L'Europa ce lo chiede da anni, ma in questo caso i nostri Governi e Parlamento, misteriosamente, TACCIONO! Gli Esecutivi si affannano, si scervellano su come fare cassa. La solita accisa sulle benzine? La tassa sugli alcolici e sigarette? L'aumento dell'IVA? Insomma si ingegnano su come tartassare ancora di più gli italiani, ma non riescono a vedere, o non vogliono, che un discreto bottino da introitare ce l'hanno sotto gli occhi e che potrebbero incassarlo senza fare Leggi e/o Decreti, perché è l'Europa che ce lo chiede, ma che l'Italia rifiuta di incassare. Dato che in questo caso, la norma, non va ad intaccare le tasche degli italiani, l'Esecutivo si guarda bene dall'applicare una norma valida in tutta Europa e guarda caso meno che in Italia, il cosiddetto “Paese di Bengodi”! Mi spiego. Quante volte ci siamo sentiti dire: “L'Europa ce lo chiede”, “L'Europa ce lo chiede”. “L'Europa ce lo chiede”, in pratica, è stato, ed è, il mantra che ha guidato, e guida, gli ultimi Esecutivi (Monti, Letta, Renzi ed ora Gentiloni). Quando l'Europa ha chiesto di massacrare i cittadini italiani, i nostri Esecutivi non se lo sono fatto ripetere due volte. Si sono genuflessi al mantra de “L'Europa ce lo chiede”, facendoci piangere lacrime e sangue. Quando invece l'Europa ci indica una disposizione per fare cassa ma che di fatto non va ad intaccare le tasche degli italiani, in questo caso lo Stato italiano tace, sorvola, ignora e fa finta di nulla. Volete sapere quale norma viene ignorata dal nostro Stato? Le targhe straniere stanziali sul territorio italiano. Cosa dice l'Europa in questo caso? Ecco cosa dice nel suo ultimo aggiornamento datato 16 marzo 2017:
“Immatricolazione dell'auto e tasse automobilistiche
Soggiorni temporanei Se mantieni la tua residenza nel tuo paese di appartenenza, ma soggiorni in un altro paese dell'UE per meno di sei mesi, non devi immatricolare l'auto né pagare le relative tasse locali, poiché il veicolo resterà immatricolato nel tuo paese. Tuttavia, potrebbero chiederti di pagare altre tasse riguardanti l'uso dell'auto nel paese in questione (tasse di circolazione). Se soggiorni in un altro paese dell'UE per meno di sei mesi senza immatricolare l'auto, non puoi prestarla né noleggiarla legalmente a un residente di quel paese, che potrà tuttavia guidarla in tua presenza. Puoi comunque prestarla ai tuoi familiari o agli amici quando vengono a farti visita, a condizione che non risiedano nel tuo nuovo paese. Se intendi soggiornare in un altro paese per più di sei mesi, dovresti trasferire la tua residenza in tale paese e sei tenuto a immatricolare la tua auto rapidamente presso le autorità locali. Trasferirsi all'estero Se ti trasferisci con la tua auto in un altro paese dell'UE (per soggiornarvi più di sei mesi), dovrai immatricolarla e pagare le tasse locali. Devi immatricolarla non appena possibile e, in ogni caso, non oltre sei mesi dopo la data del tuo arrivo. Controlla inoltre quali documenti e formalità saranno richiesti per dimostrare di aver immatricolato l'automobile. In alcuni paesi potresti beneficiare di un esonero dalle tasse di immatricolazione in caso di trasferimento da un altro paese dell'UE, a patto di rispettare determinate condizioni e scadenze. Prima di trasferirti in un nuovo paese, verifica la normativa nazionale . (Fonte: http://europa.eu/youreurope/citizens/vehicles/registration/taxes/index_it.htm )”
Non credo che ci voglia uno scienza particolare per capire a cosa sia dovuta questa massiccia presenza di targhe straniere sul suolo italiano, e che si incrementa in maniera esponenziale giorno dopo giorno.
I primi a capire che in Italia questa norma non sarebbe stata applicata sono stati proprio i cittadini comunitari, che pur essendo da anni residenti e domiciliati in Italia se ne sono ben guardati dall'immatricolare il proprio mezzo con targa italiana. A seguire sono arrivati gli italiani che con pochi euro si fanno immatricolare auto, moto e camion all'estero. Quali vantaggi? Con le targhe estere si aggira totalmente il Codice della Strada evitando di fatto le sanzioni, permettendo ogni genere di infrazione possibile ed immaginabile, avendo la certezza che una eventuale sanzione non sarĂ mai pagata e i punti sulla patente di guida (per gli italiani) rimarranno immacolati. Se per caso crei, tu con targa straniera, un incidente e le forze dell'ordine ti ritirano la patente, basterĂ che tu dichiari l'impegno di non tornare in Italia ed ecco che la patente ti verrĂ restituita in men che non si dica, ben sapendo che un eventuale prossimo controllo per verificare la tua presenza sul territorio nazionale, ti capiterĂ forse mai continuando a vivere tranquillamente in Italia. Altro vantaggio? Non paghi la tassa di proprietĂ della eventuale auto, moto o camion con targa estera Altro vantaggio? Puoi avvalerti di una assicurazione del Paese in cui hai immatricolato l'auto, la moto o il camion per pochi spiccioli (sino all'85% in meno rispetto alle tariffe assicurative italiane e con molti dubbi sulle reali coperture), e tu italiano augurati sempre di non
avere incidenti, lievi o meno lievi, con mezzi con targa straniera perché il rimborso, in caso di ragione, sarà molto difficile ottenerlo. In questi giorni c'è stata l'ennesima corsa alla ricerca su dove e come reperire i fondi per il DEF. Sono andati ad esplorare dappertutto, ma le targhe estere sul suolo italiano ancora una volta no. Non sono state prese minimamente in considerazione. Probabilmente allo Stato non piace incassare facile! La domanda sorge spontanea: perché gli Esecutivi italiani non hanno mai dato esecuzione a questa norma a differenza di quanto già accade in tutti i Paesi comunitari? Applicare la norma europea sarebbe sicuramente una fonte certa di guadagno senza particolari sforzi. Basterebbe solo applicarla e farla applicare. La carta stampata in più occasioni ha dato ampio risalto a questa anomalia tutta italiana, e per quanto mi consta inutile è stato anche il mio impegno nel presentare una petizione ai due rami del Parlamento (petizione 994 assegnata IX Commissione Trasporti della Camera dei Deputati e Petizione 1507 Senato della Repubblica - XVII Legislatura , entrambe annunciate nel 2015, e che li tranquillamente giacciono) A quanto pare è dura scuotere o svegliare i Moloch, almeno fino a quando non si tratti di tartassare direttamente le famiglie italiane.
Concludo chiedendomi e chiedendo: qualcuno saprebbe dirmi il perchĂŠ di questo silenzio e ostinazione sul non voler applicare una norma che l'Europa ci chiede di applicare da anni? Roma 19 aprile 2017
Massimiliano Valdannini
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