Raccolta di argomenti e/o agenzie riguardanti la tutela della salute: 15 gennaio 2016

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Raccolta di argomenti e/o agenzie riguardanti la tutela della salute

SALUTE: CNR, BREVETTATO NUOVO DISPOSITIVO SICUREZZA PALOMBARI Roma, 15 gen. (AdnKronos Salute) - Novità per i lavoratori ' sotto pressione'. Persone che svolgono la loro professione in ambienti ostili alla sopravvivenza umana, protetti solo da una tuta e un casco attraverso i quali vengono forniti l' aria respirabile, il calore e la luce. Gli astronauti non sono gli unici a dover lavorare in condizioni simili, ci sono anche gli operatori tecnici subacquei che eseguono interventi fino a 300 metri di profondità sul fondale marino collegati all' imbarcazione di appoggio solo tramite un cavo, l' ombelicale. Per garantire loro maggiore sicurezza, l' Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa (Ifc-Cnr), in collaborazione con la Compagnia nazionale sommozzatori, Cns international (società italiana di Avenza, leader nel settore del


Commercial Diving), ha sviluppato e brevettato un nuovo dispositivo di emergenza. "A causa delle grandi profondità alle quali si devono eseguire gli interventi, il battello che dirige le operazioni e che fornisce, attraverso l' ombelicale, l' energia elettrica, il gas respirabile e l' acqua calda all' interno della tuta, necessari per poter lavorare al buio e alle basse temperature del fondale marino, non può ancorarsi e mantiene fissa la propria posizione tramite un collegamento satellitare", spiega Remo Bedini dell' Ifc-Cnr. "Se l' imbarcazione perde il controllo anche solo per poco tempo, trascina con sé il palombaro. Questa eventualità è molto pericolosa, a volte fatale, sia per l' improvviso innalzamento di quota, che può causare gravi disturbi legati alla rapida decompressione, sia per la possibilità che l' operatore venga scaraventato contro le strutture subacquee dell' impianto o per il rischio che l' ombelicale si strappi". (segue) (Red-Mal/AdnKronos) 15-GEN-16 14: 07 ALUTE: CNR, BREVETTATO NUOVO DISPOSITIVO SICUREZZA PALOMBARI (2) (AdnKronos Salute) - Per questo è stato ideato un connettore, oggetto del brevetto, formato da due conchiglie metalliche che ospitano i contatti idraulici ed elettrici, da posizionare sul cavo in prossimità dell' operatore. "La connessione è mantenuta anche sfruttando l' alta pressione idrostatica, che comprime le due conchiglie. Il connettore può essere sganciato manualmente, attraverso un comando, o automaticamente, su trazioni predefinite", afferma il ricercatore. Per la messa a punto del progetto "sono serviti due anni di collaborazione con i professionisti del settore, oltre all' esperienza del Master universitario in medicina subacquea ed iperbarica dell' Ifc-Cnr e dell' Istituto di scienze della vita della Scuola superiore Sant' Anna di Pisa. Il risultato raggiunto è un esempio tangibile di cooperazione produttiva tra ricerca pubblica e industria italiana. E' stato infatti fondamentale il contributo di altre due ditte: la Rana Diving di Ravenna e Dive System di Massa Marittima". (segue)


(Red-Mal/AdnKronos) 15-GEN-16 14: 07 SALUTE: CNR, BREVETTATO NUOVO DISPOSITIVO SICUREZZA PALOMBARI (3) (AdnKronos Salute) - Prima di poter procedere all' utilizzo effettivo del dispositivo sarà necessario attendere del tempo. "L' impiego del connettore dovrà essere associato a una cellula di salvamento subacquea, ancora in fase di messa a punto e oggetto del prossimo brevetto. Ancorata in prossimità dell' area di lavoro sin dall' inizio delle operazioni - conclude Bedini - sarà indipendente dalla nave d' appoggio e fornirà al sommozzatore che abbia avuto la necessità di scollegarsi dall' ombelicale collegamento audio, miscela di gas da respirare per circa due ore di sopravvivenza e pallone in asciutto per il riscaldamento in attesa dei soccorsi". (Red-Mal/AdnKronos) 15-GEN-16 14: 07

Tumori: studio, da terapia genica novita' contro metastasi fegato

Tumori: studio, da terapia genica novita' contro metastasi fegato = (AGI) - Milano, 14 gen. - Un nuovo approccio terapeutico basato su una tecnica di terapia genica, in grado di contrastare le metastasi al fegato causate dai tumori del colon-retto in modelli sperimentali e' stato identificato da uno studio condotto dai ricercatori dell' IRCCS Ospedale San Raffaele, una delle 18 strutture del Gruppo Ospedaliero San Donato. La ricerca, coordinata dal dottor Giovanni Sitia, responsabile dell' Unita' di Epatologia Sperimentale dell' IRCCS Ospedale San Raffaele e appena pubblicata sulla rivista Embo Molecular Medicine, dimostra come i macrofagi, cellule del sangue normalmente richiamate nel tumore, possano essere convertiti in


veicoli di geni anti-tumorali per combattere le metastasi al fegato da tumori colon-rettali. In questo lavoro, realizzato in collaborazione con il professor Luca Guidotti, vice direttore scientifico e capo dell' Unita' di Immunopatologia dell' IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano e con il professor Luigi Naldini, direttore dell' Istituto San Raffaele Telethon per la Terapia Genica - TIGET, e' stata utilizzata una tecnica di trasferimento genico e ingegnerizzazione delle cellule del sangue per il trattamento dei tumori. Questo approccio, consiste nell' utilizzo di vettori lentivirali in grado di inserire nelle cellule staminali ematopoietiche (cellule madri di tutti gli elementi del sangue) un gene che svolge attivita' anti-tumorale nella loro progenie. (AGI) red/Cre (Segue) 141318 GEN 16 Tumori: studio, da terapia genica novita' contro metastasi fegato (2)

Tumori: studio, da terapia genica novita' contro metastasi fegato (2)= (AGI) - Milano, 14 gen. - Il gene terapeutico, scelto per bloccare la crescita del tumore, e' l' interferone alfa, una molecola prodotta normalmente dal nostro organismo in risposta a infezioni ma per la quale e' stata dimostrata anche una potente attivita' anti-tumorale. "Una volta nel fegato, l' interferone agisce sul microambiente epatico, riducendo precocemente la crescita e la colonizzazione metastatica e in seguito favorendo la risposta immunitaria contro le metastasi da colon-retto", continua Giovanni Sitia: "Abbiamo inoltre verificato che l' ingegnerizzazione dei macrofagi e la conseguente produzione specifica di interferone, e' in grado di conferire protezione a lungo termine in modelli preclinici murini, senza causare apparenti effetti collaterali o incapacita' a rispondere adeguatamente a infezioni virali sistemiche". Come spiega il ricercatore, adesso "e' necessario effettuare ulteriori studi preclinici volti a valutare quali pazienti con metastasi epatiche da tumori del colon-retto possano meglio beneficiare di questa terapia genica e preparare


la sperimentazione clinica che potrebbe cominciare tra qualche anno". Primo autore dello studio e' Mario Catarinella, finanziato grazie ad una borsa di studio post-dottorato "The San Raffaele International Postdoctoral Programme" dell' Universita' Vita-Salute San Raffaele. (AGI) red/Cre 141319 GEN 16 Scoperto profilo molecolare tumori mammella estrogeni - resistenti

Ricerca italiana dell' Istituto Nazionale Tumori Roma, 14 gen. (askanews) - Passi avanti nella ricerca sul tumore alla mammella grazie al lavoro di un team guidato da due ricercatrici dell' Istituto Nazionale dei Tumori, Vera Cappelletti, biologa, e Maria Grazia Daidone, direttore del dipartimento di Oncologia Sperimentale e Medicina Molecolare, realizzato con il sostegno di Airc, Cariplo e Ministero della Salute: è stato identificato un profilo molecolare che caratterizza i carcinomi mammari resistenti al trattamento con antiestrogeni. I ricercatori dell' INT hanno raggiunto infatti importanti risultati nella ricerca di base sulle cellule staminali tumorali: seppur presenti in basso numero nei tumori umani, queste cellule sono in grado, da sole, di rigenerare l' intero tumore, di migrare in circolo e di dare origine alle metastasi. Lo studio, i cui risultati sono stati pubblicati alla fine del 2015 su Oncotarget, ha utilizzato una tecnica altamente innovativa (RNA-seq), e con essa si sono evidenziati, proprio all' interno delle cellule staminali tumorali del carcinoma mammario, i geni responsabili della mancata risposta alla terapia ormonale attualmente in uso, quella con antiestrogeni. (Segue) Red/Mpd 14 GEN 2016 125417 NNN


Scoperto profilo molecolare tumori mammella estrogeni - resistenti - 2 -

Roma, 14 gen. (askanews) - "Il tumore mammario, che nelle donne costituisce ancora la prima causa di morte per neoplasia, nel 70% dei casi si presenta all' esordio sotto forma di malattia sensibile agli ormoni. In questo caso si apre un' opportunità di cura con trattamenti anti-ormonali relativamente poco tossici ed altamente efficaci - spiega la dottoressa Daidone - . Le pazienti che possono beneficiarne vengono identificate in base a caratteristiche intrinseche del tumore, come il recettore per gli estrogeni, un classico biomarcatore di sensibilità agli ormoni. Alcune pazienti però sviluppano resistenza nei confronti della terapia ormonale iniziale, e vengono trattate con farmaci antiormonali di seconda generazione, ad esempio l' antiestrogeno fulvestrant che si è dimostrato efficace anche nel trattamento di donne con tumori metastatici". La ricerca, grazie a questo studio, ha fatto un passo in più: "Abbiamo individuato una specifica ' firma' molecolare che raggruppa 77 geni particolarmente attivi nei tumori delle donne che possono andare incontro a resistenza a questa terapia" spiega ancora Daidone. La ricerca continua. Partendo da questi studi si potrebbero individuare ulteriori biomarcatori di sensibilità agli ormoni da affiancare al recettore per gli estrogeni. Red/Mpd 14 GEN 2016 125430 NNN TUMORE SENO, INT: INDIVIDUATI GENI KILLER E RESISTENTI A TERAPIE (1)


(9Colonne) Roma, 14 gen - Passi avanti nella ricerca sul tumore alla mammella grazie al lavoro di un team guidato da due ricercatrici dell' Istituto Nazionale dei Tumori, Vera Cappelletti, biologa, e Maria Grazia Daidone, direttore del dipartimento di Oncologia Sperimentale e Medicina Molecolare, realizzato con il sostegno di Airc, Cariplo e Ministero della Salute: è stato identificato un profilo molecolare che caratterizza i carcinomi mammari resistenti al trattamento con antiestrogeni. I ricercatori dell' INT hanno raggiunto infatti importanti risultati nella ricerca di base sulle cellule staminali tumorali: seppur presenti in basso numero nei tumori umani, queste cellule sono in grado, da sole, di rigenerare l' intero tumore, di migrare in circolo e di dare origine alle metastasi. Lo studio, i cui risultati sono stati pubblicati alla fine del 2015 su Oncotarget, ha utilizzato una tecnica altamente innovativa (RNA-seq), e con essa si sono evidenziati, proprio all' interno delle cellule staminali tumorali del carcinoma mammario, i geni responsabili della mancata risposta alla terapia ormonale attualmente in uso, quella con antiestrogeni. Il tumore mammario, che nelle donne costituisce ancora la prima causa di morte per neoplasia, nel 70% dei casi si presenta all' esordio sotto forma di malattia sensibile agli ormoni. In questo caso si apre un' opportunità di cura con trattamenti antiormonali relativamente poco tossici ed altamente efficaci" spiega Daidone. (PO / SEGUE) }141154 GEN 16 ~ TUMORE SENO, INT: INDIVIDUATI GENI KILLER E RESISTENTI A TERAPIE (2)

(9Colonne) Roma, 14 gen - "Le pazienti che possono beneficiarne -prosegue Daidone - vengono identificate in base a caratteristiche intrinseche del tumore, come il recettore per gli estrogeni, un classico biomarcatore di sensibilità agli ormoni. Alcune pazienti però sviluppano resistenza nei confronti della terapia ormonale iniziale, e vengono trattate con farmaci antiormonali di seconda generazione, ad esempio l' antiestrogeno fulvestrant che si è dimostrato efficace anche nel trattamento di donne con tumori metastatici". La ricerca, grazie a questo studio, ha fatto un passo in più: "Abbiamo


individuato una specifica ' firma' molecolare che raggruppa 77 geni particolarmente attivi nei tumori delle donne che possono andare incontro a resistenza a questa terapia - spiega Daidone -. A differenza dei biomarcatori di endocrino-resistenza finora individuati, questa firma molecolare è stata generata in un contesto biologico molto rilevante, poiché identificata da un confronto diretto tra cellule di carcinoma mammario del tutto simili, tranne che per le loro caratteristiche di staminalità. La presenza nei tumori di RNA messaggeri codificati da questi geni individua perciò la specifica sottopopolazione tumorale staminale, ritenuta responsabile della progressione metastatica, che spesso si ritrova arricchita in seguito ai trattamenti". La ricerca continua. Partendo da questi studi si potrebbero individuare ulteriori biomarcatori di sensibilità agli ormoni da affiancare al recettore per gli estrogeni. (PO / red) }141156 GEN 16 ~ Tumori: primi test di terapia genica contro metastasi fegato

Esperti, successo su modelli animali, in futuro anche su uomo (ANSA) - MILANO, 14 GEN - Armare le cellule del sistema immunitario in laboratorio grazie alle tecniche di terapia genica, per renderle in grado di contrastare le metastasi causate da un tumore del colon-retto. E' l' approccio appena sviluppato dall' Ospedale San Raffaele di Milano testato con successo su modelli animali. La ricerca é stata pubblicata su Embo Molecular Medicine e a breve potranno essere avviati i test per la sperimentazione pre-clinica. Per la sperimentazione sull' uomo, invece, secondo gli esperti ci vorrà ancora qualche anno. La ricerca é stata coordinata da Giovanni Sitia, responsabile dell' Unità di Epatologia Sperimentale, e in particolare "dimostra come i macrofagi, cellule del sangue normalmente richiamate nel tumore, possano essere convertiti in veicoli di geni anti-tumorali per combattere le metastasi al fegato da tumori colon-rettali". In collaborazione con Luca Guidotti, a


capo dell' Unità di Immunopatologia, e con Luigi Naldini, direttore dell' Istituto San Raffaele Telethon per la Terapia Genica, é stata usata una tecnica che utilizza dei virus resi innocui in laboratorio, e ' addrestrati' per inserire un particolare gene in delle cellule staminali. Il gene scelto é quello dell' interferone alfa, molecola prodotta normalmente dal nostro organismo in risposta alle infezioni e capace di ostacolare la crescita del tumore. Usare l' interferone come farmaco ha diversi problemi di tossicità, spiegano gli esperti; portarlo direttamente sul tumore con queste cellule ingegnerizzate in laboratorio, invece, potrebbe rendere le cure più efficaci. Nello studio, conferma Sitia, "abbiamo inoltre verificato che questa tecnica é in grado di conferire protezione a lungo termine nei topi, senza causare apparenti effetti collaterali o incapacità a rispondere adeguatamente a infezioni virali sistemiche. E' ora necessario effettuare ulteriori studi per valutare quali pazienti possano meglio beneficiare di questa terapia genica, e preparare la sperimentazione clinica". (ANSA). KXP 14-GEN-16 12: 12 NNN ESTERI. EBOLA, MSF: ' IMPARARE LEZIONE, GOVERNI HANNO FATTO POCO'

(DIRE) Roma, 14 gen. - All' indomani dell' annuncio dell' Oms che dichiara ufficialmente la Liberia ' ebola free', l' ong Medici senza frontiere (Msf) chiede alla comunita' internazionale di non abbassare la guardia sul rischio di una nuova epidemia, e che prenda subito provvedimenti per affrontare preparati eventuali crisi future: "Dobbiamo tutti imparare da questa esperienza per migliorare la nostra risposta di fronte a future epidemie e malattie trascurate" ha detto Joanne Liu, presidente


internazionale di Msf, che ha aggiunto: "La risposta data a questa epidemia non e' stata limitata da una mancanza di risorse internazionali, ma dalla mancanza di volonta' politica nell' organizzare rapidamente l' assistenza alle comunita'. I bisogni dei pazienti e delle comunita' colpite- ha sottolineatodevono restare al centro di qualsiasi risposta e prevalere sugli interessi politici". Msf ha lavorato in prima linea nel contrastare la diffusione del morbo, scoperto nel 1976 e che oltre agli 11mila morti, ha lasciato oggi una lunga scia di sopravvissuti: questi ultimi sono particolarmente vulnerabili, hanno numerosi problemi di salute e subiscono anche una stigma sociale che rende la vita quotidiana molto difficle. Per questo Msf sta investendo nell' apertura di nuove cliniche in Guinea, Liberia e Sierra Leone - i paesi piu' colpiti - per fornire assistenza medica e psicologica, e combattere la diffidenza sociale verso coloro che hanno contratto la malattia. "Per tutta l' epidemia, ho visto la malattia distruggere intere comunita'" ha detto Saverio Bellizzi, epidemiologo di Msf che ha lavorato in quei paesi in diverse fasi dell' epidemia, e che ricorda come la situazione sia nettamente migliorata non appena la comunita' internazionale ha preso coscienza del problema ed e' intervenuta. Msf ha fornito assistenza attraverso 4.000 operatori locali e 325 internazionali, di cui 63 italiani, per un totale di 100 missioni. I pazienti ricevuti sono stati 10.376, di cui 5.226 si sono rivelati casi di ebola. (Alf/Dire) 13: 32 14-01-16 TUMORI: COLLIRIO DA NOBEL ' RIPARA' DANNI VISTA IN PAZIENTI DOPO GLIOMA

Lo studio dei ricercatori di Cattolica e Cnr sul fattore di crescita Ngf scoperto da Montalcini


Roma, 14 gen. (AdnKronos Salute) - Con un collirio ' da Nobel' riparati parzialmente i danni visivi di giovanissimi pazienti con glioma, un tumore che danneggia le vie ottiche. Ricercatori del Policlinico Gemelli e dell' Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma hanno mostrato l' efficacia di questo speciale collirio nei malati di glioma delle vie ottiche, un tumore che può portare a cecità. Al centro dello studio un collirio a base di un fattore di crescita, il Nerve Growth Factor (Ngf), scoperto dal Premio Nobel per la Medicina Rita Levi Montalcini. Su ' Brain' sono descritti i risultati della sperimentazione clinica di fase II su questo trattamento, randomizzata, controllata e in doppio cieco, condotta dagli Istituti di Pediatria, di Oculistica, di Radiologia e di Neurochirurgia dell' Università Cattolica presso il Policlinico Gemelli, in collaborazione con ricercatori del Centro Nazionale delle Ricerche (Cnr) di Roma. Nello studio, condotto da Antonio Chiaretti (professore aggregato di Pediatria), Benedetto Falsini (professore associato di Oftalmologia) e Riccardo Riccardi (ordinario di Oncologia pediatrica della Cattolica), sono stati arruolati 18 giovani pazienti - fra cui alcuni bambini - con gliomi delle vie ottiche e gravi deficit visivi indotti dalla neoplasia, seguiti all' Unità operativa complessa di Oncologia pediatrica del Gemelli. I gliomi delle vie ottiche sono tumori a lenta crescita che colpiscono elettivamente le vie visive e il chiasma ottico, determinando a lungo termine la cecità dei pazienti per infiltrazione e compressione delle vie nervose da parte delle cellule tumorali. Allo stato attuale non esistono terapie efficaci in grado di contrastare questo devastante esito indotto dalla malattia. (segue) (Mal/AdnKronos) 14-GEN-16 13: 22 TUMORI: COLLIRIO DA NOBEL ' RIPARA' DANNI VISTA IN PAZIENTI DOPO GLIOMA (2)


(AdnKronos Salute) - Il Fattore di crescita nervoso (Ngf) è stata la prima neurotrofina scoperta dalla Montalcini. "Sulla base di dati sperimentali - spiega Chiaretti - e di altri studi condotti dal nostro gruppo su bambini e adolescenti con lesioni delle vie ottiche, abbiamo voluto testare l' efficacia e la sicurezza del Ngf, somministrato come collirio attraverso la via congiuntivale, in un gruppo di pazienti affetti da gravi deficit visivi indotti dai gliomi ottici". La via di somministrazione congiuntivale ha permesso di by-passare la barriera emato-retinica facilitando la penetrazione del Ngf direttamente all' interno delle vie ottiche, dove sono presenti i recettori specifici per questa neurotrofina, e dove il Ngf può agire "senza determinare alcun effetto collaterale". Inoltre, rappresenta una via non invasiva, facile, sicura ed efficace, per la prima volta al mondo testata in questo tipo di patologia. I pazienti, tra i 2 e i 23 anni, sono stati reclutati nell' arco di 18 mesi. Dieci sono stati assegnati, in modo casuale, a ricevere per 10 giorni consecutivi 0,5 milligrammi totali di Ngf, tramite collirio somministrato per via congiuntivale 3 volte al giorno, mentre 8 pazienti, con la stessa gravità di malattia, hanno ricevuto una sostanza placebo, sempre secondo le medesime modalità di somministrazione. Tutti sono stati valutati prima e dopo il trattamento per quanto riguarda l' acuità visiva, il campo visivo, i potenziali visivi evocati (Pev) - esame che valuta la funzionalità del nervo ottico - gli elettroretinogrammi (Erg) - esame che valuta la funzionalità della retina - la tomografia a coerenza ottica - esame che valuta la morfologia della retina - la risonanza magnetica nucleare e altri test specifici. (segue) (Mal/AdnKronos) 14-GEN-16 13: 22 TUMORI: COLLIRIO DA NOBEL ' RIPARA' DANNI VISTA IN PAZIENTI DOPO GLIOMA (3)


(AdnKronos Salute) - Nel gruppo dei pazienti trattati con Ngf si sono evidenziati miglioramenti statisticamente significativi dei parametri elettrofisiologici, che non sono stati osservati con placebo. Inoltre il 75% dei pazienti che avevano ricevuto Ngf ha mostrato un significativo incremento del campo visivo, che ha permesso loro una migliore qualità della vita rendendoli più autonomi nella esecuzione delle normali attività quotidiane, come testimoniato sia dai pazienti stessi che dai loro genitori o accompagnatori. Inoltre, solo nel gruppo trattato con placebo è stata osservata una progressione della patologia con un peggioramento dell' acuità visiva. Durante tutto lo studio e anche nel follow-up successivo, durato un altro anno, non è stata riportata alcuna evidenza di effetti collaterali, sia locali che sistemici, nel gruppo trattato rispetto al placebo. "I nostri risultati - afferma Falsini - pur limitati a un piccolo numero di pazienti e a una specifica patologia, aprono una nuova strada sul possibile impiego terapeutico del Ngf nel trattamento dei gravi deficit visivi indotti dai gliomi delle vie ottiche, incoraggiando la ricerca non solo in questo specifico campo di applicazione, ma anche in altri tipi di lesioni interessanti i meccanismi della visione, quali la retinopatia degenerativa e il glaucoma". "L' impiego del Ngf somministrato per via congiuntivale può segnare una svolta e una possibile speranza per i pazienti con patologie estremamente invalidanti, nei confronti delle quali non è ancora disponibile alcuna terapia efficace", conclude Riccardi. (Mal/AdnKronos) 14-GEN-16 13: 22 Salute: fibrillazione atriale, decalogo per la prevenzione

A Bologna i maggiori esperti del mondo a convegno sul tema (ANSA) - BOLOGNA, 14 GEN - Circa un milione di persone in


Italia sono colpite da fibrillazione atriale, un' aritmia cardiaca che costituisce la prima causa di ictus. Si stima che ogni anno siano almeno 50.000 gli ictus causati dalla fibrillazione atriale. Le dieci regole per prevenirla e promuovere un approccio multidisciplinare cardio-neurologico per il suo trattamento sono al centro di ' Atrial Fibrillation and Stroke Back to the Future on Heart - Brain Interactions', una ' due giorni' organizzata dalla Cardiologia dell' Ospedale Maggiore che vedrà a Bologna, domani e sabato, i maggiori specialisti di tutto il mondo e una platea di oltre 400 medici. Queste le dieci regole per prevenire la fibrillazione atriale: evitare obesità e sovrappeso; evitare l' abuso di alcol; abolire il fumo di sigaretta; svolgere un' attività fisica e sportiva moderata, evitando gli eccessi; tenere sotto controllo la pressione arteriosa e curare l' ipertensione; tenere sotto controllo la glicemia e curare il diabete; curare le apnee ostruttive nel sonno; dopo i 65 anni prestare attenzione al rilievo del polso in occasione di visite mediche; eseguire un elettrocardiogramma in caso di riscontro di polso irregolare; dopo i 50 anni, in caso di familiarità per fibrillazione atriale sottoporsi a visita cardiologica. Grazie alla terapia anticoagulante orale é possibile evitare gli ictus provocati dalla fibrillazione atriale. A Bologna sono oltre 12mila le persone con fibrillazione atriale seguite dai centri della rete BoNTao (Bologna Network Terapia anticoagulante orale), che utilizzano farmaci anticoagulanti orali di ultima generazione (cosiddetti NAO, Nuovi Anticoagulanti Orali). La Cardiologia del Maggiore, che fa parte della rete ed é centro di riferimento per lo studio e lo sviluppo dei NAO, ne assiste circa un migliaio. La dotazione tecnologica, la competenza professionale maturata nel corso di 25 anni e l' attivazione di percorsi dedicati che semplificano, rendendolo più tempestivo, il trattamento dei pazienti con fibrillazione atriale, fanno della Cardiologia dell' Ospedale Maggiore, diretta da Giuseppe Di Pasquale, un centro Hub della rete cardiologica metropolitana per il trattamento delle aritmie cardiache e la gestione in emergenza del paziente con infarto miocardico acuto. Sono oltre tremila le procedure di ablazione eseguite al Maggiore. L' ablazione consiste nella mappatura e bruciatura,


attraverso piccole sonde direttamente inserite nel cuore, dei circuiti elettrici anomali all' origine delle aritmie. In costante aumento, inoltre, i pazienti con aritmie gravi che si rivolgono alla Cardiologia dell' ospedale (30 nel 2015). (ANSA). GIO 14-GEN-16 10: 30 NNN EBOLA: OMS, E' FINITA L' EPIDEMIA IN AFRICA OCCIDENTALE

Anche la Liberia e' virus-free Milano, 14 gen. (AdnKronos Salute) - L' Organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato la fine dell' epidemia di Ebola in Africa occidentale. L' Oms annuncia infatti che anche la Liberia - dopo la Sierra Leone e la Guinea - è virus-free e che "tutte le catene di trasmissione sono state fermate" nei 3 Paesi colpiti. (segue) (Stg/AdnKronos) 14-GEN-16 10: 30 EBOLA: OMS, E' FINITA L' EPIDEMIA IN AFRICA OCCIDENTALE (2)

Margaret Chan, un grande successo ma vigilare su possibili nuovi focolai (AdnKronos Salute) - La Liberia era già stata dichiarata Ebola-free a maggio del 2015, ma il virus da allora ha colpito altre 2 volte e l' ultima riacutizzazione si è osservata nel mese di novembre. L' annuncio dell' Oms arriva 42 giorni dopo che l' ultimo paziente confermato nel Paese è risultato negativo alla malattia per 2 volte. Il periodo di tempo corrisponde infatti a 2 cicli di incubazione (21 giorni) ed è quello che l' agenzia ginevrina considera necessario prima di poter dichiarare uno Stato virus-free. Per la prima volta


dall' inizio dell' epidemia tutti e 3 i Paesi più colpiti dal virus Guinea, Liberia e Sierra Leone - hanno avuto zero casi negli ultimi 42 giorni. La Sierra Leone è stata dichiarata Ebola-free il 7 novembre e la Guinea il 29 dicembre, ricorda l' ente delle Nazioni Unite. Per l' Oms, tuttavia, il lavoro non è finito. Sono infatti previste altre fasi acute e i sistemi di sorveglianza saranno fondamentali nei mesi a venire. "L' Oms elogia la Liberia per l' efficace risposta alla recente emergenza di Ebola - afferma Alex Gasasira, rappresentante dell' agenzia nel Paese africano - La rapida cessazione della fase acuta è la dimostrazione concreta della forte capacità del governo di gestire l' epidemia. L' Oms continuerà a supportare la Liberia nello sforzo per prevenire, localizzare e rispondere ai casi sospetti". "Rilevare e rompere ogni catena di trasmissione è stato un grande successo - dichiara Margaret Chan, direttore generale dell' Oms - E' stato necessario molto impegno da parte delle autorità nazionali, di operatori sanitari eroici, della società civile, delle organizzazioni locali e internazionali e di partner generosi. Ma il nostro lavoro non è finito ed è necessario continuare a vigilare per evitare nuovi focolai". (segue) (Stg/AdnKronos) 14-GEN-16 11: 37 EBOLA: OMS, E' FINITA L' EPIDEMIA IN AFRICA OCCIDENTALE (3)

Oltre 11 mila vittime su piu' di 28 mila casi (AdnKronos Salute) - Nei 3 Paesi africani rimane alto il rischio di riacutizzazione del virus, come è successo recentemente proprio in Liberia con infezioni che non facevano parte del focolaio originale. Sono probabilmente il risultato della persistenza del virus nei sopravvissuti, anche dopo il recupero. I dati dimostrano infatti che il virus sparisce con relativa velocità da chi l' ha contratto, ma può rimanere per un anno nel seme di un piccolo numero di maschi e, in rari casi, può essere trasmesso al partner.


"Ci troviamo in un momento critico nell' epidemia di Ebola, perché ci stiamo muovendo dalla gestione di casi e pazienti a quella del rischio residuo di nuove infezioni - avverte Bruce Aylward, rappresentante speciale Oms per la risposta a Ebola - Il rischio di reintroduzione dell' infezione sta diminuendo perché il virus sparisce a poco a poco dalla popolazione sopravvissuta, ma prevediamo ulteriori focolai e dobbiamo essere preparati. E' in corso uno sforzo enorme per assicurare la prevenzione, la sorveglianza e la capacità di risposta in tutti e 3 i Paesi entro la fine di marzo". L' Oms e i partner stanno lavorando con i Governi di Guinea, Liberia e Sierra Leone per accertarsi che i sopravvissuti abbiano accesso alle cure mediche e psicologiche e agli screening per il persistere del virus, così come al counselling e a servizi per aiutarli a reintegrarsi nella vita familiare e della comunità, riducendo lo stigma e minimizzando il rischio di trasmissione del virus. L' epidemia di Ebola ha provocato la morte di oltre 11.300 persone e ne ha infettate oltre 28.500. (Stg/AdnKronos) 14-GEN-16 11: 38 RICERCA: PROGETTO ' APP' DOTTORE - ROBOT RACCOGLIE 25 MLN DI DOLLARI

In grado di decodificare sintomi e dare suggerimenti Roma, 14 gen. (AdnKronos Salute) - Una start up britannica, Babylon, è riuscita a raccogliere 25 mln di dollari, il più grande finanziamento per progetti di ' digital healthcare' messo insieme fino ad oggi in Ue, per una ' app' dottore-robot (lanciata lo scorso anno) che, grazie ai principi dell' intelligenza artificiale, è in grado di decodificare i sintomi e prevenire le malattie prima che si verifichino. L' applicazione incrocia i dati che riguardano le abitudini e gli stili di vita delle persone con le cartelle cliniche e monitora la frequenza


cardiaca. Tra gli investitori che hanno creduto a questo progetto innovativo anche importanti società internazionali. Attualmente una stima sul valore di questa start up l' avvicina a 100 mln di dollari. Questa applicazione per smartphone dottore-robot è già usata da 250 mila persone nel Regno Unito. Il suo costo è di 4,99 sterline al mese e offre anche un servizio di chat sette giorni su sette con un team di medici in carne e ossa che rispondono ad ogni domanda. Il servizio testato dal ' Telegraph' - è in grado di dare suggerimenti (se è il caso di andare dal medico o reidratarsi) ponendo all' utente tutta una serie di domande sui sintomi del malanno che pensa di avere. (Frm/AdnKronos) 14-GEN-16 13: 35 AIDS: LANCET, CON FARMACI A CHI E' A RISCHIO - 7.400 CASI HIV IN GB ENTRO 2020

Roma, 14 gen. (AdnKronos Salute) - Nuovo capitolo del dibattito sui farmaci anti-Hiv assunti per prevenire l' infezione, anziché per trattarla una volta che si è contratta. Permettere agli uomini gay a rischio Hiv l' accesso ai medicinali antiretrovirali come ' scudo' anti-virus (in termini tecnici per ' profilassi pre-esposizione' o Prep) potrebbe contribuire a prevenire circa 7.400 casi di sieropositività nel Regno Unito entro la fine del decennio, secondo una ricerca pubblicata su ' The Lancet Hiv' da esperti della London School of Hygiene & Tropical Medicine. Offrire la ' Prep' e test regolari anche solo a un quarto degli uomini che hanno rapporti sessuali con altri uomini ad alto rischio di contrarre il virus Hiv potrebbe impedire quasi la metà delle nuove diagnosi previste entro il 2020, assicurano i ricercatori. Se le tendenze si manterranno costanti, si calcola che esse saranno quasi 17.000 tra il 2014 e il 2020 in questa categoria di cittadini. (segue)


(Bdc/AdnKronos) 14-GEN-16 13: 39 AIDS: LANCET, CON FARMACI A CHI E' A RISCHIO - 7.400 CASI HIV IN GB ENTRO 2020 (2)

(AdnKronos Salute) - "Gli attuali sforzi di prevenzione nel Regno Unito - evidenzia l' autore principale dello studio, Narat Punyacharoensin - si concentrano sul corretto uso del condom e sul costante e regolare test Hiv, e stanno fallendo. I tassi di Hiv tra gli uomini gay rimangono elevati, con circa 2.800 infezioni nel 2014. E questa tendenza non mostra segni di cedimento. I nostri risultati mostrano che la profilassi pre-esposizione offre una grande opportunità per ridurre le nuove infezioni e potrebbe contribuire a invertire l' epidemia di Hiv tra questa popolazione nel Regno Unito". Lo scorso novembre, la Francia è stato il primo Paese in Europa ad autorizzare l' accesso alla ' Prep' per chi è più a rischio di contrarre l' Hiv. La decisione è stata in gran parte basata sui risultati di uno studio pubblicato sul ' New England Journal of Medicine'. E anche in Inghilterra prenderà il via una ricerca sponsorizzata da Public Health England, chiamata Proud, che esaminerà l' impatto della Prep sulla trasmissione della malattia. (Bdc/AdnKronos) 14-GEN-16 13: 39 TUMORI: FAVO, BENE ESENZIONE FASCE REPERIBILITA' PER LAVORATORI PRIVATI MALATI Iannelli, Poletti e Lorenzin hanno firmato il decreto interministeriale, restano fuori gli autonomi Roma, 14 gen. (AdnKronos Salute) - Esenzione dalle fasce di reperibilità per lavoratori malati di cancro o di altre malattie gravi e invalidanti del settore privato. "Finalmente equità è fatta, o quasi", afferma Elisabetta Iannelli, segretario generale Favo


(Federazione delle Associazioni di volontariato in oncologia). "I ministri Giuliano Poletti e Beatrice Lorenzin - prosegue - hanno infatti firmato il decreto interministeriale Welfare-Sanità di attuazione dell' art. 25 del D. Lgs.14 settembre 2015 (n. 151), e ora è definita la disciplina dell' esenzione dalle fasce di reperibilità per i lavoratori privati affetti da malattie gravi che richiedono terapie salvavita o affetti da stati patologici invalidanti (con invalidità civile superiore al 67%)". "Sono passati sette anni - rileva Iannelli - da quando la Favo ottenne dall' allora ministro per la Pubblica amministrazione e l' Innovazione Renato Brunetta la prima circolare con la quale furono forniti chiarimenti in ordine alle fasce di reperibilità in caso di malattia per i lavoratori malati oncologici durante il periodo di cura della patologia. La circolare 1/2009 e il successivo dm 206/2009 firmati dal ministro Brunetta, però, risolvevano solo in parte i problemi causati da una sorta di detenzione domiciliare per quei ' fannulloni' dei malati di cancro, come provocatoriamente li definimmo per smuovere le acque - ricorda Iannelli - poiché se il tumore, ahimè, non fa differenze di alcun genere, a fare la differenza discriminante per il malato ci pensa il tipo di lavoro: subordinato o autonomo, pubblico o privato". (segue) (Mal/AdnKronos) 14-GEN-16 15: 17 TUMORI: FAVO, BENE ESENZIONE FASCE REPERIBILITA' PER LAVORATORI PRIVATI MALATI (2) (AdnKronos Salute) - I provvedimenti ministeriali del 2009 riguardano solo i dipendenti del pubblico impiego "e così è stato fino ad oggi dice la Favo - L' esigenza di fasce di reperibilità in malattia dovrebbe essere soddisfatta, in caso di patologie gravi con cure salvavita dalle spesso numerose certificazioni mediche che il lavoratore è in grado di produrre e produce nel momento in cui non può lavorare per ragioni di salute, cosa che giustifica, evidentemente, l' impossibilità temporanea della prestazione lavorativa". Le patologie gravi curate con le terapie salvavita "sono stra-documentate e il medico fiscale non può certo cambiare con una


semplice visita a domicilio la realtà dei fatti. Ove mai non dovesse trovare il lavoratore a casa, quest' ultimo non avrebbe difficoltà (se non quelle legate alla perdita di tempo per soddisfare la burocrazia) a dimostrare per tabulas il proprio stato di malattia reale". I lavoratori malati di cancro "sono tutti uguali o così dovrebbe essere nel rispetto delle esigenze di cura e di tutela del lavoro tutelate dalla Carta Costituzionale fino alle più elementari norme contrattuali", rileva Favo. (segue) (Mal/AdnKronos) 14-GEN-16 15: 17 TUMORI: FAVO, BENE ESENZIONE FASCE REPERIBILITA' PER LAVORATORI PRIVATI MALATI (3) (AdnKronos Salute) - Ora "il decreto interministeriale Welfare-Sanità definisce la disciplina dell' esenzione dalle fasce di reperibilità per i lavoratori privati affetti da malattie gravi che richiedono terapie salvavita o affetti da stati patologici invalidanti - evidenzia Iannelli - Purtroppo nulla è previsto per i lavoratori autonomi iscritti alla gestione separata Inps che sono malati di cancro, e gli altri in analoga condizione di grave malattia, che continueranno a sentirsi costretti agli arresti domiciliari per essere sempre reperibili in caso di visite fiscali che accertino la loro malattia. Rimane, quindi, il problema dei lavoratori autonomi che hanno appena finito di rallegrarsi per aver visto riconosciuto anche loro il diritto alla (seppur minima) indennità di malattia ma che, non essendo lavoratori subordinati né pubblici e né privati, non potranno invocare nessuna norma anche regolamentare che li esenti dall' attendere pazientemente a casa la visita del medico fiscale". "Certamente - conclude - è stata eliminata un' ingiusta disparità di trattamento tra lavoratori pubblici e privati affetti da gravi malattie e questa è una buona notizia. Speriamo che arrivi al più presto un chiarimento normativo anche per tutti gli altri malati lavoratori". (Mal/AdnKronos) 14-GEN-16 15: 17


Salute: scoperto nuovo bersaglio contro sindrome di Duncan = (AGI) - Roma, 14 gen. - Un gruppo di ricerca internazionale ha scoperto per la prima volta una possibile strategia terapeutica per una malattia genetica rara nota con il nome di sindrome di Duncan. Questa sindrome, generalmente asintomatica, si manifesta con una mononucleosi infettiva fulminante scatenata dal diffuso virus di Epstein-Barr (EBV), appartenente alla famiglia degli herpes virus. Lo studio reso possibile grazie a un finanziamento della Fondazione Telethon e' stato coordinato da Andrea Graziani, professore di biochimica all' Universita' Vita-Salute San Raffaele e gia' professore presso l' Universita' del Piemonte Orientale. Il lavoro e' stato pubblicato sulla rivista Science Translational Medicine. (AGI) red/cav (Segue) 141602 GEN 16 Salute: scoperto nuovo bersaglio contro sindrome di Duncan (2) Salute: scoperto nuovo bersaglio contro sindrome di Duncan (2)= (AGI) - Roma, 14 gen. - La sindrome di Duncan o sindrome linfoproliferativa legata al cromosoma X (XLP1) e' una malattia di origine genetica diagnosticata ogni anno in meno di 1 su 1.000.000 di bambini o adolescenti. E' generalmente asintomatica e si manifesta solo quando i bambini che hanno la mutazione genetica sono esposti al virus di Epstein-Barr (EBV). Questo e' un virus molto diffuso: il 95 per cento della popolazione adulta risulta essere positiva e nei paesi sviluppati il 50 per cento dei bambini lo contrae prima dei 5 anni di eta'. Quando i bambini con sindrome di Duncan entrano in contatto con il virus sviluppano una mononucleosi infettiva grave che provoca una reazione immunitaria a danno di organi quali fegato, milza, midollo osseo e cervello. In alcuni casi la mononucleosi puo' risultare mortale in altri puo evolvere in tumori a danno delle cellule linfatiche. Il 70 per cento dei bambini con questa patologia se non vengono trattati muoiono entro i 10 anni ma ad oggi l' unica possibilita' e' il trapianto di midollo che pero' e' efficace solo se effettuato prima dell' esposizione al virus EBV. Ora i ricercatori hanno individuato un nuovo bersaglio molecolare dal nome "DGKa" e hanno dimostrato in modelli animali che attraverso l' inibizione della sua attivita' e' possibile bloccare la malattia. "Il


nostro lavoro - ha spiegato Graziani - fornisce per la prima volta la prova che questo enzima puo' diventare uno strumento terapeutico in grado di promuovere la morte e quindi l' eliminazione dell' eccesso di linfociti attivati che caratterizza la malattia. Obiettivo futuro sara' quello di sviluppare inibitori farmacologici di questo enzima per arrivare a una cura per la malattia". (AGI) red/cav 141602 GEN 16 RICERCA: IDENTIFICATI I NEURONI DELL' ATTENZIONE Roma, 14 gen. (AdnKronos Salute) - Ricercatori del Karolinska Institutet di Stoccolma hanno identificato per la prima volta un tipo di cellule nel cervello cruciali per l' attenzione. I ricercatori svedesi hanno condotto il loro studio sui topi e, manipolando l' attività di queste cellule, sono stati in grado di potenziare l' attenzione degli animaletti. Il lavoro è descritto su ' Cell' e i risultati aprono alla comprensione di come lavorano i lobi frontali del cervello. La corteccia frontale gioca infatti un ruolo cruciale nelle funzioni cognitive come attenzione, memoria e apprendimento. Ma ancora poco si sa sul come questa parte del cervello agisca in questi processi. Ora il team ha scoperto che le cellule Pv (neuroni di regolamentazione parvalbumina) non solo sono essenziali per l' attenzione, ma basta ottimizzarne l' attività cellulare per potenziare questa funzione. La scoperta è stata ottenuta monitorando e registrando l' attività di centinaia di singoli neuroni della corteccia frontale dei topi, mentre gli animali eseguivano una serie di compiti che richiedevano diversi gradi di attenzione. La scoperta, conclude Marie Carlén, che ha guidato il team, mostra che è possibile potenziare le funzioni cognitive alterando l' attività di un singolo tipo di neurone. "Cosa che è abbastanza sconvolgente, se si pensa alla complessità del cervello". (Mal/AdnKronos) 14-GEN-16 19: 22


MEDICINA: IN AUMENTO MALATTIE RESPIRATORE, 6% ITALIANI NE SOFFRE Il bilancio degli esperti, Bpco e asma bronchiale le piu' comuni, costi terapie salgono Roma, 15 gen. (AdnKronos Salute) - Le malattie respiratorie, la Broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco) e l' asma bronchiale le più comuni, colpiscono il 6% degli italiani. E solo il 13% dei pazienti aderisce alla terapia prescritta dal medico. Dei pazienti ricoverati per Bpco, infatti, soltanto il 57% assume farmaci specifici, mentre il 40% li utilizza occasionalmente. E' quanto emerso dal Congresso nazionale sulle malattie respiratorie, asma bronchiale e Bpco che si chiude oggi a Verona. Secondo gli esperti, i costi di queste patologie sono in aumento e le terapie spesso sbagliate. Le malattie più frequenti tra quelle respiratorie sono la Bpco, che oggi ha una prevalenza in aumento, e l' asma bronchiale. La prima incide prevalentemente a partire dal sesto decennio di vita, mentre la seconda in età più precoce: tra i 38-40 anni. (segue) (Com-Frm/AdnKronos) 15-GEN-16 13: 08 NNN MEDICINA: IN AUMENTO MALATTIE RESPIRATORE, 6% ITALIANI NE SOFFRE (2) (AdnKronos Salute) - Secondo l' ultima ricerca presentata durante il congresso, la Bpco ha un costo medio di euro 3.290 euro l' anno per paziente, con un aumento del 15% rispetto ai precedenti dati del 2008. Oggi la Bpco da sola costa circa 0,9 punti di Pil all' anno. "Per quanto riguada l' asma - spiega Roberto Dal Negro, referente scientifico e fondatore del Centro nazionale studi di Farmacoeconomia e Farmacoepidemiologia respiratoria - gli ultimi dati presentati al congresso dimostrano come, rispetto al precedente studio del 2007, i costi siano stabili con una media di poco superiore ai 1.500 euro


all' anno per paziente. Ma si è soprattutto rilevata una ridistribuzione delle voci di costo: a fronte di un lieve incremento del costo farmaceutico per la terapia appropriata, si è osservata una drastica riduzione del costo relativo ai ricoveri ospedalieri, di quello relativo agli accessi al pronto soccorso, e infine di quello delle visite mediche programmate. In altri termini, è migliorata la morbidità della malattia". (segue) (Com-Frm/AdnKronos) 15-GEN-16 13: 08 MEDICINA: IN AUMENTO MALATTIE RESPIRATORE, 6% ITALIANI NE SOFFRE (3) (AdnKronos Salute) - "La prevenzione dovrebbe essere il primo strumento, ma le risorse investite nel nostro Paese sono del tutto risibili. La lotta al fumo è importantissima - ricorda Dal Negro - ma, dopo una diminuzione importante grazie alla legge Sirchia, l' abitudine tabagica è purtroppo tornata ad aumentare, soprattutto nei giovani e di sesso femminile. In presenza di malattia conclamata, la diagnosi precoce e la terapia regolare e continuativa rappresentano le uniche armi efficaci. Oggi le armi terapeutiche sono molte ed efficaci: l' importante è il riconoscimento precoce di tali malattie e la tempestività dell' intervento". L' errata adesione alla terapia, con il relativo aumento dei costi che ne consegue, è uno dei problemi principali sollevati dagli specialisti durante il congresso. "Utilizzando i farmaci generici, che sono quelli che hanno perso il brevetto, risparmiamo almeno il 20% della spesa sanitaria - spiega Giorgio Lorenzo Colombo, economista al Dipartimento di Scienze del farmaco per l' università di Pavia - Questi, costando meno al sistema sanitario italiano, permettono di abbassare i costi delle terapie e di avere più pazienti in trattamento. Siamo molto fiduciosi, inoltre, sui dati che vengono raccolti dalle tessere sanitarie, che aiuteranno a comprendere meglio esigenze e bisogni dei pazienti". (Com-Frm/AdnKronos) 15-GEN-16 13: 08


TUMORI: ALLEANZA FRA 2 ' INTERRUTTORI' CRUCIALE PER CRESCITA INCONTROLLATA La scoperta in uno studio italiano Ropma, 15 gen. (AdnKronos Salute) - Da oltre 30 anni diverse ricerche nel mondo cercano di far luce sui segreti dei mutanti della proteina p53, per capire come riescano a scatenare tumori e metastasi. Parallelamente, un grande interesse si è concentrato negli ultimi anni sulla proteina Yap, un altro importante protagonista della trasformazione tumorale. Ebbene, secondo uno studio italiano questi due pilastri molecolari dei tumori sono intimamente connessi. I dettagli molecolari di questa singolare relazione sono descritti in un articolo appena pubblicato da ' Embo Reports'. Finora si pensava che le forme mutate della proteina p53 e Yap fossero due strade che corrono parallele verso il cancro, senza elementi di connessione. (segue) (Com-Frm/Adnkronos) 15-GEN-16 15: 56 TUMORI: ALLEANZA FRA 2 ' INTERRUTTORI' CRUCIALE PER CRESCITA INCONTROLLATA (2) (AdnKronos Salute) - Il lavoro di un gruppo di ricercatori diretto da Giovanni Blandino, coordinatore delle attività di ricerca del Laboratorio di Oncogenomica traslazionale dell' Istituto tumori Regina Elena, e da Giannino Del Sal, direttore del Dipartimento di Scienze della vita dell' Università di Trieste (capo del' Unità di oncologia molecolare del Laboratorio nazionale Cib di Area Science Park a Trieste), mostra un quadro diverso. Sono più della metà i pazienti con cancro che nel patrimonio genetico delle cellule malate hanno mutazioni nel gene che codifica per la proteina p53. La versione normale della proteina è considerata uno dei più potenti freni alla trasformazione maligna, impedendo alle cellule di riprodursi in presenza di alterazioni nella sequenza del proprio Dna. Nei tumori, p53 viene persa o più di frequente si ritrova in forma mutata. Da guardiano buono, si trasforma così, nelle sue forme alterate, in un pericoloso nemico che accelera la trasformazione tumorale e la progressione della malattia verso esiti infausti. (segue)


(Com-Frm/Adnkronos) 15-GEN-16 15: 56 TUMORI: ALLEANZA FRA 2 ' INTERRUTTORI' CRUCIALE PER CRESCITA INCONTROLLATA (3) (AdnKronos Salute) - "Oggi possiamo dire" che tra i suoi partner "c'è anche Yap", afferma Blandino. Si tratta di "una proteina capace di guidare la trascrizione di geni e quindi il comportamento delle cellule. Attiva geni che servono a far crescere gli organi durante lo sviluppo embrionale e a rigenerare e rinnovare i tessuti adulti. Nei tumori, tuttavia, Yap sembra sfuggire ai rigidi controlli ai quali solitamente è sottoposta e per questo, accumulandosi nel nucleo delle cellule, le riprogramma rendendole più attive nella proliferazione, maligne e capaci di dare origine alle metastasi". Il team coordinato da Blandino e Del Sal ha scoperto che Yap e le proteine p53 mutate, insieme, sono responsabili dell' attivazione di una serie di geni che spingono le cellule tumorali a proliferare senza controllo. Per dare il via a questo programma è necessario, infatti, che le proteine interagiscano fisicamente. (segue) (Com-Frm/Adnkronos) 15-GEN-16 15: 56 TUMORI: ALLEANZA FRA 2 ' INTERRUTTORI' CRUCIALE PER CRESCITA INCONTROLLATA (4) (AdnKronos Salute) - A riprova dell' importanza della relazione fatale, messa in luce dai ricercatori analizzando un gruppo di pazienti con tumore al seno, emerge che nel tessuto malato l' espressione anormale di geni della proliferazione è correlata alla contemporanea presenza di mutanti della proteina p53 e di Yap iperattivo e che questi sono associati a un peggior andamento della malattia. La scoperta, realizzata anche grazie ai finanziamenti messi a disposizione da Airc, l' Associazione italiana per la ricerca sul cancro, ha una grande rilevanza clinica. "Possiamo pensare di spezzare o impedire il legame tra Yap e i mutanti di p53 nei tumori progettando strategie terapeutiche specifiche - conclude Blandino - Yap non è


indispensabile ai tessuti normali nell' organismo adulto, mentre i mutanti di p53 sono presenti solo nel tessuto malato. Una simile strategia, quindi, potrebbe avere elevate possibilità di precisione e successo". (Com-Frm/Adnkronos) 15-GEN-16 15: 56 EBOLA: MEDICI CUAMM, NUOVA MORTE RICHIAMO A NON ABBASSARE LA GUARDIA 22enne deceduta in Sierra Leone e' stata contagiata ai confini con Guinea, test ripetuto 3 volte Milano, 15 gen. (AdnKronos Salute) - La nuova morte per Ebola, confermata in Sierra Leone appena poche ore dopo la dichiarazione ufficiale dell' Organizzazione mondiale della sanità sulla fine dell' epidemia in Africa Occidentale, è "un campanello d' allarme che richiama a non abbassare la guardia". "La tregua è durata poco", commenta Medici con l' Africa Cuamm, associazione italiana in prima linea contro l' emergenza. "Era una possibilità che speravamo non si concretizzasse, ma consapevoli che avremmo potuto avere nuovi casi positivi nel Paese, si è continuato a mantenere un sistema di sorveglianza aumentata", spiega Matteo Bottecchia, coordinatore Cuamm in Sierra Leone. (segue) (Opa/AdnKronos Salute) 15-GEN-16 14: 25 EBOLA: MEDICI CUAMM, NUOVA MORTE RICHIAMO A NON ABBASSARE LA GUARDIA (2) (AdnKronos Salute) - "Dal 7 novembre scorso, data in cui la Sierra Leone è stata dichiarata virus-free - ricorda l' onlus - arriva oggi la notizia di un nuovo decesso. Si tratta di un caso riconosciuto post-mortem", con analisi effettuate "su una donna ormai deceduta nel distretto di Tonkolili, in particolare nella città di Magburaka, nel centro del Paese, non molto lontano da Lunsar dove Medici con l' Africa Cuamm è impegnato sul campo. La donna deceduta, una studentessa di 22 anni - ricostruisce l' associazione - si trovava in visita a parenti nel distretto di Kambia, al confine con la Guinea, quando si è


ammalata. Da lì ha viaggiato per molti chilometri fino alla città natale di Magburaka, dove è morta dopo alcuni giorni. La sorveglianza aumentata prevede che tutti i decessi siano sottoposti a test Ebola. Sulla ragazza il test è stato eseguito 3 volte per cautela. L' équipe medica voleva avere la certezza che non si trattasse di un errore". "Un team dell' Oms è già stato inviato a Kambia per indagare sul contagio - proseguono i medici Cuamm - mentre a Magburaka è stata attivata la macchina del ' contact tracing' per tracciare i contatti e arrestare tempestivamente un possibile nuovo contagio diffuso. Questo nuovo caso è un forte banco di prova per le istituzioni in una fase che prevede la transizione, ad oggi in corso, dall' emergenza straordinaria con strutture dedicate alla gestione emergenze di salute pubblica come funzione integrata nel ministero della Salute". (segue) (Opa/AdnKronos Salute) 15-GEN-16 14: 25 EBOLA: MEDICI CUAMM, NUOVA MORTE RICHIAMO A NON ABBASSARE LA GUARDIA (3) L' idea dei contact tracer, '007 del virus' a caccia di persone a rischio (AdnKronos Salute) - Oltre che alla popolazione, Medici con l' Africa Cuamm pensa anche agli "operatori sanitari impegnati sul campo ogni giorno. L' eventualità di trovarsi di fronte a un caso d' Ebola, nel proprio impegno quotidiano, è presente - osserva ancora l' onlus - I rischi connessi alle donne sopravvissute al virus che porteranno a termine una gravidanza esistono, la necessità di continuare a rafforzare i meccanismi di controllo e prevenzione delle infezioni è centrale. Il sistema sanitario è ancora debole, la speranza è che la sensibilizzazione fatta e l' esperienza accumulata possano aiutare a tenere sotto controllo il contagio". Un anno e 5 mesi, con 14.222 casi registrati e 3.955 morti. Questi i numeri dell' epidemia di Ebola in Sierra Leone. Quando è scoppiata nel Paese, a inizio 2014, i medici Cuamm hanno deciso di restare e impegnarsi accanto alla popolazione, nella lotta a questo terribile flagello. "L' ospedale di Pujehun non ha mai chiuso e nella lotta all' epidemia l' azione si è concentrata su 2 ambiti: da un lato fornire


agli operatori sanitari tutti gli strumenti di protezione di cui avevano indispensabile bisogno, dall' altro continuare nel lavoro di identificazione e isolamento dei malati. E' stato quindi avviato un sistema triage per l' identificazione dei casi sospetti nei centri sanitari. Contemporaneamente, con uno sforzo logistico considerevole, sono stati aperte 2 unità di isolamento a Pujehun e a Zimmi". (segue) (Opa/AdnKronos Salute) 15-GEN-16 14: 25 EBOLA: MEDICI CUAMM, NUOVA MORTE RICHIAMO A NON ABBASSARE LA GUARDIA (4) (AdnKronos Salute) - "Strategico - conclude l' associazione - è stato poi il lavoro di sensibilizzazione delle comunità, la ricerca dei contatti e il controllo del territorio. La risposta delle comunità era influenzata dalla paura e dal rigetto delle misure di sicurezza. Fondamentale è stato l' investimento sui ' contact tracer': un gruppo di giovani che, percorrendo il territorio in lungo e in largo, muniti di moto, cellulare e taccuino, tracciavano tutti i contatti avuti da un nuovo contagiato. In totale sono state messe in isolamento oltre 1.200 persone ed è stato possibile contenere il contagio, facendo di Pujehun il primo distretto del paese ad essere dichiarato Ebola Free". (Opa/AdnKronos Salute) 15-GEN-16 14: 25 TUMORI: LINFOMA HODGKIN, STUDIO ITALIANO ORIENTA NELLA SCELTA DELLA CHEMIO Ematologi emiliani hanno confrontato i dati a 10 anni di 3 diversi schemi terapeutici Milano, 15 gen. (AdnKronos Salute) - Ematologi emiliani capofila di uno studio sui benefici a lungo termine dei diversi trattamenti del linfoma di Hodgkin. Il lavoro è coordinato da Francesco Merli, direttore della Struttura complessa di Ematologia dell' Irccs Santa Maria Nuova di Reggio Emilia, e affronta il tema della ' qualità della guarigione' dei pazienti, dimostrando l' importanza di osservarli più a lungo dei primi 5 anni trascorsi dall' inizio della terapia e confermando l' efficacia di trattamenti basati sullo schema


chemioterapico più diffuso: il cosiddetto ' Abvd'. Il lavoro italiano è stato pubblicato sul ' Journal of Clinical Oncology', i cui editori hanno attribuito allo studio la qualifica di ' rapid communication' conferita in presenza di dati considerati meritevoli di una rapida diffusione alla comunità scientifica internazionale, e hanno commissionato un editoriale di commento ad Andreas Engert dell' università di Colonia in Germania, fra i principali esperti mondiali in materia. La ricerca fornisce nuovi dati raccolti dopo 10 anni dalla cura in un gruppo di 307 pazienti con linfoma di Hodgkin in stadio avanzato, e si inserisce in un progetto attivo presso l' Ematologia del Santa Maria Nuova sotto l' egida della Fondazione italiana linfomi. Fra i sostenitori dello studio, la Fondazione Grade Onlus. (segue) (Red-Opa/AdnKronos) 15-GEN-16 14: 25 UMORI: LINFOMA HODGKIN, STUDIO ITALIANO ORIENTA NELLA SCELTA DELLA CHEMIO (2) (AdnKronos Salute) - Gli autori hanno confrontato 3 strategie di trattamento diverse per la scelta della chemioterapia iniziale: un gruppo di pazienti ha ricevuto lo schema Abvd, il più usato al mondo; un altro il ' Beacopp' e un terzo il ' Coppbvcad'. Elemento comune a questi ultimi 2 schemi - ricorda una nota dall' Irccs emiliano - è l' elevata intensità della cura, maggiore rispetto a quella di Abvd e ritenuta da molti utile per ottenere un maggiore controllo della malattia ed evitare la necessità di ricorrere a una terapia di seconda linea. I primi risultati erano stati pubblicati nel 2009, riferiti a un periodo di osservazione di circa 5 anni, e avevano dimostrato che per alcuni pazienti trattati con lo schema Beacopp era possibile ridurre il numero di recidive e quindi l' impiego di terapie di seconda linea. La novità dei nuovi dati, pubblicati dopo altri 5 anni di controlli, è che nel lungo termine le differenze fra i 3 gruppi si annullano. In particolare per un eccesso di alcuni effetti collaterali ritardati, osservati tra i pazienti sottoposti alle terapie più intensive. (segue)


(Red-Opa/AdnKronos) 15-GEN-16 14: 25 NNN TUMORI: LINFOMA HODGKIN, STUDIO ITALIANO ORIENTA NELLA SCELTA DELLA CHEMIO (3) (AdnKronos Salute) - Grazie a questo lavoro, sottolineano gli esperti, "i medici hanno ora a disposizione nuovi dati e sono esortati a discutere con il paziente le diverse opzioni terapeutiche e a considerare nella scelta del trattamento anche il rischio di effetti collaterali ritardati in grado di vanificare una cura efficace". Il linfoma di Hodgkin è una neoplasia del sistema linfatico e rappresenta il tumore più frequente tra i soggetti di giovane età. Costituisce circa il 10% di tutti i linfomi e colpisce generalmente persone tra 20 e 30 anni, presentandosi generalmente con l' ingrossamento dei linfonodi. L' incidenza della malattia è pari a circa 3-4 casi ogni 100 mila abitanti. Considerata negli anni '50 una malattia inguaribile, oggi il linfoma di Hodgkin è una delle neoplasie associate ai migliori tassi di guarigione. Grazie ai trattamenti combinati di chemio e radioterapia, il 75% circa dei pazienti riesce a ottenere la cura già con la prima linea di trattamento. Per il 25% in cui si osserva una recidiva di malattia è necessario ricorrere a terapie di seconda linea (autotrapianto di midollo), che sono efficaci nei 2 terzi dei casi. Complessivamente, la guarigione completa è ottenibile nel 90% circa dei pazienti. (Red-Opa/AdnKronos) 15-GEN-16 14: 25

FARMACI: TAR LAZIO BOCCIA RICORSO NOVARTIS, SODISFAZIONE EMILIA R. Caso Avastin-Lucentis Roma, 15 gen. (AdnKronos Salute) - Nuovo capitolo nella ' saga' Avastin-Lucentis. Il Tar del Lazio ha respinto il ricorso di Novartis


contro il provvedimento con cui l' Agenzia italiana del farmaco ha disposto, nel 2014, l' inserimento di Avastin (l' anti-cancro bevacizumab di Roche) per la cura della degenerazione maculare correlata all' età nell' elenco dei farmaci a carico del Servizio sanitario nazionale. "Apprendo con soddisfazione - commenta l' assessore regionale alle Politiche per la salute dell' Emilia Romagna, Sergio Venturi - che, ancora una volta, sono confermate la sicurezza e l' efficacia dell' uso del medicinale bevacizumab-Avastin per la cura della degenerazione maculare correlata all' età. La sentenza conferma una volta di più quanto di buono fatto dalla Regione Emilia-Romagna, come impegno e come rigore, per il migliore utilizzo delle risorse pubbliche". Dal 2009 l' Emilia-Romagna, prima in Italia, ha intrapreso una battaglia per utilizzare questo farmaco dal costo più di venti volte inferiore a quello di altri medicinali disponibili per la medesima patologia, "a garanzia di un più efficiente uso delle risorse finanziarie e a tutela della salute dei cittadini", sottolinea una nota della Regione. (segue) (Mad/AdnKronos) 15-GEN-16 12: 54 FARMACI: TAR LAZIO BOCCIA RICORSO NOVARTIS, SODISFAZIONE EMILIA R. (2) (AdnKronos Salute) - Il Tar del Lazio, secondo Venturi, conferma dunque "la solidità del percorso disegnato da Aifa nel 2014 e ribadisce la fondatezza degli atti della Regione Emilia-Romagna che hanno consentito - e tuttora incentivano - l' utilizzo di Avastin off-label (per un uso diverso da quanto previsto dalle indicazioni di registrazione) nel trattamento della degenerazione legata all' età nelle strutture sanitarie della regione". Dal 2009, in Emilia Romagna, sono stati trattati oltre 6.000 cittadini con Avastin, con una spesa di circa 450 mila euro: se fossero stati in terapia con Lucentis (ranibizumab, il farmaco di Novartis specificatamente sviluppato e indicato per la degenerazione maculare legata all' età) i costi per il Servizio sanitario regionale sarebbero


stati di circa 12 milioni di euro. (Mad/AdnKronos) 15-GEN-16 12: 54 SALUTE: LA DIETA DI BRACCIO DI FERRO AIUTA GLI OCCHI, SPINACI BATTONO CAROTE Studio Usa rileva proprieta' benefiche sulla vista, -20-30% rischio glaucoma Milano, 15 gen. (AdnKronos Salute) - Scatoletta di spinaci e pipa sono i 2 oggetti che non mancano mai a Braccio di ferro, il muscoloso marinaio dei fumetti e dei cartoni animati, amato da generazioni di bambini. La scienza ha da tempo verificato che questa verdura verde a foglia larga, seppur salutare, non contiene più ferro di altre. L' idea che basti mangiare spinaci per avere un corretto apporto di uno dei minerali fondamentali per il nostro organismo è dunque falsa. Tuttavia, una nuova ricerca americana accende i riflettori su altre proprietà dell' ortaggio preferito dall' eterno fidanzato di Olivia: quelle legate alla vista. Per gli scienziati di Boston - riporta il ' Telegraph' - gli spinaci batterebbero le carote, decantate per i loro effetti positivi sugli occhi. Le verdure verdi a foglia larga permetterebbero infatti una riduzione del rischio di glaucoma del 20-30%, a dispetto dello sguardo imperfetto di Braccio di ferro. Il problema però è che molti questi vegetali non piacciono, soprattutto ai bambini. Ed ecco che ancora una volta viene in aiuto l' eroe dei fumetti ultra-ottuagenario. Secondo uno studio tailandese di 6 anni fa, infatti, i bimbi che guardano regolarmente i suoi cartoni animati mangiano il doppio di spinaci. (Stg/AdnKronos) 15-GEN-16 12: 31 FARMACI: FRANCIA, GRAVISSIMI 6 VOLONTARI DOPO TEST SU NUOVA MOLECOLA Al centro del trial sembra esserci un antidolorifico a base di cannabis


Roma, 15 gen. (AdnKronos Salute) - Sei persone sono finite in condizioni critiche - di cui una in coma, "in stato di morte cerebrale" - mentre sperimentavano un nuovo farmaco in Francia. A darne notizia è il ministro della Salute francese, Marisol Touraine, che in una nota ha parlato di una "fatalità molto grave" nel corso di un trial in un laboratorio privato a Rennes. Il ministro ha annunciato che si sarebbe recata nella città, nel nord-ovest della Francia, per accertarsi di persona della situazione e far luce sulla vicenda. Le ' cavie' stavano sperimentando un nuovo farmaco, a quanto pare un antidolorifico a base di cannabis. Il trial, si legge sulla Bbc online, è stato sospeso e la società sta richiamando i volontari che hanno partecipato. Queste persone avevano assunto il farmaco per via orale sviluppato da un laboratorio europeo, ha detto il ministro. Non è ancora chiaro quante persone siano coinvolte. (Mal/AdnKronos) 15-GEN-16 12: 29 Bicarbonato nel sangue indicatore rischio morte per anziani Si trova in frutta e verdura, meglio avere concentrazioni alte (ANSA) - ROMA, 15 GEN - La concentrazione di bicarbonato nel sangue potrebbe aiutare a predire il rischio di morte di un anziano di per sé in buone condizioni di salute generale. Infatti, uno studio condotto da Kalani Raphael della University of Utah evidenzia che basse concentrazioni di questa sostanza sono legate a maggior rischio di morte dopo i 90 anni. Frutta e verdura sono ottime fonti di bicarbonato che é indispensabile a mantenere in equilibrio il "pH" (il grado di acidità) del corpo, equilibrio a sua volta vitale per il funzionamento di organi e tessuti. Pubblicata sul Clinical Journal of the American Society of Nephrology, la ricerca ha coinvolto quasi 2300 soggetti over-70 tutti in buone condizioni di salute. La loro concentrazione plasmatica di bicarbonato é stata misurata più volte e lo stato di salute dei soggetti monitorato per una media di oltre 10 anni. E' emerso che gli anziani che avevano basse concentrazioni


di bicarbonato nel sangue presentavano un rischio di morte maggiore del 24% rispetto ai coetanei con concentrazioni maggiori di questa sostanza. Lo studio suggerisce la necessitĂ di svolgere ricerche per esaminare la potenziale efficacia dell' integrazione di bicarbonato sull' allungamento dell' aspettativa di vita. (ANSA). Y27 15-GEN-16 12: 14 NNN Se apprezzate il nostro lavoro, potete contribuire a tenere in vita il nostro sito con una donazione (anche piccola) via paypal, con un bonifico bancario e/o postale, con postepay o bancopostaclick. Basta cliccare

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