Casino del Governatore e Casino del Ministro (1662-1664)
L’Esedra (1662-1664)
La edificazione dei casini laterali all’Assunta, fu portata avanti contemporaneamente ad essa e con grande velocità, perché in uno dovevano essere collocate le “Carceri dove si amministra la giustizia”. Nel disegno pubblicato da Incisa (1939, p. 351, fig. 3) notiamo che la prima palazzina costruita a lato della chiesa fu quella verso Albano, essendo ingombrata l’area opposta, simmetrica, ancora da una vecchia casupola. In una lettera del 28 maggio 1662 scritta da fra’ Giorgio Martiali, direttore della fabbrica, si apprende che i lavori per i due casini, tralasciati temporaneamente “che non se ne doveva fare liì la prigione” (c’era stato forse un ripensamento) furono immediatamente ripresi (Incisa della Rocchetta 1939, p. 355). Il 17 maggio del 1663 Alessandro VII riceve Luigi Bernini per discutere “sopra le ale della Rotonda” ed il 21 maggio si fa mostrare “quelli disegni”. Soltanto nell’autunno iniziarono i lavori della palazzina di sinistra, con relativa esedra: “16 settembre…all’Ariccia si cominciano le ale ala Rotonda”, “9 Ottobre…Luigi Bernini, e M. Ferrini, riferiscono circa la fabbrica dell’ala sinistra della Chiesa nuova dell’Ariccia”. Per “le ale” gli ultimi conti sono del fabro Pigliucci dell’Ariccia: “20 febbraio 1664…spranghe per la casa del Lancia (casino destro guardando il complesso) 10 marzo: catene del portico della casa del Lancia…24 marzo 1665: ferri vari…del casino del Lancia, della casa del governatore” (casino sinistro); tutte le voci riguardano la collocazione delle inferriate nelle dieci finestre dei due edifici. I due fabbricati rimasero in proprietà rispettivamente della “Corte della terra” (quello a sinistra) e dei Chigi. L’esigenza di costruire le prigioni e un luogo dove si amministrasse la giustizia era sentita da tempo, tanto che il principe Bernardino Savelli aveva esonerato dal 1639 la Comunità dal pagare salario e canone d’affitto al Governatore, con l’impegno di spendere 600 scudi per costruire la sua residenza e le prigioni. Il Governatore era un notaio nominato dal principe ed aveva assunto tale titolo dal 1638 in sostituzione di quello di Vicario. I suoi compiti erano quelli di amministrare la giustizia in nome del principe, convocare l’assemblea ed ospitare nel proprio ufficio il Consiglio della Comunità; era quindi logico che per espletare queste funzioni fosse necessaria una sede indicata. Il casino verso Albano, edificato sulle rovine di un certo Giovanni Lancia era destinato in un primo momento allo stesso Lancia, poi per volere del papa venne donato ad Agostino Chigi, con l’impegno di corrispondere al proprietario un’indennità per la demolizione. Esso divenne la residenza del Ministro di Casa Chigi, curandone gli interessi ed il controllo gestionale dei beni ariccini.
Contemporaneamente alle palazzine laterali all’Assunta, venne portata a compimento la realizzazione dell’ambulacro che avvolge la “Rotonda”, costituito da un muro decorato da paraste binate tuscaniche, con trabeazione ionico-attica e sovrastante balaustra. Nei secoli successivi su tale schermo si sono addossati vari corpi di fabbrica, ma originariamente esso era costituito come una vera e propria quinta teatrale che chiudeva la percezione della parte retrostante (le palazzine) di cui è prosecuzione, ma scende seguendo la stradina dell’ambulacro; così anche l’interasse delle paraste si restringe mano a mano che ci si allontana dalla piazza. Questo “inganno” prospettico, è percepibile soltanto attraverso un accurato rilievo o guardando l’esedra dal piano nobile del palazzo, ove la logica della fuga comune delle parallele cade, per il cambiamento del punto di osservazione. Insomma, come per la Scala Regia, il Bernini ha utilizzato un procedimento della scenografia teatrale per ingigantire il corpo centrale rappresentato dalla chiesa e nel contempo suggerisce una maggiore profondità prospettica degli emicicli. Tale particolarità è sfuggita agli studiosi che si sono occupati della piazza e del suo “ordine apparente” (Birindelli), ma anche ai rilevamenti grafici del complesso (Ricci, Sordini, Savino).
La soluzione originaria di due edifici a tre piani – peraltro difficilmente realizzabile in funzione delle dimensioni dell’Assunta e lo spazio effettivamente disponibile – documentata nel disegno autografo del Bernini (Brauer, Wittkower, vol. II, p. 95) fu superata proponendo una struttura a due piani con porticato frontistante, caratterizzato da un ordine unico gigante di pilastri binati tuscanici. Una brillante ed originalissima variante ai porticati michelangioleschi del Campidoglio, sviluppata dal Fontana in un progetto esecutivo conservato presso la Kunstbibliothek di Berlino. Il grafico del Fontana chiarisce l’idea mai posta in essere di un coronamento della balaustra con statue, sul modello del Colonnato di S. Pietro (Petrucci 1998, pp. 23-24).
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Elementi contestuali rilevanti
La Fontana delle Tre cannelle o “Fontana delle Donne” (1665) La fontana detta “delle donne” poi “delle tre cannelle”, realizzata nel 1614 dai Savelli per portare l’acqua nell’abitato (Lefevre 1997, pp. 52-55), venne completamente rinnovata sotto la direzione del Bernini, come documenta la contabilità inedita dell’archivio Chigi. E’ citata nel diario di Alessandro VII con una annotazione del 30 maggio 1665: “Entriamo nell’Ariccia, vediamo la fonte del popolo, l’iscrittione, la via nova, la chiesa vecchia, la Rotonda”. […] Il 28 gennaio 1666 lo scalpellino Ambrogio Appiani presentò il conto tarato dal Bernini per la “fontana in faccia la porta acc. il muro di una Casa fa Cantone”, altrove sempre definita “fontana delle donne” (B.A.V., A.C., n. 3652). Dalla descrizione si capisce che l’attuale fontana conserva solo in parte la forma originaria, dato che le basi architettoniche non hanno la “zampa di Lione”, né sono più individuabili le “cinque colonnelle”; evidentemente ci deve essere stato qualche intervento di ristrutturazione, forse nel XIX secolo, sebbene l’iconografia ancora alla fine del settecento ci mostri la fontana originaria.
G.L. Bernini, Soluzione con le palazzine laterali a tre piani (Brauer e Wittkower)