciofo! Lo si è visto svolazzare sui tetti della nostra cittadina, schivando a fatica le sfrigolanti antenne telefoniche, planare per le strade sollevando enormi quantità di cartacce che al suo passaggio si levavano come un polverone. Lo si è notato attraversare le nostre trafficatissime vie, dovendo spesso rinunciare e tornare indietro, prendere la rincorsa e spiccare il volo, per via delle auto che sfrecciano neanche stessero a Indianapolis. Ma la sua ultima impresa, quella che lo ha reso famoso, è stata quella di raggiungere Torre Flavia, passando dalla spiaggia. Un’ impresa che lo ha sfinito, travolto, annichilito. Il nostro eroe è partito di prima mattina, dal centro, col suo mantello svolazzante, entrando da una spiaggia libera e lì, ha subito notato un primo misterioso fenomeno, quello della erosione orizzontale del litorale. Sì, perché non esiste solo l’erosione ad opera del mare che avanza e riduce le spiagge sempre di più, ma esiste anche il fenomeno misterioso del restringimento delle spiagge libere che ogni anno sono sempre più strette, mentre gli stabilimenti, come d’incanto, si allargano. Un fenomeno che neanche Voyager potrebbe spiegare… Capitan Carciofo si spaventa. Voltando lo sguardo attorno a sé, vede in lontananza la silhouette di Torre Flavia, ma prima di essa

numerosi giganti di ferro si alzano in cielo come i mulini a vento di Don Chisciotte: più che un litorale sembra un enorme cantiere in fermento. Imperterrito continua il suo cammino di avvicinamento ma la cosa non è facile. I bagnanti sono sempre di più, file di ombrelloni ordinate e monocolore spuntano ovunque, la spiaggia si fa sempre più stretta, il sentiero che costeggia la spiaggia appare, scompare, si assottiglia, frana, cosparso da vecchi e nuovi rifiuti che affiorano da sotto terra. Uno dei mostri metallici avanza sino in mare e Capitan Carciofo è costretto a passare in acqua, non fidandosi di una ripida e posticcia scaletta di legno che serve per proseguire la strada, altrimenti sbarrata. Più che una passeggiata è una via crucis. Per aggirare un altro mostro di ferro Capitan Carciofo si inerpica sulle scogliere, sale, scende, salta, un’impresa da vero supereroe! Infine giunge a Torre Flavia. Anche qui l’erosione in senso inverso dilaga e, se una volta era il mare ad avanzare verso l’interno, ora è l’interno, fatto di campi e campetti privati, che fagocita la spiaggia libera e fra qualche anno raggiungerà la povera Torre Flavia. Capitan Carciofo è distrutto. Si prende una pallonata sulla schiena, calpesta lattine e mozziconi infine si volta verso la bella torre e sospira: “Come hai fatto a resistere tutto ‘sto tempo con questi…” Alla prossima mirabolante avventura!

{ Marco Milani }


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Dura lex, sed lex

Sconforta la presenza di correnti politiche nella Magistratura

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‘antico broccardo latino, come spesso ci insegnano i nostri

avi, spiega in modo meravigliosamente sintetico una verità complessa. “Dura lex sed lex”, ovvero “La legge è dura ma è la legge” o tradotto ancor più volgarmente “A chi tocca non s’ingrugna”. Nulla da eccepire, ma quando il dubbio sulla legittimità di chi ha sentenziato s’insinua ed è supportato da ragioni plausibili, come fare per mettersi l’animo in pace? Potremmo elencare pagine e pagine di sentenze più o meno famose che hanno lasciato più di qualche dubbio in molti di noi, ma ne basterà solo qualcuna delle più recenti. Amanda Knox e Raffaele Sollecito sono innocenti. Bene, nulla da eccepire. Qualcuno mi spieghi allora perché Rudi Guede è in prigione per concorso in omicidio, dal momento che per concorrere in un reato bisogna avere dei complici. Qualcuno dirà che questi “altri” non erano Amanda e Raffaele. Bene, chi erano, dal momento che in galera c’è solo lui? Qualcosa non torna e, in ogni caso, tale sentenza rappresenta il fallimento della Giustizia che ha condannato a metà, senza contare gli anni di prigione inflitti a due innocenti. Altro caso, Calciopoli. Lungi da me entrare nel merito della sentenza, ma basterebbe studiare come sono state condotte le indagini, come sono spariti importanti documenti dal Tribunale di Napoli, come sono state occultate centinaia di prove a discolpa degli imputati per storcere il naso, senza contare che la sentenza ha riconosciuto la totale regolarità di tutte le partite e dei campionati sotto inchiesta ma alla fine non ha assolto gli imputati (e neanche condannati per via della prescrizione). Classica soluzione all’italiana ha detto qualcuno. Nessuno ricorda che in primo grado la difesa

(!) rinunciò all’escussione di tutti i propri testimoni per guadagnare tempo e nonostante ciò si è arrivati alla prescrizione. Altra sconfitta della Giustizia. Ma la cosa che più amareggia e sconforta non sono tali macroscopici “errori”, perché se è vero che anche i giudici sono esseri umani e possono sbagliare è altrettanto vero che una dirittura morale rigida e l’esigenza di onestà vanno al di là della natura umana e garantiscono un equo giudizio. La cosa che sconforta è la presenza di correnti politiche all’interno della Magistratura. Un giudice è un uomo e ha tutto il diritto di avere una propria tendenza politica, ma ciò che importa ai cittadini è che tale preferenza la esprima all’interno della cabina elettorale e non altrove. Esternare con tanto di ufficializzazione che tal giudice è di sinistra e tal altro è di destra non è un ossimoro? La Giustizia è una, quella che deriva dall’impianto codificato in tanti anni di giurisprudenza e qualsiasi interpretazione deve essere fatta in base agli eventi realmente accaduti, non alla interpretazione di un giudice a seconda della sua tendenza politica. Un giudice che si sa forte perché appartenente a questa o quella corrente non deciderà mai nello stesso modo in cui avrebbe fatto se fosse stato indipendente. O, comunque, basta il semplice sospetto che ciò accada per gettare una terribile ombra sulla nostra Giustizia.

La casa sull’albero

Strani avvistamenti nel bosco di Palo

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hi da bambino non si è costruito una capanna? un rifugio di fortuna per giocarci con i coetanei? chi non ha sognato di avere una casa sull’albero? simbolo di libertà ed indipendenza. Quelli erano desideri da bambino, poi si cresce e se il lavoro lo permette realizzi il tuo sogno: ti compri una casa con mutuo

trentennale, e poi arrivano le tasse... ma questa è la triste realtà. Torniamo al sogno, che forse qualcuno sta realizzando nel bosco di Palo. Sarà una ragazzata o qualcuno sta cercando di costruire un riparo immerso nella natura? Ognuno tragga le proprie conclusioni, ma la casa sull’albero per me rimane un sogno! Francesca Lazzeri

{ Marco Milani }


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Lettera aperta

L’apertura della Tomba dei Rilievi, una “piccola” perplessità

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ilevo “con piacere?” che sarà riaperta senza lo schermo vetrato la Tomba dei Matuna, detta anche Tomba dei Rilievi o Tomba Bella. Ho scritto sopra “con piacere?” perché, da modestissimo archeofilo quale sono, propugno, da sempre, che queste meraviglie ereditate dai nostri geniali e capacissimi antenati etruschi (“l’unica civiltà urbanizzata nell’Italia pre-romanica” come scrive l’Unesco) siano fruibili al massimo (con il rispetto dovuto) da parte del pubblico. Leggo, come anticipato dal caro stimato amico Giovanni Zucconi sul web dell’Ortica, che “ci si aspetta un’affluenza straordinaria”. E qui nasce la mia “piccola?” perplessità: La suddetta Tomba,come è noto, al colto ed all’inclito, è un “pochino” sofferente (muffe,umidità etc.) che ne hanno già “disturbato”, non certo in maniera discreta, il tutto sia nei dettagli che nell’insieme, come più volte dichiarato e dimostrato da specializzatissimi Enti italiani di livello nazionale ed internazionale. Andando al dunque: Quanto può giovare a questa meravigliosa tomba una certa qual reiterata immissione di anidride carbonica emanata dai corpi e dal respiro considerando che, come è noto, si tratta di una realtà ipogea dove il ricambio dell’aria, già di per se sempre problematico, assume, particolarmente in questo periodo di forte calura grande umidità e scarsissima ventilazione, più che importanti connotati di non trascurabili difficoltà? Tutto qui e grazie per l’attenzione. Perdonatemi, dimenticavo di dire che nella primavera del 1997( un po’ meno di 30 anni fa) la Tomba fu aperta ( ed era in condizioni decisamente

migliori ma la cosa comunque mi fece personalmente “storcere tanto il naso”) plen air agli ospiti giornalisti stranieri ed addetti vari in occasione della presentazione dei nuovi modelli della ammiraglia della Lancia, che, provenienti da Saturnia, furono poi esposti in piazza Santa Maria. Tanto per la precisione era Primo Cittadino il sindaco Cetica che dopo non molto (non certo per quello, anche perché l’area dipendeva e dipende sempre dalla Soprintendenza) fu defenestrato.

{ Arnaldo Gioacchini}


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Bye bye affreschi del Battistero di Santa Severa? Molte le insidie in atto per questa gran bella opera della metà del XV secolo

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n una non lontana visita effettuata dal ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini in occasione dell’inaugurazione della Mostra “L’antico viaggio nel mare che nutre” il 3 giugno u.s. presso il castello di Santa Severa nell’edificio della Manica Lunga, sembra che sia stato detto a Franceschini che i notevolissimi affreschi risalenti alla metà del XV secolo che adornano l’interno del gran bel battistero del castello sono stati restaurati di recente; forse si è trattato di un “lapsus” visto che l’ultimo restauro (come dettoci dal direttore del Museo del Mare e della Navigazione Antica il noto archeologo dr. Flavio Enei) risale al lontano 1994. Andando allo specifico va detto che il battistero è la più antica delle due chiese presenti in quello che fu il borgo del castello e che gli affreschi presenti sono ascrivibili alla scuola (con una “bottega” piena di allievi - “una turba di lavoranti” come scritto in una memoria dell’epoca-) del principale pittore romano del Rinascimento (uno dei pochissimi di Roma in quel periodo piuttosto “grigio”, artisticamente parlando, degli artisti romani) quell’Antonio di Benedetto

degli Aquili detto Antoniazzo Romano (citato come Pictor Urbis), figlio di Benedetto e proveniente da una famiglia di pittori ed artigiani. Alcuni critici dicono che i più che notevoli affreschi potrebbero essere stati dipinti addirittura dal “maestro” in epoca giovanile; una asserzione fatta a seguito dei paragoni effettuati con le molte sue opere “disseminate” in quel di Roma da Antoniazzo; in particolare tra il 1475 e il 1490 che fu il suo periodo artisticamente più proficuo ( ma anche, in parte, in anni precedenti) periodo in cui l’artista romano


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La Coccinella news - Agosto 2015 (di cui alcune opere sono anche in musei stranieri) collaborò con Melozzo da Forlì (affresco della cappella Bessarione nella Basilica dei Santi Apostoli a Roma) ed addirittura con Domenico Ghirlandaio (alcune opere in Vaticano) e nientemeno che con il Perugino nella Cappella Sistina. Tutti Maestri dell’arte pittorica che considerarono sempre Antoniazzo Romano assolutamente un loro pari. Va anche detto dei rapporti artistici avuti da Antoniazzo con la famosa “Scuola di Viterbo” dell’epoca e con alcuni dei suoi migliori artisti in particolare Lorenzo da Viterbo e Antonio del Massaro da Viterbo (detto il Pastura). Il prof. Antonio Paolucci, “immenso” storico dell’arte ed eccezionale ministro dei Beni Culturali, attualmente direttore dei Musei Vaticani (insignito tre l’altro della massima onorificenza della repubblica italiana di Cavaliere di Gran Croce ed in Francia della Legion d’Onore), a proposito di una splendida opera di Antoniazzo ( il ciclo di affreschi nel presbiterio della chiesa di San Giovanni Evangelista a Tivoli ) ebbe a dichiarare “ che rappresenta uno dei capisaldi fondamentali per la storia della pittura del Rinascimento nel Lazio”. Tutto ciò per dire che gli affreschi del Battistero del castello di Santa Severa non sono opera di un carneade qualsiasi, di un “pittoruccio” da strapazzo, ma di un caposcuola o della sua “bottega” del Rinascimento romano e quindi hanno un motivo culturale in più per essere restaurati al più presto al fine di evitare distacchi sempre maggiori della pittura e che il salnitro continui la sua opera devastante. Per inciso il battistero si apre, essendo fronte mare, a vari venti ed intemperie ad una trentina di metri dall’acqua ed a meno di sei metri dalla sottostante spiaggia; per non dire poi del tratto sovrastante della Manica Lunga che è senza finestre e quindi che riceve direttamente all’interno (che fa da tetto al battistero) le peggiori ingiurie meteo. La suddetta pittura murale risente, ovviamente, del fatto di essere all’interno di un contesto che fu portuale per oltre 2.600 anni! fino a metà dell’800 p.C. (Pyrgi etrusca e romana prima e Santa Severa medioevale, rinascimentale e papalina poi) in quanto, intorno ad una figura centrale di una bella Madonna con Bambino, sono posizionati alcuni santi e profeti ma tutto questo immerso in una iconografia modellata fra naviglio e scene di pesca, per non parlare poi degli interessantissimi graffiti ( degli ex voto magari per essere rientrati sani e salvi in porto) incisi dai marinai sul lato destro basso della cappella; una sorta di schedula delle

varie tipologie di navi in auge in ben più di un secolo con le loro alberature ed anche con le loro dotazioni di remi. Da notare inoltre che sia in ginocchio orante di lato alla Madonna è dipinto Gabriele de’ Salis savonese Precettore del Pio Istituto alla fine del millequattrocento; Istituto del Vaticano che fu,per inciso, proprietario di tutta l’area per ben 600 anni. Fu quasi certamente sempre il de’ Salis, rappresentato anche a prua di una caravella, il committente della gran bella opera di Antoniazzo, probabilmente pure lui per assolvere ad un voto di ringraziamento. Comunque datosi che le opere d’arte, secondo chi scrive, vanno sempre vedute di persona, va detto che la Regione Lazio, salvo il lunedì, tutti i pomeriggi dalle 16,30 alle 19,00 fa visitare il castello (e quindi anche il suddetto battistero) al costo di 3 euro per gli adulti (possono entrare gratuitamente i portatori di handicap e i loro accompagnatori, le ragazze e i ragazzi fino a 18 anni) e tutti con lo stesso biglietto possono vedere pure, nel contiguo edificio della Manica Lunga, la gran bella mostra “L’antico viaggio nel mare che nutre” (che contiene vari reperti, bellissima testa di Leucotea inclusa, provenienti proprio dagli scavi di Pyrgi), mostra che sarà in loco fino al 13 settembre quando anche il castello richiuderà, purtroppo, di nuovo i battenti; con la speranza che questi vengano riaperti quanto prima con uno o più progetti finalizzati di lunga e permanente durata.

{ Arnaldo Gioacchini } Membro del Comitato Tecnico Scientifico dell’Associazione Beni Italiani Patrimonio Mondiale Unesco


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Insalata di riso rosso thai con gamberi allo zenzero e lime Ingredienti (per 4 persone): 300 grammi di riso rosso thai, 650 grammi di gamberi freschi (circa 300 grammi una volta sgusciati), 2 lime, Un pezzo di zenzero fresco di circa 8 cm, 1 cucchiaino di zucchero di canna, 1 cipollotto, Un pizzico di sale agli agrumi (o normale, se non lo avete), 1 peperoncino fresco, Uno spicchio di aglio, Olio extravergine di oliva PROCEDIMENTO: Mettete il riso a bagno per un’ora in acqua fredda. Nel frattempo, sgusciate i gamberi, quindi incidete il dorso ed eliminate l’intestino. Pelate lo zenzero e grattugiatelo in un piatto fondo. Aggiungete anche lo zucchero di canna, il succo dei due lime il sale e due cucchiai di olio, quindi mescolate bene il tutto. Aggiungete i gamberi nel piatto e mescolate bene. Fateli marinare per 10-15 minuti. Trascorso questo tempo, fate arroventare una padella sul fuoco. Pelate l’aglio e tritatelo molto finemente (o schiacciatelo con uno spremiaglio). Mettete l’aglioinsieme ad altri due cucchiai di olio nella padella. Non appena inizierà a rosolare, aggiungete i gamberi con tutta la marinata. Fateli cuocere per 2-3 minuti a fiamma molto alta, quindi spegnete il fuoco. Prendete solo la parte verde del cipollotto e tagliatela a rondelle. Tagliate il peperoncino longitudinalmente, eliminate i filamenti e i semi e tagliatelo a pezzetti. Aggiungete il cipollotto e il peperoncino ai gamberi e mettete da parte. Cuocete ora il riso. Scolatelo dall’acqua in cui è rimasto a bagno, mettetelo in una pentola e ricopritelo con acqua fredda tre volte il volume del riso. Salate l’acqua e portatela dolcemente a ebollizione. Cuocete quindi per 25 minuti. Scolate il riso, fermate la cottura passandolo sotto l’acqua fredda e mettetelo su un vassoio a raffreddare, aggiungendo un filo d’olio. Una volta che il riso sarà freddo mettetelo in un piatto grande da portata e aggiungete i gamberi con tutta la loro salsa. Mescolate bene e fate riposare fino al momento di servire (meglio se qualche ora). gendo un filo d’olio. Una volta che il riso sarà freddo mettetelo in un piatto grande da portata e aggiungete i gamberi con tutta la loro salsa. Mescolate bene e fate riposare fino al momento di servire (meglio se qualche ora).

Gelato veloce alle pesche (senza gelatiera) Ingredienti : 175 grammi di pesche mature, 175 grammi di latte, 2 cucchiaini di succo di limone, Zucchero al velo a piacere, se necessario PROCEDIMENTO: Sbucciate le pesche, tagliatele a cubetti e mettetele in un sacchetto da freezer. Riponetele in congelatore per alcune ore, finché non sono congelate. Mettete il latte in una vaschetta per cubetti di ghiaccio e fate congelare anche questo. Prendete la frutta e il latte congelati e metteteli in un frullatore. Aggiungete il succo di limone e frullate alla massima velocità fino a ottenere una consistenza cremosa, da gelato. Assaggiate e, se volete, aggiungete un po’ di zucchero al velo. Il grado di dolcezza dipenderà naturalmente da quanto saranno mature le pesche. Regolatevi secondo il vostro gusto. Servite subito. Se dovesse avanzare, riponete il gelato in una vaschetta, in freezer. Al momento di servirlo, tagliatelo a pezzi e frullatelo brevemente, fino a renderlo nuovamente cremoso.

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Personale per Sigfrido Oliva

Dall’8 al 18 agosto imperdibile appuntamento alla sala comunale

Proporre una mostra di Sigfrido Oliva, valente pittore di livello internazionale, è per me un onore e nello stesso tempo una dimostrazione di stima e di amicizia. Amicizia che non ha mai perso vigore, anzi il trascorrere degli anni l’ha resa più corroborante e duratura. Chi, come me, lo conosce da molto tempo, sa che Oliva è persona garbata e gentile, e sa anche che questo carattere si manifesta nella sua pittura. I suoi quadri infatti, nella linea e nel colore, sono lo specchio di una garbatezza rara, sempre più rara al giorno d’oggi. Ciò è quanto traspare, sia nella grazia di un volto, sia nella elegantezza di una natura morta, di un fiore o di una Roma vista con lo sguardo di chi da anni la ritrae nei suoi caratteristici scorci e nelle sue varie sfumature di colore.”

{ Filippo Conte } Delegato all’Arte

Galleria “In Quadro”

Collettiva per cinque maestri dell’arte contemporanea: un successo

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na mostra di alto livello artistico, una collettiva con cinque maestri dell’arte contemporanea, invitati ad esporre nella galleria “In quadro” di Fabio Uzzo, nel cuore di Ladispoli, in via Fiume 53, a due passi da piazza Rossellini. Flavia Mantovan, Vincenzo Varrone, Sigfrido Oliva, Paolo Maccioni, Luciano Santoro: non poteva che essere un successo questa collettiva. Ognuno di questi artisti ha espresso il meglio di se, in uno spazio ampio ed adeguato, in una galleria che si candida a punto di riferimento per gli amanti della pittura e dell’arte. Entusiasta per l’esito dell mostra il delegato all’arte, Filippo Conte, che sottolinea “Flavia Mantovan pittrice famosa in tutto il mondo, reduce da grandi eventi è stata una novità assoluta in questa kermesse; il professor Vincenzo Varrone ha realizzato importanti lavori sull’arte sacra, lasciando segni indelebili, con le sue porte bronzee e le decorazioni di ambienti religiosi. Sigfrido Oliva, un grande maestro dell’arte italiana, paesaggista figurativo, ritrattista, un vero artista. Paolo Maccioni grande artista del cambiamento, sempre alla ricerca, riesce a creare sempre nuove atmosfere, qui con le sue opere di decollage, incanta e convince anche il

pubblico giovanile. Ultimo, solo in ordine di citazione, il maestro Luciano Santoro, un pilastro nella storia dell’arte italiana, pittore, scultore, per oltre un ventennio ha insegnato pittura presso l’università di Roma, innumerevoli i riconoscimenti e i premi conseguiti, con le sue opere ha aggiunto un quid a questa splendida mostra, ricca di opere e di stili, ognuno unico, ognuno particolare, tanto che tutti i visitatori sono rimasti conquistati dalla bravura di questi cinque grandi artisti.” Complimenti alla Galleria “In Quadro” per l’impeccabile organizzazione dell’evento.


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Torre Flavia

In esclusiva per La Coccinella news i racconti di Marco Milani

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a galea fendeva le onde con facilità, spinta da un maestrale che finalmente giungeva alle spalle donando un poco di sollievo ai rematori esausti. Khayr si erse in tutta la sua statura, a prua, tenendo ben salda l’impugnatura della sua scimitarra. Erano di ritorno dalla Liguria, dove avevano assaltato e depredato una piccola città nei pressi di Genova e nella stiva portavano con loro una ventina di schiavi e sei forzieri colmi di gioielli e oro. Khayr era un valido combattente e in lui, dopo dodici anni, ancora ardeva la rabbia per la sconfitta subito a Lepanto da parte degli occidentali, nel 1571. Ecco perché riteneva sacro il proprio diritto a saccheggiare, a depredare, ed infliggere agli infedeli la punizione del cielo. Quegli stolti poi, si erano combattuti per decenni all’interno della penisola italiana e ciò non aveva fatto altro che favorire le loro azioni corsare in quello che loro chiamavano il “mare bianco di mezzo”. Khayr si voltò e poté ammirare le altre sedici navi che lo seguivano, nove galee e sette fuste, veloci e docili sotto i comandi dei loro capitani, sebbene colme di prigionieri e tesori. Il sole aveva iniziato la sua parabola discendente ed ormai si trovava alle loro spalle, quando la vedetta abbarbicata sull’unico albero della nave puntò il dito davanti a sé e urlò “terra”. Khayr strinse le palpebre e con qualche sforzo riuscì a vedere anche lui una sottile striscia scura in lontananza. “Siamo dalle parti di Roma” pensò facendo due calcoli e il sangue, ancora una volta, gli ribollì nelle vene. Sfoderò la scimitarra e i suoi uomini rimasero estasiati nel vederlo ancora una volta pronto, senza paura, senza alcun timore, ad infliggere agli infedeli la giusta punizione. Segnalò alle altre navi di accostare alla sua e, aggrappandosi alla prua, si sporse in avanti pregustando una nuova sanguinosa scorreria. C’era ancora dello spazio nelle stive e sui ponti e non sarebbe stato male catturare altri schiavi e ulteriori tesori per poi tornare ad Algeri festeggiati come eroi. Tutto era ormai pronto per la battaglia. Veloci e spietati come sempre avrebbero preso terra per

poi sciamare come locuste fino all’interno del territorio, uccidendo, stuprando, saccheggiando ogni cosa, per poi tornare a bordo, ebbri e sazi di bottino. Le prue puntarono dritte verso est e presero velocità, allineate, minacciose, come musi di lupi ringhianti dalla fame. L’eccitazione era al massimo quando una piccola luce si accese in lontananza e in pochi secondi si fece più forte, vivida, quasi un canto solitario nel silenzio più assoluto. Ad essa si aggiunse un suono strano, metallico, ritmato, quello di una campana. D’improvviso si accesero altre luci, più all’interno, come mille stelle impazzite. Khayr guardò in lontananza, lungo la costa, e come d’incanto vide altre luci solitarie accendersi, sebbene molto lontane. Capì al volo di cosa si trattava, alzò la sua scimitarra e gridò di tornare indietro, per riprendere la rotta verso Algeri, mentre la rabbia ribolliva in lui, stavolta lasciandogli in bocca un sapore amaro e per niente piacevole. La flotta virò rapidamente e riprese il largo. A terra si levarono urla di gioia. Manrigo, un vecchio soldato al soldo del cardinale Flavio Orsini, esultò brandendo il suo fucile a miccia e si abbracciò con l’altro soldato di guardia. La loro vista aguzza aveva individuato i corsari a largo e così avevano immediatamente acceso la lanterna. Le truppe allocate all’interno del territorio si erano allertate e così avevano fatto anche le altre torri di avvistamento lungo la costa, da Torre Chiaruccia a Torre Perla. Torre Flavia aveva adempiuto al suo compito e grazie a lei, stavolta, migliaia di poveri contadini e villici si erano salvati da morte, schiavitù e sofferenze.


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Atletico Ladispoli

Al via la preparazione atletica. Prima amichevole contro l’Us Ladispoli

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resentazione ufficiale, domenica 2 agosto, per l’Atletico Ladispoli presso la BBQ Steack House, in viale Mediterraneo. Il presidente Aurelio Nicolini, (nella foto con alcuni dei protagonisti dello scorso campionato), il dg Andrea Nicolini, il ds Fabio Ciampa hanno incontrato la stampa per presentare i nuovi acquisti e le maglie che la compagine bianco-rossa indosserà nell’ormai prossimo campionato di Promozione. 29 i convocati, compresi molti Juniores, anche se mr Silvestri sembrerebbe orientato a lavorare, dopo le dovute valutazioni, con 23 giocatori. Alla preparazione, dunque, che ha avuto inizio lunedì 3 agosto partecipano: Portieri: Tirabassi, Romano (’96), Rasicci (’98), Ricciardi (’97), Antonini (’97) Difensori: Renzi, Chiocca, Paris, Moretti, Castelletti, Dolente, Pierini (’96), Napolitano (’96), Lozzi (’95) Trionfo (’97), Tarisciotti (’97) Centrocampisti: De Santis (’98), Mannozzi, Palombini, Bernardini, Iacovella, Di Micco Attaccanti: La Ruffa, Leccesi, Esposito, Chistol, Mancini (’97), Falcetta (’97), Simeone (’95) Durante la conferenza stampa è stato presentato anche l’allenatore in seconda Valerio Gnazi, il Fisioterapista Fabio Bianconi, Preparatore atletico Zinno e l’allenatore dei portieri

Francese. Domenica 9 agosto prenderanno il via le sei amichevoli precampionato, con la trasferta a Rivisondoli dove l’us Ladispoli è in ritiro. Si proseguirà il 12 Agosto, con la trasferta a Fregene, quindi 19 agosto, 18.00, l’Atletico ospiterà lo Sporting Città di Fiumicino, il 30 Agosto, 11.00, il Real Bracciano, il 6 Settembre, 11.00, il Canale Monterano; ed infine il 13 Settembre, 11.00, sarà la volta della Juniores dell’Us Ladispoli. Il CR Lazio ha infine ufficializzato i nomi delle 14 società che parteciperanno ai turni preliminari di Coppa Lazio, tra questi non c’è l’Atletico che partirà quindi dai 32esimi di finale.

Mb Maccarese Basket

Under 14 “asso piglia tutto”: Campioni Regionali Fip e Nazionali Csen

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rendete 13 giocatori tenaci, grintosi, volenterosi e sempre con una palla da basket fra le mani, aggiungete una Società che da diversi anni cerca di far crescere i propri giocatori tecnicamente e con sani princìpi sportivi, un’altra Società che presta alcuni dei suoi ragazzi, unite dei genitori speciali che li seguono ovunque supportandoli ed infine, amalgamate il tutto con un allenatore ambizioso e di grande esperienza... il risultato è presto fatto! Stiamo parlando dell’UNDER 14 Maschile dell’MB Sporting Club Maccarese e dei loro fantastici risultati, raggiunti dopo una sola stagione di duro lavoro insieme al Basket Cerveteri. Infatti, a settembre 2014 la già bella squadra di Vincenzo Macchini (Presidente e allenatore), formata da Federico Bifulco, Edoardo Clavarino, Matteo Costantini, Flavio Di Giovanna, Matteo Elia, Davide Giannelli, Leonardo Girotta, Guglielmo Iantosca, Davide Liguori, Simone Mascioli è stata completata da tre importantissimi elementi del Bk Cerveteri: Alessio Bargiacchi, Samuele Garbini, Matteo Mastropietro che

si sono da subito integrati, dando vita ad un gruppo molto affiatato e vincente. Volete qualche numero, per capire meglio la loro fantastica impresa? Nel campionato regionale, iniziato nell’autunno 2014 si sono iscritte in tutto 52 squadre divise in più gironi. I ragazzi dell’MB, hanno vinto il loro girone, chiudendo imbattuti questa fase eliminatoria; durante i play-off hanno vinto il Girone con solo una battuta d’arresto (di un solo punto!), contro un agguerrito St. Charles. segue su www.ladislao.net


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Elisa Santoni, il Capitano

Intervista esclusiva con una delle protagoniste della ritmica mondiale

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al quartiere capitolino del Labaro alle Olimpiadi. E’ la favola di Elisa Santoni, il capitano della Nazionale di ginnastica ritimca, l’idolo di tante “farfalle”, che con la sua grazia e determinazione ha fatto conoscere al grande pubblico, sportivo e non, uno sport certamente in crescita non solo sul litorale. L’abbiamo incontrata all’ingresso del Coni, a Roma, e mentre ci veniva incontro per accoglierci ed indicarci la strada per la sala dove abbiamo scambiato quattro chiacchiere, nonostante fosse vestita in abiti “civili”, abbiamo avuto una “allucinazione”: il portamento, il passo deciso, la postura inconfondibile delle ginnaste, sembrava di essere a bordo pedana e che Elisa fosse pronta per iniziare una gara.... potenza della mente! “Ho iniziato ad 8 anni, dopo una operazione al cuore, in una palestra che non era una vera e propria palestra, in uno spazio adibito alla meglio - ci dice Elisa Santoni, quando le raccontiamo che tra Ladispoli e Cerveteri ci sono diverse società di ginnastica ritmica, con centinaia di iscritte, ma che non c’è un palazzetto dello sport e che gli allenamenti si svolgono nelle palestre delle scuole dove l’altezza dei soffitti non sempre permettono la corretta eseuzione di tutti i lanci. Quando nomino Ladispoli il suo volto si illumina e subito sorride, poi aggiunge “I miei nonni avevano una casa a Ladispoli... li ho trascorso le mie vacanze estive da ragazzina...ho dei ricordi bellissimi...” Sorpresi da questa “notizia” ci facciamo raccontare di quelle vacanze spensierate e poi ovviamente della sua esperienza

di ginnasta, dagli esordi con la Polimnia Ritmica Romana, fino al trasferimento al nord, a Desio al centro tecnico della Nazionale a 14 anni dove viveva in convitto, e svolgeva 8 ore di allenamento

al giorno. “Impegno e sacrificio, lontananza dalla famiglia, pochi svaghi, tutto questo per la mia grande passione: la ginnastica ritmica. Lo sognavo da bambina di andare in pedana, con il cerchio, la palla, il nastro... il mio sogno si è avverato, grazie a grandi rinunce..., che non tutti gli adolenscenti sono in grado di fare...” Sacrifici ripagati da un palmares che fa sognare: 9 medaglie d’oro, 11 d’argento, 9 bronzi nelle Coppe del Mondo, medaglia d’argento alle Olimpiadi di Atene (2004), 4^ posto a Pechino 2008, medaglia di bronzo ai giochi olimpici di Londra (2012). Ora a 26 anni, da ex ginnasta, (dato che questo sport non può essere praticato in età adulta) Elisa sta “scoprendo” una vita nuova: sta convogliando tutte le sue energie sul suo futuro, che non sarà solo ed esclusivamente legato alla ginnastica ritmica, come lei stessa ci conferma. “Dal 2007 sono nel gruppo sportivo dell’Aereonautica Militare, mi sono laureata allo IUSM de L’Aquila, ora sta conseguendo un master a Roma, sul Management dello sport, sto girando l’Italia con il gruppo sportivo dell’Aereonautica, con il quale sto portando avanti un progetto di promozione della ginnastica ritmica, curo stage e corsi.” Ma vista la “fisicità” e la bellezza non escludiamo che Elisa approdi presto al mondo della moda e della tv. L’avete vista in tv al Taormina Film Festival dove le hanno consegnato il Premio Cariddi per il talento? Noi si, spettacolare... tutto merito di quelle vacanze spensierate a Ladispoli!

{ Francesca Lazzeri }


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III^ torneo beach rugby “Torre Flavia”

Monte Virginio vince, quarta piazza per l’Url con Alessio Sakara

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’ stata una grande festa del rugby quella che si è svolta in occasione della terza edizione del Torneo dedicato al simbolo della cittadina tirrenica. Quest’anno i ragazzi dell’Unione Rugby Ladispoli, società organizzatrice dell’evento hanno voluto sottolineare l’adesione alla campagna di sensibilizzazione per la messa in sicurezza di Torre Flavia e la cura dell’ oasi naturalistica l i m i t r o f a “Difendiamo chi ci ha difeso” sottotitolando il torneo “barcollo ma non crollo” . Sette le squadre che si sono date battaglia sulla rovente sabbia della “Torretta”, insieme all’Unione Rugby Ladispoli hanno partecipato i Father And Friend’s (Roma), Mare e Monte (Monte Virginio), Cinghiali Marini (Grosseto), Caproni de Mare (Roma), C.R.C.

(Civitavecchia) ed I Draghi Sbragati (Ariccia). Testimonial d’eccezione della manifestazione sportiva, il Professor Franco Ascantini, personaggio storico del rugby italiano (due campionati d’Italia vinti con la Partenope, allenatore di importanti società sportive di rugby ed anche allenatore in seconda della Nazionale Italiana) ed il grande atleta di MMA Alessio “Legionarius” Sakara, giocatore e appassionato di rugby oltre che primo lottatore di MMA italiano a combattere in America nell’ottagono più famoso del mondo dell’UFC. Per la cronaca sportiva ad aggiudicarsi il torneo per il secondo anno consecutivo sono stati i ragazzi di Montevirginio, mentre i ragazzi dell’URL supportati in campo da Alessio Sakara si sono aggiudicati la quarta piazza. Come da buona tradizione rugbystica il torneo ha dato il meglio di se in occasione del terzo tempo, tra canti, birra e salcicce gli organizzatori hanno provveduto anche alla premiazione del torneo, dove oltre ai trofei sono stati distribuiti anche dei simpatici costumi da bagno a tema subito indossati dai vincitori. A fine serata gli infaticabili Marco, Claudio e Lillo “Dei ex machina” dell’evento, oltre che a ringraziare i partecipanti, gli sponsor e tutti quelli che hanno contribuito all’ottima organizzazione della giornata, hanno dato appuntamento a tutti gli sportivi per la quarta edizione del torneo, magari con un anticipo su erba per l’inaugurazione del primo campo da rugby di Ladispoli.

“La Venere di Ladispoli”

Con l’occhio dell’artista Franco Argenti le pietre si animano a qualche tempo immerso nel silenzio del mattino, sono avvezzo passeggiare, lungo la spiaggia che da Torre Flavia costeggia l’oasi naturale,fino a giungere a Campo di Mare. Durante questo percorso, osservo una moltitudine di sassi, accatastati dalle mareggiate invernali, lungo le dune di sabbia. La mia fantasia di “artista sognatore”, stimolata dalle forme variegate si cimenta a identificare nei segni e contorni di queste pietre, immagini riferite a ricordi della memoria. E sufficiente un piccolo aiuto e queste strutture naturali che si animano, basta osservare le linee le masse e i volumi, per identificare formazioni di oggetti, animali, rappresentazioni astratte ecc. relegando in secondo ordine, il mero aspetto primitivo del sasso. Mi trovo di fronte ad un mondo fantastico che per la maggior parte dei passanti distratti, rimane sconosciuto. E’ sufficiente a volte aggiungere alla pietra, solo un piccola traccia grafica

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o di colore per condurre l’osservatore in un mondo magico, nel quale si ricavano immagini fantastiche. Quest’anno, con mio sommo stupore, mi sono imbattuto in una pietra straordinaria, di piccole dimensioni, ma altamente suggestiva che ho immediatamente idealizzato e battezzato: “La Venere di Ladispoli”. In questa pietra, ho intravisto una siluette femminile di altri tempi, nella quale sono intervenuto tracciando pochi segni e volutamente ho escluso contaminazioni coloristiche della struttura, mantenendone il colore allo stato naturale. Il risultato finale e rappresentato, al diritto da una donna nuda in stato di gravidanza e al rovescio la stessa donna che indossa un abito. La voglia di condividere il risultato ottenuto, mi ha spinto a proporla al pubblico, quale curiosità perché coloro che a tutt’oggi l’hanno ammirata, sono rimasti meravigliati per il risultato brillante ottenuto e per il connubio arte e natura realizzato.

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Scacchi e boxe...uniti sul ring!

Manifestazioni regolari con la Federazione Italiana Scacchi Pugilato

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arry Kasparov ha definito il gioco degli scacchi “Lo sport più violento che esiste”. Il pugilato viene definito, fin dalla sua regolamentazione nell’ Inghilterra del 1700, “La nobile arte”. Sembrano due paradossi, eppure c’è un filo sottile che unisce queste due discipline che, ognuna a modo suo, intrigano l’uomo da migliaia di anni! Abbiamo incontrato e ringraziamo Claudio Cerrone, tecnico della Federazione Pugilistica Italiana e fondatore della Asd “Cerrone Boxe” che da anni opera nel nostro comprensorio tra Passoscuro e Torrimpietra, e inoltre appassionato di scacchi tanto da aver partecipato anche a qualche torneo. Chi meglio di lui ci può illuminarci a tale proposito! “Sono due discipline che nell’immaginario sembrano non avere nulla in comune, ma in realtà molte sono le cose che le avvicinano. Entrambe hanno una base identica, sono sport nei quali non sai a cosa vai incontro in quanto molto dipende dall’atteggiamento dell’avversario, differenti da altre discipline, dette cicliche, dove

invece già puoi sapere come si svilupperà la gara. Inoltre richiedono una lunga e accorta preparazione, e a differenza di quanto si pensa della Boxe, il cervello svolge una funzione importantissima nello studio dell’avversario, soprattutto per anticipare le sue “mosse!” Ci spiega ancora Claudio “Fondamentale, e che mette ancora di piu’ in evidenza quanto questi sport abbiano in comune, è la strategia! Infatti usando quella giusta puoi battere sia per Ko che per Scacco Matto, avversari nettamente più forti di te!” Questa disciplina nata ufficialmente nel 2003 si chiama Chessboxing, ha una Federazione di livello mondiale e anche in Italia si stanno svolgendo delle manifestazioni regolamentate dalla Federazione Italiana Scacchi Pugilato....e pensare che tutto questo è nato da un fumetto diventato realtà! infoboxe cerrone.c@gmail.com infoscacchi csalvisezichichi.com

{ Stefano Grilli }

Sempre in volo le farfalle della ritmica Ancora podi e successi per le “ginnastine”

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uello dell’asd Elana Gym è stato un anno ricco di successi infatti, le ginnastine, si sono distinte nel campionato nazionale di serie C, 20°, al campionato nazionale di insieme, 30°, e poi in alcune competizioni estive come “Ginnastica in festa” competizione di livello nazionale, promossa dalla FGI, in primo piano mettiamo: il 3° posto della squadra “arcobaleno” conquistato nel campionato di serie C2 dalle atlete Capata, Lancellotti, Silvestre e Toraldo; sfiorata invece la finale per serie D e per la Coppa di insieme rispettivamente per 0.10 e 0.05 di punteggio di distacco dalle avversarie; inoltre la ginnasta Kimanova Iva si è piazzata al 10 posto alla Future Competition. Nelle giornate del 4 e 5 Luglio la società laziale ha partecipato al Torneo Internazionale “Ducs de Savoie” a Chambery, Francia. Anche qui l’Elana gym ha fatto “man bassa”, conquistando ben 4 primi posti, 3 secondi posti e 5 terzi posti, infatti: 1° classificata Alessia Carannante, livello B 2004, Francesca de Cesaris, livello B 2003, poi prime poi nel concorso a squadre D’Agostino, De Cesaris e Kimanova per le ginnaste 2003 e sempre prime nel concorso a squadre 2004 le ginnaste Toraldo, Lancellotti e Capata. Secondi posti invece per Elisabetta D’Agostino,livello A 2003, Ludovica Toraldo, livello A 2005 e Giorgia Lancellotti livello B 2005.

Terzi posti per Caterina Silvestre, livello B 2005, Iva Kimanova, livello A 2003, Barbara Capata, livello A 2004, Eleonora Massini, livello B 2003 e terzo posto anche nel concorso a squadre da parte delle ginnaste 2004\2005 Carannante, De Paola e Silvestre. Peccato per la piccola Federica De Paola, che non ha conquistato il podio, ma comunque è rientrata nella “top 10” al suo primo campionato internazionale. Inoltre la società è stata premiata per il valore tecnico degli esercizi. Questa è stata la ciliegina sulla torta per concludere un anno ricco di soddisfazioni sia per le atlete, quanto per le insegnanti, il presidente e la società nel complesso, ma le farfalline non si fermano qui, arrivederci e alla prossima stagione! { Martina Del Monte }


La Coccinella news - Agosto 2015

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Medicina Tradizionale Cinese

Salute come Equilibrio, Malattia come Segno

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Secondo la Medicina Cinese, per preservare la propria salute l’uomo deve mantenere il proprio equilibrio energetico tra Yin e Yang. Perdere questo equilibrio significa veder apparire la malattia. In quest’ottica, la malattia altro non è, quindi, che un “segno” dello squilibrio energetico stesso e come tale – anche se apparentemente rappresenta il problema da risolvere - è molto meno importante dello squilibrio che l’ha generata. Questo squilibrio, infatti, nel frattempo sta predisponendo lo stesso organismo ad altre future malattie/segni generalmente più gravi. La malattia è la manifestazione, è la “foglia” laddove la “radice” profonda è rappresentata dallo squilibrio. Così come avviene con una pianta, quindi, sarà opportuno prendersi cura non solo della foglia, ma – soprattutto della Radice; bisogna far si che essa si mantenga vigorosa e vitale, in modo da generare un fusto forte, nutrito e armoniosamente ramificato. In questo la prevenzione assume un ruolo determinante: “curare quando non ci sono malattie, ordinare quando non c’è disordine”. La prevenzione, secondo la Medicina Cinese, passa attraverso il principio di “nutrire il principio vitale” (Yang Shen), rafforzare il corpo e la mente in tutte le sfere e le fasi della vita quotidiana grazie ad esercizi fisici e mentali, accorgimenti dietetici e consapevolezza. La prevenzione è tanto importante per la

Medicina Cinese che il medico cinese viene ritenuto tanto più bravo quanto meno pazienti affollano il suo ambulatorio. Se un paziente torna più volte dal suo medico per continui malesseri o addirittura per la stessa malattia recidivante, significa che il suo non è un buon medico oppure che il paziente non ha seguito le indicazioni (alimentazione, stile di vita…) avute in base alla sua condizione energetica.

{ Laura Vanni } Operatore olistico Tuina

www.medicinacineseladispoli.net

100 km per Paoluzzi, Ciani e Trivisondoli Cena sociale e premiazione per i podisti Alsium Ladispoli

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ristiano Paoluzzi, Enrico Ciani e Alessandro Trivisondoli vengono premiati dalla Podistica Alsium Ladispoli per aver corso il Passatore, gara di 100km con circa una metà in salita, gara durissima ma piena di emozioni come detto dai tre podisti Ladispolani. Per arrivare a correre una gara del genere tanti allenamenti di ore percorrendo le salite di Tolfa partendo da Civitavecchia e tanti sacrifici, ripagati dall’arrivo a Faenza dopo essere partiti da Firenze in Piazza della Signoria. Vincitore come oramai consuetudine l’atleta romano Giorgio Calcaterra per gli uomini e la croata Nicolina Sustic per le donne. Per dare un’idea della durezza della competizione i partiti sono stati 2.415 arrivati 1.893. Altrettanto brava l’atleta Ilaria Pallotti sempre della società Ladispolana, che sfiora la vittoria arrivando seconda assoluta nella gara di 10km nell’impegnativa Nigth Run Matera il 18 luglio, nella

caldissima città dei Sassi. Una stagione impegnativa e piena di soddisfazioni per la Podistica Alsium Ladispoli, dopo l’organizzazione del primo ‘Alsium Trail’ e della terza edizione di ‘Corri al Parco degli Angeli’ si proseguirà il 3 e 4 ottobre con il ritorno della manifestazione dal ‘Tirreno all’Adriatico’ di 256km per festeggiare il 10° anno dalla nascita della Società, sempre rimanendo in tema organizzativo l’anno si chiuderà con la classica Corsa di Natale il 18 dicembre. Per gli amanti dei Trail nel periodo estivo si organizzano allenamenti di gruppo arrivando alle Cascate dei monti Ceriti, chi fosse interessato può contattare direttamente la Podistica Alsium Ladispoli su info@ podisticalsium.it

{ Maurizio Cherubini }

LA COCCINELLA NEWS Periodico di informazione, politica, cultura, costume, a distribuzione gratuita Direttore Responsabile: Walter Augello Registro Stampa: Tribunale Civitavecchia 01/09 Responsabile Culturale: dottor Arnaldo Gioacchini Redazione: 327.57.077.12 lacoccinella@tiscali.it Stampa: PressUp (VT)


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